Ormai la nostra sezione appositamente creata per raccogliere le richieste degli utenti:
e’ divenuta veramente una fucina di idee e di proposte che ci stanno facendo scoprire un numero impressionante di misteri. Come sapete, il nostro approccio cerca di essere sempre il piu’ distaccato possibile, permettendoci di vedere i fatti come vengono riportati e testimoniati. Molto spesso, esistono spiegazioni scientifiche e razionali ai cosiddetti “misteri”, molte volte, la fantasia e la speculazione creano una tale confusione da creare vere e proprie leggende. Alcune volte poi, e questi sono i casi piu’ interessanti, quelli che appaiono come misteri rimangono tali. In virtu’ del nostro approccio, non possiamo che essere sinceri in casi come questi e raccontare i fatti come sono, senza voler gridare al sensazionalismo, ma neanche nascondendoci dietro a spiegazioni campate in aria solo per dare una prova di forza della scienza.
Perche’ faccio questo preambolo?
La risposta e’ presto data, in uno degli ultimi commenti, ci e’ stato richiesto di analizzare e presentare il caso della scomparsa del pilota Frederick Valentich, avvenuta in Australia il 21 ottobre 1978. Come detto anche nel commento di partenza, questo fatto e’ molto poco conosciuto e appare alquanto strano come non ci sia stata una speculazione massiccia sulla cosa, anche in virtu’ dei fatti che ora presenteremo.
Vista la scarsa pubblicita’ all’accaduto, e’ giusto fare un breve riassunto di quanto accaduto.
Come anticipato, e’ il 21 Ottobre 1978. Il giovane pilota, appena ventenne, Frederick Valentich, per la cronaca italo-australiano dal momento che il padre era originario del nsotro paese, parte con un Cessna-182L dall’aereoporto di Moorabbin vicino Melbourne in una serata di tempo ottimo e con poco vento. Il piano di volo consegnato prevedeva di arrivare a King Island, prelevare un passeggero e poi fare ritorno a Moorabbin. Il percorso, sempre secondo il piano, prevedeva il passaggio via Cape Otway.
Valentich parti’ da Moorabbin alle 18.19 e raggiunse Cape Otway alle 19.00 comunicando il suo passaggio. Alle 19.06, il pilota si mise in contatto con la torre di controllo per comunicare la presenza, a circa 300 metri dal Cessna, di 4 luci appartenenti ad un secondo velivolo. In quel momento, Valentich si trovava sopra lo stretto di Bass, ad un’altitudine di circa 5000 piedi e procedeva con una velocita’ di 256 km/h.
Senza dare adito a speculazioni di qualche sorta, vi riporto la traduzione delle conversazioni tra un ufficiale addetto al controllo in volo e Valentich a partire dalle 19.06, ora dell’avvistamento:
Ore 19.06
– PILOTA: siete a conoscenza di un transito nella mia area al di sotto dei 5000 piedi?
– TORRE DI CONTROLLO: negativo, nessuno transito conosciuto.
– PILOTA: sembra che ci sia una grande aeronave al di sotto dei 5000 piedi!
– TORRE DI CONTROLLO: che tipo di aeronave?
– PILOTA: non posso confermare. Ha quattro luci brillanti simili a luci di atterraggio…l’aeronave mi ha sorvolato a circa 1000 piedi.
– TORRE DI CONTROLLO: confermate la presenza di un grande aereo?
– PILOTA: affermativo dalla velocità alla quale viaggia…C’è un mezzo della RAAF nelle vicinanze?
– TORRE DI CONTROLLO: negativo…
– TORRE DI CONTROLLO: qual’è la vostra quota?
– PILOTA: 4500 piedi
– TORRE DI CONTROLLO: confermate di non riuscire ad identificare l’aereo?
– PILOTA: affermativo…
Dopo una breve pausa di pochi minuti, il pilota riprende la convulsa comunicazione con la torre di controllo,comunicando quanto segue:
– PILOTA: aereo? Ma non è un aereo!!! E’…
– TORRE DI CONTROLLO: potete descrivere l’aereo?
