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La bomba più potente mai creata!

20 Ott

Eccoci di nuovo qui. Scusate, come al solito, la mia latitanza ma, in questi giorni, sono un po’ lontano dall’Italia e con qualche problema di fuso orario, oltre ai sempre presenti impegni lavorativi.

Detto questo, dopo questi due post:

Il suono del vinile

Il suono più forte mai udito

c’è un’ultima domanda che mi è stata rivolta via mail e che vorrei condividere con tutti perchè, a mio avviso, potrebbe essere molto interessante. La domanda fatta è, se vogliamo, molto semplice: qual è la bomba atomica più potente mai creata dall’uomo?

Premetto subito che il mio post non vuole urtare il pensiero di nessuno. Non è questa la sede per discutere tra chi è a favore dell’energia atomica e chi no, chi pensa una cosa e chi un’altra, ecc.. Lo scopo di questo post vuole essere puramente scientifico o, lasciatemi dire, nonostante l’argomento, di curiosità.

Bene, la bomba atomica più potente, e vedremo cosa significa, mai realizzata dall’uomo è la Bomba Zar, nome in codice Big Ivan, sviluppata in unione sovietica. Premetto subito che non si è trattato di un ordigno di offesa ma solo di un test militare. Anzi, come molti storici sotengono, più che un test militare, la costruzione e il seguente utilizzo della bomba è stato più che altro un messaggio di propaganda dell’ex-URSS per dimostrare ai suoi cittadini, e al mondo intero, cosa la nazione fosse in grado di realizzare.

Dal punto di vista tecnico, la bomba Zar, nella sua concezione iniziale, era una bomba a 3 stadi. Nel nucleo più interno il processo di fissione veniva fatto partire per fornire energia al secondo stadio in cui si aveva un’amplificazione grazie alla fusione di atomi di idrogeno, energia che serviva a sua volta per innescare una seconda fusione nel terzo e più esterno strato della bomba.

A livello progettuale, la bomba Zar era in grado di sviluppare una potenza di 100 Mt, cioè 100 milioni di tonnellate di TNT equivalente. A quanto equivale questa energia? Per farvi un esempio noto a tutti, l’atomica sganciata dagli USA su Hiroshima, Little Boy, aveva una potenza 3125 volte inferiore. Se potessimo far esplodere simultaneamente tutti gli esplosivi convenzionali utilizzati nella seconda guerra mondiale, l’esplosione sarebbe ancora 10 volte inferiore a quella della Bomba Zar.

Questo potentissimo ordigno venne sviluppato dall’Unione Sovietica da un team di fisici capeggiati da Andrej Sacharov, una delle menti più brillanti del XX secolo. Dopo aver contribuito in modo fondamentale allo sviluppo della bomba a idrogeno, Sacharov iniziò una lunga battaglia a favore dei diritti civili e contro l’uso dell’energia nucleare negli armamenti. Proprio questa sua attività gli valse il premio nobel per la pace.

Tornando a parlare dell’ordigno, per motivi di sicurezza, nell’unico test condotto, venne realizzata una versione depotenziata della Bomba Zar. A differenza del progetto iniziale, il terzo stadio venne sostituito da piombo, materiale in grado di rallentare e schermare le radiazioni prodotte dalla bomba. Questa versione poteva però raggiungere la sempre impressionante energia di 50 Mt. Il test venne poi eseguito il 30 Ottobre 1961, sull’isola di Novaja Zemlja, una località sperduta a nord del Circolo Polare.

Nonostante l’enorme potenza, la sostituzione del terzo stadio con piombo diminuì notevolmente la radiazione emessa attraverso il fallout successivo alla detonazione. Proprio per questo motivo, considerando il rapporto potenza/radiazione, la bomba Zar è anche stata l’ordigno nucleare più “pulito”.

Quali sono gli effetti di una detonazione del genere? Prima di tutto, consideriamo che la bomba venne fatta esplodere a 4000 metri dal suolo. Nonostante questo, la successiva onda sismica provocata dalla deflagrazione fece 3 volte il giro del pianeta. Testimoni a 1000 Km di distanza dal punto, poterono vedere chiaramente il lampo anche se il cielo era notevolmente nuvoloso. Altri testimoni riportarono di aver percepito il calore dell’onda sulla pelle fino a 270 Km di distanza. Praticamente tutto quello che era presente fino a 35 Km dal centro venne completamente spazzato via. Se ancora non vi basta, a 900 Km di distanza, in Finlandia, alcune case riportarono danni a porte e finestre provocati dall’onda d’urto dell’esplosione.

Ripeto, questa era la versione depotenziata di un un fattore 2 rispetto al reale progetto.

