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Quando la notizia e’ troppo pompata

19 Feb

A volte, chi scrive una notizia, giornalisti, persone comuni, curatori di blog, ecc, invece di riportare pedissequamente i fatti informando i lettori, si lascia andare a considerazioni esagerate. Per carita’, non facciamo i finti tonti, questo avviene piu’ spesso di quanto immaginiamo. Quello che pero’ dico e’: cercate di stare attenti, altrimenti rischiate di fare una figuraccia.

Con chi me la sto prendendo questa volta?

Qualche giorno fa e’ stata fatta circolare una notizia a mio avviso molto interessante. Prima di tutto vi riporto i fatti.

In Cina, precisamente nella contea di Chun’an, si trova un lago molto affascinante dal punto di vista paesaggistico. Sulla sua superificie sono infatti presenti diversi isolotti, alcuni solo di alcuni metri quadri, con una visuale mozzafiato incastonata tra alte e verdi motagne.

Guardate voi stessi che spettacolo naturale:

Lago Quindao in Cina

Lago Quindao in Cina

Ora, la notizia riguarda la presenza di una citta’ sommersa sotto la superificie del lago. Come e’ possibile? Semplice, il Quindao non e’ un lago naturale ma e’ stato realizzato artificialmente dall’uomo deviando le acque del fiume Xin’an. Il motivo e’ presto detto, creare un bacino per la vicina centrale idroelettrica. Oltre a questo, le acque del lago sono assolutamente potabili e vengono utilizzate per la produzione di una famosa acqua naturale venduta in Cina.

Quando e’ avvenuto tutto questo? Nel 1959.

Quando le acque hanno invaso la valle hanno sommerso tutto quello che c’era, compresa una citta’ imperiale nota con il nome di Lion City, cioe’ citta’ dei leoni. Si tratta di un antico insediamento urbano costruito tra il 25 e il 200 d.C. estremamente ricco di edifici storici con fregi di assoluta bellezza.

Possibile che si sia deciso di sommergere un capolavoro del genere per realizzare un bacino per una centrale?

La cosa non deve assolutamente sorprendere. Se siete mai andati in Cina, vi sarete resi conto del ritmo di costruzione del paese e soprattutto dell’immenso lavoro lasciato alle societa’ di costruzione edilizia. Normalmente, se c’e’ un edificio che presenta segni del tempo, piuttosto che ristrutturarlo e lavorarci, i cinesi preferiscono buttare giu’ e rifare da capo. Questo avviene anche per edifici storici. Nella visione economica, in questo modo si crea occupazione e si da lavoro. Giusto o sbagliato che sia, le regole del mercato economico cinese sono queste.

Purtroppo, un destino simile e’ stato riservato alla citta’ dei leoni.

Solo per curiosita’, vi mostro un’immagine, ovviamente sottomarina, della citta’:

Uno degli edifici di Lion City

Uno degli edifici di Lion City

Per completezza vi dico che la citta’ si trova ad una profondita’ tra 25 e 40 metri rispetto alla superificie e quando la valle e’ stata innondata, ripeto 1959, i quasi 300000 abitanti della zona sono stati trasferiti in altro luogo.

Notizia senza dubbio interessante, ma perche’ darla ora? Semplice, in questi ultimi giorni, una societa’ privata di diving ha iniziato ad organizzare escursioni subacquee guidate nella Lion City. Chiunque puo’ dunque visitare la citta’ sommersa della Cina ammirando i suoi spendidi palazzi che per oltre 50 anni sono rimasti indisturbati sotto le acque del lago Quindao.

La notizia e’ questa. Molti l’hanno riportata in modo corretto, ma tanti altri si sono lasciati andare ad esternazioni che rasentano la follia.

Perche’?

Il titolo che generalmente trovate per questa notizia e’: “L’Atlantide Cinese”. Appositamente creato per attirare l’attenzione dei lettori. Ma questo ci puo’ ancora stare.

