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Scie chimiche: il silenzio non puo’ durare oltre!

10 Feb

Ormai da qualche anno gli amici, si fa per dire, complottisti non fanno altro che gridare e mostrare prove per sensibilizzare l’opinione pubblica al problema delle scie chimiche. Siti internet, blog, forum, ecc tentano in tutti i modi di far capire alle persone questo immenso problema. Nuovo ordine mondiale, organizzazioni segrete, massoneria, scienza corrotta, piloti di linea, tutti soggetti coinvolti nel grande e diabolico progetto per utilizzare la geoingegneria per uccidere noi poveri esseri che abitiamo questo pianeta.

Dicamocelo, e’ veramente un problema serio. Proprio per questo motivo ne abbiamo parlato diverse volte con numerosi articoli:

Alcune considerazione sulle scie chimiche

Scie Chimiche: il prelievo in quota

Scie chimiche e cloud seeding

Come difendersi dalle scie chimiche

Il Dibromoetano e le scie chimiche

A-380 modificato per spargere scie chimiche

Scie chimiche, ora abbiamo la prova

L’accordo Italia-USA per spargere scie chimiche

Scie chimiche, la prova storica!

Scie chimiche con la scusa dei vaccini!

Noi, in prima persona, abbiamo infatti mostrato la serieta’ di questo problema. Quale problema? Semplice, quello di alcuni pazzi senza senno che continuano a gridare a gran voce senza mostrare la minima prova. Perche’ dobbiamo essere noi a dimostrare che le scie non esistono? Vi rendete conto l’assurdita’ di questa affermazione? Se io propongo una teoria o un’ipotesi mai avanzata prima, devo sforzarmi per cercare prove atte a dimostrare la veridicita’ delle mie affermazioni. Questo dovrebbe essere normale. Per le scie, invece, continuo a leggere affermazioni inverosimili di speculatori che chiedono alla scienza di dimostrare che le scie non esistono. Vi rendete conto? Se oggi scrivessi un articolo per dire che l’acqua va in salita ci credereste? Assolutamente no. Bene, l’assurdita’ delle affermazioni e’ del tutto paragonabile.

Perche’ ho definito questi soggetti “speculatori”? Semplice e scontato, sono persone che hanno preso, come si suol dire, la palla al balzo per guadagnare sulla credulita’ della gente. Come? L’ho detto numerose volte e continuero’ a ripeterlo: pubblicita’, banner, visite ai siti. Tutte cose che fanno guadagnare questi soggetti. Piu’ di qualche volta qualcuno ha provato a dire che anche questo blog e’ paragonabile perche’ nato per vendere un libro. Chi mi conosce e frequenta questo sito, sa bene quanta falsita’ ci sia in queste affermazioni. Ho scritto un libro? Certo. L’ho scritto per spiegare l’assurdita’ delle ipotesi sul 21 dicembre 2012. Proprio da questo libro e’ nato il blog. Inizialmente per pubblicizzare il libro ma, non sono mai stato un buon venditore, mi sono fatto quasi subito prendere la mano e il blog e’ cresciuto e si e’ sviluppato come una cosa a se stante. C’e’ un link alla fine di ogni articolo che rimanda alla pagina del libro? Vero anche questo ma, quando siete entrati su questo sito, vi ho chiesto di comprare il libro? Ho chiesto una prova d’acquisto? Assolutamente no e non lo faro’ mai. Qui ci sono piu’ di 600 articoli di scienza vera, liberamente fruibili da tutti senza spendere un euro e, cosa non da poco, senza che un euro entri nelle mie tasche.

Questo solo per fare un inciso e specificare, per l’ennesima volta, cosa significa fare divulgazione e non speculazione!

Perche’ torno nuovamente su queste tematiche? Qualche giorno fa, come mia abitudine, sono andato a “documentarmi” su quei simpatici siti per vedere le ultime novita’ del settore bufala. Trovo un articolo molto interessante che inizia in questo modo:

Era impossibile pensare ad un totale silenzio dei Media Nazionali riguardo al problema della Geo-Ingegneria Clandestina meglio conosciuta col nome SCIE CHIMICHE.

Un Tg nazionale parla di scie chimiche?

Leggo l’articolo e scopro che in realta’ non si tratta di un Tg nazionale bensi’ di un’emittente locale chiamata “Videolina”. Si tratta di una emittente privata della Sardegna. Per carita’, non voglio aggiungere bufale a bufale. Videolina non puo’ essere considerata una “piccola” emittente, come potete leggere vedendo la sua storia raccontata su wikipedia:

Wiki Videolina

Certo, da qui a definirla come un “Media nazionale” ce ne passa parecchio!

Per completezza di informazioni vi riporto anche il famoso servizio del Tg di Videolina in cui si fa questa presunta inchiesta sulle scie chimiche:

Come avete potuto vedere ed ascoltare vengono nuovamente chiamate in causa tutte le presunte “prove” gia’ piu’ volte sbugiardate negli articoli precedenti.

