Diverse volte su questo blog ci siamo occupati di uno dei temi piu’ caldi del panormama complottista: l’esistenza o meno di forme di vita extraterrestre. Perche’ lo voglio inserire nel complottismo? Semplice, come sappiamo bene e complici anche le tante trasmissioni di pseudoscienza che inquinano i programmi televisivi, quello degli ufo e’ un tema molto sentito e su cui spesso si punta il dito contro i governi che saprebbero della loro esistenza ma, attraverso le agenzie spaziali, avrebbero creato una macchina di disinformazione per far credere il contrario.
Spesso, quando si parla di “Avvistamenti extraterrestri” ci si riferisce a singole osservazioni di dischi volanti, ad omini verdi avvistati in qualche bosco o, peggio ancora, a alieni che lavorarebbero con il governo. Questi temi sono stati tutti ampiamente trattati nel blog mostrando come tutti i casi analizzati possano essere facilmente risolti ragionando o analizzando anomalie grafiche nelle immagini. Ovviamente, senza contare tutti i casi palesemente falsi a cui la rete ci ha ormai abituato.
Questa volta vorrei invece parlare di un caso completamente diverso e che e’ venuto alla ribalta solo negli ultimi mesi dopo l’uscita del libro “contattismo di Massa”. Il testo racconta non di un semplice avvistamento ma di un incontro che sarebbe avvenuto per la prima volta nel 1956 nei boschi vicino Pescara. Come potete facilmente immaginare si tratta di un incontro tra un gruppo di tre persone e, addirittura, una comunita’ di extraterrestri. Nel libro viene fatta anche la descrizione di questi esseri: aspetto umano al punto che potevano essere confusi con persone terrestri, ma altezze comprese tra uno e tre metri. In seguito a questo primo incontro, il gruppo, insieme a quello che sarebbe poi diventato l’autore del libro, venne fatto entrare nella base sotterranea degli alieni che vivevano nascosti dagli sguardi in attesa del momento piu opportuno per manifestarsi alla popolazione della Terra. Secondo quanto racontato nel libro, quella di Pescara non era la sola comunita’ aliena sulla Terra, ma diversi villaggi sotterranei erano ospitati in vari paesi dell’Europa.
Vi sembra assurdo? Aspettate il seguito.
Dopo questo primo incontro, nacque un vero e proprio rapporto tra gli esseri umani e gli alieni che iniziarono a frequentarsi regolarmente. Proprio da qui nasce il nome “caso Amicizia” per indicare lo speciale contatto avvenuto nella citta’ abbruzzese.
Secondo il racconto, gli alieni erano ad un livello tecnologico molto piu’ avanzato del nostro e raccontavano, questa gia’ l’abbiamo sentita varie volte, di appartenere ad una razza pacifica che aveva contribuito alla creazione dell’universo. Per sostenere la comunita’ aliena, gli esseri umani iniziarono a portare per loro provviste tra cui interi camion di acqua potabile. In realta’, stando sempre a quanto raccontato nel libro, i rifornimenti divennero sempre piu’ frequenti ed inviati anche in altre citta’ per le altre comunita’ etraterrestri. Per mantenere questo circolo di rifornimenti, diverse persone terrestri entrano nel meccanismo amicizia arrivando fino ad una comunita’ di 80 individui impegnati nell’approvvigionamento.
Poi cosa accadde? Ad un certo punto, ci furono delle separazioni all’interno della comunita’ aliena tra coloro che volevano uno sviluppo basato sulla moralita’ e altri che invece volevano solo lo sviluppo tecnologico. Quest’ultimo gruppo, vediamolo come quello dei cattivi, ebbe la meglio e la comunita’ di Amicizia fu costretta a lasciare il nostro pianeta ma con la promessa di tornarci non appena i tempi fossero stati maturi.
Questi sono i fatti. Ora, se vediamo il tutto come un bel racconto di fantascienza possiamo anche apprezzarlo anche se la storia raccontata non rappresenta nulla di nuovo o entusiasmante. Purtroppo, l’autore del libro giura che non e’ solo fantasia ma un reportage di fatti realmente accaduti.
