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Il suono più forte mai udito!

12 Ott

Dopo questo articolo:

Il suono del vinile

vi riporto la seconda domanda che mi è stata posta in questi giorni via mail da alcuni nostri lettori. La domanda in realtà è una richiesta di conferma circa un articolo pubblicato da Pianeta Blu News, che cito senza problemi e che, come già detto, vi consiglio di visitare, che in questo pezzo:

Pianeta Blu, Krakatoa

afferma che il suono più forte mai udito in epoca moderna dall’uomo è quello che si è generato in occasione dell’eruzione del vulcano Krakatoa il 27 agosto 1883.

Vi premetto subito che quanto affermato nell’articolo è assolutamente corretto. In occasione di questa eruzione esplosiva, venne generato un boato che oggi possiamo stimare di 172 decibel fino a 160 Km di distanza.

Per darvi una stima di quanto potente sia un rumore di 172 decibel proviamo a fare degli esempi pratici utili per confrontare questi valori espressi in una scala poco familiare ai più.

Per prima cosa, se vogliamo essere formali dal punto di vista scientifico, in acustica si utilizzano i dB_SPL per indicare il livello di pressione acustica. Questa definizione è alquanto intuitiva se pensiamo che i suoni che noi udiamo sono semplicemente prodotti dalla pressione dell’aria che giuge ai nostri timpani mettendoli in vibrazione. Utilizzando questa unità di misura, wikipedia riporta una tabella molto istruttiva con diverse fonti sonore accompagnate con il corrispondente suono in dB_SPL:

dBSPL Sorgente
300 Eruzione del Krakatoa nel 1883
250 All’interno di un tornado
180 Razzo al decollo
140 Colpo di pistola a 1 m, auto di Formula 1
130 Soglia del dolore
125 Aereo al decollo a 50 m
120 Sirena,
110 Motosega a 1 m
100 Discoteca, concerto rock
90 Urlo, fischietto
80 Camion pesante a 1 m
70 Aspirapolvere a 1 m; radio ad alto volume
60 Ufficio rumoroso, radio, conversazione
50 Ambiente domestico; teatro a 10 m
40 Quartiere abitato, di notte
30 Sussurri a 1 m
20 Respiro umano
0 Soglia dell’udibile
-9 Camera anecoica

Considerando che la scala in dB è una scala logaritmica, c’è una notevole differenza, ad esempio, tra l’eruzione del Krakatoa e il rumore prodotto da un razzo al decollo, facilmente identificabile come un suono di notevole intensità.

Detto questo, sempre per farvi capire il livello del suono prodotto dall’esplosione del Krakatoa, pensate che il boato venne udito chiaramente fino a 5000 km di distanza. Chiunque si fosse trovato ad una distanza inferiore ai 100Km, come accaduto ad alcuni occupanti di una nava di passaggio nei pressi dell’isola, avrebbe avuto danneggiamenti permanenti ai timpani.

Anche se l’eruzione del vulcano non causò morti direttamente, le conseguenze dell’esplosione furono devastanti. Ad oggi, si stimano circa 36000 morti dovuti in larga parte al successivo Tsunami, di 45 metri, che si creò.

Esistono anche delle curiosità molti interessanti sull’eruzione del Krakatoa. Durante l’esplosione, vennero riversati in atmosfera 21 kilometri cubi di roccia e fumi. Queste emissioni, modificarono a lungo non solo la zona dell’eruzione, ma portarono conseguenze all’intero pianeta. Per farvi un esempio, l’illustratore britannico William Ashcroft notò in quel periodo che i colori dei tramonti visibili dalla sua cittadina, vicina a Londra, erano cambiati. Il motivo di questo è oggi molto comprensibile. L’enorme quantità di sedimenti rilasciati in atmosfera, provocarono effetti ottici alla luce solare, visibili chiaramente durante il tramonto che prese colori più accesi verso il rosso. Ashcroft dipinse diversi quadri dei tramonti dell’epoca e, ancora oggi, queste illustrazioni sono studiate dai climatologi per ottenere informazioni circa l’eruzione del vulcano Krakatoa.

Ecco una delle illustrazioni di William Ashcroft:

Opera di William Ashcroft

Opera di William Ashcroft

Solo per concludere, secondo alcuni esperti, anche un altro famoso dipinto riporterebbe colorazioni molto accese non per enfatizzare il tema trattato ma solo perchè quelli erano i colori visibili al momento della realizzazione. Sapete quale? Questo:

Munch, L'Urlo

Munch, L’Urlo

L’urlo di Munch, realizzato nel 1893, 10 anni dopo l’eruzione, sarebbe una “fotografia” dei reali colori del tramonto norvegese, resi più brillanti dall’eruzione del Krakatoa.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Il suono del vinile

12 Ott

In questi giorni, ho ricevuto diverse mail da parte dei nostri lettori, tutte con domande veramente interessanti. Mi scuso da subito con queste persone se non ho risposto immediatamente ma, viste le domande, preferisco pubblicare una serie di post “corti” con le domande e le risposte. Credo che questi argomenti, proprio per la loro particolarità, potrebbero essere di interesse anche per altri lettori.

