vi riporto la seconda domanda che mi è stata posta in questi giorni via mail da alcuni nostri lettori. La domanda in realtà è una richiesta di conferma circa un articolo pubblicato da Pianeta Blu News, che cito senza problemi e che, come già detto, vi consiglio di visitare, che in questo pezzo:
afferma che il suono più forte mai udito in epoca moderna dall’uomo è quello che si è generato in occasione dell’eruzione del vulcano Krakatoa il 27 agosto 1883.
Vi premetto subito che quanto affermato nell’articolo è assolutamente corretto. In occasione di questa eruzione esplosiva, venne generato un boato che oggi possiamo stimare di 172 decibel fino a 160 Km di distanza.
Per darvi una stima di quanto potente sia un rumore di 172 decibel proviamo a fare degli esempi pratici utili per confrontare questi valori espressi in una scala poco familiare ai più.
Per prima cosa, se vogliamo essere formali dal punto di vista scientifico, in acustica si utilizzano i dB_SPL per indicare il livello di pressione acustica. Questa definizione è alquanto intuitiva se pensiamo che i suoni che noi udiamo sono semplicemente prodotti dalla pressione dell’aria che giuge ai nostri timpani mettendoli in vibrazione. Utilizzando questa unità di misura, wikipedia riporta una tabella molto istruttiva con diverse fonti sonore accompagnate con il corrispondente suono in dB_SPL:
dBSPL
Sorgente
300
Eruzione del Krakatoa nel 1883
250
All’interno di un tornado
180
Razzo al decollo
140
Colpo di pistola a 1 m, auto di Formula 1
130
Soglia del dolore
125
Aereo al decollo a 50 m
120
Sirena,
110
Motosega a 1 m
100
Discoteca, concerto rock
90
Urlo, fischietto
80
Camion pesante a 1 m
70
Aspirapolvere a 1 m; radio ad alto volume
60
Ufficio rumoroso, radio, conversazione
50
Ambiente domestico; teatro a 10 m
40
Quartiere abitato, di notte
30
Sussurri a 1 m
20
Respiro umano
0
Soglia dell’udibile
-9
Camera anecoica
Considerando che la scala in dB è una scala logaritmica, c’è una notevole differenza, ad esempio, tra l’eruzione del Krakatoa e il rumore prodotto da un razzo al decollo, facilmente identificabile come un suono di notevole intensità.
Detto questo, sempre per farvi capire il livello del suono prodotto dall’esplosione del Krakatoa, pensate che il boato venne udito chiaramente fino a 5000 km di distanza. Chiunque si fosse trovato ad una distanza inferiore ai 100Km, come accaduto ad alcuni occupanti di una nava di passaggio nei pressi dell’isola, avrebbe avuto danneggiamenti permanenti ai timpani.
Anche se l’eruzione del vulcano non causò morti direttamente, le conseguenze dell’esplosione furono devastanti. Ad oggi, si stimano circa 36000 morti dovuti in larga parte al successivo Tsunami, di 45 metri, che si creò.
Esistono anche delle curiosità molti interessanti sull’eruzione del Krakatoa. Durante l’esplosione, vennero riversati in atmosfera 21 kilometri cubi di roccia e fumi. Queste emissioni, modificarono a lungo non solo la zona dell’eruzione, ma portarono conseguenze all’intero pianeta. Per farvi un esempio, l’illustratore britannico William Ashcroft notò in quel periodo che i colori dei tramonti visibili dalla sua cittadina, vicina a Londra, erano cambiati. Il motivo di questo è oggi molto comprensibile. L’enorme quantità di sedimenti rilasciati in atmosfera, provocarono effetti ottici alla luce solare, visibili chiaramente durante il tramonto che prese colori più accesi verso il rosso. Ashcroft dipinse diversi quadri dei tramonti dell’epoca e, ancora oggi, queste illustrazioni sono studiate dai climatologi per ottenere informazioni circa l’eruzione del vulcano Krakatoa.