Dove sono le prove?
Questa e’ un’ottima domanda a cui, ma questo era da aspettarcelo, non c’e’ risposta. Nel ibro sono raccontati i fatti con estrema dovizia di particolari ma non c’e’ assolutamente lo straccio di una prova.
Cercando negli archivi storici, qualche prova, forse non proprio quella che serviva per sostenere la tesi, si puo’ trovare. Vi riporto un estratto del giornale “Cronaca di Pescara” datato 1997:
Scusate se la risoluzione della foto e’ troppo bassa, ma solo questo e’ quello che e’ possibile trovare in rete. Di cosa parla l’articolo? Semplice, uno dei soggetti coinvolti in prima persona nel caso amicizia e’ stato accusato di truffa per aver sottratto piu’ di 600 milioni di lire ad una coppia di anziani benestanti. Come ha fatto a rubarglieli? Come leggete dal titolo, facendo credere che i due fossero malati e che la guarigione sarebbe potuta arrivare convocando un suo amico medico extraterrestre.
Senza voler necessariamente arrivare a conclusioni affrettate, ragioniamo sui fatti: e’ stato pubblicato un libro che racconta una storia fantastica, senza la minima traccia di una prova a sostegno. Una delle persone coinvolte nel caso e’ stato accusato di truffa per aver utilizzato la storia degli alieni a Pescara per derubare uan coppia di anziani. Dopo 50 anni dai presunti avvistamenti, anzi dalla presunta amicizia, esce fuori questa storia, come? Attraverso un libro venduto attraverso vari canali e pubblicato da una csa editrice che si prefigge di, copio dal loro sito, parlare di medicina alternativa, farmaci, ufologia, mistero, prodotti chimici, articoli, disinformazione, ecc.
Dunque? Non credo sia il caso di aggiungere altro. Diverse volte abbiamo parlato dell’equazione di Drake e di come la scienza ufficiale si sia realmente domandata circa l’esistenza di forme di vita extraterrestre. Personalmente credo che pensare di essere soli nell’universo sia una posizione umanocentrica troppo radicale, ma raccontare di falsi avvistamenti o speculare su casi come questo non fa altro che confondere le idee delle persone che provano ad informarsi con coscienza.
Garfagnana: ulteriore documentazione e considerazioni
2 FebNel post precedente, abbiamo parlato dell’allarme lanciato la notte scorsa per un probabile nuovo forte terremoto nella zona della Garfagnana:
– Garfagnana: cosa succede, cosa succedera’?
Come abbiamo visto, si e’ trattato di un falso allarme dovuto ad una comunicazione sbagliata tra INGV, protezione civile e sindaci dei comuni interessati.
A riprova di questo, vorrei anche mostrarvi il famoso comunicato che e’ stato inviato dall’INGV alla protezione civile:
Una foto del comunicato inviato dall’INGV alla protezione civile
Come vedete, il testo riporta esattamente quello che abbiamo detto nel post precedente. Si parla di ipotesi di una nuova faglia e dunque della possibilita’ che nuovi eventi potrebbero verificarsi nella zona in esame.
Come detto nel post precedente, questo comunicato e’ stato inviato dalla sala controllo sismologica dell’INGV ed, in particolare, e’ stato inviato dal Dr. Gianluca Valensise, funzionario di sala dell’INGV. Dopo il polverone scatenato da questo comunicato, l’INGV ha anche rilasciato delle dichiarazioni di Valensise che spiega per filo e per segno quello che e’ accaduto in quella giornata.
Vi invito ad ascoltare la registrazione dell’intervento di Valensise a questo indirizzo internet:
– Valensise, mp3
Come vedete, tutto torna alla perfezione, anche se restano valide le considerazioni fatte nel post precedente circa l’allarme lanciato per la popolazione locale, ma soprattutto per la nuova psicosi terremoto in corso, ovviamente completamente giustificata e non biasimabile.