La prima domanda è apparentemente molto semplice: “come funziona un disco in vinile?”

Ovviamente, tutti conoscono i dischi in vinile e quelli più avanti con l’età, ma neanche troppo, avranno sicuramente cari ricordi legati a questi oggetti che, negli ultimi anni, anche se questo non è esattamente vero come vedremo in seguito, sono stati sostituiti da altri supporti tra cui CD e memorie di massa portatili.

Rispondiamo subito alla domanda, come fa un disco a suonare?

Detto molto semplicemente, i dischi hanno un solco a spirale che parte dall’interno e arriva fino al bordo. Questo solco presenta delle irregolarità ben precise. Quando la puntina passa nel solco, viene messa in vibrazione appunto da queste irregolarità e queste vibrazioni vengono trasformate in un suono.

IMG_1612 grado play

Semplice!

Come tutti sanno, esistono diverse tipologie di dischi. L’ultima e più diffusa è sicuramente quella dei 33 giri. Questo numero, in realtà 33 e 1/3, indica il numero di giri al minuto fatti dal disco sul piatto. I dischi a 33 giri hanno una struttura detta a microsolco e in un centimetro di raggio si trovano ben 275 solchi.

Come potete facilmente immaginare, la combinazione di velocità di rotazione, numero di solchi e diametro definisce in prima battuta la lunghezza della registrazione che è possibile contenere in un singolo disco.

Per darvi un’idea, i 33 giri, che permettono una durata di 30 minuti per lato, hanno sostituito i 45 giri su cui è possibile registrare solo per la metà del tempo. Se torniamo ancora più indietro nel tempo, i 78 giri consentivano registrazioni di soli 3 minuti!

Anche il materiale utilizzato per i dischi ha subito diverse evoluzioni nel corso del tempo e alla fine si è giunti al vinile perchè questo materiale consente una buona qualità del solco accompagnata anche con una discreta resistenza meccanica e di durata nel tempo.

Come viene realizzato un vinile?

In realtà, il processo di produzione è molto semplice. Si crea un “master” di registrazione che altro non è che il negativo del vinile che dobbiamo creare. Il master viene poi messo in contatto con il vinile per creare la struttura a microsolco e produrre il disco.

Oggi, dopo qualche anno di assenza, i dischi in vinile stanno tornando sul mercato per diversi motivi. Prima di tutto, secondo molti, la qualità del suono del vinile non è assolutamente paragonabile con quella dei CD. Inutile che stia qui a raccontarvi le innumerevoli disquisizioni tra banda passante e frequenze di taglio tra i cultori dell’ascolto musicale. Inoltre, un disco in vinile assicura, se ben mantenuto, una durata notevole nel tempo.

Esistono poi alcuni motivi più artistici al matenimento del vinile. Prima di tutto, la superficie maggiore della copertina dei dischi permette la creazione di vere e proprie opere d’arte per i collezionisti. Solo per darvi un’idea, esiste un mercato enomre di appassionati che scambiano e acquistano dischi in vinile con cifre che raggiungono numeri da capogiro!

Il 33 giri più costoso al mondo e “yesterday and today” dei Beatles nella Butcher Cover che vedete nella parte bassa di questa immagine:

Nella parte bassa, "Yesterday and Today" dei Beatles nella Butcher Cover

Nella parte bassa, “Yesterday and Today” dei Beatles nella Butcher Cover

Dimenticavo, il valore del disco è stimato intorno ai 45000 dollari!

 

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Classifica delle specie piu’ longeve

24 Nov

Mentre sfogliavo alcuni siti, mi sono imbattuto in una notizia che mi ha fatto riflettere: come forse saprete, nel 2006 un team di biologi che stava facendo ricerche nel nord dell’Atlantico pesco’ un esemplare di Arctica islandica che divenne famosa per un motivo ben preciso. Questa particolare vongola passo’ infatti alla cronaca come l’animale piu’ longevo mai osservato.

Ecco una foto di quella che e’ stata poi ribattezzata “Ming” in ricordo della lunga dinastia cinese:

Ming, la Vongola Artica di 507 anni

Ming, la Vongola Artica di 507 anni

Per questi animali l’eta’ puo’ essere stimata come per le piante contando gli anelli sul guscio. Conoscendo infatti il ritmo di crescita si puo’ risalire all’eta’ della vongola semplicemente contando le zigrinature presenti. Quando venne pescata nel 2006, si stimo’ un’eta’ compresa tra 405 e 410 anni. Gia’ questo rappresentava un record assoluto dal momento che l’esemplare piu’ longevo della stessa specie pescato in precedenza aveva solo 220 anni.