Quello che pero’ lascia basiti e’ l’informazione che molti cercano di dare sul fatto che la citta’ e’ stata “scoperta” solo in questi giorni.

Scoperta in questi giorni? Stiamo scherzando? Ma non e’ stata sommersa nel 1959?

Vi riporto un estratto della notizia presa da uno dei tanti siti che conosciamo:

La ricerca di questa città perduta è iniziata nel 2002 e ci sono voluti diversi anni per trovarla, nascosta sotto l’acqua e la terra utilizzata per creare la base del lago.

Vi rendete conto? Secondo questi geni, nessuno sapeva dove fosse la citta’ e ci sono voluti 12 anni per ritrovarla. Poi, se capisco bene, una volta trovata cosa avrebbero fatto? Hanno scavato sott’acqua per riportare alla luce gli edifici?

Come capite bene, si tratta di una notizia interessante, ma che pompata in questo modo diviene veramente ridicola! Purtroppo questo avviene quando si cerca di fare giornalismo d’assalto. Le notizie sono affascinanti perche’ riportano la realta’ che puo’ capitare a tutti noi, evitate di costruire mondi immaginari e smettetela di fare a gara a chi la spara piu’ grossa!

 

”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Meduse: belle e pericolose

5 Set

Ormai siamo alla fine della stagione estiva, anche se le temperature alte ci consentono, per i piu’ fortunati che non sono al lavoro, di andare ancora al mare e di rinfrescarci con un bagno. Molto spesso pero’, questi nostri programmi vengono smentiti perche’ c’e’ la possibilita’ di trovarsi di fronte un mare popolato da banchi di meduse. Come sappiamo bene, onde evitare spiacevoli conseguenze, in questi casi e’ sconsigliato fare il bagno. Ovviamente, qualcuno potrebbe obiettare dicendo che a volte si trovano singole meduse che si lasciano trasportare dalle onde, piuttosto che decine di animali.

Su suggerimento di una nostra cara lettrice, credo sia interessante parlare un attimo di questi, a mio avviso, splendidi animali. Perche’ dico splendidi? A parte il fastidio nel non poter fare il bagno o il dolore di un contatto, si tratta di animali estremamente affascinanti, con un andamento elegante trasportato dalle onde e, molto spesso, con colorazioni e riflessi che si lasciano ammirare.

Come sappiamo, esistono, soprattutto in Australia ed in alcune zone della California, meduse killer il cui contatto puo’ portare addirittura alla morte per arresto cardiaco o per crisi respiratoria. Le specie nostrane non sono assolutamente letali anche se, soprattutto durante il periodo estivo, i pronto soccorso degli ospedali si riempiono di persone che hanno avuto la sfortuna di scontrarsi con questi animali.

Nel mediterraneo, come avrete sicuramente sentito, il numero di meduse sta crescendo molto. Fate attenzione, in realta’, questa mia affermazione non e’ esattamente corretta. Quello che sta aumentando e’ la presenza vicino alla riva di questi animali. Alcune volte, si giustifica questo fenomeno dicendo che la loro presenza e’ sinonimo di pulizia delle acque.

Ovviamente, e’ vero che le meduse prediligono le acque pulite, ma la loro presenza non e’ sintomatica di una pulizia del tratto di mare. L’aumento di questi animali a riva non e’ compreso del tutto, anzi esistono tre ipotesi possibili formulate in biologia. La prima e’ che esistano dei cicli naturali per cui, con periodi di 10-12 anni, le meduse scelgono di riprodursi vicino alal riva piuttosto che in acque piu’ profonde. Questa ipotesi, anche se sostenuta da alcuni esperti, non trova dimostrazioni oggettive.

L’altra ipotesi possibile e’ invece da ricercarsi nell’aumento della temperatura dei mari. Cosa comporta questo? Una temperatura maggiore, ovviamente parliamo di percentuali, favorisce il proliferare del plancton, cibo delle meduse. In tal senso, una maggiore temperatura, soprattutto nella zona costiera, richiamerebbe piu’ meduse verso riva.