Spero che quanto raccontato sia sufficiente a far capire le potenzialità di questi ordigni. Ripeto, non voglio discutere se è giusto o meno costruire, o saper realizzare, bombe di questo tipo. Permettetemi però di dire, senza offesa per nessuno, che dal punto di vista tecnico è straordinario pensare a quanta energia possa essere sviluppata da un sistema di questo tipo.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

1, 2, 3 …. il lago non c’e’ piu’

28 Nov

Su segnalazione di un nostro caro lettore attraverso la pagina facebook:

Psicosi 2012, facebook

vi vorrei raccontare la storia, molto particolare, del lago di Sanica in Bosnia.

Immaginate un lago fatto cosi’:

Lago di Sanica. Come era fino a qualche giorno fa.

Lago di Sanica. Come era fino a qualche giorno fa.

che da un giorno all’altro diventa cosi’:

Lago di Sanica. Come e' oggi.

Lago di Sanica. Come e’ oggi.

Cosa e’ successo? Il lago e’ scomparso nel giro di poche ore lasciando al suo posto un cratere.

Capite bene che si tratta di una storia molto affascinante e che se non fosse reale e documentata si potrebbe quasi stentare a credere.

I primi ad essere sorpresi di questo stranissimo fenomeno sono ovviamente i residenti locali che non riescono a spiegarsi come questo sia potuto accadere. Ovviamente, non mancano leggende, anche molto intriganti. La prima? Un vecchio signore che abitava a pochi passi dal lago e’ passato a miglior vita solo pochi giorni fa. Sul punto di morte, avrebbe giurato ai presenti di portarsi via tutto cio’ che gli apparteneva. Secondo alcuni, il lago farebbe parte di questa promessa.

Ipotesi affascinante ma ovviamente molto poco scientifica.

Altra idea di cui si discute in zona: il fondo del lago sarebbe pieno di bombe risalenti alla guerra sganciate da aerei. Qualche pesce potrebbe involontariamente aver urtato un ordigno facendolo esplodere e aprendo in questo modo una voragine da cui l’acqua sarebbe uscita. Anche qui, per quanto interessante, siamo veramente nel campo della fantasia piu’ spinta.

Pensate sia tutto? Assolutamente no. Non manca infatti chi parla di fine del mondo molto vicina. Secondo alcuni anziani del paese, quando sta per sopraggiungere la fine dei giorni, possono avvenire miracoli come questo del lago. La scomparsa delle acque altro non sarebbe che un segnale premonitore dell’imminente catastrofe.

Va bene, le leggende cittadine sono sempre interessanti ma, almeno in molti casi, la spiegazione scientifica c’e’ se si ha voglia di cercarla. Come e’ possibile che un lago di 20 metri di diametro e 10 di profondita’, circondato da alberi e pieno di pesci, sia scomparso improvvisamente?

Alcuni giornali parlano di fenomeno dovuto al drenaggio del fondo. Cosa significa? Le acque del lago vengono utilizzate per irrigare i campi. Il movimento continuo potrebbe aver provocato una variazione del potere drenante del fondale che dunque ha assorbito l’acqua un po’ come una spugna. Questo spiegherebbe molto bene che fine ha fatto l’acqua.

I residenti locali non credono molto a questa ipotesi e, come al solito, neanche il sottoscritto.

Per capire le reali cause di questo fenomeno, e’ necessario considerare un aspetto molto importante. Come detto in precedenza, il lago aveva un diametro di circa 20 metri ed era profondo 10. Bene, il cratere presente oggi ha un diametro di 50 metri ed una profondita’ di 20. Come e’ possibile che si sia allargato mentre si asciugava?

Vi voglio dare un indizio. Ricorderete sicuramente i fenomeni descritti in questi articoli:

Enorme cratere si apre in Cina

Enormi voragini si aprono in Florida

Numerosi Sinkhole a Samara

I “tappi” del Mar Morto

– Louisiana: il sinkhole che inghiotte la foresta

Come visto, questo fenomeno ci ricorda molto quello dei famosi sinkhole presenti in diverse parti del pianeta. In italiano, siamo abituati a chiamare questi smottamenti “doline”. Sapete da dove proviene la parola “dolina”? Semplice, dalla lingua slava e significa “valle”.

Cosa significa questo?

I fenomeni carsici sono molto frequenti in quella zona ed esattamente contro questi bisogna puntare il dito per comprendere il mistero del lago scomparso.

Cosa e’ successo?

Il lago era formato su una dolina di origina carsica. Ad un certo punto, per svariate cause, prima tra tutte la pressione, il lago si e’ stappato facendo fluire le acque nel sottosuolo, probabilmente in una caverna sotterranea. Il fenomeno non e’ stato assolutamente isolato ma e’ ancora in corso con movimenti carsici che giustificano in pieno l’allargamento del cratere visibile oggi. Su alcune fonti si riporta infatti di come le dimensioni di quello che prima era il fondale del lago siano ancora in aumento.

