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Egitto: gioielli dallo spazio!

21 Ago

Un nostro sempre attento utente del forum:

Psicosi 2012 forum

mi ha segnalato una notizia davvero molto interessante e che credo sia il caso di riportare.

Di cosa si tratta?

Invece di partire dalla notizia, che se vogliamo e’ la conclusione, partiamo dall’inizio della storia. Nel 1911 venne trovato un antico cimitero egizio nella localita’ di Gerzeh, circa 70 Km a sud del Cairo. In questo luogo vennero individuate 67 tombe in totale, molte delle quali, per fortuna, non toccate dai tombaroli che gia’ nell’antico Egitto erano un problema. All’interno di queste tombe, vennero rinvenuti diversi oggetti e ornamenti, molti dei quali caratteristici delle sepolture all’epoca dei faraoni.

Tra gli ornamenti trovati, c’era anche una collanina. Una semplice collanina realizzata mettendo insieme una sorta di perline tubolari in ferro, come mostrato nella foto:

I tubicini in ferro e una delle collanine che li conteneva

I tubicini in ferro e una delle collanine che li conteneva

Cosa aveva di tanto speciale questa collanina? Dalla datazione, si vide come quell’antico ornamento era stata realizzato ben 5000 anni fa. Questo rendeva le perline il piu’ antico manufatto in ferro mai rinvenuto.

E allora? Tutto qui?

Assolutamente no. La peculiarita’ di questo oggetto e’ che gli egiziani iniziarono a lavorare il ferro soltanto nel VI secolo a.C.. Per dirla tutta, erano gia’ stati rinvenuti oggetti ferrosi precedenti alla cosiddetta epoca del ferro, ma mai cosi’ antichi.

Capite dunque come si cominci a delineare un mistero.

Da una prima analisi del ritrovamento, si vide come la percentuale di Nichel contenuta nel tubicino era estremamente alta, non compatibile con i materiali realizzati in seguito da queste popolazioni. Gia’ intorno al 1930, si era avanzata l’ipotesi che il ferro utilizzato per la collana, non fosse di origine terrestre, bensi’ proveniente dallo spazio.

Immaginate nel 1930 la reazione della comunita’ archeologica ad un’idea del genere.

Intorno al 1980 infatti, nuove analisi vennero condotte sul reperto e si avanzo’ l’ipotesi che il materiale fosse in realta’ di origine terrestre, ma ottenuto, casualmente e ben prima dello sviluppo di questa tecnica, da una fusione con elementi sbagliati.

Solo in questi giorni, e’ arrivata la soluzione di questo mistero durato quasi un secolo. Su una rivista specializzata, e’ infatti comparso l’articolo realizzato da vari ricercatori inglesi, in cui si dimostra l’origine cosmica del ferro della collana.

Come e’ stato possibile arrivare a questa conclusione?

Ovviamnete, sono state condotte nuove analisi. Su un reperto del genere, non si puo’ certo pensare di tagliarlo per visionare l’interno. Su questo problema sono pero’ giunte in aiuto le nuove tecniche sviluppata dalla scienza. Il tubicino di ferro e’ infatti stato ispezionato utilizzando la tomografia computerizzata e il microscopio elettronico. Tecniche ovviamente non disponibili al tempo delle prime analisi.

Struttura interna di un tubicino. Le aree blu indicano la presenza di Nichel

Struttura interna di un tubicino. Le aree blu indicano la presenza di Nichel

Gli studi condotti hanno mostrato come la percentuale di Nichel contenuta nel ferro sia molto alta, anche fino al 30%, ma soprattutto nella parte interna. Mentre e’ molto minore la percentuale sulla superficie esterna. Oltre al Nichel, piu’ abbondante, sono state trovate tracce di cobalto, germanio e fosforo. Tutti questi elementi sono compatibili con la composizone delle meteoriti di natura ferrosa.

Cosa significa questo?

Semplicemente che la materia prima utilizzata per ottenere l’ornamento e’ stata ricavata da un meteorite caduto in Egitto. Gli antichi egiziani hanno dunque raccolto il sasso cosmico e hanno lavorato il ferro contenuto martellando fino ad ottenre sottili lamine. Vista la durezza del materiale, aumentata dalla composizione chimica, il lavoro deve aver richiesto un tempo molto lungo. Una volta ottenute le lamine, si sono arrotolate per ottenre il tubicino che faceva da ornamento alla collana.

Le analisi condotte hanno inoltre consentito di ricostruire una struttura molto particolare nota come figure di Widmanstätten. Si tratta semplicemente di aperture sulla superficie causate dal lento raffreddamento del meteorite. Dunque, sia la composizione chimica che quella fisica della struttura confermano l’origine etraterrestre del materiale con cui era realizzato il manufatto.

Ovviamente, anche se sporadiche, non sono mancate le speculazioni sul web. Come potete immaginare, non e’ mancato chi ha visto in questa scoperta finalmente la connessione tra antico egizio e visitatori venuti dallo spazio. Come detto in precedenza, la notizia riguarda solo ed esclusivamente l’origine cosmica della materia prima utilizzata.