L’ultima ipotesi e’ invece, al contrario di quanto pensato normalmente, da ricercarsi nell’inquinamento dei mari, proprio in zona costiera. Molto spesso, acque provenienti da campi coltivati vengono riversate senza trattamento a riva. Queste acque possono essere ricche di fertilizzanti utilizzati in agricoltura che, ovviamente, fanno il loro compito anche in mare, favorendo, anche in questo caso, il proliferare del plancton.

Una combinazione di queste ultime due ipotesi e’ quella maggiormente citata per giustificare l’aumento delle meduse osservato negli ultimi anni, anche nel Mediterraneo.

Detto questo, parliamo un secondo dell’anatomia delle meduse. Come sappiamo bene, si tratta di organismi molto antichi e molto semplici. Il 98% del loro corpo e’ composto di acqua. Dal punto di vista morfologico, le meduse hanno una parte superiore detta “ombrello”, divisa, con funzione diverse, in superiore e inferiore, e dei tentacoli, detti manico. Proprio questi ultimi sono ricchi di cellule dette cnidociti in grado di iniettare per contatto una sorta di veleno. Questo meccanismo e’ utilizzato sia per scopi di offesa che di difesa.

Da cosa e’ composto il veleno?

Si tratta di una sostanza gelatinosa composta da tre proteine: una ad effetto paralizzante, una con effetto infiammatorio e una neurotossica. Data questa sinergia capite bene, ad esempio, la funzione del liquido urticante durante la cattura di una preda.

Bene, proprio la presenza di questo liquido urticante e’ quello che ci fa evitare di fare il bagno in presenza di meduse o che, quasi tutti, conoscono direttamente per i suoi effetti. Fate attenzione, come detto prima, solo i tentacoli sono in grado di iniettare il liquido urticante. Detto questo, non si ha nessuna conseguenza toccando la medusa nella parte dell’ombrello.

Per poter capire quanto sia urticante questo veleno, dobbiamo pero’ considerare quali sono le tipologie di meduse piu’ presenti nei nostri mari. Come sapete, la famiglia delle meduse, vanta migliaia di specie, con caratteristiche morfologiche estremamente diverse.

Per quanto riguarda il Mediterraneo, la specie piu’ presente e’ la cosiddetta Pelagia nocticula:

Medusa Pelagia Nocticula

Medusa Pelagia Nocticula

Come vedete dalla foto, questa medusa ha una struttura trasparente con riflessi violacei e lunghi tentacoli. Il liquido di questa specie e’ molto urticante e la pericolosita’ di questo animale e’ data dal fatto che molto spesso si presenta in branchi di molte centinaia. La dimensione dell’ombrello puo’ arrivare anche a 10-15 cm di diametro. Caratteristiche che rende ancora piu’ affascinante questa medusa e’ la sua fosforescenza notturna che la rende particolarmente visibile.

Altra specie urticante e presente nel Mediterraneo e’ la Cotylorhiza tuberculata:

Medusa Cotylorhiza tuberculata

Medusa Cotylorhiza tuberculata

Come vedete dalla foto, questa tipologia e’ facilmente riconoscibile per via dei tentacoli che finiscono in una sorta di dischetti. Molto spesso elementi di questa specie si trovano isolati.

L’ultima specie diffusa nel Mediterraneo e’ la Rhizostoma pulmo:

Medusa Rhizostoma pulmo

Medusa Rhizostoma pulmo

In questo caso, le dimensioni dell’ombrello possono raggiungere anche i 60 cm di diametro, ma il veleno di questo animale e’ non dannoso per l’uomo. Fate attenzione, dire non dannoso significa che il suo effetto urticante e’ estremamente blando, ma non nullo. Evitate, in caso di incontro, si abbracciare questa medusa.

