Tag Archives: naturali

Triangolo delle Bermuda, risolto il “mistero”?

14 Mar

Un nostro caro lettore mi ha contatto privatamente per chiedere lumi circa una teoria in grado di spiegare gli incidenti avvenuti nel cosiddetto “Triangolo delle Bermuda”. Vi premetto subito che non si tratta di una di quelle teorie pseudoscientifiche che compaiono nei vari siti spazzatura di cui di sovente dobbiamo occuparci, ma di una teoria assolutamente scientifica e molto interessante.

Mappa del Triangolo delle Bermuda

Mappa del Triangolo delle Bermuda

Dal momento che non ne abbiamo mai parlato, credo sia necessario, prima di passare alla possibile spiegazione, dire qualcosa in piu’ di questo misterioso e molto citato fazzoletto di mare. Come sapete, il triangolo delle Bermuda e’ una zona di mare molto estesa, circa 1100000 Km^2, che si trova nell’Atlantico Settentrionale a largo delle coste di Porto Rico.

Cosa ha di famoso questo punto dell’oceano?

Non vi diro’ certo qualcosa di nuovo raccontando di come, negli anni, il Triangolo delle Bermude e’ divenuto famoso a causa della sparizione improvvisa di molte navi e aerei che, improvvisamente, mentre sorvolavano o si trovavano a passare sulla zona, sono misteriosamente scomparsi senza lasciare alcuna traccia. Di storie e racconti di questo tipo, tutti ne abbiamo sentito parlare, creando un’aura di mistero intorno a questo tratto di mare.

Le spiegazioni date per giustificare in qualche modo queste sparizioni sono davvero molto diversificate e, ovviamente, non possono mancare le ipotesi fantascientifiche. Per fare qualche esempio, si parla di area di volo per gli extraterrestri che non gradirebbero la presenza di esseri umani, di costruzioni risalenti ad Atlantide sul fondo dell’oceano ed in grado di creare forze sconosciute e invisibili, di fenomeno fisico naturale non compreso in grado di attirare qualsiasi cosa passi sopra la zona, di anomalie dello spazio tempo che creerebbero tunnel quantistici in grado di collegare diverse parti dell’universo e cosi’ via con una lunga serie di ipotesi piu’ o meno assurde che di volta in volta vengono riproposte da giornali, siti e, soprattutto, trasmissioni televisive che andrebbero lasciate in onda solo sovrapponendo, come si faceva una volta per i telefilm americani, le risate delle persone quando vengono mandati servizi del genere.

Ora pero’, prima di parlare di ipotesi concrete di spiegazione, credo sia utile fare il punto della situazione su questa storia per capire fino in fondo l’entita’ e il numero di questi incidenti.

Cercando in rete, trovate molto facilmente la lista degli incidenti misteriosi che sono avvenuti nel Triangolo nel corso degli anni. Quello che pero’ molti dimenticano di dire e’ che questa lista non e’ stata redatta da nessun organo ufficiale per il controllo dei mari. Cosa significa? Il mito del Triangolo delle Bermuda inizia intorno al 1950 con un articolo in cui si parlava della prima volta di misteriose sparizioni in questa zona di mare. Il boom mediatico arrivo’ poi nel 1974 con l’uscita di quello che diventera’ poi un bestseller della letteratura pseudo-scientifica, il libro “Bermuda, il triangolo maledetto”, scritto da Charles Berlitz. Per chi non lo conoscesse, Berlitz e’ proprio il fondatore della famosa scuola di lingue diffusa in tutto il mondo ed e’ autore di diversi libri sul tema della archeologia misteriosa e del complottismo piu’ spinto. Bene, l’uscita del libro di Berlitz segna l’inizio del vero e proprio mito del Triangolo delle Bermuda, libro che ha dato poi inizio a tutta una sequela di opere piu’ o meno romanzate che sono arrivate fino ai giorni nostri.

Cosa dire sul libro di Berlitz? Semplice, quella che doveva essere un’inchiesta storica con il resoconto dettagliato di tutti gli incidenti registrarti nel corso degli anni, si e’ rivelata un’enorme montatura gonfiata veramente a dismisura. Come dimostrato per la prima volta da Lawrence Kusche con il suo libro “The Bermuda Triangle Mystery: Solved” del 1975, molti degli episodi riportati nel libro di Berlitz sono inventati, gonfiati o riguardano incidenti non avvenuti nel triangolo. In particolare, Kusche che era un aviatore e istruttore di volo, parti’ con le sue ricerche dalla scomparsa di un volo commerciale ripreso da Berlitz come caso inspiegabile. Come spesso sentiamo dire, tutti gli incidenti accaduti nel Triangolo sono avvenuti in condizioni meteo perfette e senza lasciare traccia. Bene, i dati mostrati da Kusche dimostrano invece il contrario, potendo imputare la maggior parte degli incidenti, tra quelli realmente avvenuti nel Triangolo, alle avverse condizioni meteo e alle tempeste tropicali che di certo non mancano in quella zona.

Cosa significa questo?

Come potete capire, l’alone di mistero che da sempre circonda questo tratto di mare e’ solo frutto di una montatura, principalmente letteraria, avvenuta nel corso degli anni. Facendo una scrematura molto profonda, di tutti gli incidenti che trovate nei racconti, solo 3 o 4 non trovano una spiegazione immediata perche’ veramente avvenuti nella zona, in condizioni di meteo ottime ma, ovviamente, potrebbero essere dovuti a guasti improvvisi.

E’ possibile questo?

Assolutamente si. Per darvi un’idea, dalle statistiche elaborate sia dalla guardia costiera americana che dalla societa’ Lloyd’s di Londra, il numero di incidenti registrati nella zona e’ perfettamente in linea con le statistiche mondiali rapportando i numeri all’alto traffico aereo e navale che avviene nella zona. Ecco il link della USGC americana che ne parla:

USGC, Bermuda

mentre, per quanto riguarda i Lloyd’s, dal momento che questa e’ la compagnia che si occupa proprio del calcolo dei rischi assicurativi, se ci fosse un reale e misterioso pericolo nella zona, secondo voi continuerebbe a far assicurare i mezzi che transitano nel Triangolo?

Altra considerazione, anche se gli incidenti sono dovuti a guasti o avverse condizioni meteo, e’ vero che in moltissimi casi non sono stati rinvenuti i resti dei mezzi incidentati?

Questo e’ assolutamente vero, ma anche qui possiamo dare una spiegazione razionale senza doverci nascondere. Il fondale del Triangolo delle Bermuda e’ caratterizzato dalla presenza di fosse oceaniche molto profonde ed e’ interessato da correnti molto forti. La combinazione di questi due fattori fa si che, in caso di incidente, il mezzo possa essere risucchiato a fondo molto velocemente, e magari trasportato altrove, nel giro di pochissimi minuti.

Detto questo, esiste un mistero sul Triangolo delle Bermuda? Da quanto detto, possiamo escludere questa ipotesi dal momento che il tutto e’ frutto di una montatura prettamente letteraria basata su argomentazioni esagerate, falsificate e, ovviamente, atte solo a creare un business per chi le mette in piedi. Prima pero’ di chiudere, vorrei fare qualche altra considerazione. Come detto, ci sono ancora 3 o 4 incidenti la cui spiegazione non e’ nota e che possono essere imputati ad improvvisi guasti dei mezzi interessati.

E se non fossero guasti dovuti al mezzo?

Perche’ dico questo?

Semplice, non limitandoci al caso del Triangolo, nel corso della storia si sono verificati incidenti in mare apparentemente non spiegabili e che hanno fatto scomparire improvvisamente mezzi dai radar non lasciando assolutamente traccia. Una possibile spiegazione di questi incidenti, che e’ poi l’argomento della domanda iniziale da cui siamo partiti, potrebbe essere imputata ai cosiddetti “idrati di metano”. Fate attenzione, ora stiamo passando dallo smascherare storie fantascientifiche ad ipotesi scientifiche.

Cosa sono gli idrati di metano?

Si tratta di una struttura cristallina solida formata da acqua ghiacciata e metano. Per poter formare strutture di questo tipo e’ necessaria una combinazione di basse temperature e pressioni molto elevate. Queste condizioni sono ovviamente possibili sui profondi fondali oceanici dove l’acqua scende facilmente ad una temperatura prossima allo zero e la colonna di liquido sovrastante produce un’elevata pressione. Strutture di questo tipo sono molto frequenti a profondita’ tra i 500 e i 4000 metri e possono estendersi anche su superfici molto vaste.

