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Lenti a contatto smart!

20 Gen

Diversi giornali in questi ultimi giorni hanno pubblicato una notizia veramente interessante e che merita di essere analizzata meglio. Come forse avrete letto, Google ha reso noto uno dei suoi progetti per il futuro. Si tratta di una lente a contatto intelligente dotata di sensori per la rivelazione del glucosio.

A cosa serve?

Misurazioni di questo tipo divengono dei veri e propri salva-vita per le persone affette di diabete. Questa e’ ormai una patologia diffusissima a livello mondiale, con un numero di persone diabetiche che sfiora i 20 milioni. Come saprete, nei casi piu’ gravi e’ richiesto un continuo monitoraggio degli zuccheri nel sangue necessari per impedire conseguenze che possono essere anche molto gravi.

Prima osservazione, chi ha sviluppato questa speciale lente? Come avrete letto, il progetto viene direttamente dai laboratori chiamati Google-X. Si tratta di una divisione ricerca di Google strettamente top secret e di cui non si conosce neanche l’esatta ubicazione. I progetti curati da questo laboratorio, molti sulla robotica, sono gestiti direttamente dai fondtori di Google. Nei nostri precedenti articoli, abbiamo gia’ parlato di alcune invenzioni provenienti da questi laboratori. Esempio noto a tutti sono i Google Glass:

Realta’ aumentata. Quella virtuale e’ gia’ preistoria!

cosi’ come il progetto per portare la connessione internet nei luoghi piu’ isolati del pianeta mediante palloni sonda:

Internet dalla stratosfera

Cosa possiamo dire invece per queste lenti?

Prima di tutto, vi segnalo la pagina ufficiale di Google in cui viene anunciata l’invenzione:

Google, smart lens

Come vedete, si tratta di una speciale lente composta da un doppio strato. All’interno di questo sandwich viene alloggiato uno speciale circuito dotato di sensori per la misura del glucosio nella pellicola lacrimale. Nello strato interno viene infatti previsto uno speciale forellino per permettere il passaggio del liquido all’interno dove viene analizzato. Sempre nel circuito sono presenti sensori wireless per il collegamento ad un dispositivo remoto di lettura e dei led che possono essere utilizzati per inviare un segnale di allarme direttamente nell’occhio del paziente. Quest’ultimo sistema non e’ affatto non rilevante. Molto spesso infatti le persone possono dimenticarsi di controllare il livello di glucosio rischiando di avere conseguenze. Avere un led di pericolo sicuramente visibile non puo’ che aumentare la sicurezza del monitoraggio.

Ecco il circuito contenuto all’interno delle speciali lenti:

Le lenti a contatto realizzate da Google per la misura del glucosio

Le lenti a contatto realizzate da Google per la misura del glucosio

Per quanto riguarda i vantaggi di questa invenzione, non credo che sia necessario spendere molte parole poiche’ sono evidenti a tutti, in special modo a coloro che soffrono di diabete. Inoltre, tenete conto che oggi, i dispositivi di controllo maggiormente utilizzati prevedono un’analisi del sangue compiuta con continui e fastidiosissimi buchetti ai polpastrelli.

Come dichiarato anche da Google pero’, questo dispositivo e’ ancora in fase molto prototipale. Per prima cosa c’e’ da dire che non e’ assolutamente certo che la misurazione del glucosio mediante lo strato lacrimale sia affidabile e precisa. Ovviamente, le lecrime hanno un notevole contenuto di zucchero. Quello che ancora deve essere valutato, soprattutto perche’ dal punto di vista medico ci sono risultati in contrapposizione, e’ la correlazione tra le percentuali nelle lacrime e quelli nel sangue. Inoltre, deve essere studiata molto bene l’efficacia della misura sullo strato lacrimale. Sistemi alternativi prevedono un incremento della lacrimazione in modo artificiale, ma questo comporterebbe a sua volta una diluizione delle concentrazioni ricercate.

Concludendo, quello delle lenti intelligenti per diabetici e’ un progetto molto interessante ma ancora in fase prototipale. La stessa Google cerca collaborazioni con soggetti esperti del campo per verificare la bonta’ di questa intuizione. Dal punto di vista medico, la societa’ lavora anche a stretto contatto con la FDA americana e, gia’ oggi, e’ partita una sperimentazione su un uomo per valutare alcuni di questi punti oscuri ancora prsenti nel progetto. A questo punto, non resta che attendere gli sviluppianche perche’ Google prevede di poter mettere sul mercato questo prodotto entro 5 anni.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Interpretazioni libere della Bibbia

26 Dic

Nella sezione:

Hai domande o dubbi?

una nostra cara amica ci ha richiesto maggiori informazioni su Mauro Biglino. Per chi non lo conoscesse, si tratta di uno studioso di storia delle religioni che sta facendo molto discutere dopo l’uscita dei suoi libri in cui mostra una interpretazione “diversa” della Bibbia.

Come risposto allo stesso commento iniziale, la teoria di Biglino e’ molto vasta e, provando a cercare sulla rete, vi accorgerete di quanto e’ stato scritto a sostegno o a smentita delle sue teorie. Anche considerando solo la rete, ci sono decine di siti di esperti di antiche scritture o di ebraismo che hanno dedicato moltissimi articoli a queste interpretazioni.

Dal nostro punto di vista, senza peccare di presunzione, ci limiteremo ad analizzare i punti salienti di questa discussione arrivando poi a formulare un nostro pensiero sulla base di quanto appreso. Nel nostro caso, non siamo assolutamente esperti di lingua ebraica per cui ci limiteremo solo ad analizzare senza preconcetti la discussione.

In soldoni, i libri di Biglino partono dall’analisi dei testi sacri originali, cercando un’interpretazione diversa rispetto a quella “canonica”. Nei suoi scritti l’autore si concentra in particolare su molti passaggi in ebraico mostrando come la traduzione ufficiale riconosciuta dalla CEI non sia corretta.

Quali sono le conclusioni a cui arriva Biglino? Per prima cosa, secondo questa nuova visione, la Bibbia non parlerebbe assolutamente del Dio che conosciamo bensi’ narrerebbe la creazione dell’universo e dell’uomo per opera di entita’ aliene superiori. Secondo l’autore, nel testo sarebbe contenuta la chiave di lettura per vedere Dio non come un singolo ma come un gruppo di esseri extraterrestri con grandi poteri. Biglino ha pubblicato diverse opere negli ultimi anni, concentrandosi su passaggi salienti o mostrando come le traduzioni universalmente riconosciute fino ad ora sono in realta’ frutto di incomprensioni o, peggio ancora, derivate da un’opera di offuscamento della verita’ da parte della Chiesa.

I due libri principali pubblicati da Biglino ci fanno capire molto bene, gia’ dal testo, le basi della sua teoria:

– Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia – Gli dèi che giunsero dallo spazio?

– Il Dio alieno della Bibbia

Nei testi si affrontano i temi salienti del pensiero Cristiano: la creazione, l’essere superiore, l’Eden. Inoltre, vengono messi in discussione aspetti comunemente accettati dalla Chiesa come: l’esistenza degli Angeli, l’esistenza del Demonio e via dicendo.

Detto in altri termini, Biglino ci propone, attraverso i suoi scritti, una visione completamente stravolta della religione e dei dogmi del cristianesimo rivisitando il tutto sulla base di un universo creato da esseri extraterrestri e che avrebbero affidato alla Bibbia la loro storia.

Quali sono i punti di forza di questa interpretazione? Leggendo in rete, trovate scritto che Biglino e’ un esperto di storia delle religioni e profondo conosciutore della lingua ebraica. Avrebbe lavorato per diversi anni con le “Edizioni San Paolo” occupandosi, tra l’altro, anche della traduzione ufficiale, quella accettata anche dalla CEI per intenderci, della Bibbia. Dopo l’uscita dei suoi libri sarebbe poi stato licenziato dalla casa editrice interrompendo la sua collaborazione. Questo solo a riprova della scomoda verita’ contenuta nei suoi scritti.

Piu’ o meno, senza scendere troppo nei dettagli, questi sono i punti salienti della vicenda Biglino. Certo, se ragioniamo su quanto trovato in rete abbiamo: un esperto di storia delle religioni e di lingua ebraica che ha lavorato per anni con una delle piu’ importanti case editrici legate al Vaticano, una interpretazione diversa della Bibbia frutto di studi profondi, decine di siti che lo osannano come nuovo messia. Insomma, una storia credibile e che potrebbe stare in piedi.

Ora pero’, proviamo a ragionare per conto nostro e cerchiamo di capire meglio questa vicenda.

Come anticipato, soprattutto in rete, trovate molti siti di reali esperti di ebraismo che controbattono a queste interpretazioni dei testi sacri mostrando diversi errori “grammaticali” nelle traduzioni di Biglino. Solo per darvi un esempio, molto si e’ discusso riguardo al fatto che il Dio della Bibbia viene chiamato in diversi modi ma con nomi plurali accompagnati da verbi al singolare. Biglino interpeta questo come una chiara evidenza che la Bibbia si stia riferendo ad un gruppo di esseri e non ad un singolo. Secondo gli esperti di ebraico invece, cosi’ come avviene nel Corano, Dio viene sempre indicato con nomi diversi, in realta’ aggettivi, per indicare la sua grandezza e perche’ l’uomo non conosce l’esatto nome di un essere che non saprebbe comprendere in pieno.

A parte questo, che comunque ha un peso rilevante se ragioniamo su interpretazioni letterali dell’ebraico, cerchiamo di analizzare la cosa sotto un’ottica diversa. Prima di tutto, non e’ esattamente vero quanto scritto in rete sul ruolo di Biglino presso le edizioni San Paolo. I siti sostenitori parlano di ruolo chiave nella scrittura della versione ufficiale della Bibbia. Biglino si e’ in realta’ occupato di scrivere piccoli, ma frequenti, spezzoni di traduzione per opere curate da altri. Anche se il suo contributo e’ presente, la versione ufficiale della Bibbia e’ stata gestita e curata da altre personalita’ molto esperte di ebraismo. Questo non per denigrare il curriculum dell’autore, ma solo per essere sicuri di quanto affermato.

Dal punto di vista dell’ebraico, come sappiamo bene, questa lingua, ma soprattutto i testi sacri, vanno ben oltre la semplice traduzione letterale. Anche la Bibbia che conosciamo e’ derivata da una serie di interpretazioni fatte nel corso dei secoli da studiosi. Non per niente, ancora oggi, ci sono ricercatori che passano la loro vita lavorativa leggendo e cercando di interpretare le Sacre Scritture. In quest’ottica, Biglino ha proposto una sua interpretazione cosi’ come fatto da molti altri che invece vengono riconosciuti dalla Chiesa.

Cosa dire dunque su queste interpretazioni?

Ragioniamo, Biglino propone una interpretazione della Bibbia basata su traduzioni fatte da lui. E’ sbagliato denigrare in tutto e per tutto la figura di questo scrittore dal momento che, indipendentemente da dove proviene, e’ un conoscitore, forse non esperto e sicuramente non madre lingua, dell’ebraico. Ovviamente, come accennato in precedenza, ci sono diversi punti in cui le traduzioni letterali, non le interpretazioni, presentano errori grammaticali. Nonostante questo, quanto ottenuto da Biglino e’ un’interpretazione della Bibbia cosi’ come quella che conosciamo ufficialmente.

E’ dunque possibile che quella di Biglino sia l’interpretazione corretta?

