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Metano su Marte: c’e’, non c’e’, c’era?

26 Set

Nella sezione:

Hai domande o dubbi

e’ stato richiesto un argomento molto interessante e attuale. Come potete vedere, si chiede un aggiornamento sulle ultime misure fatte da Curiosity, il rover che sta eplorando Marte, alla luce della notizia, tanto pubblicizzata, della concentrazione minore rispetto alle aspettative di metano. Come anticipato, si tratta di un argomento molto interessante e scientificamente importante. Purtroppo, anche questa volta, molti giornali e siti si sono lanciati in notizie eclatanti, senza pero’ spiegare in dettaglio qual e’ il significato di questo risultato, ma soprattutto cosa ci si aspetta per il futuro.

Per chi volesse maggiori informazioni sulla missione e sulle scoperte fatte, abbiamo parlato di Curiosity in questi post:

Curiosity: scoperta sensazionale?

– Curiosity e gli UFO

– Curiosity e gli UFO: dopo le foto, il video. 

Ecco la scoperta di Curiosity

Detto questo, e’ interessante ripercorrere la storia del metano su Marte, ragionando soprattutto su che cosa questa misura significihi.

Cerchiamo di ragionare insieme. Come sapete, a parte per il discorso ufo e avvistamenti vari che lascia il tempo che trova, uno degli obiettivi dell’esporazione spaziale e’, tra i tanti altri, quello di capire se c’e’ vita sugli altri pianeti del Sistema Solare o anche se in passato ci sono state le condizioni affinche’ una qualche forma di vita si sia sviluppata.

Fin qui ci siamo. Ogni qual volta si parla di condizioni adatte alla vita, qual e’ il primo parametro che viene citato? Ovviamente la presenza di acqua. Il motivo di questo e’ scontato per tutti e non c’e’ bisogno di replicarlo. Molte missioni osservative di Marte hanno dimostrato come in passato ci fosse molta acqua sul pianeta rosso. Addirittura sono stati ossservati i segni tipici lasciati da fiumi, laghi e mari, come solchi, ammassi di fanghi essiccati, letti di fiumi ormai asciutti, ecc. Inoltre, sulle calotte di Marte e’ presente ghiaccio. Queste distese hanno anche una variabilita’ stagionale cosi’ come avviene sulla Terra. Anche oggi ci sono evidenze di acqua in forma liquida, anche se in misura estremamente minore in superificie.

Bene, dunque su Marte c’e’ acqua. Questo significa che c’e’ vita? Assolutamente no. Per dirlo in termini matematici, la presenza di acqua sul pianeta e’ una condizione necessaria per sviluppare determinate forme di vita. Questa condizione non e’ pero’ sufficiente, cioe’ se c’e’ vita c’e’ acqua, ma non e’ vero il viceversa.

A questo punto, non avendo visto nessun marziano salutarci attraverso le telecamere dei rover, dobbiamo cercare qualche altro parametro. In questo caso, quello che possiamo vedere e’ se c’e’ metano in atmosfera.

Perche’ e’ importante la presenza di metano?

Prendiamo come esempio la Terra, dove non credo di dover dimostrare che c’e’ vita. L’atmosfera terrestre e’ molto ricca di metano. Da dove viene? Circa il 90% del metano che troviamo nella nostra atmosfera viene da forme vitali. Che significa? Una frazione viene dalla decomposizione di specie che rilasciano questo gas, mentre gran parte viene prodotto direttamente dal metabolismo di alcuni animali. Come sicuramente saprete, monitorare il metano nella nostra atmosfera e’ molto importante per via dell’effetto serra portato da questo gas. Uno dei contributi maggiori al metano viene dalla digestione delle mucche.

Detto questo, capite bene come la presenza di metano in atmosfera puo’ essere in qualche modo legato alla presenza di vita su un pianeta.

Fin qui ci siamo, ma torneremo su questi discorsi a breve per continuare a portare avanti il nostro ragionamento.

Prima di Curiosity, c’erano delle misure della quantita’ di metano nell’atmosfera di Marte? Certamente si, misure, anche se tra loro abbastanza discordi, venivano da osservazioni con telescopi da Terra e da satelliti in orbita intorno al pianeta rosso. Tra queste, vi erano alcune misurazioni che mostravano dati abbastanza entusiasmanti.