Ora, immaginate la seguente situazione: qualcosa, ad esempio una scossa sismica, rompe lo strato di ghiaccio e metano. In queste condizioni, una grossa bolla di gas puo’ fuoriuscire e risalire verso la superficie. Se una nave si trova a passare sopra il punto in cui la bolla esce verso l’atmosfera, cosa succede? Semplice, le navi galleggiano grazie alla spinta di Archimede, dipendente dalla densita’ dell’acqua, che bilancia il peso stesso della nave. Poiche’ il metano ha una densita’ minore dell’acqua, nel momento della fuoriuscita, il peso della nave non sarebbe piu’ bilanciato e il mezzo verrebbe risucchiato verso il basso. E’ possibile questo? Assolutamente si e proprio nel corso degli ultimi anni, esempi di questo tipo sono stati anche documentati. Dal momento che, come anticipato, il Triangolo delle Bermuda presenta fondali molto profondi, correnti fredde e giacimenti di combustibili fossili, e’ assolutamente lecito pensare che la zona possa essere interessata da fenomeni di questo tipo. Ovviamente, in caso di un incidente del genere, la sparizione sarebbe improvvisa e senza lasciare traccia alcuna del mezzo.

Dal mio punto di vista, e’ assolutamente lecito pensare che, forse, alcuni degli incidenti rimasti senza spiegazione, il cui numero ripeto e’ perfettamente compatibile con le statistiche di ogni altra zona, potrebbero essere stati causati dalla rottura di strati di idrati di metano.

Eventi di questo tipo potrebbero anche spiegare, non solo per il Triangolo, incidenti aerei avvenuti a bassa quota sopra gli oceani. La bolla di metano uscita in atmosfera infatti, potrebbe rimanere densa e arrivare agli ugelli ad alta temperatura degli aerei. In questo caso, si svilupperebbe immediatamente un incendio che interesserebbe l’intero apparecchio facendolo precipitare.

Se credete che la spiegazione sia esagerata, pensate che da un metro cubo di idrati di metano ad alta pressione si formano, a pressione e temperatura normali, ben 168 metri cubi di gas e solo 0,87 metri cubi di acqua.

Attenzione, 168 metri cubi di gas da un solo metro cubo di idrati dal fondo dell’oceano. Perche’ allora non sfruttare questa enorme risorsa per estrarre gas? Questa idea e’ ovviamente venuta anche alle maggiori compagnie di estrazione e al momento ci sono diversi gruppi di ricerca, soprattutto americani e giapponesi, che stanno studiando il modo migliore, se possibile, di mettere le mani su questa enorme risorsa. Dalle stime fatte, la quantita’ di gas contenuta negli idrati sarebbe molto maggiore di quella contenuta in tutti i giacimenti tradizionali conosciuti al mondo. Al momento pero’, l’estrazione di questo gas sarebbe ancora troppo rischiosa e con efficienza troppo bassa. Come sapete, il metano e’ uno dei piu’ pericolosi gas serra, con effetti 30 volte maggiori di quelli dell’anidride carbonica. Una fuoriuscita incontrollata di questo gas provocherebbe effetti disastrosi per la nostra atmosfera. Inoltre, sulla base della spiegazione degli idrati per gli incidenti in mare, un’operazione di questo tipo sarebbe molto rischiosa per le piattaforme e le navi che si troverebbero in prossimita’ del punto di raccolta.

Concludendo, per quanto riguarda il Triangolo delle Bermuda, abbiamo visto come il mito creato nel corso degli anni sulla pericolosita’ della zona sia solo una montatura ad hoc. Molti degli incidenti considerati misteriosi sono in realta’ perfettamente spiegabili o avvenuti in zone diverse. Ci sono ancora un numero esiguo di casi non spiegabili in modo certo ma che comunque rientrano nelle statistiche calcolate su scala mondiale. Non pensando al semplice guasto, alcuni di questi avvenimenti potrebbero essere stati causati dalla liberazione di metano da idrati sul fondale. Queste strutture solide, conosciute e presenti sui freddi fondali di alcuni oceani, racchiudono enormi quantita’ di metano che puo’ essere liberato da fratture naturali o indotte dello strato solido. La quantita’ di metano liberata in questi casi e’ notevole al punto che diversi studi sono in corso per cercare di sfruttare questa risorsa.

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Pubblicità

22 Febbraio 2014: avanti il prossimo ….

17 Feb

Il 21 Dicembre 2012 ha assunto un significato particolarmente profetico per via dei Maya e della fine del loro calendario. Decine e decine di possibili eventi che sarebbero dovuti accadere in questo fantomatico giorno e di cui, come prevedibile e come cercato per mesi di far capire anche su questo blog, non si e’ avuta nessuna traccia.

A parte questo significato profetico, dal punto di vista, lasciatemi dire, sociale e psicologico, la fine del calendario Maya, anche se non ha visto arrivare la fine del mondo, puo’ essere vista come l’inizio di un nuovo periodo, quello delle profezie a tutti i costi. Come detto svariate volte, in vista del 2012, e’ iniziato un mercimonio del terrore atto esclusivamente ad alimentare la spirale dell’ansia. Il motivo di questo e’ presto detto: creare curiosita’ e paura in grado di mantenere vivo l’interesse verso tutte le forme di comunicazione pronte a sfruttare questo momento.

Ora, passata la bufala Maya, secondo voi, tutti questi volponi della comunicazione potevano veder tramontare il loro introito? Ovviamente no! Praticamente subito dopo il 21 Dicembre, come visto in questo articolo:

2013 o ancora piu’ oltre?

sono uscite fuori tantissime nuove profezie, inventate, mutuate da altri popoli antichi, distorte e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

Oggi, nel 2014, di cosa possiamo parlare? Cosa inventarci per far credere ad una nuova fine del mondo? Visto che il “vintage” e’ sempre di moda, possiamo prendere spunto da un altro antico popolo, ricco di storia e tradizione, quello dei Vichinghi e della tradizione norrena.

Come richiesto esplicitamente nell’apposita sezione:

Hai domande o dubbi?

un nostro lettore ci chiede di spiegare meglio la profezia del Ragnorok di cui si sta cominciando a parlare sul web. Anche se, come e’ ovvio, non siamo ai livelli dei Maya, anche questa profezia sta riscuotendo un discreto successo anche considerando che parliamo di fine del mondo in tempi molto brevi il 22 Febbraio 2014!

Andiamo con ordine, la tradizione Norrena e’ alquanto sconosciuta per i popoli mediterranei, anche se pone le sue radici in tempi molto antichi. Il termine Ragnarok nella lingua vichinga significa “destino degli Dei” e questa profezia parla appunto dell’apocalisse intesa come termine ultimo degli Dei vichingi. Per essere precisi, cosi’ come in realta’ era anche per i Maya, la maggior parte dei popoli antichi non parlano quasi mai di fine dei tempi, ma credono in un ciclo di eventi che sistematicamente si ripete nel corso dei secoli. Anche nel caso del Ragnarok, si parla di grandi eventi, naturali e non, che avvengono con cadenza regolare e che riportano il mondo ad un equilibrio pre-esistente. Possiamo vederlo come un riazzeramento dei tempi ed una ripartenza da un punto stabile.

Cosa dovrebbe accadere durante il Ragnarok?

Spariranno quindi Sól (il Sole) e Máni (la Luna): i due lupi (Skǫll e Hati) che, nel corso del tempo, perennemente inseguivano i due astri finalmente li raggiungeranno, divorandoli, privando il mondo della luce naturale. Anche le stelle si spegneranno.

Yggdrasill, l’albero cosmico, si scuoterà, e tutti i confini saranno sciolti: terremoti, alluvioni e catastrofi naturali.

Le creature del caos attaccheranno il mondo: Fenrir il lupo verrà liberato dalla sua catena, mentre il Miðgarðsormr emergerà dalle profondità delle acque. La nave infernale Naglfar leverà le ancore per trasportare le potenze della distruzione alla battaglia. Al timone ci sarà il dio Loki.

I misteriosi Múspellsmegir cavalcheranno su Bifrǫst, il ponte dell’arcobaleno, facendolo crollare. Heimdallr, il bianco dio guardiano, soffierà nel suo corno, il Gjallarhorn, per chiamare allo scontro finale Odino, le altre divinità, e i guerrieri del Valhǫllr (gli einherjar).

Nel grande combattimento finale, che avverrà nella pianura di Vígríðr, ogni divinità si scontrerà con la propria nemesi, in una distruzione reciproca. Il lupo Fenrir divorerà Odino, che quindi sarà vendicato da suo figlio Víðarr. Þórr e il Miðgarðsormr si uccideranno a vicenda, e così Týr e il cane infernale Garmr. Surtr abbatterà Freyr.

L’ultimo duello sarà tra Heimdallr e Loki, che si uccideranno a vicenda, quindi il gigante del fuoco Surtr, proveniente da Múspellsheimr, darà fuoco al mondo con la sua spada fiammeggiante.

Personalmente, leggendo tutti questi nomi, mi sembra di leggere il Signore degli Anelli, non essendo un appassionato di questo genere di letteratura. In soldoni, come e’ chiaro, si capisce molto bene lo scontro che avverrebbe tra le varie Divinita’ vichinge che in questo modo si uccideranno a vicenda.

Cosa accadrebbe alla fine del Ragnarok?

