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Ma questa crema solare …. come dobbiamo sceglierla?

30 Giu

Sempre alla nostra sezione:

– Hai domande o dubbi?

va il merito, ma ovviamente tutto il merito va a voi che rendete questo blog vivo ed interessante, di aver richiamato da una nostra cara lettrice una nuova interessantissima domanda. Questa volta però, vi preannuncio che l’argomento scelto è molto complesso nella sua apparente semplicità, oltre ad essere assolutamente in linea con il periodo dell’anno. Come potete leggere, la domanda riguarda le creme solari e tutte le leggende che girano, non solo in rete, e che da sempre abbiamo ascoltato.

Come anticipato, non è semplice cercare di trovare la giusta strada nella giungla di informazioni disponibili. Se provate a confrontare dieci fonti, troverete dieci versioni diverse: le creme solari devono essere usate. No, non devo essere usate. Il sole è malato. Il sole provoca il cancro. No, sono le creme che creano il cancro alla pelle. Insomma, di tutto di più, e non pensate di rifuggire nella frase: “mi metto sotto l’ombrellone”, perché, come vedremo, anche questo lascia filtrare alcune componenti dei raggi solari e, sempre scimmiottando quello che trovate in rete, vi può venire il cancro. Allora sapete che c’è? Me ne sto chiuso dentro casa fino a settembre! Va bene così? No, sicuramente non prendi il sole (e quindi non ti viene il cancro), ma non ti si fissa la vitamina D e quindi potresti soffrire di rachitismo.

Insomma, come la mettete la mettete, sbagliate sempre. Cosa fare allora? Sicuramente, in linea con il nostro stile, quello che possiamo fare è “andare con ordine” e provare a verificare quali e quante di queste affermazioni corrispondono al vero. Solo in questo modo potremo capire quale crema solare scegliere, come applicarla e quali sono i rischi che possiamo correre con l’esposizione al Sole.

Prima di tutto, non dobbiamo considerare i raggi solari come un’unica cosa, ma è necessario distinguere la radiazione che ci arriva. Questa suddivisione è essenziale perché l’interazione della nostra pelle con i fotoni emessi dal sole non è sempre uguale, ma dipende dalla lunghezza d’onda. Bene, in tal senso, possiamo distinguere la parte dei raggi solari che ci interessa in tre grandi famiglie, in particolare, per i nostri scopi, ci concentreremo sulla parte ultravioletta dello spettro, che è quella di interesse in questo campo.

La parte cosiddetta ultravioletta è quella con lunghezza d’onda immediatamente inferiore alla parte visibile. Normalmente, questa parte dello spettro viene divisa in UVA, con lunghezza d’onda tra 400 e 315 nanometri, UVB, tra 315 e 280 nanometri e UVC, tra 280 e 100 nanometri. Quando parliamo di tintarella o di danni provocati dalla radiazione solare, dobbiamo riferirci alla parte UV ed in particolare a queste 3 famiglie.

Bene, la componente più pericolosa della radiazione solare è quella degli UVC cioè con lunghezza d’onda minore. Perché? Sono radiazioni utilizzate come germicidi, ad esempio nella potabilizzazione dell’acqua, a causa del loro potere nel modificare il DNA e l’RNA delle cellule. Per nostra fortuna, questa componente della radiazione è completamente bloccata dallo strato di ozono che circonda la Terra. Di questo, e soprattutto dello stato di salute dello strato di ozono, abbiamo parlato in un post specifico:

– Che fine ha fatto il buco dell’ozono?

Per la parte più pericolosa dello spettro, quella degli UVC, possiamo dunque tirare un respiro di sollievo. Vediamo le altre due componenti.

Gli UVA, a causa della lunghezza d’onda maggiore, penetrano più a fondo nella pelle, promuovendo il rilascio di melanina e dunque l’abbronzatura. Che significa? Molto semplice, quando prendiamo il sole, la nostra pelle reagisce cercando di proteggersi autonomamente appunto rilasciando melanina. Questa sostanza serve a far scurire gli strati più superficiali della pelle appunto come protezione dai raggi. Riguardo ala dannosità? Su questo punto, purtroppo, non si ha ancora chiarezza. Per prima cosa, dobbiamo dire che l’esposizione crea meno danni a tempi brevi rispetto, come vedremo, a quella agli UVB. Questa componente però è una delle maggiori sospettate per i danni a lungo termine, connessi anche con l’insorgere di tumori alla pelle, e provoca un invecchiamento veloce della pelle. Gli UVA sono molto conosciuti da coloro che frequentano i centri estetici per sottoporsi alle “lampade”. Questi sistemi infatti hanno sistemi di illuminazione concentrati negli UVA appunto per promuovere un’abbronzatura rapida.