Su questo sono molto scettico, ma, come detto in precedenza, si tratta di un mio pensiero personale. Premessi gli errori grammaticali, e’ vero che ognuno puo’ interpretare quello che legge a modo proprio, ma non vi sono assolutamente prove ne tantomeno certezze per affermare che la Bibbia sia una cronaca extraterrestre di creazione dell’universo. Come spesso accade, non esiste un senso univoco di un’opera ma ognuno che legge puo’ dare il suo anche molto diverso da quello degli altri. Nonostante questo, passare dagli angeli alle astronavi e da un Essere Superiore ad una banda di alieni intenti a creare l’universo mi sembra quanto meno azzardato. Parlare di interpretazione possibile della Bibbia sarebbe come pensare che il Codice da Vinci corrisponda a realta’.

 

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Requiem per ISON

1 Dic

La prima volta che ne abbiamo parlato, i catastrofisti neanche la conoscevano talmente erano impegnati a sparare cavolate sul calendario Maya:

2013 o ancora piu’ oltre?

E se ci salvassimo?

Gia’ da tempo, avevamo capito che questo sarebbe diventato l’argomento piu’ discusso del 2013 ed infatti cosi’ e’ stato. Come avete capito, stiamo parlando della cometa ISON.

Per tutto il 2013 l’abbiamo seguita dando di tanto in tanto qualche aggiornamento, consapevoli che all’avvicinarsi al perielio le storie sarebbero cresciute a dismisura:

Rapido aggiornamento sulla ISON

Che la ISON abbia pieta’ di noi!

– Se la Ison non e’ cometa, allora e’ …

Alla fine, siamo arrivati al momento chiave della traiettoria nel sistema solare, il perielio, punto di minimo avvicinamento al Sole. Come visto nei precedenti articoli, le aspettative sula ISON erano diminuite man mano che le osservazioni divenivano migliori e maggiori informazioni erano ricavabili dai dati. Purtroppo, il piccolo nucleo della cometa e la traiettoria cosi’ radente, facevano capire quanto il passaggio vicino al Sole potesse essere rischioso per la sopravvivenza della ISON.

Alla fine, siamo giunti al perielio il 28 Novembre 2013. Dalle prime immagini catturate dai telescopi che osservavano il Sole, sembrava che la cometa non ce l’avesse fatta e si fosse disintegrata. Noi pero’, in questo articolo:

Ce la fa o non ce la fa?

mostravamo immagini in cui si vedeva qualcosa emergere dall’altra parte del Sole. Con un appello alla calma, abbiamo visto come l’attesa era l’unico modo per capire il reale destino della ISON. A riprova di questo, proprio osservando le immagini che abbiamo riportato nell’articolo, anche la NASA e l’ESA sono state costrette ad un passo indietro dopo aver annunciato da subito la distruzione della cometa.

Oggi, 1 dicembre 2013, penso sia giunto il momento di celebrare e ricordare la ISON. Purtroppo, non per i catastrofisti ma per lo spettacolo natalizio che ci avrebbe regalato, la cometa non e’ sopravvissuta al perielio.

Perche’ decidiamo adesso di dare questa notizia? Se provate a fare una ricerca su internet, troverete notizie completamente discordanti tra loro: c’e’ chi parla di distruzione della cometa, chi di nucleo passato indenne, chi sostiene che una parte del nucleo stia continuando sull’orbita stabilita, ecc. Non possono certo mancare poi i tantissimi siti che inventano storie nuove: il passaggio ravvicinato al Sole avrebbe provocato uno spostamento sostanziale dell’orbita della cometa al punto che, dai calcoli effettuati, ora la cometa sarebbe in rotta di collissione con la Terra.

Partiamo proprio dalle assurdita’. Vi siete mai chiesti perche’ le comete passano vicine al Sole e poi se ne riallontanano? Bene, quello e’ proprio l’effetto della forza di gravita’ che determina l’orbita. Ora, l’effetto dell’attrazione solare e’ gia’ contato nell’orbita della cometa perche’, come detto, l’orbita stessa e’ determinata dall’interazione con la nostra stella. Capite quanto sia assudo pensare a variazioni di questa entita’ apportate dal Sole?

Pensate che c’e’ addirittura chi gia’ parla di frammenti di ISON caduti sulla Terra. Vi giuro che non sto scherzando, basta cercare su google per trovare articoli di questo tipo. Anche qui, capite bene come troppo spesso si dimentichi non solo la scienza ma anche un minimo di buon senso.

Bene, detto questo, passiamo invece alla nostra cometa. Come visto nell’articolo precedente, dopo il passaggio al perielio, si e’ visto qualcosa uscire dall’altra parte del Sole esattamente sulla traiettoria attesa per la ISON. Questo qualcosa, come mostrato dal telescopio SOHO, appariva molto luminoso e con una scia. Parlando di questa notizia, eravamo rimasti cauti dicendo che quanto osservato poteva dipendere da molti scenari: il nucleo era sopravvissuto totalmente o solo in parte oppure era andato distrutto e quello che si osservava erano residui polverosi con dimensioni piu’ o meno grandi che si sarebbero dispersi. Come e’ ovvio, per determinare quale fosse la scenario giusto, si doveva aspettare e seguire l’evoluzione vicino al Sole.

Bene, ecco a voi l’evoluzione osservabile dal momento del passaggio fino a poche ore fa:

Cosa mostra il video? Come vedete, l’oggetto che abbiamo visto spuntare dal Sole si sposta lungo la traiettoria attesa per la ISON ma, al passare del tempo, la sua luminosita’ diviene sempre piu’ debole fino a che non scompare del tutto. Cosa significa questo? Semplice, quello che abbiamo visto uscire erano solo residui granulosi del nucleo della ISON. La dimensione di questi resti puo’ essere piu’ o meno grande ma la ridotta compattezza fa si che nel giro di qualche giorno siano completamente sciolti disperdendosi nello spazio.

Questo video pone la parola fine sul viaggio della ISON nella parte interna del nostro Sistema Solare.

Dunque? E’ stato tutto inutile? Assolutamente no, la cometa e’ stata osservata per diverso tempo da numerosi astronomi. Moltissimi dati sono stati raccolti e forniranno importanti informazioni sul comportamento, ancora poco chiaro, di questi affascinanti oggetti celesti. Purtroppo, quella che doveva essere la cometa di Natale e che avrebbe dovuto brillare in cielo nel mese di dicembere non ce l’ha fatta e si e’ sciolta durante l’incontro ravvicinato con il Sole.

Come visto, il nucleo della ISON era troppo piccolo se confrontato con altre comete e la sua traiettoria mostrava un perielio molto ravvicinato. L’insieme di questi fattori e’ stato fatale.

Oggi, e chissa’ ancora per quanto tempo, molti siti catastrofisti hanno iniziato una speculazione sul destino della cometa parlando subito di segreti e misteri non divulgati dagli astronomi. Credo che, visto il video, non sia necessario dover smentire queste ipotesi e capire il reale destino della ISON. Purtroppo, queste speculazioni non termineranno presto per cui preparatevi al peggio.

 

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La NASA se la da a gambe

6 Ott

In diversi articoli abbiamo evidenziato come gran parte delle teorie cospirazioniste vedano come principale attore la NASA. Il perche’ di questo e’ ovviamente di facile comprensione. L’ente spaziale americano rappresenta da sempre il lato scientifico piu’ pioneristico. Occuparsi di esplorazione spaziale stimola la curiosita’ e la fantasie di tutti quelli che vorrebbero gli alieni tra di noi o pronti a colonizzarci. In questo contesto poi, non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di un ente fedrale a stelle e strisce. Complici i tanti film di fantascienza ma, lasciatemi dire questa mia considerazione personale, anche la realta’, il governo USA e’ da sempre visto come il piu’ misterioso e occulto tra quelli occidentali. Se poi ci mettiamo il caso Snowden, i dati sensibili, le agenzie segrete federali, ecc, capite bene il contesto in cui ci muoviamo.

A complicare la faccenda spaziale, ci si mette poi in questi ultimi mesi la tanto citata cometa ISON. In diversi articoli, che potete ricercare utilizzando il motore di wordpress, abbiamo parlato di questo atteso appuntamento per la fine dell’anno. Carica di aspettative per un passaggio radente e estremamente luminoso, anche la ISON ha acceso diverse teorie catastrofiste, molte delle quali tramandate direttamente dalla mai arrivata fine del mondo del 21 dicembre 2012.

Perche’ faccio questo lungo preambolo?

In questi giorni, la rete si sta riaccendendo con forza a causa di un problema “tecnico” visualizzabile da tutti. Se provate ad andare sul sito della NASA, http://www.nasa.gov, cosi’ come su tutti i siti legati all’agenzia, trovate un messaggio di questo tipo:

Messaggio visualizzato sul sito nasa.gov

Messaggio visualizzato sul sito nasa.gov

Il sito e’ non raggiungibile?

Capite bene come questo inconveniente ha stimolato la sempre vivace fantasia di tantissimi utenti del web. Sapete perche’ il sito e’ offline? Molto semplice, la NASA ha scoperto che la ISON e’ in rotta di collisione con la Terra e per non divulgare la notizia ha preferito oscurare il sito. Il discorso e’ supportato dal fatto che anche il sito per la ricerca dei NEO, cioe’ gli oggetti in orbita vicino alla Terra, e’ non raggiungibile. Secondo altri poi, il sito sarebbe offline per lo stesso motivo ma anche perche’ i dipendenti NASA sono stati invitati a lsciare gli Stati Uniti per mettere in salvo loro e le proprie famiglie. Dunque, sarebbe una fuga in piena regola.

Cosa c’e’ di vero in tutto questo?

Assolutamente nulla!

I tanti catastrofisti che mettono in circolazione queste notizie, dimostrano ancora una volta di non saper leggere e, mi dispiace dirlo, anche tutti quelli che credono a queste panzane hanno lo stesso problema. Come potete vedere nello screenshot riportato dal sito nasa.gov, il messaggio dice:

Due to the lapse in federal government funding, this website is not available.

Cioe’ a causa della mancanza di fondi federali, il sito non e’ disponibile.

Ora, diverse volte abbiamo affrontato il problema del finanziamento della NASA. Come sappiamo, negli ultimi anni, l’agenzia spaziale ha visto una lenta e inarrestabile diminuzione dei fondi, che l’hanno costretta in primis a chiudere il programma Shuttle senza una valida alternativa e anche a ridurre al minimo le nuove missioni di esplorazione. Come visto, proprio a causa di questi tagli, i finanziamenti della NASA vengono girati come partecipazione ad industrie private per cercare di avere un’alternativa privata per i vettori spaziali.

Questa volta pero’, il discorso e’ ancora diverso. Come sicuramente avrete sentito nei telegiornali, in questi giorni e’ in corso un acceso dibattito negli Stati Uniti per quanto riguarda il finanziamento pubblico. Negli USA l’anno fiscale termina il 30 settembre. Solo pochi giorni fa dunque, e’ terminato il FY2013 ed e’ iniziato il FY2014. Per quest’ultimo pero’, non e’ stato raggiunto l’accordo tra camera e senato. Dal punto di vista politico, il motivo di questo e’ facilmente comprensibile. E’ in corso un forte dibattito tra Democratici e Repubblicani a seguito della tanto discussa e criticata riforma sanitaria voluta dal presidente Obama.

