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La stella in laboratorio

3 Ott

Attraverso le pagine del forum di Psicosi 2012:

Psicosi 2012, forum

mi e’ stato segnalato un articolo molto interessante. Perche’ lo definisco in questo modo? Semplice, l’articolo e’ talmente assurdo che merita di essere presentato qui sul blog.

Come diceva un proverbio: “Dagli amici mi guardi Dio perche’ da nemici mi guardo io”. Cosa significa? Mentre siamo guardinghi nei confronti dei nostri nemici,  ci sentiamo tranquilli verso gli amici. A volte questo puo’ creare la condizione per poter essere, come si dice, accoltellati alle spalle.

Cosa voglio dire con queste parole? Mentre ormai abbiamo capito bene quali sono i siti complottisti e catastrofisti e, almeno spero, abbiamo imparato a leggerli con occhio attento e guardingo, a volte quelli che dovrebbero essere siti seri e scientifici si lasciano prendere un po’ troppo la mano.

Questo e’ purtroppo il caso di una notiizia apparsa su ben due noti giornali online nazionali che, copiandosi spudoratamente tra di loro, hanno finito per sparare cavolate veramente fuori dalla grazia del Signore.

Prima di tuttto, vi segnalo gli articoli in questione:

Articolo 1

Articolo 2

Potete anche leggerne uno solo, tanto le parole utilizzate sono le stesse, ergo, non so chi dei due, ha fatto copia/incolla.

Avete letto bene? I ricercatori dell’istituto americano NIF, stanno per accendere una stella in laboratorio. Una stella? Proprio cosi’ dicono gli articoli. Si tratta di un esperimento di fusione in cui sono stati utilizzati laser con una potenza di 500 Tera Watt, 500 mila miliardi di watt di potenza. Come recita l’articolo, questa potenza e’ pari a 1000 volte quella che gli Stati Uniti stanno consumando in quel momento.

Signori, scusate le sfogo, ma questa e’ disinformazione scientifica sulle pagine di giornali nazionali che pretendono di avere una sezione di scienze! Poi, non ci sorprendiamo quando le persone pensano che al CERN si creeranno buchi neri che distruggeranno la Terra. Dall’altra parte dell’oceano stanno creando una stella in laboratorio.

Finito il mio piccolo sfogo personale, vorrei passare a commentare questa notizia. Al contrario di quanto fatto sui giornali citati, per poter capire questa notizia, e’ necessario capire bene il campo in cui ci andiamo a muovere, cioe’ la fusione nucleare.

Cercando di mantenere un approccio semplice e divulgativo, tutti conoscono le centrali nucleari per la produzione di energia elettrica. Questi reattori funzionano attraverso la fissione nucleare, cioe’ la scissione di un nucleo pesante, il combustibile, in nuclei piu’ leggeri. Questo processo, oltre ai due nuclei figli, produce un eccesso di energia. Il processo si dice dunque esoenergetico perche’ rilascia energia.

Detto in modo molto improprio, il processo inverso a quello di fissione nucleare e’ quello di fusione. In questo caso, si prendono due nuclei leggeri per fonderli insieme e formare un nucleo piu’ pesante. Questo processo e’ conveniente solo per nuclei molto leggeri, in linea di principio fino al ferro. Come viene fatto il processo? Quelli che dovete avvicinare sono degli atomi. Come sapete, nel nucleo sono presenti protoni con carica positiva. Avvicinando tra loro due cariche di segno uguale, queste si respingono tra loro con una forza che aumenta al diminuire della distanza. Sotto una certa distanza pero’, la forza coulombiana repulsiva, cioe’ quella tra cariche elettriche, diviene piu’ piccola della cosiddetta forza nucleare forte. Questa interazione e’ molto intensa, ma solo a distanze molto piccole. Detto in altri termini, dovete comprimere molto i nuclei tra loro, fino ad arrivare al punto in cui questi si attirano grazie alla forza forte.