– PILOTA: mi ha sorpassato ad alta velocità. Ha una forma allungata, non posso distinguere di più…ora si dirige verso di me! sembra stazionario. Sto virando e anche questa cosa mi vola sopra. Ha una luce verde e una specie di illuminazione metallica all’esterno…
Da questo momento in poi l’oggetto sembra scomparire:
– TORRE DI CONTROLLO: confermate che è scomparso?
– PILOTA: affermativo, siete a conoscenza del tipo di aeronave in cui mi sono imbattuto? E’ militare?
– TORRE DI CONTROLLO: non c’è transito militare nella zona.
Ore 19.12
– PILOTA: il motore sta entrando in avaria, singhiozza.
– TORRE DI CONTROLLO: quali sono le vostre intenzioni?
– PILOTA: procedere verso King Island. L’aeronave sconosciuta ora è sospesa verso di me!
– TORRE DI CONTROLLO: ricevuto.
– PILOTA: Delta Sierra Juliet (sigla identificativa) Melbourne…
Subito dopo questa ultima comunicazione si sentì un forte rumore metallico che si prolungò per diciassette secondi e si persero definitivamente i contatti con l’aereo di Valentich.
Bene, questa e’ la trascrizione dell’ultima comunicazione di Valentich con l’ufficiale addetto al controllo aereo. Dopo di che, del pilota e dell’aereo, si persero definitivamente le tracce e nessuno li vide piu’.
Come potete facilmente immaginare, nei giorni successivi, vennero organizzate diverse campagne di perlustrazione intorno alla zona della scomparsa, ma senza esito alcuno.
Dunque, prima di andare avanti, facciamo qualche considerazione. Ovviamente, molti dei siti internet in cui trovate questa storia raccontata, parlano senza mezzi termini di UFO. Cerco di contestualizzare il tutto. Qualche anno dopo la scomparsa, un dossier con i risultati delle ricerche venne rilasciato dalle autorita’ australiane. Potete trovarlo molto facilmente su internet, ma vi premetto che si tratta di piu’ di 300 pagine di dati e considerazioni. Senza girare troppo intorno alla cosa, non esiste una conclusione della storia o una versione accettata per spiegare la scomparsa di Valentich. Ovviamente, il primo pensiero che puo’ venire in mente e’ che l’aereo sia precipitato.
In diversi documenti, troviamo scritto che un pilota addetto alle ricerche riporta di aver osservato nello stretto di Bass alcuni residui che potevano essere identificati come resti di un Cessna. Secondo la testimonianza, il pilota viaggiava troppo in alto e nel momento in cui sarebbe tornato sul luogo per osservare meglio, i residui non erano piu’ presenti. Tenete comunque a mente che generalmente le correnti dello stretto di Bass sono notevoli. In questa zona si ha la congiunzione tra oceano Indiano e Pacifico e le correnti sono note per la loro forza. Questo fatto potrebbe spiegare il perche’ i residui non fossero piu’ visibili nel giro di poco tempo.
Altra considerazione, un Cessna dovrebbe essere in grado di galleggiare in caso di ammaraggio per diverse ore prima di affondare. Questo e’ ovviamente vero ma, permettemi di dire, dipende dalla dinamica di un eventuale collisione. Detto questo, se l’aereo del pilota fosse precipitato in mare l’aereo potrebbe essere affondato rapidamente e/o le correnti potrebbero aver portato molto lontano eventuali resti.
E’ possibile che l’aereo sia precipitato sulla terra ferma? Ovviamente direi proprio di no dal momento che non sono stati ritrovati resti nella zona. E se il pilota avesse volato a lungo prima di precipitare? La cosa potrebbe essere possibile dal momento che l’aereo di Valentich aveva carburante per percorrere centinaia di kilometri. Personalmente pero’, mi sento di escludere un incidente anche in una zona distante dal momento che, a distanza di 36 anni i resti sarebbero stati comunque ritrovati.
