Le esperienze di pre-morte

17 Mar

Su suggerimento di un nostro lettore, vorrei parlarvi in questo articolo delle cosiddette esperienze di “pre-morte”. Con questo termine si intendono quelle esperienze vissute da persone che, a causa di eventi traumatici o malattie terminali, hanno sperimentato la soglia della morte potendo poi tornare indietro. Questo genere di esperienze vengono anche chiamate NDE, dall’inglese “Near Death Experiences”.

Premettiamo subito che in questo caso ci stiamo avventurando in un terreno molto complesso. Come vedremo infatti, secondo molti questo genere di esperienze non sono altro che la conferma dell’esistenza del paradiso o comunque di una vita dopo la morte. Indipendentemente da quello che ognuno di noi pensa, vogliamo concentrarci solo ed esclusivamente su queste esperienze appunto per cercare di capire se e come le NDE possano avere una spiegazione scientifica.

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Leggendo diversi casi di NDE, ci si accorge che molto spesso questi racconti hanno diversi punti in comune. Molti soggetti parlano di un lungo tunnel scuro con una forte luce in fondo. Spesso si sente invece di una bellissima sensazione di pace e di un’astrazione fuori dallo spazio e dal tempo. Alcuni parlano anche della visione di un essere di luce che molti identificano in Dio. In moltissimi casi poi, le persone che raccontano di esperienze di premorte parlano di incontri con altri esseri e spesso parlano di persone care gia’ decedute e che li avrebbero tranquillizzati e accompagnati in questa loro esperienza.

In caso di NDE succeduta ad un evento traumatico, molti soggetti dicono di “aver rivisto tutta la loro vita scorrere davanti come in un film”. In realta’, nelle dichiarazioni rilasciate non si parla mai di “tutta la vita”, ma di episodi particolarmente significativi e che sono riaffiorati dai ricordi. In alcuni casi, alcuni soggetti parlano di ricordi completamente dimenticati e che vengono rivissuti in quei momenti.

Analogamente a questi punti in comune, molto spesso alcuni parlano di esperienze extra corporee. In diversi racconti, soprattutto a seguito di eventi traumatici come incidenti stradali o complesse operazioni, molti dicono di aver visto quello che succedeva al di fuori del proprio corpo e di aver osservato tutta la scena come dei semplici spettatori di se stessi.

Chi sono questi soggetti che hanno vissuto esperienze di pre-morte? In realta’ esistono diverse categorie tra cui la principale, come detto sopra, e’ quella delle persone che sono arrivate ad un passo dalla morte. Encefalogramma piatto, respirazione assente o arresto cardiocircolatorio sono alcune delle cause che determinano questo stato di pre-morte. Oltre a questi, vi sono innumerevoli altri casi come il risveglio dal coma, le fasi terminali di malattie degenerative o anche le lunghe anestesie per operazioni complesse.

La letteratura sulle esperienze di pre-morte e’ estremamente vasta. Vi sono moltissimi casi documentati e, come detto, molti contraddistinti da punti in comune. Esiste anche un categoria di casi celebri. Lo psichiatra Jung ha parlato della sua esperienza a causa di un coma successivo ad un incidente ma anche Hugo, Tolstoj e Hemingway riportano nelle loro biografie casi di questo tipo.

Proprio la vasta letteratura e i numerosi punti in comune ci ricordano immediatamente un altro fenomeno simile che abbiamo visto in questo post:

Abduction e falsi ricordi

Le abduction, cioe’ i rapimenti da parte di alieni, che tante persone dicono di aver subito, presentano tratti molto simili ai casi di premorte. Come visto, in questo caso si parla di falsi ricordi condizionati dai numerosi racconti letti o ascoltati e che, come dimostrato dal punto di vista medico, possono creare dei ricordi del tutto simili a quelli reali della persona.