Ecco una delle illustrazioni di William Ashcroft:
Opera di William Ashcroft
Solo per concludere, secondo alcuni esperti, anche un altro famoso dipinto riporterebbe colorazioni molto accese non per enfatizzare il tema trattato ma solo perchè quelli erano i colori visibili al momento della realizzazione. Sapete quale? Questo:
Munch, L’Urlo
L’urlo di Munch, realizzato nel 1893, 10 anni dopo l’eruzione, sarebbe una “fotografia” dei reali colori del tramonto norvegese, resi più brillanti dall’eruzione del Krakatoa.
Perdona, monna Terra, se io ti rispondo un poco più liberamente che forse non converrebbe a una tua suddita o fantesca, come io sono. Ma in vero che tu mi riesci peggio che vanerella a pensare che tutte le cose di qualunque parte del mondo sieno conformi alle tue; come se la natura non avesse avuto altra intenzione che di copiarti puntualmente da per tutto. Io dico di essere abitata, e tu da questo conchiudi che gli abitatori miei debbono essere uomini. Ti avverto che non sono; e tu consentendo che sieno altre creature, non dubiti che non abbiano le stesse qualità e gli stessi casi de’ tuoi popoli; e mi alleghi i cannocchiali di non so che fisico. Ma se cotesti cannocchiali non veggono meglio in altre cose, io crederò che abbiano la buona vista de’ tuoi fanciulli; che scuoprono in me gli occhi, la bocca, il naso, che io non so dove me gli abbia.
Giacomo Leopardi, estratto da “Dialogo della Terra e della Luna”, Operette Morali.
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Sono davvero impazzito? Cosa c’entra Leopardi con le bufale che ogni giorno si rincorrono sul web? In questo pezzo che ho estratto è la Luna che sta parlando alla Terra ed in particolare la accusa di pensare che tutto ciò che esiste in Natura sia conforme a quello che avviene sul nostro pianeta. In particolare, solo poche battute prima, la Luna raccontava alla Terra di essere abitata ma di abitanti che non sono uomini, che non possono essere immaginati da chi è chiuso nel suo pensiero e che la bellezza della creazione è anche nella diversità delle realtà e degli ambienti creati.
Perché ho voluto iniziare questo articolo con questa citazione? Data la sua vicinanza che la rende perfettamente visibile agli occhi, la Luna è uno dei corpi del Sistema Solare che da sempre ha stimolato la fantasia degli esseri umani. Fantasie che spaziano su temi diversi ma che, come è ovvio, sono sempre concentrate soprattutto sul fatto che il nostro satellite possa essere abitato da esseri intelligenti. Questo, ovviamente, complice anche il fatto che siamo riusciti a raggiungere e camminare sulla sua superficie, ha da sempre creato moltissime speculazioni su segreti celati dai potenti ai poveri mortali.
Apro e chiudo una breve parentesi. Dal momento che ho appena scritto “siamo riusciti a camminare sulla sua superficie”, vi ricordo che in questo articolo:
abbiamo già parlato dell’assurdità delle affermazioni sui viaggi lunari e sulla certezza che l’uomo è stato sulla Luna. Questo giusto per essere precisi ed evitare polemiche a cui abbiamo già dato una risposta.
Detto questo, proprio negli ultimi giorni, alcuni siti complottisti hanno rispolverato uno dei temi che possiamo definire un evergreen della teoria del complotto che è quello della Missione Apollo 20.
Apollo 20? Forse c’è un errore. Tutti sanno che i programmi Apollo sono arrivati fino a 17. Perché si parla di 20?