Conseguenza di questo mancato accordo e’ che da un giorno all’altro, circa 800 mila lavoratori pubblici si sono ritrovati senza stipendio. Purtroppo, non e’ la prima volta che questo accade. Come fanno notare diversi giornai economici, e’ la 17ma volta che avviene questa situazione, indicata in termini tecnici come “shutdown”.

In questa situazione sono coinvolti i dipendenti di parchi pubblici, di monumenti, ma anche i dipendenti dei centri anti epidemia cosi’ come altre servizi importanti per il funzionamento del paese. Ovviamente, come potete facilmente capire, i dipendenti della NASA non sono certo esentati.

Attualmente, a causa del taglio, la NASA e’ ufficialmente chiusa, con circa 18000 dipendenti a casa senza stipendio. Restano in servizio solo alcuni lavoratori coinvolti in programmi che non possono essere interrotti. Tra questi: coloro che si occupano della stazione spaziale internazionale, dei rover Curiosity e Opportunity, e di alcuni altri servizi indispensabili.

Quando finira’ questa situazione? Dal punto di vista economico non e’ facile dirlo. Quasi sicuramente, nel giro di qualche giorno, la situazione dovrebbe rientrare e il braccio di ferro tra i due schieramenti politici terminare. Questo e’ deducibile dal fatto che se lo shutdown si prolungasse troppo a lungo, allora il paese potrebbe finire in una situazione di default economico tecnico. In questo caso, la situazione sarebbe ben piu’ grave di quella attuale.

Concludendo, non c’e’ nessun mistero dietro l’irraggiungibilita’ del sito NASA in queste ore. Come visto nell’articolo questa e’ semplicemnte una conseguenza dello shutdown dovuto alla mancanza di un accordo parlamentare per l’inizio del fiscal year 2014. A causa del mancato finanziamento della macchina pubblica, circa 18000 lavoratori NASA sono stati spediti a casa e questo ha provocato non solo lo stop al sito dell’agenzia, ma anche il fermo forzato di quasi tutte le attivita’ in cui la NASA e’ coinvolta.

 

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11 settembre 2001: USA sotto attacco

23 Set

Dalla discussione avuta con un nostro caro lettore, mi e’ stato richiesto eplicitamente un articolo sugli attentati dell’11 settembre 2001. Ovviamente, non posso che essere lusingato di questa richiesta, che mi chiede di analizzare con lo stile di questo blog, uno dei fatti piu’ cruenti e significativi degli ultimi anni.

Come sapete bene, proprio da questi fatti, molti analisti fanno iniziare la crisi economica, l’inizio di quella che potrebbe essere considerata una guerra tra Occidente e Islam ma anche un cambio di coscienza globale di una civilta’ che da un giorno all’altra si e’ trovata nell’era moderna. Queste considerazioni, non vengono fatte solo a scopo introduttivo. A mio avviso, questi fattori entrano prepotentemente nell’analisi che viene richiesta per poter inquadrare al meglio i fatti nello specifico.

Trattare il tema dell’11 settembre non e’ di per se facile. Per diversi giorni ho studiato materiale, letto interviste, visionato filmati. Come sapete bene, la rete e’ strapiena di cospirazioni pensate, o anche immaginate, riguardo a questi attentati. Ovviamente, sarebbe impossibile trattarle tutte e con elevato dettaglio. Di questo mi scuso da subito. Sono consapevole che questo articolo potrebbe scatenare una pletora di commenti, forse neanche troppo soft, di qualcuno che crede fortemente che quanto accaduta sia una grande montatura.

Proprio partendo da queste osservazioni, vorrei sottolineare una cosa. Molte teorie affondano le loro radici sul fatto che i servizi segreti sapessero in anticipo degli attentati, discutono del perche’ i caccia siano partiti troppo presto o troppo tardi dalle basi militari, del perche’ il presidente fosse rimasto cosi’ tanto tempo nella famosa scuola elementare invece di correre sul luogo dell’attentato. Se sperate di avere risposte a queste domande, vi dico subito che queste non verranno trattate e non sono materia di questo blog. Perche’? Noi siamo qui per parlare di scienza e per analizzare i complotti e le catastrofi che vengono annunciate. Fate attenzione, ho detto “analizzare”, non “smentire”. Questa e’ la sottile differenza che ci distingue da coloro che sostengono i complotti per partito preso, ma anche da coloro che cercano in tutti i modi di smontarli senza cognizione di causa. Dal nostro punto di vista, cerchiamo sempre di non partire prevenuti, ma di rimanere aperti ad ogni risultato il nostro ragionamento potrebbe raggiungere. In fondo la scienza ci insegna questo, un risultato non e’ bello o brutto a seconda che ci faccia comodo o no, e’ un risultato che deve essere sostenuto da ipotesi oggettive.

Bene, quello che dunque vogliamo analizzare in questo post e’ il discorso della caduta delle torri gemelle, anche dette WTC1 e WTC2, dell’ulteriore edificio caduto a 200 metri dalle torri, il WTC7 e dell’aereo arrivato sul Pentagono.

Come sapete bene, anche perche’ molti hanno fatto fortuna parlando di queste ipotesi, i complottisti sostengono che sia fisicamente impossibile che i due edifici principali del World Trade Center siano caduti per l’impatto degli aerei o per gli incendi sviluppati all’interno. Secondo queste teorie, il dirottamento degli aerei sarebbe stata solo una farsa creata ad hoc. In realta’, le torri sarebbero cadute perche’ precedentemente minate con esplosivo o peggio ancora con termite, una sostanza in grado di sviluppare altissime temperature con un innesco a bassa temperatura. Le prove di questo sarebbero date dalla dinmica del crollo delle torri, perfettamente compatibili con una distruzione pianificata, esattamente quella che viene fatta da esperti per buttare giu’ un palazzo. Altra teoria alternativa che sta riscuotendo sempre piu’ successo in rete, e’ quella di un ordigno nucleare fatto esplodere nel sottosuolo e che avrebbe provocato la caduta delle torri per un cedimento delle fondamenta.

Prima di analizzare il crollo delle torri, vorrei fare qualche ragionamento. Per prima cosa, tutti questi scenari si basano sul fatto che il dirottamento sarebbe stato una farsa. Ma allora la domanda e’: perche’ e’ stato fatto? Nelle innumerevoli ipotesi, non ho mai letto questa risposta. Se le torri fossero state minate o se fossero cadute per l’esplosione di una bomba atomica, perche’ dirottare gli aerei e lanciarli contro uno dei simboli degli USA? Come sapete, stiamo parlando di un attentato terroristico dunque, per sua stessa definizione, volto a creare “terrore” nelle persone. La strategia di questi gruppi non e’ tanto quella di fare migliaia di vittime, quanto quella di dimostrare di poter colpire dove e quando vogliono. Perche’ dico questo? Una delle ipotesi, con o senza esplosivo, e’ che tutto sia stato organizzato dagli USA stessi, cioe’ che quello delle torri gemelle sia stato un auto-attacco. Perche’? Semplice, almeno a quello che dicono i complottisti, questo avrebbe offerto le condizioni per far partire le diverse campagne contro l’Islam, per far crollare regimi totalitari, per impadronirsi del petrolio o di altre risorse, per controllare i paesi orientali, ecc.

E’ credibile questo? Personalmente spero di no, ma l’analisi di queste considerazioni, come anticipato, non rientra negli scopi di questo articolo. Qui vogliamo solo analizzare gli attentati e capire se e’ possibile che ci sia qualcosa sotto non dichiarato. Poi se volete possiamo parlare del fatto che gli USA non siano un governo trasparente sotto molti aspetti, ma anche qui vi farei notare che nessuno stato lo e’ su determinate questioni, tantomeno l’Italia. Ci sono tantissimi fatti della nostra storia su cui c’e’ ancora un’aura di mistero e di possibile complotto. Non meravigliamoci di questo. Certo, da qui a parlare di auto-attentato ce ne passa.

Torniamo dunque all’attentato. Per prima cosa, vorrei escludere da subito, e chiunque dotato di buon senso dovrebbe farlo altrettanto velocemente, l’ipotesi ordigno nucleare sotterraneo. Perche’? Per prima cosa, un’esplosione nucleare produce radiazioni. E’ vero che si parla di esplosione sotterranea ma chi ce l’ha messa? Come? Possibile che non ci sia stata nessuna fuga di radiazioni?

Se queste considerazioni non vi bastano ve ne dico una definitiva. Se il tutto fosse provocato da un’eplosione sotterranea, sarebbero state colpite prima di tutto le fondamenta delle torri e, di conseguenza, il cedimento sarebbe stato dal basso. Come tutti sanno, con le immagini di quegli attimi ben presenti nelle nostre menti, la caduta e’ iniziata dall’alto, cioe’ da dove sono arrivati gli aerei.

Questo esclude subito l’ipotesi ordigno nucleare.

Bene, passiamo ora all’altra importante teoria complottista: le torri sono state progettate per resistere all’urto di un aereo di linea per cui non potevano crollare. Quelle che hanno provocato il cedimento sono state cariche piazzate in diversi piani e che hanno provocato quella che si chiama una distruzione pianificata.

Prima considerazione, come avrebbero fatto a mettere tutte queste cariche? Con un edificio del genere, le cariche avrebbero dovuto essere in molti piani, in punti diversi ed in zone di normale passaggio di persone. Chi avrebbe avuto la possibilita’ di mettere queste cariche? Come sapete, le torri erano sede di moltissimi uffici ed erano frequentate nell’arco di quasi tutta la giornata. Ah certo, quasi dimenticavo, se l’attentato e’ stato fatto dagli USA, non avevano certo problemi nel piazzare ordigni ed entrare senza destare sospetto.

Considerazione interessante. Vi faccio pero’ riflettere su un’altra cosa, perche’ allora gli aerei? Avete imbottito le torri di esplosivo per farle crollare, perche’ dirottare degli aerei da lanciare contro le torri? Per aumentare l’affetto scenico? L’ipotesi non regge tanto. Inoltre, come avete visto dai video dei crolli, il cedimento e’ iniziato proprio nei piani sopra il punto di impatto, possibile che le cariche siano state fatte brillare nell’esatta sequenza, dall’alto verso il basso, e che i dirottatori abbiano centrato esattamente il punto che avevate concordato in precedenza? Personalmente, credo che si stia passando dal complottismo alla fantascienza.

Qual e’ l’altra motivazione che spinge a pensare che l’attaco sia stato auto-pianificato? Il piano era talmente tanto perfetto e l’esecuzione talmente impeccabile che l’organizzazione poteva solo essere fatta da un governo preparato e interno al paese, dunque gli USA stessi.

Facciamo una considerazione abbastanza meschina, soprattutto se pensiamo ai 3000 morti dell’11 settembre. Gli attentati sono stati perfetti? Assolutamente falso. Vi spiego il perche’. Avete dirottato 4 aerei, due sono andati a segno sulle torri, uno ha fatto danni marginali al pentagono e uno non e’ nemmeno arrivato a destinazione. Siete arrivati contro le torri in un orario sbagliato. Come sapete, gli attentati sono accaduti nelle prime ore della mattinata, quando le torri non erano ancora completamente piene. Se vogliamo essere sadici, un attentato ben riuscito avrebbe scelto un orario diverso, anche solo un paio di ore dopo. Inoltre, avete colpito le torri in punti molto alti. Questo ha consentito alle persone dei piani inferiori, in larga parte, di mettersi in salvo. Tra l’altro uno degli aerei e’ arrivato completamente storto all’impatto colpendo uno spigolo della torre. E’ un piano perfetto? Direi proprio di no. Dunque, anche questa ipotesi secondo me regge poco.