Solo pochi giorni fa, l’eta’ di Ming e’ stata ricorretta verso l’alto dopo un’analisi piu’ accurata del guscio. Come potete leggere su diversi siti, la vongola pescata nel 2006 avrebbe un’eta’ addirittura di 507 anni.

Molto interessante. Ora pero’, proprio leggendo questa notizia ho pensato: ma quali sono le specie viventi piu’ longeve in assoluto?

Generalmente, come e’ noto, quando pensiamo ad organismi in grado di vivere per secoli, il nostro pensiero va subito verso specie vegetali.

Quali sono gli alberi piu’ vecchi del pianeta?

Se vogliamo stilare una classifica, al terzo posto troviamo un tasso del Galles di ben 4000 anni. Al secondo posto Matusalemme, un pino dai coni setolosi che si trova in California la cui eta’ stimata e’ di ben 4700 anni. Al primo posto, sicuramente indiscusso, troviamo Pando, il cosiddetto Gigante Tremante, un pioppo dello Utah con un’eta’ stimata di circa 80000 anni. Pando non ha la forma classica di un albero dal momento che si tratta di un genet di pioppi, cioe’ un insieme di ramificazioni, o moduli, cha fanno parte di un unico organismo vivente con ramificazioni sotterranee.

Genet di pioppi nel parco di Fish Lake nello Utah

Genet di pioppi nel parco di Fish Lake nello Utah

Numeri veramente impressionanti. Ma se volessimo pensare invece a specie animali?

Nella cultura popolare, ad esempio, le tartarughe sono animali molto longevi. In questo caso pero’, l’eta’ difficilmente supera i 200 anni. Sicuramente numeri di tutto rispetto, ma che niente hanno a che vedere con quelli visti per gli alberi.

In natura esistono pero’ altri animali che possono vivere piu’ a lungo delle tartarughe.

Come visto prima, le vongole della specie Arctica islandica, che sono senza dubbio animali, battono di gran lunga le tartarughe.

Se non bastasse, abbiamo poi una tipologia di spugna artica nota per il suo ritmo di crescita estremamente basso:

Spugna Antartica

Spugna Antartica

Queste spugne sono profondamente differenti dalle parenti che vivono ai tropici. Trattandosi di spugne, possiamo vederle come animali e non come vegetali. Questa tipologia di spugna artica e’ in grado di vivere a lungo anche perche’ e’ dotata di un guscio protettivo che la protegge dai predatori. L’eta massima registrata per questi animali, determinata da osservazioni dirette, e’ di ben 1500 anni.

Se ci fermassimo qui, le piante batterebbero di gran lunga le specie animali per quanto riguarda la longevita’. In realta’, manca da giocare la carta segreta, cioe’ questa:

Turritopsis nutricula

Turritopsis nutricula

Cosa sarebbe?

Ovviamente si tratta di una medusa, anche se molto particolare. Questo particolare animale e’ noto come Turritopsis nutricula, anche detto “medusa immortale”.

Cosa ha di tanto speciale? Perche’ immortale?

Questo animale ha una caratteristica unica: in caso di difficolta’, quando si trova nello stato sessualmente sviluppato, puo’ regredire allo stato originario di polipo da cui e’ nata. Attenzione, parliamo di polipo non di polpo. A questa tipologia appartengono gli anemoni, i coralli e altre specie che nulla hanno a che vedere con i molluschi.

La medusa immortale e’ originaria dei Caraibi ma oggi e’ diffusa un po’ in tutto il mondo. Le sue dimensioni non superano mai i 4-5 mm come diametro della campana superiore. La particolare caratteristica di cui abbiamo parlato, e che puo’ essere ripetuta all’infinito, rende questo animali praticamente immortale.

Attenzione pero’, non e’ stato, ovviamente, possibile stimare l’eta’ di questi naimali anche se il processo descritto renderebbero la capacita’ di rigenerazione e ringiovanimento perpetui. Inoltre, appartenendo alle specie che formano il plancton questi animali, potenzialmente immortali, hanno vite medie molto basse dettate dai numerosi predatori.

Detto questo, il record indiscusso per quanto riguarda la longevita’ spetta senza dubbio alla medusa immortale. Anche le specie vegetali si difendono molto bene raggiungendo, come visto, le decine di migliaia di anni. Ovviamente si tratta di valori lontanissimi dalla vita media di un essere umano che comunque, come valore medio, ha subito un rapido incremento negli ultimi decenni grazie al miglioramento della qualita’ della vita e ai progressi medici.

