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Cosa dire invece dei Cerchi delle Fate?

15 Apr

In diversi articoli del blog ci siamo occupati di cerchi. Come sapete bene, l’argomento principale da sempre legato al mistero e’ ovviamente quello dei cerchi nel grano:

21 Dicembre 2012: Cerchi nel grano

Ancora sui cerchi nel grano

Come si realizza un cerchio nel grano

Errore nel cerchio di Santena

Nuovo cerchio, nuova data!

Nuovo cerchio a Povoletto

Anche se, come visto nei diversi articoli, alla luce delle considerazioni fatte c’e’ poco di misterioso in queste strutture. Dopo il grano, ci siamo anche occupati di cerchi nel ghiaccio, nella neve e nella sabbia:

E ora gli snowcircle

Crop circle? No, sand circle!

Cerchi nel ghiaccio: quello che ancora mancava!

Ora invece vogliamo occuparci di qualcosa di simile e di altrettanto misterioso che da molto tempo non riesce a trovare una spiegazione scientifica: “I cerchi delle Fate”!

Di cosa si tratta?

I cerchi delle fate altro non sono che delle strutture che si osservano in Africa sud occidentale nella zona desertica che va dalla Namibia fino al Sud Africa. Si tratta di strutture circolari, completamente prive di vegetazione, ma circondate da erba alta e con diametri che vanno dai 2 fino anche a 20 metri. Il panorama aereo che si osserva sulla zona e’ veramente incredibile:

Foto aerea dei cerchi delle fate

Foto aerea dei cerchi delle fate

Solo per darvi un’idea, questo fenomeno e’ unico delle regione e ricopre un’area lunga quasi 1500 Km lungo il deserto africano.

Fino ad oggi, non si era ancora riusciti a dare una spiegazione logica alla formazione di questi cerchi e alla loro apparente forma perfettamente circolare.

Per la popolazione locale Himba, i cerchi delle fate, o anche “fairy circles”, sarebbero le impronte lasciate dagli Dei quando questi accorrono alle zone di preghiera.

Ovviamente questa e’ la leggenda. Solo pochi giorni fa invece il professor Jurgens dell’universita’ di Amburgo ha pubblicato un articolo sulla rivista Science in cui e’ riuscito a trovare finalmente la spiegazione a queste misteriose strutture che popolano il deserto africano.

Cerchi delle fate in Namibia

Cerchi delle fate in Namibia

Andiamo con ordine, parlando anche un po’ delle osservazioni fatte nel corso del tempo.

Il primo che si dedico’ ad uno studio scientifico dei cerchi fu il Dr.Tschinkel dell’universita’ della Florida. Per trovare i fondi necessari allo studio, il biologo lancio’ anche un’iniziativa molto carina sfruttando l’osservazione satellitare. Tschinkel propose infatti un programma di adozione a distanza dei cerchi in cui dopo aver versato un contributo di 50 dollari, il donatore riceveva la coordinate del proprio cerchio e poteva dunque seguirlo mediante Google Earth. Proprio mediante questa osservazione prolungata, ci si accorse che in realta’ i cerchi erano vivi, nel senso che la loro posizione variava nel tempo e che, in particolare, i cerchi, in tempi piu’ o meno lunghi, venivano anche distrutti e ricostruiti. In questo modo si osservo’ che i cerchi delle fate avevano una vita media fino a decine di anni dopo di che venivano distrutti ricoprendosi di erba, mentre altri nuovi venivano formati.

Proprio le osservazione di Tschinkel hanno dato il via alle misurazioni condotte poi da Jurgens e pubblicate in questi giorni.

Come dismostrato dalle varie analisi, i cerchi delle fate sono prodotti dalla lenta azione di una particolare specie di termiti, la Psammotermes allocerus. Come spesso avviene in natura, la costruzione di queste strutture rientra nei meccanismi di sopravvivenza che alcune specie adottano per poter resitere a condizioni climatiche difficili, come, ad esempio, quelle offerte dal deserto della Namibia.