Detto questo, passiamo alla dinamica del crollo.

Secondo l’ipotesi complottista, il cedimento sarebbe stato causato da cariche opportunamente piazzate come in una demolizione controllata. Le prove? Prima di tutto, la caduta perfettamente verticale delle torri, secondo ampi sbuffi di fumo e detriti che uscivano dagli edifici negli istanti precedenti il crollo. Questi sarebbero gli inequivocabili segni dovuti all’esplosione delle cariche.

Perche’ vengono fatte queste ipotesi? Come detto, le torri erano progettate per resistere all’urto di un aereo di linea. Gli incendi sviluppati all’interno degli uffici non potevano di certo raggiungere la temperatura di fusione dell’acciaio delle strutture. Se queste sono venute giu’ e’ perche’ e’ stata usata termite, in grado di raggiungere le temperature di fusione dell’acciaio, o perche’ sono stati causati cedimenti strutturali lungo tutta l’altezza delle torri.

Bene, analizziamo queste considerazioni.

Per prima cosa, gli edifici erano in grado di resistere all’impatto di un aereo, come giustamente ricordato anche dall’ideatore delle Torri Gemelle. Le simulazioni fatte al tempo prevedevano pero’ aerei piu’ piccoli rispetto a quelli utilizzati nel 2001 e, soprattutto, scarichi di carburante. Perche’ questo? Semplice, nei calcoli si era presa in considerazione l’ipotesi in cui un velivolo in fase di atterraggio a New York, dunque con poco carburante, a causa della nebbia finisse contro gli edifici. La dinamica dell’attentato del 2001 e’ completamente diversa con aerei decollati da poco tempo e con serbatoi carichi, anche se non pieni, di kerosene.

Cosa e’ successo nell’impatto? Gli aerei sono penetrati all’iinterno degli edifici. A causa dell’urto, il kerosene dei serbatoi si e’ incendiato provocando la fiammata iniziale che tutti ricorderete.

Ingresso dell'aereo in una delle due torri

Ingresso dell’aereo in una delle due torri

Le fiamme hanno ovviamente provocato il divamparsi di incendi in tutti i piani interessati dall’urto. Vi ricordo che le torri erano sede di molti uffici per cui erano piene di carta, arredi d’ufficio, pc, tutte cose facilmente infiammabili.

Bene, abbiamo l’urto, abbiamo l’incendio, ma le torri sono ancora in piedi. Dunque? Perche’ solo a distanza di decine di minuti si e’ avuto il crollo delle torri, e per di piu’ la seconda colpita e’ caduta per prima?

Le risposte a quete domande sono quelle che segnano il confine tra complotto e spiegazione logica.

Andiamo con ordine.

Come sono fatte le torri?

Su diversi siti, non necessariamente di complottisti, ho letto molte cose inesatte sulla struttura delle torri. Capire questo punto e’ la chiave di interpretazione dei fatti.

La struttura delle torri e’ fatta da una serie di colonne perimetrali che corrono tutt’intorno gli edifici e da una parte di colonne centrali che costituiscono il core:

Struttura con travi di acciaio delle Torri

Struttura con travi di acciaio delle Torri

Abbiamo dunque una struttura portante di colonne d’acciaio, molto solida, ma sufficientemente elastica da resistere non solo ad attentati, ma anche a condizioni naturali e normali di utilizzo. Pensate ad esempio ad una scossa di terremoto che fa vibrare tutta la struttura o anche solo al vento in grado di sollecitare fortemente una struttura alta piu’ di 400 metri.

Come sono legate le due serie di colonne? Ovviamente con dei solai. Anche in questo caso, e’ stato utilizzato acciaio, per creare una struttura legata in questo modo:

Solai in acciaio

Solai in acciaio

Sui solai sono disposti i pavimenti dei vari piani costituiti da lastre di cemento.

Molte delle ipotesi complottiste partono dal fatto che per far crollare una struttura di questo tipo, e’ necessario far fondere completamente l’acciaio. Per ottenere questo risultato, si devono raggiungere temperature superiori ai 1500 gradi, cosa impossibile bruciando kerosene. Tra l’altro, le colonne di fumo nero che ricorderete intorno alle torri, sono sinonimo di cattiva combustione dunque di temperatura non troppo alta. Secondo alcuni, nel calcolo delle temperature, tra l’altro sulla rete ho letto degli strafalcioni incredibili di termodinamica senza distinguere temperatura e calore, mancherebbe l’apporto dei mobili e della carta. Anche in questo caso pero’, viene giustamente fatto notare che non si riesce a raggiungere la temperatura di fusione dell’acciaio.

Vero anche questo. Ma perche’ si dovrebbe far fondere l’acciaio? Premesso che per la fusione servono le temperature di cui abbiamo parlato, gia’ a 500 gradi l’acciaio lascia la sua fase elastica per arrivare a quella plastica. In queste condizioni, il materiale e’ molto morbido e presenta dunque una resistenza strutturale molto minore, anche del 90% inferiore, rispetto alle condizioni ambientali. Perche’ facciamo notare questo? Un materiale in queste condizioni, inficia in modo preponderante la resistenza della struttura.

Secondo i complottisti, la caduta degli edifici sarebbe stata perfettamente verticale, come in una demolizione studiata. Su questo punto, non c’e’ neanche da discutere. Per prima cosa, vi mostro una foto aerea della zona:

Detriti dovuti al crollo in tutta l'area del World Trade Center

Detriti dovuti al crollo in tutta l’area del World Trade Center

Come vedete, i residui dei crolli sono ovunque. Torneremo su questo punto, discutendo la caduta del WTC7.

Inoltre, e’ evidente dalle prove fotografiche che la caduta degli edifici non e’ stata assolutamente verticale. La parte di torre superiore al punto di ingresso degli aerei, si e’ staccata con un’angolazione molto pronunciata, circa 30 gradi per una torre e 15 per l’altra. Ecco una foto molto esplicativa:

Crollo inclinato della parte alta della torre

Crollo inclinato della parte alta della torre

Vedete quanto e’ inclinata la parte superiore? Non credo che, alla luce di questo, si possa parlare di caduta verticale.

Perche’ sono cadute le torri?

Come detto, gli edifici erano pensati per resistere all’impatto di un aereo, anche se scarico di carburante e di dimensioni minori di quelli dirottati. Nonostante questo, le torri hanno resistito all’impatto, infatti non sono cadute subito a causa dell’urto. La stessa cosa si puo’ dire per l’incendio. Gli edifici erano pensati per resistere 2 ore ad un incendo completo. Eppure sono cadute. Perche’?

Quello che spesso non viene considerato e’ il fattore combinato incendio-impatto.

Vi faccio un esempio molto semplice. Prendete una lattina di bibita da 33 cl. Quella lattina e’ fatta da un sottilissimo foglio di alluminio, ma ha una resistenza a compressione elevatissima. E’ in grado di reggere tranquillamente il peso di una persona. Se pero’ la schiacciate leggermente da un lato, basta una minima pressione per accartocciarla. Bene, quello che e’ successo alle torri e’ del tutto analogo all’esempio della lattina. L’ingresso dell’aereo ha provocato danni ad alcuni dei pilastri perimetrali, questo ovviamente compromette la stabilita’ della struttura, ma non del tutto. Il seguente incendio che si e’ sviluppato, ha portato non la liquefazione dell’acciaio, ma un suo ammorbidimento. Questo ovviamente in tutti quei piani interessati dall’urto. Inoltre, il calore ha modificato pesantemente la resistenza meccanica delle travi utilizzate per i solai. In questo caso, le travi si sono ritirate, a causa della minore resistenza meccanica, tirando le travi perimetrali verso quelle del core centrale.

In questa foto si vede un dettaglio della parte interessata dall’incendio ed in cui e’ chiaramente visibile l’avvicinamento della parete laterale verso l’interno:

Dettaglio dell'incendio con parete che rientra

Dettaglio dell’incendio con parete che rientra

Come detto, questo e’ sintomatico del cedimento meccanico delle travi dei solai.

A questo punto, avete una struttura molto debole in diverse parti. Dopo decine di minuti di incendio, la parte alta, tagliata sotto dall’ingresso dell’aereo, cede sotto il suo peso premendo sulla parte inferiore della torre. Una struttura meccanica gravemente compromessa come quella in esame ad un certo punto non riesce piu’ a resitere al peso e cede su se stessa.

E ‘ dimostrabile questo? Assolutamente si. Sono stati pubblicati diversi articoli con simulazioni FEM, tra l’altro su riviste internazionali, che hanno dimostrato come la caduta delle torri sia perfettamente compatibile, nei tempi e nei modi, con quella dell’attentato avvenuto. Uno di questi e’ scaricabile da questo link:

Usmani

Tra l’altro, proprio a causa del cedimento improvviso sotto il peso, la caduta delle torri e’ risultata quasi istantanea come un corpo in caduta libera. Questo perche’ i piani inferiori che via via venivano interessati, venivano schiacciati da un peso sempre crescente.

Altra considerazione importante, possibile che la torre sia caduta istantaneamente tutta insieme, polverizzando tutto? Anche queste considerazioni sono del tutto false. Prima cosa, come anticipato, la caduta non e’ stata verticale ma i detriti hanno interessato una vasta zona del World Trade Center. Inoltre, non e’ assolutamente vero che si e’ polverizzato tutto. Ci sono diverse prove come questo video:

Video, frammenti

che mostrano la caduta di detriti molto grandi, molto pesanti e soprattutto interi verso il basso.

Altra cosa rimasta in sospeso, cosa dire degli sbuffi che si vedevano durante il crollo delle torri? Per farvi capire meglio, i sostenitori del complotto si riferiscono ad esempi come questo:

Sbuffi di materiale interpretati come detonazioni

Sbuffi di materiale interpretati come detonazioni

Secondo alcuni, questa sarebbe la prova dell’esplosione di alcune bombe lungo la torre. Niente di piu’ falso. Come potete facilmente immaginare, si tratta soltanto dell’aria interna agli edifici che viene compressa per schiacciamento durante la caduta e che riesce a frantumare i vetri esterni. Allo stesso modo, le presunte esplosioni che vengono raccontate da alcuni testimoni durante il crollo, altro non sono che il rumore dei vetri che andavano in frantumi o anche quello delle lastre di cemento che costituivano i pavimenti dei piani. Come detto, a causa della variazione di tenuta dei pilastri del solaio, i pavimenti non possono far altro che cedere e precipitare verso i piani inferiori.

Detto questo, non credo ci dovrebbero essere dubbi sul fatto che la caduta delle torri e’ stata provocata dalla combinazione dell’impatto dell’aereo e dell’incendio che si e’ sviluppato. Come visto, non solo questo e’ documentabile dalle molte prove fotografiche di quel tremendo giorno, ma ci sono anche numerosi articoli a sostegno che dimostrano la veridicita’ delle ipotesi. Solo questi, e il fatto che la dinamica del crollo sia simulabile, dovrebbero smentire tutte quelle voci che cercano evidenze di qualcosa di diverso nel crollo del WTC1 e 2.