Senza troppi giri di parole, vi mosro un’immagine in falsi colori ottenuta partendo dai dati della sonda Mars Express nel 2004:

 

Metano nell'atmosfera di Marte. Fonte: Mars Explorer

Metano nell’atmosfera di Marte. Fonte: Mars Explorer

Cosa rappresenta? Le diverse colorazioni indicano la concentrazione piu’ o meno alta di metano nell’atmosfera di Marte. Come vedete, seguendo la scala in basso, ci sono dei punti che appaiono molto rossi, cioe’ con concentrazioni anche fino a 30 parti per miliardo (ppb) di metano.

Dunque? Su Marte c’e’ o c’era acqua, su Marte c’e’ metano quindi su Marte c’e’ vita!

Questo ragionamento potrebbe esssere azzardato e scientificamente non corretto. Come detto prima, sempre in termini matematici, avere acqua e’ una condizione necessaria, avere metano e’ una condizione necessaria, avere acqua e metano e’ una condizione necessaria, ma nessuna delle due, neanche simultaneamente, e’ una condizione sifficiente.

Non poter gridare alla scoperta del secolo, non significa non fare ricerca. L’evidenza di questi rilasci in atmosfera meritano di essere studiati in dettaglio per vedere se effettvamente sono sinonimo di vita oppure no.

Detto questo, cosa facciamo? Mandiamo Curiosity a vedere direttamente sulla superficie di Marte. Tra i tanti strumenti, il rover ha a disposizione spettrometri pensati proprio per misurare le concentrazioni di gas in atmosfera.

Cosa troviamo?

Come annunciato in questi giorni, Curiosity non ha trovato le concentrazioni sperata di metano. I valori misurati, ponderati su diverese analisi fatte in periodi diversi dell’anno marziano, hanno mostrato valori massimi intorno a 2 parti per miliardo, cioe’ molto meno di quello che si pensava e che e’ stato mostrato nei dati di Mars Express.

A questo punto, un po’ con l’amaro in bocca, cosa dobbiamo dire?

Molte fonti chiudono il discorso dicendo che non c’e’ vita su Marte, mentre altre si appellano al fatto che ci sono errori nella misura o che la vita c’era in passato.

Per ragionare su queste affermazioni e’ necessario riprendere il discorso metano in atmosfera.

Abbiamo detto che sulla Terra abbiamo una concentrazione di circa 1700 ppb di metano. I dati di Mars explorer mostravano picchi da 10-20 ppb. Confrontate tra loro i due numeri. Come vedete, sono profondamente diversi tra loro. Questo non deve portarvi fuori strada. Come detto prima, sulla Terra ci sono, ad esempio, le mucche, su Marte vi aspettate di trovare al massimo qualche batterio.

E’ vero pero’ che Curiosity sta osservando una frazione molto ristretta della superficie marziana, il cratere Gale. Per quanto esteso, questo campione non e’ rappresentativo di tutto il pianeta. Questa e’ una riflessione ragionevole. Notiamo pero’ che se ci fossero forme di vita batteriche, queste si dovrebbero sparpagliare per tutto il pianeta, non solo in determinati punti specifici. Tra l’altro, il cratere Gale e’ stato scelto per le sue proprieta’, per la presenza in passato di corsi d’acqua, insomma se c’e’ vita, dovrebbe essere anche in questo punto.

Torniamo pero’ ai dati di Mars Explorer. Su questa mappa abbiamo visto dei rilasci molto localizzati di metano, non certo un’atmosfera uniforme. Bene, proprio questa particolarita’, ci porta a pensare che il rilascio potrebbe essere causato da altro, non necessariamente da forme di vita.