Detto questo, la domanda che spesso viene fuori e’: cosa fare in caso di contatto?

Come molti di noi sanno per esperienza personale, incontri ravvicinati con le meduse possono essere davvero molto dolorosi. Come spesso avviene, la maggior parte dei rimedi tramandati o conosciuti per lenire il dolore sono in realta’ frutto di false convinzioni e, in alcuni casi, possono anche peggiorare la situazione. Inutile dire che in caso di urto con i tentacoli si deve raggiungere la riva, autonomamente o con l’aiuto di altri bagnanti.

Il rimedio piu’ noto in questi casi e’ quello di ricorrere a sabbia bollente, pietre calde, urina, ammoniaca, ecc. Tutti questi rimedi sono inutili. Perche’? Per poter lenire il dolore e’ necessario interrompere il rilascio di neurotossine. Per fare questo servirebbero temperature di 50 gradi, difficilmente ottenibili con una pietra o con la sabbia. Stessa cosa vale per l’ammoniaca, e dunque per l’urina. Utilizzare queste sostanze non fa altro che peggiorare l’infiammazione locale della pelle. Come sapete, il punto della lesione diviene piu’ sensibile alal radiazione solare il che puo’ creare macchie sul corpo. L’utilizzo dell’ammoniaca, o, come fatto in alcuni casi, dell’aceto, peggiora solo questo eritema.

Cosa si deve fare?

Per prima cosa, sciaquare la parte con acqua di mare. Questa soluzione, al contrario dell’acqua dolce, aiuta a diluire la neurotossina non ancora penetrata e a disinfettare la parte. A questo punto, controllate che non vi siano frammenti di tentacolo rimasti attaccati. In caso contrario, basta utilizzare una tesserina rigida, bancomat, patente, ecc., per eliminarli. Mettere creme al cortisone per lenire il dolore e’ completamente inutile. Il picco di infiammazione si ha fino a 20 minuti dal contatto. Creme di questo tipo cominciano a fare effetto dopo 30 minuti, cioe’ quando il dolore sarebbe diminuito naturalmente.

Il rimedio migliore da utilizzare in caso di contatto con una medusa e’ un gel al cloruro di alluminio. Questi prodotti sono ancora poco diffusi in Italia, anche se e’ possibile farli preparare come soluzioni galeniche. La concentrazione da richiedere e’ intorno al 4-5%. Cosa fa il cloruro di alluminio? Si tratta di un gel astringente che dunque impedisce alle neurotossine di entrare in circolo. Questa soluzione e’ anche molto utile dopo le punture di zanzara, in quanto riduce notevolmente il prurito.

Ultima importante cosa. Per evitare spiacevoli incontri o giornate sulla sabbia per acqua infestata da meduse, potrebbe essere utile consultare un cosiddetto “meteo meduse”. Si tratta di servizi basati sulla segnalazione di privati e addetti ai lavori che, giorno per giorno, preparano cartine contenenti la presenza o meno di meduse in zone specifiche. Un esempio di questo servizio e’ offerto anche dalla rivista focus a questo indirizzo:

Focus, meteo meduse

 

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La nebulosa che muore

17 Lug

In questi giorni, molti giornali e siti internet stanno pubblicando delle foto, lasciatemi dire spettacolari, scattate dalle sonde Chandra e Hubble. Le immagini sono relative ad una cosiddetta “nebulosa planetaria”, chiamata NGC2392, distante da noi circa 4200 anni luce.

Cosa ha dispeciale questa nebulosa?

La particolarita’ di questo oggetto e’ che la nebulosa e’ ormai giunta vicino al termine della sua vita. Anche se il nome potrebbe confondere, questi corpi non hanno nulla a che fare con i pianeti. L’origine del nome viene inizialmente dal fatto che le nebuose planetarie erano visibili come dischi compatti, cosi’ come appaiono i pianeti. In seguito poi, il nome venne lasciato perche’ si pensava che il disco formante la nebulosa fosse simile al disco di accrescimento da cui vengono originati i pianeti.