Come anticipato, il mondo non finirebbe ma ripartirebbe di nuovo azzerando tutto. Ecco il pezzo che lo spiega:

Di seguito, dalle ceneri, il mondo risorgerà. I figli di Odino, Víðarr e Váli, e i figli di Thor, Móði e Magni, erediteranno i poteri dei padri. Baldr, il dio della speranza e Hǫðr suo fratello, torneranno da Hel, il regno della morte. Troveranno, nell’erba dei nuovi prati, le pedine degli scacchi con cui giocavano gli dèi scomparsi. La stirpe umana verrà rigenerata da una nuova coppia originaria, Líf e Lífþrasir, sopravvissuti nascondendosi nel bosco di Hoddmímir.

Dunque, due novelli Adamo ed Eva sopravviveranno e riformeranno il genere umano.

Ovviamente, come sempre avviene nei culti antichi, eventi di questo tipo non arrivano da un momento all’altro, ma sono sempre preannunciati da una serie di eventi che fanno capire agli uomini che il destino ultimo sta arrivando. Nella cultura norrena, il Ragnarok sarebbe annunciato da chiari ed inequivocabili eventi che non potrebbero certo passare inosservati. Ecco un sunto:

Ragnarǫk verranno preceduti dal Fimbulvetr, un inverno terribile della durata di tre anni, in seguito al quale avverrà lo sfascio dei legami sociali e familiari, in un vortice di sangue e violenza al di là di ogni legge e regola.

Oltre a questo, qualcuno parla anche del suono di un corno che verra’ avvertito dagli uomini per tre volte e che sarebbe suonato dalle Divinita’ per indicare l’imminenza del Ragnarok.

Secondo i nostri amici catastrofisti, quali sono gli eventi che stiamo vivendo oggi e che coincidono con quanto riferito al Ragnarok?

Per prima cosa, il suono del corno sarebbe stato ascoltato diverse volte, nelle prime ore del mattino, nella cittadina inglese di York, zona con fortissimi radici culturali nordiche. Secondo altri ancora, il suono del corno sarebbe rappresentato dai suoni dell’apocalisse ascoltati numerose volte a partire dal 2012.

Bene, per quanto riguarda il suono del corno, sono solo ed esclusivamente chiacchiere visto che non esiste nessuna prova di quanto riportato da uno sparuto gruppo di fanatici. Parlando invece di suoni dell’apocalisse, di questi abbiamo parlato diverse volte in vari articoli:

I misteriosi suoni dell’Apocalisse

Di nuovo i suoni dell’apocalisse

Cosa c’e’ di vero nei suoni dell’apocalisse? Assolutamente niente di niente. Si tratta solo di prove fasulle inventate e messe in rete. Tra l’altro, se ne parlava gia’ come annuncio della fine del mondo Maya, dunque e’ solo una bufala reciclata gia’ smascherata.

Cosa dire di questo vento gelido di cui si parla? Indovinate un po’? Il Sole si sta spegnendo, secondo alcuni, o sta entrando in una fase di minimo che portera’ una nuova era glaciale. Le prove? Ovvio, ma avete visto cosa e’ successo questo inverno, ad esempio, negli Stati Uniti? Tutta questa neve e gelo possono solo essere dovuti ad eventi di questo tipo.

Strano, oggi a Roma ci saranno 18 gradi e, lasciatemi dire, di inverno non si e’ ancora avuta traccia. Gli stessi catastrofisti che parlano di nuova era glaciale, pubblicano in concomitanza articoli che parlando della fine del mondo perche’ stiamo osservando un riscaldamento globale ingiustificato e senza precedenti. Lascitemelo dire, il discorso e’ sempre lo stesso, freddo e caldo non sono quantita’ fisiche se non vengono misurate e confrontate con qualcosa. Quando fa comodo stiamo per entrare in una nuova era glaciale, quando fa caldo, e’ il riscaldmaneto globale perche’ Nibiru sta arrivando, quando la temperatura e’ mite e’ perche’ la scienza gioca con le scie chimiche. Capite bene come queste affermazioni ormai siano state gia’ ampiamente smascherate e mostrate per quello che valgono.

Estremamente divertenti sono anche le altre assonanze che si leggono in giro per la rete.

Sempre nel Ragnarok si parla del serpente Jormungand che si liberera’ delle sue catene scuotendosi e facendo innalzare il livello delle acque degli oceani. Quale sarebbe la prova? Lo tsunami che ha colpito le coste del Giappone.

Ma come, ma lo Tusnami giapponese non annunciava la fine del mondo Maya? In realta’ neanche quella, ma ogni scusa e’ buona per trovare somiglianze e annunci.

Andiamo avanti. Si dice che prima dell’avvento del Ragnarok, il fratello combattera’ contro il fratello. Dimostrazione? Tutti i fatti di cronaca che mostrano come la famiglia non sia piu’ un luogo di unione e pace. Davvero? Premessa la gravita’ dei fatti di cronaca sempre, non mi sembra che ci sia stata un’impennata negli ultimi giorni, mesi o anni. Purtroppo, lo dico e lo ribadisco, la cronaca non fa altro che raccontare fatti di sangue anche nelle famiglie. Questo dovrebbe spingerci a riflettere sullo stato umano attuale. E’ alquanto fuori luogo parlare di questi fatti solo perche’ fa comodo far credere che sia in arrivo il Ragnarok.

I confini saranno sbriciolati ….

Qui raggungiamo veramente il massimo dell’invenzione. Sapete chi e come ha sbriciolato i confini? Internet! Perche’? Semplice, ci consente di poter comunicare con chiunque nel mondo come se fosse vicino a noi.

Davvero?

Secondo voi, possiamo parlare di internet che ha sbriciolato i confini oggi? Sicuramente la cosa puo’ essere condivisibile, ma non mi sembra certo qualcosa che e’ iniziata o aumentato quest’anno.

Detto tra noi, mi sembra che nel caso del Ragnarok, si stia veramente forzando la mano, creando delle connessioni molto fantasiose. Personalmente, trovo la mitologia norrena molto interessante e affascinante, ma le ipotetiche evidenze dell’avvento del Ragnarok che si stanno chiamando in causa sono inventate proprio male e non stanno in piedi.

Come detto all’inizio, e come ripeto senza mezzi termini, non si fa altro che cercare nuove date per la fine del mondo solo ed esclusiavamente poer interesse personale ed economico di qualcuno.

Prima di chiudere, e’ interessante farsi un’ultima domanda: perche’ propio oggi viene chiamato in causa il Ragnarok?

In realta’, la risposta e’ molto semplice. Come scritto, si parla di 22 Febbraio, ma nel Ragnarok, a parte eventi che lo annunciano, non c’e’ nessuna indicazione temporale specifica. La data del 22 Febbraio e’ stata scelta solo perche’ e’ il giorno della chiusura del festival vichingo di Jolablot:

Jolablot festival

si tratta di uno degli eventi piu’ sentiti della tradizione vichinga. Se proprio vogliamo essere maliziosi, la cultura vichinga non e’ ancora molto conosciuta nel resto d’Europa, cosi’ come il festival di Jolablot. Creare attenzione intorno alla fine del mondo, e sicuramente ci si riesce per i motivi gia’ citati, non fa altro che pubblicizzare il festival.

Anche se il Ragnarok sta avendo un seguito infinitamente minore della fine del mondo Maya, possiamo essere pronti a scommettere che quest’anno il festival di Jolablot avra’ un’impennata di visite!

 

”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Vaccino anti-influenzale, ci risiamo!

29 Gen

Come ricorderete, e per aggiornare chi avesse perso questa chicca di scienza, nei commenti di questo articolo:

Scie chimiche con la scusa dei vaccini

c’e’ stata una lunghissima discussione con un sostenitore del grande complotto dei vaccini. Cosa sarebbe il complotto dei vaccini? Semplice, un diabolico piano pensato appositamente dalle case farmaceutiche e dai governi per sterminare la popolazione mondiale. Inutile riprendere questo discorso dal momento che tutti i commenti sono stati lasciati appositamente al loro posto, proprio per lasciare ai posteri la saggezza di coloro che sostengono queste ipotesi.

Proprio stasera pero’, trovo un altro articolo su alcuni siti complottisti che mi ha lasciato davvero basito. Al contrario di quanto facciamo abitualmente, in cui evitiamo di publicizzare articoli di questo tipo, questa volta vi riporto il link dell’articolo:

Vaccino anti-influenzale

Perche’ lo faccio? Premetto subito che questo sito credo si sia limitato a copiare da altre fonti che, tra l’altro, trovate alla fine. Metto il link perche’ sono amareggiato e arrabiato pensando a questa storia. Moltissime persone credono a notizie di questo tipo e, come potete leggere da soli nel link riportato, puntano il dito contro la scienza, i medici, la ricerca, ecc. Questo discorso prende spunto dai vaccini, ma puo’ essere allargato a moltissimi complotti di cui abbiamo discusso in questo blog.

Ora, tornando in tema, lungi da me santificare le case farmaceutiche che, ovviamente, sono aziende che puntano al profitto, ma articoli di questo tipo fanno soltanto disinformazione nelle persone che sono manipolabili e si lasciano convincere da questi pseudo-predicatori.

