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Cos’e’ successo in Sardegna?

26 Nov

Qualche giorno fa, mi contatta la nostra cara amica e sostenitrice del blog Patrizia. Mi chiede l’autorizzazione per poter scrivere un articolo su quanto avvenuto in Sardegna per Psicosi 2012. Premetto subito che Patrizia oltre ad essere una geologa, vive proprio in Sardegna e quindi ha vissuto, fortunatamente senza problemi nella sua zona, quanto avvenuto solo pochi giorni fa.

Dopo 594 articoli scritti di mio pugno, vi propongo questo articolo scritto da Patrizia e sul quale il sottoscritto non ha assolutamente messo mano. Secondo me, l’articolo e’ scritto benissimo e sposa in pieno la filosofia e lo stile di Psicosi 2012. Spero che anche la vostra opinione sia favorevole e, per qualsiasi commento, Patrizia e’ sempre disponibile, come fatto fino ad oggi, al dialogo e ad una sana discussione costruttiva.

 

Da Patrizia: Cos’e’ successo in Sardegna?  

 

Il 18 novembre scorso la Sardegna è stata devastata dal ciclone Cleopatra. Una bolla di aria fredda si è staccata da una perturbazione atlantica e, passando sopra il Mediterraneo eccezionalmente caldo, si è caricata oltremodo dando origine ad un ciclone dalla forma a V, cioè con due fronti che si sono abbattuti sull’isola, rispettivamente su Ogliastra e Gallura l’uno, su Oristanese e Medio Campidano l’altro.  Quello che nel linguaggio mediatico viene indicato come “bomba d’acqua” è, in meteorologia, un evento da cumulonembo, cioè una nube che può raggiungere i 12000 metri di altezza e avere la base a 300 metri dal suolo e che può scaricare enormi volumi di acqua in decine di minuti o anche in diverse ore. Cleopatra era un sistema lungo trecento km, formato da una serie di queste nubi, alcune delle quali hanno superato i 12000 metri di altezza, per cui aveva una potenza intrinseca che è stata però esaltata dalla particolare morfologia del territorio sardo. Vale a dire che la perturbazione ha trovato nelle montagne degli ostacoli fisici che l’hanno “costretta” a scaricare l’acqua. Riportiamo di seguito i dati pluviometrici di alcune località colpite che, a nostro avviso, sono maggiormente rappresentative dell’entità del fenomeno.

Fig.1: Curve delle precipitazioni cumulate

Fig.1: Curve delle precipitazioni cumulate

Osserviamo, innanzitutto, che sulla costa (Golfo Aranci) le piogge sono state meno intense rispetto alle zone di montagna (Mamone) o a ridosso delle stesse (Padru), dove i quantitativi di precipitazioni cumulate nello stesso intervallo temporale- all’incirca 16 ore- sono nettamente superiori. In particolare il tratto di curva che improvvisamente subisce un’impennata corrisponde all’evento da cumulonembo. I dati sono forniti dalla rete pluviometrica del Servizio Idrografico Regionale.

Per evidenziare ancora di più la quantità delle precipitazioni del 18 novembre si possono osservare in figura 2 i dati forniti dal Dipartimento Idrometeoclimatico Regionale.  Nella figura 3 sono riportati i comuni dei quali vengono forniti i dati sulle precipitazioni.

Fig.2: Precipitazioni del 18 novembre

Fig.2: Precipitazioni del 18 novembre

Nella maggior parte dei casi è caduta in meno di 24 ore una quantità di pioggia pari alla metà della pioggia annuale, evidenziando ancora una volta la tendenza alla irregolarità nella distribuzione delle precipitazioni, che si concentrano in periodi di tempo limitati.

Fig.3: Comuni della Sardegna

Fig.3: Comuni della Sardegna

Cos’è successo invece ad Olbia?

Dai dati riportati da L’Unione Sarda del 20 novembre, ad Olbia il 18 novembre sono caduti “soltanto” 93 mm di pioggia. E allora perché c’è stato il disastro?