Perche’ un’emittente, anche se privata e regionale, parla di queste illazioni senza prova scientifica? Semplice, per lo stesso identico motivo che spinge i complottisti a creare siti, forum e blog: soldi! Come detto in numerose occasioni, quello delle scie chimiche e’ un business ricco e che fa aumentare gli ascolti. La colpa di questo non e’ certo di quelli che cavalcano l’onda, bensi’ di tutti quelli che ancora credono a queste affermazioni. Noi non vogliamo convincervi per partito preso ma, come fatto negli altri articoli, sbugiardando di volta in volta tutte le affermazioni. Non credete a me o a altri che dicono che le scie non esistono ma, per carita’, non credete neanche a coloro che vogliono inculcarvi questa idea. Dovete credere solo a voi stessi! Studiate, analizzate le prove, le affermazioni e, fatevi una vostra idea. Vi hanno convinto sull’esistenza delle scie chimiche? Come? Quali prove inconfutabili sono state mostrate? Personalmente, non ho visto nessuna prova se non affermazioni senza veridicita’ scientifica.

Tornando a Videolina, a riprova di quanto affermato sopra, non e’ assolutamente la prima volta che viene fatto un servizio di questo tipo. Basta fare una ricerca sulla rete per vedere quanti servizi sono stati fatti sulle scie chimiche:

Videlina, servizi scie

Come vedete le inchieste partono gia’ dal 2011.

Pensate sia la sola inchiesta fatta da questa emittente in cerca della verita’? Assolutamente no.

Questi sono i servizi sugli ufo:

Videolina, UFO

Questi quelli su Atlantide:

Videolina, Atlantide

Questi quelli sulle morie di animali:

Videolina, Moria animali

Devo continuare? Credo che questo sia sufficiente a farvi capire la tipologia di inchieste sul mistero fatte da Videolina. Ovviamente, di volta in volta, collaborano con le inchieste nomi “famosi” del complottismo italiano in cerca, ovviamente e come l’emittente, di pubblicita’ per i loro scopi lucrosi.

Prima di chiudere, vi segnalo anche un altro documento importante. Non tutti hanno la capacita’, la fantasia o i mezzi per costruire siti internet o mandare servizi televisivi. Visto che l’occasione e’ ghiotta, ognuno cerca di sfruttarla come puo’ inventandosi qualcosa di personale. Tra questi, c’e’ un presunto artista, tale Manlio Calafrocampano, che ha contribuito alla causa scrivendo e cantando un inno per i “guerrieri” che ogni giorno lottano per mostrare al mondo la verita’ sulle scie chimiche. Ecco a voi la canzone:

Canzone scie chimiche

Come avete visto, il titolo e’ “Scie Chimiche (HAARP)” ma si, perche’ non mettere dentro anche HAARP che fa tanto discutere! Ma chiamiamo il brano “scie chimiche, Haarp, NWO, alieni, CIA puzza VIA, scienziati assassini!”. In fondo, se dobbiamo fare pubblicita’, facciamola per bene!

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Altra moria, questa volta di mante

1 Mar

Ebbene si, ci risiamo. Proprio in questi giorni si e’ di nuovo scatenata la voce catastrofista sul web che prende spunto dalle “misteriose” morie di animali nel mondo.

Dopo aver discusso insieme di uccelli:

Moria di uccelli nel mondo

e di delfini:

Moria di delfini nel Tirreno

questa volta e’ il turno delle Mante.

Cosa e’ successo?

Proprio un paio di giorni fa, si e’ diffuso sulla rete un video girato sulla spiaggia di fronte a Gaza, in Palestina, dove vengono mostrate delle scene molto forti: centinaia di mante che giacciono morte sulla spiaggia.

Ecco una foto presa proprio su quel tratto di spiaggia:

Mahmus Hmas: foto fatta sulla spiaggia di fronte a Gaza

Mahmus Hmas: foto fatta sulla spiaggia di fronte a Gaza

Stando a quanto si legge in rete, questi pesci sarebbero stati trovati spiaggiati alle prime luci dell’alba, apprentemente senza un motivo. Sempre secondo i vari articoli che trovate in rete, le analisi tossicologiche avrebbero dato risultati negativi, non ci sono state forti mareggiate e questo fenomeno e’ del tutto nuovo. Ovviamente, la scienza non sa da cosa sia stata provocata questa misteriosa moria e dunque non mancano ipotesi fantasiose come: inversione del campo magnetico, la Terra che si sta rivoltando all’uomo, catastrofi in corso, ecc, ecc.

Dunque? Cosa e’ successo realmente?

Facciamo una piccola premessa. Il mio “ci risiamo” iniziale non era assolutamente teso a sminuire episodi di questo tipo. Scene come quelle della foto sono assolutamente crudeli. Il preambolo fatto e’ invece rivolto ai tanti siti catastrofisti che prendono notizie di questo tipo e ci speculano sopra solo per alimentare il sospetto nelle persone. Invece di chiedersi cosa potrebbe essere accaduto e perche’ centinaia di mante si siano spiaggiate, tendono solo a gettare ombre sull’avvenimento, evitando dunque di offrire una spiegazione all’accaduto.

Cerchiamo invece di andare con ordine e capire cosa e’ realmente accaduto.