In realtà, le missioni Apollo 18, 19 e 20 sono state inizialmente messe in programma, ma poi cancellate per assenza di fondi. Il motivo di questa scelta è presto detto: la conquista della Luna rappresentava certamente una sfida tecnologica e scientifica molto importante per diversi settori della ricerca, ma il tutto fu accelerato da motivi politici contestualizzabili al periodo storico a cui ci riferiamo. La conquista dello spazio era uno dei campi di battaglia non armata su cui si fronteggiavano i due grandi blocchi della guerra fredda: Stati Uniti da un lato e Unione Sovietica dall’altro. Quando l’Apollo 11 si posò sulla superficie e i suoi occupanti poterono fare la prima passeggiata fu un momento storico che decretò anche il vincitore della corsa allo spazio e, in altra chiave di lettura, il predominio di una filosofia rispetto all’altra. Le missioni successive, a parte Apollo 13 a causa delle problematiche note a tutti, videro scemare molto velocemente l’interesse dell’opinione pubblica anche perché, come spesso mi sento dire, di “sassi” ne avevamo raccolti a sufficienza. Questa breve parentesi storica spiega bene il perché le ultime tre missioni vennero cancellate e le risorse e le tecnologie impiegate per altri programmi di maggiore interesse.
Nonostante questo, negli anni diverse storie si sono rincorse sulle ultime tre missioni ed in particolare su Apollo 20 che non solo sarebbe partito grazie ad una collaborazione congiunta USA-URSS ma lo avrebbe fatto con un chiaro scopo: recuperare una nave aliena fotografata dalle missioni precedenti.
Certo, detto in questo modo, nessuno, almeno spero, avrebbe creduto a queste fantasie da quattro soldi. Perché allora la storia dell’Apollo 20 è divenuta così famosa negli anni al punto da essere ritirata fuori a cadenza regolare?
Come sempre avviene, in storie di questo tipo la rete ha il suo ruolo da protagonista. Nel 2007, un utente caricò su Youtube un video in cui mostrava alcuni fotogrammi raccolti dalla missione Apollo 15, concentrandosi in particolare su una zona in cui si osserva una struttura abbastanza regolare di forma allungata. Secondo l’utente, la costruzione sarebbe un’astronave abbandonata sulla Luna e proprio grazie a questa identificazione, ed in completo segreto, le due agenzie spaziali più avanzate al mondo decisero di unirsi in una missione congiunta per andare ad esplorare e recuperare il reperto. Per completezza di cronaca, vi riporto l’immagine incriminata:
AS15-P-9625
ma, soprattutto, uno zoom della regione in cui si troverebbe l’astronave aliena:
Zoom dell’immagine precedente con il “dettaglio” della nave aliena
Chi era questo utente? Il misterioso personaggio si identificò come William Rutledge, a suo dire uno degli uomini dell’equipaggio dell’Apollo 20 che ora vivrebbe in Ruanda. Oltre alla misteriosa struttura, nel video caricato si vede anche l’interno della nave, perfettamente conservata, e, indovinate un po’, alieni dormienti. In particolare, uno di questi corpi umanoidi, di sesso femminile, è noto alle cronache come “Monna Lisa”. Eccovi una parte del video in questione in cui si vede l’interno dell’astronave e appunto l’alieno femmina che dorme:
Priam di continuare, lasciatemi fare qualche considerazione personale su cui potete o no essere d’accordo. In questo blog ci siamo occupati davvero di molte bufale e molte di queste erano assolutamente più credibili di questa sull’Apollo 20. Le argomentazioni a sostegno di questo complotto sono davvero molto deboli e assolutamente poco credibili. Perché allora è divenuta così famosa? In primis, perché si tratta di una delle prime costruite e pubblicizzate via rete ma, soprattutto, perché diverse volte è stata citata anche da fonti, almeno secondo il pensiero di molti, autorevoli. Alcuni esempi: giornali nazionali come il Corriere della Sera e la trasmissione Mistero. Come sempre ripetiamo, credibili o meno dal punto di vista scientifico, canali di informazione come TV e giornali hanno un enorme potere sulle persone che spesso prendono per buono quello che gli viene raccontato fidandosi del canale con cui questo viene propinato.