Come anticipato, sulla Terra il contributo maggiore al metano in atmosfera viene, in qualche modo, da forme di vita. Queste pero’ non sono le uniche sorgenti di questo gas. Esistono processi geologici in grado di produrre metano e scaricarlo in atmosfera. Si tratta, nel nostro caso, di contributi minori rispetto a quelli delle forme di vita, ma comunque presenti e conosciuti. Se su Marte non c’e’ vita, ci potrebbero pero’ essere fenomeni analoghi, e questo spiegherebbe anche la minor concentrazione di metano in atmosfera. Altra ipotesi possibile e’ che su Marte sia presente “olivina”, un minerale che a contatto con l’acqua produce un altro minerale detto “serpentina”. In questo processo viene emesso metano. Abbiamo prove di questo? Certo, l’olivina e’ molto abbondante su Marte sia in superificie che nel sottosuolo. Perche’ pero’ in punti localizzati? Semplice, perche’ in quei punti ci potrebbero essere ancora serbatoi di acqua che sono andati in contatto con il minerale rilasciando metano.

Altra ipotesi che si sta facendo strada in queste ore e’ che oggi non ci sia vita su Marte, ma che magari ci fosse stata in passato.

Possibile questo? Come abbiamo visto, il metano prodotto in qualche modo arriva in atmosfera. Poi? Se il metano rimanesse stabile per sempre, allora sulla Terra, per fare un esempio, la sua concentrazione in atmosfera dovrebbe aumentare linearmente grazie ai continui apporti dagli esseri viventi. In realta’, il metano ha un tempo di vita abbastanza lungo, ma a causa della radiazione proveniente dal sole, viene scisso formando altri gas. La vita media di una molecola di metano in atmosfera e’ intorno a 300-400 anni.

Attenzione, allora e’ possibile che in passato ci sia stata la vita su Marte ed ora non c’e’ piu’ e anche il metano prodotto e’ scomparso. Questo non e’ del tutto vero dal momento che un organismo vivente produce metano ma anche un organismo in decomposizione produce metano. Inoltre, organismi decomposti nel sottosuolo, formano giacimenti di olii che non sono stai assolutamente osservati su Marte, pensate anche solo alla formazione di petrolio.

Detto questo, Curiosity non ha trovato la quantita’ di metano che ci si aspettava. I valori precedenti osservati, come visto rilasci localizzati, possono essere dovuti a fenomeni di natura geologica, che nulla hanno a che fare con la vita.

E’ altresi’ vero che Curiosity ha fatto le sue misure su una superficie ridotta di Marte e inoltre che si e’ limitata a raccogliere campioni a sua portata, cioe’ fino ad 1 metro di altezza da Terra.

Fatte queste considerazioni, la matassa non e’ ancora sbrogliata del tutto. Fatte salve le misure degli anni precedenti e queste di Curiosity, ci deve essere un processo non biologico che ha prodotto metano in atmosfera. Mi sento quasi di escludere del tutto che i rilasci osservati siano di natura biologica, ma questa e’ una mia considerazione personale.

Come studiare il problema?

Semplice, sono gia’ in fase di studio nuove missioni per Marte. La missione Exomars prevede nel 2016 la messa in orbita intorno al pianeta rosso di un satelite per misurazioni dei gas e nel 2018 due nuovi rover in superficie. Questa missione e’ gestita sia dalla NASA che dalla nostra ESA. Oltre a questo, il contributo italiano a questa missione e’ davvero notevole sia dal punto di vista della ricerca che di componentistica realizzata dalle nostre aziende.

Missioni di questo tipo potrebbero aiutarci a capire meglio l’origine del metano e dare una risposta definitiva sulla presenza o meno di vita su Marte.

Ultimissima considerazione, dire non c’e’ metano e’ equivalente a dire non c’e’ vita? Assolutamente no. Anche qui sulla Terra conosciamo diverse forme batteriche che non producono questo gas nel loro metabolismo. Questo ci fa capire nuovamente che questa non e’ una condicio sine qua non. Anche avere tantissimo metano non significa necessariamente avere vita. Pensate, ad sempio, a Titano, satellite di Saturno. Qui l’atmosfera e’ pregna di metano, ci sono laghi di metano, precipitazioni di metano, eppure, a nessuno verrebbe in mente di cercare la vita su Titano.