Questa caratteristica rende il processo di fusione nucleare molto difficile da realizzare o meglio, molto difficile da sfruttare. Come anticipato, si tratta di un processo che rilascia energia. Per poter comprimere i nuclei tra loro dovete pero’ spendere un certo quantitativo di energia in qualche forma. Bene, per poter sfruttare questo processo, o meglio per guadagnarci, dovete fare in modo che l’energia spesa per attivare il processo, quella di compressione, sia minore di quella che poi viene rilasciata dai nuclei che si fondono.

Una delle possibili e piu’ studiate reazioni di fusione nucleare e’ quella del deuterio con il trizio:

D + T → 4He (3,5 MeV) + n (14,1 MeV)

In questa reazione i due reagenti, che altro non sono che isotopi piu’ pesanti dell’idrogeno, vengono fusi per formare un nucleo di elio, detto anche particella alfa, liberando anche un neutrone di una certa energia.

Vedete bene il processo. Indipendentemente da quello che ognuno di noi pensa delle centrali nucleari a fissione, il processo di fusione risolve automaticamente il problema delle scorie. In questo caso, non abbiamo sottoprodotti radioattivi a lunga vita media. Proprio per questo motivo, la costruzione di centrali di questo tipo e’ vista come la chimera della fisica nucleare e da diversi anni sono in corso ricerche per cercare di rendere il processo di fusione conveniente dal punto di vista energetico.

Il punto cruciale di questi studi e’ ovviamente come innescare il processo, cioe’ come far avvicinare tra loro i nuclei per far partire la fusione. Il caso visto negli articoli da cui siamo partiti e’ il cosiddetto confinamento inerziale ad ignizione laser. Detto in parole semplici, si utilizzano fasci laser per riscaldare e comprimere i nuclei e far partire la fusione.

Bene, a questo punto siamo in grado di rileggere gli articoli e di capire veramente quello che e’ successo nei laboratori del NIF.

Il laboratorio in questione utilizza 192 fasci laser per riscaldare e comprimere un sferetta di deuterio-trizio. Il numero elevato di laser serve prima di tutto per avere l’energia necessaria ma anche per poter riscaldare uniformemente la sfera di combustibile. Ovviamente, non serve irradiare continuamente il composto, ma e’ necessario che in un tempo molto breve l’energia arrivi tutta insieme sul campione. Quindi, proprio per questo si utilizzano fasci impulsati, cioe’ raggi molto intensi ma molto brevi nel tempo. Questo spiega l’enorme potenza in gioco. Data un’energia del fascio, tanto piu’ corto e’ il raggio, maggiore sara’ la potenza in gioco. Esattamente come in fisica definite la potenza come il rapporto tra lavoro e tempo per compierlo. Capite dunque da dove viene fuori quel valore enorme di 500 terawatt di potenza. Secondo voi, se fosse necessario avere 1000 volte la potenza che gli USA stanno consumando in quell’istante, chi sarebbe in grado di alimentare i laser? Nella migliore delle ipotesi, acceso il sistema salterebbe la corrente a tutti gli Stati Uniti. Direi che quanto affermato e’ quantomeno azzardato e dimostra la totale non conoscenza di quello che si sta raccontando.

Poi, cosa dice l’articolo? A questo punto, il sistema implode e si accende una stella.

Capiamo bene, perche’ implode? Lo schema semplificato del processo di fusione che avviene e’ questo:

Il meccanismo di ignizione laser per la fusione nucleare

Il meccanismo di ignizione laser per la fusione nucleare

Per compressione interna, si ha un implosione cioe’ un collassamento dei nuclei verso l’interno. Da come viene raccontato nell’articolo, sembra che ci sia una deflagrazione in laboratorio.

Poi si accende una stella ….