Concludendo, per quanto affascinante e misterioso, il fenomeno della scomparsa del lago si Sanica ha una spiegazione scientifica e razionale. Come visto, fenomeni di tipo carsico non sono assolutamente nuovi in Bosnia, regione da sempre interessata dalla presenza di doline. Questa spiegazione soddisfa in pieno tutte le osservazioni fatte sul campo, spiegando anche il perche’ di una scomparsa cosi’ rapida e tale da lasciare molti abitanti in preda a leggende e racconti popolari.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Neologismi catastrofisti

22 Nov

Leggendo i giornali c’e’ sempre qualcosa di nuovo da imparare. Come sapete bene, ogni tanto i giornalisti si lasciano prendere un po’ la mano, gonfiando le notizie o, anche, cercando di rendere ad effetto notizie che altrimenti passerebbero in secondo piano.

Di queste cose, diverse volte abbiamo parlato in questo blog. Alcune volte, ci siamo trovati a dover proprio smentire notizie apparse sui giornali nazionale perche’ frutto di incomprensioni o, e questo e’ un problema piu’ frequente di quanto si immagini, per la mancanza di controllo delle fonti da cui le notizie vengono prese.

Questa volta vorrei parlare di pioggia. Lungi da me speculare su quanto accaduto in Sardegna dove la forza della natura ha causato morti e notevoli danni, ma proprio quanto accaduto sull’isola rappresenta l’ultimo esempio di un cattivo costume per la ricerca di titoli ad affetto.

Negli ultimi anni, sempre piu’ spesso sentiamo parlare di forti piogge. Ora, il piu’ delle volte, anche di fronte a gravi problemi per le popolazioni, i giornali tendono a far apparire fenomeni stagionali comuni come eventi rari e inaspettati. Piogge torenziali, soprattutto in periodo autunnale o primaverile ci sono sempre state e sempre ci saranno. Nonostante questo, sempre piu’ spesso sentiamo parlare di “bombe d’acqua”, cioe’ violenti acquazzoni che interessano varie parti dell’Italia e di cui non avevamo mai sentito parlare.

Cosa sarebbero queste bombe d’acqua?

Se proviamo a consultare libri o siti specializzati, non troviamo una definizione di bombe d’acqua. Questo non ci deve sorprendere perche’, come anticipato, le bombe d’acqua in realta’ non esistono.

Ora, potrei far saltare dalla sedia molte persone preoccupate di quanto e’ accaduto in Sardegna o di altri fenomeni meno recenti. La mia considerazione e’ prettamente linguistica e metereologica. Fino a qualche anno fa, nessuno aveva mai sentito parlare di pioggia in questo senso, eppure, nell’ultimo periodo, sembrerebbe quasi che siano comparse queste bombe d’acqua come un fenomeno nuovo casuato da chissa’ quali diavolerie scientifiche o  da modificazioni climatiche naturali o indotte.

Onde evitare fraintendimenti, mi spiego meglio.

Le cosiddette “bombe d’acqua”, altro non sono che i violenti acquazzoni di cui abbiamo sempre sentito parlare. Perche’ allora si usa questo termine? L’origine, e come potrebbe essere diversamente, e’ giornalistica. Questo termine compare la prima volta in un articolo della Nazione di Firenze dopo il violento temporale del 2012. Ecco a voi l’articolo in questione:

La Nazione Firenze

Il termine e’ frutto di una cattiva traduzione dall’inglese dell’espressione “Cloud Burst”. Letteralmente suonerebbe come “Esplosione di Nuvola”. Con Cloud Burst, come potete leggere su wikipedia:

Cloud Burst

si indica un violento temporale con una durata limitata nel tempo ma con una quantita’ di precipitazioni in grado di provocare innondazioni. In molti di questi casi, si possono formare piu’ temporali in breve tempo che provocano appunto la grande quantia’ di precipitazione in uno spazio ristretto. Bene, il termine “bomba d’acqua” e’ dunque mutuato dall’inglese.

Ora pero’, provando a ragionare, si tratta di un termine qualitativo appicicato ad una scienza quantitativa come le meteorologia. Cosa significa tanta pioggia in poco tempo? Tanta quanta? Poco tempo quanto? Capite che, cosi’ come viene dato, questo termine non ha alcun significato se non quello soggettivo.

Operativamente, anche a seguito del diffondersi del termine, si e’ cercato di dare una definizione numerica al termine bomba d’acqua definendo in questo modo precipitazioni in grado di scaricare quantita’ maggiori di 30 mm di pioggia nell’arco di un’ora. Non si tratta di una definizione nel senso stretto del termine dal momento che autori diversi possono utilizzare numeri diversi. C’e’ chi parla di 50 mm in un’ora, chi di 20, chi parla di precipitazioni nell’arco di due ore, ecc.