Come vedete, il discorso e’ sempre aperto, e, al momento, non possiamo certo escludere o dare per certa una qualche forma di vita su Marte. Le ricerche future potranno aiutarci a meglio comprendere questi aspetti o magari anche solo a capire se in passato si possano essere sviluppate forme di vita su qualche pianeta del Sistema Solare.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Something is going to happen in one day

24 Set

In questo articolo avevamo parlato dell’ultima profezia/sparata/fantasia per la fine del mondo:

Qualcosa accadra’ … il 24 settembre

Come ricorderete, il conteggio e’ partito 77 giorni fa, ed e’ ormai quasi giunto al termine:

Come visto nell’articolo precedente, si parlava di fine del conteggio per il 24 settembre 2013. Molti mi hanno fatto notare che ieri pero’, eravamo ancora a 2 giorni. Come mai? La spiegazione e’ molto semplice. Probabilmente, come e’ lecito pensare, i video vengono caricati dagli Stati Uniti. Detto questo, in questo momento, ad esempio, il 24 settembre e’ appena iniziato a Chicago: ora locale 7.47, ora di Chicago 00.47.

Per vedere la fine del conteggio bisognera’ dunque aspettare la parte centrale della giornata. Osservando i momenti di pubblicazione dei video, mi aspetto di vedere il famoso 0-day tra circa 9 ore.

Non resta che aspettare e vedere quale bufala inventeranno per la fine del conteggio. Questa storia sembra un po’ quella di tante serie TV made in USA che si caricano di particolari e storie avvincenti e poi non sanno come concludere dignitosamente.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Qualcosa accadra’ … il 24 settembre

20 Set

Nel forum di Psicosi 2012:

Psicosi 2012, forum

un nostro caro utente ha segnalato un nuova presunta profezia che sarebbe nata esclusivamente sulla rete. Non si tratta di nessun libro profetico, mago, veggente o altro, semplicemente una profezia che annuncerebbe “qualcosa” da qui a pochi giorni.

Certo, detto cosi’ sembra tutto molto confuso, ma in realta’ la storia di questa profezia e’ molto semplice.

Nell’aprile del 2010, e’ stato creato un canale di youtube chiamato “pronunciation book”. Di cosa si tratta? Molto semplicemente, su questo canale venivano caricati dei brevi video in cui una voce guida insegnava come pronunciare alcune parole in inglese/americano. In tal senso, potevate trovare parole come “jojoba”, “shrimp”, “skeleton” e via dicendo. Dunque, solo una semplice guida per insegnare la corretta pronuncia di alcune parole.

Il canale veniva aggiornato di tanto in tanto con qualche nuovo video, ma senza ottenere un alto numero di visualizzazioni.

Verso i primi di luglio di quest’anno, il canale e’ di nuovo tornato molto attivo, ma qualcosa e’ cambiato. Ogni giorno viene pubblicato un nuovo video riguardante un numero X, dal titolo “come pronunciare X”. In realta’, non si tratta di numeri a caso, ma di un vero e proprio conto alla rovescia che e’ iniziato il 9 luglio dal numero 77. Cosi’, giorno dopo giorno, viene pubblicato il nuovo numero, come in un conto alla rovescia partito da 77.

Cosa c’e’ di strano in tutto questo?

Nel video, al contario di quanto veniva fatto prima, non si pronuncia assolutamente il numero. Tutti i video sono di questo tipo: inizialmente la voce pronuncia una frase in inglese e poi dice “qualcosa accadra’ in X giorni” (dove X e’ il numero del video”.

Questo e’ il canale youtube in questione:

Youtube, pronunciation book

Come vedete, trovate tutti i video pubblicati, con numeri che di giorno in giorno scalano. Ad oggi, 20 settembre, siamo al 4.

Come capite molto facilmente, il conto alla rovescia terminera’ il 24 settembre 2013.

Come se non bastasse, dopo la fatidica frase “Something is going to happen in X days”, c’e’ un intervallo che sembra muto. In realta’, se alzate le casse, vi accorgete che si sentono dei rumori di sottofondo.

Come potete facilmente immaginare, su questi rumori si e’ scatenata la vera speculazione su questo caso. Diversi siti, soprattutto in lungua inglese, parlano del conto alla rovescia. Alcuni sostengono che i misteriosi rumori siano dei messaggi in codice Morse. Secondo altri si tratterebbe di un intervallo di frequenze criptate che nascondo un qualche messaggio profetico. Ovviamente, di volta in volta, trovate qualcuno pronto a giurare di aver capito il vero messaggio e di aver capito che gli alieni stanno arrivando, che la fine del mondo e’ prossima, che la terza guerra mondiale e’ alle porte, che i suoni trasformati in immagini mostrano la chiamata alle armi in Siria, ecc.