Storicamente, quanto scoperto e’ compatibile con la cultura del popolo. Come anticipato, anche secoli prima dell’inizio dell’era del ferro, erano stati realizzati manufatti di questo minerale. Ovviamente, questi sono stati ritrovati all’interno di importanti tombe, come ad esempio in quella del faraone Tutankhamon. Dal momento che gli egiziani avevano una forte venerazione per il cielo, considerato come la casa degli Dei, e’ presumibile che ogni oggetto proveniente dal cielo potesse essere visto come un segno di benevolenza divina.

Nei secoli successivi poi, come riportato da numerose iscrizioni, gli egiziani svilupparono una sorta di venerazione per il ferro, visto come un minerale divino e indistruttibile. Tra l’altro, secondo la cultura egizia, di ferro erano le ossa degli Dei, fatte appositamente per essere eterne.

Concludendo, le nuove analisi condotte hanno permesso di risolvere il mistero dell’origine dei manufatti trovati nel 1911 ma realizzati secoli prima che gli egiziani imparassero a lavorare il ferro. In questo caso, intervento decisivo e’ stato quello delle nuove tecniche di diagnostica sviluppate dalla ricerca. Tecniche non invasive che hanno consentito, praticamente senza toccarlo, di scansionare la struttura dell’oggetto nel suo insieme in modo preciso e affidabile. Ovviamente, le storielle che leggete sul web circa la connessione tra egiziani e alieni sono del tutto false e assolutamente non confermate da questa ricerca. L’articolo di oggi ci ha invece permesso di capire meglio la concezione divina nell’antico Egitto e le diverse tecniche utilizzate nei secoli per produrre monili e oggetti per tutti i giorni.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Ultime notizie (o profezie rispolverate) dal Vaticano

3 Mar

Come era facilmente immaginabile, dopo le dimissioni di Benedetto XVI si e’ scatenata una corsa profetica su internet con tantissimi siti intenti a rispolverare profezie o a dare interpretazioni nuove a quelle piu’ conosciute. In questo mare di informazioni, aggiornate di giorno in giorno, non e’ semplice riuscire a districarsi e si rischia di rimanere impantanati senza capire bene cosa c’e’ di vero e cosa no. Ma, in fondo, forse questa e’ proprio la tecnica utilizzata dai catastrofisti e complottisti per confondere le persone.

In questo post, vorrei provare a fare un po’ di chiarezza, riassumendo quanto detto fino a questo punto, ma anche analizzando le ultime notizie che circolano in rete.

L’idea di questo articolo mi e’ stata suggerita da un nostro affezionato lettore partendo dalla richiesta di chiarimenti di un articolo apparso su un noto giornale italiano:

Panorama, Mistero sulle dimissioni

Se provate a leggerlo, rimarrete sorpresi dalla quantita’ di informazioni contenute nel testo, ma tutte mescolate in modo confusionario e senza un apparente filo logico. Ora, non stiamo parlando di uno dei tanti siti che pubblica bufale per fare notizia, ma di un noto giornale a diffusione nazionale. In realta’, questo non ci sorprende affatto. Nel periodo che stiamo attraversando, parlare di questi argomenti suscita sempre l’interesse delle persone e, magari, puo’ sempre dare una spinta in avanti al numero di copie vendute o al traffico di utenti sul sito.

Bene, approfittiamo dunque di questo articolo per fare un riassunto dei post pubblicati, ma anche per discutere le nuove informazioni.

Prima di tutto, come sappiamo bene, la profezia maggiormente richiamata dopo le dimissioni di Benedetto XVI e’ quella di San Malachia, di cui abbiamo discusso in questi post:

2012 e la profezia di Malachia

Si avvera la profezia di Malachia

La mano di Dio sulle dimissioni del Papa

La lotteria profetica in questo caso viene fatta per cercare di capire chi potrebbe o dovrebbe essere il Petrus Romanus dell’ultimo motto di Malachia. Come visto anche in passato, i nomi piu’ gettonati sono: il Camerlengo Bertone, il nuovo papa o anche lo stesso Benedetto XVI. Per quanto riguarda Bertone, il nome intero e’ Tarcisio Pietro Bertone, per cui c’e’ chi ipotizza che sia lui il Petrus Romanus dal momento che il camerlengo ha il compito di traghettare la Chiesa fino al Conclave, cioe’, di fatto, e’ il reggente del Vaticano fino all’elezione del prossimo pontefice. In alternativa, c’e’ il nuovo papa che, secondo alcune interpretazioni, sarebbe il 112esimo della profezia di Malachia, dunque quello che vedra’ finire la chiesa, Roma, il mondo o quello che volete. In questo caso pero’, dovremo aspettare l’elezione del prossimo pontefice per vedere come e con quanta fantasia il nuovo papa verra’ messo in relazione con il motto della profezia.

Oltre a queste ipotesi, negli ultimi giorni ne e’ venuta fuori un’altra dopo che il Vaticano ha fatto sapere quale sara’ il ruolo di Ratzinger in futuro. Benedetto XVI continuera’ infatti a chiamarsi in questo modo, potra’ indossare l’abito bianco ma senza fregi particolari e sara’ chiamato “Papa Emerito di Roma”. Proprio il “di Roma” ha richiamato l’attenzione come presunto collegamento con il “Romanus” della profezia di Malachia. Nel seguito vedremo anche come il discorso dell’abito bianco puo’ essere messo in relazione con altre profezie.