Probabilmente, ovviamente senza puntare il dito contro nessuno, ma solo ragionando su quanto riportato, alcuni casi di esperienza di pre-morte potrebbero essere ricondotti ai falsi ricordi cosi’ come avviene per i rapimenti alieni. In tal senso, forse spinti dai tanti racconti che tutti i giorni si sentono, alcuni potrebbero aver subito questo processo di creazione di un ricordo che in realta’ non e’ relativo ad un esperienza veramente vissuta.

Nonstante questo pero’, esiste anche una spiegazione scientifica sui casi di pre-morte.

Andiamo con ordine e cerchiamo di analizzare i tanti punti in comune relativi alle esperienze raccontate dai protagonisti.

Ovviamente, dobbiamo contestualizzare queste esperienze nel momento particolare in cui vengono vissute. Come detto, stiamo parlando di momenti relativi ad uno stato molto vicino all morte. Questo particolare non deve essere dimenticato. Con questo intendiamo che le persone che vivono queste esperienze sono molto spesso gravemente malate o in un momento estremamente traumatico.

La sensazione di essere morti, ad esempio, e’ stato dimostrato essere indotta da una stimolazione anomala della corteccia prefrontale e parietale del nostro cervello. In particolare, la corteccia parietale determina il nostro stato di attenzione, mentre quella prefrontale puo’ provocare allucinazioni. Quest’ultima ha un ruolo determinante, per esempio, in particolati malattie come la schizofrenia. La stimolazione anomala di queste due regioni del cervello puo’ provocare la sensazione di essere morti.

La sensazione di osservare il proprio corpo dall’esterno, che come visto e’ comune in molte esperienze di pre-morte, puo’ essere invece ricondotta alla paralisi del sonno, cioe’ a quella sensazione che molte persone provano prima di addormentarsi o nei momenti che precedono il risveglio. In questo caso, quella che viene coinvolta e’ giunzione temporo-parietale destra del cervello responsabile della confusione sensoriale con cui si percepisce il proprio corpo.

Un punto molto delicato e su cui spesso si dibatte mettendo appunto in relazione queste esperienze con l’esistenza del paradiso e’ invece l’incontro con i cari defunti. In questo caso, la spiegazione scientifica e’ da ricercarsi nella dopamina, un neurotrasmettitore in grado di provocare allucinazioni. La dopamina presenta valori anomali, ad esempio, nei malati di Parkinson. Ricordiamoci sempre che esperienze di questo tipo intervengono dopo eventi traumatici in cui il nostro corpo non presenta uno stato normale di funzionamento ed in cui i neurotrasmettitori in circolo possono presentare concentrazioni anomale.

Sempre sulla stessa linea, abbiamo visto come molti parlano di episodi cruciali della propria vita rivisti in un attimo. Anche in questo caso, la causa e’ da ricercarsi a livello cerebrale ed in particolare nel locus ceruleus, la regione atta alla produzione di noradrenalina. I valori di questo ormone aumentano notevolmente in presenza di traumi e il locus ceruleus e’ strettamente connesso con l’amigdala e l’ipotalamo, regolatori rispettivamente delle emozioni e della memoria.

In ultimo, la sensazione principale che quasi tutti i soggetti riportano e’ quella di percorrere un lungo tunnel con una luce alla fine. Anche in questo caso, dobbiamo pensare che stiamo parlando di soggetti che hanno subito forti traumi. Quando gli occhi ricevono una quantita’ troppo bassa di sangue e ossigeno, a causa ad esempio di coma o arresto cardiocircolatorio, il campo visivo si stringe notevolmente dando appunto la sensazione di osservare un tunnel buio. La luce conclusiva di cui si parla non e’ altro che la parte rimasta attiva del campo visivo che dunque spicca notevolmente rispetto alle altre regioni buie.

