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Egitto: gioielli dallo spazio!

21 Ago

Un nostro sempre attento utente del forum:

Psicosi 2012 forum

mi ha segnalato una notizia davvero molto interessante e che credo sia il caso di riportare.

Di cosa si tratta?

Invece di partire dalla notizia, che se vogliamo e’ la conclusione, partiamo dall’inizio della storia. Nel 1911 venne trovato un antico cimitero egizio nella localita’ di Gerzeh, circa 70 Km a sud del Cairo. In questo luogo vennero individuate 67 tombe in totale, molte delle quali, per fortuna, non toccate dai tombaroli che gia’ nell’antico Egitto erano un problema. All’interno di queste tombe, vennero rinvenuti diversi oggetti e ornamenti, molti dei quali caratteristici delle sepolture all’epoca dei faraoni.

Tra gli ornamenti trovati, c’era anche una collanina. Una semplice collanina realizzata mettendo insieme una sorta di perline tubolari in ferro, come mostrato nella foto:

I tubicini in ferro e una delle collanine che li conteneva

I tubicini in ferro e una delle collanine che li conteneva

Cosa aveva di tanto speciale questa collanina? Dalla datazione, si vide come quell’antico ornamento era stata realizzato ben 5000 anni fa. Questo rendeva le perline il piu’ antico manufatto in ferro mai rinvenuto.

E allora? Tutto qui?

Assolutamente no. La peculiarita’ di questo oggetto e’ che gli egiziani iniziarono a lavorare il ferro soltanto nel VI secolo a.C.. Per dirla tutta, erano gia’ stati rinvenuti oggetti ferrosi precedenti alla cosiddetta epoca del ferro, ma mai cosi’ antichi.

Capite dunque come si cominci a delineare un mistero.

Da una prima analisi del ritrovamento, si vide come la percentuale di Nichel contenuta nel tubicino era estremamente alta, non compatibile con i materiali realizzati in seguito da queste popolazioni. Gia’ intorno al 1930, si era avanzata l’ipotesi che il ferro utilizzato per la collana, non fosse di origine terrestre, bensi’ proveniente dallo spazio.

Immaginate nel 1930 la reazione della comunita’ archeologica ad un’idea del genere.

Intorno al 1980 infatti, nuove analisi vennero condotte sul reperto e si avanzo’ l’ipotesi che il materiale fosse in realta’ di origine terrestre, ma ottenuto, casualmente e ben prima dello sviluppo di questa tecnica, da una fusione con elementi sbagliati.

Solo in questi giorni, e’ arrivata la soluzione di questo mistero durato quasi un secolo. Su una rivista specializzata, e’ infatti comparso l’articolo realizzato da vari ricercatori inglesi, in cui si dimostra l’origine cosmica del ferro della collana.

Come e’ stato possibile arrivare a questa conclusione?

Ovviamnete, sono state condotte nuove analisi. Su un reperto del genere, non si puo’ certo pensare di tagliarlo per visionare l’interno. Su questo problema sono pero’ giunte in aiuto le nuove tecniche sviluppata dalla scienza. Il tubicino di ferro e’ infatti stato ispezionato utilizzando la tomografia computerizzata e il microscopio elettronico. Tecniche ovviamente non disponibili al tempo delle prime analisi.

Struttura interna di un tubicino. Le aree blu indicano la presenza di Nichel

Struttura interna di un tubicino. Le aree blu indicano la presenza di Nichel

Gli studi condotti hanno mostrato come la percentuale di Nichel contenuta nel ferro sia molto alta, anche fino al 30%, ma soprattutto nella parte interna. Mentre e’ molto minore la percentuale sulla superficie esterna. Oltre al Nichel, piu’ abbondante, sono state trovate tracce di cobalto, germanio e fosforo. Tutti questi elementi sono compatibili con la composizone delle meteoriti di natura ferrosa.

Cosa significa questo?

Semplicemente che la materia prima utilizzata per ottenere l’ornamento e’ stata ricavata da un meteorite caduto in Egitto. Gli antichi egiziani hanno dunque raccolto il sasso cosmico e hanno lavorato il ferro contenuto martellando fino ad ottenre sottili lamine. Vista la durezza del materiale, aumentata dalla composizione chimica, il lavoro deve aver richiesto un tempo molto lungo. Una volta ottenute le lamine, si sono arrotolate per ottenre il tubicino che faceva da ornamento alla collana.