Ora, siamo sempre alla stesso punto. Premesso che molto probabilmente, come discusso negli altri post, la profezia dei motti latini e’ un falso storico neanche formulata da San Malachia, l’interpretazione e’ talmente vaga che lascia spazio a qualsivoglia ipotesi. Nel giro di 10 giorni ne sono state formulate gia’ 3 su internet. Dopo l’elezione del nuovo pontefice vedrete quante altre ne verranno fatte.

Detto questo e’ pero’ interessante notare le connessioni tra le diverse profezie, anche citate nell’articolo da cui siamo partiti. Come visto, l’altra profezia particolarmente citata negli ultimi tempi e’ quella della Monaca di Dresda. Di queste ipotesi abbiamo parlato in questo post:

La Monaca di Dresda

Come visto, in questo caso siamo di fronte a delle profezie meno vaghe rispetto alle altre e che dunque lasciano meno spazio ad interpretazioni. Da un lato questo e’ sicuramente un bene, nel senso che l’avverarsi della profezia puo’ essere valutato senza tanti fraintendimenti.

Come visto, anche in questo caso siamo di fronte a delle frasi da attribuire ai diversi pontefici e proprio la presunta corrispondenza numerica tra questa profezia e quella di Malachia viene utilizzata come prova a sostegno della fine imminente della Chiesa.

Premesso che, al solito, si cerca forzatamente di creare delle connessioni dove queste non esistono, per quanto riguarda le profezie della Monaca di Dresda quello che lascia particolarmente interdetti sono le fonti da cui sarebbero state reperite le informazioni. A tal proposito, queste profezie sono direttamente legate a quelle, molto meno conosciute ma altrettanto interessanti, del “Ragno Nero”.

Andiamo con ordine.

Sia le profezie della Monaca di Dresda che quelle del Ragno Nero sarebbero state scoperte e divulgate dalla stessa persona, Renzo Baschera. Baschera, nato nel 1930 in Italia, era un professore ma lascio’ la sua professione per dedicarsi a tempo pieno alla ricerca di testi profetici e alla pubblicazione di libri contenenti le sue interpretazioni.

In tutto questo ci sono due problemi principali. Prima di tutto Baschera non era uno storico ma soprattutto, forse per gelosia delle sue scoperte, non divulgo’ mai il luogo dove i testi originali erano stati reperiti o consultati. Cosa significa questo? Nei libri pubblicati, Baschera riporta una sua interpretazione. Anche la bibliografia allegata include solo i testi storici utilizzati per verificare le interpretazioni date. Il fatto di non riportare le fonti originali, impedisce a qualsiasi storico di consultare i testi.

Perche’ questo e’ sbagliato?

E’ impossibile verificare l’attendibilita’ dei testi potendo solo giudicare l’interpretazione data da qualcuno. Normalmente, tutti dovrebbero poter accedere alle fonti originali e poi confrontare le diverse interpretazioni date. Ma in questo caso questo non e’ ovviamente possibile.

Vogliamo pensar male? Ma si, in fondo siamo qui per analizzare i fatti.

I libri di Baschera sulla Monaca di Dresda e sul Ragno Nero sono all’incirca degli anni ’70. Come nel caso di Malachia, le profezie contenute nei due libri sono estremamente calzanti ed esatte fino a questa data, successivamente diventa impossibile mettere in connessione le profezie con fatti reali.

Facciamo qualche esempio.

Partiamo dalla Monaca di Dresda. Come visto nei post precedenti, ci sono una serie di frasi che indicherebbero ciascun pontefice fino alla fine della Chiesa. Ecco gli esempi a cavallo degli anni ’70:

Cavallo Bianco, con segno di Leone [Leone XIII]
Cavallo Nero, con segno di Pietà [Pio X]
Cavallo Giallo, con segno di Benedizione [Benedetto XV]
Cavallo Rosso, con segno di Pietà [Pio XI]
Cavallo Giallo, con segno di Pietà [Pio XII]
Cavallo Rosso, con segno del Precursore [Giovanni XXIII]
Cavallo Nero, con segno del Beniamino [Paolo VI]
Cavallo Bianco, con segno di Pietà [Giovanni Paolo I]
Angelo Maestro di Giosafat, con il segno dei Dodici [Giovanni Paolo II]
Angelo Guida di Giosafat, con il segno della Gloria [Benedetto XVI]
Angelo della Pietà, con il segno del Martirio [?]

Vedete come nei primi esempi tutto sia calzante: Leone-Leone, Pieta’-Pio, poi, da un certo punto in poi, diviene impossibile mettere in relazione il nome del papa con la frase della profezia. La cosa che fa riflettere e’ che, anche in questo caso, “da un certo punto in poi” coincide piu’ o meno con l’anno di pubblicazione della profezia.

Sempre nello stesso libro di Baschera, si riporta un’altra frase interessante:

Tre sono gli anni della palude: 1914, 1942, 1981. Sono tre piaghe che insanguineranno la terra. E l’ultima insanguinerà le vesti del sommo Pontefice. Il primo angelo di Giosafat apparirà a Roma dopo un tremendo terremoto e sarà imprigionato. Il secondo angelo di Giosafat giungerà a Roma per essere trucidato. E gli orti, e i poteri e le vesti di Cesare saranno disperse.