Come discusso nell’articolo sulla moria degli uccelli, e’ vero che episodi di questo tipo avvengono di sovente in varie parti del mondo, ma la causa di questo non e’ assolutamente da ricercarsi nella natura che si rivolta o in fantomatici cambiamenti strutturali del nostro pianeta. Purtroppo, molto spesso, la causa di queste stragi di animali e’ da ricercarsi solo ed esclusivamente nell’uomo.

Come visto, molte delle morie di uccelli nel mondo sono avvenute a cavallo della fine dell’anno quando, per festeggiare il 31 Dicembre, vengono esplosi fuochi artificiali. Il rumore provocato da queste esplosioni e’ causa di un forte stress per gli animali e, in alcuni casi come quello degli uccelli, puo’ addirittura provocare la morte simultanea di tantissimi individui.

Cosa dire invece sulle mante?

Funzionamento della rete a strascico

Funzionamento della rete a strascico

Anche in questo caso, la causa e’ l’uomo e non c’e’ assolutamente nessun mistero su quanto accaduto.

Partiamo dall’inizio. Molti di voi conosceranno le cosiddette “reti a strascico”, una tipologia di rete da pesca che viene trainata sul fondo del mare, catturando tutto cio’ che vi rimane impigliato. Bene, la General Fisheries Commission for the Mediterranean ha dichiarato illegali queste reti. Il perche’ e’ molteplice e molto semplice. Prima di tutto, queste reti distruggono i fondali marini, inoltre il loro utilizzo puo’ causare la pesca accidentale di pesci di profondita’ come appunto le mante. Parliamo di “pesca accidentale” perche’ l’obiettivo principale non e’ assolutamente la pesca di queste specie, bensi’ di pesci molto piu’ commerciali.

Bene, nonostante questa messa al bando, la Palestina non ha aderito al trattato ed i suoi pescatori continuano imperterriti nell’utilizzo di questi sistemi.

Quindi abbiamo capito tutto, sono state utilizzate reti a strascico su fondali bassi e sono state catturate mante.

Questo non e’ ancora esattamente chiarificatore. All’inizio parlavamo di centinaia di mante trovate sulla spiaggia. Possibile che le acque della Palestina siano cosi’ popolate di questa specie?

In realta’, proprio a cavallo tra febbraio e marzo, le acque di fronte a Gaza si popolano di mante, ma negli ultimi 7 anni il loro numero era drasticamente sceso quasi fino a scomparire. Proprio quest’anno invece, le mante hanno fatto il loro ritorno con numeri davvero eccezionali. Praticamente le acque si sono riempite di questi pesci come non accadeva da moltissimo tempo.

A riprova di questo, vi segnalo un articolo dell’ANSA di pochi giorni fa in cui si parla proprio di questo ritorno di mante in Palestina:

ANSA, mante in Palestina

Quindi, ora e’ tutto piu’ chiaro. I pescatori palestinesi utilizzano tipologie di reti considerate illegali in gran parte del mondo. Questi sistemi possono “accidentalmente” catturare le mante che proprio quest’anno sono tornate in grande numero in quelle acque.

Perche’ continuo a sottolineare “accidentalmente”?

Come scritto anche nell’articolo dell’ANSA, Gaza e’ famosa per i suoi ristoranti di pesce e la manta e’ considerato un pesce molto prelibato. Avere i mezzi e tutti quei pesci in acqua, non puo’ che offrire una ghiotta occasione per i pescatori.

A riprova di questo, vi riporto un video girato proprio in questi giorni a Gaza:

Come potete vedere, nel video si vedono barche di pescatori tornare verso la spiaggia cariche di mante. Nella parte conclusiva, si vedono poi i pescatori tagliare direttamente i pesci in spiaggia e preparare grossi filetti da vendere al locale mercato del pesce o direttamente ai ristoranti.

Prima conclusione, dal punto di vista prettamente scientifico, non c’e’ assolutamente nessun mistero riguardo alle mante sulla spiaggia di Gaza. Dal punto di vista “ecosostenibile”, e’ chiaro che ci sia un problema. Come visto nel video, mi sembra azzardato parlare di pesca accidentale. Inoltre, si deve tener conto che le mante sono una specie in rapida diminuzione. Attivita’ di questo tipo non possono che contribuire, prima o poi, alla sparizione di questo tipo di pesce.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

 

Perche’ la ricerca: economia

5 Gen

Nel post precedente:

Perche’ la ricerca: scienza e tecnologia

abbiamo cercato di rispondere alla domanda “perche’ fare ricerca?” discutendo il lato tecnologico e le possibili ricadute scientifiche nella vita di tutti i giorni. Come detto, stiamo cercando di rispondere a questa domanda non in senso generale, ma proprio contestualizzando la risposta in questi anni di profonda crisi economica o, comunque, investendo nella ricerca a discapito di settori considerati piu’ importanti o vitali per tutti i cittadini.

Dopo queste considerazioni piu’ tecniche, vorrei invece analizzare il discorso economico della ricerca. Come sappiamo, e come abbiamo visto nel precedente post, fare ricerca ad alti livelli implica investimenti molto massicci. Tolte le ricadute tecnologiche, cerchiamo invece di capire se sono investimenti a fondo perduto o se implicano un ritorno economico tangibile per le nazioni.