Detto questo, passiamo invece all’altro grande mistero di quel giorno, il crollo del WTC7. Per chi non ne fosse a conoscenza, l’area del World Trade Centrer, era composta da diversi edifici, di altezze diverse. L’11 settembre 2001, oltre alle due torri, cadde anche un altro edificio, appunto detto WTC7, che non venne assolutamente colpito da niente. Perche’ e’ importante questo fatto nelle teorie complottiste? Semplice, il fatto che questo sia caduto senza essere stato colpito, indica chiaramente che gli edifici della zona fossero stati minati precedentemente. Evidenza che sosterrebbe le ipotesi viste prima. Tra l’altro, come evidenziato dai complottisti, il WTC7 non puo’ essere stato colpito da detriti per due buone ragioni. La prima e’ che si trova a circa 200 metri dalla torre piu’ vicina e tra i due vi era un altro edificio, chiamato WTC6, che lo proteggeva completamente e che non e’ andato distrutto dopo il crollo della torre. Il secondo motivo e’ ancora piu’ semplice, dal momento che si e’ trattato di un crollo studiato e verticale e in cui i detriti sono stati polverizzati, niente sarebbe potuto cadere cosi’ lontano.

A questa seconda ipotesi abbiamo gia’ abbondantemente risposto, mostrando come i detriti ci sono, anche di notevole dimensione, e dimostrando come la caduta non sia stata verticale. Questa osservazione e’ dunque da scartare a priori.

Resta pero’ l’altra ipotesi. Tra la torre che crolla e il WTC7 c’e’ un altro edificio che non crolla. Come e’ possibile? Inoltre, il WTC7 e’ caduto dopo diverse ore dalle torri, altro aspetto inspiegabile. Per chi non lo sapesse, anche in questo caso, parliamo di un edificio di 47 piani con struttura in acciaio, dunque non un castello di carte che cade da solo per opera del vento.

Per capire questo crollo, e’ necessario vedere la planimetria del World Trade Center, quando ancora esisteva:

Mappa degli edifici del World Trade Center

Mappa degli edifici del World Trade Center

Come vedete, effettivamente il WTC7 e’ completamente protetto dal WTC6 che impedisce a qualsiasi detrito di danneggiare l’edificio.

Spesso pero’, quelli che pensano i complotti, dimenticano che le spiegazioni piu’ semplici sono quelle che andrebbero considerate per prime. Siamo a New York, Stati Uniti di America, dove si costruiscono grattacieli con altezze completamente diverse. Invece di fermarci alla planimetria, vediamo un prospetto della zona con le altezze in scala degli edifici:

Modello 3D degli edifici del World Trade Center

Modello 3D degli edifici del World Trade Center

Notato niente? Guardate quanto e’ alto il WTC7 rispetto al WTC6 che si trova di fronte. Praticamente questo edificio vede benissimo la torre di fronte ed e’ completamente esposto alla caduta dei detriti.

Cosa e’ successo precisamente l’11 settembre 2001?

Durante la caduta della torre piu’ vicina, il WTC7 ha subito alcuni danni strutturali, come riportato in questa foto:

Dettaglio del WTC7 dopo il crollo della torre piu' vicina

Dettaglio del WTC7 dopo il crollo della torre piu’ vicina

Come si vede, e come indicato enlla foto stessa utilizzata nei rapporti ufficiali, il WTC7 ha subito, durante il crollo della torre, danni evidenti ai piani alti. Sempre a causa della caduta di detriti, sono divampati anche incendi all’interno dell’edificio.

E’ strano questo?

Assolutamente no, come ricorderete bene, ci sono stati numerosissimi casi di incendi a terra a causa di detriti in fiamme caduti dalle torri. Uno di questi ha colpito il WTC7 in cui sono divampati incendi.

Allora, anche qui abbiamo un edificio danneggiato, anche se lievemente, ed un incendio in corso. Poi? Quello che e’ successo e’ evidente, l’edificio e’ stato lasciato crollare. Perche’? Ovviamente, tutti gli occupanti erano stati fatti evacuare. I pompieri erano in notevole difficolta’ per tenere sotto controllo le torri. Abbiamo un edifico vuoto, danneggiato e che brucia. Inoltre, per lungo tempo c’e’ stata mancanza di acqua per cui, anche volendo, i pompieri non hanno avuto modo di domare l’incendio all’interno del WTC7. Detto questo, l’edificio e’ stato lasciato al suo destino. In questo caso, come anticipato, ci e’ voluto molto piu’ tempo affinche’ il WTC7 crollasse e infatti, e su questo sono tutti d’accordo, il crollo e’ avvenuto solo nel pomeriggio inoltrato ora di New York.

Dunque, anche per il WTC7 esiste una spiegazione razionale ottenuta dall’analisi condotta fino a questo punto.

Resta da analizzare l’aereo che e’ arrivato contro il pentangono. In questo caso, le teorie complottiste parlano di una manovra impossibile da fare per un aereo di linea dal momento che il punto di impatto e’ tra il piano terra e il primo piano, dunque troppo vicino al terreno, che il carello si sarebbe abbassato da solo sotto una certa quota, ma soprattutto che un velivolo cosi’ basso avrebbe necessariamente fatto danni attraversando la vicina autostrada. Secondo queste ipotesi, in questo caso non si e’ nemmeno trattato di un aereo, bensi’ di un missile cruise. Questo avvalora l’ipotesi secondo la quale non si e’ trattato di un attentato ma di un auto attacco da parte del governo per permettere le future politiche in medio Oriente.

Prima cosa, molte delle foto che trovate in rete e che parlano di foro troppo piccolo e incompatibile con quello che lascerebbe un aereo sono false. Quelle reali, dimenticano di considerare che molte delle parti dell’aereo sono in realta’ estremamente leggere e dunque dotate di potere di penetrazione molto basso, soprattutto se rapportate con una struttura di cemento armato rinforzato come quella del pentagono. Detto questo, mi sento di escludere subito l’ipotesi missile.

Restano pero’ le altre supposizioni. Prima di tutto, e’ assolutamente falso dire che i carrelli degli aerei si abbassano da soli. Inoltre, non mi sembra che sia cosi’ impossibile centrare il bersaglio. Come giustamente fatto notare nelle controipotesi, ogni giorno tutti gli aerei centrano il bersaglio rappresentato dalla pista di atterraggio. Ci sono tantissimi aereoporti in cui le piste sono in posizioni davvero scomode, vicino al mare, deitro le montagne, ecc. Condizioni che devono essere studiate molto bene, ma che vengono eseguite senza problemi.

Inoltre, non e’ affatto vero che il volo radente dell’aereo non e’ passato sulla vicina autostrada. Vi mostro una foto:

Palo divelto sull'autostrada di fronte al pentagono

Palo divelto sull’autostrada di fronte al pentagono

Come vedete, questi sono i piloni dell’illuminazione dell’autostrada che sono stati abbattutti dal passaggio dell’aereo. Questa ipotesi viene utilizzata per mostrare l’incompatibilita’ della traiettoria seguita. Se l’aereo non ha toccato l’autostrada, come ha fatto a volare poi rasoterra vicino al pentagono? Questo implicherebbe una manovra non possibile con un aereo di quelle dimensioni. Questa foto che ho mostrato, come tante altre che trovate in rete, mostrano l’esatto contrario. Al passaggio sull’autostrada, il volo dirottato era gia’ molto basso e puntava dritto contro il pentangono.

Riassumendo, i crolli delle torri gemelle e del WTC7 sono perfettamente compatibili con la versione ufficiale. Inoltre, le simulazioni FEM fatte sugli edifici per studiare la dinamica dell’impatto hanno dato risultati perfettamente compatibili con quelli visti in quel tragico giorno. Questo solo per mentire tutte quelle voci che vorrebbero l’attentato mediante aerei solo una messa in scena per distrarre dalle cariche piazzate all’interno dell’edificio. Come visto, il crollo del WTC7 e’ del tutto compatibile con la caduta dei detriti che hanno dapprima danneggiato l’edificio e poi fatto divampare l’incendio che ha bruciato per ore. Questo dimostra anche la non fondatezza delle ipotesi sulla caduta verticale o sulla demolizione programmata delle torri.

Per quanto riguarda il pentagono, come visto, la traiettoria seguita dall’aereo e’ perfettamente compatibile con quella pensata. Il velivolo ha volato in assetto quasi parallelo al terreno gia’ quando si trovava sopra la vicina autostrda. A riprova di questo, ci sono prove fotografiche che mostrano i pali dell’illuminazione divelti dal passaggio a bassa quota. Questo anche per escludere l’ipotesi quanto mai fantasiosa del missile cruise.

Ultima considerazione. Come detto all’inizio di questo lunghissimo articolo, il mio scopo era solo quello di analizzare i crolli e ragionare sulle tante ipotesi di complotto che si sono alimentate nel corso degli anni. Non voglio fare un trattato di economia e politica internazionale, ne tantomeno parlare di governo centrale degli Stati Uniti. Possiamo dire che gli attentatori erano pagati dal governo USA? Personalmente, credo di no, ma non sta a me dirlo ne tantomeno riuscire a dimostrarlo ragionando scientificamente.

Vorrei pero’ farvi riflettere su un’ultima cosa. A mio avviso, gli attentati dell’11 settembre 2001 hanno mostrato un paese non pronto ad attacchi di questo tipo. Molti fanno ipotesi complottiste ragionando sul fatto che i caccia non si siano alzati per abbattere gli aerei dirottati o che non ci fosse un adeguato sistema di controllo e difesa. Secondo me, il discorso non e’ neanche questo. Gli Stati Uniti, prima del 2001, erano abituati a combattere guerre fuori dai loro confini. Con l’attentato del World Trade Center hanno scoperto che il mondo globalizzato era in grado di portare la guerra anche dentro i loro confini. E’ facile pensare ad una potenza bellica perfetta finche’ questa non viene testata sul campo. Nel caso degli USA, fino a quel momento, il paese pensava di essere invincibile e immune da attacchi di questo tipo. Purtroppo, anche sotto questo aspetto, l’11 settembre 2001 ha segnato un momento di svolta epocale.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

La bufala degli occhiali a raggi X

8 Set

Come sapete bene, su questo blog siamo abituati ad analizzare dal punto di vista scientifico le varie bufale che nascono e si sviluppaono, soprattutto sulla rete. Molte di queste, proprio perche’ riescono a far piu’ leva sulle persone, riguardano direttamente qualche data per la fine del mondo o imminenti catastrofi che potrebbero accadere.

Questa volta pero’, vorrei parlare di un argomento affine, ma in linea di principio diverso. Non chiedetemi perche’, ma proprio oggi, mentre ero al lavoro, mi sono tornate in mente quelle pagine dei giornaletti degli anni ’80, che vendevano prodotti piu’ o meno assurdi per corrispondenza. In realta’, questa pagine hanno visto il loro boom negli anni ’60 e ’70. Ho detto anni ’80 solo perche’ questi sono gli anni che ho vissuto direttamente e di cui ho ricordo.

Solo qualche settimana fa, abbiamo parlato delle cosiddette “scimmie di mare”:

Il canto delle sirene

anche queste in vendita in quegli anni.

Tra tutti questi prodotti, ve ne era uno in particolare che suscitava sempre un largo interesse nei maschietti che lo vedevano: i mitici occhiali a raggi X. Per i pochi che non li conoscono o non li ricordano, gli occhiali a raggi X erano dei comuni occhiali che pero’ promettevano di poter vedere, un volta indossati, sotto i vestiti delle donne. Praticamente, la visione a raggi X consentiva di eliminare la copertura dei vestiti e di vedere, come indicato nelle figure che accompagnavano gli annunci, belle ragazze in lingerie.

occhiali-a-raggi-x

Secondo voi, e’ possibile una cosa del genere? Questa e’ la prima domanda. Se intanto pensate a questa risposta, la seconda domanda e’: quanti ne avranno venduti?

