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Un’arma chimica nella borsa di una donna

27 Set

La sezione:

Hai domande o dubbi

sta diventando una fonte di spunti di discussione davvero multidisciplinare e interessante. Come potete leggere, una nostra cara lettrice ci ha richiesto questa volta un argomento davvero curioso. Da una ricerca condotta in Inghilterra, e’ stato evidenziato come le borsette delle donne contengono in molti casi batteri estremamente pericolosi per la salute.

Come potete facilmente immaginare, questa ricerca ha sollevato un vespaio di discussioni sulla rete, soprattutto nei siti dedicati alle signore, in cui molti si interrogano sulla veridicita’ dei risultati e sulla gravita’ di quanto emerso.

Prima di parlare dei risultati, e’ il caso di fare un piccolo preambolo iiniziale per presentare il contesto in cui la ricerca si e’ svolta.

Prima di tutto, come anticipato, questa notizia e’ stata fortemente rimbalzata su molti siti che possiamo defiire dedicati alla moda, agli accessori e dunque, per definizione stessa, non prettamente orientati alla scienza. Perche’ dico questo? Perche’ leggendo alcuni di questi siti ho trovato cose davvero fantastiche per la loro assurdita’.

Per prima cosa, la ricerca di cui vogliamo parlare e’ stata eseguita su commissione di Claire Powley, “brand manager” del gruppo Perfetti Van Melle. Come sapete, si tratta di una multinazionale molto grande del campo alimentare. La Powley in particolare, fa parte del gruppo Mentos and Smint.

Perche’ sottolineo queste informazioni? Leggendo sui siti, la Powley e’ diventata una ricercatrice in microbiologia e su alcuni siti trovate anche frasi di questo tipo:

I raccapriccianti risultati sono emersi da una ricerca inglese commissionata da una marca di caramelle.

La Perfetti Van Melle e’ un gruppo industriale internazionale con interessi nel settore alimentare. Secondo alcuni siti e’ divenuta una azienda di caramelle qualsiasi. Non e’ stato cosi’ difficile trovare informazioni sulla Powley, dal momento che il suo profilo sulla rete professionale linkedin puo’ essere visualizzato da chiunque:

Powley, linkedin

Questo solo per dimostrare quanto le informazioni in rete possano essere fuorvianti o, in alcuni casi, completamente sbagliate.

Detto questo, passiamo alla ricerca condotta e soprattutto ai risultati trovati.

Come anticipato, dall’analisi del fondo delle borsette di molte volontarie, e’ stata evidenziata la presenza di molti batteri, in alcuni casi anche pericolosi per la salute.

Il piu’ frequente e’ stato l’Escherichia Coli, un batterio molto conosciuto e spesso utilizzato come standard per le popolazioni contaminanti. Si trova in abbondanza nelle feci ed e’ uno dei parametri piu’ importanti per segnalare la contaminazione delle acque o del cibo. Per darvi un’idea, la presenza di E.coli e’ uno dei test principali nella metodologia di analisi HACCP per la qualita’ dei cibi dal momento che puo’ portare infezioni.

Altro batterio trovato in abbondanza e’ lo Pseudomonas. Spesso colonie di questo batterio vengono trovate in ambienti ospedalieri non correttamente igienizzati e sono causa di vere e proprie epidemie di otiti esterne, polmoniti o infezioni osteoarticolari.

L’ultimo e piu’ pericoloso batterio trovato e’ stato l’Enterococco Fecalis. Infezioni da questo batterio possono avere conseguenze anche diverse, di cui la piu’ pericolosa e’ sicuramente la meningite, aggravata dal fatto che questa specie batterica e’ molto resistente alla terapia antibiotica. Colonie consistenti di Enterococco Fecalis si trovano nell’ultimo tratto gastrointestinale di molti mammiferi.

Perche’ questo mix batterico e’ stato trovato all’interno delle borsette delle donne?

La risposta in questo caso e’ scontata,il motivo principale e’ da ricercarsi nella scarsa igiene di questo utilizzatissimo accessorio. Pensateci bene, in molti casi, la borsa delle signore e’ un portatutto utilizzato con frequenza giornaliera. Molte delle volontarie che hanno partecipato alla ricerca hanno dichiarato di lavare molto poco frequentemente le loro borse. Queste condizioni di scarsa igiene creano l’ambiente piu’ favorevole per la crescita batterica.

Sono pericolose queste popolazioni trovate?