In tutto questo ci sono poi una serie di ipotesi, lasciatemi dire, “personali” sul pilota. Un’ipotesi che si legge e’ che il pilota possa aver tentato il suicidio. In questo caso pero’, ritorniamo esattamente nel caso precedente dal momento che in mare o a terra, da qualche parte si sarebbe schiantato. Secondo altri poi, il pilota avrebbe potuto recitare la parte della comunicazione salvo poi atterrare da qualche parte e far perdere le sue tracce. Da dove nasce questa ipotesi? Secondo i racconti, Valentich, come anticipato, doveva andare a prendere un passeggero occupandosi di trasporti privati. Nell’aereoporto di arrivo pero’, non c’era nessun passeggero in attesa del Cessna. Dove sarebbe potuto atterrare? Con un piccolo aereo di questo tipo, un po’ ovunque. Come far sparire l’aereo? Semplice, come qualcuno ipotizza, magari accordandosi con qualcuno per tagliare l’aereo o per farlo smontare e rivendere sul mercato nero. Diciamo che cosi’ a lume di naso, questa ipotesi potrebbe essere credibile. Ovviamente, come avrete notato, mi sto limitando ad analizzare i fatti, senza voler sindacare ne spergiurare, dal momento che non ne abbiamo la certezza, che Valentich volesse suicidarsi o cambiare vita. Su questo punto infatti, i genitori del giovane pilota, cosi’ come molte persone a lui vicine ed interrogate, assicurano che Valentich avesse una vita serena e felice, comunque non tale da far pensare ad un gesto di questo tipo, o, tantomeno, al suicidio.
Se proprio vogliamo non pensare a questa ultima ipotesi, e dunque parliamo di incidente in mare, cerchiamo pero’ di capire come questo sia potuto accadere. Ovviamente , in tutto questo c’e sempre la comunicazione radio. Ora, nel caso di qualcosa di simulato, potrebbe essere plausibile la simulazione anche del racconto riportato. In caso di incidente invece, dunque in buona fede, abbiamo un qualcosa di assolutamente non trascurabile.
Secondo il report redatto dalle autorita’, Valentich potrebbe essersi disorientato per qualche motivo. E allora? Cosa sarebbero le luci di cui parla? Semplice, quelle del suo stesso aereo riflesse dall’acqua. Detto in altri termini, il pilota avrebbe percorso gli ultimi tratti in volo rovesciato. Questa ipotesi e’ completamente assurda, almeno a mio avviso. Perche’? Come visto, dalla registrazione si parla prima di luci davanti e piu’ basse, poi di qualcosa che si sposta intorno all’aereo ed infine che si trova sopra l’aereo stesso. Tradotto, nella prima fase il Cessna e’ a testa in giu’, poi sta ruotando su se stesso, poi precipita. Ora, chiunque si sarebbe accorto di quello che stava accadendo se non altro per le variazioni di forza centrifuga sul suo corpo. Escluderei dunque questa ipotesi. Secondo altri, le luci descritte potrebbero essere stelle. Immaginate questa situazione, vi trovate completamente al buio al di sopra di un braccio di mare. A parte le vostre luci, non ci sono punti di riferimento esterni. In concomitanza con questo, si potrebbe essere aggiunto un guasto di qualche tipo all’aereo, al punto di aver fatto completamente perdere l’orientamento al pilota.
Pensate che una spiegazione del genere sia assurda?
Purtroppo, non e’ proprio cosi’. Attenzione, non sto dicendo che l’aereo e’ precipitato per questo motivo, ma solo che incidenti di questo tipo sono ampiamente documentati e ne trovate a bizzeffe in letteratura.
Detto questo, c’e’ poi l’ultima spiegazione e, se vogliamo, la piu’ scontata leggendo lo scambio di battutte tra il pilota e la torre di controllo, la possibilita’ UFO.
