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Malachia-Francesco: cosi’ e’ troppo facile!

14 Mar

E dunque ci siamo, il nuovo papa e’ stato finalmente eletto dai cardinali riuniti in conclave. Come sapete bene, dopo le dimissioni di Benedetto XVI era iniziata una nuova frenesia catastrofista in rete. Di colpo, dopo il 2012, tutte le profezie riguardanti il papato, Malachia, monaca di Dresda, Ragno Nero, Nostradamus, erano state ritirate fuori speculando nuovamente sulla fine del mondo.

L’ultimo papa era Benedetto XVI, no, in realta’ era il Camerlengo Bertone, no, il prossimo papa sara’ l’ultimo. Al solito, tante voci che si rincorrono e cercano in tutti i modi di trovare una connessione piu’ o meno forzata per far tornare i conti profetici.

Di questi argomenti abbiamo parlato abbondantemente in questi post:

2012 e la profezia di Malachia

Si avvera la profezia di Malachia

La mano di Dio sulle dimissioni del Papa

Ultime notizie (o profezie rispolverate) dal Vaticano

Pietro II: il primo papa di colore

Quella che ovviamente la faceva da padrona era la profezia di Malachia con il suo ultimo motto:

In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis.

Cioe’:

Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà (un/il?) Pietro (il?) Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine.

Tutti i discorsi di questi giorni erano ovviamente mirati a capire chi fosse questo Petrus Romanus dell’ultimo motto e che avrebbe pascolato il gregge tra molte tribolazioni.

Dunque? Oggi e’ stato deciso il successore di Benedetto XVI, papa Francesco, al secolo: Jorge Bergoglio. E’ originario del sud America, precisamente dell’Argentina, non si chiama Pietro, ne nel nome scelto ne in quello di battesimo, non e’ romano, ha origini italiane ma assolutamente non della capitale.

Bergoglio, il nuovo papa Francesco

Bergoglio, il nuovo papa Francesco

Quindi? Qualcuno potrebbe gridare vittoria, finalmente sono state sfatate le voci profetiche. Chissa’ quanti erano li, davanti alla TV, aspettando che un papa africano appena eletto si affacciasse al balcone e magari avesse scelto il nome di Pietro II. Invece, niente di tutto questo e’ avvenuto.

Pensate veramente sia finita cosi’? Siete troppo fiduciosi.

Negli articoli precedenti cosa avevamo detto? Nei giorni scorsi era gia’ in corso un “duro” lavoro su tanti siti per studiare le biografie dei cardinali e trovare un minimo appiglio che potesse legare qualsiasi nuovo pontefice alle profezie sul vaticano. Bene, nel caso di Bergoglio la connessione e’ piu’ semplice di quanto possiate pensare.

Andiamo con ordine.

Bergoglio e’ prima di tutto un gesuita. Cosa significa questo? La compagnia di Gesu’ e’ un ordine fondato nel 1537 da Ignazio di Loyola e approvato da Paolo III nel 1540 con la bolla papale Regimini militantis ecclesiae.

Simbolo dei gesuiti

Simbolo dei gesuiti

L’ordine dei gesuiti osserva il voto di totale obbedienza al papa ed e’ particolarmente impegnato nelle missioni e nell’educazione. La compagnia di Gesu’ prevede una struttura piramidale, da alcuni definita di tipo militare.

Al vertice dell’ordine, come istituito dallo stesso fondatore, c’e’ la Congregazione Generale, un’assemblea composta da tutti i prepositi provinciali dell’ordine e da due delegati per ogni provincia. Secondo l’ordine infatti, il mondo e’ diviso in regioni la cui divisione viene fatta in base alla lingua parlata e alla nazionalita’.

La massima carica dei gesuiti e’ il Preposto Generale. Il ruolo del preposto generale e’ subordinato a quello della congregazione generale, di cui deve applicare pedissequamente i decreti. La carica del preposto generale, cosi’ come quella del papa, dura fino alla morte.

Il preposto generale viene anche comunemente detto “Papa Nero”. Il motivo e’ molto semplice, cosi’ come il papa la sua carica dura a vita e inoltre indossa la tunica nera.

Cosa c’entra il papa nero con le profezie papali? Come abbiamo visto parlando della profezia di Malachia, secondo alcuni nell’ultimo motto sarebbe andata perduta una parte facente riferimento al “Caput Nigrum”. Proprio questa parte e’ quella che viene utilizzata per mettere in relazione Malachia, papa Francesco, i gesuiti e il papa nero.

Come vedete, ci vuole veramente poco a creare la connessione.

Ora, ripartendo da quanto detto innumerevoli volte, cioe’ che la profezia di Malachia molto probabilmente e’ un falso storico, la parte del caput nigrum e’ ancora piu’ fantasiosa. L’unica fonte in cui viene citata questa parte mancante e’ un libro di Maria Olaf intitolato “la profezia dell’ultimo papa”. Capite dunque che in questo caso si tratta solo di un adattamento letterario che quindi risulta ancora meno credibile della profezia di Malachia.

Pensate sia finita qui? Assolutamente no.

L’ordine dei Gesuiti, e’ inoltre da sempre visto in connessione con i poteri forti della politica e dell’economia. A parte le connessioni di queste ultime ore, in rete da diverso tempo si parla di questo ordine mettendolo in connessione con moltissime teorie complottiste.

Prima di tutto, secondo alcune fonti, sarebbe proprio il papa nero e la congregazione generale a decidere la politica vaticana e a comandare le mosse ed i discorsi del pontefice. Inoltre, l’ordine sarebbe legato alla massoneria e alla setta degli illuminati, al punto tale da essere tra i promotori di queste congregazioni e di decidere anche in questo caso la fitta trama di inganni perpetrati segretamente ai danni dell’ingenua umanita’.

Se questo non bastasse, l’ordine dei gesuiti lavorerebbe da sempre insieme al “Nuovo Ordine Mondiale” con il compito di infiltrarsi nei governi mondiali e nelle altre religioni per cercare di istituire un governo dispotico di estrema destra ed una religione unica per l’adorazione di Satana.

Vi serve altro? Mi sembra che abbiamo detto abbastanza. Se mettete insieme i gesuiti con gli illuminati e il nuovo ordine mondiale avete trovato, stando a quanto riportato dai complottisti di internet, la causa di tutto quello che vi viene in mente: l’attacco alle torri gemelle, la morte di Kennedy, il meteorite in Russia, l’attentato al papa, la loggia P2, P3 e P4, gli scandali vaticani. Insomma, fatevi venire in mente qualcosa e troverete qualcuno in rete pronto a mettere in connessione questo qualcosa con gli illuminati o il nuovo ordine mondiale, dunque con i gesuiti.

