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Arrivata la spiegazione per il geyser di Fiumicino

23 Giu

Qualche tempo fa ci siamo occupati di uno strano fenomeno apparso a Fiumicino:

– Geyser di 5 metri a Fiumicino

Nuovo geyser a Fiumicino

Come ricorderete, dapprima in una strada confinante con l’aeroporto e poi in mare, erano apparsi due geyser che per diverso tempo hanno fatto fuoriuscire tonnellate di gas, principalmente anidride carbonica.

Come al solito, e come già detto, anche su questo fenomeno non erano mancate sviolinate catastrofiche legate all’inquinamento della zona o, peggio ancora, a particolari fenomeni improvvisi legati a malesseri del nostro pianeta e della zona in particolare.

Solo pochi giorni fa, un gruppo di ricercatori italiani del CNR, dell’università Roma Tre e dell’INGV sono riusciti a vederci chiaro e ad identificare l’origine di questi gas. In un articolo pubblicato sulla rivista “Journal of Volcanology and Geothermal Research”, il gruppo di ricerca ha pubblicato i suoi risultati basati su mesi di studi intensivi e analisi del terreno fino ad elevate profondità.

Per chi volesse, l’abstract dell’articolo in questione è disponibile sul sito stesso della rivista:

Abstract articolo spiegazione geyser Fiumicino

Come potete leggere, la spiegazione del fenomeno, per quanto possa apparire “strana” agli occhi dei non esperti, è del tutto naturale. Per prima cosa, studiando gli archivi storici, come accennato anche negli articoli precedenti, è emerso come fenomeni di questo tipo non sono affatto nuovi nella zona di Fiumicino e nei terreni limitrofi. Diverse volte infatti, sempre in occasione di operazioni di scavo per costruzioni edili o marine, in prossimità dei lavori erano emersi geyser e vulcanetti con fuoriuscita di gas e fango dal sottosuolo.

Come è ovvio pensare, la spiegazione del fenomeno è da ricercare nei depositi di gas contenuti ad alta pressione nel terreno. A seguito di analisi specifiche e tomografie del terreno, gli studi hanno evidenziato, nel caso del primo fenomeno osservato, che depositi di anidride carbonica sono presenti a circa 40-50 metri di profondità all’interno di uno strato di ghiaia spesso tra 5 e 10 m. La ghiaia comprende una falda acquifera compresa tra due strati di argilla, uno superiore ed uno inferiore, geologicamente molto diversi tra loro. Lo strato inferiore è molto permeabile e lascia filtrare i gas provenienti da profondità maggiori e generati dall’attività vulcanica propria dei Castelli Romani, e ancora oggi attiva. Lo strato superiore invece appare molto meno permeabile e funge da tappo per intrappolare i gas impedendo così la loro risalita in superficie.

A questo punto cosa succede?

Semplice, il gas è intrappolato dallo strato superiore fino a che una perturbazione esterna, come una trivella o uno scavo per costruzioni edili, non “smuove” il terreno e libera il gas. L’anidride carbonica in pressione a questo punto è libera di salite in superficie portando con se anche il fango che incontra durante il suo percorso. Ecco spiegato il meccanismo di formazione dei geyser della zona.

Cosa c’è di anomalo in tutto questo? Assolutamente nulla. Questa spiegazione, supportata da dati e analisi scientifiche, mostra anche il perché di eventi simili in passato e non esclude ovviamente nuovi fenomeni per il futuro. Ovviamente, vista la quantità di gas contenuto nel sottosuolo sarà sempre necessario valutare a priori lo scavo da realizzare e porre rimedio qualora si liberassero grossi volumi in superficie. Pericolo ovviamente amplificato qualora le emissioni avvenissero in prossimità della zona abitata, vista anche la tossicità dei gas in questione.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Nel Lazio le spiagge sono blu!

4 Mag

Senza tanti giri di parole e senza premettere nulla, vi voglio mostrare una foto davvero molto particolare:

Meduse blu spiaggiate a Sabaudia nel Lazio

Meduse blu spiaggiate a Sabaudia nel Lazio

Per chi non e’ della zona, si tratta di un tratto di spiaggia nel comune di Sabaudia, perfettamente riconoscibile per la montagna in fondo e per la sua particolare forma. A parte questi dettagli di localizzazione geografica, quello che salta subito agli occhi e’ la presenza di questo strato bluastro che ricopre praticamente tutto l’arenile.

Di cosa si tratta?

Come forse potete immaginare, la strana colorazione blu presente sulla spiaggia e’ dovuta a migliaia di piccole meduse che sono arrivate a riva spinte dalla corrente.

La notizia e’ apparsa su molto giornali locali solo pochi giorni fa e, dopo l’evento di Sabaudia, provincia di Latina, lo stesso fenomeno e’ avvenuto anche ad Ostia, in provincia di Roma.

Come potete facilmente immaginare, questo evento ha attirato la curiosita’ di moltissime persone che sono arrivate sulla spiaggia per vedere l’insolito spettacolo ma, come sbagliarsi, ha creato anche molte voci catastrofiste subito pronte a sfruttare fenomeni non usuali o apparentemente tali.

Prima di analizzare il fenomeno di per se e valutare le possibili spiegazioni che si sono susseguite in questi giorni, credo sia il caso di spendere due parole sulla particolare tipologia di medusa di cui stiamo parlando di sicuro interesse se non altro per la sua colorazione blu.

Come forse avrete letto sui giornali, la medusa in questione e’ nota con il nome di “Velella velella” o anche con il nome comune di “barchetta di San Pietro”. Osservando uan foto dell’animale:

Velella Velella

Velella Velella

si vede molto bene la sua colorazione ma, soprattutto, si capisce il perche’ del suo nome dovuto alla forma che richiama quella di un piccolo scafo con una vela nel centro. La Velella ha un diametro compreso tra 4 e 7 cm e vive nelle acque calde temperate ad una profondita’ non superiore a qualche centimetro dalla superficie.

Di meduse avevamo gia’ parlato in altri articoli:

Classificazione delle specie piu’ longeve

Meduse: belle e pericolose

Troppe meduse? Sfruttiamole!

Se proprio vogliamo essere precisi, la Velella non e’ una vera e propria medusa , ma piu’ che altro un idrozoo coloniale della specie dei cnidari. A differenze di altri esempi visti negli articoli precedenti, la Velella non e’ assolutamente pericolosa per l’uomo. Le tossine contenute nei suoi tentacoli servono ovviamente per catturare il plancton ma non riescono a penetrare la pelle dell’uomo rendendo l’animale assolutamente non pericoloso. Unica accortezza da seguire, evitare di toccarsi gli occhi dopo aver toccato uno di questi animali.

Bene, detto questo, cosa dire sul fatto che miliardi di questi animali sono arrivati sulle nostre spiagge? Vi diro’ anche di piu’, proprio in questi giorni, si sono colorate di blu anche le coste di alcune zone della Sicilia e dell’isola di Malta. Cosa significa tutto questo? Le spiegazioni che trovate in giro per la rete sono davvero fantasiose, si passa dal solito inquinamento radioattivo dei mari che nessuno ci vuole raccontare, ad un fenomeno naturale che indica che qualcosa di ben piu’ grave sta per accadere. Alcuni siti si lanciano anche in farneticazioni riguardanti la presunta correlazione tra la Velella e altre specie acquatiche per indicare che qualcosa di misterioso e molto pericoloso potrebbe essere in corso sotto il mar Mediterraneo.