Valentich parla di un velivolo che vola di fronte a lui, che poi scompare, riappare, si muove a grande velocita’ e, come riportato, non e’ un aereo. Viene scontato dire che si tratta di un UFO. Secondo le varie versioni che trovate online, le possibili dinamiche in questo caso sarebbero: rapimento alieno, polverizzazione completa o, anche qui, successivo incidente. Rapimento in che modo? Semplice, prelevando pilota e aereo con un colpo solo. La scomparsa di Valentich sarebbe dunque spiegabile con un rapimento da parte di popolazioni extraterrestri.
Vi ricordo che di presunti rapimenti alieni, o abduction, abbiamo gia’ parlato in questo articolo:
Analizziamo dunque l’ipotesi rapimento.
Su varie fonti trovate che nei giorni a cavallo della scomparsa, sarebbero state fatte moltissime segnalazioni di avvistamento di ufo nella zona. Questo e’ in realta’ falso. Come spesso avviene in casi di questo tipo, dopo che la notizia fosse stata diffusa, con il conseguente pensiero alieno, molte persone avrebbero segnalato strani oggetti volanti. Questo pero’, ripeto, solo dopo che la notizia su Valentich era stata diffusa.
Secondo il padre del pilota, Valentich era uno studioso, o comunque interessato, di ufo. Questa informazione pero’, anche se significasse qualcosa, andrebbe solo a sostenere l’ipotesi di messa in scena da parte del pilota facendo ricadere il pensiero sugli alieni.
Dunque, che fine ha fatto Valentich?
Semplice, non lo so io, non lo sanno le autorita’, non lo sa nessuno.
Restano molto curiosi i ragionamenti di alcuni sostenitori dell’ipotesi aliena: dal momento che non ci sono spiegazioni possibili, allora e’ stato rapito dagli alieni. Permettemi di dire una cosa, ma, invece, l’ipotesi ufo e’ cosi’ possibile? O anche, “le autorita’ mentono ipotizzando cause improbabili come l’incidente”. E’ stato un ufo. Anche qui, ma quanto e’ probabile invece l’ipotesi ufo?
Questo non per denigrare l’ipotesi in se, ma solo per mostrare il semplice quanto assurdo ragionamento che trovate su molti siti internet.
Personalmente, non mi sento di escludere ne sostenere nulla. Permettetemi di ripercorrere quanto detto. A mio avviso, l’ipotesi piu’ probabile potrebbe essere quella di incidente aereo. Sul perche’ di quanto avvenuto, il disorientamento potrebbe avere qualche appiglio, ma non dimentichiamoci la possibilita’ di guasto. In questo caso, l’aereo potrebbe essere precipitato per qualsisi motivo. E le luci? Il disorientamento, magari successivo al guasto, potrebbe spiegarle, cosi’ come un qualsiasi altro velivolo, magari militare, non segnalato e non identificabile, presente nella zona. Anche l’ipotesi della messa in scena del tutto con la conseguente scomparsa del pilota, non sono certo da dimenticare. Alcune fonti, assolutamente non confermate, un po’ come tutte quelle di questa storia, sostengono di aver visto atterrare un piccolo aereo compatibile con il Cessna non troppo lontano dal punto dell’ultimo contatto radio. Come detto, far sparire l’aereo, non sarebbe certo un problema.
E’ possibile l’ufo?
Come detto varie volte, non escludo assolutamente che possa esistere una popolazione aliena nell’universo. Da qui a pensare che questo popolo esista, vanga sulla terra, giochi con i nostri aerei in volo e che rapisca le persone per vedere come sono fatte dentro, il passo mi sembra un po’ azzardato. Attenzione, non dico assurdo, ma, permettetemi, prima di pensare ad un’ipotesi di questo tipo, vorrei avere almeno qualche prova oggettiva a cui appigliarmi.