Di Nuovo Ordine Mondiale abbiamo parlato in questi post:

Il complotto del complottista

Come si alimenta il sospetto

Il fenomeno Adam Kadmon

Cosa c’e’ di vero in tutto questo? L’ordine dei Gesuiti e’ un ordine molto potente all’interno della chiesa. Questo principalmente perche’ e’ formato da persone molto istruite e con rigidi voti da rispettare. Da qui a pensare che i gesuiti lavorino nell’ombra per istituire il culto di Satana, ce ne vuole di fantasia.

Questo purtroppo e’ quanto. Anche in questo caso, come poteva esserlo per qualsiasi altro pontefice al posto di Bergoglio, si continuera’ a parlare di profezie sul papato e sulla fine del mondo ormai sempre piu’ vicina. A questo eravamo pronti e dunque non resta che aspettare le prossime speculazioni che sicuramente arriveranno nei prossimi giorni.

Solo per concludere, indipendentemente da tutte queste voci, da oggi la Chiesa ha un nuovo pontefice. Il lavoro che aspetta papa Francesco non sara’ semplice stando a capo di una chiesa in una tempesta di scandali che si susseguono e tutti di estrema gravita’. Ora, che uno creda o meno, il pontefice e’ una figura di riferimento, nel bene o nel male, per il mondo intero, spesso, purtroppo, anche politico. Speriamo che si trovi anche per il vaticano un nuovo equilibrio.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Pietro II il primo papa di colore

10 Mar

Ormai ci siamo, martedi iniziera’ il conclave che decidera’ il successore di Benedetto XVI. Sulle dimissioni di Ratzinger e sul suo successore molto e’ stato detto in termini catastrofisti. Come sappiamo bene, in questo senso, la profezia di Malachia, quella della monaca di Dresda o del Ragno Nero hanno fatto discutere senza fine soprattutto la rete. Di questi argomenti abbiamo parlato in questi post:

2012 e la profezia di Malachia

Si avvera la profezia di Malachia

La mano di Dio sulle dimissioni del Papa

Ultime notizie (o profezie rispolverate) dal Vaticano

Come visto, tutte queste profezie parlano della fine della chiesa o, come spesso si dice, della fine del mondo, di Roma, della civilta’ umana o di tutto quello che vi viene in mente. In qualsiasi chiave le leggiate pero’, nulla di certo potrete trovare. Come visto, molto probabilmente si tratta solo di falsi storici creati ad-hoc per costruire delle profezie simil-reali e che niente hanno in realta’ di insindacabile.

Ora, come leggete dal titolo del post, ho io una proposta. Per esorcizzare ogni voce catastrofista riguardante queste profezie, i cardinali, o meglio lo Spirito Santo che guidera’ la loro decisione, potranno eleggere il primo papa di colore della storia. Se poi questo non fosse sufficiente, il nuovo pontefice potrebbe scegliere il nome di Pietro II. In questo modo sia la parte del motto di Malachia su Petrus Romanus, che l’altra parte, probabilmente inventata successivamente, del Caput Nigrum sarebbero ampiamente soddisfatte.

A questo punto vorrei proprio vedere come potrebbero prenderla i tanti catastrofisti che in queste ore stanno facendo i collegamenti piu’ assurdi tra i cardinali e le varie profezie per cercare ogni possibile connessione tra i nomi, le origini, la storia, in modo tale che, chiunque venga eletto, potranno dire: ecco, la profezia e’ stata realizzata!

Ovviamente, non dovremo aspettare ancora molto tempo per vedere il successore di Benedetto XVI. Gia’ da martedi sera, ci dovrebbe essere la prima fumata che, in caso di elezione, sara’ bianca e quindi indichera’ che il successore di Pietro e’ stato scelto.

Solo per rispondere ad alcune domande che mi sono arrivate in questi utlimi giorni, i papi vengono anche detti i successori di Pietro, appunto perche’ S. Pietro e’ considerato il primo papa, cioe’ il primo reggente della chiesa cattolica, scelto non da altri uomini, ma da Gesu’ in persona.

I primi papi utilizzavano in realta’ il loro nome di battesimo. In questo caso infatti, sfogliando la lista dei papi della storia, trovate sia nomi latini (Lino, Clemente) che nomi greci (Teosoforo, Eleuterio). L’usanza di cambiare nome inizio’ invece nel 532 quando venne eletto un papa il cui nome di battesimo era Mercurio. Poiche’ questo nome ricordava una divinita’ pagana, il pontefice decise di cambiare nome facendosi chiamare Giovanni II.

Dopo questo episodio, il fatto di cambiare nome dopo l’elezione a pontefice divenne appunto un’usanza e i papi prendono i nomi di santi della chiesa o anche di loro predecessori a cui sono particolarmente legati o a cui vorrebbero ispirarsi durante il pontificato. In questo senso, l’ultimo atto del conclave e’ appunto la scelta del nome. Il decano rivolge al neo eletto la domanda “Quo nomine vis vocari?”, cioe’ “come vuoi essere chiamato?”. Da questo momento inizia dunque il nuovo pontificato.

Detto questo, in linea di principio un papa potrebbe anche prendere il nome di Pietro II. Non c’e’ nessuna controindicazione in questo. La remora principale, come detto sopra, e’ che ovviamente Pietro I, cioe’ S. Pietro, non e’ stato scelto dagli uomini bensi’ da Gesu’ in persona. Proprio per questo motivo, nessuno ha mai osato prendere questo nome che indicherebbe una chiara successione al primo pontefice della storia.

Solo per curiosita’, nel 983, venne eletto un cardinale romano di nome Pietro. Dopo la sua elezione, il pontefice scelse ovviamente di cambiare il suo nome e divenne Giovanni. Dunque, se proprio vogliamo essere pignoli, nella storia c’e’ gia’ stato un Petrus Romanus, ma niente di eclatante e’ poi avvenuto.

Detto questo, non resta che attendere l’apertura del conclave e poi aspettare le nuove speculazioni.

Solo per concludere, visto che in questi giorni tanto si sente parlare di Conclave. L’origine di questo nome viene dal latino “Cum-Clave” cioe’ chiuso con la chiave. L’evento storico che diede origine a questa dicitura e’ avvenuto nel 1270, quando i cardinali si riunirono a Viterbo per eleggere il nuovo pontefice. Dopo anni di indecisioni, gli abitanti di Viterbo, stanchi di foraggiare i cardinali riuniti, decisero di chiuderli a chiave nella sala e scoperchiare parte del tetto per esporli alle intemperie. Dopo queste mosse, nel giro di pochi giorni venne eletto Gregorio X.