Perche’? Anche qui, si tratta di un’assurdita’ letta scopiazzando in giro. Il processo di fusione e’ quello grazie alla quale, ad esempio, le stelle producono la loro energia. Il nostro sole “funziona” grazie alla fusione degli atomi di idrogeno in elio. Quando si parla di processo vitale del sole e di passaggio allo stadio successivo, ci si riferisce proprio al momento in cui il combustibile finira’. Inoltre, se si vede la pagina Wikipedia dedicata al NIF:

Wikipedia, NIF

si legge una frase molto importante:

Oltre allo studio della fusione nucleare in campo energetico, al NIF si studieranno anche i segreti delle stelle; infatti quello che si sta tentando di fare è riprodurre il fenomeno della fusione dell’idrogeno che avviene sul Sole e su tutte le altre stelle.

Ecco da dove e’ nata l’idea che in laboratorio venga “accesa una stella”. Come vedete, l’autore dell’articolo ha provato a documentarsi sulla rete, ma non ha capito proprio il senso della frase riportata.

A questo punto, credo che l’assurdita’ di tali articoli sia evidente a tutti.

Tornando di nuovo a cose serie, perche’ e’ stata data questa notizia? Il motivo principale, e molto importante, e’ che, per la prima volta, e’ stato raggiunto il pareggio energetico. Cosa significa? Per la prima volta, si e’ riusciti ad ottenere la stessa quantita’ di energia che e’ stata necessaria per attivare il processo. Se prima l’energia per accendere la reazione era molto maggiore di quella che poi veniva prodotta, ora siamo in pareggio. Si tratta di un risultato molto importante, che dimostra i notevoli passi avanti fatti in questo campo. Certo, e’ vero che al momento non stiamo guadagnando nulla, ma prima, con lo stesso processo, ci rimettevamo tantissimo. Diciamo che il trend e’ dunque molto positivo.

Ovviamente, allo stato attuale, siamo ancora in un campo pioneristico. Magari, andando avanti, ci potremmo accorgere che si sono dei limiti alla produzione di energia che non siamo in grado di superare. Speriamo questo non avvenga e si riesca, in tempi rapidi, a spostare il bilancio energetico a nostro favore. Come detto prima, questa e’ la condizione per poter sperare nella realizzazione di centrali nucleari a fusione per la produzione di energia.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Che fine ha fatto il buco dell’ozono?

8 Apr

Un nostro affezionato e sempre attento lettore, ha lasciato un commento molto interessante in questo post:

Troppo caldo … aumenta il ghiaccio?

L’interessante domanda e’ semplicemente: “che fine ha fatto il buco dell’ozono?”.

Pensandoci bene, la domanda e’ molto interessante. Negli anni ’90, tutti i giorni sentivamo parlare di buco dell’ozono, di CFC, di importanza di questo gas per salvaguardare la vita sulla Terra. Questi discorsi sono continuati per diversi anni, quando poi, ad un certo istante, sono scomparsi da ogni parte. Come mai? Il buco dell’ozono non fa piu’ notizia?

In realta’ non e’ cosi’, e proprio per dimostrare questo, ho deciso di scrivere questo articolo per mostrare le ultime misure fatte su questo importante strato e, almeno una volta tanto, per mostrare anche i successi ottenuti mediante le restrizioni nell’utilizzo dei CFC.

Al solito, andiamo con ordine.

Ovviamente, parlando di buco dell’ozono, stiamo trattando un tema noto a tutti. Lo strato di ozono in atmosfera protegge la Terra dalle componenti dannose della radiazione solare che sarebbero nocive per la vita degli esseri umani. In realta’, la scoperta di questo strato protettivo risale alla meta’ del XX secolo, mentre l’evidenza del suo assottigliamento e’ ancora piu’ recente e risalente agli anni ’70.

Solo per completezza di informazioni, e’ necessario distinguere tra “buco dell’ozono” e “riduzione dell’ozono”. Questi due fenomeni molto spesso vengono confusi tra loro anche se si tratta di meccanismi in linea di principio distinti. Lo strato di ozono circonda tutta la nostra Terra e, a partire dagli anni ’80, si e’ osservato un assotigliamento di questo strato. Questo e’ quello che chiamiamo “riduzione”. Ora pero’, l’ozono, che altro non e’ che una molecola di O3, viene formato principalmente alle latitudini tropicali a causa del maggior irraggiamento per opera del Sole. L’ozono prodotto viene poi trasportato maggiormente, a causa della circolazione globale, alle piu’ alte latitudini dove tende ad accumularsi. Proprio ai poli, si e’ osservata una riduzione maggiore e localizzata dello strato che va a formare quello che viene comunemente chiamato “buco dell’ozono”.