Detto questo, capite bene come il termine sia in realta’ una forzatura di quello che, fino a pochi anni fa, eravamo soliti chiamare aquazzone ed inoltre non presenta una definizione univoca.

Prima di chiudere, ragioniamo ancora su un particolare: alla luce di quanto osserviamo, sembrerebbe che gli acquazzoni, o le bombe d’acqua, siano aumentati notevolmente negli ultimi anni. E’ una sensazione o l’aumento e’ tangibile? Su alcuni siti trovate numeri veramente sparati a caso. Su piu’ di una fonte ho trovato che prima si poteva parlare di una bomba d’acqua ogni 10 anni mentre ora questo fenomeno si presenta, nel solo territorio italiano, fino a 3-4 volte all’anno. Questo non e’ assolutamente vero.

Negli ultmi anni, il numero di acquazzoni e’ sensibilmente aumentato e questo e’ dovuto all’effetto serra e all’aumento della temperatura media dei mari. Perche’? Quando parliamo di aumento di temperatura delle acqua, al solito, ci si riferisce ad incrementi inferiori al grado, ma che possono avere effetti importanti sulle dinamiche atmosferiche. Durante la formazione delle nuvole temporalesche, la maggior differenza di temperatura tra terra e quota provoca un aumento dell’energia e delle precipitazioni potenziali del fronte. Proprio l’aumento di temperatura dei mari causa una maggior quantita’ di precipitazioni che, nella definizione data prima, provoca un aumento del numero di acquazzoni.

Concludendo, il termine bomba d’acqua non e’ una definizione metereologica ne tantomeno una quantita’ di piogge univocamente accettatata. Come visto, l’origine del termine e’ da ricercarsi nei giornali sempre troppo impegnati a trovare neologismi o parole ad effetto per attrarre maggiormente l’interesse dei lettori. Le bombe d’acqua di cui tanto si parla in questi ultimi tempi, altro non sono che gli acquazzoni violenti di cui abbiamo sempre sentito parlare. Come visto, il numero di fenomeni temporaleschi violenti e’ in sensibile aumento non a causa di strane attivita’ fatte dall’uomo sull’atmosfera ma a causa dell’effetto serra che provoca un aumento minimo della temperatura dei mari.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Oggi il mondo e’ felice?

6 Mag

In un mondo in cui, troppo spesso, ognuno di noi esterna i propri sentimenti attraverso la rete e specialmente attraverso i social network, non poteva certo mancare un’applicazione in grado di stimare la felicita’ mondiale attraverso internet. Sicuramente, avrete letto di questa notizia su diversi siti e giornali. Come e’ noto, e’ stata sviluppata una app in grado di misurare la felicita’ attraverso milioni di tweet pubblicati ogni giorno su twitter.

Ora, leggendo di questa notizia, mi e’ subito venuto in mente il discorso webbot, di cui abbiamo parlato in varie occasioni:

La previsione informatica sul 2012

Ora anche i profeti elettronici

Come ricorderete, webbot e’ un programma, inizialmente pensato per prevedere gli andamenti dei mercati, che basa la sua ricerca sui risultati ottenuti in rete e selezionati in base a dei termini di ricerca specifici. A ciascun risultato viene attribuito un punteggio e, al termine della ricerca che prevede una scansione non solo dei siti visibili ma anche di quelli che compongono il cosiddetto web underground, vengono selezionati dei termini con maggior frequenza, la cui interpretazione determina la previsione cercata.

Spesso, abbiamo analizzato la debolezza di queste previsioni, interamente basate su determinazioni statistiche di eventi che statistici non sono. Queste evidenze sono poi risultate eclatanti nel momento in cui tanti catastrofisti hanno pensato bene di utilizzare il webbot per formulare previsioni sulle prossime catastrofi che sarebbero dovute avvenire.

Ora, l’app che misura la felicita’, funziona con un algoritmo molto simile a quello del webbot.

Questa applicazione, chiamata Edonometro o Hedonometer in inglese, e’ stata sviluppata da una collaborazione tra l’universita’ del Vermont e la compagnia privata Mitre Corporation. Come funziona? Come anticipato, questa applicazione si basa solamente su twitter e, leggendo milioni di tweet pubblicati giorno per giorno, e’ in grado di individuare delle parole chiave precedentemente caricate in un vocabolario e di capire il grado di felicita’ globale. Mi spiego meglio, a ciascuna parola viene associato un punteggio tra 1 e 9, in base alla felicita’ crescente che ciascun termine suscita nelle persone. Per farvi un esempio, le parole gioia, felice, successo, indicano felicita’, mentre parole come attentato, morte, crimine, provocano tristezza. Si parla in questo caso di “temperatura emotiva” ed il sistema e’ basato su un vocabolario di 10000 vocaboli selezionati da uno studio su volontari.