Concludendo, ad oggi il caso Valentich resta ancora un mistero. A distanza di oltre 35 anni, sara’ difficile arrivare ad una spiegazione, a meno di colpi di scena clamorosi. Come detto pero’, non dimentichiamoci che si sono tantissimi altri casi di velivoli, anche in formazione, scomparsi nel nulla all’improvviso. Sicuramente l’ultima comunicazione radio rende questo caso molto piu’ affascinante di altri aerei scomparsi senza proferire verbo.
Proprio per chiudere, vi ricordo che questo non e’ assolutamente il primo ne l’unico caso misteriosi che abbiamo trattato riguardo agli UFO:
Questi solo per fare qualche esempio. A mio modesto parere, non capisco perche’ casi di questo tipo non vengano stracitati sui siti e dalle riviste appassionate dell’ipotesi UFO. Piuttosto che lavorare in questa direzione, molti preferiscono perdere tempo dietro ad improbabili avvistamenti di palloni sonda, modellini, lens flare o anche di esseri verdi alti 3 metri in qualche bosco.
Concludnedo, alla luce di quanto riportato su questi fatti, ognuno di noi, anche in questo caso, puo’ trarre la conclusione che preferisce fintanto che la verita’ non sara’ emersa.
Sperimentazione animale
2 GenSul forum di Psicosi 2012:
– Psicosi 2012 forum
e’ nata una discussione molto interessante sulle conseguenze che le campagne di disinformazione e coinvincimento da parte di alcuni siti possono avere sulle persone. In particolare, il dibattito era incentrato sull’emotivita’ e su quanto il voler creare odio e complottismo puo’ sfociare in reazioni esagerate e fuori controllo. All’interno di questa discussione, si e’ poi arrivati al caso, molto discusso in questi giorni, della ragazza di Bologna che ha riacceso il dibattito sulla sperimentazione animale.
Per chi non fosse informato sui fatti, credo pochi se non altro per l’enorme eco mediatica che la notizia ha avuto, una ragazza, per la precisione Caterina Simonsen, ha inizialmente pubblicato sul suo profilo facebook questa foto:
La foto su facebook che ha acceso il dibattito sulla sperimentazione animale
Come vedete, si tratta di un messaggio in cui si difende la sperimentazione medica animale grazie alla quale la ragazza e’ ancora in vita. Testuali parole, ne riparleremo tra poco, recitano: “senza la ricerca sarei morta a 9 anni”.
Per essere precisi, tale Caterina e’ affetta da quattro malattie rare: immunodeficienza primaria, deficit di proteina C e proteina S, deficit di alfa-1 antitripsina, neuropatia dei nervi frenici, abbinate al prolattinoma, un tumore ipofisario, e a reflusso gastroesofageo, asma allergica e tiroidite autoimmune. Come potete ben capire, il quadro clinico in questione non e’ assolutamente semplice. Diverse volte la ragazza e’ stata sul punto di morire ricoverata in terapia intensiva e anche in questi giorni si trova ricoverata in ospedale a causa di un aggravamento della situazione. Ad oggi, Caterina e’ costretta a passare quasi 20 ore al giorno collegata ad un respiratore e ad assumere moltissimi medicinali che le consentono di rimanere stabile.
Veniamo prima ai fatti, come e’ noto, questa foto ha scatenato le ire di molti animalisti e persone facenti capo ad associazioni per la difesa degli animali. Purtroppo, le ire sono sfociate in insulti anche molto gravi. Non sono mancati, per la precisione se ne contano una trentina, auguri di morte per Caterina, moltissimi incernierati intorno al concetto “se morivi a 9 anni non importava niente a nessuno”.
Piccola parentesi iniziale necessaria e doverosa, come piu’ volte chiesto e preteso anche su questo blog, quando si vanno a discutere argomenti delicati e contestati come questo, e’ normale che ci siano opinioni anche completamente discordanti. Questo pero’ non deve prescinedere da una dialettica “educata” e veicolata dall’umanita’ e dal buon senso. Augurare la morte a qualcuno perche’ ha un’opinione diversa dalla nostra significa tornare indietro di centinaia di anni. In un dibattito costruttivo, ognuno ha le sue motivazioni che puo’ esternare e che possono essere costruttive per gli altri. Probabilmente, alla fine, ognuno rimarra’ della sua opinione ma tutti avranno imparato qualcosa, se non altro avendo un quadro completo del pensiero e delle tesi dell’altro fronte.