Come nel caso precedente, prendiamo come esempio tra grandi ricerche in settori diversi per cercare di quantificare in modo pratico, numeri alla mano. I soliti tre esempi sono: ITER, il reattore a fusione per scopi di ricerca, le missioni spaziali e il CERN, come esempio di grande laboratorio per la fisica delle particelle.

Partiamo da ITER e partiamo con una considerazione che ci deve far riflettere. ITER e’ una collaborazione internazionale in cui entrano gli Stati Uniti, il Giappone e alcuni paesi europei. Come detto, parliamo di un investimento dell’ordine di 10 miliardi di euro. Forse vi fara’ riflettere il fatto che Francia e Giappone hanno discusso per lungo tempo proprio per cercare di costruire il reattore nel proprio paese. Ovviamente averlo in casa offre dei vantaggi notevoli in termini di ricadute tecnologiche, ma sicuramente implica una maggiore spesa per il paese ospitante. Conoscendo la situazione economica attuale, se un paese cerca in tutti i modi di averlo in casa e dunque spendere di piu’, significa che qualcosa indietro deve avere.

Passiamo invece alle missioni spaziali. Altro tema scottante nel discorso economico e molte volte visto come una spesa enorme ma non necessaria in tempi di crisi. Partiamo, ad esempio, dal discorso occupazionale. Molte volte sentiamo dire dai nostri politicanti o dagli esperti di politica ecnomica che si devono fare investimenti per creare posti di lavoro. Vi faccio un esempio, al suo apice, il programma di esplorazione Apollo dava lavoro a circa 400000 persone. Non pensiamo solo agli scienziati. Un programma del genere crea occupazione per tutte le figure professionali che vanno dall’operaio fino al ricercatore, dall’addetto alle pulizie dei laboratori fino all’ingegnere. Ditemi voi se questo non significa creare posti di lavoro.

Passando invece all’esempio del CERN, sicuramente i numeri occupazionali sono piu’ piccoli, ma di certo non trascurabili. Al CERN ci sono circa 2500 persone che tutti i giorni lavorano all’interno del laboratorio. A questi numeri si devono poi sommare quelli dei paesi che partecipano agli esperimenti ma non sono stanziali a Ginevra. In questo caso, arriviamo facilmente ad una stima intorno alle 15000 unita’.

A questo punto pero’ sorge una domanda che molti di voi si staranno gia’ facendo. LHC, come esempio, e’ costato 6 miliardi di euro. E’ vero, abbiamo creato posti di lavoro, ma la spesa cosi’ elevata giustifica questi posti? Con questo intendo, se il ritorno fosse solo di numeri occupazionali, allora tanto valeva investire cifre minori in altri settori e magari creare piu’ posti di lavoro.

L’obiezione e’ corretta. Se il ritorno fosse solo questo, allora io stesso giudicherei l’investimento economico, non scientifico, fallimentare. Ovviamente c’e’ molto altro in termini finanziari.

Prima di tutto vi devo spiegare come funziona il CERN. Si tratta di un laboratorio internazionale, nel vero senso della parola. Il finanziamento del CERN viene dai paesi membri. Tra questi, dobbiamo distinguere tra finanziatori principali e membri semplici. Ovviamente i finanziatori principali, che poi sono i paesi che hanno dato il via alla realizzazione del CERN, sono venti, tra cui l’Italia, ma, ad esempio, alla costruzione di LHC hanno partecipato circa 50 paesi. Essere un finanziatore principale comporta ovviamente una spesa maggiore che viene pero’ calcolata anno per anno in base al PIL di ogni nazione.

Concentriamoci ovviamente sul caso Italia, ed in particolare sugli anni caldi della costruzione di LHC, quelli che vanno dal 2000 al 2006, in cui la spesa richiesta era maggiore.

Nel 2009, ad esempio, il contributo italiano e’ stato di 83 milioni di euro, inferiore, in termini percentuali, solo a Francia, Germania e Regno Unito.

Contributo italiano al CERN in milioni di euro. Fonte: S.Centro, Industrial Liasion Officer

Contributo italiano al CERN in milioni di euro. Fonte: S.Centro, Industrial Liaison Officer

Il maggiore ritorno economico per i paesi e’ ovviamente in termini di commesse per le industrie. Che significa questo? Servono 100 magneti, chi li costruisce? Ovviamente le industrie dei paesi membri che partecipano ad una gara pubblica. Il ritorno economico comincia dunque a delinearsi. Investire nel CERN implica un ritorno economico per le industrie del paese che dunque assumeranno personale per costruire questi magneti. Stiamo dunque facendo girare l’economia e stiamo creando ulteriori posti di lavoro in modo indiretto.

Apriamo una parentesi sull’assegnazione delle commesse. Ovviamente si tratta di gare pubbliche di appalto. Come viene decretato il vincitore? Ogni anno, il CERN calcola un cosiddetto “coefficiente di giusto ritorno”, e’ un parametro calcolato come il rapporto tra il ritorno in termini di commesse per le industrie e il finanziamento offerto alla ricerca. Facciamo un esempio, voi investite 100 per finanziare la costruzione di LHC, le vostre industrie ottengono 100 di commesse dal CERN, il coefficiente di ritorno vale 1.