Come avete capito, dal momento che ne stiamo parlando qui, oltre che per un motivo vintage e di lontani ricordi, si trattava di una bufala colossale. Nonostante questo, soprattutto al tempo, difficilmente sareste riusciti a trovare qualcuno pronto ad ammettere l’acquisto e la fregatura presa.

In cosa consistevano questi occhiali?

Semplicemente, quella che arrivava a casa era una normale montatura in plastica, il colore potevate sceglierlo al momento dell’acquisto, con delle lenti in cartone. Al centro delle lenti vi era un foro in cui era appoggiato un foglietto semitrasparente di plastica rossa. Guarando attraverso il foro, quello che si vedeva era solo un’immagine rossastra, ma niente di piu’.

Dunque, come potete capire, si trattava di una bufala.

Nonostante questo, la ditta produttirice dell’oggetto, che in Italia era di Milano, non ha mai ricevuto una querela o una richiesta di risarcimento. Sapete perche’? Per lo stesso motivo detto prima, nessuno era pronto ad ammettere di aver comprato gli occhiali.

Per capire questo passaggio, dobbiamo immaginare gli anni del boom di questo genere di vendite. Come detto, il massimo del commercio avvenne negli anni ’70, fino agli anni ’80. In questi anni, la situazione era profondamente diversa da quella di oggi. La societa’ era praticamente sessuomane. Oggi, accendendo la TV, internet, leggendo giornali, ecc, vi trovate immagini di nudo ovunque. Lungi da me fare il bigotto su questo argomento, ma la concezione del sesso e del nudo era profondamente diversa da quella degli anni passati.

Immaginate ora, in anni cosi’ particolari, nel bene o nel male, ma non e’ questa la sede per discutere questi aspetti, la vendita di un prodotto che prometteva cose di questo tipo. Molti adolescenti, ma anche adulti, compravano di nascosto questi gadget, in vendita ad un prezzo accessibile a tutti, e se lo facevano recapitare a casa in pacchi anonimi. Data tutta questa segretezza, secondo voi poi potevano uscire allo scoperto e denunciare la ditta ammettendo l’acquisto? Assolutamente no. In fondo, negli anni ’80, avevano buttato poco piu’ di 5000 lire.

Alla luce delle nostre attuali conoscenze, capiamo subito che si trattava di una bufala. Come sappiamo bene, sarebbe impensabile andare in giro con una sorgente di raggi X da portarci dietro. A riprova di quanto detto sulla sessuomania, alcune ditte parlavano anche di poter vedere le ossa della mano, ma tutte spingevano sul nudo. Altra considerazione, se gli occhiali funzionavano per vedere sotto i vestiti, perche’ tutti parlavano di belle ragazze? Se funzionavano davvero, allora si sarebbe potuto vedere sotto i vestiti di donne, uomini, anziani, ecc. Sui giornali pero’, come tutti ricorderanno, c’era sempre una procace signorina visibile con i vestiti in trasparenza. Capite bene, che il contesto sociale dell’epoca ha giocato un ruolo fondamentale in questo genere di commercio.

Gia’ che ci siamo, apriamo una piccola parentesi anche sugli altri prodotti in vendita in quelle famose pagine dei giornali. Oltre agli occhiali a raggi X, che come potete vedere facendo una ricerca andavano per la maggiore, si trovavano penne in grado di registrare la voce, microfotocamere, walkie talkie. Tutto ad un prezzo ragioanevole e con caratteristiche tecniche sopra ogni possibile immaginazione.

pag17 occhiali pubblicità

Perche’ questo genere di prodotti? In quegli anni andavano per la maggiore i film di spionaggio. 007 era un mito e molte persone si immedesimavano nelle avventure del famoso agente segreto. Detto questo, capite molto bene perche’ questi prodotti erano cosi’ richiesti.

Un mio caro amico, compro’ effettivamente una di quelle penne che nascondevano un registratore. Risultato? Per registrare la voce era praticamente necessario infilarsi la penna in bocca, questo perche’ la qualita’ dei microfoni era quella del tempo. Inoltre, la memoria disponibile non consentiva di registrare piu’ di una decina di secondi. Insomma, anche in questo caso una bella fregatura, per fortuna a prezzi “popolari”.

Analogamente, con il mito di Hulk e di Conan il barbaro, le riviste vendevano una portentosa crema. Bastava spalmarsela sul corpo per far uscire dei muscoli enormi. L’effetto era non garantito, ma almeno non era dannosa!

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Ancora sulla fusione fredda

4 Ago

Eccoci qui, tornati dalle vacanze, e pronti a ricominciare di nuovo con il blog. In questo contesto, il “ricominciare” suona quanto mai azzeccato, proprio per l’argomento che vogliamo andare a trattare in questo post.

In una discussione del forum, che per chi lo avesse perso e’ sempre disponibile a questo indirizzo:

Psicosi, forum

e’ stato richiamato in causa il discorso E-Cat di Rossi ed i relativi fenomeni LENR, cioe’ le reazioni nucleari a bassa energia.

Di questo argomento avevamo parlato in dettaglio in questo articolo:

E-cat meraviglia o grande bufala?

Come visto, l’occasione per parlare di questo argomento era venuta quando molti siti internet avevano parlato finalmente della prova indipendente fatta da scienziati. Come sapete bene, non per essere fondamentalista della scienza ne’ tantomeno per denigrare qualcuno senza i presupposti, ad oggi, non vi e’ nessun test indipendente, ma soprattutto fatto seguendo i criteri del metodo scientifico, che mostri la veridicita’ di quanto affermato dall’inventore dell’E-Cat.

Nel post precedente, avevamo visto come la presunta prova indipendente, in realta’ tanto indipendente non lo era. Prima di tutto, dobbiamo rimarcare il fatto che l’articolo successivamente pubblicato non aveva passato nessuna procedura di “peer review”, essendo un paper pubblicato su ArXiv, cioe’ sul database della Cornell University. Come evidenziato, non voglio criticare gli scienziati intervenuti alla dimostrazione, conoscendone personalmente due, ma le tante voci apparse su internet non sono in realta’ veritiere rispetto a quanto accaduto.

L’aspetto fondamentale da tenere a mente e’ che gli scienziati dell’Universita’ di Uppsala in Svezia, non hanno eseguito personalmente il test sull’E-Cat, ma si sono limitati al ruolo di spettatori. Il sistema, cosi’ come era preparato, presentava molte parti oscure paragonabili a scatole nere. Anche la misurazione del calore eseguita mediante termocamera, presenta delle incertezze della misura non facilmente preventivabili e che possono falsare notevolmente il risultato finale.

Detto questo, nell’articolo di ArXix, che potete leggere a questo link gia’ riportato nel precedente articolo:

ArXiV Uppsala

si evidenzia come, “dai dati osservati”, la quantita’ di calore prodotta dal macchinario fosse notevolmente superiore a quella di una qualsiasi reazione chimica, cosa che farebbe pensare ad una reazione di tipo nucleare.

Come visto nel precedente post, quali sono le critiche che avevamo mosso? Se si trattasse di reazione nucleare, ci dovrebbe essere emissione di una qualche forma di radiazione, in realta’ non osservata. I ricercatori non hanno assistito alla preparazione del combustibile, cioe’ della miscela Idrogeno-Nichel piu’ catalizzatore, preparata in precedenza da Rossi. Il rame prodotto, che e’ quello che farebbe pensare ad una fusione, non presentava percentuali di isotopi diversi rispetto al rame comunemente commerciale. Detto con un po’ di malignita’, quel rame potrebbe essere stato comprato e messo nella camera solo per far pensare ad un fenomeno di fusione.

Senza ripercorrere le conclusioni che abbiamo raggiunto nel precedente articolo, il nostro punto di vista e’ abbastanza scettico. Non voglio demonizzare i fenomeni LENR pero’, in assenza di prove scientifiche che dimostrino l’esistenza di queste reazioni, e’ difficile da mandare giu’, o megio credere, a questo risultato. Ovviamente, molti alzano gli scudi e parlano di segreto industriale da mantenere. Proprio in virtu’ di questo aspetto, viene mantenuto il segreto sulla preparazione del combustibile e su alcune parti fondamentale dell’apparato. Bene, se anche fosse vero questo, allora non si puo’ pretendere di “credere” all’E-Cat. Quando ci sara’ questa fantomatica versione comerciale, che vi ricordo aspettiamo da anni, allora diremo che la cosa e’ possibile. Scientificamente, non possiamo “credere” a qualcosa, c’e’ bisogno di prove.

Detto questo, solo pochi giorni fa, la greca Defkalion, un tempo ditta collaboratrice di Rossi, ha mandato in diretta streaming una nuova dimostrazione di un dispositivo molto simile all’E-Cat, l’R5. Le differenze fondamentali tra i due sistemi sarebbero nella temperatura di esercizio e nella pressione richiesta in camera. Per il resto, il principio di “funzionamento” sarebbe lo stesso.

Potete vedere lo streaming a questo indirizzo:

Streaming Defkalion

Vi premetto subito che lo streaming e’ stato seguito anche da una platea di addetti ai lavori della conferenza ICCF-18 sulla fusione fredda. Come al solito, nell’esperimento si mostrava un sistema in grado di produrre molta piu’ energia di quella assorbita. Come potete facilmente immaginare pero’, in seguito alla diretta, sono piovute decine di domande dagli esperti della conferenza sui metodi di misurazione del calore, sulle parti, come al solito, tenute nascoste, sul combustibile utilizzato, ecc. Ovviamente, domande che non hanno avuto una risposta. Per essere sinceri, la Defkalion ha dato delle risposte sommarie tramite un’intervista, ma poi si e’ limitata a dire che l’esperimento non era un vero test di funzionamento, bensi’ una mera dimostrazione sul sistema utilizzato. Al solito, tanto fumo e assolutamente niente arrosto.

Prima di concludere, vorrei pero’ tornare sul discorso E-Cat e Universita’ di Uppsala. Sulla rete gira la notizia, assolutamente non confermata, che Rossi sarebbe pronto a costruire una centrale da 1MW utilizzando il suo E-Cat. Personalmente, la cosa mi farebbe immensamente piacere. Come detto in precedenza, capisco molto bene, anche da scienziato, l’anima commerciale della cosa. Proprio per questo motivo, aspetto ansiosamente, ormai da troppo tempo, un qualcosa di commerciale da vedere, studiare e, ovviamente, comprare.

A seguito dell’articolo di ArXiv, ne e’ stato pubblicato un altro, sempre nello stesso archivio, di risposta alle osservazioni sul test di Rossi. Ecco il link all’articolo:

ArXiv, commento

Questi articoli sono tutti liberamente scaricabili e leggibili anche senza abbonamento. Come potete vedere, anche questo articolo e’ a firma di due ricercatori dell’Universita’ di Uppsala,i professori Ericsson e Pomp. Mentre nel primo articolo i ricercatori coinvolti erano esperti di campi diversi, fisica sperimentale, teorica, radioprotezione, ecc, Ericsson e Pomp sono due professori di fisica nucleare.