Concludendo, come nel caso dei rapimenti alieni, non vogliamo assolutamente denigrare o mettere in ridicolo coloro che riportano queste esperienze. Come visto in questo articolo pero’, e come riportato in diversi articoli apparsi su riviste scientifiche, molti degli aspetti riportati nei casi di pre-morte possono essere ricondotti a malfunzionamenti del nostro organismo, del tutto comprensibili in uno stato post traumatico. Personalmente, non voglio discutere in questa sede l’esistenza o meno di una vita dopo la morte o del paradiso. Semplicemente, non trovo corretto mettere in relazione questi aspetti con le esperienze di pre-morte o, peggio ancora, utilizzare queste ultime come dimostrazioni inconfutabili di una divinita’ o di un’esistenza post terrena. Teniamo le due cose scorrelate tra loro. Ad oggi, molti passi avanti sono stati fatti nella comprensione del nostro cervello, ma, come sappiamo bene, questo organo ancora oggi presenta moltissimi lati ancora da scoprire e ci vorrano ancora molti anni prima che il suo funzionamento sia del tutto compreso.

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

9 Risposte to “Le esperienze di pre-morte”

  1. malosmannaja marzo 18, 2013 a 10:02 am #

    articolo ben scritto (parere di neuroscienziato), il che è quasi un miracolo in rete, ovvero è di per sé dimostrazione sperimentale di qualcosa di soprannaturale
    : ))

    • psicosi2012 marzo 18, 2013 a 11:02 am #

      Ricevere un commento del genere da un neuroscienziato su un argomento del genere non puo’ che farmi un enorme piacere. GRAZIE!

      In genere, questi argomenti sono di difficile trattazione perche’ si vanno a toccare punti molto sensibili per le persone. Spesso, sbagliando, si tende a confondere queste esperienze con la dimostrazione di un vita dopo la morte, di un paradiso o anche di una entita’ superiore. Indipendentemente dal pensiero personale che ognuno di noi ha, nel momento in cui si parla di scienza, con dati veri e oggettivi alla mano, si deve focalizzare la propria attenzione senza mostrare pregiudizi.

      Grazie mille per il commento.

      Un caro saluto,
      Matteo

  2. Malles marzo 18, 2013 a 3:50 PM #

    Sono appena …giunto e già ti disturbo.Innanzi tutto complimenti per la competenza e per la disponibilità che mostri nelle varie tematiche,anche se nei casi di premorte,forse qualche lacunetta ce l’hai,ma è normale,conosco solo un sito dove…se il buon Dio và in ferie subentreranno loro senza farlo rimpiangere più di tanto.Detto questo ritorno un attimo ai casi di pre-morte che (ritengo)sono ben lungi d’essere classificati,te lo dice uno che bene o male ne ha trattati diversi,anche in indagini personali.Menziono un caso per tutti.Un signore ebbe un incidente automobilistico vicino a Torino,sorvolo i particolari della presunta uscita fuori dal corpo,della vista dall’alto del medesimo,della sorpresa di non sentire nessun dolore,del riportare esattamente i dialoghi dei soccorritori del “viaggio sopra all’ambulanza” fino all’ospedale,della descrizione dei medici ed infermieri,della spiegazione particolareggiata di una bella pianta in un vaso posto…IN UN ALTRO REPARTO a circa 50 m.,ma questo è…niente,del solito tunnel poi visto con l’immancabile luce in fondo,ecc.

    Quello che mi premeva riportarti,è che il soggetto vide i nonni materni e(questo è il bello,anche una zia con la quale non aveva molti contatti,ma che non sapeva fosse morta.