Le termiti autrici dei cerchi delle fate

Le termiti autrici dei cerchi delle fate

Come avviene la formazione dei cerchi?

Per prima cosa, le termiti mangiano le radici delle piante, distruggendole e rendendo il suolo meno denso. In questo modo, una zona piu’ o meno vasta rimane priva di vegetazione. A questo punto, il terreno, traspirando di meno, riesce a trattenere piu’ a lungo l’umidita’ prodotta dalle scarse precipitazioni della zona. Le termiti poi, occupano una zona sotterranea compresa tra un paio di centimetri ed alcuni decimetri, costruendo gallerie e colonizzando il terreno.

Anche se gia’ affasciante, questo non e’ l’unico miracolo che l’ingegneria naturale riesce a produrre. Dal momento che ora il cerchio funziona da deposito di acqua, nella zona esterna a quella colonizzata dalle termiti, si creano le condizioni ideali per la crescita di piante. Non avendo infatti specie in competizione e trovando un terreno relativamente piu’ umido, la vegetazione puo’ crescere intorno alla circonferenza del cerchio in forma perenne.

Le radici delle piante che crescono intorno al cerchio, offrono una riserva di cibo notevole per le termiti che nutrendosi di questa risorsa, possono modificare nel corso del tempo la posizione del cerchio. Inoltre, questa funge da riserva di cibo in caso di prolungate siccita’, assicurando in questo modo la sopravvivenza della colonia di termiti.

Queste conclusioni sono ovviamente il risultato di anni di studi e di analisi sul terreno che hanno portato finalmente a risolvere il mistero dei cerchi delle fate. Solo per completezza, in passato furono proposte anche altre spiegazioni per questo fenomeno, come, ad esempio, quella della fuga di gas dal terreno capace di distruggere in determinate zone la crescita di vegetazione. Alla luce di quanto detto, capite bene come questa spiegazione non venne accettata perche’ non in grado di spiegare il movimento dei cerchi ma anche la dinamicita’ degli stessi.

Concludendo, i cerchi delle fate sono delle strutture molto ampie e prive di vegetazione che si osservano solo ed esclusivamente nel deserto della Namibia. Per diverso tempo la formazione di queste strutture rimase un vero e proprio mistero. Solo pochi giorni fa, con un articolo pubblicato su Science, un team dell’universita’ di Amburgo ha finalmente spiegato questo fenomeno. I cerchi delle fate sono soltanto delle formazioni create da una specie di termiti per assicurare la sopravvivenza della comunita’ alle difficili condizioni ambientali che il deserto africano impone.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

La danza degli storni

30 Gen

 

Questa volta, vorrei scrivere un post diverso rispetto ai soliti. Non fraintendete, parliamo sempre di scienza e di fenomeni naturali, ma per un momento vorrei mettere da parte tutte quelle teorie catastrofiste che tutti i giorni ci vengono proposte in rete.

Guardando dalla finestra, mi sono incantato qualche minuto a vedere uno dei piu’ belli spettacoli naturali che, soprattutto in questo periodo, abbiamo la possibilita’ di ammirare, il movimento in cielo di uno stormo di uccelli. In questo caso, tutti sanno a quale fenomeno mi sto riferendo. Migliaia di uccelli, in genere “storni”, volano insieme formando delle figure che cambiano rapidamente forma offrendo allo spettatore uno spettacolo come di ombre in movimento armonico.

Uno stormo di storni in movimento

Uno stormo di storni in movimento

Le domande interessanti che possiamo porci sono: perche’ avviene questo? Come fanno migliaia di storni a decidere quale movimento eseguire con un perfetto sincronismo?

Quello che forse non tutti sanno e’ che la scienza si e’ interrogata su queste questioni, organizzando dei veri e propri gruppi di studio comprendenti fisici, biologi, ornitologi e matematici.