Se questi siti, cosi’ come potete leggere nei commenti del nostro articolo riportato all’inizio, guadagnano sulla vostra testa, convincendovi di cose assurde e’ perche’ alcuni, e sono sempre troppi, lo permettono. Signori, noi non vogliamo convincervi raccontando favole, come qualcuno sostiene, ma questo e’ quello che permettete solo e soltanto a siti di questo tipo.

Scusate lo sfogo, ma queste storie sono veramente senza senso.

Ora, al contrario di quello che viene fatto nell’articolo linkato, vogliamo passare attraverso queste favole per dimostrarvi quanto assurde siano.

Partiamo dall’inizio. Stando allo studio citato, si e’ dimostrato come la somministrazione di vitamina D3 a certi quantitativi sia in grado di ridurre notevolmente i casi di influenza di stagione nei bambini. Che significa notevolmente? La vitamina D3 sarebbe ben 800 volte, leggasi “ottocento”, piu’ efficace dei normali vaccini anti-influenzali. Come, potete leggere nell’articolo, non vi stanno mica prendendo in giro. Il tutto e’ stato dimostrato da una ricerca seria, condotta in modo scientifico, da scienziati con analisi statistiche. Se non vi basta, la ricerca e’ stata pubblicata su una rivista di medicina seria ed ha anche subito il processo di peer-review. Questo solo per specificare tutta la trafila dei controlli subita dall’analisi e per prevenire quei fastidiosi “disinformatori” che si attaccano sempre a questi particolari per attaccare chi non la pensa come loro, cioe’ i complottisti.

Vi pregherei di leggere con attenzione l’articolo linkato per vedere la grande quantita’ di dettagli dati. Inoltre, giustamente, l’autore si chiede perche’ non si utilizza la vitamina D3 invece dei vaccini? Ovviamente, trovate anche la risposta a questa domanda retorica, perche’ gli scienziati sono un gruppo di venduti schiavi delle case farmaceutiche che li pagano profumatamente per falsificare dati a discapito della salute della popolazione.

Bene, fatto un riassunto minimale dell’articolo, che vi ripeto di nuovo di leggere per intero, ora diciamo qualcosa anche noi.

Per prima cosa, basta cercare in rete per trovare l’articolo originale, cioe’ proprio quello richiamato con tutti i dati sbandierati ai quattro venti. Ecco a voi il link:

Articolo originale

Da questo link potete scaricare tutto l’articolo, non solo l’abstract. Scusate se e’ in inglese ma, come sapete, le ricerche scientifiche vengono pubblicate nella lingua riconosciuta a livello mondiale.

Cosa dice l’articolo? Semplice, come giustamente detto, si e’ preso un campione di studenti e lo si e’ diviso in due gruppi. Al primo e’ stata somministrata vitamina D3 per il periodo considerato, un inverno, mentre al secondo e’ stato dato un placebo. Tutto lo studio e’ stato fatto seguendo rigorosi protocolli e analizzando i dati utilizzando tecniche statistiche accettate.

Cosa si e’ visto?

Nel primo gruppo, quello della D3, si sono registrati casi di influenza nel 10% dei bambini. Nel secondo, quello del placebo, si sono registrati il 18% di casi di influenza. 18-10, correggetemi se sbaglio, fa 8. Il famoso 8% sbandierato nell’articolo complottista. Ora pero’, come avete letto, il complottista di turno dice che questo numero deve essere paragonato con le statistiche dei vaccini. Secondo le sue fonti, i vaccini darebbero una riduzione dell’1% dei casi di influenza ergo la vitamina D3 e’ piu’ efficace di 800 volte.

Aspettate un attimo.

Prima cosa, con D3 siamo passati da 18% a 8%. Secondo lui, il vaccino riduce solo dell’1%. Premesso che statisticamente un calcolo del genere non ha senso, 8 diviso 1 fa 8. Come viene fuori 800? Non ne ho idea e neanche mi interessa, questa non e’ l’unica, ne tantomeno la principale, assurdita’ che vi stanno raccontando.

Riaprite il famoso link del sito complottista. Se per i numeri riguardanti l’efficacia della viamina D3 si fa sempre riferimento all’articolo scientifico, quando si parla di vaccino e dell’1% di efficacia si fa riferimento ad un sito amico loro che si chiama “natural news”. Che sito e’? Semplice, apritelo e guardate da voi. E’ un sito di prodotti naturali ma soprattutto e’ un sito di commercio di prodotti naturali che non ha nessuna valenza scientifica. Insomma, come si dice dalle mie parti “macellaio e’ buona la carne?”. Cosa dovrebbe rispondere il macellaio?

Procando a cercare in rete, troverete tantissimi articoli scientifici che vi riportano numeri completamente diversi, con un’efficacia dei vaccini tra il 50 e il 70%. I numeri oscillano a causa della difficolta’ di inserimento del cosiddetto “Effetto gregge”, cioe’ della riduzione dei contagi dovuta alla vaccinazione delle persone maggiormente a rischio. Secondo me, ma vi prego controllate anche voi in rete, 50-70 e’ molto molto diverso da uno.

Ora pero’ mi viene un dubbio: possibile che l’articolo scientifico spari numeri a caso?

Assolutamente no. Se sfogliate il pdf che vi ho linkato, vedrete come l’articolo si limita a parlare dell’efficacia della vitamina D3, senza fare alcun riferimento ai normali vaccini anti-influenzali. Praticamente, si sta studiando l’effetto di questa sostanza nella prevenzione dei mali di stagione senza assolutamente confrontare o voler sostituire la D3 ai vaccini.

Basta cosi’?

No. Gia’ che ci siamo, diciamoci tutto fino in fondo. Leggete le conclusioni dell’articolo scientifico dove vedrete come funziona un articolo di scienza vera. Gli autori fanno alla fine un’analisi critica del loro lavoro, mostrando ed evidenziando probabili fonti di errore. Prima di tutto, il campione utilizzato er a statisticamente poco significativo. Inoltre, mancanza di un controllo in funzione del quantitativo di D3 somministrata, mancanza di dati relativi al calcio nelle urine, importante utilizzando questa vitamina, mancanza di analisi sul numero di anticorpi eventualmente sviluppati, ecc.

Cosa significa questo?

Semplice, si tratta di una prima ricerca a cui magari ne seguiranno altre. Questo solo per dire che i risultati riportati sono ovviamente scientificamente validi, ma necessitano di tutta una serie di controlli che devono essere eseguiti prima di poter arrivare ad una conclusione definitiva.

Concludendo, non ho altro da aggiungere sull’articolo. Credo che quanto riportato parli da solo. Per il resto, non mi rivolgo ai complottisti che, come ormai e’ certo, non vogliono fare informazione ma solo speculazione sulle paure e sulle insicurezze delle persone. Mi rivolgo ancora a voi che credete ad articoli di questo tipo. Tutte le volte mi devo sentir dire che la scienza e’ marcia e c’e’ un qualche complotto che pero’ qualcuno molto sveglio e’ ruscito a mostrare. E’ vero, chi scrive fesserie di questo tipo e’ molto sveglio perche’ ha capito come fare breccia. Sfortunatamente pero’, voi che pensate di essere arrivat ialla verita’ siete solo le vittime di questi “furbi”.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Neologismi catastrofisti

22 Nov

Leggendo i giornali c’e’ sempre qualcosa di nuovo da imparare. Come sapete bene, ogni tanto i giornalisti si lasciano prendere un po’ la mano, gonfiando le notizie o, anche, cercando di rendere ad effetto notizie che altrimenti passerebbero in secondo piano.

Di queste cose, diverse volte abbiamo parlato in questo blog. Alcune volte, ci siamo trovati a dover proprio smentire notizie apparse sui giornali nazionale perche’ frutto di incomprensioni o, e questo e’ un problema piu’ frequente di quanto si immagini, per la mancanza di controllo delle fonti da cui le notizie vengono prese.

Questa volta vorrei parlare di pioggia. Lungi da me speculare su quanto accaduto in Sardegna dove la forza della natura ha causato morti e notevoli danni, ma proprio quanto accaduto sull’isola rappresenta l’ultimo esempio di un cattivo costume per la ricerca di titoli ad affetto.

Negli ultimi anni, sempre piu’ spesso sentiamo parlare di forti piogge. Ora, il piu’ delle volte, anche di fronte a gravi problemi per le popolazioni, i giornali tendono a far apparire fenomeni stagionali comuni come eventi rari e inaspettati. Piogge torenziali, soprattutto in periodo autunnale o primaverile ci sono sempre state e sempre ci saranno. Nonostante questo, sempre piu’ spesso sentiamo parlare di “bombe d’acqua”, cioe’ violenti acquazzoni che interessano varie parti dell’Italia e di cui non avevamo mai sentito parlare.

Cosa sarebbero queste bombe d’acqua?

Se proviamo a consultare libri o siti specializzati, non troviamo una definizione di bombe d’acqua. Questo non ci deve sorprendere perche’, come anticipato, le bombe d’acqua in realta’ non esistono.