Ogni anno, in base al profilo di spesa, ci saranno coefficienti diversi per ciascun paese. Si parla di paesi bilanciati e non bilanciati a seconda che il loro coefficiente sia maggiore o minore del giusto ritorno. In una gara per una commessa, se l’industria di un paese non bilanciato arriva seconda dietro una di un paese gia’ bilanciato, e lo scarto tra le offerte e’ inferiore al 20%, allora l’industria del paese non bilanciato puo’ aggiudicarsi la gara allineandosi con l’offerta del vincitore. In questo modo, viene ripartito equamente, secondo coefficienti matematici, il ritorno per ciascun paese.

Cosa possiamo dire sull’Italia? Negli anni della costruzione di LHC, LItalia ha sempre avuto un coefficiente molto superiore al giusto ritorno. Per dare qualche numero, tra il 1995 e il 2008, il nostro paese si e’ aggiudicato commesse per le nostre aziende per un importo di 337 milioni di euro.

Vi mostro un altro grafico interessante, sempre preso dal rapporto del prof. S.Centro dell'”Industrial Liaison Officer for Italian industry at CERN”:

Commesse e coefficiente di ritorno per l'Italia. Fonte: S.Centro, Industrial Liaison Officer

Commesse e coefficiente di ritorno per l’Italia. Fonte: S.Centro, Industrial Liaison Officer

A sinistra vedete gli importi delle commesse per gli anni in esame per il nostro Paese, sempre in milioni di euro, mentre a destra troviamo il coefficiente di ritorno per l’Italia calcolato in base all’investimento fatto. Tenete conto che in quesgli anni, la media del giusto ritorno calcolato dal CERN era di 0.97.

Guardando i numeri, non possiamo certo lamentarci o dire che ci abbiano trattato male. La conclusione di questo ragionamento e’ dunque che un investimento nella ricerca scientifica di qualita’, permette un ritorno economico con un indotto non indifferente per le aziende del paese. Ogni giorno sentiamo parlare di rilancio delle industrie, di creazione di posti di lavoro, di rimessa in moto dell’economia, mi sembra che LHC sia stato un ottimo volano per tutti questi aspetti.

Ultima considerazione scientifico-industriale. Le innovazioni apportate facendo ricerca scientifica, non muoiono dopo la realizzazione degli esperimenti. Soluzioni tecnologiche e migliorie entrano poi nel bagaglio industriale delle aziende che le utilizzano per i loro prodotti di punta. Molte aziende vengono create come spin-off di laboratori, finanziate in grossa parte dalla ricerca e poi divengono delle realta’ industriali di prim’ordine. L’innovazione inoltra porta brevetti che a loro volta creano un ritorno economico futuro non quantificabile inizialmente.

Concludendo, anche dal punto di vista economico, fare ricerca non significa fare finanziamenti a fondo perduto o fallimentari. Questo sicuramente comporta un ritorno economico tangibile immediato. Inoltre, il ritorno in termini tecnologici e di innovazione non e’ quantificabile. Fare ricerca in un determinato campo puo’ portare, immediatamente o a distanza di anni, soluzioni che poi diventeranno di uso comune o che miglioreranno settori anche vitali per tutti.

Vi lascio con una considerazione. Non per portare acqua al mulino della ricerca, ma vorrei farvi riflettere su una cosa. In questi anni di crisi, molti paesi anche europei, ma non l’Italia, hanno aumentato i fondi dati alla ricerca scientifica. A fronte di quanto visto, forse non e’ proprio uno sperpero di soldi.

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Perche’ la ricerca: scienza e tecnologia

4 Gen

Molte volte, parlando di scienza e di ricerca scientifica, mi viene fatta una domanda apparentemente banale, ma che in realta’ nasconde un vero e proprio mondo: Perche’ fare ricerca?

Ovviamente in questo caso non parlo del senso letterale della domanda. E’ noto a tutti che la ricerca scientifica ci permette di aumentare la nostra conoscenza del mondo, dei meccanimi della natura e ci consente di dare un piccolo contributo al dilemma: da dove veniamo e dove andiamo?

In questo post e nel successivo, vorrei cercare di parlare proprio del senso piu’ pratico di questa domanda. Al giorno d’oggi, con la crisi che imperversa, molti si chiedono che senso abbia “sperperare” soldi nella ricerca scientifica invece di utilizzarli per fini piu’ pratici e tangibili per la societa’.

In questo primo post vorrei parlare delle motivazioni scientifiche e tenologiche della ricerca scientifica, mentre nel prossimo post mi vorrei concentrare sugli aspetti piu’ prettamente economici.

Premesso questo, cerchiamo di capire quali sono le implicazioni e le migliorie scientifiche apportate dall’attivita’ di ricerca.

Molti di voi sapranno gia’ che diverse tecniche di diagnostica medica, come la radiografia, la TAC, la PET, provengono e sono state pensate nell’ambito della ricerca scientifica ed in particolare per la costruzione di rivelatori per le particelle. Questi sono discorsi abbastanza noti e per principio non vi faro’ la solita storiella con date e introduzione negli ospedali di queste tecniche.

Parliamo invece di cose meno note, ma forse ben piu’ importanti.