Ad oggi, tutte le decisioni prese all’interno della Sistina restano un mistero e i cardinali fanno giuramento di non divulgare quello che accade durane il conclave. A noi, non resta altro che aspettare la fumata bianca e vedere chi si sara’ il nuovo pontefice.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

 

 

Ultime notizie (o profezie rispolverate) dal Vaticano

3 Mar

Come era facilmente immaginabile, dopo le dimissioni di Benedetto XVI si e’ scatenata una corsa profetica su internet con tantissimi siti intenti a rispolverare profezie o a dare interpretazioni nuove a quelle piu’ conosciute. In questo mare di informazioni, aggiornate di giorno in giorno, non e’ semplice riuscire a districarsi e si rischia di rimanere impantanati senza capire bene cosa c’e’ di vero e cosa no. Ma, in fondo, forse questa e’ proprio la tecnica utilizzata dai catastrofisti e complottisti per confondere le persone.

In questo post, vorrei provare a fare un po’ di chiarezza, riassumendo quanto detto fino a questo punto, ma anche analizzando le ultime notizie che circolano in rete.

L’idea di questo articolo mi e’ stata suggerita da un nostro affezionato lettore partendo dalla richiesta di chiarimenti di un articolo apparso su un noto giornale italiano:

Panorama, Mistero sulle dimissioni

Se provate a leggerlo, rimarrete sorpresi dalla quantita’ di informazioni contenute nel testo, ma tutte mescolate in modo confusionario e senza un apparente filo logico. Ora, non stiamo parlando di uno dei tanti siti che pubblica bufale per fare notizia, ma di un noto giornale a diffusione nazionale. In realta’, questo non ci sorprende affatto. Nel periodo che stiamo attraversando, parlare di questi argomenti suscita sempre l’interesse delle persone e, magari, puo’ sempre dare una spinta in avanti al numero di copie vendute o al traffico di utenti sul sito.

Bene, approfittiamo dunque di questo articolo per fare un riassunto dei post pubblicati, ma anche per discutere le nuove informazioni.

Prima di tutto, come sappiamo bene, la profezia maggiormente richiamata dopo le dimissioni di Benedetto XVI e’ quella di San Malachia, di cui abbiamo discusso in questi post:

2012 e la profezia di Malachia

Si avvera la profezia di Malachia

La mano di Dio sulle dimissioni del Papa

La lotteria profetica in questo caso viene fatta per cercare di capire chi potrebbe o dovrebbe essere il Petrus Romanus dell’ultimo motto di Malachia. Come visto anche in passato, i nomi piu’ gettonati sono: il Camerlengo Bertone, il nuovo papa o anche lo stesso Benedetto XVI. Per quanto riguarda Bertone, il nome intero e’ Tarcisio Pietro Bertone, per cui c’e’ chi ipotizza che sia lui il Petrus Romanus dal momento che il camerlengo ha il compito di traghettare la Chiesa fino al Conclave, cioe’, di fatto, e’ il reggente del Vaticano fino all’elezione del prossimo pontefice. In alternativa, c’e’ il nuovo papa che, secondo alcune interpretazioni, sarebbe il 112esimo della profezia di Malachia, dunque quello che vedra’ finire la chiesa, Roma, il mondo o quello che volete. In questo caso pero’, dovremo aspettare l’elezione del prossimo pontefice per vedere come e con quanta fantasia il nuovo papa verra’ messo in relazione con il motto della profezia.

Oltre a queste ipotesi, negli ultimi giorni ne e’ venuta fuori un’altra dopo che il Vaticano ha fatto sapere quale sara’ il ruolo di Ratzinger in futuro. Benedetto XVI continuera’ infatti a chiamarsi in questo modo, potra’ indossare l’abito bianco ma senza fregi particolari e sara’ chiamato “Papa Emerito di Roma”. Proprio il “di Roma” ha richiamato l’attenzione come presunto collegamento con il “Romanus” della profezia di Malachia. Nel seguito vedremo anche come il discorso dell’abito bianco puo’ essere messo in relazione con altre profezie.

Ora, siamo sempre alla stesso punto. Premesso che molto probabilmente, come discusso negli altri post, la profezia dei motti latini e’ un falso storico neanche formulata da San Malachia, l’interpretazione e’ talmente vaga che lascia spazio a qualsivoglia ipotesi. Nel giro di 10 giorni ne sono state formulate gia’ 3 su internet. Dopo l’elezione del nuovo pontefice vedrete quante altre ne verranno fatte.

Detto questo e’ pero’ interessante notare le connessioni tra le diverse profezie, anche citate nell’articolo da cui siamo partiti. Come visto, l’altra profezia particolarmente citata negli ultimi tempi e’ quella della Monaca di Dresda. Di queste ipotesi abbiamo parlato in questo post:

La Monaca di Dresda

Come visto, in questo caso siamo di fronte a delle profezie meno vaghe rispetto alle altre e che dunque lasciano meno spazio ad interpretazioni. Da un lato questo e’ sicuramente un bene, nel senso che l’avverarsi della profezia puo’ essere valutato senza tanti fraintendimenti.

Come visto, anche in questo caso siamo di fronte a delle frasi da attribuire ai diversi pontefici e proprio la presunta corrispondenza numerica tra questa profezia e quella di Malachia viene utilizzata come prova a sostegno della fine imminente della Chiesa.

Premesso che, al solito, si cerca forzatamente di creare delle connessioni dove queste non esistono, per quanto riguarda le profezie della Monaca di Dresda quello che lascia particolarmente interdetti sono le fonti da cui sarebbero state reperite le informazioni. A tal proposito, queste profezie sono direttamente legate a quelle, molto meno conosciute ma altrettanto interessanti, del “Ragno Nero”.

Andiamo con ordine.

Sia le profezie della Monaca di Dresda che quelle del Ragno Nero sarebbero state scoperte e divulgate dalla stessa persona, Renzo Baschera. Baschera, nato nel 1930 in Italia, era un professore ma lascio’ la sua professione per dedicarsi a tempo pieno alla ricerca di testi profetici e alla pubblicazione di libri contenenti le sue interpretazioni.

In tutto questo ci sono due problemi principali. Prima di tutto Baschera non era uno storico ma soprattutto, forse per gelosia delle sue scoperte, non divulgo’ mai il luogo dove i testi originali erano stati reperiti o consultati. Cosa significa questo? Nei libri pubblicati, Baschera riporta una sua interpretazione. Anche la bibliografia allegata include solo i testi storici utilizzati per verificare le interpretazioni date. Il fatto di non riportare le fonti originali, impedisce a qualsiasi storico di consultare i testi.

Perche’ questo e’ sbagliato?

E’ impossibile verificare l’attendibilita’ dei testi potendo solo giudicare l’interpretazione data da qualcuno. Normalmente, tutti dovrebbero poter accedere alle fonti originali e poi confrontare le diverse interpretazioni date. Ma in questo caso questo non e’ ovviamente possibile.

Vogliamo pensar male? Ma si, in fondo siamo qui per analizzare i fatti.