A parte queste spiegazioni che, come al solito, lasciano il tempo che trovano, molti siti riportano interviste a presunti esperti che giurano che questo fneomeno e’ del tutto non spiegabile e mai, dico mai, si e’ verificato qualcosa di simile in tutta Italia.

Bene, partiamo proprio da questo punto. Senza aggiungere altro, vi riporto un link ad un articolo di focus dell’aprile 2012, cioe’ 2 anni fa:

Articolo focus Velella

Cosa si dice? Che nel 2012 c’e’ stata un’invasione di Velella Velella in Liguria e Toscana. Si, avete proprio capito bene. Se avete letto tutto l’articolo in questione, si parla anche delle invasioni, in misura minore ma comunque non trascurabili, di questi animali anche nel 2009 e nel 2010. Nel 2011 invece, non si e’ registrata assolutamente la presenza di Velella sui nostri litorali. Inoltre, come sottolineato poche righe fa, questi eventi si verificano sempre intorno alla primavera inoltrata, aprile nell’articolo del 2012, fine aprile-inizio maggio quest’anno.

Forse, ma dico forse, tutte queste somiglianze non sono assolutamente trascurabili.

Dunque, ad oggi, il reale ciclo vitale di questi animali non e’ ancora del tutto noto ma sembra assolutamente probabile che questa specie possa passare per periodi piu’ o meno lunghi di quiescenza che spiegherebbero l’assenza per alcune annate di questi spiaggiamenti. La tarda primavera e’ il periodo migliore per avere colonie di questi animali nei nostri mari. Come detto all’inizio, navigando a pochi centimetri di profondita’ trasportate dal vento, le Velella possono molto facilmente essere spinte a riva anche in assenza di apparenti forti mareggiate.

Secondo alcune fonti, trattandosi di animali di superificie, la loro presenza potrebbe essere fortemente influenzata dalla presenza di petrolio in mare. Spiaggiamenti cospicui di questi animali potrebbero dunque indicare che in quel momento le nostre acque sono pulite.

Detto questo, non c’e’ assolutamnete nulla di strano nel ritrovamento di questi giorni di Velella Velella sui nostri litorali. Ovviamente, trattandosi di fenomeni dovuti alla direzione del vento, non e’ assolutamnete detto che questi ritrovamenti avvengano sempre nello stesso punto. Se siete da queste parti, vi consiglio di fare un salto per vedere questo straordinario spettacolo. Fate attenzione al trascorrere dei giorni pero’, trattandosi comunque di materia organica, dopo qualche giorno l’odore potrebbe non essere dei migliori.

 

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La maledizione dei templari

10 Mar

Nella sezione:

Hai domande o dubbi?

un nostro caro lettore ci ha posto una domanda, tra l’altro gia’ fatta anche sul nostro forum:

Psicosi 2012, forum

davvero molto interessante. Il quesito, molto attuale, riguarda la cosiddetta profezia, o maledizione che dir si voglia, pronunciata da Jacques de Molay, ultimo gran maestro dei Templari, prima di essere bruciato vivo sul rogo.

Di cosa si tratta e perche’ e’ cosi attuale?

La storia dei Cavalieri del Tempio e’ nota a tutti. Come sapete, l’atto che porto’ al conclusivo scioglimento dell’ordine fu la messa al rogo appunto dell’ultimo Gran Maestro con l’accusa di stregoneria e blasfemia per quello stesso ordine che per diversi anni combatte’ per il papato. Il motivo storico che porto’ a questa conclusione e’ facilmente riconducibile all’antipatia, leggasi interessi, di Filippo il Bello nei confronti dei Templari e alla mancanza di polso da parte del papa Clemente V, pontefice in un periodo difficile soprattutto per i rapporti tra la corte di Francia e il Vaticano.

Andiamo con ordine. Il processo all’ordine duro’ ben 7 anni fino a quando, dopo altrettanti anni di prigionia e di torture, il Gran Maestro Jacques de Molay confesso’ tutte le colpe attribuite a lui ed ai suoi cavalieri. Anche se in seguito la confessione venne ritrattata, questo non servi’ ad evitare il rogo per molti cavalieri e per il Gran Maestro in persona.

La condanna venne eseguita il 19 Marzo 1314 a pochi passi dalla cattedrale di Notre Dame. Cosa successe in questo storico giorno? Secondo molte voci, poco prima che la pira venne accesa, Jacques de Molay si rivolse a quelli che considerava i suoi inguisti carnefici pronunciando alcune frasi molto importanti.

Prima di tutto, de Molay disse “Vi prego di lasciarmi unire le mani per un’ultima preghiera. Morirò presto e Dio sa che e’ ingiusto. Ma io vi dico che la disgrazia cadrà su coloro che ci condannano ingiustamente.” Rivolgendosi poi a Filippo il Bello e al Papa disse: “Vi affido entrambi al tribunale di Dio, tu Clemente nei prossimi 40 giorni e tu Filippo prima della fine dell’anno”.

Cosa significano queste frasi? Come potete immaginare, piu’ che una minaccia, questa potrebbe essere vista come una vera e propria maledizione lanciata dall’ultimo Gran Maestro nei confronti di coloro i quali avevano ingiustamente denigrato e portato allo scioglimento un nobile ordine come quello dei Tamplari.

Si avvero’ questa maledizione?

Leggendo la storia, potremmo dire proprio di si. Clemente V si ammalo’ e mori’ nel giro di un mese mentre Filippo il Bello, in seguito ad una caduta da cavallo, mori’ prima della fine dell’anno.

Ora pero’, secondo alcuni, queste non furono le uniche maledizioni lanciate dal Gran Maestro prima di morire. Stando alle diverse fonti che trovate in rete, a queste prime due frasi se ne devono aggiungere altrettante pronunciate con lo stesso tono di vendetta.

Sempre prima di morire, Jacques de Molay si rivolse alla monarchia francese dicendo: La casa reale Francese cadrà definitivamente entro la tredicesima generazione da Filippo IV e, ancora, rivolgendo lo sguardo verso la cattedrale di Notre Dame: Il Papato terminerà entro 700 anni dalla mia morte.

Analizziamo queste altre due frasi. Come noto, la monarchia francese termino’ definitivamente, ed in malo modo, con Luigi XVI. Facendo due rapidi calcoli, si trova che Luigi XVI fu effettivamente il tredicesimo discendente di Filippo il Bello.

A questo punto, siamo a 3 maledizioni avverate su quattro. cosa dire della quarta? Si e’ avverata? Direi proprio di no dal momento che il Papato e’ ancora in piedi. Quando scadranno i termini per questa profezia? Semplice, Jacques de Molay venne arso vivo il 19 Marzo 1314, dal momento che is parla di 700 anni tondi tondi, la scadenza della maledizione e’ il 18 Marzo 2014.

18 Marzo 2014? Proprio cosi’, esattamente tra pochi giorni scadranno i termini della quarta parte della profezia dell’ultimo Gran Maestro dei Templari. Dal momento che ben 3 profezie su 4 si sono avverate, non vedo perche’ dovremmo pensare che anche la quarta non si possa avverare. Se cosi’ fosse, tra poco meno di una settimana, dovrebbe terminare il papato.