Olbia si trova su una pianura alluvionale, vale a dire un territorio “costruito” nel corso del tempo geologico dai materiali trasportati e depositati dai corsi d’acqua. Molti alvei sono stati riempiti per essere inseriti nel tessuto urbano come strade. Durante un evento da cumulonembo, le strade urbane si trasformano nella parte superiore dell’alveo, cioè si trasformano in vie preferenziali per i flussi d’acqua, per decine di minuti o per qualche ora. In realtà si tratta di acqua mista a fango e detriti di ogni genere, quindi una vera e propria onda di piena. Olbia, quindi, è stata investita dall’onda di piena proveniente da Monte Pinu e dintorni che ha provocato l’esondazione di due metri dei suoi canali. Indubbiamente i danni sono stati amplificati da uno scorretto sviluppo edilizio, non supportato da un adeguato piano di gestione del territorio. Si palleggiano la patata bollente del mancato e/o inadeguato allertamento il capo della Protezione civile e i sindaci dei vari comuni colpiti. L’allarme è stato dato come “elevato” (in una scala di tre tipi di allarme: ordinario, moderato, elevato) ma nessuno ha capito l’entità dell’evento. Il sindaco di Olbia, per esempio, ha dichiarato che, nonostante l’allarme, non si poteva prevedere l’esondazione dei canali. Senza voler polemizzare, una dichiarazione di questo tipo non sta né in cielo né in terra, visto che Olbia è soggetta a frequenti allagamenti! I media hanno sostenuto la tesi dell’eccezionalità dell’evento. In realtà fenomeni come Cleopatra sono storicamente conosciuti: basti ricordare l’alluvione del 1951 quando in Sardegna si registrarono 1500 mm di pioggia in tre giorni.

Ma come si possono prevedere questi fenomeni e prevenirne i danni?

Il professore Ortolani, ordinario di Geologia presso l’Università Federico II di Napoli, sostiene che, per mettere in salvo la vita dei cittadini, occorre un sistema di allarme idrogeologico immediato.

Vale a dire un sistema di pluviometri che registrino la pioggia ogni 2-3 minuti in maniera tale da individuare sul nascere l’evento bomba d’acqua (questo è possibile esaminando la curva pluviometrica che, come abbiamo visto, subisce un’impennata all’inizio del fenomeno). Inoltre, conoscendo la morfologia del territorio urbanizzato e non urbanizzato, si possono individuare le vie preferenziali dei flussi d’acqua e detriti provenienti dalle precipitazioni lungo i versanti. Quando si ha la certezza che si tratta di una bomba d’acqua, cioè dopo qualche minuto dall’inizio del fenomeno, si fa scattare l’allarme meteo immediato e si mette in atto il piano di protezione civile pregresso, che può prevedere per esempio l’evacuazione delle abitazioni lungo le fasce fluviali che saranno interessante dalla piena, oppure l’evacuazione delle strade e dei piani seminterrati, a seconda dell’entità del fenomeno.

Per concludere, vorremmo riportare una notizia emblematica: prima che Cleopatra arrivasse, all’ingresso di Terralba, uno dei paesi più colpiti dal ciclone, c’erano cartelli con su scritto NO AI VINCOLI IDROGEOLOGICI. Il rispetto del territorio veniva visto come un ostacolo allo sviluppo economico legato all’edilizia! Chissà se i morti di questa volta faranno riflettere un po’ di più sui nostri abusi all’ambiente.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Neologismi catastrofisti

22 Nov

Leggendo i giornali c’e’ sempre qualcosa di nuovo da imparare. Come sapete bene, ogni tanto i giornalisti si lasciano prendere un po’ la mano, gonfiando le notizie o, anche, cercando di rendere ad effetto notizie che altrimenti passerebbero in secondo piano.

Di queste cose, diverse volte abbiamo parlato in questo blog. Alcune volte, ci siamo trovati a dover proprio smentire notizie apparse sui giornali nazionale perche’ frutto di incomprensioni o, e questo e’ un problema piu’ frequente di quanto si immagini, per la mancanza di controllo delle fonti da cui le notizie vengono prese.

Questa volta vorrei parlare di pioggia. Lungi da me speculare su quanto accaduto in Sardegna dove la forza della natura ha causato morti e notevoli danni, ma proprio quanto accaduto sull’isola rappresenta l’ultimo esempio di un cattivo costume per la ricerca di titoli ad affetto.