Fino a qualche tempo fa, ad esempio, si pensava che lo stormo seguisse una singola traiettoria decisa da un leader del gruppo e che di conseguenza il movimento osservato fosse solo dovuto agli altri uccelli intenti a seguire il volo del capo. In realta’, questa ipotesi non e’ reale, ma la risposta scientifica e’ assai piu’ complessa e affascinante.

Il movimento collettivo che possiamo osservare per gli storni in volo, non e’ in realta’ l’unico di questo tipo. Discorso analogo puo’, ad esempio, essere fatto per i branchi di pesci nei mari, per gli erbivori che si spostano in branco o anche per alcuni tipi di insetti abituati a volare in gruppi numerosi. Capite dunque che comprendere queste dinamiche, permette di capire meglio e piu’ a fondo i meccanismi cognitivi seguiti nel mondo animale.

Il progetto europeo STARFLAG nasce appunto per trovare una risposta a questi comportamenti. Come anticipato, questo gruppo multidisciplinare nasce con lo scopo di modellizzare i movimenti complessi di alcuni animali, ma anche di capire il perche’ questi moti, apparentemente disordinati, vengano eseguiti.

La metodologia di ricerca seguita non e’ affatto semplice ed ha richiesto l’utilizzo di filmati ad alta definizione, immagini in sequenza ravvicinata per osservare i singoli spostamenti, ma anche l’utilizzo di potenti supercomputer per modellizzare e prevedere il comportamento nel tempo di un sistema complesso formato da migliaia di esemplari.

I risultati di questa ricerca sono stati estremamente positivi ed hanno trovato le risposte a molte delle domande che ci siamo posti all’inizio.

Per prima cosa, come anticipato, l’ipotesi del leader che segna la traiettoria e’ da scartare. Movimenti, comportamenti e decisioni non si basano su un singolo, bensi’ su un organizzazione locale basata su pochi elementi. Cosa significa questo? Ciascun animale cerca di imitare quello che fanno i suoi primi vicini, cioe’ gli altri animali presenti in un ristretto spazio tridimensionale. Detto in altri termini, uno storno si muove copiando i movimenti solo di 6 o 7 uccelli vicini a lui. Lo stesso fanno tutti gli animali, creando in questo modo un sistema di trasmissione a catena dei movimenti, capace di far viaggiare l’informazione ad una velocita’ abbastanza elevata.

Questa prima informazione e’ molto significativa e ci spiega perche’, osservando il movimento dello stormo, l’intero gruppo sembra muoversi in aria quasi disegnando un ombra in movimento. Se il sistema di trasmissione delle informazioni fosse diverso, ad esempio dei movimenti stabiliti e eseguiti in sequenza, vedremo un movimento piu’ rigido e molto piu’ simile a quello delle nuotatrici sincronizzate.

Perche’ vengono eseguiti questi movimenti?

Come spesso accade in natura, la spiegazione a determinati comportamenti e’ da ricercarsi nella lotta alla sopravvivenza. Anche nel caso degli storni, questo raggruppamento di elementi e’ una buona difesa contro l’attacco dei predatori.

In questo caso pero’, basterebbe formare un gruppo. Perche’ avviene il movimento di cui stiamo discutendo? Parlando sempre di leggi di natura, il piu’ delle volte un predatore, e questo e’ vero non solo per gli uccelli ma anche, ad esempio, per le battute di caccia dei leoni, il predatore non attacca l’intero gruppo, bensi’ concentra la sua caccia su un singolo elemento. Bene, il continuo movimemento degli elementi del gruppo, crea un rimescolamento in grado di confondere il predatore che dunque non riesce piu’ a seguire la sua preda.

Il progetto STARFLAG, di cui abbiamo parlato, ha concentrato la sua ricerca al caso degli storni nei cieli di Roma. In questo caso, il principale predatore per gli uccelli e’ il falco pellegrino. In particolare, nei giorni in cui la concentrazione di falchi era maggiore, si sono osservate forme degli stormi piu’ compatte e con movimenti piu’ rapidi. Questa evidenza conferma l’ipotesi di cui abbiamo parlato.