Per quanto riguarda gli UVB invece, si tratta della radiazione più pericolosa nell’immediato. Questa componente dello spettro solare infatti, è responsabile della classica “scottatura”, in alcuni casi vera e propria ustione, provocata da un’esposizione prolungata al Sole. Anche se potenzialmente dannosa, la radiazione UVB è comunque importante per il nostro organismo perché promuove la sintesi della vitamina D. Come è noto, in assenza di questo fondamentale processo possono insorgere casi di rachitismo, soprattutto in soggetti non ancora adulti.

Bene, abbiamo capito come è divisa la radiazione ultravioletta del sole e abbiamo finalmente capito a cosa si riferiscono tutti questi nomi che siamo soliti ascoltare o leggere riguardo la tintarella.

Passiamo dunque a parlare di creme solari. Cosa dobbiamo cercare? Perché? Quali sono i prodotti più indicati?

Ripensando a quanto scritto, viene evidente pensare che una buona crema debba proteggerci dagli UVA e UVB poiché per gli UVC ci pensa lo strato di ozono. Primo pensiero sbagliato! Quando acquistiamo una crema solare, che, come vedremo, offre una certa protezione, questo valore si riferisce alla sola componente B della radiazione. Perché? Semplice, come visto, gli UVB sono responsabili delle scottature immediate. Se ci proteggiamo da questa componente salviamo la pelle garantendo la tintarella. Questo è assolutamente falso, soprattutto pensando ai danni a lungo termine dati da un’esposizione troppo prolungata agli UVA.

Solo negli ultimi anni, sono comparse sul mercato creme con protezioni ad alto spettro. Fate bene attenzione a questa caratteristica prima di acquistare un qualsiasi prodotto. Una buona crema deve avere un fattore di protezione per gli UVA non inferiore ad 1/3 di quello garantito per gli UVB.

Ora però, anche seguendo quanto affermato, parliamo appunto di queste protezioni. Fino a qualche anno fa, ricordo benissimo gli scaffali dei negozi strapieni di creme solari con fattori di protezione, SPF cioè fattore di protezione solare, che andavano da 0 a qualcosa come 100. Già allora mi chiedevo, ma che significa zero? A che cosa serve una crema con protezione 0 e, allo stesso modo, protezione 100 o, come qualcuno scriveva “protezione totale”, significa che è come mettersi all’ombra?

Capite già l’assurdità di queste definizioni create solo ed esclusivamente a scopo commerciale. Fortunatamente, da qualche anno, è stata creata una normativa apposita per questo tipo di cosmetici aiutando il consumatore a comprendere meglio il prodotto in questione. Oggi, per legge, esistono solo 4 intervalli di protezione che sono: basso, medio, alto e molto alto. Questi intervalli, in termini numerici, possono essere compresi utilizzando la seguente tabella:

 

Protezione SPF

Bassa 6 – 10

Media 15 – 20 – 25

Alta 30 – 50

Molto alta 50+

Notiamo subito che sono scomparse quelle orribili, e insensate, definizioni “protezione zero” e “protezione totale”. Ma, in soldoni, cosa significa un certo valore di protezione? Se prendo una crema con SPF 30 è il doppio più efficace di una con SPF 15? In che termini?

Detto molto semplicemente, il valore numerico del fattore di protezione indica il tempo necessario affinché si creino scottature rispetto ad una pelle non protetta. Detto in questo modo, una SPF 15 significa che la vostra pelle si brucerà in un tempo 15 volte maggiore rispetto a quello che impiegherebbe senza quella crema. Dunque, anche con una crema protettiva posso scottarmi? Assolutamente si. In termini di schermo alla radiazione, il potere schermante non è assolutamente proporzionale allo SPF ma, come visto, solo ai tempi necessari per l’insorgere di scottature.