Quali sono le conclusioni a tutto questo? Semplice, se leggete in rete, i furbacchioni non aggiungono altro ma si limitano a dire “non resta che attendere”. In fondo, se 3 su 4 si sono avverate, pensate quello che volete.

Aspettate un attimo pero’. Ma siamo davvero sicuri che tutta questa storia sia reale? Forse, prima di giungere a conclusioni affrettate, e’ il caso di ragionare un po’ meglio su tutta questa storia.

Prima di tutto, quali sono i documenti storici a supporto di questa storia? Purtroppo, o per fortuna, nessun documento originale del tempo. Se ci concentriamo sulle prime due maledizioni, quelle di Clemente e Filippo, le prime documentazioni che riportano di questa profezia pronunciata da Jacques de Molay sono in realta’ della fine del 1300, cioe’ circa 80 anni dopo i fatti. Cosa significa questo? E’ vero che quelli non erano propriamente anni in cui la liberta’ di stampa e di pensiero era in voga, ma, anche in questo caso, siamo di fronte a maledizioni e profezie che spuntano dopo che i fatti sono avvenuti. Detto in altre parole, le due famose frasi di cui stiamo discutendo vengono riportate solo diversi anni dopo che i fatti stessi sono avvenuti. Ormai, di profezie in questo modo ne abbiamo viste fin troppe.

Se invece passiamo alla terza profezia, quella sulla monarchia di Francia, anche in questo caso, non troviamo documentazione se non diversi anni dopo la famosa ultima ghigliottina. Nel corso dei secoli poi, si e’ anche sparsa la diceria secondo la quale il boia incaricato, tale Charles-Henri Sasson, poco prima di far cadere la ghigliottina avrebbe pronunciato nell’orecchio dell’ultimo re di Francia la frase “sono un Templare e sono qui per portare a compimento la maledizione di Jacques de Molay”. Ovviamente, anche questa diceria e’ stata tirata fuori diversi anni dopo la fine della monarchia francese.

A questo punto, cosa dire della quarta e ultima maledizione? A voi la conclusione. Visto quanto detto, non credo sia il caso di tenere in considerazione questa profezia. Anche dal nostro punto di vista, se vogliamo, potremmo dire “non resta che attendere qualche giorno e vedere cosa succede”. Sicuramente, il periodo storico che stiamo vivendo, lascia molto spazio a profezie di questo tipo. Come potete facilmente immaginare, non manca chi cerca di cavalcare questa profezia, parlando di evidente fine gia’ in corso, e testimoniata dalla presenza simultanea di due Papi. Ci sono poi anche altre voci interessanti propro su questo punto e che meritano di essere citate. Secondo queste fonti, la presenza di due Pontefici sarebbe invece necessaria per far fronte all’imminente pericolo e sarebbe dunque un segnale divino per mostrarci la vicinanza di Dio per il momento difficile che stiamo per affrontare.

Come ormai siamo abituati, a profezie di questo tipo, che non hanno nulla di reale, non mancano mai tutte quelle voci e dicerie pronte solo ad amplificare l’eventuale paura di chi le legge.

Prima di concludere, vorrei condividere con voi un pensiero. In questo caso, come in questi altri articoli:

La monaca di Dresda

Le profezie di Benjamin Solari Parravicini

2012 e la profezia di Malachia

Si avvera la profezia di Malachia

La mano di Dio sulle dimissioni del Papa

Ultime notizie (o profezie rispolverate) dal Vaticano

Pietro II: il primo papa di colore

Malachia-Francesco: cosi’ e’ troppo facile!

Abbiamo parlato di profezie riguardanti la fine del Papato. Ripeto: la fine del Papato, non la “fine del mondo”. Tutte le volte, pero’, queste profezie vengono interpretate come qualcosa pronto a mettere in discussione la continuazione del mondo stesso, della nostra civilta’ o della razza umana. Perche’ avviene questo?

La domanda che mi sono posto e’: se veramente il Papato finisse, cosa dovrebbe accadere?

La risposta a questa domanda non e’ assolutamente semplice ne tantomeno scontata. Il primo errore che si potrebbe fare e’ quello di pensare alla fine della religione Cristiana Cattolica o del concetto di Dio. Questo e’ ovviamente sbagliato. Il mio pensiero, indipendentemente dall’essere credenti, non credenti, Cristiani o altro, riguarda solo ed esclusivamente la fine del Papato. Oggi, da un momento all’altro, non esiste piu’ un Papa o lo stesso Vaticano. Cosa cambierebbe? Sicuramente, ma su questo qualcuno potrebbe avere idee diverse, cambierebbero molti equilibri a livello mondiale e, forse, anche molte opere caritatevoli fatte da e per conto del Papa o del Vaticano. Secondo alcuni, la fine del Papato sarebbe un sollievo per via degli scandali e del potere economico e politico accumulato negli anni. Indipendentemente da quello che possiate pensare, la fine del Papato, almeno a mio avviso, non riguarderebbe certo la fine del mondo. Sicuramente, molti aspetti della societa’, cosi’ come la conosciamo, ne uscirebbero fortemente modificati ma il mondo continuerebbe ad andare avanti. Qualcuno potrebbe paragonare il Papato alla piu’ longeva monarchia di tutti i tempi ma, nel corso dei secoli, abbiamo visto Regni e Imperi che sembravano intramontabili terminare da un momento all’altro e tutto questo senza che il mondo sia finito.

Ora, ognuno di noi potrebbe riflettere su questo punto e farsi la propria idea analizzando aspetti sociali, politici, religiosi, economici e via dicendo. Non credo pero’ che qualcuno arrivi al termine del raginamento prevedendo la fine del mondo a causa della fine del Papato. Tutto questo fermo restando che nessuna profezia sta veramente mettendo a rischio il Papato stesso.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Il Manoscritto Voynich

26 Feb

Questa volta vorrei parlare di un argomento abbastanza sconosciuto anche se, personalmente, lo trovo estremamente interessante. Come sapete, la storia ci regala dei veri e propri capolavori dell’antichita’ in grado di lasciarci a bocca aperta e che magari richiedono anni di studio prima di essere compresi a pieno. Molto spesso poi, quello che arriva ai giorni nostri, apre una finestra su civilta’ di cui oggi si e’ persa traccia sia dal punto di vista degli usi che del linguaggio. Prendete come esempio quello dell’Antico Egitto. Provate a pensare quanta fatica e quanto lavoro sia stato necessario per arrivare a comprendere una scrittura basata su simbolismi grafici come quella dei geroglifici. Solo quando questo tipo di scrittura e’ stato compreso a pieno, abbiamo potuto capire le numerose iscrizioni lasciate e comprendere la concezione che questo popolo aveva per gli Dei, la morte, le persone e, perche’ no, la vita di tutti i giorni.

Perche’ faccio questa premessa?

Semplice, oggi vorrei parlarvi del Manoscritto Voynich. Si tratta di un antico testo, riscoperto solo nei primi anni del XX secolo e su cui si sta ancora dibattendo sotto molti punti di vista. Cosa ha di interessante questo reperto? Semplice, si tratta di un intero libro di cui ignoriamo completamente il contenuto perche’ non siamo ancora stati in grado di tradurlo. La lingua infatti in cui sarebbe scritto appartiene solo a questo libro e per moltissimi anni gli studiosi si sono cimentati in azzardate traduzioni senza mai tirare fuori qualcosa che avese un senso. Proprio in questi giorni pero’, e’ stato pubblicato un nuovo articolo in cui un gruppo di linguisti sostiene di essere riuscito almeno a capire quale strada seguire per tradurre il Voynich.