Perche’ e’ cosi’ importante lo strato di ozono? Come anticipato, questo gas e’ fondamentale per schermare alcune componenti della radiazione solare che sono direttamente dannose per gli esseri umani. L’ozono riesce infatti a fermare gran parte della radiazione ultravioletta solare, in grado di provocare melanomi e altri tumori negli esseri umani.

I principali elementi chimici in grado di distruggere l’ozono sono, come sicuramente tutti sanno, il Cloro ed il Bromo. Come avviene questa distruzione? Prendiamo ad esempio il Cloro. Questo elemento reagisce con l’ozono, rompendo i legami chimici e formando ossigeno molecolare piu’ ossido di cloro. L’ossido di cloro, ClO, a sua volta attacca un’altra molecola di ozono formando biossido di Cloro, ClO2, piu’ un altro ossigeno. Capite subito come da un singolo atomo di cloro, si siano distrutte due molecole di ozono a seguito di due reazioni a catena e di come questo processo sia dunque molto rapido.

Purtroppo, come evidenziato in molti lavori, l’emissione di alogeni come cloro e bromo avviene principalmente per cause umane. La principale sorgente di emissione di cloro in atmosfera erano i tristemente noti CFC, cioe’ i gas utilizzati nei sistemi di refrigerazione, frigoriferi, impianti di aria condizionata, ma anche come propellenti nelle bombolette spray.

Proprio per questo motivo, nel 1987, venne firmato da molti paesi al mondo il protocollo di Montreal che imponeva una drastica riduzione dei CFC utilizzati nei prodotti industriali. Anche dopo il 1987, il protoccollo venne firmato sempre da piu’ paesi dal momento che, come dimostrato dalle osservazioni dai satelliti, una volta creato, il buco nelle zone polari si sarebbe espanso sempre piu’ velocemente.

A proposito di immagini satellitari, vi riporto anche un’immagine che mostra una ricostruzione fatta al pc con i dati raccolti dai satelliti dell’ESA e che mostrano il buco sull’antartide alla sua massima estensione nel 2006:

Buco dell'ozono alla massima estensione nel 2006. Fonte: NASA

Buco dell’ozono alla massima estensione nel 2006. Fonte: NASA

Per darvi un’idea, nell’immagine in questione, il buco dell’ozono aveva un’estensione di circa 30 milioni di kilometri quadrati.

Ora pero’, veniamo alle buone notizie.

Dopo la messa la bando dei CFC nei prodotti industriali, il buco dell’ozono ha iniziato a restringersi sempre piu’ velocemente, cosi’ come il fenomeno della riduzione dello strato sta rientrando nella norma.

 

Estensione del buco dell'ozono nel corso degli anni

Estensione del buco dell’ozono nel corso degli anni

Ovviamente, trattandosi di processi naturali, lenti e complessi, non possiamo certo pensare che dall’oggi al domani tutto ritorni nelle condizioni iniziali. Nella figura riportata a lato, viene mostrato in particolare il buco nello strato sopra l’antartide nei diversi anni di osservazione. Come potete notare, la zona scoperta si sta riducendo di anno in anno proprio grazie al cambio di rotta imposto nelle politiche industriali.

Oggi, ovviamente, vista la sua importanza, lo strato di ozono e’ continuamente monitorato anche mediante l’utilizzo di satelliti geostazionari. Purtroppo, come anticipato, il ritorno alle condizioni ottimali e’ un processo ancora lento e che dovra’ essere fatto giorno per giorno. Dai dati riportati dall’ESA, si stima che, al ritmo attuale, si dovra’ attendere almeno fino al 2050 per poter tornare nella situazione che si aveva prima degli anni ’70.