Anche in questo caso, le prime due date della palude sono state centrate in pieno, infatti coincidono con l’inizio della prima e della seconda guerra mondiale. La terza invece, guarda caso dopo il 1976 anno di pubblicazione del libro, non ricorda nessun fatto in particolare oltre all’attentato di Giovanni Paolo II, di certo di carattere diverso rispetto alle prime due date. Normalmente, almeno per uniformita’ di pensiero, si dovrebbe pensare ad una terza guerra mondiale nel 1981, in realta’ mai avvenuta. Anche le frasi successive riguardanti i papi sono completamente sballate. Confrontando quanto riportato con l’elenco dei papi, Giovanni Paolo II sarebbe dovuto andare in prigione, Benedetto XVI sarebbe stato ucciso, cosi’ come il suo successore.

La stessa cosa vale ovviamente per le profezie del Ragno Nero. Per completezza, si tratterebbe di profezie formulate da un monaco bavarese del XVI secolo. Il nome deriva dal fatto che le sue carte, ritrovate a detta di Baschera nel 1700, erano chiuse da un sigillo a forma di ragno nero. Le profezie in questione consistono in una lunga elencazione di avvenimenti che terminano il 7 Giugno 3017 d.C.. Ora, cosi’ come nel caso della Monaca di Dresda, gli avvenimenti fino agli anni ’70 sono tutti esatti mentre per quelli successivi e’ praticamente impossibile trovare una relazione con fatti realmente accaduti.

Detto questo, sempre facendo riferimento all’articolo iniziale da cui siamo partiti, l’attuale fase storica innescata dalle dimissioni del papa viene messa in relazione anche con il Terzo segreto di Fatima.

Come tutti sapranno, il terzo segreto di Fatima, reso noto solo nel 20oo per volere di Giovanni Paolo II, riguarda l’uccisione del vescovo vestito di bianco. Questo e’ il testo reso noto dalla Chiesa:

Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.

Ora, anche su questo sono state date le piu’ diverse interpretazioni. Secondo alcuni, mancherebbe al testo divulgato una seconda parte molto specifica e contenente rivelazioni importanti riguardo alla Chiesa. Di questo ovviamente non si hanno prove, ne tantomeno fonti certe a cui appellarsi. Come sappiamo, questo terzo segreto e’ stato messo in relazione con l’attentato subito da Giovanni Paolo II nel ’81. Secondo il papa infatti, molto devoto alla Madonna di Fatima, proprio la Vergine avrebbe deviato il colpo causando solo il ferimento del pontefice.

Molte fonti contestano questa interpretazione proprio perche’ il papa non venne ucciso nell’attentato ma solo ferito. Secondo alcuni infatti, il terzo segreto non si sarebbe ancora avverato e qualcuno azzarda addirittura che Benedetto XVI si sia dimesso prima del compimento di questa profezia e dunque prima di essere assassinato. In questo caso dunque, la profezia si avverera’ per il prossimo papa.

Secondo altri invece, il terzo segreto riguarda ancora Benedetto XVI ed in particolare questa nuova fase storica in cui siamo entrati. Come anticipato, il papa emerito potra’ continuare ad indossare l’abito bianco. Poiche’ nel testo si parla di vescovo vestito di bianco, ed il fatto che sia il pontefice e’ un’ipotesi, il terzo segreto di Fatima sarebbe calzante con Benedetto XVI dopo le dimissioni.

Ovviamente, anche in questo caso, si tratta di ipotesi. Come visto, ogni volta sentiamo “potrebbe”, “sarebbe”, “secondo alcuni”. Tutte queste interpretazioni non sono mai corredate da niente di oggettivo ed insindacabile. Come visto, per ciascuna profezia, ci sono tantissime ipotesi, alcune completamente assurde, altre piu’ o meno calzanti, che possono essere lette e discusse.

Dunque? Siamo al solito nel campo delle ipotesi. Come visto, molto probabilmente la profezia di Malachia e’ un falso storico, cosi’ come quelle della Monaca di Dresda e del ragno nero. Ovviamente non possiamo affermare con certezza questo, ma abbiamo fatto un ragionamento logico analizzando i fatti in questione. A questo punto, ognuno e’ libero di avere la propria idea, dopo pero’ aver seguito i ragionamenti fatti.

Solo per concludere, nell’articolo viene anche citato il “Nuovo Ordine Mondiale” di cui abbiamo parlato in questi post:

Il complotto del complottista

Come si alimenta il sospetto

Il fenomeno Adam Kadmon

Come visto, in questo caso parliamo di un complotto completamente diverso che vorrebbe il mondo sottostare alle decisioni di una potente organizzazione massonica appunto nota come “Nuovo Ordine Mondiale”. In questo caso, si parla di ipotesi completamente diverse rispetto a quelle discusse fino a questo punto. Come detto inizialmente, nell’articolo da cui siamo partiti, molte informazioni e ipotesi diverse sono state mescolate tra loro creando veramente qualcosa di apparentemente incomprensibile ai piu’. Solo per completezza, vi dico che l’apparente connessione tra Benedetto XVI e il Nuovo Ordine Mondiale sarebbe in una frase pronunciata dal papa ed in cui dice esplicitamente questo nome. Quello che pero’ alcuni dimenticano di dirvi e’ che il papa stava facendo riferimento ad un nuovo mondo in cui le persone si sarebbe affidate nuovamente al Signore. Ecco la frase completa pronunciata, al solito ad ognuno di noi spetta la sua interpretazione:

Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale.

