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La bufala degli occhiali a raggi X

8 Set

Come sapete bene, su questo blog siamo abituati ad analizzare dal punto di vista scientifico le varie bufale che nascono e si sviluppaono, soprattutto sulla rete. Molte di queste, proprio perche’ riescono a far piu’ leva sulle persone, riguardano direttamente qualche data per la fine del mondo o imminenti catastrofi che potrebbero accadere.

Questa volta pero’, vorrei parlare di un argomento affine, ma in linea di principio diverso. Non chiedetemi perche’, ma proprio oggi, mentre ero al lavoro, mi sono tornate in mente quelle pagine dei giornaletti degli anni ’80, che vendevano prodotti piu’ o meno assurdi per corrispondenza. In realta’, questa pagine hanno visto il loro boom negli anni ’60 e ’70. Ho detto anni ’80 solo perche’ questi sono gli anni che ho vissuto direttamente e di cui ho ricordo.

Solo qualche settimana fa, abbiamo parlato delle cosiddette “scimmie di mare”:

Il canto delle sirene

anche queste in vendita in quegli anni.

Tra tutti questi prodotti, ve ne era uno in particolare che suscitava sempre un largo interesse nei maschietti che lo vedevano: i mitici occhiali a raggi X. Per i pochi che non li conoscono o non li ricordano, gli occhiali a raggi X erano dei comuni occhiali che pero’ promettevano di poter vedere, un volta indossati, sotto i vestiti delle donne. Praticamente, la visione a raggi X consentiva di eliminare la copertura dei vestiti e di vedere, come indicato nelle figure che accompagnavano gli annunci, belle ragazze in lingerie.

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Secondo voi, e’ possibile una cosa del genere? Questa e’ la prima domanda. Se intanto pensate a questa risposta, la seconda domanda e’: quanti ne avranno venduti?

Come avete capito, dal momento che ne stiamo parlando qui, oltre che per un motivo vintage e di lontani ricordi, si trattava di una bufala colossale. Nonostante questo, soprattutto al tempo, difficilmente sareste riusciti a trovare qualcuno pronto ad ammettere l’acquisto e la fregatura presa.

In cosa consistevano questi occhiali?

Semplicemente, quella che arrivava a casa era una normale montatura in plastica, il colore potevate sceglierlo al momento dell’acquisto, con delle lenti in cartone. Al centro delle lenti vi era un foro in cui era appoggiato un foglietto semitrasparente di plastica rossa. Guarando attraverso il foro, quello che si vedeva era solo un’immagine rossastra, ma niente di piu’.

Dunque, come potete capire, si trattava di una bufala.

Nonostante questo, la ditta produttirice dell’oggetto, che in Italia era di Milano, non ha mai ricevuto una querela o una richiesta di risarcimento. Sapete perche’? Per lo stesso motivo detto prima, nessuno era pronto ad ammettere di aver comprato gli occhiali.

Per capire questo passaggio, dobbiamo immaginare gli anni del boom di questo genere di vendite. Come detto, il massimo del commercio avvenne negli anni ’70, fino agli anni ’80. In questi anni, la situazione era profondamente diversa da quella di oggi. La societa’ era praticamente sessuomane. Oggi, accendendo la TV, internet, leggendo giornali, ecc, vi trovate immagini di nudo ovunque. Lungi da me fare il bigotto su questo argomento, ma la concezione del sesso e del nudo era profondamente diversa da quella degli anni passati.

Immaginate ora, in anni cosi’ particolari, nel bene o nel male, ma non e’ questa la sede per discutere questi aspetti, la vendita di un prodotto che prometteva cose di questo tipo. Molti adolescenti, ma anche adulti, compravano di nascosto questi gadget, in vendita ad un prezzo accessibile a tutti, e se lo facevano recapitare a casa in pacchi anonimi. Data tutta questa segretezza, secondo voi poi potevano uscire allo scoperto e denunciare la ditta ammettendo l’acquisto? Assolutamente no. In fondo, negli anni ’80, avevano buttato poco piu’ di 5000 lire.

Alla luce delle nostre attuali conoscenze, capiamo subito che si trattava di una bufala. Come sappiamo bene, sarebbe impensabile andare in giro con una sorgente di raggi X da portarci dietro. A riprova di quanto detto sulla sessuomania, alcune ditte parlavano anche di poter vedere le ossa della mano, ma tutte spingevano sul nudo. Altra considerazione, se gli occhiali funzionavano per vedere sotto i vestiti, perche’ tutti parlavano di belle ragazze? Se funzionavano davvero, allora si sarebbe potuto vedere sotto i vestiti di donne, uomini, anziani, ecc. Sui giornali pero’, come tutti ricorderanno, c’era sempre una procace signorina visibile con i vestiti in trasparenza. Capite bene, che il contesto sociale dell’epoca ha giocato un ruolo fondamentale in questo genere di commercio.