Concludendo, anche se il buco dell’ozono probabilmente non fa piu’ notizia, questo importante scudo per la nostra incolumita’ e’ costantemente controllato a livello scientifico. La messa al bando dei CFC sta dando ottimi risultati in termini di ripristino dello strato di ozono e diminuzione dei buchi che si erano osservati sopra i poli. Essendo un processo lento, si dovra’ continuare in questa direzione e ci vorranno ancora parecchi anni prima di poter ripristinare del tutto i danni fatti solo ed esclusivamente dagli esseri umani.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Abduction e falsi ricordi

29 Gen

Sulla scia dei post precedenti, continuiamo ancora a parlare di alieni, ma questa volta facciamolo in modo leggermente diverso. Su suggerimento di un nostro accanito lettore, vorrei parlare di un tema molto dibattuto in questi ultimi tempi, quello dei rapimenti alieni, o in inglese “Alien abduction”.

Capite subito che in questo caso stiamo entrando in un terreno abbastanza difficile, in cui la sola scienza fisica non e’ sufficiente. Anche in questo caso pero’, manterremo un approccio scientifico agli eventi, non partendo prevenuti, ma analizzeremo i fatti contestualizzandoli alla luce delle testimonianze.

Sicuramente tutti avrete sentito parlare, almeno una volta, di rapimento alieno. Negli ultimi tempi, il racconto di questi fatti ha fatto la fortuna di molte trasmissioni TV ma anche di siti internet agli antipodi della scienza e della divulgazione.

Il fenomeno delle abduction ha avuto un’impennata esponenziale a partire dalla fine degli anni ’80, anche se i primi casi risalgono addirittura ai primi anni ’50 del secolo scorso. Per avere un quadro generale, cerchiamo di identificare dei fattori comuni ai tantissimi casi di rapimento.

alienabduction

Come forse saprete, in molti di questi casi, i rapiti raccontano di essere stati avvolti in un fascio di luce molto intensa, per strada, nel proprio letto o anche dentro le proprie abitazioni, e di essersi svegliati dopo un tempo imprecisato all’interno di astronavi tecnologicamente molto avanzate. Il risveglio, sempre secondo i racconti, avviene sempre su un tavolo simile a quello delle autopsie dove il rapito e’ disteso seminudo e circondato da alieni. Sulla descrizione degli alieni, le storie sono un po’ diversificate, soprattutto per quanto riguarda l’altezza, il colore degli occhi, la forma della testa, ecc.

Perche’ il rapito e’ disteso sul lettino? Tutti i casi concordano sul fatto che diversi controlli sono stati fatti per cercare di studiare l’organismo umano attraverso test piu’ o meno invasivi. In molti di questi casi, gli alieni riescono anche a comunicare con il rapito cercando di tranquillizzarlo. Questa comunicazione, a seconda del racconto, avviene o per via orale o attraverso la telepatia.

Al termine dei test, molti testimoni giurano di essersi risvegliati in stato confusionale in luoghi diversi da quelli del rapimento. In molti casi, i testimoni riportano diverse cicatrici, anche molto vistose, sul proprio corpo e alcuni di questi parlano anche di misteriosi congegni innestati all’interno dell’organismo per studio o per controllo del corpo umano a distanza.

Anche se con qualche sfumatura, questo e’ il racconto tipico che viene narrato per descrivere il fenomeno delle abduction.

Bene, a questo punto facciamo qualche considerazione oggettiva su questi rapimenti.