Nell’articolo vengono mosse pesanti critiche al primo report, non solo per la preparazione specifica dei ricercatori coinvolti nel primo test ma anche per il fatto che due di questi scienziati conoscono personalmente Rossi, hanno partecipato a diversi test e in passato hanno espresso apprezzamenti sull’E-cat. Certo, se vogliamo parlare di “risultato indipendente”, queste evidenze farebbero mal pensare pero’, ragionandoci su, immaginate questo scenario: avete costruito una macchina strabiliante con risultati eccezionali, avete bisogno di un risultato indipendente, a chi vi rivolgereste? Sicuramente la prima scelta ricadrebbe su qualcuno che conoscete. Personalmente, la cosa non mi scandalizza piu’ di tanto. Essendo poi tutti i ricercatori della stessa universita’, non vorrei ci fossero attriti pregressi che hanno spinto a questa diatriba.

Tolto il gossip scientifico, che non interessa a questo blog, ragioniamo invece sul discorso scienza. L’articolo di Ericsson e Pomp, muove esattamente le stesse critiche al sistema e alla prova che avevamo fatto noi nell’articolo precedente. In particolare, si evidenzia l’assoluta mancanza di uno schema elettrico, della preparazione del campione, dei cavi connessi al sistema per evitare che ci siamo linee secondarie di alimentazione non considerate. Soprattutto, viene discussa la possibilita’ di errore sperimentale nella misura del calore attraverso la termocamera e la frazione di isotopi di rame prodotti, oltre ovviamente alla mancanza di radiazione emessa.

Detto questo, capite bene che non stiamo muovendo un’accusa gratuita nei confronti di Rossi, ci stiamo limitando ad analizzare i fatti. Al momento, non si sono prove della veridicita’ delle affermazioni fatte. Ci mettiamo una pietra sopra? Assolutamente no, la scienza insegna ad essere aperti di mente. Se, un giorno, ci trovassimo tra le mani un E-cat che assorbe un’energia X e ne produce in uscita X per un coefficiente maggiore di 1, ben venga il risultato estremamente importante per la societa’. Fino a questo punto pero’, parlare di E-Cat, Rossi, LENR, ecc, e’ paragonabile a parlare di “fede”. Voglio crederci perche’ mi va. Benissimo. Pero’, signori miei, a tutti quelli che gestiscono pagine sull’argomento e che proclamano un complotto della scienza, non fate credere che ci siano prove sperimentali dei risultati perche’, come visto, di queste non vi e’ assolutamente traccia.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

E-Cat meraviglia o grande bufala?

30 Mag

Viste le numerose richieste di informazioni, chiarimenti e spiegazioni che ho ricevuto, ho deciso di scrivere questo articolo sull’E-Cat. Perche’ non l’ho fatto prima? Semplicemente perche’, a mio avviso, e ne riparleremo dopo, mancavano dei presupposti essenziali per parlare di questa presunta invenzione in termini scientifici.

Ora cosa e’ cambiato?

A parte le numerose richieste ricevute, la rete e’ letteralmente esplosa in questi giorni perche’ sembrerebbe che finalmente sia arrivata la dimostrazione indipendente del funzionamento di questo prodigio.

Bene, analizziamo i fatti e cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando.

Per chi non lo sapesse, l’E-Cat e’ una presunta invenzione di Andrea Rossi che produrrebbe energia in un modo non noto. Mi spiego meglio. Si tratta di una sorta di generatore, alimentato da corrente elettrica, che pero’ produce piu’ energia di quanta ne assorbe. E’ strano questo? Assolutamente no. Non pensate che si stia violando qualche principio fisico basilare, semplicemnte si potrebbe sfruttare una qualche reazione chimica, fisica o sconosciuta mediante la quale si innescano dei processi esoenergetici, cioe’ che producono energia.

Poiche’ questo punto e’ molto importante, cerchiamo di capirlo bene e in modo semplice. Prendiamo, ad esempio, la fissione nucleare. Mediante questo proceso, nuclei di elementi fissili vengono spaccati in elementi piu’ leggeri, mediante neutroni, producendo energia. Ora, per produrre i neutroni da sparare avete bisogno di energia, ma quella che otteete alla fine del processo e’ maggiore di quella che avete speso, perche’ siete riusciti ad estrarre un’energia dall’interno del nucleo. Avete creato qualcosa dal nulla? No, avete semplicemente sfruttato un processo per produrre questa energia traformandola in qualcosa di utilizzabile ai vostri scopi.

Bene, l’invenzione di Rossi dovrebbe fare un qualcosa di equivalente. L’invenzione promette infatti di produrre molta piu’ energia di quella che deve essere immessa, sfruttando un processo, almeno al mometo, sconosciuto.

Qual e’ il carburante dell’E-Cat? Piu’ o meno il sistema funziona in questo modo: mettendo insieme Nichel e Idrogeno e fornendo un’energia iniziale al sistema, si dovrebbe innescare una reazione fortemente esoenergetica, in cui viene prodotta 5 o 6 volte piu’ energia. Attenzione pero’, gli ingredienti non bastano. Per poter funzionare, c’e’ bisogno anche di un catalizzatore da aggiungere al miscuglio Ni-H, tenuto segreto per motivi di spionaggio industriale.

Perche’ spionaggio industriale? Semplice, parlando di E-Cat, non stiamo parlando di una ricerca scientifica, bensi’ di una invenzione che deve essere lanciata sul mercato. Detto in altri termini, che deve essere venduta.

Quasta cosa ci sconvolge? Assolutamente no. Chiunque di noi puo’ pensare ad un’invenzione commerciale fattta esclusivamente per guadagnare. Non c’e’ nulla di male in questo, purche’, come vedremo, ci siano tutti i presupposti di affidabilita’ dell’invenzione.

Per chi gia’ conoscesse l’E-Cat, notate che ho parlato di una misteriosa reazione. Su molti giornali e siti internet, vedete che si parla di “fusione fredda” o “reazione nucleare a bassa energia”, ho omesso appositamente di tirare in causa questi concetti. Perche’? La fusione nucleare e’ quel processo secondo il quale dei nuclei leggeri vengono fusi tra loro per produrne uno piu’ grande, producendo energia. Questa ‘e la reazione utilizzata dal sole e dalle stelle per produrre energia, ed e’ quella a cui si vorrebbe puntare per sostituire le centrali nucleari a fissione. Il motivo e’ molto semplice, favorevoli o meno al nucleare, il punto piu’ discusso su queste tematiche e’ quello della produzione di scorie, cioe’ elementi nucleari di scarto con vite medie lunghe, cioe’ che restano attivi per molto tempo.

Qual e’ il problema principale della fusione?

Come detto, si devono fondere tra loro due nuclei leggeri per formarne uno pesante. Bene, cosa c’e’ dentro il nucleo? Neutroni, particelle neutre, e protoni, particelle di carica positiva. Come sappiamo bene, se avviciniamo due cariche dello stesso segno, come i protoni dei due nuclei, questi si respingono tra loro a causa della repulsione coulombiana. Ora pero’, se riuscissimo ad avvicinare moltissimo i due nuclei, si arriverebbe ad un punto in cui la forza nucleare forte, che e’ attrattiva, sarebbe molto maggiore della repulsione dovuta alle cariche elettriche, e i due nuclei si attirerebbero tra loro. Niente di complicato. Mentre li avvicinate, i due nuclei si respingono, quindi dovete spingerli con forza per farli avvicinare. Quando poi riuscite ad arrivare oltre una certa distanza, nota come barriera di Coulomb, a questo punto i due nuclei si attirano da soli e si innesca la fusione. Il problema delle centrali a fusione e’ proprio quello di trovare il modo piu’ conveniente ed efficace per fornire l’energia necessaria al superamento della barriera di Coulomb.

E la fusione fredda?

Come detto, parlando di fusione si parla di processi ad altissima temperatura, come avviene nelle stelle. La fusione fredda invece avverrebbe a temperatura ambiente. Al contrario di quanto si legge spesso in rete, non esitono evidenze di reazioni di questo tipo. Storicamente, i primi a parlare di fusione fedda furono gli americani Fleischmann e Pons, cui seguirono altre prove. Per nessuna di queste pero’, esiste la certezza scientifica che si sia trattato realmente di una reazione nucleare di questo tipo e, ancora oggi, c’e una forte discussione a proposito.

Perche’ per l’E-Cat si parla di fusione fredda?

In diverse fonti si parla della reazione tra Nichel e Idrogeno che verrebbero fusi tra loro per produrre Rame. Questo sarebbe il processo che avverrebbe a bassa energia e che fornirebbe l’energia dell’E-Cat. Ripeto, non sono d’accordo su questo punto e a breve mostreremo anche il perche’.

Prima di tutto, rivediamo un po’ la storia di questo E-Cat. Nel 2011 si e’ iniziato a parlare di questo generatore quando Rossi ha condotto due test rendendo pubblici i risultati. In questi esperimenti, fornendo un’energia al macchinario intorno ai 35 KWh, si sarebbero prodotti in un caso 70 KWh, nell’altro 160 KWh. Stando ai numeri, la reazione sarebbe effettivamente esoenergetica e molto conveniente. Qual’era il problema di questi test? Semplicemente, non ci sono prove scientifiche della validita’ dei risultati perche’ il tutto e’ stato condotto in maniera autonoma e senza un confronto indipendente. Cosa significa? Ai test sono stati invitati giornalisti rigorosamente selezionati, in veste di spettatori. Mi spiego meglio. I giornalisti sono stati invitati in questo capannone e hanno potuto vedre e filmere il test di Rossi riportando solo ed esclusivamente quelllo che l’inventore del macchinario affermava.

Ora, vedetela in questo modo. Un signore vi invita ad una dimostrazione in cui vi mostra una scatola nera in cui mette 10 euro e dall’altra parte ne escono 20. Basta, non vi viene detto altro ne’ vi vengono forniti dettagli su cosa c’e’ dentro la scatola. Non parlo a caso di scatola nera, infatti, molte delle parti dell’apparecchiatura sono tenute coperte e chiuse alla vista. Ovviamente, si tratta dei componenti fondamentali del sistema, incluso anche il misterioso catalizzatore che darebbe il via alla reazione.

Cosa dice la scienza a proposito? Come e’ facile immaginare, questo risultato non e’ stato accettato dalla comunita’ scientifica. Per sostenere qualcosa di questo tipo, seguendo i canoni della scienza, si dovrebbe mostrare il macchinario, studiare la reazione che avviene e il tutto deve essere ripetibile ovunque nelle stesse condizioni. Se queste informazioni mancano, il test e’ del tutto simile a quello di un’illusionista che vi mostra l’assistente tagliata in due all’interno di una scatola.

Come forse sapete, a seguito di questi test, e del completo rifiuto della scienza su questi risultati, Rossi e’ divenuto un “mito telematico”, metafora di quel genio che trova l’invenzione del secolo per il bene dell’umanita’ e a cui la scienza mette i bastoni tra le ruote perche’ corrotta dalle grandi multinazionali.

Se invece di gridare allo scandalo, si ragionasse su quanto detto, tutti si renderebbero conto che affermazioni di questo tipo non possono essere credibili se non verificate sperimentalmente. Il problema energetico dell’umanita’ non si risolve con la fiducia sulla parola, ma con numeri chiari verificabili e indiscutibili.

Perche’ ora, come anticipato, si parla di verifica indipendente? Nei mesi scorsi sarebbero stati condotti altri test. Questa volta pero’, avrebbero partecipato anche scienziati di diverse parti del mondo che avrebbero assistito agli esperimenti. Anche in questo caso, i risultati avrebbero mostrato un guadagno energetico del processo, confermando dunque la correttezza del metodo su cui si basa l’E-Cat.