Per concludere, partendo dall’articolo che abbiamo visto, e’ stato possibile fare un ottimo riassunto delle tante profezie richiamate in questi giorni dopo le dimissioni di Benedetto XVI. In particolare, in questo articolo, cosi’ come in tante altre discussioni che vedete anche online, diverse teorie, profezie ed interpretazioni vengono mescolate tra loro al solo scopo di confondere le persone. Premesso che ognuno di noi puo’ avere la propria idea, stiamo parlando di interpretazioni per cui massima liberta’ di pensiero. Dall’analisi fatta e’ stato visto come con buona probabilita’ le profezie di Malachia, della Monaca di Dresda e del Ragno Nero siano soltanto dei falsi storici. Di questo ovviamente non ci sono prove inconfutabili, ma vi ricordo che stiamo comunque parlando di interpretazioni di alcune profezie che in base ad ogni singolo avvenimento vengono poi ricambiate per cercare di trovare una nuova connessione o prova a sostegno.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

 

Come difendersi dalle scie chimiche!

18 Gen

E’ proprio vero che non si finisce mai di imparare, ma soprattutto la fantasia della rete e’ qualcosa di straordinario.

In altri post, abbiamo parlato di scie chimiche:

Alcune considerazione sulle scie chimiche

mostrando come questa teoria sia del tutto flebile sia dal punto di vista scientifico che tecnico. Come visto, non esistono prove dell’esistenza delle scie chimiche. In rete trovate diverse foto e filmati che vi illustrano diverse tipologie di scie, cercando di convincere che ci sia una differenza sostanziale tra scie di condensa, cioe’ quelle prodotte dagli aerei, e le scie chimiche. In realta’, questi siti mostrano solo una grande ignoranza dei meccanismi alla base della condensa. Come visto, non esiste un solo modo di produzione della condensa, ma diversi meccanismi che possono portare alla formazione di vapore di forma e persistenza molto diversa.

Anche il presunto prelievo in quota, che molto viene pubblicizzato in rete:

Scie Chimiche: il prelievo in quota

non e’ assolutamente una prova inconfutabile, anzi mostra gravi errori nella sua realizzazione e non puo’ essere considerato attendibile.

Nonostante questo, su internet c’e’ gia’ chi, convinto dell’esistenza delle scie chimiche e della loro pericolosita’, propone metodi per contrastare l’effetto di questo avvelenamento dell’aria.

Prima di capire i mtodi attuabili, cerchiamo di capire da cosa dovremmo difenderci. Ovviamente, in tutti questi siti ho riscontrato sempre una frase iniziale che assicura l’ormai certezza dell’esistenza delle scie chimiche, senza pero’ dare spiegazioni, ma sorvoliamo su questo particolare.

Come sappiamo, una delle teorie principali vorrebbe le scie chimiche un’arma per modificare il clima secondo il volere di qualche oscuro governo. Come visto in questo articolo:

Scie chimiche e cloud seeding

esistono tecniche per il controllo climatico, ma e’ assolutamente sbagliato pensare che le scie possano indurre modifiche a piacere delle condizioni meteo, o anche creare tornado su richiesta. Molto interessante su questo punto e’ stata la discussione sulla tromba d’aria a Taranto del Novembre 2012:

Tromba d’aria a Taranto

Inoltre, per chi ancora avesse dubbi a riguardo, abbiamo discusso anche la presunta risonanza tra le scie chimiche e il sistema Haarp:

Haarp e terremoti indotti?

Haarp, la causa di tutti i mali

mostrando anche in questo caso, la scarsita’ di prove scientifiche portate a sostegno.

Secondo altre fonti invece, le scie chimiche, utilizzate per irrorare in atmosfera metalli pesanti, sarebbe un mezzo per indurre malattie mentali degenerative nella popolazione o anche, senza mezzi termini, per controllare le menti dei cittadini. Inutile dire come questa ipotesi sia ancora piu’ fantasiosa e priva di prove scientifiche del controllo del clima, ma proprio utilizzando queste motivazioni, su internet sono nate diverse scuole di pensiero per offrire metodi per contrastare questi effetti.

Veniamo al dunque. Le scie chimiche servono per disperdere metalli pesanti in atmosfera, come possiamo difenderci?

I metodi piu’ classici sono ovviamente scontati. Se siete all’esterno e vedete una scia, indossate mascherine per proteggere naso e bocca, in caso di pioggia utilizzate sempre l’ombrello, lavate con cura le scarpe prima di entrare in casa ed evitate il contatto delle mani, se non protette con guanti, con gli occhi e la pelle.

E qui siamo ancora nel classico, ma ora viene il bello, cioe’ i metodi alternativi.

Alcuni siti si improvvisano nutrizionisti del complotto. Consigliano l’assunzione di vitamine specifiche per rafforzare l’organismo e delle diete specifiche per mantenere attivo il nostro cervello e dunque contrastare l’effetto dell’avvelenamento.

Molto in voga e’ l’assunzione di glutatione. Questa sostanza, che altro non e’ che un antiossidante, consente di smaltire i metalli pesanti dal nostro organismo evitando quindi lo stoccaggio di molecole inalate a causa delle scie.

In linea di principio, premessa la non fondatezza delle ipotesi sulle scie, non ci sarebbe nulla di male nell’assumere vitamine e antiossidanti, se non fosse che le dosi proposte sono, in alcuni casi, folli e potenzialmente dannose per l’organismo.