I libri di Baschera sulla Monaca di Dresda e sul Ragno Nero sono all’incirca degli anni ’70. Come nel caso di Malachia, le profezie contenute nei due libri sono estremamente calzanti ed esatte fino a questa data, successivamente diventa impossibile mettere in connessione le profezie con fatti reali.

Facciamo qualche esempio.

Partiamo dalla Monaca di Dresda. Come visto nei post precedenti, ci sono una serie di frasi che indicherebbero ciascun pontefice fino alla fine della Chiesa. Ecco gli esempi a cavallo degli anni ’70:

Cavallo Bianco, con segno di Leone [Leone XIII]
Cavallo Nero, con segno di Pietà [Pio X]
Cavallo Giallo, con segno di Benedizione [Benedetto XV]
Cavallo Rosso, con segno di Pietà [Pio XI]
Cavallo Giallo, con segno di Pietà [Pio XII]
Cavallo Rosso, con segno del Precursore [Giovanni XXIII]
Cavallo Nero, con segno del Beniamino [Paolo VI]
Cavallo Bianco, con segno di Pietà [Giovanni Paolo I]
Angelo Maestro di Giosafat, con il segno dei Dodici [Giovanni Paolo II]
Angelo Guida di Giosafat, con il segno della Gloria [Benedetto XVI]
Angelo della Pietà, con il segno del Martirio [?]

Vedete come nei primi esempi tutto sia calzante: Leone-Leone, Pieta’-Pio, poi, da un certo punto in poi, diviene impossibile mettere in relazione il nome del papa con la frase della profezia. La cosa che fa riflettere e’ che, anche in questo caso, “da un certo punto in poi” coincide piu’ o meno con l’anno di pubblicazione della profezia.

Sempre nello stesso libro di Baschera, si riporta un’altra frase interessante:

Tre sono gli anni della palude: 1914, 1942, 1981. Sono tre piaghe che insanguineranno la terra. E l’ultima insanguinerà le vesti del sommo Pontefice. Il primo angelo di Giosafat apparirà a Roma dopo un tremendo terremoto e sarà imprigionato. Il secondo angelo di Giosafat giungerà a Roma per essere trucidato. E gli orti, e i poteri e le vesti di Cesare saranno disperse.

Anche in questo caso, le prime due date della palude sono state centrate in pieno, infatti coincidono con l’inizio della prima e della seconda guerra mondiale. La terza invece, guarda caso dopo il 1976 anno di pubblicazione del libro, non ricorda nessun fatto in particolare oltre all’attentato di Giovanni Paolo II, di certo di carattere diverso rispetto alle prime due date. Normalmente, almeno per uniformita’ di pensiero, si dovrebbe pensare ad una terza guerra mondiale nel 1981, in realta’ mai avvenuta. Anche le frasi successive riguardanti i papi sono completamente sballate. Confrontando quanto riportato con l’elenco dei papi, Giovanni Paolo II sarebbe dovuto andare in prigione, Benedetto XVI sarebbe stato ucciso, cosi’ come il suo successore.

La stessa cosa vale ovviamente per le profezie del Ragno Nero. Per completezza, si tratterebbe di profezie formulate da un monaco bavarese del XVI secolo. Il nome deriva dal fatto che le sue carte, ritrovate a detta di Baschera nel 1700, erano chiuse da un sigillo a forma di ragno nero. Le profezie in questione consistono in una lunga elencazione di avvenimenti che terminano il 7 Giugno 3017 d.C.. Ora, cosi’ come nel caso della Monaca di Dresda, gli avvenimenti fino agli anni ’70 sono tutti esatti mentre per quelli successivi e’ praticamente impossibile trovare una relazione con fatti realmente accaduti.

Detto questo, sempre facendo riferimento all’articolo iniziale da cui siamo partiti, l’attuale fase storica innescata dalle dimissioni del papa viene messa in relazione anche con il Terzo segreto di Fatima.

Come tutti sapranno, il terzo segreto di Fatima, reso noto solo nel 20oo per volere di Giovanni Paolo II, riguarda l’uccisione del vescovo vestito di bianco. Questo e’ il testo reso noto dalla Chiesa:

Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.

Ora, anche su questo sono state date le piu’ diverse interpretazioni. Secondo alcuni, mancherebbe al testo divulgato una seconda parte molto specifica e contenente rivelazioni importanti riguardo alla Chiesa. Di questo ovviamente non si hanno prove, ne tantomeno fonti certe a cui appellarsi. Come sappiamo, questo terzo segreto e’ stato messo in relazione con l’attentato subito da Giovanni Paolo II nel ’81. Secondo il papa infatti, molto devoto alla Madonna di Fatima, proprio la Vergine avrebbe deviato il colpo causando solo il ferimento del pontefice.

Molte fonti contestano questa interpretazione proprio perche’ il papa non venne ucciso nell’attentato ma solo ferito. Secondo alcuni infatti, il terzo segreto non si sarebbe ancora avverato e qualcuno azzarda addirittura che Benedetto XVI si sia dimesso prima del compimento di questa profezia e dunque prima di essere assassinato. In questo caso dunque, la profezia si avverera’ per il prossimo papa.

Secondo altri invece, il terzo segreto riguarda ancora Benedetto XVI ed in particolare questa nuova fase storica in cui siamo entrati. Come anticipato, il papa emerito potra’ continuare ad indossare l’abito bianco. Poiche’ nel testo si parla di vescovo vestito di bianco, ed il fatto che sia il pontefice e’ un’ipotesi, il terzo segreto di Fatima sarebbe calzante con Benedetto XVI dopo le dimissioni.

Ovviamente, anche in questo caso, si tratta di ipotesi. Come visto, ogni volta sentiamo “potrebbe”, “sarebbe”, “secondo alcuni”. Tutte queste interpretazioni non sono mai corredate da niente di oggettivo ed insindacabile. Come visto, per ciascuna profezia, ci sono tantissime ipotesi, alcune completamente assurde, altre piu’ o meno calzanti, che possono essere lette e discusse.

Dunque? Siamo al solito nel campo delle ipotesi. Come visto, molto probabilmente la profezia di Malachia e’ un falso storico, cosi’ come quelle della Monaca di Dresda e del ragno nero. Ovviamente non possiamo affermare con certezza questo, ma abbiamo fatto un ragionamento logico analizzando i fatti in questione. A questo punto, ognuno e’ libero di avere la propria idea, dopo pero’ aver seguito i ragionamenti fatti.