Mediante questa ricerca, l’Edonometro determina un punteggio globale in base al quale determina il livello di felicita’ o di tristezza giornaliero.

In realta’, questo strumento non e’ stato sviluppato come app, anche perche’ non credo che un’universita’ si metterebbe al lavoro con una software house semplicemente per sviluppare e vendere un app per smartphone. L’Edonometro e’ stato inzialmente concepito per studi sociali, giornalistici e anche economici. E’ risaputo infatti che l’andamento dei mercati e’ spesso determinato dalla fiducia degli investitori nel sistema, legata dunque in parte anche allo stato emotivo.

Il risultato di questo studio e’ un grafico che mostra il punteggio di felicita’ degli ultimi 5 anni:

Risultati dell'edonometro negli ultimi 5 anni

Risultati dell’edonometro negli ultimi 5 anni

Come vedete, il giorno piu’ triste e’ risultato quello dell’attentato alla maratona di Boston.

Ovviamente, questo risultato e’ affetto da una notevole incertezza statistica. Per farvi capire questo punto, sicuramente i risultati degli anni precedenti sono basati su un numero di tweet notevolmente piu’ basso legato al minor numero di utenti del social network.

Visti i risultati promettenti dell’algoritmo, si e’ poi deciso di trasformare l’edonometro in una app. Al momento, come anticipato, i risultati sono basati esclusivamente su twitter ed in particolare sui soli tweet provenienti dagli Stati Uniti. Il perche’ di questo e’ facilmente comprensibile: lo sviluppo sociale iniziale dell’applicazione, era pensato per determinare quali zone degli Stati Uniti risultassero piu’ felici e dunque per correlare il risultato con la qualita’ della vita nelle diverse citta’.

In futuro, si pensa gia’ di estendere la ricerca anche ad altri social network oltre ovviamente ai motori di ricerca. Inoltre, gli sviluppatori sono gia’ al lavoro per introdurre nel vocabolario dell’app altre 15 lingue e dunque estendere i risultati al mondo intero oltre ovviamente a riportare risultati ora per ora e non giornalmente come fatto ora.

Speriamo solo che in futuro non dovremmo basare i nostri rapporti personali sui risultati dell’edonometro!

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Fertilizzanti ed esplosivi

19 Apr

Molti utenti del forum mi hanno chiesto di scrivere un post su quanto accaduto l’altro giorno in Texas. Anche se questo argomento non rientra propriamente nella tematica del blog, e’ interessante parlarne cercando di spiegare gli aspetti piu’ tecnici e scientifici del terribile incidente avvenuto nella fabbrica di fertilizzanti della citta’ e che, giustamente, ha lasciato interdetti molti di noi.

Come tutti sanno, il 18, poco dopo le 20 ora locale, nella cittadina di West vicino Waco e’ scoppiato un incendio molto esteso nella fabbrica di fertilizzanti “West fertilizer Co.”. A seguito dell’incendio, e’ poi avvenuta una fortissima esplosione che ha praticamente distrutto la fabbrica ed i palazzi intorno ad essa. Come raccontano i testimoni, l’esplosione e’ stata talmente tanto forte da assomigliare a quella di un piccolo ordigno nucleare. Inoltre, dalla fabbrica si e’ alzata una nube tossica con un forte odore di ammoniaca che ha intossicato molti residenti della zona non che alcuni vigili del fuoco accorsi inizialmente sul posto per spegnere l’incendio.

In queste ore, ancora non e’ del tutto noto il numero di morti causati dall’incidente. Sui diversi giornali, trovate numeri completamente in disaccordo, si va dai 5 accertati fino a stime di 60-70 morti rimasti colpiti dalla potente deflagrazione avvenuta. A causa della nube tossica e dall’incendio ancora in corso, che potrebbe causare ulteriori esplosioni, tutti i 2800 residenti di West sono stati fatti evacuare e portati in luoghi piu’ sicuri.

Cosa e’ successo precisamente?

Prima di tutto, per darvi un’idea della potenza dell’esplosione avvenuta, a seguito di questa, i sismografi della zona hanno registrato un terremoto di magnitudo 2.1 causato interamente dalla deflagrazione. Vi mostro una foto presa dal database dell’USGS che mostra proprio il sisma registrato nella zona:

Terremoto registrato a causa dell'esplosione. Fonte: USGS

Terremoto registrato a causa dell’esplosione. Fonte: USGS

Come detto in precedenza, l’origine del disastro e’ nell’incendio che e’ divampato all’interno della fabbrica. Ad oggi, ancora non si conosco le cause di questo incendio e spettera’ alle autorita’ investigative capire meglio se questo era di origine dolosa o causato da altri eventi particolari.