A questo punto, abbiamo capito cosa significa quel numerello che corrisponde al fattore di protezione, ma come fanno le creme a schermare effettivamente dai raggi solari?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo in realtà dividere la protezione in due tipi: fisico e chimico. La protezione fisica avviene in modo pressoché meccanico aumentando il potere riflettente della pelle. Per questo scopo, nelle creme solari sono presenti composti come il biossido di titanio e l’ossido di zinco, sostanze opache che non fanno altro che far riflettere verso l’esterno la radiazione solare che incide sul nostro corpo.

Primo appunto, secondo alcuni l’ossido di zinco potrebbe essere cancerogeno! Ma come, mi metto la crema per proteggermi dai raggi solari ed evitare tumori alla pelle e la crema crea tumori alla pelle? In realtà, come al solito, su questo punto si è fatta molta confusione, tanto terrorismo e si è corsi, per convenienza, a conclusioni affrettate. Alcune ricerche hanno mostrato come tessuti cosparsi di molecole di ossido di zinco e sottoposti ad irraggiamento UV possano sviluppare radicali liberi che a loro volta reagiscono con le cellule modificandone il DNA. Questo processo può portare alla formazione di melanomi, per la pelle, e di altri tumori, per le altre cellule. Ora, si tratta di studi preliminari basati su valori di irraggiamento più alti rispetto a quelli che normalmente possono derivare da un’esposizione, anche prolungata, anche nelle ore centrali della giornata, al Sole. Detto molto semplicemente, questi studi necessitano di ulteriori ricerche per poter definire margini di errore e valori corretti. Gli stessi autori di queste analisi preliminari si sono raccomandati di non male interpretare il risultato dicendo che le creme solari provocano il cancro alla pelle. In altre parole, si corrono più rischi non proteggendosi dal sole piuttosto che proteggendosi con una crema contenente ossido di zinco. Tra le altre cose, questa molecola è molto nota tra le mamme che utilizzano prodotti all’ossido di zinco per alleviare le ustioni da pannolino nei loro bambini.

Detto questo, abbiamo poi la protezione chimica. Come potete facilmente immaginare, in questo caso si tratta di una serie di molecole (oxibenzone, fenilbenzilimidazolo, acido sulfonico, butil metoxidibenzoilmetano, etilexil metoxicinnamato, ecc.) che hanno il compito di assorbire la radiazione solare e di cedere parte di questa energia sotto forma di calore. Perché possiamo trovare così tante molecole in una crema solare? Semplice, ognuna di queste è specifica per una piccola parte dello spettro di radiazione, sia UVA che UVB. Anche su queste singole molecole, ogni tanto qualcuno inventa storie nuove atte solo a fare terrorismo, molto spesso verso case farmaceutiche. Singolarmente, come nel caso dell’ossido di titanio, ci possono essere studi più o meno avanzati, più o meno veritieri, sulla pericolosità delle molecole. Anche qui però, molto spesso si tratta di effetti amplificati, ben oltre la normale assunzione attraverso la cute e, ripeto per l’ennesima volta, si rischia molto di più esponendosi al sole piuttosto che utilizzando creme solari.

Ennesima cavolata in voga fino a qualche anno fa e ora vietata: creme solari “water proof”, cioè creme resistenti completamente all’acqua. Ve le mettete una volta, fate quanti bagni volete e siete a posto. Ma secondo voi, è possibile qualcosa del genere? Pensate di spalmarvi una crema o di farvi un tatuaggio indelebile? Oggi, per legge, la dicitura water proof è illegale e ha lasciato spazio, al massimo, a “water resistant”, cioè resistente all’acqua. Una qualsiasi crema solare, a causa del bagno, del sudore, del contatto con il telo, tende a rimuoversi e, proprio per questo motivo, si consiglia di riapplicare la crema ogni 2-3 ore circa per garantire la massima protezione possibile.

Riassumendo, abbiamo capito che conviene, sempre ed in tutti i casi, utilizzare una crema solare protettiva, ma quale scegliere?

Molto brevemente, in questo caso, si deve valutare quello che è definito il proprio fenotipo. Come potete immaginare, si tratta di una serie di caratteristiche fisiche che determinano, in linea di principio, l’effetto dell’esposizione la Sole. Per poter determinare il proprio fenotipo, possiamo fare riferimento a questa tabella:

fenotipo

Ovviamente, per i valori più bassi (I e II) è consigliabile utilizzare una crema ad alto SPF, valore che può diminuire qualora fossimo meno soggetti a scottature ed ustioni.