Gia’ che ci siamo, apriamo una piccola parentesi anche sugli altri prodotti in vendita in quelle famose pagine dei giornali. Oltre agli occhiali a raggi X, che come potete vedere facendo una ricerca andavano per la maggiore, si trovavano penne in grado di registrare la voce, microfotocamere, walkie talkie. Tutto ad un prezzo ragioanevole e con caratteristiche tecniche sopra ogni possibile immaginazione.

pag17 occhiali pubblicità

Perche’ questo genere di prodotti? In quegli anni andavano per la maggiore i film di spionaggio. 007 era un mito e molte persone si immedesimavano nelle avventure del famoso agente segreto. Detto questo, capite molto bene perche’ questi prodotti erano cosi’ richiesti.

Un mio caro amico, compro’ effettivamente una di quelle penne che nascondevano un registratore. Risultato? Per registrare la voce era praticamente necessario infilarsi la penna in bocca, questo perche’ la qualita’ dei microfoni era quella del tempo. Inoltre, la memoria disponibile non consentiva di registrare piu’ di una decina di secondi. Insomma, anche in questo caso una bella fregatura, per fortuna a prezzi “popolari”.

Analogamente, con il mito di Hulk e di Conan il barbaro, le riviste vendevano una portentosa crema. Bastava spalmarsela sul corpo per far uscire dei muscoli enormi. L’effetto era non garantito, ma almeno non era dannosa!

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Oggi il mondo e’ felice?

6 Mag

In un mondo in cui, troppo spesso, ognuno di noi esterna i propri sentimenti attraverso la rete e specialmente attraverso i social network, non poteva certo mancare un’applicazione in grado di stimare la felicita’ mondiale attraverso internet. Sicuramente, avrete letto di questa notizia su diversi siti e giornali. Come e’ noto, e’ stata sviluppata una app in grado di misurare la felicita’ attraverso milioni di tweet pubblicati ogni giorno su twitter.

Ora, leggendo di questa notizia, mi e’ subito venuto in mente il discorso webbot, di cui abbiamo parlato in varie occasioni:

La previsione informatica sul 2012

Ora anche i profeti elettronici

Come ricorderete, webbot e’ un programma, inizialmente pensato per prevedere gli andamenti dei mercati, che basa la sua ricerca sui risultati ottenuti in rete e selezionati in base a dei termini di ricerca specifici. A ciascun risultato viene attribuito un punteggio e, al termine della ricerca che prevede una scansione non solo dei siti visibili ma anche di quelli che compongono il cosiddetto web underground, vengono selezionati dei termini con maggior frequenza, la cui interpretazione determina la previsione cercata.

Spesso, abbiamo analizzato la debolezza di queste previsioni, interamente basate su determinazioni statistiche di eventi che statistici non sono. Queste evidenze sono poi risultate eclatanti nel momento in cui tanti catastrofisti hanno pensato bene di utilizzare il webbot per formulare previsioni sulle prossime catastrofi che sarebbero dovute avvenire.

Ora, l’app che misura la felicita’, funziona con un algoritmo molto simile a quello del webbot.

Questa applicazione, chiamata Edonometro o Hedonometer in inglese, e’ stata sviluppata da una collaborazione tra l’universita’ del Vermont e la compagnia privata Mitre Corporation. Come funziona? Come anticipato, questa applicazione si basa solamente su twitter e, leggendo milioni di tweet pubblicati giorno per giorno, e’ in grado di individuare delle parole chiave precedentemente caricate in un vocabolario e di capire il grado di felicita’ globale. Mi spiego meglio, a ciascuna parola viene associato un punteggio tra 1 e 9, in base alla felicita’ crescente che ciascun termine suscita nelle persone. Per farvi un esempio, le parole gioia, felice, successo, indicano felicita’, mentre parole come attentato, morte, crimine, provocano tristezza. Si parla in questo caso di “temperatura emotiva” ed il sistema e’ basato su un vocabolario di 10000 vocaboli selezionati da uno studio su volontari.

Mediante questa ricerca, l’Edonometro determina un punteggio globale in base al quale determina il livello di felicita’ o di tristezza giornaliero.