Ora, potrei far saltare dalla sedia molte persone preoccupate di quanto e’ accaduto in Sardegna o di altri fenomeni meno recenti. La mia considerazione e’ prettamente linguistica e metereologica. Fino a qualche anno fa, nessuno aveva mai sentito parlare di pioggia in questo senso, eppure, nell’ultimo periodo, sembrerebbe quasi che siano comparse queste bombe d’acqua come un fenomeno nuovo casuato da chissa’ quali diavolerie scientifiche o  da modificazioni climatiche naturali o indotte.

Onde evitare fraintendimenti, mi spiego meglio.

Le cosiddette “bombe d’acqua”, altro non sono che i violenti acquazzoni di cui abbiamo sempre sentito parlare. Perche’ allora si usa questo termine? L’origine, e come potrebbe essere diversamente, e’ giornalistica. Questo termine compare la prima volta in un articolo della Nazione di Firenze dopo il violento temporale del 2012. Ecco a voi l’articolo in questione:

La Nazione Firenze

Il termine e’ frutto di una cattiva traduzione dall’inglese dell’espressione “Cloud Burst”. Letteralmente suonerebbe come “Esplosione di Nuvola”. Con Cloud Burst, come potete leggere su wikipedia:

Cloud Burst

si indica un violento temporale con una durata limitata nel tempo ma con una quantita’ di precipitazioni in grado di provocare innondazioni. In molti di questi casi, si possono formare piu’ temporali in breve tempo che provocano appunto la grande quantia’ di precipitazione in uno spazio ristretto. Bene, il termine “bomba d’acqua” e’ dunque mutuato dall’inglese.

Ora pero’, provando a ragionare, si tratta di un termine qualitativo appicicato ad una scienza quantitativa come le meteorologia. Cosa significa tanta pioggia in poco tempo? Tanta quanta? Poco tempo quanto? Capite che, cosi’ come viene dato, questo termine non ha alcun significato se non quello soggettivo.

Operativamente, anche a seguito del diffondersi del termine, si e’ cercato di dare una definizione numerica al termine bomba d’acqua definendo in questo modo precipitazioni in grado di scaricare quantita’ maggiori di 30 mm di pioggia nell’arco di un’ora. Non si tratta di una definizione nel senso stretto del termine dal momento che autori diversi possono utilizzare numeri diversi. C’e’ chi parla di 50 mm in un’ora, chi di 20, chi parla di precipitazioni nell’arco di due ore, ecc.

Detto questo, capite bene come il termine sia in realta’ una forzatura di quello che, fino a pochi anni fa, eravamo soliti chiamare aquazzone ed inoltre non presenta una definizione univoca.

Prima di chiudere, ragioniamo ancora su un particolare: alla luce di quanto osserviamo, sembrerebbe che gli acquazzoni, o le bombe d’acqua, siano aumentati notevolmente negli ultimi anni. E’ una sensazione o l’aumento e’ tangibile? Su alcuni siti trovate numeri veramente sparati a caso. Su piu’ di una fonte ho trovato che prima si poteva parlare di una bomba d’acqua ogni 10 anni mentre ora questo fenomeno si presenta, nel solo territorio italiano, fino a 3-4 volte all’anno. Questo non e’ assolutamente vero.

Negli ultmi anni, il numero di acquazzoni e’ sensibilmente aumentato e questo e’ dovuto all’effetto serra e all’aumento della temperatura media dei mari. Perche’? Quando parliamo di aumento di temperatura delle acqua, al solito, ci si riferisce ad incrementi inferiori al grado, ma che possono avere effetti importanti sulle dinamiche atmosferiche. Durante la formazione delle nuvole temporalesche, la maggior differenza di temperatura tra terra e quota provoca un aumento dell’energia e delle precipitazioni potenziali del fronte. Proprio l’aumento di temperatura dei mari causa una maggior quantita’ di precipitazioni che, nella definizione data prima, provoca un aumento del numero di acquazzoni.

Concludendo, il termine bomba d’acqua non e’ una definizione metereologica ne tantomeno una quantita’ di piogge univocamente accettatata. Come visto, l’origine del termine e’ da ricercarsi nei giornali sempre troppo impegnati a trovare neologismi o parole ad effetto per attrarre maggiormente l’interesse dei lettori. Le bombe d’acqua di cui tanto si parla in questi ultimi tempi, altro non sono che gli acquazzoni violenti di cui abbiamo sempre sentito parlare. Come visto, il numero di fenomeni temporaleschi violenti e’ in sensibile aumento non a causa di strane attivita’ fatte dall’uomo sull’atmosfera ma a causa dell’effetto serra che provoca un aumento minimo della temperatura dei mari.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

3 Novembre 2013: eclissi ibrida?

24 Ott

Fin dall’antichita’, uno dei fenomeni che hanno affascinato e allo stesso tempo spaventato l’uomo e’ senza dubbio quello delle eclissi, soprattutto di Sole.

Proprio per questo motivo, gia’ in diversi articoli avevamo parlato di questi fenomeni, in concomitanza con eventi attesi o anche solo per illustrare e spiegare questo spettacolo naturale:

Eclissi totale il 13 Novembre 2012

Eclissi totale il 13 Novembre, cosa dire …

Eclissi del 13 novembre: la rivelazione?

Come sappiamo bene, visti dalla Terra, Sole e Luna giacciono su piani differenti ma esistono dei punti nel tempo in cui i tre corpi, compresa la Terra, si trovano allineati.

Cosa succede in questi casi?

Anche se la Luna e’ circa 400 volte piu’ piccola del Sole, questa si trova ad una distanza circa 400 volte minore della nostra Stella. Questa particolare condizione fa si che la dimensione angolare dei due corpi, sempre vista da Terra, sia paragonabile. Detto questo, quando la Luna si trova a transitare davanti al Sole riesce a coprirlo quasi interamente.

In questo “quasi” c’e’ proprio la distinzione tra eclissi totale e anulare. Dal momento che la distanza relativa della Luna dalla Terra non e’ costante lungo l’orbita, la dimensione apparente del nostro satellite non e’ sempre uguale. Se, nel momento della sovrapposizione, la Luna si trova piu’ vicina alla Terra, allora riuscira’ ad oscurare completamente il Sole provocando l’eclissi totale. In caso contrario, cioe’ con una Luna leggermente piu’ piccola o che non transita precisamente di fronte al Sole, potremmo avere quelle che sono dette eclissi parziali o anulari. Quest’ultimo caso si ha quando la Luna transita davanti al Sole ma, apparendo piu’ piccola, lascia un contorno molto luminoso dovuto al Sole.

Bene, il prossimo appuntamento con un eclissi di Sole e’ atteso tra pochhi giorni, precisamente il 3 Novembre 2013. Questa volta pero’, come potete leggere anche da diversi giornali, si parla di “eclissi ibrida”.

Cosa significa?

Poiche’ la distanza della Luna dalla Terra varia in modo continuo, si possono verificare dei casi in cui l’eclissi inizia e termine come anulare ma diviene totale nella parte centrale. Ovviamente, dal momento che durante questa transizione la Terra si muove a sua volta rispetto al Sole, l’esclissi apparia’ anulare in alcune zone mentre totale in altre.

Percorso dell'eclissi ibrida del 3 novembre 2013

Percorso dell’eclissi ibrida del 3 novembre 2013

La figura a fianco mostra prima di tutto il percorso dell’eclissi, cioe’ del cono d’ombra proiettato dalla Luna sulla Terra.

Questa volta lo spettacolo iniziera’ dagli Stati Uniti orientali, passera’ sull’Europa meridionale e terminera’ attraversando tutta l’Africa e parte del Medio Oriente. Data la linea del cono d’ombra, l’eclissi sara’ visibile anche in alcune zone d’Italia. Purtroppo per noi pero’, l’eclissi dalle nostre parti sara’ solo parziale e scarsamente visibile mentre sara’ totale in alcune zone dell’Africa come la l’Uganda.

Se volete provare ad osservare l’eclissi, riferendoci all’orario italiano, questa sara’ visibile dalle 11.04 del mattino fino alle 16.28. Il passaggio del cono d’ombra investira’ tutto il meridione dal basso Lazio fino alla Sicilia, interessando anche tutta la Sardegna. Come visto nell’immagine animata riportata sopra, il fenomeno sara’ maggiormente visibile avvicinandoci all’Africa, per cui, ad esempio, l’isola di Lampedusa potra’ godere, almeno questa volta, di un bellissimo spettacolo.

Se invece volete aspettare la prossima eclissi totale visibile anche dall’Italia, allora dovrete attendere ancora un po’. Il prossimo spettacolo di questo tipo, ripeto visibile dalle nostre parti, sara’ il 20 marzo 2015.