 

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Scoperto il piu’ grande vulcano sommerso …. ma spento

7 Set

Diverse volte ci siamo soffermati a parlare di vulcani, sopratutto analizzando la situazione di quelli italiani:

Cosa succede in Campania?

Due parole sull’Etna e sullo Stromboli

ma soprattutto, in molti post, abbiamo parlato del grande vulcano sommerso italiano, il Marsili:

Marsili e terremoto siciliano

– Il vulcano Marsili

– Immagine ricostruita del Marsili

– Il risveglio del Marsili

Marsili: una fonte di energia enorme!

Perche’ i vulcani interessano tanto? La risposta e’ molto semplice, un vulcano e’ una fonte di energia immensa. Le eruzioni sono fenomeni naturali di una potenza tale da spaventare chiunque. Questi eventi ci mostrano quanto vivo sia il nostro pianeta e quanto sia irrequieta la situazione che ribolle sotto i nostri piedi.

Posizione del Massiccio Tamu

Posizione del Massiccio Tamu

Perche’ faccio questa introduzione?

Come avete letto dal titolo, proprio in questi giorni e’ stato individuato il piu’ grande vulcano sottomarino del mondo. La scoperta e’ stata fatta da un team di geologi dell’universita’ di Houston a circa 1500 Km dalle coste del Giappone. L’enorme vulcano in questione ha una superficie di ben 310000 Km^2 ma con un’altezza minuscola in confronto all’estensione, appena 4000 metri. Praticamente, se ipotizzassimo di essere in piedi sulla cima del vulcano, non riusciremmo ad apparezzare la pendenza delle sue pareti. L’estensione e’ paragonabile a quella dell’intera Italia.

Come si chiama questo vulcano?

Leggendo in rete trovate scritto, testuali parole, “al vulcano e’ stato dato il nome di Massiccio Tamu”. Perche’ sottolineo questo aspetto? Semplice, secondo voi, con tutti i mezzi a disposizione oggi, nessuno si era mai accorto di questo gigante la cui cima e’ appena 2000 metri sotto il livello dell’oceano? Ovviamente la risposta e’ no. Data la sua forma molto strana, bassa e molto larga, si pensava che il massiccio fosse stato formato da diversi vulcani in successione oppure che si trattasse di un altopiano sottomarino come ce ne sono tantissimi sotto i fondali oceanici.

Il nome Tamu significa infatti “Texas A&M University” proprio a ricordare l’universita’ di appartenenza dei ricercatori che circa 20 anni fa individuarono per la prima volta il massiccio. Grazie invece agli studi recenti, si e’ visto come la struttura del Tamu sia coperta da una singola eruzione vulcanica in cui si evidenzia un punto centrale con colate a 360 gradi. Questo proprio a dimostrare l’esistenza di un singolo cratere al centro.

Planimetria del Vulcano

Planimetria del Vulcano

Secondo i geologi, il Massiccio Tamu si e’ formato circa 150 milioni di anni fa, probabilmente in un punto in cui la crosta terrestre e’ piu’ sottile. Poco dopo la sua formazione, circa 145 milioni di anni fa, c’e’ stata la grande eruzione che ha lasciato la struttura come la vediamo oggi, con lava proveniente in grande quantita’ dal mantello. Detto questo, capite subito che il vulcano e’ praticamente spento da ben 145 milioni di anni. E’ sempre meglio specificare questo punto per evitare che inizi la speculazione anche su questo vulcano.

Il Massiccio Tamu, grazie alla sua estensione totale, si posiziona di diritto al primo posto della classifica dei vulcani piu’ grandi della Terra. Il precedente primato apparteneva al Mauna Loa nelle Hawaii con appena 5200 Km^2 di estensione, cioe’ appena il 2% del Massiccio Tamu. Ovviamente, cosi’ come avvenuto per questa scoperta, la classifica e’ sempre aperta. Si conoscono diverse catene montuose sui fondali oceanici e per molte di queste si pensa che siano presenti piu’ vulcani affiancati. Magari, approfondendo gli studi, si potrebbe capire che alcune di queste sono singoli vulcani con una forma simile a quella del Tamu.

Il Massiccio Tamu oltre ad essere il piu’ grande della Terra, ha un’estensione paragonabile a quella dei grandi vulcani del Sistema Solare. Come forse sapete, il piu’ grande vulcano, questa volta attivo, del sistema solare si trova su Marte ed e’ noto come Monte Olimpo. L’altezza di questo vulcano e’ di ben 25 Km e la sua forma e’ facilmente visibile anche con un piccolo telescopio domestico. Anche se le altezze sono profondamente diverse, il Tamu ha un’estensione solo il 25% minore del Monte Olimpo.