Personalmente, la prima domanda che mi viene in mente, e a cui non ho trovato una risposta e’: “possibile che gli alieni debbano rapire un essere umano, aprirlo e vedere come e’ fatto?”. Cosa significa questo? Mi spiego meglio. Se i racconti fossero veri, stiamo parlando di forme di vita in grado di viaggiare liberamente nell’universo sfruttando tecnologie per noi non concepibili, punto di vista condiviso anche da molti sostenitori degli ufo. Bene, questi alieni cosi’ avanzati lasciano cicatrici cosi’ vistose sul corpo? Vi faccio notare che noi, razza umana preistorica a detta dei rapiti, al giorno d’oggi riusciamo a condurre molte operazioni senza lasciare cicatrici o comunque lasciando segni di dimensioni estremamente ridotte, pensate ad esempio al laser o alla laparoscopia. Tra l’altro, se fosse vero quanto raccontato, questa razza aliena sarebbe in grado di fare viaggi cosmici, ma dovrebbe tornare a studiare la biologia, la fisiologia e la medicina. Diciamo che, sempre personalmente, questo aspetto mi ha sempre fatto riflettere.

Premesso questo, vorrei invece riportarvi un dato incontrovertibile. In tutti i casi di rapimento, non si trova mai una cartella clinica del rapito frutto di test medici condotti dopo l’abduction. Fate attenzione, anche quando queste cose vi vengono raccontate in TV, non trovate mai un medico che visita il rapito, ma sempre ricercatori indipendenti, ufologi o quando trovate un medico vero questo mostra sempre tutto il suo scetticismo.

Altro punto fondamentale, in tutti i casi di rapimento alieno mai, e dico mai, ci sono testimoni esterni che vedono il rapimento. In tutti questi casi, il rapito e’ l’unico testimone dei fatti. Non vorrei fare il S. Tommaso della situazione, ma per credere ad una cosa del genere, il rapito non conta come testimone.

Anche sui famosi impianti di cui si parla, non esistono analisi scientifiche portate a sostegno di queste ipotesi. In alcuni casi, di questi presunti impianti non e’ stata trovata traccia a seguito di accurate ricerche mediche, mentre in altri casi ancora sono stati trovati piccoli oggetti chiaramente di natura umana.

A volte poi, soprattutto in TV, si pubblicizzano casi di fecondazione su esseri umani ad opera di alieni o di strane malattie inspiegabili causate dai test clinici effettuati sulle astronavi. Mentre nei primi casi si e’ chiaramente dimostrata la falsificazione degli eventi e dei presunti feti, nel caso delle malattie, molto spesso si mostrano immagini di malattie molto rare, ma gia’ conosciute dalla scienza.

A sostegno di quanto detto finora, vi vorrei raccontare uno dei casi piu’ famosi di rapimento alieno avvenuto in Francia. Nel 1979, un gruppo di tre ragazzi si trovava nei pressi di Cergy-Pontoise ed avrebbe visto chiaramente un UFO. Mentre due ragazzi scappavano, il terzo sarebbe stato rapito. Lo sfortunato membro del terzetto sarebbe poi stato ritrovato in stato confusionale solo 8 giorni dopo e avrebbe raccontato alle autorita’ dei fatti molto simili a quelli descritti all’inizio dell’articolo. Questo avvenimento fece molto scalpore e molto se ne parlo’, anche fuori dai confini francesi, anche perche’ si trattava di uno dei primi casi di abduction. Bene, 3 anni dopo i fatti, cioe’ appena scaduti i termini di prescrizione di legge, i ragazzi confessarono di aver inventato di sana pianta tutta la storia, dall’avvistamento fino al rapimento, di comune accordo tra loro. Negli 8 giorni della sparizione, il rapito si trovava in una casa di campagna di un quarto amico del gruppo. Scopo della massa in scena? Come dichiarato dai ragazzi, capire quanto questa storia potesse essere credibile per l’opione pubblica. Risultato: esperimento perfettamente riuscito.

A questo punto pero’, vorrei fare una precisazione. Con quanto detto, non sto affatto affermando che tutti i presunti rapiti siano mitomani in cerca di un momento di gloria. Sicuramente ci saranno soggetti di questo tipo, ma in molti casi il racconto avviene in buona fede.

Per capire meglio questo fondamentale punto, e’ necessario interrogare la psicologia e la medicina. Come gia’ saprete, molti dei rapimenti affiorano nella memoria dei rapiti non direttamente, ma solo a seguito, ad esempio, di ipnosi regressiva, cioe’ una tecnica utilizzata per far riaffiorare i ricordi dimenticati.