Inoltre, per aumentare ancora di piu’ la protezione degli individui, durante il movimento, avviene anche un continuo rimescolamento tra gli animali al centro e quelli al bordo della distribuzione. Questi ultimi infatti, sono quelli maggiormente esposti all’attacco dei predatori non godendo di una protezione a 360 gradi.

I modelli comportamentali ottenuti dal progetto STARFLAG sono stati esportati con ottimi risultati anche al caso delle sardine in acqua e degli gnu a terra. In questi casi, cambia l’ambiente, cambia il predatore, cambiano le prede, ma i meccanismi di difesa sono molto simili tra loro. Questo importante risultato ci dimostra come il movimento apparentemente disordinato di specie animali diverse, sia in realta’ una legge di natura studiata proprio per contrastare gli attacchi dei predatori.

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

E in Spagna?

10 Dic

Nei post precedenti, ci siamo soffermati ad analizzare come questa attesa del 21/12 si stia vivendo in diverse parti del mondo. In particolare, abbiamo parlato di Australia e Russia in questi post:

21 Dicembre: fenomeno italiano?

Il 21/12 in Australia

Russia, Medvedev tranquillizza i suoi!

Ora, un discorso molto interessante puo’ invece essere fatto sulla Spagna. Ovviamente, anche qui la psicosi del 2012 sta portando una speculazione molto alta e diverse soluzioni per la sopravvivenza si stanno diffondendo in rete.

Il piu’ famoso gruppo spagnolo per la sopravvivenza al 2012 e’ il cosiddetto GSE, cioe’ “gruppo di sopravvivenza spagnolo”. Questa associazione, nata su web, conta qualche centinaio di iscritti, e offre molte soluzioni per prepararsi o per salvarsi il 21 Dicembre.

L’organizzazione del GSE e’ molto ben strutturata e offre veramente soluzioni per tutti, o se vogliamo per tutte le tasche.

Prima di tutto, c’e’ la possibilita’ di partecipare a corsi di sopravvivenza organizzati sulla Sierra Nevada in cui ai partecipanti vengono date le nozioni principali per sopravvivere a qualsiasi tipo di pericolo. Si va dalla navigazione di emergenza in caso di Tsunami fino al riconoscimento di alberi e frutti per procacciarsi cibo dopo l’apocalisse.

In questo video dimostrativo, vengono mostrate le fasi principali del corso con tutte le attivita’ affrontate in questa full immersion catastrofista:

 

Ovviamente stiamo parlando di un corso di una settimana tutto compreso.

Se non avete soldi da spendere, potete pero’ organizzarvi in modo autonomo, comprando solo le cose che ritenete fondamentali per voi e la vostra famiglia.

Esiste infatti un sito internet, devo dire davvero molto completo, in cui potete scaricare i manuali di sopravvivenza per i diversi scenari apocalittici. Quasi tutte le evenienze vengono considerate: attacco nucleare, tempesta solare, forte terremoto, impatto con altri pianeti. Per ogni “occasione” trovate il manuale specifico con tutte le indicazioni da seguire.

Questo e’ il link al sito:

Supervivencia 2012

Utilizzando il menu a sinistra, potete scegliere la fine del mondo che preferite e leggere i dettami da seguire per sopravvivere.

Razioni di cibo in vendita in Spagna

Razioni di cibo in vendita in Spagna

Ovviamente non poteva mancare il negozio online, in cui comprare dal semplice accendino fino alle razioni di cibo a lunga conservazione. Si tratta di pacchi famiglia che possono assicurare la sopravvivenza per famiglie intere anche per diversi giorni. Questo e’ il link del negozio:

Tienda online

Pensate sia finita cosi’? Assolutamente no.

Lo scopo principale del GSE e’ quello di raccogliere partecipanti per il progetto Bunker 2012. Chi vuole puo’ pagare una quota che gli garantisce un posto all’interno di uno dei numerosi bunker creati in giro per la Spagna.