Il Monte Olimpo su Marte ripreso dalla Viking 1

Il Monte Olimpo su Marte ripreso dalla Viking 1

Per farvi capire l’enorme altezza del vulcano marziano, fino a poco tempo fa si pensava addirittura che la cima del vulcano fosse all’esterno dell’atmosfera del pianeta rosso. Studi molto recenti hanno invece dimostrato che la pressione atmosferica sulla cima sia appena del 2%, ma non nulla, rispetto a quella a terra. Di contro, per fare un esempio, la pressione sulla cima dell’Everest e’ il 25% di quella che si registra a livello del mare.

Ovviamente, oltre che per l’imponenza dei numeri, il massiccio Tamu rappresenta un ottimo laboratorio per i geologi. Come potete facilmente capire, uno studio attento del vulcano puo’ permetterci di capire meglio l’origine dei grandi vulcani terrestri e del sistema solare, comprendere la struttura interna del nostro pianeta e quanto magma e’ contenuto all’interno, oltre ad avere campioni di roccia con una datazione precisa.

Concludendo, proprio in questi giorni si e’ capito che il Massiccio Tamu, conosciuto da circa 20 anni, e’ in realta’ un singolo grande vulcano con un’estensione di ben 310000 Km^2. Questo valore rende il Tamu il piu’ grande vulcano del pianeta e uno dei maggiori del sistema Solare. Fortunatamente, il vulcano si e’ spento poco dopo la sua formazione con una grande eruzione sottomarina che ha formato la struttura di cui abbiamo parlato, profondamene diversa da quella che immaginiamo per i coni vulcanici. La scoperta del vulcano offre innumerevoli opportunita’ di studio per i geologi e per capire l’origine e la struttura del nostro stesso pianeta.

 

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Ancora sugli esopianeti

15 Ago

Come sapete, siamo soliti tornare su argomenti gia’ trattati, qualora su questi venissero richiesti dettagli aggiuntivi o, sopratutto, quando qualcosa di nuovo viene scoperto o introdotto.

Questa volta vogliamo tornare a parlare di esopianeti, su cui molto avevamo detto in questi articoli:

A caccia di vita sugli Esopianeti

Nuovi esopianeti. Questa volta ci siamo?

Esopianeti che non dovrebbero esserci

Perche’ torniamo a parlarne?

Perche’ tutti e due i motivi sopra indicati convergono su questo argomento. Prima di tutto, nella sezione:

Hai domande o dubbi?

e’ stato suggerito di parlare della presunta scoperta di un nuovo esopianeta che sembrerebbe poter essere il corpo extrasolare piu’ simile alla nostra Terra e poi perche’ ci sono anche delle novita’ di cui vorrei parlare.

Andiamo con ordine.

Come potete leggere, la richiesta era relativa all’esopianeta KOI-4742.01. Come giustamente detto, di questo pianeta si e’ avuta l’evidenza solo pochi giorni fa. Perche’ parlo di evidenza e non di scoperta? Usando un linguaggio piu’ simile a quello della fisica delle particelle, si parla di evidenza quando c’e’ il sospetto che potrebbe esserci un corpo in quella zona dell’universo che stiamo osservando, ma ancora non vi e’ la certezza. Per KOI-4742.01 la situazione e’ proprio questa. Come visto negli articoli precedenti, gli esopianeti vengono identificati con il metodo dei passaggi. Per prima cosa, si identifica la stella intorno ala quale potrebbe esserci un sistema stellare. Dopo di che, si osserva questa stella cercando di misurare le minime variazioni di luminosita’ che si hanno quando un pianeta gli passa davanti. Questo e’ il metodo utilizzato per identificare i pianeti fuori dal sistema solare. Come potete facilmente immaginare, si tratta di un metodo molto complicato basato su variazioni minime di luminosita’ percepite ad una distanza cosi’ lontana. Proprio per questo motivo, ruolo determinante in questa ricerca e’ sicuramente quello del telescopio. Strumenti sempre piu’ potenti e precisi, possono consentire di identificare pianeti sempre piu’ lontani e piccoli.

Perche’ parliamo tanto di esopianeti?

Come detto in passato, lo studio di questi corpi e’ di fondamentale importanza per cercare di capire dove si potrebbe essere sviluppata la vita. Qui non stiamo parlando di video fasulli di UFO che passano da qualche parte, ma di una seria ricerca scientifica volta ad identificare pianeti potenzialmente abitabili. Come detto diverse volte, vi ricordo che quando parliamo di vita, non intendiamo necessariamente omini verdi che parlano e girano su astronavi. Ogni qualsiasi forma di vita, dal batterio alla forma piu’ complessa, possono aiutarci a capire meglio la formazione del nostro universo e soprattutto in quali e quanti casi si possono formare le condizioni per ospitare la vita.