Solo per concludere, nell’articolo viene anche citato il “Nuovo Ordine Mondiale” di cui abbiamo parlato in questi post:

Il complotto del complottista

Come si alimenta il sospetto

Il fenomeno Adam Kadmon

Come visto, in questo caso parliamo di un complotto completamente diverso che vorrebbe il mondo sottostare alle decisioni di una potente organizzazione massonica appunto nota come “Nuovo Ordine Mondiale”. In questo caso, si parla di ipotesi completamente diverse rispetto a quelle discusse fino a questo punto. Come detto inizialmente, nell’articolo da cui siamo partiti, molte informazioni e ipotesi diverse sono state mescolate tra loro creando veramente qualcosa di apparentemente incomprensibile ai piu’. Solo per completezza, vi dico che l’apparente connessione tra Benedetto XVI e il Nuovo Ordine Mondiale sarebbe in una frase pronunciata dal papa ed in cui dice esplicitamente questo nome. Quello che pero’ alcuni dimenticano di dirvi e’ che il papa stava facendo riferimento ad un nuovo mondo in cui le persone si sarebbe affidate nuovamente al Signore. Ecco la frase completa pronunciata, al solito ad ognuno di noi spetta la sua interpretazione:

Uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui! La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale.

Per concludere, partendo dall’articolo che abbiamo visto, e’ stato possibile fare un ottimo riassunto delle tante profezie richiamate in questi giorni dopo le dimissioni di Benedetto XVI. In particolare, in questo articolo, cosi’ come in tante altre discussioni che vedete anche online, diverse teorie, profezie ed interpretazioni vengono mescolate tra loro al solo scopo di confondere le persone. Premesso che ognuno di noi puo’ avere la propria idea, stiamo parlando di interpretazioni per cui massima liberta’ di pensiero. Dall’analisi fatta e’ stato visto come con buona probabilita’ le profezie di Malachia, della Monaca di Dresda e del Ragno Nero siano soltanto dei falsi storici. Di questo ovviamente non ci sono prove inconfutabili, ma vi ricordo che stiamo comunque parlando di interpretazioni di alcune profezie che in base ad ogni singolo avvenimento vengono poi ricambiate per cercare di trovare una nuova connessione o prova a sostegno.

 

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La mano di Dio sulle dimissioni del Papa

13 Feb

Come era facile immaginare, da ieri tutti i giornali, i siti internet e le trasmissioni TV non fanno altro che parlare delle dimissioni di papa Bendetto XVI. Se vogliamo questo e’ giusto, dal momento che si tratta di una notizia unica nel nostro tempo. Nessuno di noi avrebbe mai pensato alle dimissioni di un papa. Forse qualcuno, attraverso i propri ricordi scolastici, ricordava Celestino V, ma sembravano delle cose appartenenti ad un lontano passato.

Quello che pero’ e’ sbagliato, e’ che da ieri in molti stanno parlando senza sosta della profezia di Malachia e della prossima fine di Roma:

2012 e la profezia di Malachia

Si avvera la profezia di Malachia

In questo modo si sta creando un nuovo caso mediatico dopo quello del 21 Dicembre 2012 legato alla profezia Maya. In particolare, non e’ chiaro cosa si intenda per la fine di Roma. C’e’ chi azzarda la distruzione della capitale, la fine della Cristianita’, la fine del papato e chi, senza mezze misure, parla della fine del mondo.

Come visto, molto probabilmente la profezia e’ un falso storico, ben piu’ recente della presunta data e neanche attribuibile a San Malachia.

Premesso questo, c’e’ anche un altro presunto segnale che sta facendo pensare che sia in corso qualche sconvolgimento senza precedenti. Poche ore dopo l’annuncio di Benedetto XVI, cioe’ nella serata del 11 Febbraio, sembrerebbe sia caduto un fulmine molto potente proprio sulla Basilica di San Pietro. Eccovi la foto che sta facendo il giro del mondo:

Il fulmine caduto sulla Basilica di San Pietro l'11 Febbraio

Il fulmine caduto sulla Basilica di San Pietro l’11 Febbraio

Questa foto e’ stata scattata da Alessandro di Meo, fotografo dell’ANSA. Capite bene come questa immagine abbia accesso ancora di piu’ gli animi dei catastrofisti. Solo poche ore dopo l’annuncio, un fulmine cade sul simbolo della cristianita’. Ovviamente, c’e’ chi parla di segnale divino o anche solo di un altro segno premonitore che dovrebbe farci riflettere su qualcosa che sta accadendo.

Come se non bastasse, in rete e’ comparsa anche una seconda foto di un fulmine caduto, sempre in Italia, e sempre su un importante simbolo della Cristianita’, cioe’ il Duomo di Milano:

La foto falsa del fulmine su Milano

La foto falsa del fulmine su Milano

Cerchiamo di capire meglio questa storia facendo considerazioni oggettive e senza lasciarci trasportare da facili sensazionalismi.

Inizio subito col dirvi che la foto del Duomo di Milano e’ falsa. Senza ombra di dubbio, la foto e’ stata realizzata da qualche buontempone prendendo spunto proprio da quella di San Pietro. Come faccio a dire questo? Guardate bene la scia del fulmine. Notate che in realta’ nelle due foto compare esattamente lo stesso fulmine. Questo significa che la seconda foto e’ stata realizzata facendo copia/incolla della saetta di San Pietro.

Per la prima foto invece? Questa foto con buona probabilita’ e’ reale. Certo e’ difficile pensare di poter realizzare una foto cosi’ spettacolare di un evento che dura pochissimo tempo. Questo e’ vero, ma foto del genere vengono fatte mettendo la macchinetta sul cavalletto, per tenerla immobile, e poi inquadrando un paesaggio, o un edificio come in questo caso, con tempi di esposizione molto lunghi. Se durate l’apertura dell’obiettivo cade un fulmine, il gioco e’ fatto.

Tenete anche presente che la foto e’ stata fatta da un fotografo professionista dell’ANSA che nulla avrebbe da guadagnare realizzando una foto falsa in un giorno in cui a San Pietro c’erano centinaia di persone.

Premesso questo, veniamo ai fatti. Addirittura ho ascoltato alcune trasmissioni che raccontavano di fatto miracoloso perche’ si e’ trattato anche di un fulmine a ciel sereno. Niente di piu’ falso. Pensate che l’11 Febbraio, nei paesi dei Castelli Romani piu’ alti nevicava copiosamente mentre in quelli piu’ bassi, cosi’ come a Roma, pioveva a dirotto. Chi e’ di queste parti puo’ confermare, gli altri basta che pensino ai numerosi collegamenti da San Pietro fatti da tutti i telegiornali. Ogni volta il cronista stava sotto l’ombrello. Dunque, il fulmine a ciel sereno possiamo anche dimenticarlo.

Riassumendo, la foto e’ vera, non si e’ trattato di un fulmine a ciel sereno, ma e’ possibile che proprio l’11 sia caduto un fulmine sulla Basilica? E’ strano questo?