Cerchiamo, come nostra abitudine, di andare con ordine e provare a raccontare anche questa interessante storia.

Come anticipato, questo manoscritto e’ stato riscoperto solo nel 1912. In quest’anno infatti, proprio nel comune di Frascati vicino Roma, dove sono nato, il collegio gesuita che aveva sede nella Villa Mondragone decise di mettere in vendita alcuni libri della sua collezione per pagare la ristrutturazione del collegio stesso. Alcuni di questi antichi testi vennero comprati da tale Wilfrid Voynich, un mercante di origini polacche, che acquisto’ una trentina di libri tra cui questo manoscritto che lo aveva incuriosito da subito. Come potete immaginare, questo manoscritto e’ quello oggi noto come “Manoscritto Voynich”.

All’interno del libro, il mercante trovo’ una lettera dei primi del 1600 scritta da Johannes Marcus Marci, rettore dell’Universita’ di Praga e medico di corte di Rodolfo II di Boemia, indirizzata a Athanasius Kircher, un poligrafo che viveva a Roma, affinche’ questi decifrasse il testo del manoscritto.

Come visibile gia’ ad una prima occhiata, il manoscritto acquistato da Voynich era scritto in una lingua e con un alfabeto sconosciuti e corredato anche da disegni, molti dei quali non comprensibili.

Come e’ fatto il Voynich?

Si tratta di un libro composto da circa 200 pagine realizzate con pergamena di capretto. Per convenzione, si assume il libro diviso in quattro sezioni identificabili in base alle illustrazioni presenti. Proprio grazie ai disegni, e’ stato infatti possibile dividere il testo in parti diverse, ciascuna riguardante, almeno a naso dalle figure riportate, uno specifico tema:

  • Sezione I (fogli 1-66): chiamata botanica, contiene 113 disegni di piante sconosciute.
  • Sezione II (fogli 67-73): chiamata astronomica o astrologica, presenta 25 diagrammi che sembrano richiamare delle stelle.
  • Sezione III (fogli 75-86): chiamata biologica, nomenclatura dovuta esclusivamente alla presenza di numerose figure femminili nude, sovente immerse fino al ginocchio in strane vasche intercomunicanti contenenti un liquido scuro.

Subito dopo questa sezione vi è un foglio ripiegato sei volte, raffigurante nove medaglioni con immagini di stelle o figure vagamente simili a cellule, raggiere di petali e fasci di tubi.

  • Sezione IV (fogli 87-102): detta farmacologica, per via delle immagini di ampolle e fiale dalla forma analoga a quella dei contenitori presenti nelle antiche farmacie.

Come vedete pero’, anche se i disegni ci consentono a grandi linee di poter immaginare quale sia l’argomento di ciascuna sezione, molti di questi riguardano, come nell’esempio delle piante, qualcosa a noi sconosciuto.

Di cosa parlerebbe il manoscritto?

Qui il discorso si complica non poco perche’, come anticipato, il testo e’ scritto con un simbolismo mai ritrovato prima. Per farvi capire, ecco alcune delle pagine del libro:

Pagine del manoscritto Voynich

Pagine del manoscritto Voynich

Dunque, a questo punto appare evidente come non solo non sappiamo di cosa parla il libro ma anche, vista la scrittura utilizzata, chi abbia scritto questa opera. E’ possibile che sia un reperto realizzato da un qualche popolo successivamente scomparso e di cui, a parte il Voynich, non conserviamo ne’ reperti ne’ memoria?

La prima cosa da capire e’ senza dubbio a quale periodo storico far risalire il manoscritto.

Su questo punto, si e’ dibattutto per anni tra gli studiosi. Fino a pochi anni fa, si pensava che questa opera fosse un falso realizzato appositamente per perpetrare una truffa ai danni di Rodolfo II. Secondo questa ipotesi, il falso sarebbe stato creato nel XVI secolo da un noto falsario inglese proprio allo scopo di vendere il libro a caro prezzo a Rodolfo II come pezzo unico da collezione. A sostegno di questa prova, nella gia’ citata lettera ritrovata da Voynich nel libro, si parlerebbe di un reperto ereditato da Johannes Marcus Marci direttamente da Rodolfo che lo avrebbe comprato per 600 ducati, una cifra elevatissima per l’epoca dei fatti.

Questa versione e’ stata pero’ smentita a seguito della datazione con il Carbonio-14 che ha mostrato che l’opera e’ stata realizzata tra il 1404 e il 1438. Anche su questa datazone ci sono pero’ forti parare contrari. Come e’ possibile contestare una datazione al carbonio? Semplice, per eseguire le analisi, e’ stato autorizzato il prelievo di alcune sottili striscioline di pagina in punti diversi del libro. Ovviamente, non e’ stato autorizzato il prelievo di parti scritte con inchiostro ma solo striscie bianche di foglio. In questo caso, i fogli potrebbero essere piu’ antichi del testo e dunque del libro stesso.

Secondo un altro punto di vista, il manoscritto non potrebbe essere precedente al 1492, anno in cui venne scoperta ufficialmente l’America. Nella sezione botanica e’ infatti presente un’illustrazione che ricorda molto la pianta di girasole portata in Europa dai conquistatori del nuovo mondo.

Come potete capire, anche per la datazione dell’opera, non esiste una singola opinione condivisa tra gli studiosi.

Detto questo, cosa ci sarebbe scritto nel Voynich?

Se per la datazione eravamo nel campo delle ipotesi, per quanto riguarda il contenuto siamo proprio nel campo della fantasia, ognuno puo’ dire quello che vuole e sostenerlo senza la possibilita’ di essere smentito. A partire dalla sua riscoperta, moltissimi studiosi, matematici, crittografi, scienziati, ecc si sono cimentati nel tentativo di traduzione del Voynich, purtroppo, senza successo.

Come ricorderete, in un precedente articolo abbiamo parlato di crittografia, ricordando in particolare la macchina Enigma utilizzata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale per inviare comunicazioni cifrate tra i vari reparti:

Un perdono atteso 70 anni

Molti studiosi hanno infatti proposto che il manoscritto Voynich non sia scritto con un idioma sconosciuto, ma si tratti di un codice cifrato in cui diversi simboli corrispondono a lettere o gruppi di sillabe. Con la comparsa dei primi sistemi automatici di calcolo, un gruppo di studiosi americani ha ripreso tutti i vecchi codici cifrati verificando i tempi necessari per decifrare codici che magari anni prima avevano richiesto anni. Di tutte le tecniche di cifratura provate, quella del Voynich, sempre che lo sia, e’ l’unica rimasta inviolata.

Secondo alcuni, questo sarebbe possibile perche’ il vero messaggio contenuto nel testo sarebbe nascosto da una serie di simboli non necessari e messi solo per confondere un lettore non autorizzato a leggere. In questo caso, per comprendere il reale messaggio, sarebbe necessaria una chiave intesa come una griglia in grado di rendere visibili solo le lettere o i simboli utili. Questa e’ una tecnica di cifratura molto semplice ma che, in alcuni casi, puo’ rivelarsi molto robusta se non altro per l’elevato numero di combinazioni da tentare prima di trovare la griglia giusta.