La West Fertilizer era una grande industria produttrice di fertilizzanti azotati e che aveva diversi contenitori di queste sostanze. Quello che non tutti sanno e’ che i fertilizzanti azotati possono essere utilizzati proprio come base per la fabbricazione di esplosivi. Il piu’ adatto a questo scopo, e che la fabbrica texana produceva in grandi quantita’, e’ il “Nitrato di Ammonio”. Questo sale, ottenuto dalla combinazione di ammoniaca con acido nitrico, NH4NO3, e’ molto utilizzato in agricoltura per la sua notevole percentuale di azoto. Il suo alto bilancio di ossigeno pero’, lo rende estremamente adatto anche per la fabbricazione di esplosivo.

Il Nitrato di Ammonio, anche se di libera vendita per scopi agricoli, viene venduto fortemente diluito proprio per impedire utilizzi diversi di questa sostanza. La regolamentazione europea e americana ne impone la percentuale di diluizione ed in caso di richieste elevate per scopi agricoli, i nominativi degli acquirenti vengono registrati e resi disponibili per le autorita’.

Questo sale viene utilizzato anche in maniera “ufficiale” per produrre esplosivi adatti a scopi specifici. In particolare, dato il bilancio positivo di ossigeno e la reazione poco esotermica che si ottiene, gli esplosivi a nitrato di ammonio vengono spesso utilizzati nelle miniere dove il calore prodotto sarebbe pericoloso a causa dell’eventuale emissione di gas. Esplosivi di questo tipo sono l’Ammonal e l’ANFO. Quest’ultimo ottenuto semplicemente mescolando nelle giuste quantita’ nitrato di ammonio e gasolio.

Sempre il nitrato di ammonio, viene utilizzato per la fabbricazione del ghiaccio istantaneo molto utile in ambito sportivo. Per intenderci, quelle tavolette che una volta rotte divengono molto fredde e che vengono utilizzate a seguito di traumi al posto del normale ghiaccio. In questo ambito, la reazione endotermica che si genera diminuisce la temperatura della tavoletta.

Nel caso della West Fertilizer, come e’ normale che sia, erano presenti diversi contenitori di questo sale, oltre ad altri fertilizzanti sempre a base di azoto, puri e non ancora diluiti per la vendita. L’incendio che si e’ sviluppato ha dunque innescato l’esplosione dei fertilizzanti che, date le notevoli quantita’ presenti, ha dato luogo ad una deflagrazione di enorme potenza.

A cuasa dell’alta reperibilita’ in agricoltura e del basso prezzo di vendita, il nitrato di ammonio e’ uno degli ingredienti preferiti da cellule terroristiche per la fabbricazione di bombe. Ovviamente, non diro’ nulla su come utilizzare il nitrato per questo scopo o quali sono le giuste percentuali da utilizzare, ma la preparazione di questi esplosivi non richiede assolutamente un laboratorio attrezzato.

Diversi attentati da parte dell’Eta, dell’Ira e di cellule Quediste  sono stati condotti utilizzando ordigni a base di  nitrato di ammonio. Molto spesso, per ottenere queste bombe e’ sufficiente mescolare il sale con oli combustibili o con nitrato di potassio e poi realizzare l’innesco nei modi piu’ diversi utilizzando schede sim, perette elettriche, siringhe senza ago, ecc. Come potete capire, l’alta reperibilita’ e la semplicita’ di realizzazione di esplosivi di questo tipo, rendono il nitrato di ammonio uno degli ingredienti piu’ ricercati sul mercato.

L’unica cosa che, giustamente regolata, rende piu’ difficoltoso l’utilizzo di questo fertilizzante per scopi terroristici e’ dunque il fattore di diluizione nella vendita. Ora, a seguito di quanto detto, immaginate dei serbatoi pieni di nitrato d’ammonio puro nella fabbrica texana coinvolta in un incendio. Come potete capire, incidenti di questo tipo sono estremamente pericolosi proprio per questo motivo.

Gia’ in passato e sempre in Texas ci fu un altro grave incidente causato dal nitrato di ammonio. Il 16 Aprile del 1947, nel porto di Texas City, si incendio’ la nave francese Grandcamp che trasportava una notevole quantita’ di questo sale puro. L’esplosione che si verifico’ fu udita nel raggio di 150 miglia e causo’ circa 600 morti. Proprio come nel caso di questi giorni, l’esplosione fu equivalente a quella di 3,2 KTon di TNT, cioe’ paragonabile a quella di un piccolo ordigno nucleare. Detto questo, capite che non c’e’ assolutamente esagerazione nei racconti dei testimoni di West.