A costo di sembrare banale, vorrei proprio iniziare da LHC al CERN di Ginevra e dalla ricerca nella fisica delle alte energie. In questo caso, stiamo parlando del piu’ grande acceleratore in questo settore e ovviamente anche del piu’ costoso. Con i suoi 6 miliardi di euro, solo per l’acceleratore senza conteggiare gli esperimenti, parliamo di cifre che farebbero saltare sulla sedia molti non addetti ai lavori.

Che vantaggi abbiamo ottenuto a fronte di una spesa cosi grande?

Next: il primo server WWW del CERN

Next: il primo server WWW del CERN

Partiamo dalle cose conosciute. Solo per darvi un esempio, il “world wide web” e’ nato proprio al CERN di Ginevra, dove e’ stato sviluppato per creare un modo semplice e veloce per lo scambio di dati tra gli scienziati. Ad essere sinceri, un prototipo del WWW era gia’ stato sviluppato per ambiti militari, ma l’ottimizzazione e la resa “civile” di questo mezzo si deve a due ricercartori proprio del CERN:

CERN, were the web was born

Restando sempre in ambito tecnlogico, anche l’introduzione del touchscreen e’ stata sviluppata al CERN e sempre nell’ambito della preparazione di rivelatori di particelle. A distanza di quasi 20 anni, questi sistemi sono ormai di uso collettivo e vengono utilizzati in molti degli elettrodomestici e dei gadget a cui siamo abituati.

Uno dei primi sistemi touch introdotti al CERN

Uno dei primi sistemi touch introdotti al CERN

Pensandoci bene, tutto questo e’ normale. Rendiamoci conto che costruire un acceleratore o un esperimento sempre piu’ preciso, impone delle sfide tecnologiche senza precedenti. Laser, sistemi di controllo ad alta frequenza, magneti, rivelatori sono solo alcuni esempi dei sistemi che ogni volta e’ necessario migliorare e studiare per poter costruire una nuova macchina acceleratrice.

Anche in ambito informatico, la ricerca in fisica delle alte energie impone dei miglioramenti che rappresentano delle vere e proprie sfide tecnologiche. Un esperimento di questo tipo, produce un’enorme quantita’ di dati che devono essere processati e analizzati in tempi brevissimi. Sotto questo punto di vista, la tecnologia di connessione ad altissima velocita’, le realizzazione di sistemi di contenimento dei dati sempre piu’ capienti e lo sviluppo di macchine in grado di fare sempre piu’ operazioni contemporaneamente, sono solo alcuni degli aspetti su cui la ricerca scientifica per prima si trova a lavorare.

Saltando i discorsi della diagnostica per immagini di cui tutti parlano, molte delle soluzioni per la cura di tumori vengono proprio dai settori della fisica delle alte energia. Basta pensare alle nuove cure adroterapiche in cui vengono utilizzati fasci di particelle accelerati in piccoli sistemi per colpire e distruggere tumori senza intaccare tessuti sani. Secondo voi, dove sono nate queste tecniche? Negli acceleratori vengono accelerate particelle sempre piu’ velocemente pensando sistemi sempre piu’ tecnologici. La ricerca in questi settori e’ l’unico campo che puo’ permettere di sviluppare sistemi via via piu’ precisi e che possono consentire di colpire agglomerati di cellule tumorali di dimensioni sempre minori.

Detto questo, vorrei cambiare settore per non rimanere solo nel campo della fisica delle alte energie.

In Francia si sta per realizzare il primo reattore a fusione per scopi di ricerca scientifica. Questo progetto, chiamato ITER, e’ ovviamente una collaborazione internazionale che si prefigge di studiare la possibile realizzazione di centrali necleari a fusione in luogo di quelle a fissione. Parlare di centrali nucleari e’ un discorso sempre molto delicato. Non voglio parlare in questa sede di pericolosita’ o meno di centrali nucleari, ma il passaggio della fissione alla fusione permetterebbe di eliminare molti degli svantaggi delle normali centrali: scorie, fusione totale, ecc. Capite dunque che un investimento di questo tipo, parliamo anche in questo caso di 10 miliardi di euro investiti, potrebbe portare un’innovazione nel campo della produzione energetica senza eguali. Se non investiamo in queste ricerche, non potremmo mai sperare di cambiare i metodi di produzione dell’energia, bene primario nella nostra attuale societa’.

La sonda Curiosity della NASA

La sonda Curiosity della NASA

Passando da un discorso all’altro, in realta’ solo per cercare di fare un quadro variegato della situazione, pensiamo ad un altro settore sempre molto discusso, quello delle missioni spaziali. Se c’e’ la crisi, che senso ha mandare Curiosity su Marte? Perche’ continuiamo ad esplorare l’universo?