Per farvi capire meglio questa tecnica, vi riporto un esempio pratico. Immaginate di avere un messaggio cifrato di questo tipo:

cripto

Se pero’ il messaggio e’ indirizzato a voi e dunque sapete quali lettere selezionare, allora il messaggio che era completamemte senza senso, mostra la sua reale faccia:

decripto

A sostegno di questa ipotesi, all’interno del manoscritto sarebbero presenti gruppi di simboli troppo ripetuti rispetto ad un normale linguaggio. Queste ripetizioni sarebbero poi diverse nelle differenti sezioni che compongono il testo.

Questo e’ il risultato a cui sarebbero arrivati anche alcuni studiosi negli articoli presentati in questi ultimi mesi. Come potete facilmente capire, e diversamente da quanto affermato sui soliti giornali, questo non significa aver tradotto il Voynich, ma solo aver ipotizzato una possibile via per decifrare il codice. Tra l’altro, anche in questo caso, si e’ riusciti ad individuare solo un ristretto numero di parole che, pero’, in alcuni casi danno vita a frasi senza senso compiuto.

L’ultima ipotesi da non dimenticare sul Voynich, e che comunque annovera sempre un nutrito gruppo di sostenitori, e’ che il Voynich, magari creato come falso per truffare Rodolfo II, sia anche un falso dal punto di vista dei contenuti. In questo caso, e a sostegno ci sarebbero i disegni di piante sconosciute, si tratterebbe di una grossa montatura priva in realta’ di qualsiasi significato. Perche’ questo? Semplice, solo per aumentare il mistero sul volume e far crescere il prezzo di vendita in questa cervellotica truffa.

Concludendo, la storia del manoscritto Voynich e’ senza dobbio interessante. Oggi, a distanza di un secolo dal suo ritrovamento, ci sono solo ipotesi anche molto diverse tra loro, ma niente di tangibile e in grado di farci dire di aver compreso, anche solo in minima parte, la reale storia del volume o del suo contenuto. Come qualcuno lo ha definito, ed e’ ancora vero ai giorni nostri, il Voynich potrebbe essere il manoscritto piu’ misterioso al mondo.

 

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Nuovo geyser a Fiumicino

30 Set

Qualche settimana fa, avevamo parlato di un geyser apparso a Fiumicino, vicino Roma:

Geyser di 5 metri a Fiumicino

Come visto nell’articolo, in questo caso la speculazione e l’esagerazione giornalistica avevano parlato di un emissione di gas addirittura di 5 metri. Come visto nelle immagini riportate al tempo, si trattava in realta’ di un fenomeno ben piu’ limitato e, tra l’altro, assolutamente normale nella zona. Come visto, l’intera area e’ considerata sensibile per le emissioni di gas a causa dell’origine vulcanica. Questo rende il terreno ricco di gas, soprattutto CO2, pronta ad arrivare in superficie a causa di fenomeni, naturali o indotti dall’uomo, capaci di aprire una strada fino alla superficie. Nel caso specifico del geyser della rotanda, l’innesco sarebbe stato dato da alcuni lavori fatti da una compagnia del gas, che stava eseguendo degli scavi per la riparazione di alcune condotte. Come descritto sempre nell’articolo precedente, gia’ in passato si erano avuti fenomeni del genere e il comune aveva gia’ provveduto ad emanare direttive restrittive per locali semiinterrati o piscine svuotate.

Perche’ torniamo sull’accaduto?

Proprio in questi giorni, e’ stata data la notizia di un nuovo fenomeno di questo tipo, sempre nel comune di Fiumicino, ma questa volta in mare. Per essere precisi, nei giorni precedenti, anche un altro lieve fenomeno di fuoriuscita di gas si era registrato nello stesso comune, in prossimita’ della famosa rotanda. In questo caso pero’, l’emissione era talmente ridotta da non innescare particolare curiosita’.

Nel caso dell’emissione in mare di questi giorni invece, l’attenzione della rete si e’ di nuovo rivolta verso il comune in provincia di Roma. Prima di inizare a discutere del fenomeno, vi riporto un video della zona in questione:

L’emissione e’ avvenuta a circa 100 metri dalla costa, ad una profondita’ di 8 metri dalla superficie. Come vedete, l’area in questione non e’ troppo estesa e, in seguito all’avvenimento, e’ stata subito messa sotto controllo dall’ingv e dalla capitaneria di porto di Fiumicino.

Come potete facilmente immaginare, questo genere di fenomeni, cosi’ ravvicinati nel tempo e nel luogo, hanno creato una serie di voci che si rincorrono sulla rete. Senza giri di parole, c’e’ chi parla di prossimo devastante terremoto nel Lazio, chi parla di una nuova caldera sotto l’area romana pronta ad esplodere in tempi brevi. Insomma, come ormai siamo abituati, tante voci, ma niente di scientifico o di oggettivo per supportarle.

Veniamo invece al nostro ragionamento. Da cosa puo’ dipendere questa nuova emissione?

Analogamente a quanto avvenuto nella rotonda di Coccia di Morto, l’emissione del gas proviene dal terreno, ricco di depositi di gas. Anche se ad oggi e’ stato impossibile analizzare un campione del gas emesso in mare, con buona probabilita’ si dovrebbe trattare in maggioranza di CO2, cosi’ come nel primo caso riportato. Come mostrato dagli esperti, la conformazione e l’origine del terreno della zona, creano ampi depositi sotterranei che non appena trovano una via di fuga raggiungono la superficie.

Appunto, quale sarebbe la causa della fuoriuscita in mare?

Come riportato da tantissime fonti locali, proprio nei giorni scorsi erano in corso carotaggi sottomarini per l’analisi del terreno. Questi studi sono propedeutici per la realizzazione del nuovo porto commerciale per la citta’. Come potete facilmente immaginare, si tratta di carotaggi per monitorare la struttura del terreno, e per valutare la sua resistenza.

Come dovrebbe essere evidente, anche se la conferma ancora manca, i carotaggi avrebbero creato instabilita’ nel terreno causando l’amissione di gas, ripeto, gia’ contenuta nel sottosuolo.

Come potete facilmente capire, si tratta di un fenomeno del tutto comprensibile soprattutto pensando alla struttura del terreno e agli avvenimenti gia’ accaduti in passato. Detto questo, non c’e’ assolutamente nulla da temere nelle emissioni nell’area di Fiumicino dal momento che si tratta solo di fughe di gas gia’ contenute nel terreno, assolutamente niente che provenga da strati profondi. Questa spiegazione, razionale e supportata ai fatti, esclude dunque tutte le voci pronte a scommettere su un qualcosa di pericoloso in atto nella zona.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Geyser di 5 metri a Fiumicino

29 Ago

Sicuramente tutti avrete letto la notizia del geyser che e’ comparso a Fiumicino vicino Roma. Vi confesso che avevo lasciato passare la notizia perche’ considerata non troppo di rilievo. In questi ultimi giorni pero’, si sta assistendo ad una speculazione mediatica, anche ad opera di alcuni giornali, che tende a creare un caso dove questo non esiste.