Studiare l’evoluzione di questa nebulosa e’ importante prima di tutto per ragioni scientifiche e per studiare in dettaglio gli stadi di evoluzione delle stelle. Oltre a questo, il comportamento della NGC2392 ci fa capire quello che potrebbe accadere al nostro Sole quando, esaurito il combustibile nucleare che brucia, si espandera’ fino a sovrapporsi a diversi pianeti del Sistema Solare centrale. Tranquilli, il mio non vuole assolutamente essere un messaggio profetico ne tantomeno catastrofista. Questo momento non avverra’ prima di 5 miliardi di anni.

Se osservata con un telescopio di modeste dimensioi, la NGC2392 appare come un disco compatto circondato da un anello piu’ chiaro. Proprio per questo motivo, questo oggetto e’ anche noto con il nome di Nebulosa dell’Eschimese, dall’inglese Eskimo Nebula.

Come anticipato, il corpo si trova a piu’ di 4000 anni luce da noi ed e’ molto ben visibile dal nostro emisfero. Per poter vedere la sua particolare forma ad eschimese, non e’ assolutamente necessario un telescopio molto costoso. Proprio per questo motivo, la NGC2392 e’ uno dei corpi maggiormente osservati dagli astrofili di tutto il mondo.

Cosa hanno di tanto speciale le foto che girano su internet?

Utilizzando telescopi di dimensioni maggiori e dunque con potere risolutivo piu’ spinto, e’ possibile osservare come in realta’ sia il centro che l’anello della nebulosa presentino delle strutture molto particolari e affascinanti. La differenza principale tra Chandra e Hubble e’ che il primo osserva il cielo nel visibile, mentre la seconda sonda e’ in grado di osservare lo spazio nello spettro dei raggi X.

Prima di continuare nella descrizione, vi mostro le immagini di cui vi sto parlando.

Questa e’ la foto nel visibile scattata da Hubble:

La NGC2392 ripresa da Hubble

La NGC2392 ripresa da Hubble

Mentre questa e’ quella nei raggi X di Chandra:

La NGC2392 ripresa da Chandra

La NGC2392 ripresa da Chandra

Osservate la bellezza di queste immagini. I diversi colori che compaiono sono ovviamente spceifici delle emissioni nei vari spettri della nebulosa.

Perche’ troviamo questo aspetto?

Mentre nella parte centrale il nucleo molto caldo della stella morente espelle particelle ad altissima velocita’, nella parte esterna troviamo flussi con velocita’ molto ridotta.

La colorazione della parte centrale e’ dunque dovuta a quella che possiamo vedere come l’emissione primaria ad alta velocita’ di particelle verso l’esterno. Quando queste particelle si trovano nella parte esterna, lo scontro con i flussi piu’ lenti forma il guscio che vediamo. La fuoriuscita di particelle verso l’esterno e’ facilitata ai poli della nebulosa dove infatti si notano delle strutture piu’ compatte con dei filamenti che arrivano fino all’esterno.

Come anticipato, questo spettacolo cosmico sara’ del tutto equivalente a quello che spettera’ al nostro Sole nel giro di 5 miliardi di anni. Purtroppo, non ci sara’ nessuno spettatore in grado di poterlo osservare da Terra.

Concludendo, ad un’osservazione migliore, quello che potrebbe sembrare un semplice disco compatto circondato da uno strato esterno, mnostra tutta la sua affascinante bellezza. La NGC2392, anche nota come Nebulosa Eschimese e’ una nebulosa planetaria ormai giunta alla fine del suo stadio vitale. Questo momento della stella offre uno spettacolo davvero interessante e che ci fa capire, oltre all’evoluzione delle stelle, quello che accadra’ al nostro Sole quando l’idrogeno al suo interno sara’ stato completamente bruciato.