Credo che a questo punto abbiamo un quadro molto più chiaro riguardo alla creme solari ed alla loro utilità. Ripeto, per l’ennesima volta, in ogni caso, proteggersi è sempre meglio che esporsi al sole senza nessuna protezione. Ultimo appunto, che vuole sfatare un mito molto diffuso, sotto l’ombrellone siamo comunque esposti alla radiazione solare. In primis, il tessuto di molti ombrelloni lascia passare buona parte dello spettro solare ma, soprattutto, la riflessione dei raggi solari, ad esempio ad opera della sabbia, raggiunge comunque un soggetto tranquillo e (falsamente) riparato sotto l’ombrellone. In genere, la riflessione dei raggi solari può incrementare, e anche molto, la quantità di radiazione a cui siamo esposti. Stando nell’acqua, ad esempio, abbiamo sia un’esposizione diretta ai raggi solari sia una indiretta dovuta ai raggi riflessi dalla superficie. Come potete immaginare questo amplifica molto l’esposizione.

Concludendo, utilizzate le creme solari ma, soprattutto, leggete bene le etichette prima di acquistare o, peggio ancora utilizzare, un qualsiasi prodotto. Ovviamente, qualsiasi prodotto diventa non efficace se unito alla nostra incoscienza. Se pensate di potervi spalmare una crema e stare come lucertole sotto il Sole dalle 10 del mattino al tramonto … forse questa spiegazione è stata inutile.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Ultime notizie (o profezie rispolverate) dal Vaticano

3 Mar

Come era facilmente immaginabile, dopo le dimissioni di Benedetto XVI si e’ scatenata una corsa profetica su internet con tantissimi siti intenti a rispolverare profezie o a dare interpretazioni nuove a quelle piu’ conosciute. In questo mare di informazioni, aggiornate di giorno in giorno, non e’ semplice riuscire a districarsi e si rischia di rimanere impantanati senza capire bene cosa c’e’ di vero e cosa no. Ma, in fondo, forse questa e’ proprio la tecnica utilizzata dai catastrofisti e complottisti per confondere le persone.

In questo post, vorrei provare a fare un po’ di chiarezza, riassumendo quanto detto fino a questo punto, ma anche analizzando le ultime notizie che circolano in rete.

L’idea di questo articolo mi e’ stata suggerita da un nostro affezionato lettore partendo dalla richiesta di chiarimenti di un articolo apparso su un noto giornale italiano:

Panorama, Mistero sulle dimissioni

Se provate a leggerlo, rimarrete sorpresi dalla quantita’ di informazioni contenute nel testo, ma tutte mescolate in modo confusionario e senza un apparente filo logico. Ora, non stiamo parlando di uno dei tanti siti che pubblica bufale per fare notizia, ma di un noto giornale a diffusione nazionale. In realta’, questo non ci sorprende affatto. Nel periodo che stiamo attraversando, parlare di questi argomenti suscita sempre l’interesse delle persone e, magari, puo’ sempre dare una spinta in avanti al numero di copie vendute o al traffico di utenti sul sito.

Bene, approfittiamo dunque di questo articolo per fare un riassunto dei post pubblicati, ma anche per discutere le nuove informazioni.

Prima di tutto, come sappiamo bene, la profezia maggiormente richiamata dopo le dimissioni di Benedetto XVI e’ quella di San Malachia, di cui abbiamo discusso in questi post:

2012 e la profezia di Malachia

Si avvera la profezia di Malachia

La mano di Dio sulle dimissioni del Papa

La lotteria profetica in questo caso viene fatta per cercare di capire chi potrebbe o dovrebbe essere il Petrus Romanus dell’ultimo motto di Malachia. Come visto anche in passato, i nomi piu’ gettonati sono: il Camerlengo Bertone, il nuovo papa o anche lo stesso Benedetto XVI. Per quanto riguarda Bertone, il nome intero e’ Tarcisio Pietro Bertone, per cui c’e’ chi ipotizza che sia lui il Petrus Romanus dal momento che il camerlengo ha il compito di traghettare la Chiesa fino al Conclave, cioe’, di fatto, e’ il reggente del Vaticano fino all’elezione del prossimo pontefice. In alternativa, c’e’ il nuovo papa che, secondo alcune interpretazioni, sarebbe il 112esimo della profezia di Malachia, dunque quello che vedra’ finire la chiesa, Roma, il mondo o quello che volete. In questo caso pero’, dovremo aspettare l’elezione del prossimo pontefice per vedere come e con quanta fantasia il nuovo papa verra’ messo in relazione con il motto della profezia.