Negli ultimi anni, sempre piu’ spesso sentiamo parlare di forti piogge. Ora, il piu’ delle volte, anche di fronte a gravi problemi per le popolazioni, i giornali tendono a far apparire fenomeni stagionali comuni come eventi rari e inaspettati. Piogge torenziali, soprattutto in periodo autunnale o primaverile ci sono sempre state e sempre ci saranno. Nonostante questo, sempre piu’ spesso sentiamo parlare di “bombe d’acqua”, cioe’ violenti acquazzoni che interessano varie parti dell’Italia e di cui non avevamo mai sentito parlare.

Cosa sarebbero queste bombe d’acqua?

Se proviamo a consultare libri o siti specializzati, non troviamo una definizione di bombe d’acqua. Questo non ci deve sorprendere perche’, come anticipato, le bombe d’acqua in realta’ non esistono.

Ora, potrei far saltare dalla sedia molte persone preoccupate di quanto e’ accaduto in Sardegna o di altri fenomeni meno recenti. La mia considerazione e’ prettamente linguistica e metereologica. Fino a qualche anno fa, nessuno aveva mai sentito parlare di pioggia in questo senso, eppure, nell’ultimo periodo, sembrerebbe quasi che siano comparse queste bombe d’acqua come un fenomeno nuovo casuato da chissa’ quali diavolerie scientifiche o  da modificazioni climatiche naturali o indotte.

Onde evitare fraintendimenti, mi spiego meglio.

Le cosiddette “bombe d’acqua”, altro non sono che i violenti acquazzoni di cui abbiamo sempre sentito parlare. Perche’ allora si usa questo termine? L’origine, e come potrebbe essere diversamente, e’ giornalistica. Questo termine compare la prima volta in un articolo della Nazione di Firenze dopo il violento temporale del 2012. Ecco a voi l’articolo in questione:

La Nazione Firenze

Il termine e’ frutto di una cattiva traduzione dall’inglese dell’espressione “Cloud Burst”. Letteralmente suonerebbe come “Esplosione di Nuvola”. Con Cloud Burst, come potete leggere su wikipedia:

Cloud Burst

si indica un violento temporale con una durata limitata nel tempo ma con una quantita’ di precipitazioni in grado di provocare innondazioni. In molti di questi casi, si possono formare piu’ temporali in breve tempo che provocano appunto la grande quantia’ di precipitazione in uno spazio ristretto. Bene, il termine “bomba d’acqua” e’ dunque mutuato dall’inglese.

Ora pero’, provando a ragionare, si tratta di un termine qualitativo appicicato ad una scienza quantitativa come le meteorologia. Cosa significa tanta pioggia in poco tempo? Tanta quanta? Poco tempo quanto? Capite che, cosi’ come viene dato, questo termine non ha alcun significato se non quello soggettivo.

Operativamente, anche a seguito del diffondersi del termine, si e’ cercato di dare una definizione numerica al termine bomba d’acqua definendo in questo modo precipitazioni in grado di scaricare quantita’ maggiori di 30 mm di pioggia nell’arco di un’ora. Non si tratta di una definizione nel senso stretto del termine dal momento che autori diversi possono utilizzare numeri diversi. C’e’ chi parla di 50 mm in un’ora, chi di 20, chi parla di precipitazioni nell’arco di due ore, ecc.

Detto questo, capite bene come il termine sia in realta’ una forzatura di quello che, fino a pochi anni fa, eravamo soliti chiamare aquazzone ed inoltre non presenta una definizione univoca.

Prima di chiudere, ragioniamo ancora su un particolare: alla luce di quanto osserviamo, sembrerebbe che gli acquazzoni, o le bombe d’acqua, siano aumentati notevolmente negli ultimi anni. E’ una sensazione o l’aumento e’ tangibile? Su alcuni siti trovate numeri veramente sparati a caso. Su piu’ di una fonte ho trovato che prima si poteva parlare di una bomba d’acqua ogni 10 anni mentre ora questo fenomeno si presenta, nel solo territorio italiano, fino a 3-4 volte all’anno. Questo non e’ assolutamente vero.