Ovviamente, come visto nella descrizione delle singole specie, la pericolosita’ c’e’ ed e’ evidente. Questo poi e’ amplificato dal fatto che nella borsetta vengono spesso custoditi trucchi, telefono cellulare, caramelle, gomme, sigarette. Tutte cose che poi entreranno direttamente nell’organismo o i cui batteri potrebbero depositarsi sulle mani intente a cercare qualcosa nella miriade di oggetti che ciascuna donna conserva nella sua borsetta.

Riassumendo, le analisi condotte hanno mostrato con altissima percentuale colonie di batteri pericolosi per la salute all’interno delle borsette delle donne. Il motivo e’ facilmente ricercabile nella scarsa igiene che spesso viene riservata a questo accessorio utilizzato tutti i giorni e che ancora piu’ spesso viene utilizzato come contenitore portatutto. Ad aggravare la situazione c’e’ il fatto che nelle borsette vengono conservati spesso alimenti e trucchi che poi entreranno direttamente in contatto con il nostro organismo.

Ovviamente, la ricerca non deve essere utilizzata per seminare il panico nelle signore. Credo pero’ che questi risultati debbano far riflettere sull’igiene che troppo spesso manca per un accessorio tanto amato dal gentil sesso.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Un vetro spesso solo due atomi

18 Set

Come sappiamo bene, la storia della ricerca e della scienza in generale e’ piena di scoperte avvenute in modo del tutto casuale. Spesso, queste scoperte si rivelano di fondamentale imporanza per l’uomo e quello che contribuisce ancora di piu’ alla notorieta’ della scoperta e’ la non intenzione di base di arrivare a questi risultati.

Perche’ avviene questo?

Non potendo dare una risposta provata, mi limitero’ ad esporre un mio personale pensiero. In questo caso, a mio avviso, quello che rende cosi’ affascinanti queste scoperte per i non addetti ai lavori e’ proprio la casualita’ della scoperta. Questi meccanismi rendono la ricerca scientifica piu’ umana e vicina alle persone comuni. Pensare ad uno sbadato scienziato che lascia i suoi campioni fuori posto o senza pulirli e poi, tornando il giorno dopo, trova la scoperta che lo rendera’ famoso, e’ qualcosa che avvicina molto i ricercatori alle persone comuni, tutte con le loro distrazioni, pensieri e cose piu’ “terrene” da fare.

Se ci pensiamo, la stessa cosa e’ avvenuta per Flemming con la scoperta della penicillina. Come sicuramente sapete, anche in questo caso, la scoperta fu del tutto fortuita. Lo scienziato lascio’ alcuni batteri su cui stava lavorando in una capsula di cultura e parti’ per una vacanza. Al suo ritorno si accorse che all’interno della capsula vi era una zona in cui i batteri non erano cresciuti ed in cui era presente una muffa. Proprio da questa muffa si arrivo’ poi, anche se in diversi passi nel corso del tempo e perfezionando i metodi di produzione, alla penicillina, quell’importante salvavita che tutti conosciamo. Se vogliamo, la bravura del ricercatore e’ nell’interpretare e nell’accorgersi di avere tra le mani qualcosa di importante e non un risultato sbagliato o della sporcizia lasciata per caso.

Perche’ ho fatto questo cappello introduttivo?

Come potete immaginare, vi voglio parlare di una scoperta fortuita, forse meno “vitale” della penicillina, ma sicuramente molto affascinante e con importanti risvolti per il futuro. Si tratta, come forse avrete letto su molti giornali, della produzione del vetro piu’ sottile al mondo, appena due atomi.

Andiamo con ordine, parlando proprio di come ‘e stata fatta questa scoperta.

Un team di scienziati stava lavorando alla produzione di fogli di grafene, una struttura atomica composta di carbonio, spessa appena un atomo, ma con importanti prorieta’ sia chimiche che meccaniche. La produzione di questo grafene era fatta utilizzando ovviamente atomi di carbonio ma anche fogli di quarzo utilizzati per la deposizione.

Osservazione al microscopio della zona impura del grafene

Osservazione al microscopio della zona impura del grafene

Osservando al microscopio uno di questi fogli, gli scienziati si sono accorti che in una piccola parte era presente una regione di colorazione diversa rispetto al resto. Proprio mediante l’osservazione al microscopio e’ stato possibile determinare che si trattava di una struttura diversa da quella del grafene e composta di Silicio e Ossigeno. Questa non era una struttura casuale, ma gli atomi erano disposti in modo ordinato e formavano un foglio spesso appena due atomi.

Caratterizzando la struttura del foglio, gli scienziati si sono accorti che quello che stavano osservando era un vetro. non un vetro qualsiasi, ma il piu’ sottile vetro mai realizzato.

Dov’e’ la casualita’ della scoperta?