Cosa ha di speciale KOI-4742.01?

Come anticipato, si tratta del potenziale esopianeta piu’ simile alla Terra. Cosa significa? Al momento ci sono piu’ di 3500 potenziali esopianeti, di cui quasi 1000 certi e identificati. Volendo fare una ricerca per trovare zone potenzialmente abitabili, di quali parametri terremo conto? Detto in altri termini, come possiamo dire se un pianeta e’ adatto o no per ospitare la vita?

Negli articoli precedenti, avevamo parlato di “zona di abitabilita’”, intendo quella fascia di distanze dalla stella centrale in grado di assicurare la formazione di acqua sul pianeta e delle temperature, diciamo, decenti, cioe’ non troppo calde ne’ troppo fredde.

Per poter procedere in modo sistematico e scientifico, e’ stato introdotto un indice matematico proprio per racchiudere queste caratteristiche. Come indicato nel commento da cui siamo partiti, si tratta del cosiddetto ESI, cioe’ “indice di similarita’ alla Terra”. Come funziona? Volendo utilizzare una terapia d’urto, vi faccio vedere la formula che definisce l’ESI:

esi_formula

Non spaventatevi, altro non e’ che il prodotto di probabilita’ ottenuto mettendo insieme 4 fattori: il raggio del pianeta, la densita’ interna, la velocita’ di fuga (indicatore della gravita’ sul pianeta) e la temperatura media della superficie. Ogni parametro viene confrontato con quelli della Terra e pesato in modo diverso. In tal senso, per la potenziale formazione della vita, si considera la temperatura superficiale piu’ importante del raggio e cosi’ via. Mettendo i parametri nella formula, ottenete una valore compreso tra 0 e 1, dove 1 indica qualcosa identico alla nostra Terra.

KOI-4742.01 ha un ESI pari a 0,91 ed e’, qualora venisse confermato, l’esopianeta piu’ simile alla Terra trovato fino a questo punto. Prima di questo, il primo posto in classifica spettava a Kepler-62e, con un ESI pari a 0,83. Per essere precisi, dobbiamo dire che il primo posto in classifica spetta ancora a Kepler-62e, dal momento che KOI-4742.01 non e’, come detto in precedenza, stato ancora confermato. Allo stesso modo, esistono anche altri esopianeti non confermati che potrebbero avere un ESI maggiore di 0,83, anche se minore di quello di KOI-4742.01.

Il sito piu’ completo e aggiornato con tutte le recenti scoperte e con tantissime informazioni su questo tipo di ricerche e’ senza dubbio quello del PHL, cioe’ Planet Habitability Laboratory, gestito dall’universita’ di Porto Rico:

PHL site

Come potete vedere, qui trovate tantissime informazioni sulla ricerca in corso di esopianeti, insieme anche al catalogo aggiornato sia dei corpi identificati che di quelli sospetti:

PHL, database

Nell’immagine che segue, trovate poi la classifica dei pianeti con ESI maggiore gia’ confermati:

Classifica degli esopianeti confermati con ESI maggiore

Classifica degli esopianeti confermati con ESI maggiore

Prima di concludere, vorrei darvi qualche informazione aggiuntiva. Come potete vedere sul sito del PHL, gli esopianeti vengono anche classificati in base alla loro tipologia: terrestre caldo, superterrestre, subterrestre, mercuriano, ecc. Questa identificazione viene data considerando la tipologia di pianeta, se roccioso o meno, la temperatura e la massa del pianeta. Per farvi un esempio, Kepler-62e e’ classificato di tipo superterrestre, avendo una massa di circa 3 volte e mezzo quella della Terra. Anche questa distinzione risulta molto importante per la classificazione dei pianeti in base alla loro possibilita’ di ospitare o meno la vita.

Proprio per questo motivo, capite bene che l’ESI e’ si un parametro molto importante ma non e’ l’unico utilizzato. Nella classificazione degli esopianeti, si tiene conto di 7 parametri definiti a partire dala nostra Terra. Oltre all’indice di similarita’, si tiene conto della posizione, se in fascia abitabile o meno, dell’abitabilita’ per piante e vegetazione complessa, che dipende anche dall’umidita’ oltre che dalla temperatura, della tipologia dell’interno del pianeta, oltre che alla densita’ inserita nell’ESI qui si tiene conto se il nucleo e’ ricco di ferro o no, e tanti altri parametri importanti per la vita.