Negli ultmi anni, il numero di acquazzoni e’ sensibilmente aumentato e questo e’ dovuto all’effetto serra e all’aumento della temperatura media dei mari. Perche’? Quando parliamo di aumento di temperatura delle acqua, al solito, ci si riferisce ad incrementi inferiori al grado, ma che possono avere effetti importanti sulle dinamiche atmosferiche. Durante la formazione delle nuvole temporalesche, la maggior differenza di temperatura tra terra e quota provoca un aumento dell’energia e delle precipitazioni potenziali del fronte. Proprio l’aumento di temperatura dei mari causa una maggior quantita’ di precipitazioni che, nella definizione data prima, provoca un aumento del numero di acquazzoni.

Concludendo, il termine bomba d’acqua non e’ una definizione metereologica ne tantomeno una quantita’ di piogge univocamente accettatata. Come visto, l’origine del termine e’ da ricercarsi nei giornali sempre troppo impegnati a trovare neologismi o parole ad effetto per attrarre maggiormente l’interesse dei lettori. Le bombe d’acqua di cui tanto si parla in questi ultimi tempi, altro non sono che gli acquazzoni violenti di cui abbiamo sempre sentito parlare. Come visto, il numero di fenomeni temporaleschi violenti e’ in sensibile aumento non a causa di strane attivita’ fatte dall’uomo sull’atmosfera ma a causa dell’effetto serra che provoca un aumento minimo della temperatura dei mari.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

E parliamo di inglesi e UFO …

23 Giu

Dal momento che ho ricevuto diverse mail di persone che mi chiedevano come mai non avessi commentato la notizia del momento, ho deciso di scrivere questo post. Di quale notizia parlo? Del fatto che il governo inglese abbia rilasciato i file top secret su cui lavorava un ufficio preposto ad analizzare tutti gli avvistamenti fatti nel territorio britannico.

Perche’ non ne ho parlato?

Semplice, questa notizia appartiene alla serie “buongiorno anche a voi” indirizzato a tutti i siti internet e giornali che pubblicano notizie senza mai ragionare, non dico su come scrivono, ma almeno su quello che mettono nei loro articoli.

Perche’ dico questo?

Vi riporto il link di un precedente articolo scritto sul blog?

I documenti inglesi sugli ufo ora disponibili

Visto la data? 18 luglio 2012!

Forse, a forza di scrivere articoli di smentita sulle varie profezie, sono diventato io stesso un veggente. Ipotesi interessante, ma non e’ quella corretta.

La notizia vera e’ che in questi giorni, il governo inglese ha definitivamente chiuso il Ministry of Defense Ufo desk, come anticipato, l’ufficio che si occupava di analizzare le segnalazioni provenienti dal paese di avvistamenti UFO.

Perche’ l’ufficio e’ stato chiuso?

In circa 50 anni di attivita’, gli adetti non hanno trovato nessuna segnalazione vera. In tutti i casi analizzati l’avvistamento era ad opera di mitomani o si trattava di aerei, gabbiani, lanterne cinesi, palloncini, ecc.

Come dichiarato dal governo, questa chiusura non significa assolutamente che gli extraterrestri non potrebbero esistere, semplicemente che il governo ha smesso di cercarli. Come detto in tante occasioni, anche la scienza non e’ in grado di smentire l’ipotesi circa l’esistenza di forme di vita aliene. Come visto ad esempio in questo post:

Facciamoci trovare dagli alieni

lo strumento maggiormente utilizzato nelle scienze e’ l’equazione di Drake, cioe’ un ipotesi probabilistica utile per stimare la probabilita’ che forme di vita aliene esistano nell’universo e che possano entrare in contatto con noi.

Solo per completezza, vi dico che nell’ufficio lavoravano solo un ufficiale e un sottufficiale della RAF che ovviamente sono stati spostati ad altre mansioni, ritenute piu’ utili per il governo di sua maesta’.

Dunque? Dove trovare questi documenti?