Per l’interno della casa, il metodo piu’ semplice, ma anche piu’ costoso, proposto e’ quello di attrezzare filtri per il ricambio d’aria. Per chi invece volesse risparmiare, c’e’ sempre la possibilita’ di scegliere diversi tipi di piante da interni utili per la produzione di ossigeno fresco in diversi momenti della giornata. In base all’arredamento di casa vostra, potete scegliere tra l’Areca, la lingua di suocera o il Potos.

Uno dei metodi piu’ semplici, piu’ economici e piu’ naturali che trovate in rete e’ invece quello di utilizzare l’aceto. Avete capito bene, l’aceto sarebbe un toccasana contro gli effetti delle scie chimiche. Secondo i sostenitori del complotto, l’aceto sarebbe in grado di contrastare e neutralizzare il bario disperso dalle scie, scongiurando ogni pericolo. Come utilizzare l’aceto? Basta anche solo mettere una bottiglia di aceto fuori alla finestra per far dissolvere le scie chimiche in cielo. Come dire, voi mettete l’aceto come amuleto e la sola vista di questa sostanza farebbe disciogliere tonnellate di metalli pesanti sapientemente dispersi in aria da coraggiosi piloti di linea collusi con la scienza e con le agenzie federali di mezzo mondo. Capite bene l’assurdita di queste teorie.

Reich con il suo cannone ad Orgone

Reich con il suo cannone ad Orgone

Se ancora non siete contenti o ancora non avete trovato una soluzione compatibile con la vostra abitazione, allora vi rimane da provare un bel cannone ad Orgone da posizionare in giardino per dissolvere le scie chimiche. Di cosa si tratta? L’origine di questa teoria si deve a Wilhelm Reich, uno psichiatra austriaco, che fu allievo addirittura di Freud, prima di allontarsi dal grande maestro per incolmabili differenze di vedute.

Reich ipotizzo’ l’orgone come una forma particolare di energia che permea completamente l’universo e che sarebbe responsabile anche di diversi disturbi psichici. Proprio da questa ipotesi Reich si allontano’ dalla sua preparazione, spaziando su campi completamente diversi e cercando prove di collegamento tra l’orgone e la gravita’ o con le aurore boreali, il campo magnetico terrestre, fino a cercare una teoria dell’evoluzione dell’universo basata proprio su questa forma di energia. Ovviamente, queste teorie vennero ferocemente criticate dalla comunita’ scientifica e non presentano assolutamente nessuna validita’.

Nonostante questo, in rete c’e’ chi propone la costruzione di un cannone ad orgone per dissolvere le scie chimiche. Questa “arma” venne proposta proprio da Reich per cercare di dimostrare l’esistenza della sua nuova forma di energia. In pratica, si tratta di una serie di tubi di rame disposti su una base di quarzi da puntare verso il cielo. Se non sapete come costruire il cannone, molti siti propongono la vendita di cannoni gia’ fatti, non poteva che essere cosi’, ad un prezzo tutt’altro che abbordabile.

Come potete vedere, nonostante la completa infondatezza della teoria delle scie chimiche, c’e’ anche chi approfitta della situazione per proporre teorie, o molto spesso la vendita di qualcosa, in grado di contrastare questo pericolo che incombe sulle nostre teste.

Solo per completezza, su intenet si sta molto parlando in questi giorni di Pernilla Hagberg, un’esponente del partito ambientalista svedese, che sta rilasciando diverse interviste per convincere le persone dell’esistenza delle scie chimiche. In realta’, questo e’ quello che vi fanno credere in rete. La Hagberg sta conducendo una campagna elettorale che punta alla sua rielezione per un secondo mandato in parlamento. Lo slogan e’ “se mi votate un’altra volta, mi impegnero’ a combattere le scie chimiche”. Semplicemente, anche la politica si sta approfittando di quanti credono a questo complotto mondiale per ottenere qualche voto in piu’. E noi ci lamentiamo dei nostri politici!

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Storia astronomica di Nibiru

31 Ott

Come sappiamo, uno degli argomenti piu’ citati nelle profezie del 2012 e’ l’esistenza, e l’eventuale scontro con la Terra, di un decimo pianeta del Sistema Solare. Cercando in rete, trovate molte varianti possibili su questo corpo celeste. Oltre ad un pianeta, qualcuno ipotizza una nana bruna, una nana bianca, un buco nero, un sistema solare, e anche dal punto di vista del nome oltre a Nibiru trovate Tyche, Tiamat e Pianeta X. In particolare, questo ultimo nome ha la duplice funzione di indicare il decimo pianeta del Sistema Solare ma anche la natura misteriosa del corpo.

Del pianeta Nibiru, limitiamoci a considerarlo tale e chiamarlo in questo modo, abbiamo parlato in moltissimi post. Alcuni esempi sono:

Finalmente le foto di Nibiru

Nibiru e’ vicino, la prova delle orbite

La NASA torna a parlare di Nibiru

Evidenze di un decimo pianeta?

Nibiru e la deviazione delle Pioneer

Nibiru: la prova del trattore gravitazionale

Nibiru e’ monitorato dall’osservatorio di Arecibo?