Stiamo parlando di una decina di rifugi antiatomici realizzati nella parte sud della Spagna, da Madrid a Granada. Sono rifugi ricavati da grotte nelle montagne ma preparati ad-hoc in vista del 21 Dicembre. Ciascun bunker ha una struttura di contenimento di circa 60 cm di cemento, che gli garantisce una schermatura in caso di radiazione proveniente dall’esterno. Inoltre, tutti i rifugi sono attrezzati con un sistema di ventilazione con filtri attivi che permettono un adeguato ricambio d’aria. Nulla di cui preoccuparsi neanche per quanto riguardo gli approvvigionamenti di cibo. Ciascun rifugio puo’ ospitare una ventina di persone ed e’ gia’ riempito con scorte di cibo fino a 3 anni.

Tanto di cappello per l’organizzazione.

Il costo? Ciascun socio che vuole prenotare il suo posto, deve versare una cifra intorno ai 4000 euro. Se poi la fine del mondo non dovesse esserci, almeno abbiamo un posto sicuro in caso di qualsiasi attacco terroristico o meno. Forse di questi tempi sarebbe un investimento da considerare.

Come vedete, e’ assolutamente sbagliato pensare che quella del 2012 sia una psicosi soltanto italiana. Come abbiamo visto in questo e nei post precedenti, molte persone, in diverse parti del mondo, si stanno preparando in modi anche alquanto bizzarri a questo 21 Dicembre.

State molto attenti. Non pensate che si tratti di squilibrati impauriti da questa data per la fine del mondo. La cosa che deve farci riflettere e’ invece la speculazione che alcune persone stanno facendo nei confronti di molte altre. Come sappiamo bene, e come abbiamo discusso in questo post:

Homo homini lupus

il pericolo maggiore per l’uomo, soprattutto per questo 21/12, e’ l’uomo stesso, sempre pronto a sfruttare la paura e il terrore delle altre persone.

Prima di cercare come salvarsi dalla fine del mondo, sarebbe il caso di capire cosa c’e’ di vero in questa fine del calendario Maya. Per rispondere scientificamente a questa, e a molte altre domande, non perdete in libreria  ”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.

 

 

Anche i membri del congresso pensano al 21 Dicembre

28 Ago

Pian piano che ci avviciniamo al 21 Dicembre iniziano a diventare sempre di piu’ le pagine web che parlano di come salvarsi  dalla “catastrofe”. Anche in questo blog, abbiamo discusso in diverse occasioni dei vari sistemi proposti, la maggior parte al solo fine di lucro, per mettere in salvo noi ed i nostri cari, indipendentemente da quello che dovrebbe, o non dovrebbe a seconda dei punti di vista, succedere. Trovate alcune discussioni in questi post:

La salvezza e’ vicina … precisamente a Ceglie in Italia!

Aspettare il 21 Dicembre sui Pirenei

Il mondo dopo il 21 Dicembre 2012

Ovviamente, se parliamo di un impatto con un pianeta come Nibiru, ci sarebbe ben poco di cui discutere:

Effetti di un impatto con Nibiru

anche perche’ seguendo le varie voci su web, l’impatto sarebbe talmente distruttivo che non esisterebbe un luogo in cui mettersi in salvo.

Stiamo tornando su questi punti, perche’ proprio in questi giorni, ha fatto sentire la sua voce un arzillo signore di 86 anni che risponde al nome di Roscoe Barlett. Questo signore e’ infatti convinto che la fine del mondo sia molto vicina. In realta’, lui crede che una qualsiasi fine del mondo sia alle porte. Quella del 21 Dicembre potrebbe pero’ essere una data molto probabile e di cui tenere conto.

Foto di Roscoe Barlett al congresso

Tutto questo potrebbe passare inosservato se Roscoe Barlett non fosse niente meno che un membro del Congresso degli Stati Uniti d’America.

Come anticipato, Barlett e’ un grande sostenitore di una prossima catastrofe mondiale e non ha mai negato questo neanche in sedi istituzionali.