Oltre a queste ipotesi, negli ultimi giorni ne e’ venuta fuori un’altra dopo che il Vaticano ha fatto sapere quale sara’ il ruolo di Ratzinger in futuro. Benedetto XVI continuera’ infatti a chiamarsi in questo modo, potra’ indossare l’abito bianco ma senza fregi particolari e sara’ chiamato “Papa Emerito di Roma”. Proprio il “di Roma” ha richiamato l’attenzione come presunto collegamento con il “Romanus” della profezia di Malachia. Nel seguito vedremo anche come il discorso dell’abito bianco puo’ essere messo in relazione con altre profezie.

Ora, siamo sempre alla stesso punto. Premesso che molto probabilmente, come discusso negli altri post, la profezia dei motti latini e’ un falso storico neanche formulata da San Malachia, l’interpretazione e’ talmente vaga che lascia spazio a qualsivoglia ipotesi. Nel giro di 10 giorni ne sono state formulate gia’ 3 su internet. Dopo l’elezione del nuovo pontefice vedrete quante altre ne verranno fatte.

Detto questo e’ pero’ interessante notare le connessioni tra le diverse profezie, anche citate nell’articolo da cui siamo partiti. Come visto, l’altra profezia particolarmente citata negli ultimi tempi e’ quella della Monaca di Dresda. Di queste ipotesi abbiamo parlato in questo post:

La Monaca di Dresda

Come visto, in questo caso siamo di fronte a delle profezie meno vaghe rispetto alle altre e che dunque lasciano meno spazio ad interpretazioni. Da un lato questo e’ sicuramente un bene, nel senso che l’avverarsi della profezia puo’ essere valutato senza tanti fraintendimenti.

Come visto, anche in questo caso siamo di fronte a delle frasi da attribuire ai diversi pontefici e proprio la presunta corrispondenza numerica tra questa profezia e quella di Malachia viene utilizzata come prova a sostegno della fine imminente della Chiesa.

Premesso che, al solito, si cerca forzatamente di creare delle connessioni dove queste non esistono, per quanto riguarda le profezie della Monaca di Dresda quello che lascia particolarmente interdetti sono le fonti da cui sarebbero state reperite le informazioni. A tal proposito, queste profezie sono direttamente legate a quelle, molto meno conosciute ma altrettanto interessanti, del “Ragno Nero”.

Andiamo con ordine.

Sia le profezie della Monaca di Dresda che quelle del Ragno Nero sarebbero state scoperte e divulgate dalla stessa persona, Renzo Baschera. Baschera, nato nel 1930 in Italia, era un professore ma lascio’ la sua professione per dedicarsi a tempo pieno alla ricerca di testi profetici e alla pubblicazione di libri contenenti le sue interpretazioni.

In tutto questo ci sono due problemi principali. Prima di tutto Baschera non era uno storico ma soprattutto, forse per gelosia delle sue scoperte, non divulgo’ mai il luogo dove i testi originali erano stati reperiti o consultati. Cosa significa questo? Nei libri pubblicati, Baschera riporta una sua interpretazione. Anche la bibliografia allegata include solo i testi storici utilizzati per verificare le interpretazioni date. Il fatto di non riportare le fonti originali, impedisce a qualsiasi storico di consultare i testi.

Perche’ questo e’ sbagliato?

E’ impossibile verificare l’attendibilita’ dei testi potendo solo giudicare l’interpretazione data da qualcuno. Normalmente, tutti dovrebbero poter accedere alle fonti originali e poi confrontare le diverse interpretazioni date. Ma in questo caso questo non e’ ovviamente possibile.

Vogliamo pensar male? Ma si, in fondo siamo qui per analizzare i fatti.

I libri di Baschera sulla Monaca di Dresda e sul Ragno Nero sono all’incirca degli anni ’70. Come nel caso di Malachia, le profezie contenute nei due libri sono estremamente calzanti ed esatte fino a questa data, successivamente diventa impossibile mettere in connessione le profezie con fatti reali.