La parte piu’ alta della lanterna della Cupola e’ alta ben 130 metri. Questa altezza la rende da sempre molto soggetta ad essere colpita da fulmini. A riprova di questo, gia’ nel 1809 sulla lanterna fu installato un parafulmine dopo che, a causa dei numerosi eventi accaduti, l’energia delle saette aveva danneggiato notevolmente la copertura in piombo della cupola.

Questo primo parafulmine in realta’ non si e’ dimostrato del tutto efficiente per proteggere l’importante monumento. In un articolo del 2005, l’arcivescovo Comastri racconta dei lavori in corso per il restauro dell’esterno della Cupola ma anche dell’installazione di un nuovo parafulmine viste le continue scariche che arrivavano sulla Cupola:

2005, Comastri

Facciamo ancora piu’ chiarezza, pensando brevemente a come funziona un parafulmine.

Questo dispositivo venne inventato da Franklin ed utilizzato la prima volta a Parigi nel 1752. Molti possono pensare che un sistema di questo tipo sia semplicemente realizzato con una lunga asta metallica posta sopra un tetto. Niente di piu’ sbagliato.

Quando un fulmine colpisce qualcosa, cio’ che provoca danni non e’ quasi mai la corrente elettrica, bensi’ il calore sviluppato lungo il percorso fatto dal fulmine. La stessa cosa e’ avvenuta a San Pietro, in cui il calore aveva in parte sciolto il piombo della copertura rovinando la struttura. Per questo motivo, il parafulmine deve essere collegato a terra mediante un filo di sezione adatta. In questo modo, si crea un percorso dedicato e sicuro dove far passare il fulmine facendolo scaricare a terra.

Per potere attirare i fulmini, la parte piu’ alta dell’asta viene rivestita di un metallo nobile ad alta conducibilita’. In questo modo il parafulmine fa da vera e propia calamita evitando danni agli edifici circostanti.

Dunque? Abbiamo visto che, tra le altre cose, lo scopo del parafulmine e’ quello di attirare i fulmini. A Roma era in corso un temporale, la Cupola e’ uno degli edifici piu’ alti della zona, in cima alla cupola c’e’ un parafulmine. Detto questo non mi sembra assolutamente strano che un fulmine sia caduto sulla lanterna di San Pietro. A riprova, basta ripensare all’articolo del 2005 e ai danni causati dai tantissmi fulmini che continuamente cadono su San Pietro.

Concludendo, non credo ci sia assolutamente nulla da discutere riguardo a questo fulmine. Come ormai siamo abituati, si tende sempre a mescolare le carte per dare credibilita’ a teorie assurde gia’ vagliate e smentite da tempo. Quello che purtroppo e’ vero, e’ che tra abdicazione papale, Conclave e prossimo pontefice, ci sara’ ancora molto da discutere sulla profezia di Malachia.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

 

Si avvera la profezia di Malachia?

11 Feb

Diversi mesi fa, discutendo delle diverse ipotesi per la fine del mondo attesa per il 21 Dicembre 2012, abbiamo parlato anche della nota profezia di Malachia:

2012 e la profezia di Malachia

Come forse tutti sanno, questa profezia consiste in una lista di 112 frasi in latino che dovrebbe descrivere tutti i papi a partire da Celestino II eletto nel 1143.

Come visto nel precedente articolo, molto probabilmente si tratta di un falso storico, neanche opera di San Malachia. In particolare, la lista sarebbe stata compilata solo nel 1595 ed infatti tutti i papi prima di questa data vengono perfettamente descritti dalla propria frase, mentre per quelli dopo i motti divengono talmente vaghi che possono essere attribuiti a chiunque, trovando in un modo o nell’altro una corrispondenza.

Perche’ allora stiamo tornando a parlare di questa profezia? Semplice, poche ore fa, Bendetto XVI ha fatto l’annuncio di voler lasciare il pontificato a partire dalle ore 20 del 28 Febbraio 2012. Dopo questo momento, la chiesa sara’ senza guida e spettera’ al Camerlengo di istituire un nuovo Conclave per l’elezione di un nuovo papa.

++ PAPA:MONDO VELOCE,SERVE VIGORE PER GUIDA BARCA PIETRO ++

Piccola parentesi solo per chiarire gli errori storici che leggo su alcuni giornali, questo non e’ assolutamente un fatto inedito, ma e’ gia’ accaduto nel passato che un papa abdicasse ancora in vita. Il caso piu’ recente e’ ovviamente quello di Celestino V nel 1294, ma prima di lui stessa cosa fecero Clemente I, Ponziano e Benedetto IX.

Premesso questo, cosa c’entra la rinuncia di  Ratzinger con la profezia di Malachia? Come visto nel precedente post, secondo alcune interpretazioni, Benedetto XVI e’ visto come il 111 papa, cioe’ il penultimo prima di Petrus Romanus, colui che dovrebbe coincidere con la fine della chiesa Cattolica.

Inoltre, i sostenitori di questa ipotesi utilizzano anche un’altra prova a sostegno. Il cardinal Camerlengo che traghettera’ la chiesa al prossimo Concilio e’ Tarcisio Pietro Bertone, nato a Romano Canavese nel 1934. Secondo questa ipotesi, non servira’ nemmeno eleggere il prossimo papa per avere la fine del mondo, il Camerlengo ha infatti “Pietro” all’interno del nome e “Romano” nel paese dove e’ nato.

E’ possibile tutto questo?

Certo che si. Come sappiamo bene, con definizioni cosi’ vaghe, possiamo trovare corrispondenze con qualsiasi papa venga eletto. Anche se venissi eletto papa io, la profezia tornerebbe. Il mio terzo nome e’ Pietro e sono nato in provincia di Roma.

Inoltre. vi farei notare un’altra cosa, fino a ieri si diceva che in realta’ Benedetto XVI era gia’ l’ultimo papa dal momento che la sua descrizione rientrava meglio in quella del 112mo pontefice. Come far tornare i conti? Semplice, Giovanni Paolo II vale doppio, un primo pontificato prima dell’attentato ed uno dopo.

Secondo altri, nel conteggio non sono considerati o sono considerati in parte, in realta’ solo per far tornare i conti in un modo o nell’altro, gli antipapi. In questo caso, mancherebbero quindi almeno altri 10 papi al 112esimo.

Capite bene che potete convincervi di quello che volete.

Vi faccio anche un altro esempio. Supponiamo si arrivi al Conclave e venga eletto un nuovo pontefice. Allora se il pontefice sara’ scuro di pelle o gesuita, si tornera’ a parlare del Caput Nigrum, se invece, sempre per ipotesi, venisse eletto un cardinale nato a Roma, allora si tornerebbe a parlare di “Romanus”. Se ancora non vi basta, ironia della sorte il prossimo papa, per sfatare ogni mito, si chiamera’ “Pietro II”.