Ora, lungi da me discutere o sensibilizzare sulla situazione di salute della ragazza in questione. Umanamente, e’ normale sentirsi vicini a persone in questo stato e, magari, voler sensibilizzare l’opinione pubblica facendo leva sul quadro clinico di Caterina. Questo pero’, a mio avviso, e’ sbagliato e, sempre mia opinione personale, non era nelle intenzione della ragazza stessa. Quanto accaduto deve invece innescare una discussione costruttiva su un tema molto delicato e che spesso lascia spazio solo ad estremismi piuttosto che ad una discussione scientifica seria. Come sapete, e come normale, esistono diverse associazioni in difesa o contro la sperimentazione animale, molto spesso pero’, si creano su questi temi partitismi fondamentalisti che puntano piu’ all’emotivita’ e alla sensibilita’ delle persone piuttosto che ad una discussione scientifica e costruttiva.
Detto questo, cerchiamo di fare il punto sulla sperimentazione animale cercando di capire pro e contro, e soprattutto l’utilita’ o meno, di questa tecnica in ambito medico.
Per prima cosa, parlare di sperimentazione animale non e’ del tutto completo. Si deve infatti distinguere tra sperimentazione di base e applicata. Nel primo caso, ci si limita ad un’osservazione, ad esempio del comportamento, per comprendere determinati aspetti. Nella sperimentazione applicata invece, alcuni animali vengono utilizzati come modelli attivi per comprendere una determinata caratteristica biologica o genetica di un’altra specie, molto spesso quella umana. Ovviamente, ma la distinzione era obbligatoria, quando parliamo di “sperimentazione animale” ci riferiamo alla ricerca applicata.
Bene, a questo punto le domande fondamentali a cui dobbiamo provare a dare una risposta sono essenzialmente due: e’ veramente utile la sperimentazione sugli animali? Esistono metodi alternativi? Come potete facilmente immaginare, i due fronti, favorevoli e contrari, danno risposte completamente discordanti che sono, rispettivamente, SI-NO e NO-SI.
Vediamo prima di tutto le motivazioni alla base di queste risposte partendo proprio dal fronte contrario alla sperimentazione.
In soldoni, il punto fondamentale portato dal fronte contrario e’ che la sperimentazione animale non porta risultati certi dal momento che e’ fatta, come e’ ovvio, su esseri viventi simili ma non esattamente uguali all’uomo. Detto in altri termini, quando si utilizza una determinta specie per studiare la genetica, provare farmaci o osservare il decorso di una malattia, si utilizza un essere che potrebbe non avere esattamente lo stesso comportamente o la stessa reazione dell’uomo. Generalmente, dal punto di vista del DNA, si utilizzano specie che hanno mappature uguali fino al 95% a quelle dell’uomo. Cosa significa questo? Semplice, quel 5% di differenza, in media e ovviamente per dare qualche numero, puo’ essere determinante in quel preciso studio, portando risultati completamente sballati e che poi non saranno identici sull’uomo. E’ vero questo? Assolutamente si, ed e’ normale che sia cosi’. Prendendo specie diverse, non possiamo certo aspettarci di avere un comportamento speculare al 100% se cosi’ fosse, avremmo non specie simili ma identiche.
Fate pero’ attenzione, come anticipato, parliamo di verosimiglianza a percentuali molto alte. E’ ovvio che per una determinata sperimentazione si prendano animali che, da quel determinato punto di vista, possano essere paragonabili con un’alta percentuale all’uomo. Ovviamente, analisi diverse prendono in esame specie diverse ma simili all’essere umano per un determinato aspetto.