Anche in questo caso, saltero’ le cose ovvie cioe’ il fatto che questo genere di missioni ci consente di capire come il nostro universo e’ nato e come si e’ sviluppato, ma parlero’ di innovazione tecnologica. Una missione spaziale richiede l’utilizzo di sistemi elettronici che operano in ambienti molto difficili e su cui, una volta in orbita, non potete certo pensare di mettere mano in caso di guasto. L’affidabilita’ di molte soluzioni tecnologiche attuali, viene proprio da studi condotti per le missioni spaziali. Esperimenti di questo tipo comportano ovviamente la ricerca di soluzioni sempre piu’ avanzate, ad esempio, per i sistemi di alimentazione. L’introduzione di batterie a lunghissima durata viene proprio da studi condotti dalle agenzie spaziali per le proprie missioni. Anche la tecnologia di trasmissione di dati a distanza, ha visto un salto senza precedenti proprio grazie a questo tipo di ricerca. Pensate semplicemente al fatto che Curiosity ogni istante invia dati sulla Terra per essere analizzati. Se ci ragionate capite bene come queste missioni comportino lo sviluppo di sistemi di trasferimento dei dati sempre piu’ affidabili e precise per lunghissime distanze. Ovviamente tutti questi sviluppi hanno ricadute molto rapide nella vita di tutti i giorni ed in settori completamente diversi da quelli della ricerca scientifica.

Concludendo, spero di aver dato un quadro, che non sara’ mai completo e totale, di alcune delle innovazioni portate nella vita di tutti i giorni dalla ricerca scientifica. Come abbiamo visto, affrontare e risolvere sfide tecnologiche nuove e sempre piu’ impegnativa consente di trovare soluzioni che poi troveranno applicazione in campi completamente diversi e da cui tutti noi potremmo trarre beneficio.

Ovviamente, ci tengo a sottolineare che la conoscenza apportata dai diversi ambiti di ricerca non e’ assolutamente un bene quantificabile. Se vogliamo, questo potrebbe essere il discorso piu’ criticabile in tempi di crisi, ma assolutamente e’ la miglioria della nostra consapevolezza che ci offre uno stimolo sempre nuovo e crea sempre piu’ domande che risposte.

Post successivo sul discorso economico: Perche’ la ricerca: economia

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Scoperta nuova nuvola?

30 Set

In questi ultimi giorni sta facendo il giro del web, e dei maggiori quotidiani, la scoperta di una nuova tipologia di nuvola. Stando a quanto si legge nei quotidiani, la nuvola sarebbe stata osservata per la prima volta a Cedar Rapids nell’Iowa e subito dopo l’annuncio, questa nuova tipologia di nuvole sarebbe stata osservata in diverse parti del mondo.

Ecco una foto della nuova nuvola:

Foto di una Undulatus asperatus

Sempre secondo le fonti, gli studiosi avrebbero subito fatto richiesta alla Cloud Appreciation Society per far registrare l’importante scoperta e assegnargli un nome per indicare la nuova categoria. Vista la particolare forma della nube, il nome proposto e’ Undulatus asperatus cioe’, dal latino, ondulate increspate.

La formazione di questo tipo di nubi sarebbe dovuto al particolare gradiente termico atmosferico e alle condizioni di pressione che favorirebbero la ridiscesa delle gocce d’acqua creando le forme spettacolari viste.

Come potete facilmente immaginare, la notizia ha risvegliato gli animi anche dei tanti filo catastrofisti che circolano in rete. Da subito si e’ parlato di associazione con l’imminente fine del mondo o con le scie chimiche. In quest’ultimo caso, stando ai testimoni, queste nuvole si formerebbero dopo 12-24 ore dalla presenza di scie chimiche, proprio a causa della concentrazione di veleni.

Riguardo invece l’associazione con la fine del mondo, gia’ in altri post abbiamo trattato questi temi:

Una nuvola che fa pensare alla fine del mondo

Altra strana nube, questa volta in Giappone

Altra strana nube a Tulsa

Nuvole sismiche

Come abbiamo visto, in tutti questi casi si trattava di fenomeni gia’ conosciuti dalla meteorologia e completamente spiegati dal punto di vista scientifico.

Cosa possiamo dire invece delle ondulate increspate? Semplicemente che si stanno riproponendo notizie vecchie di piu’ di 3 anni!

Vi spiego subito il perche’.

In realta’, l’osservazione di questo tipo di nuvole e’ avvenuta gia’ nel 2009. Questo non significa che prima del 2009 non si formavano ondulate increspate, semplicemente significa che fino al 2009 non si era mai associato questo tipo di formazione con qualcosa non spiegabile con le tipologie gia’ note.

Ovviamente, per fare queste affermazioni, dobbiamo dimostrarlo.

Provate ad andare su google e cercate Undulatus asperatus utilizzando la ricerca avanzata e impostando un intervallo di date tra 2009 e 2010. Ecco il risultato della ricerca:

Ricerca google avanzata

Come vedete trovate anche la Home page del sito della Cloud Appreciation Society:

Cloud Appreciation Society

con una bella foto di questa nuvola. Leggete bene la data indicata: Giugno 2009!

La cosa incredibile e’ che anche famosi quotidiani nazionali sono caduti nella falsa notizia:

Notizia quotidiano

Osservate in particolare, alla fine dell’articolo, la data del 24 Settembre 2012.

Ovviamente e’ facile capire perche’ questa notizia sia stata ritirata fuori proprio adesso: per incrementare il terrore sul 2012 e la convinzione che qualcosa di incomprensibile e pericoloso stia accadendo.