Dunque?

Il risultato e’ semplice, fatto o non fatto il papa, ci sara’ sempre una chiave di lettura adatta per far discutere della profezia di Malachia, della monaca di Dresda, del libro di Daniele, del web-bot, del primo che assaggia sostanze stupefacenti e fa una visione catastrofica. Insomma, scegliete voi la fine del mondo che piu’ vi piace.

Per il momento, io che da sempre sono appassionato di diritto ecclesiastico, conclavi e rituali sacri, non posso che attendere con ansia il prossimo conclave per gustarmelo. E’ vero che ci sono stati altri casi di papi che hanno lasciato ancora in vita, ma se andate a studiare la storia, per tutti non e’ chiaro che questa decisione sia stata presa autonomamente. In questo caso, avremo un conclave con il papa uscente ancora in vita, una eredita’ pesante, nel bene o nel male, e, al momento, non e’ ancora chiaro che ruolo avra’ nella chiesa Benedetto XVI, anzi Joseph Ratzinger, in futuro.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

La monaca di Dresda

31 Mag

Nel precedente articolo, abbiamo parlato abbondantemente della profezia di Malachia, che vedrebbe la lista dei papi ormai agli sgoccioli e la probabile fine della Chiesa molto vicina. Come abbiamo visto, la profezia non puo’ essere considerata attendibile dal momento che molto probabilmente si tratta di un falso costruito ad hoc e facilmente adattabile a tutte le ipotesi possibili.

Restando in questo filone, analizziamo ora una profezia molto simile a quella di Malachia, anche se molto meno nota della precedente, passata alla storia come la “Profezia della monaca di Dresda”.

Storicamente, non si conosce il nome della monaca in questione, ma le uniche informazioni certe sono che era nata a Dresda nel 1680 ed era una chiaroveggente.

La profezia riguarda una serie di lettere riscoperta alla fine dell’800 e riguardanti la storia del papato con l’indicazione dei futuri pontefici fino alla fine del papato stesso. Il meccanimo, come avete capito, e’ molto simile a quello della profezia di Malachia.

Le lettere in questione vennero spedite dalla monaca al papa e ad alcuni importanti regnanti e vescovi del tempo per cercare di informarli su queste visioni che la monaca stessa affermava suggerite da una voce.

In questo caso, molte delle frasi che indentificherebbero il pontefice si rifanno al mito dei cavalieri dell’apocalisse e infatti, riguardano cavalli di diversi colori. In particolare, ad ogni colore viene attribuita una fase storica della chiesa. Vediamo alcune di queste frasi:

– “Cavallo nero con il segno di Beniamino”, attribuita a Paolo VI.

– “Cavallo bianco, con segno di pieta’”, attribuita a Giovanni Paolo I.

– “Angelo maestro di Giosafat, con il segno di dodici”, attribuita a Giovanni Paolo II.

– “Angelo guida di Giosafat, con il segno della Gloria”, attribuita a Benedetto XVI.

– “Angelo della pieta’, con il segno di martirio”, non ancora attribuita, ma non ci sono indicazioni successive.

In questo caso, l’attribuzione della frase ad un papa o all’altro sembra ancora piu’ fantasiosa. L’attribuzione in realta’ viene fatta seguendo proprio la profezia di Malachia, dal momento che, al tempo della scrittura delle lettere, come ormai sappiamo bene, la profezia dei motti era gia’ stata pubblicata e molto nota.

Le due profezie quindi coincidono sul numero di pontefici e spesso questo viene utilizzato da molti per affermare che le lettere di Dresda sono un’ulteriore conferma della correttezza della profezia di Malachia.

Come mi sembra evidente, mentre nel caso di Malachia le frasi erano talmente vaghe da poter essere attribuite a qualsiasi pontefice, in questo caso non ci sono proprio evidenze nell’attribuzione, se non utilizzando proprio le informazioni di Malachia.

Ovviamente, il punto su cui avviene la massima speculazione e’ proprio sul fatto che entrambe le profezie prevedono la fine del papato con il successore dell’attuale pontefice.

Questo ovviamente e’ facilmente smentibile. L’attribuzione di Malachia a Benedetto XVI e’ molto fantasiosa, mentre per la profezia di Dresda l’attribuzione e’ fatta partendo proprio dalla prima, quindi con ancora meno fondamento.

Non mi sembra che questa profezia possa essere presa in considerazione per la fine del mondo nel 2012. Se volete riflettere su altre profezie e analizzare insieme a me la correttezza o meno di quello che affermano, leggiamo insieme Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

2012 e la profezia di Malachia

31 Mag

Secondo molte fonti, la fine del mondo che arrivera’ nel 2012, non sarebbe una distruzione completa della Terra intesa come terremoti, asteroidi, fuoco e fiamme, bensi’ una metafora per indicare la fine della chiesa Cattolica.

Da dove nascono queste ipotesi? Alla luce dei recenti scandali che hanno coinvolto alte cariche dello stato Vaticano (furto di documenti, IOR, ecc), si e’ ricominciato a parlare della cosidetta “Profezia di Malachia”.

Cerchiamo di andare con ordine. La profezia di Malachia e’ in realta’ una lista di 112 frasi in latino che dovrebbe descrivere tutti i papi che si sono succeduti e seguiranno a Celestino II, eletto nel 1143. Ciascuna frase indicherebbe il pontefice che via via guidera’ la Chiesa Cattolica fino ad arrivare all’ultimo papa, Petrus Romanus, dopo il quale la chiesa stessa termiera’ di esistere.

Da quanto detto, appare evidente come alcune profezie si rifacciano a questa lista, cercando di trovare evidenze che entro il 2012 si giungera’ all’ultimo pontefice predetto e quindi alla fine della Chiesa.

Questa lista di frasi venne pubblicata per la prima volta nel 1595 da uno storico benedettino e attribuita a San Malachia vescovo di Armagh. La storia vorrebbe che Malachia venne a Roma nel 1139 chiamato da Innocenzo II e, in questa occasione, ebbe una visione di tutti i futuri papi che riporto’ in un manoscritto dal titolo “Prophetia de Summis Pontificibus . Il manoscritto venne depositato negli archivi vaticani e dimenticato fino al 1590 quando venne riscoperto e pubblicato da Arnold de Wyon, che appunto era uno storico benedettino.

Ritratto di Malachia

Come anticipato, Malachia avrebbe descritto ciascuno dei 112 papi successivi ad Innocenzo II, indicando ciascuno di essi con un motto. L’interpretazione di ciascuna frase consente di determinare, a volte con precisione a volte un po’ forzatamente, il papa oggetto del motto.

Prima di lanciarci in considerazioni, analisi o riflessioni, vediamo qualche esempio di motti e come questi identificano il papa in esame.