Prima di concludere, vorrei pero’ fare anche delle nuove considerazioni circa questo caso. In particolare, vorrei commentare la sentenza del tribunale dell’Aquila a seguito dei fatti del 2009. Come sicuramente saprete, nel processo sono stati accusati e condannati esponenti scientifici che non avrebbero comunicato la certezza del forte terremoto che poi ha distrutto l’Aquila e molti altri paesi del circondario.
Ora, come detto e ribadito molte volte, non si e’ in grado assolutamente a livello scientifico di prevedere un terrremoto. Con questo si intende che la scienza non ha in mano nessuno strumento infallibile ed in grado di prevedere esattamente luogo, data e intensita’ di un terremoto. Diverse volte abbiamo parlato di metodi proposti a questo scopo, ma anche di falsi profeti che spopolano su internet su queste questioni. Come visto piu’ volte, tutti i metodi proposti non assicurano la certezza della previsione, anzi, in alcuni casi, si tratta di vere e proprie lotterie della previsione senza nessun fondamento scientifico reale.
Potete leggere le motivazioni di questa famosa sentenza e il commento dell’INGV, a questo indirizzo:
– Sentenza tribunale Aquila
Perche’ parlo della sentenza dell’Aquila? Semplice, il clima di caccia alle streghe creato da questa sentenza non fa altro che alimentare il terrore ed il sospetto nei confronti della scienza. Lungi da me mettere in discussione l’operato dei giudici, ma trovo assurdo parlare di mancata comunicazione di terremoti nel momento in cui un terremoto non puo’ essere predetto.
Ora, se pensiamo a quanto accaduto in Garfagnana, ci rendiamo conto che siamo in una situazione del tipo “me ne lavo le mani” e per qualsiasi cosa mando un comunicato e metto tutto nero su bianco. Premesso che, come detto, c’e’ stato un errore di comunicazione nel caso in questione, credo che, alla luce di quanto accaduto, sia assolutamente giustificabile il comportamento dell’INGV di comunicare tutto agli organi preposti.
Certo, si potrebbe pensare “meglio un falso allarme che molti morti”. Questo e’ un pensiero condivisibile e giusto, pero’ smentisce molte delle critiche che oggi vengono riportate sui giornali sul fatto che i sindaci della Garfagnana hanno sbagliato a far evacuare tutte le persone per un allarme che in realta’ non c’era. Addirittura c’e’ chi parla di denunciare i sindaci per procurato allarme.
A questo punto, non si capisce allora come procedere. Non si possono prevedere terremoti. Se c’e’ un rischio, tangibile o meno, di terremoto e si lancia un allerta, se il terremoto non ci sara’ ci si becca una denuncia per procurato allarme. Se non si lanciano allerte e c’e’ un terremoto, ci si becca una condanna da parte del tribunale.
Come si dovrebbe procedere?
Personalmente non credo ci sia una via di uscita da questa situazione creata probabilmente dal clima di sospetto e di odio creato sul fenomeno terremoti.
Vorrei anche aggiungere un pensiero. Molte volte in questo tiro alla corda tra enti di ricerca, protezione civile, sindaci, regioni e cittadini, entra anche la politica con molti esponenti pronti a giudicare o a commentare sentenze o dati scientifici. Sempre secondo il mio personale pensiero, i nostri governanti piuttosto che alimentare il clima di odio creato, dovrebbero pensare a mettere in sicurezza gli edifici e ad investire in questo senso i soldi della comunita’. Come detto in diverse occasioni, anche se non siamo in grado di prevedere i terremoti, la cosa migliore da fare e’ prevenire i morti ed i danni. E’ vero che molti dei nostri edifici sono antichi e costruiti senza criteri sismici, ma mettendoli in sicurezza, possiamo sicuramente ridurre i rischi di un terremoto. Questa sarebbe veramente una mossa intelligente da fare e forse l’unica allo stato attuale che permetterebbe di fare prevenzione sui terremoti!
”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.
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