Ovviamente, nel laboratorio si stava producendo grafene che, come detto, e’ composto da atomi di carbonio. Da dove sono usciti Silicio e Ossigeno per il vetro? La risposta e’ quantomai banale ma affascinante. Secondo i ricercatori, una fuga d’aria all’interno della camera di produzione ha causato l’ingresso dell’ossigino e la conseguente reazione con il rame e con il quarzo contenuto all’interno per la produzione di grafene. Risultato, in una piccola zona del grafene si e’ formato un sottilissimo strato di vetro comune.

Come anticipato, parliamo di una scoperta affascinante ma che sicuramente non puo’ combattere con quella della penicillina. Perche’ pero’ e’ importante dal punto di vista scientifico?

Per prima cosa, il fatto che si tratti del piu’ sottile vetro mai realizzato e’ stato certificato inserendo questa scoperta nel libro dei Guiness dei Primati.

Oltre a questo, tornando invece a parlare di scienza, la struttura del vetro non e’ molto facile da capire. Come sapete, questo puo’ allo stesso tempo essere considerato sia un liquido che un solido. Detto questo, se si osserva un vetro al microscopio, non si riesce a distinguere bene la sua struttura atomica. Nella struttura amorfa della sostanza, si evidenziano sottoinsiemi disordinati di atomi, senza poter descrivere in dettaglio il posizionamento ed i legami che intercorrono tra di essi.

Nel caso dl vetro di cui stiamo parlando invece, proprio lo spessore cosi’ ridotto consente di poter distinguere chiaramente la posizione dei diversi atomi e quindi di avere una mappa delle posizioni di Ossigeno e Silicio. Come potete immaginare, dal punto di vista scientifico questa evidenza e’ di fondamentale importanza per poter classificare e comprendere a fondo i materiali amorfi a cui anche il vetro appartiene.

Oltre a questo, sempre gli scienziati coinvolti nella ricerca si sono accorti che la struttura ottenuta era molto simile a quella ipotizzata ben 80 anni prima, nel 1932, dal fisico norvegese Zachariasen. Costui dedico’ gran parte della sua carriera allo studio dei vetri e proprio nel 1932 pubblico’ l’articolo “The atomic Arrangement in Glass”. In questo articolo Zachariasen inseri’ alcuni suoi schemi relativi al posizionamento degli atomi all’interno del vetro. Come potete immaginre, si trattava di disegni ottenuti da considerazioni scientifiche personali. Bene, a distanza di oltre 80 anni, e’ stato possibile osservare direttamente la struttura del vetro e confermare le supposizoni fatte da Zachariasen.

Se vogliamo, fino a questo punto abbiamo mostrato il fascino della scoperta. La prossima domanda che potrebbe invece venire in mente e’: cosa ci facciamo con questo vetro?

Dal punto di vista applicativo, questa scoperta potrebbe avere negli anni a venire importanti ripercussioni su diversi campi. Per prima cosa, un vetro cosi’ sottile e’ praticamente privo di impurezze. Questo lo rende particolarmente appetibile per applicazioni di precisione su scala micrometrica, dove una minima variazione della struttura potrebbe comportare errori sistematici non prevedibili.

Inoltre, strutture come questa ottenuta, sono importantissime per la realizzazione di sistemi elettronici miniaturizzati. Anche qui, la purezza e’ uno dei requisiti fondamentali richiesti. Oltre a questa, un vetro cosi’ sottile puo’ essere pensato per applicazioni di microtrasmissione dei segnali, fondamentali, ad esempio, nei transistor.

Grazie a questa scoperta, possiamo dunque pensare di avere un metodo di produzione per spessori infinitesimali. I risultati di questa produzione potrebbero essere utilizzati per aprire la strada ad una miniaturtizzazione ancora piu’ spinta dei dispositivi elettroni che trovano largo uso in tantissimi “gadget” tecnologici che ci portiamo dietro.

Concludendo, la scoperta del vetro piu’ sottile al mondo e’ avvenuta quasi per caso. Dico “quasi” perche’ ovviamente stiamo parlando di scienziati seri e che erano impegnati su lavori molto importanti e di chiara importanza. Durante questi studi, si e’ evideniata la formazione fortuita di una zona vetrosa composta da ossigeno e silicio. Come visto nell’articolo, questa scoperta potrebbe avere importanti ripercussioni su tantissimi settori diversi che vanno dalla microelettronica, alla tramissione dei segnali, fino anche, perche’ no, ad applicazioni di fisica delle alte energie per lo studio e la realizzazione di rivelatori sempre piu’ innovativi.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.