Concludendo, la ricerca degfli esopianeti continua senza sosta e il database di corpi conosciuti fuori dal nostro sistema solare cresce senza sosta. Come sappiamo bene, uno degli scopi principali di questa ricerca e’ quello di determinare se su qualche pianeta esistono le condizioni per la formazione e lo sviluppo di forme di vita. A tal proposito, sono stati introdotti diversi indici per formalizzare e confrontare facilmente le caratteristiche degli esopianeti. Tra questi, ruolo determinante e’ quello dellESI, cioe’ l’indice di somiglianza alla Terra. Fate pero’ attenzione ad una cosa: se anche dovessimo trovare un pianeta del tutto simile alla Terra e con caratteristiche adatte alla vita, non significherebbe assolutamente che esiste la certezza di trovare vita su quel pianeta. Per questo, non resterebbe che andare a vedere con i nostri occhi!

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Statistiche sulla fine del mondo

22 Dic

Oggi e’ il 22 Dicembre, da quanto ne so io, ma potrei non essere informato, ieri la fine del mondo non c’e’ stata. Volendo potremmo inviare una mail ai tanti siti catastrofisti che tante volte ci hanno deliziato con perle di scienza senza eguali. Purtroppo, se li andate a visitare oggi, non trovate neanche un post che dica “scusate, ci siamo sbagliati!”.

A questo punto vorrei condividere con voi due pensieri. Il primo, che mi sta piu’ a cuore e su cui molti di voi mi hanno contatto, e’ “che cosa succedera’ ora a questo blog?”. Ma di questo parlero’ nel prossimo post.

Ora invece, vorrei fare qualche considerazione su questo fenomeno 2012 e capire, attraverso le informazioni raccole tramite questo blog, la portata dell’evento o, se preferite, del “non evento” visto che nulla e’ accaduto.

In realta’, questo primo post ci traghettera’ direttamente al prossimo guidando la risposta al pensiero che molti di voi stanno condividendo con me.

Cominciamo dalle cose ovvie.

Ho aperto questo blog a Marzo del 2012. Come molti sapete, e non ho mai negato, inizialmente lo scopo del blog era solo quello di pubblicizzare il libro “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”. Pian piano pero’ che venivano scritti articoli, vedevo un interesse collettivo crescere e non vi nascondo che ho iniziato a vedere gli articoli scritti con uno spirito diverso. Nel corso del tempo, il blog e’ divenuto uno strumento parallelo e indipendente dal libro.

Come scrissi una volta in risposta ad un commento poco carino che mi vedeva solo interessato e che sosteneva che le risposte della scienza dovessero essere gratis, non sono assolutamente un buon venditore. Se lo fossi, o se fossi solo interessato a mandarvi in libreria a comprare il libro, vi direi “per rispondere a questa domanda, vedi pagina XX del mio libro”. Cosa, come sapete bene, mai fatta. Non ho mai negato risposte a nessuno, anche su argomenti trattati esplicitamente nel libro.

In questo senso, il blog e’ divenuto a sua volta un ottimo strumento di divulgazione della scienza. Rispetto al libro, qui c’e’ la possibilita’ di interagire direttamente con voi. Molte volte si sono accese discussioni interessantissime attraverso i commenti agli articoli. Gli utenti hanno risposto a loro volta a domande e dubbi di altri, creando un armonioso scambio di informazioni. Questo punto e’ fondamentale, significa che siamo riusciti a raggiungere lo scopo che mi ero prefissato: far discutere di scienza i non addetti ai lavori.

Per farvi capire l’evoluzione del blog, ho dunque deciso di dedicare questo post a mostrarvi apertamente i dati registrati da wordpress.

Questo articolo e’ il 250esimo scritto da Marzo ad oggi, 22 Dicembre 2012.

Nel mese di Marzo, ho avuto solo 124 visite. Per darvi un’idea, facendo una media su tutti i mesi, dunque anche i primi molto meno intensi, ad oggi abbiamo circa 3500 visite “al giorno”.

Praticamente, ci siamo occupati di tutti gli aspetti scientifici che avevano una qualche connessione con il 2012: Nibiru, asteroidi, Sole, per dire cose ovvie, ma anche terremoti, strani fenomeni atmosferici, religione, fisica delle particelle. Per farvi un’idea, basta utilizzare la funzione cerca in alto a destra e vedere gli argomenti che tirate fuori.

Quali sono stati i tag piu’ utilizzati? A parte quelli ovvi tipo “Fine del mondo”, “Maya” e “calendario”, troviamo questi risultati:

– Terremoti

– Catastrofi

– Attivita’ Solare

– NASA

Tutti argomenti di cui molto spesso abbiamo scritto e che tanto vi hanno appassionato.

Sapete quali sono stati i giorni con piu’ visite? Ne posso identificare 3 in particolare:

– 5 Giugno 2012, transito di Venere

– 7 Novembre 2012, annuncio dell’asteroide Nibiru

– 20 Dicembre 2012, giorno prima della fine del mondo

Come e’ ovvio, nei giorni in cui la spinta catastrofista si faceva piu’ intensa, accompagnata anche da articoli su quotidiani nazionali e annunci televisivi, molte persone si riversavano in rete per cercare informazioni.