Se invece non volete propro attendere, molte agenzie turistiche hanno organizzato viaggi davvero spettacolari in concomitanza per l’evento. Sono infatti previsti diversi viaggi nel cuore dell’Africa con osservazione dell’eclissi totale dall’Uganda e visita di molte bellezze artistiche e parti naturali che certamente non mancano al continente africano.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

 

Louisiana: il sinkhole che inghiotte la foresta

11 Ott

Nella specifica sezione:

Hai domande o dubbi?

una nostra cara lettrice ci ha chiesto di parlare dell’impressionante sinkhole che si e’ aperto in Louisiana gia’ da qualche tempo.

Come ricorderete, di sinkhole abbiamo parlato diverse volte in queste pagine:

Enorme cratere si apre in Cina

Enormi voragini si aprono in Florida

Numerosi Sinkhole a Samara

I “tappi” del Mar Morto

Come visto, si tratta di immense e profonde voragini che si aprono nel terreno e che, in alcuni casi, hanno portato vittime e anche numerosi danni.

Un’analisi specifica e unificata di questo fenomeno non e’ di per se possibile. Come visto negli articoli precedenti, ciascuno e’ un caso a se’. Sui soliti siti catastrofisti non si fa altro che puntare il dito contro questo fenomeno parlando sempre e solo di attivita’ umana, ad esempio, attraverso la tecnica del fracking, oppure ci si concentra su cause naturali-estreme per mostrare la ribellione in corso del nostro pianeta e le immani catastrofi ormai alle porte.

Gia’ negli articoli precedenti, abbiamo cercato di ragionare sul fenomeno, mostrando prima di tutto come l’approccio estremo, sia in un caso che nell’altro, del fenomeno dei sinkhole sia sbagliato. Forse per natura umana, anche in questo caso si trovano due schieramenti opposti; chi “tifa” per le cause antropiche e allo sfruttamento non coscienzioso del pianeta e chi, invece, parla di cause del tutto naturali, normali, non pericolose.

Come nostra natura, dobbiamo sempre ragionare sul singolo fatto, analizzando il caso specifico e senza partire con preconcetti che finirebbero per deviare il nostro pensiero verso una verita’ piuttosto che un’altra.

Ciascun sinkhole nel mondo e’ un caso a se’. Esistono delle zone specifiche sulla Terra in cui questo fenomeno e’ noto e frequente da sempre. Per farvi degli esempi, la Cina e la Florida sono zone di questo tipo. Qui, i sinkhole sono conosciuti e noti e, piu’ o meno frequentemente, si ripropongono con intensita’ variabile in base al caso.

Esiste poi il problema dello sfruttamento del terreno. Anche su questo punto abbiamo speso diversi articoli. Se, ad esempio, provate a cercare “fracking” nel motore di ricerca del blog, trovate diversi articoli di analisi della tecnica in cui si valutano tutti gli aspetti. Alcuni casi specifici di doline possono essere causati da uno svuotamento di un terreno non adatto perche’ non consolidato. Svuotando vaste zone nel sottosuolo, e’ possibile che crolli la parte superiore, creando appunto un fenomeno di tipo sinkhole.

Questa lunga introduzione al problema, e’ necessaria perche’, come sempre avviene, anche su questo tipo di notizie, la speculazione e’ sempre troppo forte e rischia di creare panico da un lato o di tranquillizzare troppo dall’altro.

Venendo al caso della Louisiana, credo sia interessante parlare di questo fenomeno, se non altro per l’entita’ degli eventi che si stano registrando. Gia’ nelle prime fasi, la dolina creata aveva un diametro di centinaia di metri e, quasi istantaneamente si e’ riempita di acqua creando una sorta di lago.

I crolli, o meglio l’aumento dell’apertura del sinkhole, non si sono mai arrestati a partire dalla meta’ del 2012 e oggi si parla di un’area dell’ordine di decine di campi da calcio con profondita’ stimate anche di 200 metri.

Come potete facilmente immaginare, visti i numeri in gioco, in questa zona il fenomeno del sinkhole sta creando non pochi problemi. Negli ultimi tempi e’ stato anche richiesto lo stato di emergenza naturale visto il trend di aumento della dolina.

Per farvi capire l’entita’ del fenomeno, vi riporto un video in cui si vedono diversi alberi inghiottiti in un attimo dal sinkhole che si allarga:

Come visto, nel giro di pochi secondi, diversi alberi si sono visti sprofondare completamente all’interno di questo enorme pozzo.

Per quanto riguarda l’origine di questa voragine, il discorso non e’ affatto semplice, ne tantomeno compreso a pieno.

Diversi abitanti del luogo riportano l’osservazione di fuoriuscita di gas dalle profondita’. Fenomeno osservabile dall’emissione di bolle sulla superifcie dell’acqua.

L’interpretazione complottista del fenomeno e’ molto semplice. Data l’amissione di gas dal sottosuolo, si parla di attivita’ di fracking non sicura condotta in profondita’ e che avrebbe creato il crollo del terreno. In questo caso, la fuoriuscita di gas sarebbe dovuta alle sacche di gas naturale contenute nel sottosuolo.

In realta’, questa affermazione non e’ corretta. L’analisi condotta sui gas fuoriusciti dal terreno, hanno mostrato che si tratta di gas naturale, molto probabilmente proveniente da sacche interne e che, grazie ai crolli, ha trovato una via di fuga.

Dunque si tratta di un crollo naturale?

Anche questa interpretazione non e’ del tutto corretta. Dagli studi condotti all’interno, si sono mostrate zone ad alta pressione con valori compatibili a quelli delle tubazioni di gas naturale che passano sotto il terreno. Cosa significa questo? Che, in almeno alcuni punti, ci sono delle perdite ad alta pressione. Prorprio per questo motivo, e’ stato chiesto alle compagnie che possiedono la rete di scaricare la pressione della pipe line. Ora, se il crollo sia dovuto a queste perdite o se queste siano una conseguenza delle perdite, non e’ certo. Personalmente, trovo difficile pensare che una perdita localizzata, anche se ad alta pressione, possa destabilizzare a questi livelli il terreno.

Come capite bene, non e’  stato ancora possibile capire quali siano le reali cause di questo sinkhole o quali le conseguenze. In tutto questo poi, c’e’ sempre da considerare, e non e’ assolutamente esclusa, l’origine del tutto naturale della formazione, cosi’ come avviene in diverse parti del pianeta e anche negli USA.

Quello che desta maggior preoccupazione nella zona, e’ un deposito sotterraneo di stoccaggio di butano, in cui erano stoccati circa un milione e mezzo di barili. Come potete facilmente immaginare, se i crolli arrivassero al deposito, si potrebbero avere conseguenze ben piu’ gravi, non solo a livello di salute per le fuorisucite di gas dai barili. Proprio per questo motivo, diversi barili sono gia’ stati portati via e si sta provvedendo a svuotare il deposito almeno finche’ l’espansione del sinkhole sara’ in corso.

Concludendo, il sinkhole della Louisiana e’ davvero incredibile per quanto riguarda le dimensioni e i ritmi di crescita che si stanno registrando. L’origine di questa dolina non e’ al momento chiara. Vi possono essere cause naturali, cosi’ come qualcosa indotto dall’attivita’ umana di estrazione del gas. Diverse leggende girano su questo sinkhole, e moltissimi fenomeni vengono descritti soprattutto su internet. Molte di queste sono leggende create appositamente per tenere alta l’attenzione. Visti i numeri in gioco e le dimensioni del fenomeno, non credo sia necessario inventare storie per tenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

La danza degli storni

30 Gen

 

Questa volta, vorrei scrivere un post diverso rispetto ai soliti. Non fraintendete, parliamo sempre di scienza e di fenomeni naturali, ma per un momento vorrei mettere da parte tutte quelle teorie catastrofiste che tutti i giorni ci vengono proposte in rete.

Guardando dalla finestra, mi sono incantato qualche minuto a vedere uno dei piu’ belli spettacoli naturali che, soprattutto in questo periodo, abbiamo la possibilita’ di ammirare, il movimento in cielo di uno stormo di uccelli. In questo caso, tutti sanno a quale fenomeno mi sto riferendo. Migliaia di uccelli, in genere “storni”, volano insieme formando delle figure che cambiano rapidamente forma offrendo allo spettatore uno spettacolo come di ombre in movimento armonico.

Uno stormo di storni in movimento

Uno stormo di storni in movimento

Le domande interessanti che possiamo porci sono: perche’ avviene questo? Come fanno migliaia di storni a decidere quale movimento eseguire con un perfetto sincronismo?

Quello che forse non tutti sanno e’ che la scienza si e’ interrogata su queste questioni, organizzando dei veri e propri gruppi di studio comprendenti fisici, biologi, ornitologi e matematici.

Fino a qualche tempo fa, ad esempio, si pensava che lo stormo seguisse una singola traiettoria decisa da un leader del gruppo e che di conseguenza il movimento osservato fosse solo dovuto agli altri uccelli intenti a seguire il volo del capo. In realta’, questa ipotesi non e’ reale, ma la risposta scientifica e’ assai piu’ complessa e affascinante.