Come abbiamo visto, ad oggi, non vi e’ assolutamente nessuna evidenza dell’esistenza di questo decimo pianeta. La rete abbonda di video, foto e presunte prove, ma, come detto, in molti casi si tratta o di materiale falso  o di materiale reale ma non riguardante Nibiru. Un chiaro esempio di quest’ultimo caso e’ dato dal post precedente sulle foto del pianeta.

Dell’origine storica di Nibiru, cosi’ come delle diverse ipotesi a riguardo e delle misura scientifiche “vere”, ne abbiamo parlato abbondantemente nel libro “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”. In quest post, invece, vogliamo raccontare l’origine e la ricerca “scientifica” del decimo pianeta.

Molti, anche tra i sostenitori della sua esistenza, ignorano il fatto che la scienza ha per diversi anni cercato un decimo pianeta e su questi argomenti c’e’ stato un dibattito, anche acceso, tra diversi astronomi. Prima di addentrarci in questa rivisitazione storica e’ pero’ necessario fare una piccola introduzione scientifica spiegando alcuni concetti importanti.

Come sapete, il nostro sistema solare e’ costituito da un Sole, di grande massa, e da una serie di pianeti che orbitano intorno a questa stella centrale su orbite ellittiche. La forza gravitazionale e’ la “colla” che tiene in equilibrio tutto il sistema. Questa interazione e’ di tipo attrattivo e dipende direttamente dalle masse dei pianeti considerati e inversamente dal quadrato della loro distanza. Ogni pianeta ruota dunque intorno al Sole grazie all’attrazione gravitazionale.

Anche se l’interazione principale e’ quella del Sole, dal momento che la forza gravitazionale si esercita tra ciascuna coppia di pianeti, ogni corpo risentira’ anche dell’attrazione degli altri pianeti ed in particolare di quelli ad esso piu’ vicini. Date le masse, questa interazione sara’ molto meno intensa di quella del Sole, e costituira’ una “correzione” rispetto a quella dominante della stella centrale.

Abbiamo fatto questa premessa solo per presentare un metodo indiretto di ricerca dei corpi celesti. Nell’astronomia, anche se non siete in grado di vedere direttamente un corpo, potreste riuscire ad individuarlo osservando i suoi effetti, cioe’ le perturbazioni gravitazionali apportate da questo sugli altri corpi nelle vicinanze.

Facciamo un esempio. Immaginate di vedere soltanto 3 pianeti che orbitano intorno al Sole. Mediante calcoli matematici siamo in grado di calcolare in modo preciso le orbite occupate da questi pianeti considerando l’interazione con il Sole, principale, e le interazioni tra ciascuna coppia di pianeti, correzioni. Ora avete il vostro modello matematico, ovviamente basato sulla fisica. Andiamo poi a confrontare questo risultato con quello che vedete realmente con i telescopi. Se la vostra simulazione coincide con quello che vedete significa che il vostro modello e’ reale. In caso contrario, dando ovviamente per scontato che i calcoli siano fatti bene, misurate delle discrepanze tra mondo reale e simulazione. A cosa sono dovute? Una delle ipotesi piu’ probabili e’ che ci sia un altro corpo, che non avete considerato nella simulazione, e che apporti delle modificazioni alla forza di gravita’.

Seguendo questo schema, e’ stato possibile, ad esempio, scoprire Nettuno nel 1846. Dalle incongruenze tra simulazione e realta’ nell’orbita di Urano, gli astronomi ipotizzarono la presenza di un altro pianeta piu’ esterno che perturbasse con la sua presenza l’orbita di Urano. Allo stesso modo, nel 1930 venne scoperto anche Plutone, poi declassato da pianeta a planetoide.

Ora, nonostante la scoperta di Nettuno e Plutone, l’orbita calcolata di Urano presentava ancora delle piccole perturbazioni rispetto a quella osservata dagli astronomi. Seguendo il ragionamento appena fatto, queste perturbazioni potevano essere dovute ad un altro pianeta, appunto il decimo del Sistema Solare, che perturbasse gravitazionalmente con la sua presenza il moto di Urano.

Siamo intorno agli anni ’70 e partendo da queste misurazioni ebbe inizio la ricerca del decimo pianeta del Sistema Solare.

Molti astronomi si dedicarono allo studio e alla ricerca del pianeta X, tra questi Harrington, Jackson, Killen e Maltese, solo per citarne alcuni. Stiamo parlando di astronomi di notevole esperienza e che attraverso la ricerca del decimo pianeta pubblicarono articoli pioneristici su diversi argomenti astronomici molto importanti come lo studio dei sistemi binari, le risonanze tra pianeti, l’interazione gravitazionale a molti corpi e cosi’ via.

Pianeti del Sistema Solare incluso Nibiru

Ora, ripensiamo a quanto detto sull’equilibrio gravitazionale del Sistema Solare. Mediante simulazioni e confrontando di volta in volta i risultati con quanto osservato nella realta’, e’ possibile, mediante calcoli matematici, ipotizzare la posizione, l’orbita e la massa che dovrebbe avere il decimo pianeta per spiegare le perturbazioni osservate. Detto in altri termini, e’ possibile “aggiustare” la simulazione ipotizzando un pianeta addizionale la cui presenza sia in grado di far coincidere la simulazione con la realta’. Proprio da questi calcoli vengono estratti i parametri che spesso trovate in rete su Nibiru riguardanti la sua grandezza, la sua orbita, la distanza dal Sole e la posizione attuale nel sistema solare.