Quali sono stati gli articoli piu’ letti? A parte la Homepage del blog, che vanta circa 50000 letture, l’articolo piu’ letto, ben 32000 volte, e’ stato proprio E alla fine Nibiru e’ un asteroide.

Grazie alle funzioni incluse nei motori di ricerca, la lingua utilizzata non rappresenta piu’ una limitazione alla diffusione delle informazioni. Fate attenzione, di questo pero’ ne abbiamo parlato anche a parti invertite. Quando qualcuno scrive una fesseria sul web, nel giro di pochi minuti e’ possibile leggerla in tutto il mondo.

Invece di annoiarvi con numeri, vi mostro proprio la cartina dei paesi che hanno visitato questo blog:

Mappa dei paesi che hanno visitato Psicosi 2012

Mappa dei paesi che hanno visitato Psicosi 2012

Parliamo di qualcosa come 120 paesi nel mondo … spero di non aver mai scritto cavolate! In particolare, questa considerazione ci fa capire la vera portata della “Psicosi 2012” a livello mondiale.

Molti degli articoli scritti, sono stati per diverse settimane ai primi posti della classifica di wordpress per gli articoli piu’ letti, sia in Italia che nel mondo.

A questo punto, possiamo passare invece al lato lettori. Questa e’ la classifica delle chiavi di ricerca che maggiormente hanno portato gli utenti in queste pagine:

Classifica dei termini di ricerca a Psicosi 2012

Classifica dei termini di ricerca a Psicosi 2012

Come vedete, anche in questo caso l’asteroide e’ in prima posizione. Notate anche una cosa che mi rende molto felice, al quinto posto troviamo come chiave “Psicosi 2012”. Questo significa che molti lettori si sono affezionati e appassionati a queste pagine, andando a cercare direttamente sui motori di ricerca questo blog. Questo e’ un risultato straordinario.

Proprio da queste considerazioni, vorrei ringraziarvi tutti uno ad uno. Chi semplicemente e’ passato da queste parti per leggere un articolo, chi si e’ affezionato considerando questo blog un punto di riferimento, ma soprattutto tutti quelli che hanno commentato gli articoli, discusso di aspetti della scienza con me o con altri utenti, o che hanno addirittura suggerito i temi a cui erano interessati e mi hanno espressamente chiesto il mio punto di vista. Cosa analoga vale ovviamente per la pagina facebook che ha riscosso altrettanto successo e dove possiamo vantare affezionati che discutono allo stesso modo di Scienza Vera. Grazie a tutti!

Ora, resta solo da capire cosa succedera’ a questo blog da oggi. Credo che la risposta la sappiate gia’, ma nel prossimo post vorrei affrontare nei dettagli questo argomento rendendovi partecipi dei risultati ottenuti.

Grazie a tutti,

Matteo

Classifica Best Seller Astronomia

10 Ott

9 Ottobre, Best Seller Amazon Astronomia.

Questa sera sul sito Amazon, uno dei maggiori siti di e-commerce per l’acquisto di libri, “Psicosi 2012. Le risposte della scienza” era al quinto posto nella classifica dei Best Seller sull’Astronomia.

E’ con grande soddisfazione che vi annuncio questo risultato. Fa un po’ impressione trovare nella posizione subito sotto il libro di una grande astronoma e divulgatrice come Margherita Hack.

Vi ringrazio davvero di cuore per aver letto il libro, il blog e per i tantissimi messaggi che ogni giorno mi inviate attraverso questi articoli.

Sono convinto che questi risultati indichino la voglia dei non addetti ai lavori di capire in dettaglio cosa c’e’ di vero nelle profezie sul 2012 e per conoscere a fondo il punto di vista della scienza.

Come sapete bene, gli argomenti trattati nel libro partono dalle profezie sul 2012, ma riguardano da vicino temi scientifici sempre attuali e su cui, troppo spesso, l’informazione viene affidata a siti e giornali poco credibili. In quest’ottica, il libro rappresenta uno strumento di divulgazione in cui trovare argomenti molto spesso tralasciati dalla scienza ufficiale.

Vi ricordo che potete comodamente acquistare “Psicosi 2012. Le risposte della scienza” sfogliando la lista di siti nella pagina “Dove Comprare Psicosi 2012“. In alternativa, potete trovare o ordinare il libro in qualsiasi libreria.

Se invece volete essere informati sulle prossime iniziative o leggere gli articoli in rete che parlano di “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, visitate la pagina “News” sempre su questo blog.

Grazie davvero per questi splendidi risultati!