Mi spiego meglio, facendo un sunto delle notizie, da molte fonti trovate che si tratta di un geyser alto ben 5 metri che e’ comparso da un momento all’altro. La zona e’ conosciutissima e mai si erano verificati fenomeni di questo tipo. Qualcuno, vista l’enorme altezza del rilascio di gas, parla di pericolo per la circolazione aerea. Secondo alcuni fonti, il soffione si troverebbe addirittura dentro all’aereoporto. Vi tralascio tutte le notizie piu’ barzelletta che parlano di fuga di gas da depositi sotterranei di stoccaggio per scie chimiche. Fortunatamente notizie di questo tipo non sono diffuse.

Detto questo, forse e’ il caso di capire un po’ meglio quello che sta accadendo.

Prima cosa, il geyser e’ comparso negli ultimi giorni, vero. E’ assolutamente falso che il soffione si troverebbe all’interno dell’aeroporto Leonardo da Vinci. Il luogo preciso del rilascio di gas e’ in Via Coccia di Morto, strada che costeggia l’aeroporto ma che non e’ all’interno dello stesso.

Seconda precisazione, questa necessaria per rispondere a tantissimi giornali, il geyser e’ alto ben 5 metri. Senza dire nulla, vi mostro un video girato sul posto che mostra la situazione reale:

5 metri? Forse, e dico forse, si sta un po’ esagerando giornalisticamente parlando.

Detto questo, e come da buona tradizione italiana, l’uscita di gas dal terreno ha innescato immediatamente una polemica politica all’interno del comune di Fiumicino. Come avrete letto, maggioranza e opposizione hanno creato un botta e risposta sui giornali senza fine. Qualcuno parla di carotaggi per valutare la possibilita’ di un sottopassaggio, i diretti interessati smentiscono, poi pero’ si parla di ruspe intente a sondare il terreno, ma la cosa viene smentita perche’ erano lavori del gas. Qualcuno parla anche di voler deviare il corso del Tevere e dunque aver innescato la fuoriuscita del gas, anche questa smentita. Insomma, come siamo abituati da troppo tempo, un continuo rincorrersi di dichiarazioni e smentite basate sul nulla se non sulla chiacchiera di paese.

Lasciamo stare lo scontro politico all’interno del comune per parlare invece del geyser. Le analisi fatte sul gas, hanno dimostrato che la fuoriuscita e’ composta al 90% da anidride carbonica con l’aggiunta di metano e idrogeno solforato. Come e’ noto, l’anidride carbonica e’ dannosa per l’uomo, per cui la zona e’ attualmente recintata e presidiata da una pattuglia dei vigili urbani. Questa misura e’ stata necessaria per impedire ai molti curiosi di avvicinarsi troppo alla bocca del geyser. Solo per farvi un esempio, testimoni locali raccontano di un pullman di turisti giapponesi accorsi a fotografare il gas prima di diregersi all’aeroporto.

Da dove proviene questo gas?

Vi dico subito che si tratta di un fenomeno assolutamente naturale. In molti comuni della zona, di origine chiaramente vulcanica come noto per i cosiddetti castelli romani, da tempo e’ stata segnalata la presenza di gas nel terreno a concentrazione maggiore rispetto ad altre parti d’Italia e dovuta proprio all’origine vulcanica. A volte, questi gas possono risalire fino in superficie lungo faglie e fratture, incontrando anche, come e’ ovvio, falde acquifere.

Fenomeni di questo tipo si sono gia’ verificati numerose volte anche nella stessa zona. Nel 2005, ad esempio, si verifico’ una fuoriuscita analoga durante dei lavori di costruzione. Proprio per questo motivo, per qualsiasi lavoro di edilizia all’interno del comune, viene richiesta l’analisi della concentrazione di gas nel terreno. Questo proprio per evitare che possano verificarsi fughe di gas pericolose per la popolazione e per gli operai al lavoro.

Oltre a queste direttive edilizie, i sindaci dei comuni interessati, di concerto con la regione Lazio, hanno predisposto norme di sicurezza atte a prevenire incidenti dovuti anche a minime fuoriuscite di gas. Per farvi qualche esempio, bisogna areare i locali interrati o semiinterrati prima di accedervi, e’ necessaria la presenza di un’altra persona prima di accedere in piscine svuotate, questo per evitare che ci siano strati bassi di gas pericoloso, e’ vietato creare luoghi di svago o camere da letto a livelli semiinterrati, ecc. Capite bene che queste norme servono proprio per evitare che gas uscito, anche in minima parte dal terreno, possa depositarsi all’interno di zone in cui poi si dovra’ accedere.

Concludendo, e’ assolutamente falso parlare di geyser di 5 metri e tantomeno pensare che questo fenomeno sia all’interno dello scalo aeroportuale o che rappresenti una minaccia per la circolazione aerea. Come abbiamo visto, si tratta di un fenomeno gia’ accaduto in passato e comprensibile alla luce della conoscenza geologica che abbiamo sulla zona in questione. Detto questo, il geyser e’ del tutto naturale, non presenta un pericolo per la popolazione e, come riportato anche da alune fonti aggiornate, sembrerebbe che in queste ore il fenomeno si stia riducendo notevolmente.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Il metro’ del futuro

19 Giu

In questo blog, diverse volte ci siamo occupati di soluzioni alternative per il risparmio energetico, valutando sia lo stato attuale delle tecnologie verdi, come ad esempio i pannelli solari:

Energia solare nel deserto

Pannelli, pannelli e pannelli

ma soprattutto, cercando di analizzare al meglio quali e quanti sono gli sprechi che ogni giorno facciamo in casa della nostra energia:

Il led rosso dello stadby …

Elettrodomestici e bolletta

Come abbiamo visto, la filosofia di base del ricorrere alle soluzioni a basso impatto e’ certamente valida, ma, prima di tutto, le attuali soluzioni non possono certo essere viste come un punto di arrivo. Senza ombra di dubbio, uno dei migliori modi di risparmiare energia e’ quello di utilizzare al meglio le risolrse attualmente disponibili.

In questo filone, sta richiamando molta attenzione il progetto Seem4US, sviluppato per migliorare l’efficienza energetica delle stazioni della metropolitana. Come forse molti sapranno, le stazioni sotterranee, tolto il discorso ovvio della movimentazione dei treni, necessitano di moltissima energia per poter funzionare. Immaginate anche solo i sistemi di aereazione e illuminazione che consentono di trasformare quelle che altro non sono che caverne in un ambiente adatto al traffico e allo stazionamento di moltissimi utenti.

Il programma Seem4US e’ stato inizialmente proposto da un gruppo di diversi soggetti, alcuni dei quali italiani, nell’ambito del settimo programma quadro dell’Unione Europea. Con questo si intende tutta una serie di progetti, analizzati e valutati da speciali commissioni europee, che, qualora selezionate, vengono finanziate in larga parte con soldi della comunita’ per poter essere portate a termine.

metro_ridimensionato

Seem4US e’ proprio stato sviluppato e realizzato in forma prototipale grazie ai contributi europei.

In cosa consiste?

Prima di tutto, le stazioni, intese come parametri abitativi, cioe’ qualita’ dell’aria, illuminazione, riscaldamento, servizi di mobilita’, ecc., non sono piu’ costanti nel tempo, ma l’accensione o lo spegnimento di questi sistemi e’ gestita in base ad un algoritmo di calcolo.