Facciamo qualche esempio.

Partiamo dalla Monaca di Dresda. Come visto nei post precedenti, ci sono una serie di frasi che indicherebbero ciascun pontefice fino alla fine della Chiesa. Ecco gli esempi a cavallo degli anni ’70:

Cavallo Bianco, con segno di Leone [Leone XIII]
Cavallo Nero, con segno di Pietà [Pio X]
Cavallo Giallo, con segno di Benedizione [Benedetto XV]
Cavallo Rosso, con segno di Pietà [Pio XI]
Cavallo Giallo, con segno di Pietà [Pio XII]
Cavallo Rosso, con segno del Precursore [Giovanni XXIII]
Cavallo Nero, con segno del Beniamino [Paolo VI]
Cavallo Bianco, con segno di Pietà [Giovanni Paolo I]
Angelo Maestro di Giosafat, con il segno dei Dodici [Giovanni Paolo II]
Angelo Guida di Giosafat, con il segno della Gloria [Benedetto XVI]
Angelo della Pietà, con il segno del Martirio [?]

Vedete come nei primi esempi tutto sia calzante: Leone-Leone, Pieta’-Pio, poi, da un certo punto in poi, diviene impossibile mettere in relazione il nome del papa con la frase della profezia. La cosa che fa riflettere e’ che, anche in questo caso, “da un certo punto in poi” coincide piu’ o meno con l’anno di pubblicazione della profezia.

Sempre nello stesso libro di Baschera, si riporta un’altra frase interessante:

Tre sono gli anni della palude: 1914, 1942, 1981. Sono tre piaghe che insanguineranno la terra. E l’ultima insanguinerà le vesti del sommo Pontefice. Il primo angelo di Giosafat apparirà a Roma dopo un tremendo terremoto e sarà imprigionato. Il secondo angelo di Giosafat giungerà a Roma per essere trucidato. E gli orti, e i poteri e le vesti di Cesare saranno disperse.

Anche in questo caso, le prime due date della palude sono state centrate in pieno, infatti coincidono con l’inizio della prima e della seconda guerra mondiale. La terza invece, guarda caso dopo il 1976 anno di pubblicazione del libro, non ricorda nessun fatto in particolare oltre all’attentato di Giovanni Paolo II, di certo di carattere diverso rispetto alle prime due date. Normalmente, almeno per uniformita’ di pensiero, si dovrebbe pensare ad una terza guerra mondiale nel 1981, in realta’ mai avvenuta. Anche le frasi successive riguardanti i papi sono completamente sballate. Confrontando quanto riportato con l’elenco dei papi, Giovanni Paolo II sarebbe dovuto andare in prigione, Benedetto XVI sarebbe stato ucciso, cosi’ come il suo successore.

La stessa cosa vale ovviamente per le profezie del Ragno Nero. Per completezza, si tratterebbe di profezie formulate da un monaco bavarese del XVI secolo. Il nome deriva dal fatto che le sue carte, ritrovate a detta di Baschera nel 1700, erano chiuse da un sigillo a forma di ragno nero. Le profezie in questione consistono in una lunga elencazione di avvenimenti che terminano il 7 Giugno 3017 d.C.. Ora, cosi’ come nel caso della Monaca di Dresda, gli avvenimenti fino agli anni ’70 sono tutti esatti mentre per quelli successivi e’ praticamente impossibile trovare una relazione con fatti realmente accaduti.

Detto questo, sempre facendo riferimento all’articolo iniziale da cui siamo partiti, l’attuale fase storica innescata dalle dimissioni del papa viene messa in relazione anche con il Terzo segreto di Fatima.

Come tutti sapranno, il terzo segreto di Fatima, reso noto solo nel 20oo per volere di Giovanni Paolo II, riguarda l’uccisione del vescovo vestito di bianco. Questo e’ il testo reso noto dalla Chiesa:

Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.