Ragionando insieme, è possibile che ci siano state missioni Apollo tenute nascoste all’opinione pubblica? Per lanciare le missioni, venivano usati razzi Saturn V. Per chi non li conoscesse si tratta di “giocattoli” alti quasi 100 metri. Secondo voi, come avrebbero fatto a tenere nascosta una costruzione del genere? Tra l’altro, sempre secondo il presunto membro dell’equipaggio, il lancio sarebbe avvenuto a Vandemberg in California, questo per tenere nascoste tutte le fasi preparatorie utilizzando una base diversa rispetto al solito. Questo particolare, che può sembrare un’inezia ci conferma invece l’assurdità delle affermazioni e, soprattutto, che questo utente ne sa veramente poco di lanci nello spazio.
Perché dico questo? Per poter lanciare qualcosa nello spazio, prima di tutto si “spara” sfruttando il verso di rotazione della Terra. Questo, per un concetto di moti relativi, ci fa guadagnare sulla spinta e dunque risparmiare sul dispendio di energia per il lancio. Inoltre, normalmente, i lanci vengono fatti sulla costa orientale degli Stati Uniti mai su quella occidentale. Il perché di questo è di facile comprensione: se ci dovesse essere qualsiasi problema nelle prime fasi della salita, tenendo a mente il discorso sulla rotazione terrestre, il lanciatore finirebbe in mezzo all’oceano e non certo sulla terra ferma con il rischio di provocare una strage. Detto questo, il signore che ha caricato il video è tutt’altro che un astronauta.
Altre considerazioni semplici. La foto da cui siamo partiti che mostra dove si troverebbe il relitto dell’astronave è un documento pubblico scaricabile da chiunque, così come ha fatto l’autore del video originale. Sempre secondo voi, se Stati Uniti e URSS avessero identificato qualcosa di anomalo nelle foto e avessero voluto mantener il segreto più assoluto, avrebbero lasciato la foto in bella mostra visibile a tutti?
Inoltre, anche se il lancio fosse riuscito in pieno silenzio e senza essere scoperti, nessuno si sarebbe accorto di una Saturn V che vola verso l’esterno uscendo dalla nostra atmosfera? Così come avvenne nelle precedenti missioni Apollo, il lancio venne seguito anche da molti astrofili amatoriali che potevano vedere molto bene la scia del razzo che usciva dall’atmosfera. In questo caso, giusto per essere chiari, parliamo di centinaia di persone assolutamente estranee ai fatti e che sarebbero impossibili da controllare. Detto in altri termini, se avessero visto qualcosa si sarebbe saputo all’istante!
Dunque, la storia dell’Apollo 20 è, e resta, una bufala bella e buona. Purtroppo, resto sempre amareggiato nel constatare come storie di questo tipo possano riaffiorare a distanza di anni ma mai con particolari interessanti o almeno aggiornati. La cosa più preoccupante, come detto, è che ci sono tanti mezzi di comunicazione che da anni hanno lasciato la strada dell’informazione per un mero discorso commerciale e di manipolazione delle idee. Così come sappiamo bene: il complottismo vende e vende bene, troppo spesso molto di più della verità.
Di complottismo, non solo legato al 2012, ne abbiamo parlato abbondantemente. Come sappiamo bene, molto spesso si tenta di falsificare la realta’ creando un vero e proprio mare di notizie con collegamenti forzati o completamente inventati. Lo scopo di queste azioni, e’ al solito da ricercare nel tornaconto personale e nel fatto che notizie di questo genere attirino sempre l’attenzione di un pubblico molto numeroso.
Di complottismo con un secondo fine, ne abbiamo parlato specificatamente in questo post:
Perche’ sto tornando su questi argomenti? Semplicemente perche’ in questi giorni e’ uscita una notizia su web che ha veramente dell’incredibile.
Stando a quanto si legge in rete, la famosa canzona “Gangnam Style” del rapper coreano Psy, annuncerebbe proprio la fine del mondo.
Credo che molti di voi conoscano gia’ la canzone a cui ci stiamo riferendo, nel caso non fosse cosi’, vi riporto il video della canzone da youtube:
In realta’, consiglio a tutti, anche a chi la conosce, di vedere il video della canzone, perche’ proprio di questo video andiamo ora a parlare.