Immaginate la seguente situazione. E’ inverno, e entrate all’interno di una stazione sotterranea. Quante volte vi sara’ capitato di entrare, trovare un flusso intenso di persone e trovarvi a sentire caldo. Questo e’ del tutto normale se consideriamo che ciascuno di noi puo’ essere paragonato ad una piccola stufetta che emana calore. Ora, anche se fuori fa freddo, in condizioni del genere e’ inutile avere il riscaldamento al massimo. Un sistema intelligente dovrebbe capire la temperatura istantanea in stazione, o meglio valutare il flusso di persone, e poi adattare i servizi.

Questo esempio, estremamente riduttivo, ci fa capire a grandi linee il funzionamento di Seem4US. Gia’ il nome stesso del progetto ci fornisce importanti informazioni. Si tratta infatti di un acronimo che sta per Sustainable Energy Management for Underground Stations.

Ovviamente, i parametri misurati dal sistema sono molteplici, si va dalla temperatura alla velocita’ del vento, fino a indicatori funzionali come: flusso di persone, ore di punta, frequenza dei treni, numero di persone in banchina, ecc. In base poi a questi parametri, il sistema decidera’, seguendo algoritmi preimpostati, come meglio ottimizzare le risorse.

Funziona il sistema?

La risposta e’ ovviamente si. Da stime fatte, si e’ calcolato che il risparmio potrebbe aggirarsi intorno al 10-15% dell’attuale consumo energetico. Per darvi un’idea, il consumo di energia per una stazione media e’ dell’ordine dei 63 milioni di Kwh/anno. Anche ottenere un risparmio solo del 5% darebbe un ottimo contributo al risparmio.

Perche’ non applicarlo in tutte le stazioni?

Per come e’ strutturato, il sistema deve essere calibrato in modo personalizzato per ciascna stazione. Questo e’ reso necessario dal fatto che diverse stazioni hanno diverse strutture, ma soprattutto parametri costruttivi che possono essere completamente differenti. In tal senso, per poter definire al meglio il programma e’ necessario acquisisre dati per un periodo di qualche mese e solo successivamente elaborare il software personalizzato.

Al momento, il primo prototipo di Seem4US sta per essere installato all’interno della stazione Paseo de Gracia della metropolitana di Barcellona. I risultati preliminari di questa applicazione sembrano essere molto promettenti, con risparmi intorno al 10%, e assolutamente migliorabili.

Nella terza fase del progetto, prima fase raccolta dati, seconda fase ottimizzazione, si passera’ anche ad un sistema piu’ evoluto in grado di comunicare direttamente con l’utente. In questo caso, mediante una serie di applicazioni, si potra’ ricaricare il telefono percorrendo le scale a piedi o semplicemnete passeggiando all’interno della stazione. Come e’ noto infatti, il nostro stesso movimento puo’ essere, utilizzando speciali sensori del pavimento, essere trasformato in energia elettrica. Ovviamente, in questo caso, il protocollo di connessione e comunque la potenza del segnale da gestire prevede un ulteriore sviluppo tecnologico attualmente in fase di definizione.

Concludendo, come detto all’inizio, utilizzare al meglio le nostre risorse e’ un importante passo in avanti nella riduzione dell’inquinamento e per cercare di diminuire gli sprechi energetici. Il progetto Seem4US prevede dunque un sistema personalizzato in grado di ridurre notevolmente il consumo energetico di una stazione sotterranea della metro, semplicemente sfruttando le informazioni in real time sul numero di passeggeri e sulle condizioni al contorno ambientali.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Oggi, appuntamento su Ecoradio!

7 Giu

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Oggi, 7 Giugno, torna l’appuntamento in diretta con Psicosi 2012 su Ecoradio.

La rubrica e’ inserita all’interno del programma mattutino condotto da Luciana Biondi. Ogni settimana, vengono discusse, commentate e approfondite tutte le tematiche che trovate anche qui sul blog, insieme anche ad argomenti inediti riguardanti la scienza, il complottismo, il mistero, la fantascienza e l’ambiente.

Mi raccomando, non perdete l’appuntamento settimanale con la rubrica Psicosi 2012, tutti i venerdi alle 8.45, Matteo Martini e Luciana Biondi in diretta su Ecoradio!

Potete ascoltare Ecoradio sugli 88.3FM da Roma o 92.1FM da Napoli. In alternativa, potete ascoltare la trasmissione direttamente dal sito internet di Ecoradio:

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o anche in PodCast per iOS e Android.

Psicosi 2012 su Ecoradio

17 Mag

Copertina

Domani, 17 Maggio, torna l’appuntamento in diretta con Psicosi 2012 su Ecoradio.

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Superstizioni e scaramanzie

7 Mag

In un commento lasciato nell’apposita sezione:

Hai domande o dubbi?

una nostra cara lettrice, mi ha chiesto di scrivere un articolo riguardante le superstizioni. Come tutti sapete, in questo caso parliamo di usanze e modi di fare che, in modo o nell’altro, porterebbero sfortuna a chi non li compie. Credo che questo discorso sia estremamente interessante anche nell’ambito delle profezie che siamo soliti trattare su questo blog. Vi faccio un esempio, formulare o credere a delle profezie, corrisponde quasi sempre ad attendere un evento nefasto scatenato da qualcosa di poco controllabile. Allo stesso modo, i gesti scaramantici servono per allontanare le disgrazie che potrebbero accadere qualora un particolare gesto non venisse compiuto. Ognuno di noi ha i suoi gesti scaramantici che compie, magari inconsciamente, ripetutamente prima di qualcosa. Fate attenzione, nel momento in cui un gesto viene compiuto sistematicamente prima di qualcosa e, qualora non venisse fatto questo potesse portare uno stato di ansia eccessiva, non parliamo piu’ di scaramanzia ma di manie ossesivo compulsive. Al solito, c’e’ sempre un limite che deve essere rispettato per non cadere in vere e proprie fobie.

Diverso e’ invece il discorso delle superstizioni. Qui parliamo proprio di particolari eventi che potrebbero portare fortuna o sfortuna qualora venissero fatti, ma sono gesti comuni, molto spesso tramandati dalla storia o dalle usanze popolari. Come sappiamo bene, molto spesso cio’ che viene dall’antichita’ e’ visto con una sorta di rispetto che tende a mitizzare queste leggende e a renderle necessariamente vere.

Ora, ovviamente sarebbe impossibile parlare di tutte le superstizioni esistenti, dal momento che il loro numero diverge molto facilmente e soprattutto quando ci si appella alla cultura popolare di alcune zone, si rischia veramente di scrivere una enciclopedia sull’argomento. Documentandomi su queste tematiche, ho potuto constatare come molto spesso diverse superstizioni siano in contrapposizione tra loro. Magari, secondo la cultura di una regione, un gesto puo’ portare fortuna, secondo altre invece e’ portatore di gravi sventure.

Prima di tutto, cerchiamo di fare una considerazione oggettiva. Come anticipato, molte superstizioni vengono tramandate dalla storia. Tolto il rispetto per le culture antiche, molto spesso si tratta di credenze legate all’ignoranza delle persone su argomenti specifici. Oggi, la nostra aumentata consapevolezza, ci dovrebbe far ragionare e farci capire come tanti gesti che nel passato assumevano un’aura quasi magica, sono facilmente spiegabili attraverso la conoscenza.