Ora, anche su questo sono state date le piu’ diverse interpretazioni. Secondo alcuni, mancherebbe al testo divulgato una seconda parte molto specifica e contenente rivelazioni importanti riguardo alla Chiesa. Di questo ovviamente non si hanno prove, ne tantomeno fonti certe a cui appellarsi. Come sappiamo, questo terzo segreto e’ stato messo in relazione con l’attentato subito da Giovanni Paolo II nel ’81. Secondo il papa infatti, molto devoto alla Madonna di Fatima, proprio la Vergine avrebbe deviato il colpo causando solo il ferimento del pontefice.

Molte fonti contestano questa interpretazione proprio perche’ il papa non venne ucciso nell’attentato ma solo ferito. Secondo alcuni infatti, il terzo segreto non si sarebbe ancora avverato e qualcuno azzarda addirittura che Benedetto XVI si sia dimesso prima del compimento di questa profezia e dunque prima di essere assassinato. In questo caso dunque, la profezia si avverera’ per il prossimo papa.

Secondo altri invece, il terzo segreto riguarda ancora Benedetto XVI ed in particolare questa nuova fase storica in cui siamo entrati. Come anticipato, il papa emerito potra’ continuare ad indossare l’abito bianco. Poiche’ nel testo si parla di vescovo vestito di bianco, ed il fatto che sia il pontefice e’ un’ipotesi, il terzo segreto di Fatima sarebbe calzante con Benedetto XVI dopo le dimissioni.

Ovviamente, anche in questo caso, si tratta di ipotesi. Come visto, ogni volta sentiamo “potrebbe”, “sarebbe”, “secondo alcuni”. Tutte queste interpretazioni non sono mai corredate da niente di oggettivo ed insindacabile. Come visto, per ciascuna profezia, ci sono tantissime ipotesi, alcune completamente assurde, altre piu’ o meno calzanti, che possono essere lette e discusse.

Dunque? Siamo al solito nel campo delle ipotesi. Come visto, molto probabilmente la profezia di Malachia e’ un falso storico, cosi’ come quelle della Monaca di Dresda e del ragno nero. Ovviamente non possiamo affermare con certezza questo, ma abbiamo fatto un ragionamento logico analizzando i fatti in questione. A questo punto, ognuno e’ libero di avere la propria idea, dopo pero’ aver seguito i ragionamenti fatti.

Solo per concludere, nell’articolo viene anche citato il “Nuovo Ordine Mondiale” di cui abbiamo parlato in questi post:

Il complotto del complottista

Come si alimenta il sospetto

Il fenomeno Adam Kadmon

Come visto, in questo caso parliamo di un complotto completamente diverso che vorrebbe il mondo sottostare alle decisioni di una potente organizzazione massonica appunto nota come “Nuovo Ordine Mondiale”. In questo caso, si parla di ipotesi completamente diverse rispetto a quelle discusse fino a questo punto. Come detto inizialmente, nell’articolo da cui siamo partiti, molte informazioni e ipotesi diverse sono state mescolate tra loro creando veramente qualcosa di apparentemente incomprensibile ai piu’. Solo per completezza, vi dico che l’apparente connessione tra Benedetto XVI e il Nuovo Ordine Mondiale sarebbe in una frase pronunciata dal papa ed in cui dice esplicitamente questo nome. Quello che pero’ alcuni dimenticano di dirvi e’ che il papa stava facendo riferimento ad un nuovo mondo in cui le persone si sarebbe affidate nuovamente al Signore. Ecco la frase completa pronunciata, al solito ad ognuno di noi spetta la sua interpretazione:

Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale.

Per concludere, partendo dall’articolo che abbiamo visto, e’ stato possibile fare un ottimo riassunto delle tante profezie richiamate in questi giorni dopo le dimissioni di Benedetto XVI. In particolare, in questo articolo, cosi’ come in tante altre discussioni che vedete anche online, diverse teorie, profezie ed interpretazioni vengono mescolate tra loro al solo scopo di confondere le persone. Premesso che ognuno di noi puo’ avere la propria idea, stiamo parlando di interpretazioni per cui massima liberta’ di pensiero. Dall’analisi fatta e’ stato visto come con buona probabilita’ le profezie di Malachia, della Monaca di Dresda e del Ragno Nero siano soltanto dei falsi storici. Di questo ovviamente non ci sono prove inconfutabili, ma vi ricordo che stiamo comunque parlando di interpretazioni di alcune profezie che in base ad ogni singolo avvenimento vengono poi ricambiate per cercare di trovare una nuova connessione o prova a sostegno.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.