Qual e’ dunque la conclusione del fronte contrario alla sperimentazione? Testare un protocollo sugli animali e’ un’inutile violenza dal momento che il risultato ottenuto non e’ univoco. In altri termini, e’ sempre necessaria una sperimentazione sull’uomo per valutare aspetti specifici che non e’ possibile predeterminare sull’animale. Esempio classico portato a sostegno: farmaci che al termine della sperimentazione devono essere tolti dal mercato perche’ danno vita a reazioni non attese e non osservate nella fase sperimentativa.
Questa conclusione e’ assolutamente fuorviante frutto dell’ignoranza dei protocolli. Rimaniamo, per semplicita’, sul discorso farmaci. Un medicinale, prima di essere immesso sul mercato, affronta un lungo protocollo sperimentativo che parte, generalmente, sull’animale passando poi ad una fase preliminare su soggetti volontari e poi, se tutto va bene, arriva nelle farmacie. Ora, come normale, anche nella fase di somministrazione volontaria si parla di un numero limitato di soggetti. Quella che viene fatta e’ una valutazione statistica degli effetti. Persone diverse, possono avere reazioni diverse. Durante la fase volontaria si studiano eventuali effetti collaterali e viene redatto il bugiardino. Alcune volte, dopo l’immissione sul mercato, proprio perche’ di fronte ad una statistica maggiore di casi, si possono manifestare controindicazioni con probabilita’ minori. In questo caso, come e’ normale, viene aggiornato il bugiardino includendo questi nuovi casi. Detto in parole molto semplici per capire il concetto, una casa farmaceutica mette in commercio un farmaco che salva la vita a molte persone. In un solo caso, questo farmaco ha una reazione allergica che crea danni ad un individuo. Toglialmo il farmaco dal mercato? Assolutamente no, quel prodotto e’ utile per tante persone per cui si aggiorna il bugiardino solo includendo quel caso specifico.
Lasciamo ora questo esempio per tornare alla discussione iniziale. Seguendo questo ragionamento, il fronte contrario alla sperimentazione sostiene che esistano metodi alternativi per verificare l’efficacia e le controindicazioni di un determinato prodotto. Ripeto, parliamo genericamente di prodotto solo per semplificare, il ragionamento va bene per farmaci, terapie, analisi, ecc. Quali sono i metodi alternativi? Primo tra tutti, la simulazione della risposta dell’organismo. Cosa significa? Ad oggi, abbiamo una conoscenza abbastanza avanzata anche solo del genoma umano e del comportamento biololgico-genetico dell’uomo. Sfruttando queste conocenze, e la possibilita’ di utilizzare calcolatori molto potenti, possiamo sostituire la sperimentazione sugli animali con una simulazione informatica della risposta.
Analizziamo questo aspetto. Come visto, uno dei punti cardine del fronte contrario e’ che la risposta dell’animale non e’ determinante per il risultato, e’ sempre necessaria una sperimentazione sull’uomo. Perche’? Come detto, e come normale, la percentuale di somiglianza non e’ e non puo’ essere 100%. Bene, secondo voi, una simulazione al computer puo’ essere identica alla risposta dell’essere umano? Come potete facilmente capire, la risposta e’ no. Facciamo, al solito, un esempio riduttivo ma utile alla comprensione. Al computer possiamo simulare, ad esempio, l’interazione di un farmaco con un organo bersaglio specifico. Prima di tutto, questo non e’ assolutamente corretto. Che livello di precisione possiamo ottenere? Supponiamo di simulare l’interazione di una molecola con i succhi gatrici, simulazione che comunque implica un calcolo lungo e attento. Bene, noi non siamo solo “succhi gastrici”. Magari, quella molecola puo’ avere effetti collaterali gravi sullo stomaco, oppure interagire dannosamente con un altro organo collegato allo stomaco o, anche, influire sulla circolazione mediante l’interazione con il sangue. Cosa significa questo? Se da un lato un animale puo’ essere simile al 95% con l’uomo, una simulazione, in quanto tale, avra’ una somiglianza, supponiamo anche piu’ alta del 95%, per un determinato aspetto dell’uomo. Tornado all’esempio visto, possiamo pensare ad un programma che simula anche al 99% il comportamento dei succhi gastrici, ma in quella simulazione stiamo ignorando lo stomaco, la digestione, il sangue, la circolazione, insomma, l’essere umano. Come potete facilmente rendervi conto, non possiamo pensare di simulare il comportamento e le reazioni dell’uomo completamente al 100%. Se cosi’ fosse, avremmo ridotto l’essere umano ad una semplice macchina.
