La monaca di Dresda

31 Mag

Nel precedente articolo, abbiamo parlato abbondantemente della profezia di Malachia, che vedrebbe la lista dei papi ormai agli sgoccioli e la probabile fine della Chiesa molto vicina. Come abbiamo visto, la profezia non puo’ essere considerata attendibile dal momento che molto probabilmente si tratta di un falso costruito ad hoc e facilmente adattabile a tutte le ipotesi possibili.

Restando in questo filone, analizziamo ora una profezia molto simile a quella di Malachia, anche se molto meno nota della precedente, passata alla storia come la “Profezia della monaca di Dresda”.

Storicamente, non si conosce il nome della monaca in questione, ma le uniche informazioni certe sono che era nata a Dresda nel 1680 ed era una chiaroveggente.

La profezia riguarda una serie di lettere riscoperta alla fine dell’800 e riguardanti la storia del papato con l’indicazione dei futuri pontefici fino alla fine del papato stesso. Il meccanimo, come avete capito, e’ molto simile a quello della profezia di Malachia.

Le lettere in questione vennero spedite dalla monaca al papa e ad alcuni importanti regnanti e vescovi del tempo per cercare di informarli su queste visioni che la monaca stessa affermava suggerite da una voce.

In questo caso, molte delle frasi che indentificherebbero il pontefice si rifanno al mito dei cavalieri dell’apocalisse e infatti, riguardano cavalli di diversi colori. In particolare, ad ogni colore viene attribuita una fase storica della chiesa. Vediamo alcune di queste frasi:

– “Cavallo nero con il segno di Beniamino”, attribuita a Paolo VI.

– “Cavallo bianco, con segno di pieta’”, attribuita a Giovanni Paolo I.

– “Angelo maestro di Giosafat, con il segno di dodici”, attribuita a Giovanni Paolo II.

– “Angelo guida di Giosafat, con il segno della Gloria”, attribuita a Benedetto XVI.

– “Angelo della pieta’, con il segno di martirio”, non ancora attribuita, ma non ci sono indicazioni successive.

In questo caso, l’attribuzione della frase ad un papa o all’altro sembra ancora piu’ fantasiosa. L’attribuzione in realta’ viene fatta seguendo proprio la profezia di Malachia, dal momento che, al tempo della scrittura delle lettere, come ormai sappiamo bene, la profezia dei motti era gia’ stata pubblicata e molto nota.

Le due profezie quindi coincidono sul numero di pontefici e spesso questo viene utilizzato da molti per affermare che le lettere di Dresda sono un’ulteriore conferma della correttezza della profezia di Malachia.

Come mi sembra evidente, mentre nel caso di Malachia le frasi erano talmente vaghe da poter essere attribuite a qualsiasi pontefice, in questo caso non ci sono proprio evidenze nell’attribuzione, se non utilizzando proprio le informazioni di Malachia.

Ovviamente, il punto su cui avviene la massima speculazione e’ proprio sul fatto che entrambe le profezie prevedono la fine del papato con il successore dell’attuale pontefice.

Questo ovviamente e’ facilmente smentibile. L’attribuzione di Malachia a Benedetto XVI e’ molto fantasiosa, mentre per la profezia di Dresda l’attribuzione e’ fatta partendo proprio dalla prima, quindi con ancora meno fondamento.

Non mi sembra che questa profezia possa essere presa in considerazione per la fine del mondo nel 2012. Se volete riflettere su altre profezie e analizzare insieme a me la correttezza o meno di quello che affermano, leggiamo insieme Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

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