 

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Australia, trovate lumache rosa!

5 Giu

Come spesso accade, la natura riesce ancora a sorprenderci con scoperte o fenomeni in grado di lasciarci a bocca aperta. In questo filone, solo pochi giorni fa avevamo parlato dei “cani Solari”:

E adesso abbiamo i “Cani Solari”

Ora, vorrei parlarvi di un’altra notizia degna di nota e che e’ apparsa in diversi giornali e siti internet. In australia, e precisamente sul monte Kaputar, sono state avvistate delle lumache molto diverse da quelle che siamo abituati a vedere. Senza anticiparvi nulla, vi mostro subito una foto di questi animali:

Lumaca gigante rosa che vive sul monte Kaputar in Australia

Lumaca gigante rosa che vive sul monte Kaputar in Australia

Come vedete si tratta di lumache con una colorazione davvero incredibile, praticamente rosa shocking e che possono raggiungere anche i 20 cm di lunghezza. In natura siamo abituati a vedere colorazioni meno appariscenti, utili per mimetizzarsi nell’ambiente e sfuggire ai predatori. Questo pero’ e’ vero in parte, dal momento che molte specie assumono colori anche appariscenti soprattutto per i rituali dell’accoppiamento o dettati da ambienti particolari in cui vivono.

Detto questo, cerchiamo di dare qualche dettaglio in piu’ su questi animali.

Al solito, su molti giornali e siti, sempre in cerca di notizie sensazionali, vengono date informazioni non precise o volutamente amplificate per trasformare questo gia’ splendido e inusuale animale in uno spettacolo.

Come detto, l’avvistamento sarebbe avvenuto sul monte Kaputar in Australia. Questo e’ in realta’ un parco naturale ricco di una flora e di una fauna esclusivi e determinati dalla storia del luogo stesso. Si tratta di un ambiente molto isolato su una montagna che praticamente si erge per i suoi 1500 metri su una distesa piatta. In precedenza, questo monte era un vulcano e l’ultima eruzione sarebbe avvenuta circa 17 milioni di anni fa, lasciando un ambiente molto arido ma in cui hanno trovato vita specie molto particolari e che, in alcuni casi, vivono solo sulle pendici del monte.

Per quanto riguarda la lumaca rosa, come dichiarato dai ranger che si occupano di controllare e preservare l’ambiente del parco, questi animali sono da sempre visibili durante le prime ore del mattino dal momento che di notte escono per cercare cibo, mentre passano le giornate nascoste e non visibili. Questo solo per dire che le lumache non hanno certo fatto la loro apparizione da un momento all’altro, ma in realta’ sono una specie nota nel parco e gia’ conosciuta.

Scientificamente, le lumache rosa sono una sottospecie della Triboniophorus Graeffei, comunemente dette “lumache dal triangolo rosso”. Il motivo del nome popolare di questi animali e’ facilmente comprensibile osservando la foto:

Lumache dal triangolo rosso

Lumache dal triangolo rosso

Mentre le lumache dal triangolo rosso vivono praticamente su tutta la zona costiera ad est dell’Australia, le lumache rosa si pensa vivano esclusivamente sul monte Kaputar, grazie alle particolari condizioni ambientali create nei trascorsi geologici.

 

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Il palo che vibra a Torino

3 Apr

A Torino, gia’ da diverso tempo, sta avvenendo un fenomeno che sta facendo molto discutere sul web ma che sta occupando anche le pagine di diversi quotidiani. Come forse avrete sentito, in prossimita’ del cantiere per la costruzione del grattacielo di Renzo Piano realizzato per conto di Intesa San Paolo, un paletto vibra in modo autonomo con oscillazioni molto pronunciate e quasi incredibili.

Andiamo con ordine.