Il movimento collettivo che possiamo osservare per gli storni in volo, non e’ in realta’ l’unico di questo tipo. Discorso analogo puo’, ad esempio, essere fatto per i branchi di pesci nei mari, per gli erbivori che si spostano in branco o anche per alcuni tipi di insetti abituati a volare in gruppi numerosi. Capite dunque che comprendere queste dinamiche, permette di capire meglio e piu’ a fondo i meccanismi cognitivi seguiti nel mondo animale.

Il progetto europeo STARFLAG nasce appunto per trovare una risposta a questi comportamenti. Come anticipato, questo gruppo multidisciplinare nasce con lo scopo di modellizzare i movimenti complessi di alcuni animali, ma anche di capire il perche’ questi moti, apparentemente disordinati, vengano eseguiti.

La metodologia di ricerca seguita non e’ affatto semplice ed ha richiesto l’utilizzo di filmati ad alta definizione, immagini in sequenza ravvicinata per osservare i singoli spostamenti, ma anche l’utilizzo di potenti supercomputer per modellizzare e prevedere il comportamento nel tempo di un sistema complesso formato da migliaia di esemplari.

I risultati di questa ricerca sono stati estremamente positivi ed hanno trovato le risposte a molte delle domande che ci siamo posti all’inizio.

Per prima cosa, come anticipato, l’ipotesi del leader che segna la traiettoria e’ da scartare. Movimenti, comportamenti e decisioni non si basano su un singolo, bensi’ su un organizzazione locale basata su pochi elementi. Cosa significa questo? Ciascun animale cerca di imitare quello che fanno i suoi primi vicini, cioe’ gli altri animali presenti in un ristretto spazio tridimensionale. Detto in altri termini, uno storno si muove copiando i movimenti solo di 6 o 7 uccelli vicini a lui. Lo stesso fanno tutti gli animali, creando in questo modo un sistema di trasmissione a catena dei movimenti, capace di far viaggiare l’informazione ad una velocita’ abbastanza elevata.

Questa prima informazione e’ molto significativa e ci spiega perche’, osservando il movimento dello stormo, l’intero gruppo sembra muoversi in aria quasi disegnando un ombra in movimento. Se il sistema di trasmissione delle informazioni fosse diverso, ad esempio dei movimenti stabiliti e eseguiti in sequenza, vedremo un movimento piu’ rigido e molto piu’ simile a quello delle nuotatrici sincronizzate.

Perche’ vengono eseguiti questi movimenti?

Come spesso accade in natura, la spiegazione a determinati comportamenti e’ da ricercarsi nella lotta alla sopravvivenza. Anche nel caso degli storni, questo raggruppamento di elementi e’ una buona difesa contro l’attacco dei predatori.

In questo caso pero’, basterebbe formare un gruppo. Perche’ avviene il movimento di cui stiamo discutendo? Parlando sempre di leggi di natura, il piu’ delle volte un predatore, e questo e’ vero non solo per gli uccelli ma anche, ad esempio, per le battute di caccia dei leoni, il predatore non attacca l’intero gruppo, bensi’ concentra la sua caccia su un singolo elemento. Bene, il continuo movimemento degli elementi del gruppo, crea un rimescolamento in grado di confondere il predatore che dunque non riesce piu’ a seguire la sua preda.

Il progetto STARFLAG, di cui abbiamo parlato, ha concentrato la sua ricerca al caso degli storni nei cieli di Roma. In questo caso, il principale predatore per gli uccelli e’ il falco pellegrino. In particolare, nei giorni in cui la concentrazione di falchi era maggiore, si sono osservate forme degli stormi piu’ compatte e con movimenti piu’ rapidi. Questa evidenza conferma l’ipotesi di cui abbiamo parlato.

Inoltre, per aumentare ancora di piu’ la protezione degli individui, durante il movimento, avviene anche un continuo rimescolamento tra gli animali al centro e quelli al bordo della distribuzione. Questi ultimi infatti, sono quelli maggiormente esposti all’attacco dei predatori non godendo di una protezione a 360 gradi.

I modelli comportamentali ottenuti dal progetto STARFLAG sono stati esportati con ottimi risultati anche al caso delle sardine in acqua e degli gnu a terra. In questi casi, cambia l’ambiente, cambia il predatore, cambiano le prede, ma i meccanismi di difesa sono molto simili tra loro. Questo importante risultato ci dimostra come il movimento apparentemente disordinato di specie animali diverse, sia in realta’ una legge di natura studiata proprio per contrastare gli attacchi dei predatori.

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Moria di uccelli nel mondo

5 Gen

Negli ultimi anni, piu’ volte si e’ sentito parlare di morie di massa di animali in giro per il mondo. Molte volte, notizie del genere sono state smascherate come bufale, ma in molti altri casi si tratta di notizie reali. Ora, fermo restando che ogni tipologia di animale e’ diversa, per poter cercare di capire meglio, ho deciso di concentrarmi sul caso degli uccelli.

Cercando su web, trovate delle scene veramente raccapriccianti, con centinaia di ucelli di specie diverse che improvvisamente cadono morti a terra. Scene di questo tipo, ovviamente non lasciano indifferenti le popolazioni locali. Molte volte, si cercano le cause di queste improvvise morie chiamando in causa l’inquinamento e magari qualche scarico di sostanze tossiche in zone specifiche. Moltissime altre volte, soprattutto sul web, si cercano i motivi chiamando in causa teorie complottiste o legate alla fine del mondo.

Tra le teorie complottiste non potevano certo mancare le scie chimiche e HAARP. Di questi argomenti abbiamo gia’ parlato piu’ volte, ad esempio, in questi post:

Haarp, la causa di tutti i mali!

Haarp e terremoti indotti?

Il raggio della morte

Alcune considerazione sulle scie chimiche

Scie Chimiche: il prelievo in quota

Scie chimiche e cloud seeding

Come visto, HAARP non e’ assolutamente in grado di fare cose di questo tipo, tantomeno di apportare modifiche al clima mondiale. Per quanto riguarda le scie chimiche, non vi sono assolutamente prove della loro esistenza e, come visto, le basi scientifiche, ma soprattutto i presunti scienziati, a sostegno di queste teorie lasciano un po’ il tempo che trovano.

Riguardo alle teorie catastrofiste invece, la causa di queste morie di massa viene spesso imputata nella diminuzione del campo magnetico terrestre, in grado secondo i sostenitori di far perdere la bussola ai volatili. Anche di questo, abbiamo parlato in un post specifico:

Inversione dei poli terrestri

mostrando la completa assurdita’ di questa teoria.

Premesso questo, resta sempre il fatto che ogni tanto, da qualche parte del mondo, centinaia di uccelli cadono morti in terra senza una spiegazione.

Uccelli morti in Tennessee

Uccelli morti in Tennessee

L’ultima notizia di questo tipo, arriva dalla cittadina di Seymour in Tennessee, dove il 31 Dicembre 2012 circa 350 uccelli sono improvvisamente caduti in prossimita’ della strada. Qual’e’ la spiegazione?

Come sapete bene, qui cerchiamo di capire se ci sono basi reali per le teorie catastrofiste, appunto ragionando sulle notizie. Non cerchiamo assolutamente di tranquillizzare nessuno senza apportare prove o ragionamenti.

Rileggiamo quello che e’ successo a Seymour, il 31 Dicembre 2012 sono morti 350 uccelli. Avete capito bene, il 31 Dicembre 2012. Ci sara’ forse una connessione con il fatto che era l’ultimo dell’anno?

Ovviamente si.

Se cercate in rete, trovate che anche negli anni passati, sempre negli Stati Uniti, si erano verificati casi di questo tipo, sempre l’ultimo giorno dell’anno.

Questa e’ una notizia del 2011:

Moria 31/12/2011

Questa del 2010:

Moria 31/12/2010

Perche’? Ovviamente non stiamo pensando assolutamente ad un suicidio di massa per l’ultimo dell’anno. La causa e’ da ricercarsi nell’utilizzo di fuochi d’artificio utilizzati per festeggiare l’inizio dell’anno nuovo. Le continue esplosioni di petardi provocano un fortissimo stress negli uccelli che puo’ portarli anche alla morte. Ovviamente questo giustifica anche il fatto che la cosa accade spesso a cavallo del 31 Dicembre, per molti volatili e tutti nello stesso istante.

Se ancora non siete convinti della cosa, facciamo un altro esperimento.

Cercando in rete, vi accorgete che in moltissimi casi, la causa di queste morie di massa di uccelli e’ sempre da ricercarsi nell’uomo.

Negli anni ’90, in Russia, e precisamente nella repubblica di Sakha, si verificarono diverse volte morie di massa di uccelli. La spiegazione venne poi data da un ricercatore russo, mostrando come le morie collettive avvenivano solo in prossimita’ e in concomitanza con il lancio di vettori spaziali russi. In questo caso, il forte rumore provocato dal lancio era la causa di stress per i volatili.

Come vedete, anche in questo caso, la causa della moria e’ da ricercarsi nei rumori, se vogliamo non naturali, prodotti dall’uomo. Come visto, i festeggiamenti per la fine dell’anno, sono una delle cause principali della morte degli uccelli.