    Ti risparmio tutto il resto e vengo al momento del “rientro” nel proprio corpo,della convalescenza e della domanda alla madre di come stava zia V.Al che la madre gli confessò che zia V.era deceduta per infarto solamente alcune ore prima del suo incidente automobilistico .Naturalmente il soggetto questo non lo poteva sapere,Io (purtroppo per me) sono peggio di S.Tommaso,ma questo è certamente uno di quei casi in cui tutte le spiegazioni razionali non appagano completamente.Magari la spiegazione logica senza voler parlare per forza di aldilà esiste,io però non la trovo

    • psicosi2012 marzo 18, 2013 a 11:20 PM #

      Caro Malles,
      lungi da me ergermi a profondo conoscitore di un campo non mio. Semplicemente, da ricercatore, mi sono soffermato ad analizzare i casi e le esperienze di premorte. Come visto nell’articolo, molte di queste esperienze hanno diversi punti in comune. Ora, su questi aspetti e’ possibile discutere proprio partendo da queste similitudini, ma soprattutto contestualizzando il tutto nell’ottica del momento particolare in cui vengono vissute.

      Nella stesura dell’articolo, ovviamente ho fatto riflessioni sui punti in comune e sulle diversita’ dei singoli casi, ma in nessun caso ho detto la verita’ e’ questa. Come detto, si tratta di argomenti molto complessi e ancora poco conosciuti. Per quanto molte persone abbiamo vissuto queste esperienze, le analisi, anche mediche, si basano appunto sui racconti e su riflessioni posteriori senza dati oggettivi. Con questo non voglio assolutamente dire che si e’ arrivati ad una conclusione, ne tantomeno dire che ancora non si ha idea di cosa queste esperienze siano in realta’.

      Ci sono punti in comune. OK. Da questo pero’ non ho mai affermato che tutto possa essere spiegato. La riflessione che ho spinto a fare, cosi’ come in moltissimi altri post sul blog, e’ quella di non lasciarsi trasportare dalle emozioni o dalla voglia di soprannaturale a tutti i costi.

      Come sappiamo bene, il nostro cervello e’ un organo molto complesso e di cui sappiamo ancora molto molto poco. Questo pero’ non significa che non sappiamo nulla in assoluto. Il caso da te portato, ovviamente presenta dei tratti molto particolari, cosi’ come tanti altri avvenimenti che si leggono e che sono riportati in letteretura.

      Possiamo spiegare tutto? Assolutamente no. Siamo ancora in alto mare? No anche in questo caso. La scienza, cosi’ come la medicina, fanno piccoli passi in avanti giorno per giorno. Magari tra qualche anno capiremo meglio e sapremo dare una spiegazione anche al caso da te portato, o magari lo scopriremo molto molto piu’ avanti. Nessuno puo’ rispondere a questa domanda. Lungi da me mettere la scienza in cattedra e pensare di poter spiegare tutto. In questo caso, sicuramente si peccherebbe di presunzione, ma soprattutto la scienza stessa sarebbe finita perche’ non ci sarebbero piu’ domande a cui rispondere.

      Grazie mille per il tuo interessante commento e per gli importanti spunti di riflessione che hai portato a me e a tutti i lettori.

      Un caro saluto,
      Matteo

  3. Sidus marzo 18, 2013 a 4:45 PM #

    Io invece ho una mia “teoria”, probabilmente priva di alcun sostegno scentifico, ma visto che siamo in argomento, se ti interessa, te la espongo 😀

    La teoria delle “realtà”, in poche parole l’universo, come lo percepiamo noi, altro non è che un illusione, viviamo in una realtà completamente distaccata da quella di qualunque altro essere vivente, in un periodo di tempo e con un corso degli eventi completamente individuale, il nostro cervello, tramite gli organi sentitivi, interpreta in un certo modo l’universo, ma è solo un interpretazione, ciò significa che, dal punto di vista teorico, è possibile stravorgerlo, almeno per la nostra concezione, ed è, in fondo, quello che facciamo quando dormiamo, noi creiamo immagini a partire da quello che siamo abituati a vedere, e spesso la loro intensità è abbastanza elevata da darci l’impressione della realtà, mentre, quando siamo svegli, l’intensità degli stimoli provenienti dal cervello è molto più elevata di quella della nostra immaginazione, così facendo abbiamo l’impressione di un universo stabile che non può essere stravolto…
    Probabilmente le esperienze di pre-morte sono come dei sogni, in quei momenti vedi quello che sei convinto di dover vedere, e quello che vediamo è frutto o della nostra immaginazione, o di qualcosa di più…