Per prima cosa vi mostro un video di questo particolare fenomeno:

VIDEO Palo Torino

Come potete vedere, questo paletto, probabilmente un tempo utilizzato per sostenere un cartello stradale, oscilla in modo incredibile con ampiezza molto pronunciata senza un’apparente spiegazione.

Come potete immaginare, questo fenomeno ha acceso da subito la fantasia di molti siti internet e di utenti da sempre alla ricerca di fenomeni strani. Le spiegazioni date sono moltissime, ma le piu’ fantasiose vanno dal fenomeno UFO, il palo sarebbe un’antenna aliena, fino anche ad una nuova forma di terremoto non percepibile dalla popolazione e generata da esperimenti scientifici.

In qusti scenari fantascientifici, non mancano certo ipotesi catastrofiste. Secondo alcuni infatti, il palo vibrerebbe perche’ in realta’ la costruzione del grattacielo e’ solo una copertura per mascherare operazioni di fracking. Di queste attivita’ e del rischio associato di terremoti abbiamo parlato in questo post:

Fratturazione idraulica

Da cosa puo’ dipendere questa oscillazione? In realta’ le cause potrebbero essere diverse e tutte di natura scientifica. Le prime oscillazioni sono state osservate durante l’estate del 2012 e fino ad oggi, con numerose interuzioni e riprese, sono avvenute con intensita’ anche diversa.

Gia’ alle prime oscillazioni, molti hanno puntato il dito contro il cantiere del grattacielo distante solo 2 metri. Questo ovviamente ha scatenato la reazione della ditta costruttrice che a sua volta ha puntato il dito contro la societa’ che gestisce la metropolitana. Pensate sia finita qui? Assolutmente no. La societa’ della metro ha, a sua volta, dato la colpa ai tram circolanti nella zona. Come potete capire, tutti cercano di scaricare la colpa ad altri, dal momento che questa oscillazione rimane ancora un mistero e nessuno vorrebbe assumersi l’eventuale colpa di attivita’ rischiose per la popolazione.

Meccanismo del Vortex Shedding

Meccanismo del Vortex Shedding

Proprio in questi giorni, la Repubblica online ha riportato di nuovo la notizia dichiarando di aver finalmente risolto il mistero. Secondo il giornale, anzi secondo l’opinione di un lettore, la spiegazione dell’oscillazione e’ da ricercarsi nel “Vortex Shedding”. Di cosa si tratta? Questo e’ un fenomeno molto noto a livello scientifico ed in particolare nella fluidodinamica. Quando un flusso viscoso, aria, acqua o altro fluido, scorre con una certa velocita’ in prossimita’ di un oggetto cilindrico, questo movimento potrebbe innescare fenomeni di oscillazione che possono avere ampiezze fino anche a due volte il diametro del cilindro. La spiegazione e’ molto semplice, il flusso di fluido crea dei vortici lungo il corpo creando zoea di alta e bassa pressione. Se uno dgli estremi del cilindro e’ vincolato, allora l’oscillazione si avra’ sull’estremo libero che tendera’ a muoversi verso le zone a piu’ bassa pressione.

Anche se si riserva un piccolo margine di dubbio, il giornale afferma che con buona probabilita’ questa e’ la spiegazione scientifica per comprendere il fenomeno del palo che vibra.

Ora pero’, ovviamente, per avere Vortex Shedding e’ necessario aver un flusso di aria lungo il paletto. Questa, anche in base alla teoria citata, e’ una condizione necessaria per avere questo fenomeno. Ovviamente, non e’ necessario che ci sia un vento a velocita’ elevatissima, basta infatti una corrente nella direzione giusta affinche’ il paletto inizi a vibrare ortogonalmente alla direzione del fluido.

A mio avviso, questa potrebbe essere una spiegazione possibile, anche se non e’ ovviamente l’unica. In particolare, vorrei farvi notare un dettaglio. Questo e’ il link ad un altro articolo dello stesso giornale datato pero’ luglio 2012, cioe’ quando e’ iniziata l’oscillazione:

Articolo 07/2012

Leggete con attenzione questa frase: E non è colpa del vento, visto che ieri su Torino c’ era bonaccia e non si muoveva foglia.