Le analisi condotte hanno inoltre consentito di ricostruire una struttura molto particolare nota come figure di Widmanstätten. Si tratta semplicemente di aperture sulla superficie causate dal lento raffreddamento del meteorite. Dunque, sia la composizione chimica che quella fisica della struttura confermano l’origine etraterrestre del materiale con cui era realizzato il manufatto.

Ovviamente, anche se sporadiche, non sono mancate le speculazioni sul web. Come potete immaginare, non e’ mancato chi ha visto in questa scoperta finalmente la connessione tra antico egizio e visitatori venuti dallo spazio. Come detto in precedenza, la notizia riguarda solo ed esclusivamente l’origine cosmica della materia prima utilizzata.

Storicamente, quanto scoperto e’ compatibile con la cultura del popolo. Come anticipato, anche secoli prima dell’inizio dell’era del ferro, erano stati realizzati manufatti di questo minerale. Ovviamente, questi sono stati ritrovati all’interno di importanti tombe, come ad esempio in quella del faraone Tutankhamon. Dal momento che gli egiziani avevano una forte venerazione per il cielo, considerato come la casa degli Dei, e’ presumibile che ogni oggetto proveniente dal cielo potesse essere visto come un segno di benevolenza divina.

Nei secoli successivi poi, come riportato da numerose iscrizioni, gli egiziani svilupparono una sorta di venerazione per il ferro, visto come un minerale divino e indistruttibile. Tra l’altro, secondo la cultura egizia, di ferro erano le ossa degli Dei, fatte appositamente per essere eterne.

Concludendo, le nuove analisi condotte hanno permesso di risolvere il mistero dell’origine dei manufatti trovati nel 1911 ma realizzati secoli prima che gli egiziani imparassero a lavorare il ferro. In questo caso, intervento decisivo e’ stato quello delle nuove tecniche di diagnostica sviluppate dalla ricerca. Tecniche non invasive che hanno consentito, praticamente senza toccarlo, di scansionare la struttura dell’oggetto nel suo insieme in modo preciso e affidabile. Ovviamente, le storielle che leggete sul web circa la connessione tra egiziani e alieni sono del tutto false e assolutamente non confermate da questa ricerca. L’articolo di oggi ci ha invece permesso di capire meglio la concezione divina nell’antico Egitto e le diverse tecniche utilizzate nei secoli per produrre monili e oggetti per tutti i giorni.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Caldo record? In Germania scoppiano le autostrade

23 Giu

Come volevasi dimostrare, dopo il freddo record, la primavera con temperature glaciali, il sole che sarebbe in procinto di impazzire, finalmente e’ arrivata l’estate. E di cosa si parla? Facile, di caldo record!

Tutti quei siti che fino a ieri parlavano di estate che non ci sarebbe stata e freddo che faceva presagire una nuova era glaciale, oggi parlano di caldo record e di anomalie ambientali.

Ormai, siamo abituati a questo genere di informazione, ma e’ comunque interessante vedere le motivazioni che spingono queste persone a parlare di temperature fuori dalla norma.

Tratto di autostrada in Germania con asfalto esploso

Tratto di autostrada in Germania con asfalto esploso

La notizia che sta facendo tanto discutere in rete in questi giorni, viene dalla Germania, dove, e la notizia e’ reale, per il caldo diversi tratti dell’autostrada stanno letteralmente scoppiando. Come anticipato, non si tratta di una burla. Improvvisamente e senza nessun segnale premonitore, l’asfalto di diversi tratti di autostrada, soprattutto nel sud della Germania, esplode sgretolandosi. Proprio a causa di questo problema, e’ morto anche un motociclista che e’ stato letteralmente sbalzato contro il guard-rail morendo sul colpo. Come riportato dai siti tedeschi, il problema sembra relativo a circa 3000 dei 13000 Km di autostrade tedesche e, come detto, non si e’ in grado di capire dove e quando lo scoppio potrebbe avvenire. Ad oggi, ci sono stati quasi 20 episodi di questo tipo.