 

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Due parole sull’Etna e sullo Stromboli

14 Apr

In alcuni post precedenti, specialmente riferendoci al fenomeno terremoti e al loro presunto aumento, poi dimosrato falso, ci siamo trovati anche a parlare di vulcani. In particolare, in questo post:

Cosa succede in Campania?

abbiamo analizzato la situazione sia del Campi Flegrei che del Vesuvio. Come visto, queste sono due strutture molto pericolose e che giustamente devono essere tenute costantemente sotto controllo. Il pericolo principale, viene proprio dalla lunga quiescenza, cioe’ lo stato di inattivita’, a cui, soprattutto il Vesuvio, ci ha abituato. Molte spesso, si tende a confondere questa quiescenza con lo spegnimento del vulcano, cosa del tutto falsa. Un vulcano come il Vesuvio e’ molto attivo e potenzialmente molto pericoloso per via di un suo brusco risveglio esplosivo che potrebbe avvenire. Ovviamente, non voglio fare la parte del catastrofista, questo discorso serve solo a sottolineare il potenziale pericolo della zona e soprattutto la necessita’ di organizzare piani di evacuzione.

Detto questo, ho ricevuto diverse richieste da parte di utenti per conoscere invece lo stato dell’Etna e dello Stromboli. Come sicuramente avrete sentito anche nei tg, questi due vulcani, dalla fine del 2012, stanno dando luogo a diversi fenomeni eruttivi. La curiosita’ degli utenti nasce in primis per comprendere lo stato attuale di queste formazioni, ma anche per sfatare le tante voci catastrofiste che certo non potevano mancare su questi episodi. Senza entrare nello specifico, come potete immaginare, le solite voci catastrofiste riguardano un risveglio di questi vulcani o per via di forti cambiamenti in corso sul nostro pianeta, ma anche per lo sfruttamento del Marsili. Come visto in questo post:

Marsili: una fonte di energia enorme!

esiste un piano per ricavare energia geotermica da questo pericoloso vulcano. Secondo le voci catastrofiste, questa attivita’ umana modificherebbe gli equilibri secolari innescando proprio le eruzioni dei vulcani della zona. Prima di tutto, come potete leggere nel post riportato, lo sfruttamento del Marsili e’ realmente possibile, ma ancora non e’ iniziato. Premesso questo, e’ vero che tutte queste strutture appartengono alal cosiddetta fascia stromboliana, ma ovviamente e’ impensabile di fare un buco nel Marsili per provocare l’eruzione dell’Etna.

Detto questo cerchiamo invece di capire la reale situazione di questi vulcani, parlando proprio separatamente dei due.

ETNA

Ricostruzione 3D dell'Etna

Ricostruzione 3D dell’Etna

Questo vulcano ha subito diverse modificazioni e attraversato varie fasi nel corso dei secoli. I processi che hanno portato alla formazione dell’Etna cominciano ben 600000 anni fa, durante il quaternario. Come detto, durante la sua lunga storia, il vulcano ha cambiato piu’ volte morfologia, ma soprattutto ha modificato radicalmente anche la sua attivita’ vulcanica.

Oggi come oggi, l’Etna, con una frequenza molto elevata, da luogo a fenomeni eruttivi. Per darvi un’idea, dall’inizio del 2013, ci sono stati ben 10 eruzioni, di cui l’ultima solo un paio di giorni fa.

Proprio questi frequenti fenomeni eruttivi, assicurano la non pericolosita’ dell’Etna. Ovviamente, nel corso della storia recente, ci sono state eruzioni piu’ copiose che hanno messo a rischio la salvaguardia dei paesi vicini, ma il piu’ delle volte le eruzioni dell’Etna avvengono assolutamente senza conseguenze.

Canale lavico sull'Etna

Canale lavico sull’Etna

Prima di tutto, c’e’ da considerare proprio la morfologia della montagna. Oggi, esistono 4 crateri principali sull’Etna, piu’ un numero molto elevato di crateri minori che, nel corso delle eruzioni, si formano e si chiudono in continuazione. Questo grande numero di bocche, assicura un rilascio immediato della pressione interna della caldera. Detto in parole semplici, l’Etna e’ un vero e proprio “colabrodo”, nel senso che la pressione interna non raggiunge valori elevati perche’ la lava trova immediatamente una via d’uscita.

Inoltre, la lava eruttata dall’Etna e’ estremamente fluida. Ovviamente anche questa caratteristica fa si che difficilmente si formino dei “tappi” e che dunque la pressione interna possa aumentare dando luogo a fenomeni esplosivi.

Anche la morfologia della montagna assicura delle ottime vie di fuga. I numerosi canali lavici sui versanti dell’Etna permettono delle vie preferenziali per il magma. In tal senso, a meno di eruzioni molto abbondanti, la lava segue sempre le stesse strade accumulandosi poi in zone specifiche. Tra queste, sicuramente la piu’ conosciuta e’ la Valle del Bove. In quest’area, si accumulano sempre nuovi strati di lava che poi solidificandosi modificano radicalmente il paesaggio. Se visitate la zona, vi troverete da un momento all’altro in un paesaggio quasi di tipo lunare, formato solo da strati di lava che, nel corso delle varie eruzioni, si sono sovrapposti.