Come riportato nel post di un anno fa, i documenti possono essere scaricati in formato pdf da questo sito:

http://ufos.nationalarchives.gov.uk/

Ad essere precisi, i file precedentemente resi pubblici erano quelli fino al 2009. Oggi, anche gli ultimi casi sono tranquillamente scaricabili.

Leggendo qualche documento, potete trovare episodi anche divertenti. Nei file, oltre alla segnalazione originale dei cittadini, trovate anche la risposta data dall’ufficio UFO. Per completezza, devo anche dire che il Ministry of Defense Ufo desk rispondeva a tutte le segnalazioni inviate.

Leggendo i file, trovate segnalazioni fatte da cittadini normalissimi che anzi si dichiarano scettici circa l’esistenza aliena, ma, oltre a queste, trovate tantissime segnalazioni davvero fuori di testa. C’e’ chi parla di alieni che vivono in casa con la propria famiglia, alieni che rapiscono cani, gatti e altri animali domestici. Ovviamente, non possono mancare tutti i cittadini che dichiarano di essere assidui frequentatori di altri mondi in cui gli alieni li condurrebbero per strane operazioni o per mostrare il loro livello di tecnologia.

A parte gli scherzi, sappiamo bene che esistono persone veramente convinte di essere state rapite dagli alieni e di questi fenomeni abbiamo parlato in maniera del tutto seria in questo post:

Abduction e falsi ricordi

Come visto, molto spesso, queste persone soffrono di particolari disturbi che riescono a creare falsi ricordi nella mente, del tutto identici a quelli realmente vissuti dai soggetti in esame.

Concludendo, negli ultimi giorni il governo inglese ha soltanto chiuso definitivamente il Ministry of Defense Ufo desk e rilasciato i file degli ultimi avvistamenti. I tanto citati documenti top secret del governo inglese, per capirci quelli degli ultimi 50 anni, erano gia’ stati resi pubblici da almeno un anno, come abbiamo visto nel precedente post di questo blog.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Garfagnana: ulteriore documentazione e considerazioni

2 Feb

Nel post precedente, abbiamo parlato dell’allarme lanciato la notte scorsa per un probabile nuovo forte terremoto nella zona della Garfagnana:

Garfagnana: cosa succede, cosa succedera’?

Come abbiamo visto, si e’ trattato di un falso allarme dovuto ad una comunicazione sbagliata tra INGV, protezione civile e sindaci dei comuni interessati.

A riprova di questo, vorrei anche mostrarvi il famoso comunicato che e’ stato inviato dall’INGV alla protezione civile:

Una foto del comunicato inviato dall'INGV alla protezione civile

Una foto del comunicato inviato dall’INGV alla protezione civile

Come vedete, il testo riporta esattamente quello che abbiamo detto nel post precedente. Si parla di ipotesi di una nuova faglia e dunque della possibilita’ che nuovi eventi potrebbero verificarsi nella zona in esame.

Come detto nel post precedente, questo comunicato e’ stato inviato dalla sala controllo sismologica dell’INGV ed, in particolare, e’ stato inviato dal Dr. Gianluca Valensise, funzionario di sala dell’INGV. Dopo il polverone scatenato da questo comunicato, l’INGV ha anche rilasciato delle dichiarazioni di Valensise che spiega per filo e per segno quello che e’ accaduto in quella giornata.

Vi invito ad ascoltare la registrazione dell’intervento di Valensise a questo indirizzo internet:

Valensise, mp3

Come vedete, tutto torna alla perfezione, anche se restano valide le considerazioni fatte nel post precedente circa l’allarme lanciato per la popolazione locale, ma soprattutto per la nuova psicosi terremoto in corso, ovviamente completamente giustificata e non biasimabile.

Prima di concludere, vorrei pero’ fare anche delle nuove considerazioni circa questo caso. In particolare, vorrei commentare la sentenza del tribunale dell’Aquila a seguito dei fatti del 2009. Come sicuramente saprete, nel processo sono stati accusati e condannati esponenti scientifici che non avrebbero comunicato la certezza del forte terremoto che poi ha distrutto l’Aquila e molti altri paesi del circondario.