Come vedete, si tratta di un problema serio e reale, soprattutto dopo la morte del motociclista. Cosa potete leggere in rete? Come potete immaginare, c’e’ chi parla di anomalie provenienti dal Sole che e’ in procinto di inviare flare estremamente potenti sulla Terra. In alternativa, c’e’ chi punta il dito contro eventi simici e geologici. Secondo queste ipotesi, la terra si muoverebbe respirando in diversi punti, come per presagire un forte terremoto in arrivo in quelle zone.

Ovviamente, come sempre, si tratta di ipotesi campate in aria e senza alcun fondamento scientifico. E’ interessante pero’ analizzare il fatto in se, per capire l’origine di questo curioso fenomeno.

Quello che avviene e’ una sempice e naturale conseguenza della dilatazione termica. Come sapete, i materiali, non tutti in realta’, quando vengono scaldati si dilatano. Proprio per questo motivo si parla di dilatazione termica. Ciascun materiale avra’ un coefficiente di dilatazione diverso, che dunque indica di quanto questo si dilata aumentando la temperatura. In base alla forma in esame, parliamo di dilatazione termica lineare, superficiale o volumica.

Come e’ fatto il manto autostradale?

Distanziatori utilizzati sui ponti

Distanziatori utilizzati sui ponti

Molto spesso, l’asfalto viene posto in opera utilizzando appositi lastroni lunghi 5 metri che vengono affiancati uno all’altro. Per contrastare la naturale dilatazione termica, tra una lastra e l’altra viene lasciato un piccolo spazio che serve appunto a consentire la dilatazione senza ostacoli. Lo stesso spazio viene lasciato anche qundo l’asfalto viene deposto direttamente in loco in forma semi fluida.

Un esempio noto a tutti di questa tecnica, e’ facilmente visibile sui ponti. Qui, poiche’ la dilatazione potrebbe essere ancora maggiore a causa dei volumi minori, ad intervalli regolari vengono lasciate apposite fughe che consentono di assorbire le dilatazioni. Ci si accorge facilmente di queste fughe quando, passando con la macchina sopra un viadotto, si sentono sobbalzi ad intervalli regolari.

Bene, anche per la stesa dell’asfalto viene utilizzata la stessa tecnica.

Cosa sta succedendo in Germania?

Il problema dell’asfalto che esplode, come anticipato, e’ relativo solo a circa 3000 Km di autostrade, cioe’ quelle costruite alla fine degli anni 80. In quegli anni, non veniva utilizzato materiale di riempimento sotto l’asfalto in grado di diminuire la dilatazione ma, soprattutto, i lastroni impiegati avevano uno spessore minore, 22 cm, rispetto a quelli utilizzati in seguito, 28 cm. Lo spessore minore permette una maggiore dilatazione termica che potrebbe, in casi eccezionali, essere maggiore delle fughe lasciate durante la posa in opera.

Perche’ il fenomeno si sta verificando ora?

Nei giorni scorsi, si sono registrate temperature molto alte in Germania, che hanno toccato anche 5-7 gradi sopra la media. Questo ovviamente ha portato una notevole dilatazione termica delle lastre. Inoltre, il problema principale della Germania e’ la grande escursione termica che si registra tra estate ed inverno. Se, da un lato, durante l’estate l’asfalto si dilata, durante l’inverno si avra’ un accorciamento dovuto all’abbassamento delle temperature. In particolare, gli asfalti tedeschi devono resistere a variazioni anche di 60 gradi nel corso dell’anno, da -30 a +30 gradi centigradi.

Cosa c’entra questo?

Come anticipato, nella posa dell’asfalto si devono lasciare vie di fuga tra le lastre. Questi spazi devono essere in grado di assorbire le dilatazioni estive, ma non devono lasciare uno spazio troppo ampio nei mesi freddi. In alternativa, si potrebbero avere danni ai veicoli a causa degli intervalli troppo ampi.

Bene, a causa delle elevate temperature e dell’invecchiamento dell’asfalto le vie di fuga sulle autostrade tedesche non sono state in grado di assorbire le dilatazioni. In questo modo, due lastre possono spingere una contro l’altro fino ad arrivare allo sbriciolamento dell’asfalto che viene sollevato quando la spinta e’ troppo eccessiva.

Purtroppo, fenomeni del genere non sono prevedibili, nel senso che le esplosioni potrebbero verificarsi da un momento all’altro in un punto qualsiasi di maggiore assolazione.