Da sempre sono stato incuriosito da queste tematiche. Molto spesso, mi sono trovato a chiedere a delle persone come mai credessero in certe superstizioni e moltissime volte, mi sono sentito rispondere: “non ci credo, ma, nel dubbio, rispettarle non mi costa nulla”. Bene, credo che una risposta di questo tipo ci faccia capire come il dubbio sia sempre presente nell’animo umano ma soprattutto come la fiducia nella nostra conoscenza possa essere definita “quanto basta”, cioe’, lasciamo sempre un velo di mistero che non fa mai male.

Alal luce di queste considerazioni, vorrei passare in esame le superstizioni piu’ popolari appunto per mostrare la loro origine storica ma soprattutto il contesto storico da cui ci sono state tramandate.

Sicuramente tutti conoscono la fama negativa del numero 17. Come sapete, in Italia ed in altri paesi, questo numero e’ sinonimo di malaugurio mentre in tantissimi altri paesi e’ considerato un portafortuna mentre il 13 e’ visto di cattivo occhio. Perche’ questa differenza? Come anticipato, questo avviene per molte superstizioni. Quello che puo’ essere vero per una cultura, puo’ avere un significato oppposto per un ‘altra.

Riguardo al 17, la sua fama e’ talmente nota che si parla di “Eptacaidecafobia” per indicare la paura in questo numero. Il primo ad indicare il 17 come numero negativo fu addirittura Pitagora. Il 17 si trova infatti tra il 16 ed il 18, considerati numeri molto positivi in quanto rappresentanti le aree dei quadrilateri 4×4 e 6×3. Al contrario, il 17, essendo un numero primo, non puo’ essere visto in nessun caso come l’area di un poligono dai lati interi. Diversa spiegazione viene invece dalla cultura romana, sicuramente a noi piu’ vicina. Nell’antica Roma, si usava scrivere sulle lapidi dei defunti la parola “VIXI” per indicare “ho vissuto”. Bene, l’anagramma di VIXI e’ XVII, che in numerazione romana indica il 17. Proprio da questo fatto nasce la cultura italica del vedere il 17 come numero sfortunato.

Discorso diverso avviene invece per il 13, considerato sfortunato in molte culture anglosassoni. In questo caso, l’origine e’ da ricercarsi nella storia dell’ultima cena. Come e’ noto, il tredicesimo “ospite” tra i 12 apostoli era proprio Gesu’ Cristo, che poco dopo venne ucciso in croce.

Sempre di origine biblica e’ la concezione che il venerdi sia un numero sfortunato. Come e’ noto, di venerdi mori’ Gesu’ Cristo (venerdi santo) e dunque, in base alla cultura, si indica come giorno sfortunato il venerdi 13 o il venerdi 17.

Cambiando argomento, ma sempre restando in tema di superstizioni, una delle piu’ note e’ quella che riguarda la caduta di sale o di olio in terra. In questo caso, l’origine e’ molto semplice e, al solito, viene tramandata dal passato quando il sale e l’olio rappresentavano dei beni molto costosi. Proprio per questo motivo, la perdita di questi beni era vista come un cattivo auspicio, economico in questo caso, per gli abitanti della casa. Sempre legato al costo elevato nel passato di alcuni beni, e’ la superstizione di 7 anni di sventura facendo cadere uno specchio. In  questo caso pero’, oltre al danno economico, che nel passato era determinante, e’ interessante capire l’origine proprio dei 7 anni di sventura. Anche in questo caso, dobbiamo appellarci all’antica Roma. Secondo la tradizione dell’impero, la vita era solita rinnovarsi ogni 7 anni mentre lo specchio era, grazie alle sue proprieta’ riflettenti, in grado di imprigionare una parte dell’anima di chi ci si specchiava. In questo senso, rompere lo specchio significava intrappolare l’anima dello sfortunato fino a che la vita non si sarebbe rinnovata dopo 7 anni.

Visto che nel commento mi e’ stato anche chiesto esplicitamente, parlero’ anche della superstizione del non passare sotto una scala aperta. In questo caso, troviamo una duplice origine per questa credenza. In primis, come in molti altri casi, abbiamo un’origine biblica della cosa. La scala appoggiata al muro, sarebbe un simbolo della trinita’ divina espressa attraverso il triangolo. Passare sotto la scala sarebbe equivalente ad interrompere il triangolo e quindi a mettere in discussione la trinita’. Storicamente invece, questa superstizione nasce da ovvi motivi di sicurezza. In passato, le scale utilizzate per riparare i tetti, non erano provviste di gommini antiscivolo, per cui era molto frequente che la scala scivolasse lungo il muro con il rischio di cadere sulla testa dello sfortunato passante. Da qui, l’origine della profezia che vedrebbe come segno nefasto quello di passare sotto la scala aperta.

Sempre legata alla cultura popolare e’, ad esempio, la superstizione del non aprire un ombrello dentro casa. In questo caso infatti, aprire un ombrello all’interno della propria abitazione sarebbe equivalente a dire che il tetto non ci protegge abbastanza o che , purtroppo, non abbiamo un tetto sotto cui stare.

Come capite bene, soprattutto per le profezie che vengono dalla cultura popolare, l’origine delle superstizioni e’ da ricercarsi nei gesti fatti in passato e che potevano indicare uno stato di indigenza delle persone. Ripetere quei gesti era dunque visto come simbolo di malaugurio per chi li compiva.

Superstizioni invece legate alla salute sono quelle che riguardano il non poggiare il cappello sul letto e non rifare mai un letto in tre persone. Nel primo caso, sempre nel passato, quando un dottore faceva visita domestica ad un malato grave, era solito sedersi vicino al letto del paziente e poggiare il proprio cappello sul materasso. Compiere questo gesto significherebbe dunque attirare un medico per persone malate nell’abitazione. La stessa cosa vale per il detto di non rifare il letto in tre. Per rifare un letto bastano due persone. In pasato, quando ne servivano tre? Sempre quando c’era un malato grave che non poteva alzarsi. In questo caso, mentre due rifacevano il letto, una terza persona era incaricata di sollevare il malato.

Solo per concludere, vi parlo di un’ultima superstizione invece piu’ recente: quella secondo cui se si accendono piu’ sigarette con lo stesso fiammifero, il piu’ giovane del gruppo morira’ presto. In questo caso, l’origine viene dalla prima guerra mondiale, quando, per risparmiare beni preziosi, si era soliti accendere con un fiammifero le sigarette di piu’ soldati. In questo caso, un cecchino appostato, vedendo la fiamma, aveva tutto il tempo di prendere la mira e fare fuoco. Per motivi gerarchici, chi era l’ultimo ad accendere la propria sigaretta? Ovviamente il piu’ giovane del gruppo, che dunque rappresentava un facile bersaglio per il cecchino.

Ovviamente ci sarebbero tantissime altre superstizioni da trattare, ma, almeno secondo me, queste sono quelle piu’ popolari e la cui origine e’ piu o meno nota. Come detto all’inizio, molte di queste storie provengono dal passato e dalla cultura popolare. Capire l’origine di questi gesti, ci fa ricordare lo stato di indigenza in cui magari vivevano i nostri antenati. Oggi, ripetere questi gesti e’ solo una tradizione tramandata da generazioni, ma che non offre nessun vantaggio. Come anticipato pero’, per molti, fare questi gesti non costa nulla per cui continueranno a farli senza problemi e anche a tramandarli alle generazioni future.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.