La mania di Barlett per la fine del mondo inizio’ negli anni ’80, in piena guerra fredda, quando la paura di un attacco nucleare sul suolo americano, spinse molti cittadini ad accumulare scorte di cibo per lunghi periodi e a costruire diversi rifugi, anche improvvisati, sfruttando cantine o piani interrati.

Agli inizio del 2012, il deputato ha cercato di far approvare una legge in cui ciascun cittadino americano sarebbe costretto ad accumulare ed avere una scorta di cibo a lunga conservazione che consentisse a tutta la famiglia di sostenersi per almeno 3 mesi. Nel disegno di legge si riporta anche che ciascuna comunita’ dovrebbe essere in grado di sostenersi per almeno un 20% sia dal punto di vista alimentare che energetico.

Secondo Barlett infatti, la nostra attuale societa’ e’ troppo vincolata all’energia elettrica e la mancanza di collegamenti con l’esterno, casuati da una qualsiasi catastrofe, potrebbe portare problemi ancora maggiori ai sopravvissuti.

Ovviamente il disegno di legge non e’ stato approvato dal Congresso. Nonostante questo, Barlett ha un suo personale rifugio per il 21 Dicembre, costruito nella Monongahela National Forest, preparato gia’ a partire dagli anni ’80.

In questo caso, non stiamo parlando di un ossessionato qualsiasi della fine del mondo, bensi’ di un membro del congresso, laureato in ingegneria ed ex docente universitario. Barlett ha anche scritto diversi articoli non sulle cause della fine del mondo, bensi’ su come sopravvivere a questa. Oltre alla costruzione del rifugio ed alla sussistenza alimentare ed energetica, nei suoi scritti si legge come sia importante tenersi lontani dai centri abitati, dal momento che questi rappresentano centri di pericolo anche tra i sopravvissuti alla catastrofe. Inoltre, e’ cosa utile avere una scorta di gioielli o menete d’oro o d’argento. Questi infatti potrebbero rappresentare l’unica fonte di scambio dopo la fine del mondo, quando non esisteranno piu’ monete ufficiali.

Per completezza di cronaca, resta da dire che Roscoe Barlett e’ anche considerato un fondamentalista cristiano membro degli “Avventisti del Settimo Giorno”. I sostenitori di questa chiesa in diverse occasioni hanno parlato di fine del mondo, anche in relazione con le teorie “millenariste” che vorrebbero un periodo di 1000 anni di deserto e desolazione sulla Terra dopo il ritorno di Cristo. Diversi articoli di Barlett sono stati scritti in collaborazione con altri membri appartenenti anch’essi agli Avventisti, e anche loro convinti dell’imminente fine del mondo.

Anche in questo caso, ci troviamo a parlare di paura della fine del mondo, sia essa nel 2012 o in una qualsiasi altra data. Perche’ dovrebbe finire il mondo? A causa di cosa o di chi? Nuovamente si parla degli effetti senza citare pero’ la causa. Da dove nasce la convinzione del 2012? Veramente i Maya o altre fonti hanno indicato la data del 21 Dicembre? Scopriamo le risposte a queste domande non perdendo in libreria Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

 

Survivor Mall

3 Mag

E’ noto come gli americani siano sempre i primi pronti a costruire rifugi antiatomici o a pensare soluzioni in vista di una guerra di distruzione di massa, caduta di asteroidi e, perche’ no, anche in vista di una fine del mondo.

In rete si trovano tantissimi siti che vi spiegano passo dopo passo come trasformare la vostra casa in un perfetto rifugio antiatomico e di questi, anche gia’ pronti, abbiamo parlato qualche tempo fa in un articolo.

Ora pero’ riflettiamo su questa cosa, prepariamo un super rifugio dove barricarci insieme ai nostri cari, ma come dobbiamo organizzarci per le provviste? Se c’e’ la fine del mondo in corso, non possiamo mica pensare di uscire a fare compere giorno per giorno. Inoltre, la maggior parte degli alimenti degradano in fretta e non ci consentirebbero di sopravvivere a lungo nel nostro rifugio.