Detto questo, capite bene l’assurdita’ del pensare che una simulazione possa essere paragonata all’uomo. Prima di tutto, per quanto avanzata, la nostra conoscenza medica non e’ assolutamente completa. Inoltre, per sua stessa definizione uan simulazione prende in esame aspetti specifici e ristretti di un particolare fenomeno. Senza contare poi eventuali errori di software che potrebbero portare risultati completamente diversi.
La sperimentazione animale porta sicuramente delle incongruenze che devono essere testate preliminarmente sull’uomo, ma questi errori possono essere ben piu’ ampi parlando di “metodi alternativi”. Punto di arrivo di questo ragionamento, ripeto personale ma supportato da considerazioni numeriche, e’ che, ad oggi, la sperimentazione animale e’ ancora fondamentale in ambito di ricerca medica. Praticamente tutti i farmaci e tutti i protocolli che utilizziamo, dall’influenza fino alle patologie piu’ gravi, vengono testati su animali all’interno dei centri di ricerca. Tutti quei fondamentalisti, non comuni cittadini che hanno un pensiero ma, ad esempio, gli autori dei commenti visti prima sul caso della ragazza di Bologna, dovrebbero essere consapevoli del ruolo della sperimentazione e del fatto che molti dei farmaci che utilizzano sono sicuri anche per questo motivo.
Prima di concludere, vorrei fare delle ulteriori considerazioni personali. Come premesso, cosi’ come avviene su molti altri aspetti discussi anche in questo blog, la creazione di fazioni fondamentaliste preclude la sana discussione costruttiva. Insultare la ragazza di Bologna augurandole la morte, non serve certo a spiegare le motivazioni della propria contrarieta’ alla sperimentazione animale. Dal mio punto di vista, se vogliamo parlare di umanita’ e rispetto per specie viventi, allora di dovrebbe parlare di allevamenti intensivi di animali da pelliccia. Se proprio vogliamo essere franchi, quelli sono sacrifici che possono essere eliminati utili solo per un mero vezzo estetico. Allo stesso modo, non possiamo paragonare la sperimentazione di un farmaco con quella di prodotti cosmetici. Come potete capire, esistono molte sfumature di questo aspetto che non possono essere unificate nascondendosi dietro all’ormai famosa espressione “no, senza se e senza ma”.
”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.
Tag:allergiche, allergie, allevamenti, allevamento, alternative, alternativi, amore, animale, animali, animaliste, anni, articolo, associazioni, attiva, augurano, augurato, auguri, base, bologna, bolognose, bugiardino, carne, casa, case, caterina, caterina simonsen, clinico, commenti, completa, computer, controindicazioni, cosmetici, dibattito, differenze, discussione, dna, essere umano, estetica, facebook, fameceutiche, farmaci, farmacogenomica, fondamentalismi, foto, fronte, genetica, genetiche, genoma, grazie, immissione, importante, importanza, informatica, intensiva, intensivi, iter, malattie, medico, mercato, metodi, minacce, morta, morte, necessaria, nove, opinione, ospedale, pellicce, pelliccia, proteomica, protocollo, quadro, quali, reazioni, ricerca, risposta, risposte, risultati, scientifica, sezione, simonsen, simulazione, simulazioni, soggetti, somiglianza, sperimentazione, sperimentazione animale, stomaco, studentessa, studi, tecnica, terapia, terapie, test, trucchi, umana, umano, universita', utile, vegetariani, video, viva, vivi, vivisezione