Fin qui dunque e’ tutto chiaro. Procedendo come per le scoperte di Nettuno e Plutone, si ipotizza la presenza di un ulteriore pianeta in grado di spiegare le perturbazioni ancora ossservate nell’orbita di Urano.

A differenza pero’ di Nettuno e Plutone, il decimo pianeta ipotizzato non e’ mai stato osservato, tantomeno nella posizione indicata dalle simulazioni fatte dai vari astronomi.

Questo risolve solo una parte del problema. Anche se non abbiamo osservato il decimo pianeta, sappiamo che Urano presenta delle perturbazioni nella sua orbita. Come detto in precedenza, in astronomia anche se non osserviamo direttamente un corpo possiamo intuire la sua presenza dagli effetti gravitazionali apportati ai pianeti vicini. Le perturbazioni dell’orbita di Urano possono essere una prova dell’esistenza del decimo pianeta. Forse non lo osserviamo perche’ noi non siamo in grado di farlo.  Questo ragionamento e’ quello portato avanti in moltissimi siti a favore di Nibiru e astronomicamente, in base a quanto detto fino a questo punto, e’ un discorso assolutamente lecito.

Dunque? Cosa non abbiamo considerato?

Torniamo a ragionare su quanto detto riguardo all’attrazione gravitazionale. Due corpi qualsiasi si attraggono mediante la forza di gravita’. Questa interazione dipende direttamente dalle masse dei pianeti ed e’ inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Teniamo questo a mente.

L’orbita di Urano dipende principalmente dall’interazione con il Sole, ma anche dalle correzioni apportate dagli altri pianeti intorno ad esso. Essendo Nettuno subito dopo Urano, questo avra’ un’attrazione importante sulla sua orbita.

Proprio queste considerazioni sono alla base dell’inesistenza del decimo pianeta. Nelle simulazioni erano presenti delle discrepanze nell’orbita di Urano proprio perche’ era considerata una massa leggermente sbagliata di Nettuno. Ragioniamo insieme. La forza gravitazionale con cui Nettuno disturba Urano, dipende, come detto, dalla massa di entrambi i pianeti. Se utilizziamo una massa di Nettuno leggermente diversa da quella reale, nella simulazione avremo una perturbazione diversa rispetto a quella reale e dunque un orbita simulata leggermente diversa da quella osservata. Proprio questa differenza ci porta a cercare un ulteriore pianeta che giustifichi la perturbazione osservata.

Questo e’ esattamente quello che e’ successo storicamente. La massa di Nettuno conosciuta fino agli inizi degli anni ’90 differiva da quella reale di un -0.5%. Questa apparentemente piccola differenza e’ responsabile delle discrepanze osservata tra teoria e simulazione. Il valore preciso della massa di Nettuno venne calcolato solo nel 1990 a seguito del passaggio sopra il pianeta della sonda Voyager 2. Proprio in questa occasione si pote’ misurare con precisione la massa ed accorgersi della differenza rispetto al valore fino a quel punto conosciuto in astronomia, e dunque utilizzato nelle simulazioni.

Nel 1993 venne infatti pubblicato un articolo di Standish dal titolo: “Pianeta X: Nessuna evidenza dinamica nelle osservazioni ottiche”. Potete leggere l’articolo da questo link:

Articolo Standish 1993

Come si legge nell’introduzione: “Viene mostrato come le anomalie nell’orbita di Urano scompaiono prendendo in esame il valore corretto della massa di Nettuno“. E ancora: “Non c’e’ nessuna evidenza che richieda o indichi l’esistenza di un oggetto delle dimensioni di un pianeta (oltre Plutone). A questo punto non vi e’ piu’ nessuna necessita’ di ipotizzare l’esistenza di un decimo pianeta nel Sistema Solare“.

Questo articolo, datato 1993, e’ la conclusione della ricerca astronomica del decimo pianeta. Da quanto detto, non erano sbagliate le simulazioni fatte o i parametri calcolati del decimo pianeta, quello che era sbagliato era il punto di partenza della discussione. Le anomalie nell’orbita di Urano, cioe’ le differenze tra l’orbita osservata e quella calcolata, e da cui si ipotizzo’ l’esistenza di Nibiru, non erano reali, ma dovute all’errore sulla massa di Nettuno. Misurando meglio la massa del pianeta, le anomalie scompaiono e non c’e’ nessuna necessita’ di ipotizzare un decimo pianeta.

Come vedete, nel corso degli anni gli astronomi hanno cercato un decimo pianeta nel sistema solare. Oltre all’introduzione sumera, molti sostenitori di Nibiru si rifanno a questa parte storica per sostenere le loro ipotesi. Quella che pero’ viene spesso ignorata, e’ proprio la conclusione scientifica a cui si e’ giunti nel 1993. Il decimo pianeta viene ipotizzato per spiegare qualcosa. Se questo qualcosa in realta’ non esiste, perche’ c’era un errore a monte, non serve parlare del decimo pianeta.

Non lasciatevi convincere da ipotesi senza fondamento o non supportate da prove. Seguendo un approccio scientifico, possiamo motivare i nostri ragionamenti e le nostre conclusioni mostrando dati, leggi fisiche e, come in questo caso, articoli di astronomia consultabili a tutti. Per affrontare scientificamente, ma senza nessun preconcetto, tutte le profezie del 2012, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.