Per fortuna negli Stati Uniti hanno pensato anche a questo! E’ nato infatti in rete il “Survivor Mall”, letteralmente il supermercato del superstite. In questo negozio online trovate davvero tutto quello che serve per sopravvivere in caso di pericolo. Potete consultare il catalogo all’indirizzo: http://survivormall.com/.

Confezioni di cibo con scadenza a 3 anni

Tra gli articoli proposti, si trovano confezioni di cibo con scadenze anche fino a 3 anni! Come potete vedere dalla foto, l’aspetto forse non e’ dei migliori pero’ l’importante e’ l’efficacia dei prodotti per i casi a cui sono pensati. Se pensate di rifugiarvi con tutta la famiglia trovate anche confezioni speciali complete per un anno che prevedono 3 pasti al giorno per 4 persone.

Oltre al cibo, il Survivor Mall offre davvero tutto quello che potrebbe essere necessario in caso di fine del mondo: medicine, kit di primo soccorso, integratori naturali, attrezzatura da campeggio e ovviamente anche qualche dispositivo di sicurezza personale: Taser, spray al peperoncino e dispositivi di allarme. Tra le cose curiose da segnalare, anche integratori per aumentare il desiderio sia maschile che femminile. Magari, a causa del pericolo in corso, qualcuno potrebbe avere problemi anche di natura sessuale.

Ma veramente e’ il caso di preoccuparsi in vista del 21 Dicembre 2012? E’ solo speculazione sulle paure delle persone o veramente c’e’ qualcosa di vero nella profezia Maya? Scopriamolo insieme leggendo Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

Zombie Survival Course

1 Mag

Su quello che dovrebbe succedere il 21 Dicmebre, molto e’ stato detto, spaziando da tempeste solari ad invasioni aliene, passando ovviamente per un inversione dei poli magnetici terrestri.

Tra tutte queste ipotesi, merita di essere citata anche quella proposta da un gruppo di “istruttori” americani che vorrebbe per la fine del lungo computo niente poco di meno che “un invasione di Zombie!”.

Tranquilli, niente panico, ho parlato di un gruppo di istruttori proprio perche’ questi signori sono pronti ad insegnarci come sopravvivere a questa catastrofe.

Nel South Jersey e’ stato fondato un campo di allenamento che propone un corso specifico chiamato “Zombie Survival Course”, cioe’ un corso per sopravvivere ad un attacco di zombie. Tra le varie cose il corso si propone di insegnare le tecniche di sopravvivenza da attuare in caso di apocalisse tra cui: autodifesa, utilizzo di armi da fuoco, come procacciarsi cibo e acqua in un contesto post-distruzione ma soprattutto come abbattere e difenderci dagli zombie. Il corso, inoltre, prevede anche delle lezioni teoriche in cui insegnare come diventare leader in un contesto apocalittico in cui troveranno spazio solo piccoli gruppi di persone non organizzate.

Il corso prevede un addestramento di 3 giorni da svolgersi durante i fine settimana, dal venerdi alla domenica. Ovviamente nessuno fa niente per beneficienza, il costo per persona e’ di circa 430 dollari, ma comprende proprio tutto: notti nel campus, pranzo, cena, colazione e anche spuntino a meta’ pomeriggio. In fondo potrebbe essere un investimento utile!

Vi segnalo anche il sito ufficiale del corso. Visitatelo e non perdetevi la foto iniziale che mostra il gruppo di istruttori armati fino ai denti e pronti ad insegnarvi come sopravvivere: http://www.zombiesurvivalcourse.com/index.html

A parte le speculazioni sul 21 Dicembre, cosa dobbiamo realmente aspettarci per questa data? Perche’ tanta gente pensa che una fine del mondo sia prossima? Scopritelo leggendo Psicosi 2012. Le risposte della scienza.