Premesso che secondo molti luminari queste tecniche non possono considerarsi valide dal punto di vista medico, spesso queste metodologie possono essere utili in caso di amnesie indotte o relative ad eventi traumatici. Nonostante questo, dobbiamo chiarire che esistono anche i cosiddetti “falsi ricordi” o i “ricordi di massa”. Cosa sono? Il nostro cervello e’ in grado di elaborare dei ricordi, del tutto o in parte, non reali a seguito, ad esempio, di sogni, di immagini parziali osservate dal vivo o attraverso la TV o anche a seguito di raconti da parte di altre persone. In questo caso, i segni cerebrali relativi al ricordo falso sono del tutto identici ad uno reale. Detto in altri termini, e’ come immaginare qualcosa e farlo diventare reale nei nostri ricordi, come qualcosa accaduto in realta’. Ovviamente, non stiamo parlando per sentito dire, ma stiamo affrontando tematiche mediche vere, e su cui potete trovare una ricca bibliografia anche in rete.

Diversi esperimenti sono stati condotti nel corso degli anni per validare la teoria dei falsi ricordi. Queste ricerche hanno evidenziato dunque una particolare correlazione tra stimoli mentali e visivi e la costruzione di ricordi falsi ma del tutto reali per il soggetto in esame. Simile e’ il discorso delle memorie collettive o ricordi di massa. Anche in questo caso siamo di fronte ad un ricordo non reale, ma costruito dal nostro cervello, solo che la causa non e’ piu’ uno stimolo individuale subito dal soggetto, bensi’ un pensiero comune o un fatto accaduto a tante persone e piu’ volte ascoltato, che il nostro cervello incamera come un ricordo personale. Interessante e’, ad esempio, lo studio condotto da ricercatori italiani sulla memoria di massa dell’orologio della stazione di Bologna, uno dei simboli dell’attentato del 1980 e che trovate raccontato a questo link:

Memorie di massa

Bene, in molti casi e’ stato evidenziato che, dal momento che neurologicamente i falsi ricordi sono del tutto simili a quelli reali, agendo con l’ipnosi regressiva, si portano a galla sia eventi reali che costruiti, senza poterli distinguere tra loro.

Cosa significa questo? Come avrete capito, diversi casi di abduction possono essere ricondotti al fenomeno dei falsi ricordi o delle memorie di massa. In questo senso, non pensiamo che chi racconta questi avvenimenti sia solo in cerca di pubblicita’ personale. Molto spesso il continuo bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti, puo’ creare dei falsi ricordi che poi vengono incamerati in alcuni individui creando un passato parallelo. Questa spiegazione e’ in grado anche di chiarire il perche’, dai primi sporadici eventi degli anni ’80, si e’ avuto un numero sempre crescente di casi di questo tipo. Negli ultimi anni poi, a causa della grande propaganda fatta in TV e sulla rete, il numero dei rapiti da parte degli alieni e’ del tutto esploso. Alla luce di quanto detto, questa teoria spiegherebbe anche perfettamente perche’ molti testimoni riportano quasi sempre gli stessi fatti e gli stessi contesti in cui e’ avvenuto il rapimento o le visite da parte degli esseri alieni.

Concludendo, molti dei casi di abduction possono essere considerati dei falsi. Diversi di questi sono stati anche smascherati in TV dopo che la trasmissione in particolare aveva magari fatto decine di speciali sui singoli casi. In nessun caso considerato reale vi sono delle prove mediche, o anche delle semplici analisi, condotte con metodologia scientifica a sostegno delle ipotesi. Non ultimo, visto anche il crescente numero di rapimenti e la simile metodologia riportata, molti dei soggetti potrebbero essere vittime di falsi ricordi o di memorie di massa. Queste costruzioni cerebrali sono una realta’ medica a cui diversi esperimenti condotti negli anni hanno dato ragione.

 

 

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