Per il momento, i tecnici tedeschi sono in stato di allerta, pronti ad intervenire ad ogni segnalazione. Si sta anche pensando, come soluzione limite, di imporre limiti di velocita’ molto stringenti nei tratti interessati fino ad arrivare anche alla chiusura dei tratti maggiormente problematici.

Concludendo, la notizia delle autostrade tedesche che esplodono in questi giorni e’ reale. Ad oggi, si sono verificati circa 20 episodi. Come visto, si tratta di un problema dovuto alla dilatazione termica delle lastre di asfalto utilizzate che non viene contenuta dalle vie di fuga lasciate nella messa in opera. Quelle che invece sono completamente false, sono le tante ipotesi catastrofiste che non potevano certo mancare su una notizia di questo tipo.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Effetto gregge: l’esagono su Saturno

7 Feb

Solo qualche giorno fa, avevamo parlato della notizia della tempesta in corso su Saturno:

Sistema solare: previsioni meteo

Come visto, le informazioni che venivano date su internet erano in parte sbagliate, ma, soprattutto, erano tutte caricate di un enfasi e di un complottismo, lasciatemelo dire, a volte ridicolo.

Ora cosa succede? Oggi sfogliando le pagine internet mi trovo di fronte ad una nuova sensazionale notizia: “Su Saturno sarebbe stato avvistato uno strano esagono, estremamente regolare e di dimensioni enormi”. Col sorriso sulle labbra, e tra poco capirete anche voi il perche’, cerco di informarmi meglio, facendo la parte di quello che non conosce di cosa si sta parlando. Con mia sorpresa, trovo la notizia su decine di siti ma con informazioni non sempre concordi.

Prima di tutto, vi mostro una foto per farvi capire a cosa mi sto riferendo:

La struttura esagonale al polo nord di Saturno

La struttura esagonale al polo nord di Saturno

Perche’ i siti di “informazione” non sono d’accordo? C’e’ chi dice che e’ stato avvistato ora per la prima volta, mettendolo anche in relazione alla tempesta sempre su Saturno di cui abbiamo parlato nel precedente post, c’e’ chi dice che e’ stato avvistato per la prima volta nel 2006, ma soprattutto, e su questo sono praticamente tutti d’accordo, “la scienza non sa di cosa si tratti”!

Nulla di sorprendente, a cose di questo tipo siamo ormai abituati. Come potete immaginare, molti siti si sono limitati a fare copia/incolla tra di loro, senza nemmeno pensare a quello che stavano pubblicando. Proprio per questo motivo ho chiamato il post “effetto gregge”, proprio per indicare un effetto, realmente studiato in psicologia, che schematizza il comportamento all’unisono, senza una ragione apparente, di soggetti diversi fatto solo a scopo emulativo. Per intenderci, e senza parlare di psicologia, i “pecoroni” come li conoscono tutti.

Pensate che io stia esagerando?

Ecco alcune delle frasi prese da un sito internet, che non riporto proprio per evitare la diffusione di notizie false, chiaramente catastrofiste:

La tempesta rappresentava una assoluta novità osservativa su pianeti che non siano la Terra

Anche in questo caso, gli scienziati non sanno cosa pensare, né hanno idea dell’origine del bizzarro comportamento climatico dei pianeti.

Non abbiamo mai visto niente del genere su nessun altro pianeta. Anzi, la densa atmosfera di Saturno è dominata da onde che plasmano le nubi in modo circolare e celle convettive che fanno lo stesso lavoro, per cui è forse il pianeta del sistema solare in cui meno ti potresti aspettare l’apparizione di una formazione ciclonica in forma di una precisa figura geometrica a sei facce.

Ed ovviamente non poteva certo mancare Nibiru per la spiegazione di questo esagono:

Alcuni ricercatori parlano dell’influenza gravitazionale di un eso-pianeta, come ad esempio l’ormai famoso Pianeta X, di cui in questo periodo se ne sta sempre parlando di più.

Ora, cerchiamo di capire in modo autonomo di cosa si tratta.