Detto questo, capite bene perche’ siamo ormai abituati a sentire di eruzioni da parte dell’Etna e del perche’, molto spesso, queste eruzioni non destano assolutamente panico. Solo per darvi un’idea, durante gli ultimi anni, le uniche vittime dell’Etna sono state dei turisti che incoscientemente si sono avvicinati troppo ai canali lavici durante un’eruzione.

Quanto detto non preclude ovviamente un continuo monitoraggio da parte degli esperti dell’Etna. Ovviamente tutta la struttura e’ continuamento monitorata sia dal punto di vista vulcanico che sismico attraverso una fitta rete di strumenti che in continuo inviano dati.

STROMBOLI

Il vulcano Stromboli, o se preferite anche tutta l’isola dal momento che si tratta proprio del vulcano, e’ sostanzialmente diverso dall’Etna. Lo Stromboli e’ considerato uno dei vulcani piu’ attivi del mondo e da luogo a fenomeni di tipo esplosivo con una frequenza molto elevata.

Ricostruzione 3D dello Stromboli

Ricostruzione 3D dello Stromboli

L’attivita’ ordinaria dello Stromboli avviene mediante esplosioni di media potenza e lancio dalle bocche principali di bombe scoriacee incandescenti, lapilli, cenere e blocchi. Questi lanci avvengono in media ogni ora. Questo valore vi fa capire perche’ lo Stromboli e’ considerato uno dei vulcani piu’ attivi del mondo.

Periodi di totale inattivita’ di questo vulcano sono rarissimi. Il piu’ lungo che si ricorda e’ di appena due anni ed e’ avvenuto tra il 1908 e il 1910.

La normale attivita’ del vulcano puo’ anche essere intensificata con esplosioni di notevole potenza e lanci di bombe incandescenti che, come osservato, possono arrivare anche al metro di diametro.

Come capite bene, anche se l’attivita’ normale di questo vulcano e’ estremamente intensa, non prevede emissione di colate laviche. Questi fenomeni avvengono con frequenze molto piu’ basse. Per darvi un’idea, nel corso dell’ultimo secolo si sono avute appena 26 eruzioni con colate di lava sull’isola. Inoltre, come nel caso dell’Etna, generalmente questi fenomeni non provocano danni ai centri abitati, dal momento che il magma fuoriuscito si riversa normalmente nella Sciara di Fuoco nel settore nord occidentale dell’isola.

Le eruzioni piu’ violente che si rocordano per lo Stromboli sono quelle del 1919 e del 1930. In questi casi, a causa di notevoli infiltrazioni di acqua marina all’interno della caldera, le pressioni aumentarono a valori molto elevati, provocando una copiosa fuorisucita di lava e numerosi eventi sismici di forte intensita’. A seguito di questi, furono registrati anche tsunami fino a 3 metri che arrivarno fino alle coste di Capo Vaticano in Calabria. Inoltre, le notevoli colate laviche uscirono fuori dalla Sciara di Fuoco, arrivando anche a lambire diversi centri abitati.

Attivita' eruttiva sullo Stromboli

Attivita’ eruttiva sullo Stromboli

Detto questo, l’ultima colata lavica da parte dello Stromboli e’ avvenuta all’inizio del 2013 ma l’attivita’ vulcanica e’ ancora oggi in corso. Come visto, questo non ci deve assolutamente sorprendere, stiamo parlando di uno dei vulcani piu’ attivi del mondo e con un’intensa attivita’ che molto raramente presenta periodi di interruzione.

Anche per lo Stromboli, e’ da sempre in corso un intenso monitoraggio da parte degli esperti, proprio per tenere sotto controllo questo pericoloso vulcano. Tra le altre cose, come sottolineato prima, questo vulcano deve essere monitorato anche per l’insorgenza di piccoli tsunami nel mediterraneo.

Concludendo, come visto nell’articolo, non e’ in corso assolutamente nessun fenomeno particolare ne’ per l’Etna ne’ per lo Stromboli. Stiamo parlando di due vulcani attivi e che molto frequentemente danno luogo a fenomeni eruttivi. Come analizzato pero’, dal punto di vista vulcanico, le due strutture sono completamente diverse, ma allo stesso modo necessitano di un monitoraggio continuo ed attento. Mio personale punto di vista, e’ che, tra quelli italiani, sicuramente il Vesuvio rappresenta uno dei vulcani piu’ pericolosi considerando prima di tutto il periodo di quiescenza in corso, ma anche, e soprattutto, l’elevata densita’ abitativa sulle sue pendici.

 

”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.