Analogamente, vi e’ poi un’altra categoria di morti di massa, che invece viene spiegata con l’utilizzo di veleni in alcune zone. In questo caso, proprio dall’autopsia dei corpi ritrovati, si sono evidenziate tracce di sostanze tossiche che poi si e’ scoperto essere state utilizzate in zone vicino al ritrovamento. Spesso in questo caso, le improvvise morti di uccelli, sono state utili per scoprire agricoltori della zona che utilizzavano sostanze vietate e molto pericolose per la salute.

Come avete visto, non e’ assolutamente necessario chiamare in causa teorie misteriose, complottiste o catastrofiste. Al solito, la causa di tante modificazioni ambientali, sia per quanto riguarda la flora che la fauna, deve sempre essere ricercata nell’uomo e nelle sue attivita’.

Ovviamente, in questo articolo ci siamo concentrati sul caso degli uccelli, trascurando gli altri animali. Abbiamo scelto gli uccelli in primis per avere un esempio concreto su cui discutere, ma anche perche’ queste morie rappresentano la quasi totalita’ di episodi di questo tipo. Molto probabilmente, un discorso analogo puo’ essere fatto per altri animali. Come premesso, ciascun organismo e’ diverso dall’altro e presenta magari punti deboli diversi.

La cosa piu’ importante e’ non lasciarsi trasportare da idee strampalate o teorie poco scientifiche che trovate in rete.

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

 

 

 

 

Misteriosi pilastri di luce?

11 Dic

Piu’ volte, in questo blog, abbiamo parlato di fenomeni apparentemente strani, che molto spesso vengono utilizzati da siti catastrofisti come un chiaro segnale della prossima fine del mondo.

Di argomenti di questo tipo, ne abbiamo ad esempio parlato raccontando dei suoni dell’apocalisse, delle nuvole di forma particolare apparse in qualche angolo del mondo o di strani oggetti visti in prossimita’ del Sole:

I misteriosi suoni dell’Apocalisse

Di nuovo i suoni dell’apocalisse

Una nuvola che fa pensare alla fine del mondo

Altra strana nube, questa volta in Giappone

Altra strana nube a Tulsa

Strano arcobaleno a Conca della Campania

Scoperta nuova nuvola?

Missile vicino al Sole?

Tutte, e dico tutte, le volte, analizzando questi fenomeni, ci siamo resi conto che in realta’ non c’era assolutamente nulla di nuovo o di non conosciuto dalla scienza. Semplicemente, vengono presi eventi non standard, cioe’ non proprio manifestabili tutti i giorni, per far credere che qualcosa di strano sia in corso a livello naturale.

In questi ultimi giorni, un presunto nuovo fenomeno naturale sta facendo parlare molti siti catastrofisti che ovviamente vogliono far credere che sia in corso qualcosa di straordinario.

Come forse avrete gia’ letto in qualche sito, ma sicuramente questi articoli verranno rimbalzati nei prossimi giorni su molti forum predisposti al copia/incolla, in diverse parti del mondo si starebbero manifestando i cosiddetti “pilastri di luce”, misteriosi fasci luminosi che appaiono improvvisamente all’orizzonte e che salgono verso il cielo.

Eccovi un esempio delle immagini che trovate in rete in questi giorni:

Foto di pilastri di luce apparsi in diverse parti del mondo

Foto di pilastri di luce apparsi in diverse parti del mondo

Devo dire che artisticamente, e dal punto di vista fotografico, si tratta di un fenomeno molto suggestivo. E’ necessario premettere che si tratta di foto reali, scattate in diverse parti del mondo, soprattutto nell’ultimo periodo.

Come potete facilmente immaginare, e come premesso, sul web si legge che questi fasci sarebbero una manifestazione esclusivamente degli ultimi giorni e indicherebbero un chiaro segnale alla ormai prossima fine del mondo. Alcuni, devo dire dotati di una buona fantasia, vedrebbero in questi pilastri dei segnali divini o delle strade utilizzabili per l’ascensione verso nuovi mondi o verso civilta’ aliene molto avanzate.

Cosa c’e’ di vero in tutto questo? Purtroppo, solo le foto.

Anche in questo caso, si tratta di un fenomeno molto ben conosciuto dalla scienza e molto spesso anche da fotografi professionisti che a volte si trovano a dover combattere questo effetto. Ovviamente nessun sito catastrofista vi dice di cosa si tratta in realta’, ma trovate solo titoli pomposi e articoli pieni di enfasi. Il tutto sempre condito dalla solita argomentazione che “la scienza non sa di cosa si tratta” e che “i ricercatori stanno cercando di dare una spiegazione a questo misterioso effetto”.

Niente di piu’ falso.

In termini tecnici, questo effetto e’ noto proprio come “pilastro di luce” o anche “colonna di luce”, dall’inglese “light pillar”.

A cosa e’ dovuto?

Come sappiamo bene, in atmosfera possiamo trovare gocce d’acqua. Se la temperatura e’ bassa, alcune di queste gocce possono trasformarsi in cristalli di ghiaccio.

Fin qui tutto bene.

Ora, immaginate di avere una sorgente di luce di fronte a voi bassa in angolo, cioe’ radente al vostro orizzonte. Se i cristalli di ghiaccio sono paralleli al terreno, e’ possibile che a causa della riflessione della luce sul ghiaccio, la sorgente di luce puntiforme appaia allargata formando un fascio esteso. Data l’orientazione dei cristalli, e’ evidente che i fasci di luce cosi’ formati avranno una direzione verticale, cioe’ rivolta verso il cielo.

Per meglio comprendere la causa dei pilastri di luce, possiamo far riferimento a questa immagine:

Meccanismo ottico di formazione dei light pillar

Meccanismo ottico di formazione dei light pillar

Come vedete, la luce emessa dalla sorgente a terra, viene riflessa sul ghiaccio e l’osservatore, sempre a terra e lontano dalla sorgente, vede in cielo una linea luminosa estesa verso l’alto. Questo e’ esattamente il meccanismo alla base dei “light pillar”.

Ora, perche’ proprio in questi ultimi giorni si stanno riportando testimonianza di pilastri di luce?

La spiegazione e’ molto piu’ semplice di quanto si creda. Come abbiamo visto, per poter formare i pilastri e’ necessario che ci siano molecole d’acqua in atmosfera e che queste vengano ghiacciate. Quale momento migliore di un bel piovoso inizio inverno? Come potete capire, la spiegazione del fenomeno e’ proprio stagionale. Le basse temperature permettono il congelamento dell’acqua in atmosfera creando le condizini adatte per il fenomeno.

A questo punto, facciamo un esercizio semplice. Andiamo a rivedere le foto pubblicate prima e capiamo l’origine dei pilastri. Come vedete subito, in 3 foto su 4, la sorgente della colonna luminosa e’ il Sole basso all’orizzonte. Il tramonto e’ infatti uno dei momenti migliori per poter osservare fenomeni di questo tipo. Quando il Sole e’ basso, intorno agli 8-10 gradi all’orizzonte, si hanno le condizioni ottimali per la formazione dei pilastri. Vista l’alta probabilita’ di questi fenomeni, molto spesso ci si riferisce a questi chiamandoli proprio “sun pillar” per indicare che la sorgente e’ il Sole stesso.

Nella quarta foto invece, i numerosi pilastri visibili, sono dovuti a diverse sorgenti luminose poste dietro all’abitazione in primo piano. Come vedete, la foto e’ stata scattata da una posizione praticamente parallela al terreno e dunque alla stessa altezza delle sorgenti di luce che provocano i pilastri.

Quest’ultimo esempio in particolare, ci dimostra che la formazione dei pilastri di luce puo’ essere provocata indipendentemente sia da sorgenti naturali, come il Sole, che da sorgenti artificiali.

Dunque? Cosa c’e’ di particolare e misterioso in questi fenomeni?

Alla luce di quanto dimostrato, assolutamente nulla. Anche in questo caso, si tratta di fenomeni ben conosciuti dalla scienza e che di certo non hanno fatto la loro apparizione negli ultimi giorni.

Forse, sarebbe il caso che molti siti catastrofisti prima di pubblicare certe notizie, provassero a documentarsi o, come in questo caso, a studiare un po’ di ottica, tra l’altro molto semplice poiche’ basata solo sulla riflessione della luce, fenomeno noto praticamente a tutti.

Come sempre raccomandiamo, non credete ai titoli sensazionalistici che trovate in rete. Molto spesso, la spiegazione di alcuni fenomeni e’ molto piu’ semplice di quanto vorrebbero farvi credere. Come capite bene, un’analisi scientifica e profonda delle profezie del 2012, ci consente di parlare di scienza e di affrontare argomenti molto spesso poco noti e che possono aumentare il nostro bagaglio culturale indipendentemente dal 21 Dicembre. Per partire dall’analisi delle profezie del 2012, ma soprattutto per leggere un libro di divulgazione della scienza, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.