Attenzione, facciamo una considerazione. Come premesso, in ambito commerciale, e’ lecito parlare di segreto industriale. Le regole del commercio sono diverse da quelle della scienza. A mio avviso, se il tutto venisse mostrato ad un gruppo di scienziati affidabili ed in grado di fornire un’opinione scientifica, sicuramente il test acquisterebbe di credibilita’. Purtroppo, non e’ andata cosi’.

L’altro punto fondamentale su cui si e’ dibattuo a lungo e’ la mancanza di una “peer review” sull’esperimento. Cosa significa? Quando si pubblica un articolo su una qualche rivista internazionale, si passa attraverso il processo di “referaggio”. Prima di pubblicare il lavoro, la rivista nomina un altro ricercatore internazionale di chiara fama ed esperto del settore che ha il compito di analizzare in dettaglio il contenuto dell’articolo. Se ci sono punti poco chiari, l’esperto puo’ chiedere maggiori spiegazioni al fine di chiarire il tutto ed evitare, nella migliore delle ipotesi, errori sfuggiti agli autori. Solo al termine di questo processo il vostro lavoro, se accettato, viene pubblicato.

Partendo proprio da questo punto, gli ultimi test seguiti dal gruppo di scienziati avrebbero risolto anche questo problema.

Perche’?

Solo pochi giorni fa, e’ stato pubblicato un articolo sull’archivio della Cornell University, che trovate a questo link:

ArXiv E-Cat

A questo punto, tutti i dubbi iniziali dovrebbero essere risolti: il test e’ stato eseguito indipendentemente da un gruppo di ricercatori e questi hanno anche pubblicato un articolo, ovviamente confermando i risultati dei primi test.

Cosa c’e’ che non va?

Prima di tutto, quello di cui vi ho dato il link, non e’ un articolo su rivista internazionale che ha subito un processo di peer review. Il database in questione e’ semplicemente un archivio di articoli in cui i ricercatori possono mettere i loro lavori. Non c’e’ nessun controllo sul contenuto degli articoli, a parte la buona fede dei ricercatori stessi. Generalmente, almeno nel campo della fisica, i lavori vengono caricati su arXiv prima che questi vengano pubblicati sulle riviste, cioe’ mentre e’ in corso il processo di review. Detto questo, non e’ assolutamente risolto il problema del peer review per l’E-Cat.

Purtroppo, neanche la prima critica e’ stata risolta. Come potete leggere nel testo dell’articolo, non si e’ trattato assolutamente di una verifica indipendente, ma solo di uno spettacolino riservato a persone esperte del settore. Cosa significa? Nei primi test erano stati invitati dei giornalisti, ora dei ricercatori, ma lo svolgimento e’ stato esattamente lo stesso. I ricercatori non hanno potuto toccare nulla, ma si sono limitati a guardare il test condotto da Rossi nei suoi laboratori. Inoltre, molte delle parti del sistema su cui si era discusso, sono rimaste chiuse all’interno di scatole nere in cui era impossibile guardare dentro e, come e’ facile pensare, tra queste vi era anche il misterioso catalizzatore. L’articolo di cui stiamo parlando e’ dunque un insieme di osservazioni e considerazioni fatte dai ricercatori.

Cosa e’ cambiato rispetto al passato? Ovviamente, i ricercatori intervenuti hanno potuto misurare il calore in uscita mediante una termocamera, valutando in questo modo sia la potenza in uscita che quella in ingresso utilizzando sistemi elettrici. A parte al correttezza o meno di questo processo indiretto e della valutazione dell’incertezza ottenuta misurando la potenza con una termocamera, non  si e’ assolutamente trattato di una prova “indipendente”.

C’e’ anche qualche altra considerazione importante da fare. Come detto in precedenza, a mio avviso non si e’ trattato di fusione fredda. Un processo di questo tipo necessariamente producce radiazione in uscita. Effetto non riportato in nessun caso e impossibile da schermare in sistemi di questo tipo. Tra l’altro, conosco personalmente uno dei ricercatori intervenuti ed e’ un esperto di radioprotezione dell’Universita’ di Uppsala in Svezia.

Oltre a questo, la quantita’ d rame che si sarebbe prodotta corrisponderebbe ad un rendimento del sistema molto piu’ alto di quello che ci si aspetta e soprattutto il rame in questione sarebbe non eterogeneo, cioe’ mancano isotopi diversi dalla forma piu’ commerciale e abbondamente in natura.

Ulima considerazione scientifica, dal punto di vista energetico, la fusione di nichel e idrogeno sarebbe possibile e verrebbe prodotto rame, ma la barriera coulombiana per questi nuclei e’ elevatissima. Questo solo per dire che un processo del genere a bassa energia e’ scientificamente molto difficile da digerire. Teoricamente si potrebbe citare l’effetto tunnel, ma questo non spiegherebbe neanche la certezza della reazione di fusione cosi’ come altri processi quantistici non deterministici.

Concludendo, alla luce delle considerazioni fatte e degli ultimi aggiornamenti, non pssiamo assolutamente affermare che l’E-Cat sia un sistema reale e che possa essere accettato dalla scienza. Questo non significa che potrebbe esistere questo generatore in grado di fare quello che Rossi promette. Semplicemente, se anche esistesse, non e’ comprensibile la reazione su cui sarebbe basato e soprattutto mancano dati certi su cui ragionare e da cui estrarre certezze scientifiche. Al momento, almeno secondo me, siamo ancora al livello dll’illusionista che taglia l’assistente con la sega.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Quale onore!

19 Mar

E’ per me, e per questo blog, un vero onore ricevere niente meno che un insulto da una personalita’ del genere.

Cosa significa?

Andiamo con ordine. In molti post abbiamo affrontato la tematica UFO, discutendo dei presunti avvistamenti fatti nel mondo, della possibilita’ dell’esistenza di forme di vita intelligenti e anche della psicosi ripresa con vigore nel 2012.

In alcuni post poi, ci siamo soffermati a discutere il punto di vista anche di personaggi illustri che, a volte per scherzo a volte per attirare l’attenzione, hanno fatto dichiarazioni piu’ o meno condivisibili. Esempi di questo tipo sono il super citato presidente russo Medvedev, il primo ministro australiano e l’eurodeputato Borghezio:

– Russia, Medvedev tranquillizza i suoi!

– 21 Dicembre: fenomeno italiano?

– Il 21/12 in Australia

– Se lo dice Borghezio …

In questo filone poi, abbiamo discusso di una interrogazione presentata anche al parlamento italiano, in cui si chiedeva una commissione di inchiesta per capire l’esistenza degli alieni, del vero ruolo dell’area 51, dei file segreti di alcune potenze europee. Questo e’ l’articolo in questione:

– Gli UFO sbarcano anche al parlamento italiano

Piccola premessa, utilizzando anche la funzione “cerca” di wordpress potete trovare tutti i post su questi argomenti. Vi ricordo inoltre che la tematica area 51, vista la notorieta’ del caso, e’ stata trattata in un post specifico che trovate qui:

Area 51: verita’ e fantasie

Bene. Perche’ torniamo su questo argomento? Poche ore fa ho ricevuto questo commento che vorrei condividere con voi:

Immagine1

Il commento e’ stato fatto a questo articolo:

World Economic Forum: gli alieni sono tra di noi

Guardate chi e’ l’autore. Niente poco di meno che Giuseppe Vatinno. Si, avete capito bene. Proprio il Vatinno autore, insieme a Barbato, dell’interrogazione al parlamento italiano sulla questione UFO.

Bene, rispondo qui al suo commento.

Premetto che l’argomentazione del commento e’ perfettamente corretta. In italiano “qual e'” si scrive senza apostrofo. Consultando una qualsiasi grammatica italiana trovate anche la spiegazione. In questo caso non si tratta di un’elisione ma di un troncamento ed, in quanto tale, non richiede l’utilizzo dell’apostrofo.

Senza darmi un tono, ammetto l’errore, ma sono consapevole che si e’ trattato di un errore di battitura. Invito l’ex Onorevole Vatinno a leggere i post di questo blog. Sono perfettamente consapevole della miriade di errori di battitura presenti negli articoli. Potete trovare molti casi con “qual e'” scritto in modo corretto, molti altri con l’apostrofo, parole con lettere scambiate, virgole che mancano, ecc. Non vuole essere una scusa, ma molti di questi post sono stati scritti tra l’una e le tre del mattino. Qualche errore, anche rileggendo i testi, puo’ essere scappato.

Solo pochi mesi fa, era esplosa una polemica simile perche’ Saviano aveva scritto in un tweet “qual e'” con l’apostrofo. Ovviamente non voglio paragonarmi a Saviano soprattutto per doti di scrittura. In quel caso, Saviano si giustifico’, ammettendo ovviamente l’errore, dicendo che anche Pirandello lo scriveva allo stesso modo.

Come anticipato, non mi paragono a Saviano, ne assolutamente a Pirandello. Ci sono molte forme che prima erano considerate errori anche gravi e ora vengono accettate dalle grammatiche per l’uso comune. Qual e’ non rientra in questi casi e assolutamente non voglio appellarmi a nulla.

Ora pero’, vorrei rispondere al commento in senso stretto.

Come abbiamo visto, c’e’ un articolo specifico sul blog scritto su Vatinno e sulla sua proposta parlamentare. Se leggete l’articolo, ovviamente vedete che, sempre nel rispetto personale e con educazione, questa proposta non e’ stata considerata in modo positivo nelle mie considerazioni. Nel commento di Vatinno non si fa nessun riferimento a quanto scritto. Forse, e dico forse, non potendosi appellare ad altro ha preferito lasciare questo commento giusto per insultare un po’.

Inoltre, mi e’ stato dato dell’ignorante. Ora, sono consapevole di “ignorare” moltissime cose. Non mi metto assolutamente in cattedra ne voglio pormi come un conoscitore del tutto. Chi segue questo blog, sa bene come vengono scritti gli articoli. Ci si documenta, si ragiona sulle notizie e si cerca di trovare una spiegazione razionale, se esiste, ma soprattutto si cerca sempre il confronto con altre persone, magari anche piu’ esperte di me in quel settore.

Questo si chiama “confronto”. Nessuno parte volendo scrivere la verita’ assoluta, ma solo con il desiderio di imparare cose nuove. In questo caso, partiamo dalle psicosi per parlare di scienza, cioe’ per fare divulgazione scientifica.

Inviterei magari Giuseppe Vatinno a commentare per discutere insieme a noi tutti la sua proposta in parlamento e magari per spiegare il suo punto di vista. Noi siamo aperti a tutti e a tutto, senza pregiudizi e senza voler imporre nessun pensiero.

Prima di ricevere altri commenti grammaticali, premetto subito a Vatinno che nei miei post trova solo apostrofi piuttosto che accenti, solo perche’ utilizzo un portatile con tastiera americana senza lettere accentate. Faccio questo solo per comodita’ nel lavoro che svolgo. Per velocizzare la scrittura, evito ogni volta di utilizzare combinazioni di tasti o tastiere virtuali per mettere gli accenti corretti.

Ultimissima cosa. Visto il tono del commento fatto, non mi meraviglio affatto della polemica nata dopo i tweet rilasciati da Vatinno. Anche in questo caso, mio punto di vista, i toni non erano assolutamente adatti ad un contesto pubblico e di confronto:

Vatinno Tweet

Se il mio modo di pormi, di scrivere e di confrontarmi fanno di me un “ignorante”, mi perdonerete ma continuero’ ad esserlo.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.