Ecco alcuni esempi di frasi della profezia con vicino l’attribuzione del pontefice:

– “Ex catro Tiberis”, da un castello sul Tevere. Attribuito a Celestino II, originario di Citta’ di Castello.

– “Inimicus expulsus”, nemico cacciato. Attribuito a Lucio II, il cui cognome era Caccianemici.

– “Ex magnitudine montis”, dalla grandezza del monte. Attribuito a Eugenio III, signore di Montemagno.

– “Ex Eremo celsus”, da un eremo. Attribuito a Celestino V, che prima di divenire papa era un eremita.

Messo in questo modo, sembrerebbe che la frase lasci poco spazio all’interpretazione, anzi, il motto sembra proprio costruito per quel papa e nessun altro. Allora qual’e’ il problema sulla profezia di Malachia?

Rileggiamo quanto scritto sulla parte storica della profezia. Malachia venne a Roma nel 1139, il manoscritto venne messo nell’archivio vaticano e dimenticato fino al 1595 quando poi venne reso pubblico. Non per pensar male, ma le frasi che abbiamo riportato sopra, si riferiscono tutte quante a papi eletti prima del 1595.

Se andiamo a vedere le frasi poi attribuite a papi successivi, l’interpretazione delle frasi diventa molto piu’ forzata e ricercata. Ecco alcuni esempi:

– “Lilium et rosa”, il giglio e la rosa. Attribuito a Urbano VIII che aveva un giglio nello stemma.

– “Aquila rapax”, aquila rapace. Attribuito a Pio VII che venne rapito da Napoleone il quale aveva un’aquila nello stemma.

– “Canis et coluber”, cane e serpente. Attribuito a Leone XII definito dai suoi collaboratori fedele alla chiesa (come il cane e’ fedele al suo padrone) ma allo stesso tempo prudente nelle sue decisioni (cosi’ come il serpente valuta bene prima di attaccare).

Sinceramente, si vede una grossa differenza tra quelle di prima e queste ultime. Soprattutto per il motto attribuito a Leone XII dire che la relazione sia forzata e’ dire poco.

Prima di trarre conclusioni, valutiamo altri elementi in nostro possesso. Abbiamo gia’ detto che questi motti vengono attribuiti a papi successivi alla data di ritrovamento (o meglio dire pubblicazione) del manoscritto.

In realta’, nella biografia di San Malachia, realizzata da Bernardo di Chiaravalle, non vi e’ nessuna menzione ne alla profezia, ne tantomeno alle visioni del Santo avute a Roma. Inoltre, da nessuna parte compaiono riferimenti a questa profezia prima della data di pubblicazione.

Sicuramente non abbiamo la certezza matematica che la profezia sia un falso, ma le informazioni in nostro possesso spingono tutte in quella direzione.

Secondo l’Enciclopedia Cattolica, la profezia sarebbe in realta’ un falso del XVI secolo preparata da un noto falsario umbro del periodo, tale Alfonso Ceccarelli, che la avrebbe preparata nel 1590.

Solo per completezza di informazioni, vediamo da dove nascono le fonti che vorrebbero la fine della chiesa vicina, cioe’ il papato vicino al completamento della lista.

Vediamo le attribuzioni delle frasi corrispondenti agli ultimi pontefici:

– “Flos florum”, fiore dei fiori. Attribuito a Paolo VI che aveva un giglio nel suo stemma. 108 nella lista di Malachia.

– “De medietate lunae”, il periodo medio di una Luna. Attribuita a Giovanni Paolo I il cui pontificato duro’ circa un mese, cosi’ come di circa un mese e’ il periodo lunare. 109 nella lista di Malachia.

– “De labore Solis”, dal lavoro del Sole. Attribuita a Giovanni Paolo II. Dal latino, il lavoro del Sole potrebbe anche essere interpretato come “Dall’eclissi di Sole”. Il giorno della nascita di Giovanni Paolo II ci fu un’eclissi parziale di Sole, anche se non visibile nel paese natale del futuro pontefice, mentre non ci furono eventi di questo tipo il giorno della sua morte. 110 nella lista di Malachia.

– “De gloria olivae”, la gloria dell’ulivo. Attribuito a Benedetto XVI perche’ il nome benedetto richiama l’ordine dei benedettini che sono anche chiamati “monaci olivetani”. 111 nella lista di Malachia.

Secondo alcuni nell’ultima frase sarebbe andato perso anche un motto di accompagnamento che era “Caput Nigrum”, anche se non ci sono fonti che confermano questa cosa. Partendo da questa (probabile) legenda si sente spesso dire che quando sara’ eletto un papa nero (nero di pelle o gesuita o qualcos’altro) allora il papa successivo (dal momento che sarebbe il 112esimo) porterebbe la fine della Chiesa. Anche nel caso in cui verrebbe data conferma del motto iniziale, la frase potrebbe comunque calzare con Benedetto XVI dal momento che il pontefice ha nel suo stemma un moro.

Quest’ultimo esempio ci sta dando conferma del pensiero che stiamo facendo. Se la profezia e’ un falso, tutti i nomi prima del 1595 sono perfettamente calzanti dal momento che erano gia’ noti. Le frasi successive sono talmente vaghe da poter essere adattate a qualsiasi papa.

Solo per completezza, diciamo due parole sull’ultimo papa della lista, secondo la credenza il successore di Benedetto XVI e’ colui che, salito al pontificato, segnera’ la fine della Chiesa (o dei tempi, o un’apocalisse a vostra scelta).

L’ultima frase di Malachia, anzi a questo punto diciamo della profezia, e’ “Petrus Romanus”. Su quest’ultimo Pietro Romano e’ stato detto veramente di tutto. Potrebbe essere riferito al pontificato dello stesso Benedetto XVI, potrebbe essere il prossimo papa di origine romana, potrebbe riferirsi al Camarlengo che reggera’ il pontificato prima del conclave, insomma di tutto e di piu’ ma assolutamente niente di chiaro.

In tutto questo ci sarebbe anche da considerare come inserire, e se considerare, nella lista la successione degli antipapi, dal momento che, nell’attribuzione che abbiamo visto, sono stati conteggiati anche dieci antipapi, se possiamo dirlo, per far coincidere meglio i motti con i pontefici. Se togliessimo questi, mancherebbero allora ancora 10 pontefici alla fine della Chiesa, ma si dovrebbero reinventare tutte le relazioni tra frasi e papi.

Dai ragionamenti fatti, mi sembra che si possa completamente escludere la profezia (forse neanche di Malachia) come possibile conferma della prossima fine del mondo nel 2012. Esistono evidenze o documenti, anche in altre religioni, che conducono al 2012 come anno di svolta? Scopriamolo insieme leggendo Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

 

11 Febbraio 2012: Si avvera la profezia di Malachia?