Dunque?

Come detto, quella del Vortex Shedding potrebbe essere una chiave di lettura ma in diversi articoli su web si riportano testimonianze di oscillazioni in giornate completamente senza vento. Inoltre, se rivediamo con attenzione il video riportato all’inizio dell’articolo, i fili del tram sono assolutamente fermi. Quest situazione sarebbe incompatibile con l’ipotesi del Vortex Shedding.

Quindi? Da cosa dipende l’oscillazione?

Ad oggi, non esiste ancora una spiegazione accettata per questo fenomeno. A mio avviso, il vortex shedding potrebbe essere una spiegazione, ma lo stesso fenomeno potrebbe avvenire anche per oscillazioni propagate nel terreno magari a metri di distanza dal palo. La presenza del cantiere potrebbe essere una spiegazione possibile, ma per avere un’idea certa, sarebbe necessario conoscere anche la struttura morfologica del terreno. Per darvi un’idea, se sotto il manto stradale fosse presente una zona con ampi vuoti, questa potrebbe fungere da cassa di risonanza per le oscillazioni che dunque verrebbero trasmesse al paletto.

Ovviamente l’ipotesi piu’ probabile, forse perche’ la piu’ facile da capire, e’ quella del vortex shedding, ma allora il precedente articolo di lugio di cui abbiamo parlato magari e’ stato scritto con toni sensazionalistici solo per attirare maggiormente l’attenzione. In questa ipotesi, dire che “non si muoveva una foglia” serviva solo ad aumentare il mistero sul fenomeno, salvo poi tornare indietro a distanza di mesi per spiegare il tutto con il vento.

Concludendo, la spiegazione certa per il fenomeno del palo che vibra ancora manca, anche se l’ipotesi piu’ probabile sembra essere quella del Vortex Shedding. Anche ragionando su articoli di quotidfiani nazionali, non e’ facile avere notizie certe, perche’, come visto, molto spesso anche questi giornali tendono un po’ a pompare le notizie per far apparire il tutto piu’ misterioso e magico.

 

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Psicosi 2012: presentazione a Roma

15 Set

Per chiunque fosse interessato ed in zona, vi comunico che martedi 25 Settembre ci sara’ la presentazione del libro “Psicosi 2012. Le risposte della scienza” a Roma.

L’appuntamento e’ alle ore 20.00 alla libreria Assaggi in zona San Lorenzo, via degli Etruschi 4.

Ecco la pagina dell’evento:

Presentazione Psicosi 2012

Sono sicuro che questo appuntamento sara’ un ottimo momento di scambio e di divulgazione della ricerca. Partendo dalle profezie sul 2012, potremo finalmente capire il punto di vista della scienza su tutti questi eventi e fenomeni di cui sentiamo parlare in continuazione.

La presentazione rientra negli eventi organizzati per la settimana europea della scienza. Trovate il programma completo della settimana a questo indirizzo:

Settimana europea della Scienza

Appuntamento di spicco della settimana, la “Notte europea della Ricerca” di venerdi 28 Settembre 2012. Come ogni anno, sia la notte che la settimana della ricerca saranno ricchi di appuntamenti creati appositamente per avvicinare il cittadino ai laboratori scientifici. Ruolo di spicco nella notte della ricerca avranno i Laboratori Nazionali di Frascati, con visite guidate agli esperimenti, e il comune di Frascati con esposizioni e dibattiti pubblici.

Per maggiori info, potete consultare direttamente il sito di Frascati Scienza, organizzatrice dell’evento:

Frascati Scienza

Non mancate dunque Martedi 25 a San Lorenzo per la presentazione di “Psicosi 2012. Le risposte della scienza” e Venerdi 28 a Frascati con la notte della ricerca.