Prima di tutto, al contrario di quanto vi si vorrebbe far credere, quell’esagono e’ li almeno dal 1981, anno in cui venne fotografato per la prima volta dalla sonda Voyager-1. Se andate a visitare la pagina wikipedia su questo argomento:

Wikipedia, esagono di Saturno

trovate, nella prima riga, dunque senza nemmeno lo sforzo di leggere tutto, “è uno schema nuvoloso persistente di forma esagonale, al polo nord di Saturno“. Gia’ questo vi fa capire l’assurdita’ della notizia rispolverata e copiata da tanti siti senza ragionare sulle fonti.

Gia’ in passato avevamo visto comportamenti di questo tipo, anche su siti e giornali di diffusione nazionale:

Controllare le fonti!

Tralasciando questi comportamenti, capiamo dunque cos’e’ questa formazione esagonale osservata sulla superficie di Saturno.

Il fatto che sia una tempesta e’ vero, in particolare le ultime immagini scattate dalla sonda Cassini hanno mostrato la parte interna dell’esagono ad alta risoluzione. Intorno al polo nord di Saturno e’ presente un enorme ciclone di 2500 Km di diametro con vortici atmosferici che ruotano ad altissima velocita’, come potete vedere dall’immagine presa dall’archivio NASA:

Il tornado al centro dell'esagono di Saturno

Il tornado al centro dell’esagono di Saturno

Come abbiamo discusso nell’altro post su Saturno, le tempeste su questo pianeta non sono affatto un fenomeno raro e, a differenza di quanto avviene sulla Terra, la morfologia del pianeta e la sua atmosfera possono creare perturbazioni estremamente intense e che possono durare decine di anni. Sempre nel post precedente, abbiamo fatto il confronto tra le tempeste su Saturno e la grande macchia rossa di Giove, proprio per mostrare come fenomeni di questo tipo siano del tutto normali anche per altri pianeti del Sistema Solare.

Detto questo, sembrerebbe tutto chiaro, ma un punto scoperto ancora rimane. Perche’ si forma quella struttura esagonale cosi’ apparentemente perfetta e regolare?

Interno del cilindro utilizzato all'universita' di Oxford. Il colore verde e' dovuto a coloranti utilizzati per tracciare i fluidi.

Interno del cilindro utilizzato all’universita’ di Oxford. Il colore verde e’ dovuto a coloranti utilizzati per tracciare i fluidi.

In realta’, una spiegazione ufficiale della scienza ancora manca anche se, un paio di anni fa, dei fisici dell’universita’ di Oxford hanno fatto un interessante esperimento per cercare di riprodurre in laboratorio la struttura della tempesta.

L’esperimento e’ molto semplice: viene messo un cilindro con 30 litri di acqua su una piattaforma rotante a bassa velocita’. Successivamente, all’interno del volume di fluido, viene messo un anello in grado di ruotare a velocita’ molto piu’ sostenuta. A cosa serve questo? L’acqua del cilindro rappresenta l’atmosfera di Saturno, mentre l’anello in rotazione simula le correnti d’aria ad alta velocita’ che alimentano la tempesta, come mostrato nelle ultime foto di Cassini.

Cosa ha mostrato l’esperimento? In base alla differenza di velocita’ tra la piattaforma e l’anello, i ricercatori sono riusciti a creare strutture a forma di esagono, ma anche triangoli, cerchi, ellissi, ottagoni, ecc. Alla luce di questo, si puo’ supporre che molto probabilmente in prossimita’ del polo Nord di Saturno, siano presenti correnti d’aria piu’ veloci rispetto a quelle atmosferiche standard, e questa differenza sia in grado di formare la struttura esagonale. Sempre secondo i ricercatori, strutture di questo tipo possono formarsi anche sulla Terra, ma la differenza di atmosfera rispetto a Saturno, renderebbe queste formazioni visibili per tempi brevissimi.

Purtroppo l’articolo in questione e’ a pagamento, ma potete comunque leggere l’abstract della ricerca a questo indirizzo:

ScienceDirect Esagono

Concludendo, la notizia che potete leggere in questi giorni su diversi siti, e’ volutamente forzata. L’evidenza della struttura esagonale su Saturno non e’ affatto una scoperta di questi giorni. Come visto nell’articolo, la strana formazione racchiude una tempesta di notevoli dimensioni e, molto probabilmente, la forma geometrica e’ dovuta a forti correnti molto piu’ veloci di quelle atmosferiche.

 

 

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