Ora, come detto e ribadito molte volte, non si e’ in grado assolutamente a livello scientifico di prevedere un terrremoto. Con questo si intende che la scienza non ha in mano nessuno strumento infallibile ed in grado di prevedere esattamente luogo, data e intensita’ di un terremoto. Diverse volte abbiamo parlato di metodi proposti a questo scopo, ma anche di falsi profeti che spopolano su internet su queste questioni. Come visto piu’ volte, tutti i metodi proposti non assicurano la certezza della previsione, anzi, in alcuni casi, si tratta di vere e proprie lotterie della previsione senza nessun fondamento scientifico reale.

Potete leggere le motivazioni di questa famosa sentenza e il commento dell’INGV, a questo indirizzo:

Sentenza tribunale Aquila

Perche’ parlo della sentenza dell’Aquila? Semplice, il clima di caccia alle streghe creato da questa sentenza non fa altro che alimentare il terrore ed il sospetto nei confronti della scienza. Lungi da me mettere in discussione l’operato dei giudici, ma trovo assurdo parlare di mancata comunicazione di terremoti nel momento in cui un terremoto non puo’ essere predetto.

Ora, se pensiamo a quanto accaduto in Garfagnana, ci rendiamo conto che siamo in una situazione del tipo “me ne lavo le mani” e per qualsiasi cosa mando un comunicato e metto tutto nero su bianco. Premesso che, come detto, c’e’ stato un errore di comunicazione nel caso in questione, credo che, alla luce di quanto accaduto, sia assolutamente giustificabile il comportamento dell’INGV di comunicare tutto agli organi preposti.

Certo, si potrebbe pensare “meglio un falso allarme che molti morti”. Questo e’ un pensiero condivisibile e giusto, pero’ smentisce molte delle critiche che oggi vengono riportate sui giornali sul fatto che i sindaci della Garfagnana hanno sbagliato a far evacuare tutte le persone per un allarme che in realta’ non c’era. Addirittura c’e’ chi parla di denunciare i sindaci per procurato allarme.

A questo punto, non si capisce allora come procedere. Non si possono prevedere terremoti. Se c’e’ un rischio, tangibile o meno, di terremoto e si lancia un allerta, se il terremoto non ci sara’ ci si becca una denuncia per procurato allarme. Se non si lanciano allerte e c’e’ un terremoto, ci si becca una condanna da parte del tribunale.

Come si dovrebbe procedere?

Personalmente non credo ci sia una via di uscita da questa situazione creata probabilmente dal clima di sospetto e di odio creato sul fenomeno terremoti.

Vorrei anche aggiungere un pensiero. Molte volte in questo tiro alla corda tra enti di ricerca, protezione civile, sindaci, regioni e cittadini, entra anche la politica con molti esponenti pronti a giudicare o a commentare sentenze o dati scientifici. Sempre secondo il mio personale pensiero, i nostri governanti piuttosto che alimentare il clima di odio creato, dovrebbero pensare a mettere in sicurezza gli edifici e ad investire in questo senso i soldi della comunita’. Come detto in diverse occasioni, anche se non siamo in grado di prevedere i terremoti, la cosa migliore da fare e’ prevenire i morti ed i danni. E’ vero che molti dei nostri edifici sono antichi e costruiti senza criteri sismici, ma mettendoli in sicurezza, possiamo sicuramente ridurre i rischi di un terremoto. Questa sarebbe veramente una mossa intelligente da fare e forse l’unica allo stato attuale che permetterebbe di fare prevenzione sui terremoti!

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Garfagnana: cosa succede, cosa succedera’?

1 Feb

Quanto accaduto ieri sera in alcune zone della Garfagnana, in provincia di Lucca, ha quasi dell’incredibile. Come molti di voi sapranno, l’intera zona e’ stata teatro di diverse scosse di lieve intensita’, tranne una di magnitudo maggiore, che ormai perdurano di diversi giorni.

Proprio ieri sera, intorno alle 22, e’ scattato l’allarme da parte dei sindaci di 16 paesi della zona. Allarme lanciato inizialmente via twitter, e che poi, sempre attraverso i social network, ha raggiunto praticamente tutte le case. L’allerta parlava di possibili forti scosse per la notte e chiedeva ai cittadini, parliamo di circa 30000 persone interessate, di lasciare le proprie abitazioni e di recarsi nei punti di raccolta.