    E’ probabile che, dopo la morte, la nostra “realtà” si sposti in un altro essere vivente, ciò spiegherebbe perchè siamo nati in un periodo avanzato nell’età dell’universo e non all’inizio, dove, teoricamente, la nostra realtà avrebbe dovuto iniziare ad esistere, in ogni caso, è da vedere se tutto, anche il nostro subconscio, è frutto del cervello, se così fosse, la cosa sarebbe molto più semplice, però significherebbe che il nostro cervello non è un semplice organo, ma possiede qualcosa in più che noi non conosciamo…

    Un altra considerazione riguarda il “senso dell’universo”, se l’universo è casuale e non ha alcun senso, allora anche la nostra esistenza è casuale, se invece il nostro universo ha un senso, ciò implicherebbe l’esistenza di un Dio, e si potrebbe giustificare l’esistenza di esseri coscienti in grado di comprenderlo e studiarlo, altrimenti, bisognerebbe essere consapevoli della complessita e della fortuna che abbiamo avuto…

    • psicosi2012 marzo 18, 2013 a 11:20 PM #

      Caro Sidus,
      punto di vista veramente molto interessante. Ovviamente si tratta di un punto di vista personale su argomenti molto di confine e su cui non si ha ancora una risposta definitiva. In realta’, chissa’ se la avremo mai. Detto questo, appunto si tratta del tuo punto di vista, condivisibile o meno, ma comunque accettabile.

      Mi permetto solo di dissentire su un punto a me a cuore. Personalmente, e anche qui siamo su un punto di vista personale, non ho mai creduto alla casualita’ delle cose. Da sempre, sono stato un sostenitore del causa-effetto. Cerco di spiegarmi meglio. Pensare ad un universo casuale, mi sembra molto restrittivo e limitante. Partiamo da quello che vediamo. Stelle, pianeti, galassie e, almeno sulla Terra, la vita. Perche’ c’e’ questo? Perche’ l’universo si e’ espanso in questo modo. E perche’? Perche’ ci sono state varie fasi, la materia ha fatto questo, e’ successo questo, ecc. Facendo il percorso a ritroso, per analizzare il nostro mondo non facciamo altro che farci delle domande, cioe’ cercare la causa che ha portato questo effetto. Dunque, parliamo di “causalita’”, mai di casualita’. Ora, se questo e’ il ragionamento che facciamo, perche’ invece parlando di universo in senso allargato parliamo di casaulita’? Personalmente, ma ti ripeto e’ il mio punto di vista, mi sembra un contro senso.

      In questo esperimento mentale pero’, parlando sempre di universo, arriviamo ad un punto in cui necessariamente dobbiamo fermarci. Per ogni effetto troviamo una causa ma quindi arriviamo ad un punto in cui non siamo in grado di determinare la causa prima.

      Come vogliamo chiamare questa causa prima? Dio? I credenti fanno questo, altri la appellano in modo diverso, ma tutti dovranno arrivare a questo punto. Anche se questo esempio sembra un controsenso detto da un ricercatore, piu’ volte mi ci sono fermato a riflettere. Spesso si sente dire prima del nostro universo ce ne era un altro. Bene, e prima ancora? Un altro? E poi? Questo ragionamento non porta da nessuna parte, almeno a mio avviso. La continua ricerca di risposte, crea in realta’ tante altre domande. Dal mio punto di vista, questo e’ il bello della scienza.

      Mi piacerebbe ascoltare magari il pensiero di qualcuno che si definisce ateo in senso stretto. Se vogliamo il mio e’ quello di uno che non si definisce credente in senso stretto 😉

      Grazie mille per l’interessante commento. Spero che qualcun’altro ci dia la sua opinione.

      Matteo

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