In realta’, questo strumento non e’ stato sviluppato come app, anche perche’ non credo che un’universita’ si metterebbe al lavoro con una software house semplicemente per sviluppare e vendere un app per smartphone. L’Edonometro e’ stato inzialmente concepito per studi sociali, giornalistici e anche economici. E’ risaputo infatti che l’andamento dei mercati e’ spesso determinato dalla fiducia degli investitori nel sistema, legata dunque in parte anche allo stato emotivo.

Il risultato di questo studio e’ un grafico che mostra il punteggio di felicita’ degli ultimi 5 anni:

Risultati dell'edonometro negli ultimi 5 anni

Risultati dell’edonometro negli ultimi 5 anni

Come vedete, il giorno piu’ triste e’ risultato quello dell’attentato alla maratona di Boston.

Ovviamente, questo risultato e’ affetto da una notevole incertezza statistica. Per farvi capire questo punto, sicuramente i risultati degli anni precedenti sono basati su un numero di tweet notevolmente piu’ basso legato al minor numero di utenti del social network.

Visti i risultati promettenti dell’algoritmo, si e’ poi deciso di trasformare l’edonometro in una app. Al momento, come anticipato, i risultati sono basati esclusivamente su twitter ed in particolare sui soli tweet provenienti dagli Stati Uniti. Il perche’ di questo e’ facilmente comprensibile: lo sviluppo sociale iniziale dell’applicazione, era pensato per determinare quali zone degli Stati Uniti risultassero piu’ felici e dunque per correlare il risultato con la qualita’ della vita nelle diverse citta’.

In futuro, si pensa gia’ di estendere la ricerca anche ad altri social network oltre ovviamente ai motori di ricerca. Inoltre, gli sviluppatori sono gia’ al lavoro per introdurre nel vocabolario dell’app altre 15 lingue e dunque estendere i risultati al mondo intero oltre ovviamente a riportare risultati ora per ora e non giornalmente come fatto ora.

Speriamo solo che in futuro non dovremmo basare i nostri rapporti personali sui risultati dell’edonometro!

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Cimitero alieno in Messico

21 Gen

In questi giorni, ho ricevuto diversi messaggi che mi chiedevano di esprimere la mia opinione su un curioso ritrovamento avvenuto in Messico. In realta’, si tratta di una notizia di fine dicembre, ma visto l’interesse, e soprattutto la speculazione avvenuta, credo sia interessante raccontarvi questa vicenda.

Veniamo prima di tutto alla notizia.

Uno dei teschi ritrovati nel cimitero messicano

Uno dei teschi ritrovati nel cimitero messicano

In Messico, e precisamente nel piccolo villaggio di Onavas, e’ stato ritrovato un piccolo cimitero, a detta degi archeologi, risalente a circa 1000 anni fa, contenente 25 corpi. Cosa c’e’ di strano in questo avvenimento? Dei 25 corpi, 5 presentavano delle mutilazioni dentarie, mentre altri 13 avevan0 forme del cranio decisamente “strane”.

Guardando la foto riportata, non credo ci sia bisogno di dire il perche’ questo ritrovamento sia stato tanto pubblicizzato, ma soprattutto a cosa si e’ pensato, in rete.

Come vedete, i crani dei 13 corpi incriminati presentavano una scatola ossea molto allungata e le orbite oculari molto strette. Anomalie invece non riscontrate negli altri corpi rinvenuti nel sito in questione.

Molti siti hanno parlato di un cimitero alieno. Per essere precisi, il fatto di aver trovato nello stesso luogo di sepoltura corpi certamente umani e questi, a detta di alcuni, alieni, ha consolidato la tanta amata ipotesi che razze extraterrestri abbiano visitato in passato il nostro pianeta, integrandosi e convivendo per un certo periodo con gli abitanti del luogo.

Cosa c’e’ di vero in tutto questo? Possibile che si tratta di corpi alieni?

Anche in questo caso, la risposta e’ ovviamente “no”. La notizia e’ reale, archeologicamente parlando, ma sono false le conclusioni a cui si e’ cercato di arrivare in rete.

Vediamo il perche’.

I 13 corpi incriminati, sono in realta’ perfettamente umani. La particolare forma del cranio osservata e’ dovuta ad una tecnica di deformazione ossea utilizzzata in passato da diverse civilta’.