Perche’ e’ stato lanciato l’allarme? Leggendo quanto riportato dai giornali, i sindaci avrebbero ricevuto una comunicazione dalla protezione civile che parlava di questa allerta per nuove scosse in arrivo. A sua volta, la protezione civile aveva ricevuto questa comunicazione da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. In particolare, l’allarme proveniva proprio dalla sala controllo sismica dell’INGV che ha ottenuto questa informazione dall’elaborazione dei dati misurati sul territorio sfruttando software di simulazione.

Bene, anche se il discorso di rimbalzo della notizia puo’ sembrare complicato, il succo della cosa e’ che l’INGV avrebbe analizzato i dati e ottenuto che nelle prossime ore ci sarebbe stato un forte terremoto e da qui ha subito lanciato un bollettino di allerta alla protezione civile.

In diversi post su questo blog abbiamo parlato di terremoti, solo per darvi un esempio:

Analisi statistica dei terremoti

Riassunto sui terremoti

Dati falsi sui terremoti

Terremoti, basta chiacchiere. Parliamo di numeri

e tutte le volte abbiamo detto che i terremoti, allo stato attuale, non possono essere predetti. In questo caso invece, troviamo l’INGV, cioe’ il massimo ente di controllo e monitoraggio dei terremoti, che predice un terremoto nelle prossime ore.

Cosa cambia ora? Abbiamo detto cose false su questo blog? E’ cambiato qualcosa a livello scientifico?

Partendo dall’utima domanda, purtroppo non e’ cambiato nulla, i terremoti non possono ancora essere predetti a livello scientifico e con precisione.

Quella che e’ cambiata e’ solo la nostra coscienza e la psicosi terremoto. Negli ultimi anni, abbiamo visto diversi terremoti distruttivi in Italia e il nostro ricordo dell’Aquila e dell’Emilia, ma anche del continuo sciame nel Pollino, e’ sempre vivo. Oggi, a differenza di ieri, abbiamo paura del terremoto.

Ovviamente la paura non puo’ far prevedere i prossimi terremoti quindi, chiusa la breve parentesi psicologica, cerchiamo di capire cosa e’ successo veramente ieri notte in Garfagnana.

Come sappiamo, verso la fine di gennaio c’e’ stato un terremoto di M4.8 nella zona e, come detto in precedenza, da questo si sono avute una lunga serie di scosse di assestamento che continuano ancora oggi. L’INGV monitora in continuazione la zona, e, due volte al giorno, rilascia dei comunicati per la protezione civile per informarla circa gli sviluppi, il numero di scosse registrate, l’andamento delle scosse di assestamento, ecc.

Eventi sismici in provincia di Lucca al 31/1

Eventi sismici in provincia di Lucca al 31/1

Fin qui tutto normale.

Ieri mattina, l’INGV ha rilasciato il suo solito comunicato, ma con un’informazione aggiuntiva. Dalla mappa delle scosse registrate, una cartina esattamente come quella mostrata in alto, si sono evidenziate delle scosse con epicentro leggermente spostato rispetto all’area circoscritta. Utilizzando un modello matematico per il calcolo delle probabilita’, l’INGV ha ottenuto come risultato che queste nuove scosse potevano essere dovute ad una nuova faglia e che questa, a causa del rilascio di energia in una zona diversa, avrebbe potuto causare nuove scosse.

Cosa e’ successo a questo punto?

Il comunicato e’ stato mandato alla protezione civile che, al contrario di quanto viene fatto di solito, cioe’ tenere le informazioni per lei dal momento che si tratta di comunicati non pubblici, ha girato l’informazione ai sindaci. Questi, leggendo della possibilita’ di nuove scosse, hanno dato l’allarme per la notte e deciso l’evacuazione delle case.

Analizziamo queste informazioni per chiarire meglio.

Perche’ il comunicato non e’ pubblico? Assolutamente non c’e’ nessuna intenzione di tenere nascoste informazioni vitali. si tratta di comunicati “tecnici” con terminologia “tecnica” che deve essere interpretata da “tecnici”. I sindaci fanno i sindaci, e non sono esperti di sismologia. Leggendo della possibilita’ di nuove scosse, hanno dato l’allarme e proceduto con l’evacuazione.