Partiamo ovviamente dalla fonte di questa singolare notizia.
L’origine di questa connessione si deve a tale William Leroy, uno studente di letteratura rinascimentale. Secondo Leroy, proprio il video della canzone sarebbe un chiaro riferimento ad una profezie di Nostradamus che potrebbe essere messa in relazione con il 2012.
Secondo lo studente, Nostradamus fa riferimento nella profezie ad un “calmo mattino” quando una “danza di cavalli” segnerebbe l’inizio della fine con i “nove cerchi allineati”.
Cerchiamo di capire la connessione.
Secondo Leroy, il “calmo mattino” farebbe riferimento alle origine coreane del cantante. La “danza di cavalli” invece, e’ chiaramente indicata nel video dove il cantante balla all’interno di una stalla con i cavalli ai lati. Per quanto riguarda invece i “nove cerchi allineati”, questo sarebbe un riferimento numerico alle visualizzazione del video proprio su youtube. Secondo lo studente infatti, il video dovrebbe raggiungere il miliardo di visualizzazione in rete, e sempre secondo i calcoli di Leroy, questo momento arriverebbe proprio il 21 Dicembre.
Ora, come spesso avviene nelle teorie complottiste, queste connessioni mi sembrano alquanto forzate. Prima di tutto, perche’ mai le origine coreane di Psy dovrebbero far riferimento al calmo mattino? In rete in realta’ non si trova una spiegazione chiara di questa connessione. Se ci pensiamo, il Sole sorge a est, ma in questo caso, qualsiasi paese orientale potrebbe essere adatto. Inoltre, la Terra e’ tonda, per cui anche un coreano vede il Sole sorgere ad est. Su alcuni siti si fa riferimento ad esempio alla bandiera della Corea del Sud in cui, al centro, vi e’ una raffigurazione che potrebbe rappresentare un Sole. Ecco un’immagine della bandiera della Sud Corea:
Bandiera della Corea del Sud
Questa interpretazione, che ripeto trovate in rete, mostra invece una elevata ignoranza. Il simbolo al centro della bandiera coreana e’ un Yin e Yang blu e rosso, cioe’ la contrapposizione taoista tra il bene e il male, il positivo e il negativo, ecc. Inoltre, nella bandiera sono presenti 4 simboli del I-Ching, cioe’ l’antico libro dei mutamenti orientale.
La seconda supposizione e’ quella che sembrerebbe piu’ evidente, cioe’ la “danza coi cavalli”. Forse a Leroy e’ sfuggito un particolare. Questa canzone, oltre ad essere molto orecchiabile, e’ divenuta famosa in tutto il mondo proprio per la danza di Psy. Come potete vedere bene nel video, la dana rappresenta in diversi passi una cavalcata. Proprio questo e’ il motivo per cui nel video compaiono in diverse scene dei cavalli e anche una stalla.
Sull’associazione dei “nove cerchi allineati”, mi sembra che ci sia veramente poco da dire. Inutile dire che l’ipotesi sul numero di visualizzazioni in rete, mi sembra proprio una forzatura con il voler ricercare a tutti i costi una connessione anche per questa parte delle profezia.
Nonostante queste considerazioni, il sito di William Leroy sta ricevendo migliaia di visite tutti i giorno e lui, senza mezzi termini, ha chiesto attraverso delle interviste di far rimuovere il video della canzone da Youtube.
Forse il vero scopo ricercato da Leroy e’ stato comunque raggiunto, cercare un po’ di notorieta’ personale.
Nella giungla di profezie fatte sul 2012, ci si imbatte in argomentazioni profondamente diverse e che spaziano su diversi campi. Mantenere un approccio scientifico, ragionando sui dati in nostro possesso e confrontando sempre fonti diverse, e’ l’unico modo per fare chiarezza. Per non perdere la bussola cercando informazioni sul 2012, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.
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