Perche’ si ricorreva a queste deformazioni, non e’ in realta’ univoco. Diverse popolazioni utilizzavano queste tecniche per scopi diversi. In alcuni casi per la ricerca di un canone di bellezza del tempo. In altri casi, soprattutto per le deformazioni del cranio, si pensava che modificando la testa in questo modo si potesse aumentare l’intelligenza dell’individuo. In altri casi ancora, le deformazioni indicavano l’appartenenza ad una determinata casta o ad un particolare status sociale. Come vedete, non esiste una motivazione unica, per le diverse civilta’, per spiegare il perche’ di queste deformazioni.

Veniamo al dunque, concentrandoci sulle deformazioni craniche chiamate in causa in questo articolo.

Il cranio puo’ essere deformato in vari modi. Si puo’ ricorrere a stretti bendaggi per la compressione uniforme della testa, oppure aiutarsi mediante tavolette legate molto strette. In questo secondo caso, si possono ottenere anche effetti asimmetrici, come ad esempio una fronte molto alta, i lati della testa schiacciati o forme simili a cubi.

Tutte queste deformazioni vengono fatte su neonati prima che si chiudano le fontanelle craniche. In questo modo, le ossa del cranio non sono ancora perfettamente formate e risultano piu’ morbide e modificabili.

Perche’ questo ritrovamento non sorprende? Semplicemente perche’ le popolazioni precolombiane erano solite praticare deformazioni ossee. Per darvi un’idea, il piu’ antico cranio deformato, rinvenuto sempre in centro America, e precisamente in Peru’, risale a circa 8500 anni fa, dunque molto prima della datazione del cimitero di Onavas. Questo per farvi capire quanto e’ antica questa tecnica.

Esistono decine di ritrovamenti tra Messico, Guatemala, Peru’, ecc di luoghi di sepoltura in cui sono stati rinvenuti corpi con ossa deformate artificialmente. Pensate che esistono dei cimiteri in cui fino al 90% dei corpi presentavano deformazioni piu’ o meno evidenti.

Per chi volesse approfondire questi concetti, la distinzione tra le diverse deformazioni, ma anche le diverse tecniche utilizzate per provocarle, vi segnalo una pagina molto interessante, spero non per attuare le tecniche, creata dall’Universita’ di Padova per il Centro di Ateneo per i Musei:

UniPD Deformazioni

Come anticipato, molti altri popoli utilizzavano le deformazioni craniche, insieme anche ad altri tipi di “segnatura” artificiale. Per farvi un esempio, il popolo barbaro degli Unni era solito ricorrere alle deformazioni craniche, molto probabilmente, per evidenziare i giovani destinati al sacerdozio.

Deformazioni del cranio utilizzate in Congo

Deformazioni del cranio utilizzate in Congo

In alcuni casi, secondo la cultura o il popolo, le deformazioni craniche venivano anche associate a tatuaggi, piercing o anche mutilazioni di alcune parti del corpo, sempre per indicare uno status sociale o anche per una prova di coraggio dell’individuo.

Al giorno d’oggi, presso alcune popolazioni soprattutto africane, ancora si ricorre alla deformazione del cranio, principalmente per fini estetici. La tribu’ dei Mangbetu, in Congo, e’ solita ricorrere a queste tecniche utilizzando, come visibile nella foto, delle strette bende applicate ai neonati al fine di allungare simmetricamente il cranio.

Concludendo, non c’e’ assolutamente niente di particolare nel ritrovamento avvenuto in Messico. Specifichiamo che questa scoperta e’ molto importante dal punto di vista antropologico e archeologico, si tratta di un cimitero risalente a circa 1000 anni fa delle civilta’ occupanti l’area centro americana. I corpi ritrovati pero’ sono tutti di natura umana. Come mostrato nell’articolo, non sorprende affatto l’aver ritrovato corpi deformati dal momento che tecniche di questo tipo erano spesso utilizzate in epoche e luoghi diversi per scopi altrettanto vari. Ancora oggi, in alcune piccole popolazioni, si ricorre a deformazioni artificiali delle ossa del corpo.

Quello che ha caratterizzato questa notizia, e’ stata solo l’enorme pubblicita’ fatta sulla rete da tantissimi siti. Il perche’ di questo? Come detto all’inizio, il ritrovamento e’ stato fatto intorno alla fine di Dicembre, dunque in concomitanza con la fine del calendario Maya di cui spesso abbiamo parlato. La notizia in questione e’ stata solo pubblicizzata al fine di aumentare l’interesse della gente, incrementando la tanta confusione creata appositamente in rete.

 

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.