Come sempre ricordiamo, non credete mai per partito preso ad una notizia, anche se viene da una fonte come un quotidiano nazionale. Purtroppo, anche questi a volte restano coinvolti in questo gioco complottista mirato solo ad aumentare la psicosi sul 2012. Diffidate sempre, studiate autonomamente confrontando fonti diverse e cercate sempre di avere in mano dati incontrovertibili. Per continuare ad analizzare le profezie sul 2012 e per capire finalmente cosa in realta’ dobbiamo aspettarci per il 21 Dicembre, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.

Curiosity e gli UFO: dopo le foto, il video.

5 Set

In un precedente post, abbiamo parlato delle immagini scattate dalla missione Curiosity della NASA e degli ipotetici UFO che sarebbero stati ripresi:

Curiosity e gli UFO

Da semplici considerazioni, e dall’analisi di altre foto, abbiamo visto come questi misteriosi puntini ripresi all’orizzonte altro non sono che pixel danneggiati della camera.

Ora, non potevamo certo pensare che gli avvistamenti sarebbero finiti qui.

Qualche giorno fa e’ addirittura apparso in rete un video fatto su Marte che mostrerebbe un oggetto volante, chiamiamolo anche UFO, svolazzare sull’orizzonte ripreso da Curiosity. Da quanto si legge in rete, questo video sarebbe stato caricato sulla pagina ufficiale della missione, ma rimosso dopo pochi minuti.

Come nostra abitudine, prima di fare commenti o analisi, vediamo il video di cui stiamo parlando:

Video Curiosity

Nel video si vede chiaramente un oggetto luminoso passare all’orizzonte, fermarsi per qualche istante e poi proseguire dietro il promontorio.

Di cosa si tratta?

Per rispondere a questa domanda, e’ necessario fare qualche considerazione tecnica sulla strumentazione del Rover. Come abbiamo visto nel precedente articolo, Curiosity e’ un vero e proprio laboratorio per missioni sul campo. Oltre a vari strumenti di analisi, vi sono una serie di telecamere disposte in diversi punti del rover.

Il video in questione e’ stato ripreso da una delle telecamere di servizio, chiamate anche HazCam. Questi sono dei dispositivi a bassa risoluzione, montati sui lati di Curiosity e che vengono usate durante la manovre e gli spostamenti del Rover. HazCam sta appunto per “Hazard Camera”, cioe’ “telecamere di pericolo”, il cui scopo e’ appunto individuare sassi, buche o altre cose che potrebbero inteferire durante gli spostamenti di Curiosity. Dato il loro utilizzo, queste camere hanno una risoluzione inferiore rispetto a quelle di osservazione in grado di scattare foto ad alta risoluzione e a colori della superficie di Marte.

Se volete conoscere ulteriori dettagli e sulla strumentazione fotografica di Curiosity, vi segnalo un ottimo articolo di Tom’s Hardware:

Come fotografa Curiosity

Tornando al video, alla luce di quanto detto sulle HazCam, ci accorgiamo subito che si tratta di un falso. Il video ha una risoluzione di 25 fps, molto maggiore di quello che si potrebbe realizzare utilizzando le immagini di queste camere. Notiamo anche un altro particolare, l’immagine in primo piano dell’ombra del Rover non presenta disturbi. Mi spiego meglio, la compressione delle immagini e il rumore dovrebbero comportare dei disturbi dinamici osservabili. Ciascuna immagine che compone il video dovrebbe presentare lievi differenze di qualita’, di rumore, di illuminazione, effetti completamente assenti nel video.

La strumentazione fotografica di Curiosity

Cosa significa tutto questo?

Semplicemente che non si tratta di un vero video di Curiosity, ma semplicemente di un filmato realizzato utilizzando un’immagine presa dalla HazCam e su cui e’ stato sovrapposto l’oggetto volante luminoso. L’immagine di sfondo sarebbe dunque una sola, e su questa sarebbe stato messo, in diversi punti dando l’impressione dello spostamento, il disco volante. Questo spiega la staticita’ della ripresa video.

A riprova di questo, vi riporto anche l’immagine che e’ stata utilizzata per realizzare il video, e che puo’ essere vista dall’archivio JPL di cui abbiamo parlato nel precedente articolo:

Immagine Curiosity 4271

Ovviamente, anche la storia del video caricato sul sito NASA e subito rimosso e’ falsa e costruita solo per dare maggiore credito al video.

Quanti altri falsi video e foto di UFO presi da Curiosity compariranno ancora in rete? Speriamo nessuno, ma, come detto in altri post, il fatto di avere una sonda su Marte e’ un’occasione molto appetibile per i soliti complottisti.

Anche in questo caso, siamo di fronte ad un falso realizzato solo per aumentare la paura o la convizione che qualcosa ci possa mettere in pericolo. Diffidate sempre da informazioni di questo tipo. Cercate sempre di ragionare, analizzare e confrontare fonti diverse. Solo in questo modo potrete evitare di cadere nell’innumerevoli trappole diffuse in rete. Per analizzare in dettaglio tutti i fenomeni profetizzati sul 2012 e per fare chiarezza su concetti troppo spesso lasciati solo a falsi profeti, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.