A questo punto dovrebbe essere chiaro lo scambio avvenuto e che ha portato all’allarme.

Analizziamo pero’ quanto contenuto nel comunicato per cercare di capire cosa potrebbe succedere nelle prossime ore e nei prossimi giorni.

L’analisi software ha mostrato la possibilita’ di una nuova faglia causa di alcune scosse di assestamento. Ovviamente parliamo di possibilita’. Ora, con una certa probabilita’ questa nuova faglia potrebbe non esistere e le scosse potrebbero quindi appartenere allo sciame ancora in corso.

Se cosi’ fosse, siamo di fronte a scosse di assestamento a seguito del sisma di M4.8 gia’ avvenuto. Se cosi’ non fosse, cioe’ se esistesse veramente una nuova faglia, non e’ detto che ci sia necessariamente un sisma di grande intensita’. Come visto nel post sul Pollino:

La sequenza del Pollino

in presenza di uno sciame sismico, l’evoluzione nel tempo non e’ assolutamente determinata e univoca. Possono esserci sciami che durano mesi e terminano come sono iniziati con scosse lievi, oppure si puo’ assistere ad un crescendo di scosse che portano ad un evento di alta magnitudo, come nel caso dell’Aquila per fare un esempio.

Detto questo, e’ ovvio che l’INGV comunichi tutte le informazioni agli organi preposti e che questi elaborino le informazioni e decidano se predisporre piani di sicurezza o meno. Ovviamente l’INGV, come ente di ricerca, si occupa di terremoti, assolutamente non di piani di evacuazione.

Come anticipato, i terremoti avuti negli ultimi anni, hanno creato una psicosi collettiva per cui al primo allarme si attuano tutte le soluzioni possibili. Se ci pensate, in Emilia e’ accaduto un fatto analogo. Dopo la prima violenta scossa, durante le scosse di assestamento, si e’ registrato un nuovo potente terremoto dovuto ad una faglia diversa. Avendo una situazione potenzialmente simile in Garfagnana, si e’ deciso di ricorrere ad una soluzione drastica.

Possiamo biasimare l’evacuazione? Non mi sento assolutamente di fare una cosa del genere. Stiamo pero’ molto attenti a non eccedere in senso opposto. Se si tratta dello stesso sciame di assestamento, e che magari puo’ durare mesi, teniamo 30000 persone nei palasport? Ora, dopo l’evacuazione, come spieghiamo alle persone che possono tornare a casa perche’ si trattava di un falso allarme mentre la terra ancora trema?

La situazione e’ molto delicata e va gestita con particolare premura da parte degli organi preposti.

Ultima cosa importante e che ci tengo a sottolineare. Come anticipato, allo stato attuale, non e’ possibile prevederere i terremoti. Di questo abbiamo parlato in diversi post:

Prossimi terremoti secondo la statistica

Allineamenti, terremoti e … Bendandi

Terremoti, Pollino, Giuliani, Radon, L’Aquila ….

Anche se in questo caso nessuno ha in realta’ parlato di prevedere un terremoto, fate molta attenzione alle notizie che leggete in rete e cercate di filtrare in modo opportuno. Come era prevedibile, non stanno tardando ad arrivare le immancabili speculazioni su questi fatti e sullo sciame della Garfagnana. Su diversi siti si comincia a parlare di prossimi terremoti attesi, dell’INGV che non comunica tutte le notizie in suo possesso o di organi paralleli in grado di prevedere l’evoluzione delle prossime ore. Tutte notizie false!

Concludendo, non c’e’ assolutamente nessun mistero su quanto avvenuto l’altra sera in Garfagnana, ma solo un non corretto scambio di informazioni e di interpretazione dei bollettini. L’evoluzione dei prossimi giorni non e’ assolutamente certa ma la cosa piu’ importante e’ che si continui a monitorare 24 ore su 24 tutta la zona e a dare l’allarme ad ogni variazione significativa registrata.

 

Per chi e’ interessato, leggete anche: “Garfagnana, ulteriore documentazione e considerazioni

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.