Molto interessanti sono le frasi pronunciate nella parte iniziale di ciascun video, come anticipato, tutte diverse tra loro. Vi faccio qualche esempio sui primi numeri pubblicati:

77: “Something is going to happen in 77 days.”

76: “I’ve been trying to tell you something for 1,183 days.”

75: “I’m awake now. Things are clearing up. I’m not saying the words anymore.”

74: “I’ve got a minute, let me tell you what I think is going on.”

73: “Tension between the districts has spiked in the last few months.”

72: “You can see it in the markets.  Everyone’s ready for a storm.”

69: “No one is ready. He watches the market.”

68: “I’m not talking about a disaster, I’m talking about a love triangle.”

67: “We fell into the jungle for a summer of dollar-crime.”

66: “We were young heroes, gorgeous liars.”

65: “Turn off the lights and drink a cold glass of water.”

64: “No one is singing, every day is the same.”

63: “We should have listened to Chief.”

Cioe’? Come vedete, e le tematiche si sono ritrovate anche per i numeri successivi, si parla di un misterioso Chief, di super-eroi, di scontri, di triangoli amorosi. Insomma, tutte cose abbastanza sconclusionate e senza un filo logico.

Da quanto detto, mi sembra evidente che non ci sia assolutamente nulla di cui discutere, o meglio nulla che possa essere interpretato o su cui ragionare, se non l’astuzia di qualcuno.

Cosa significa?

Guardate il numero di visualizzazioni di ciascun video. Tutti superano almeno le 10000 visite. Con questa semplce storia del conto alla rovescia, avete creato un canale che sta diventando famossisimo su youtube. Non solo, ci sono decine di siti e forum che parlano di questi video. Per farvi un esempio, tutti i messaggi riportati nei video sono stati raccolti in questa pagina:

77 days: public document

In cui trovate anche i video precedenti o che sono stati pubblicati tra un numero e l’altro, oltre a tutta una serie di supposizioni che, lasciatemelo dire, non stanno ne’ in cielo ne’ in terra.

Sapete cosa sarebbe geniale secondo me? Se tutto questo conto alla rovescia fosse stato creato per lanciare l’uscita sul mercato di un qualche prodotto. Immaginate questo scenario, al 24 settembre viene pubblicato un video che vi mostra l’oggetto in questione. Praticamente, a costo zero, avete avuto una pubblicita’ in tutto il mondo con decine di migliaia di visualizzazioni.

Se cosi’ fosse, a questa iniziativa andrebbe assegnato il premio piu’ importante per il marketing.

Concludendo, a mio avviso, e’ assurdo parlare di qualcosa di nefasto che dovrebbe accadere al termine dei 77 giorni. Allo stesso modo e’ assurdo attribuire un carattere profetico ai video caricati su questo canale di youtube. Detto questo, per capire davvero cosa dovra’ accadere il 24 settembre 2013, non resta che aspettare questo giorno e vedere che video sara’ pubblicato.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Se la morte fosse uno stato reversibile?

20 Mag

In un commento lasciato nella sezione:

Hai domande o dubbi?

un nostro nuovo lettore ha chiesto maggiori informazioni sulle esperienze di pre-morte, di cui abbiamo parlato in questo post:

Le esperienze di pre-morte

ma anche degli studi in corso per tornare indietro dallo stato di morte.

Se per la prima domanda avevamo gia’ discusso l’argomento in un post, la seconda richiesta e’ invece inedita.

Cosa significa tornare indietro dalla morte?

Riflettiamo un attimo su questa cosa. Quando moriamo? Vediamo, in modo che forse a qualcuno sembrera’ innaturale, il nostro corpo come una macchina. Ci sono tanti organi, ognuno con funzioni diverse, ma che funzionano attraverso la circolazione sanguigna. Questo flusso di sangue e’ prima di tutto spinto da una pompa che e’ il cuore. Ad ogni battito, il sangue va in circolo raggiungendo i diversi organi e alimentando in questo modo le cellule che li compongono.

Bene, quando moriamo cosa succede? In un modo o nell’altro, il nostro cuore smette di battere, cioe’ si interrompe l’alimentazione che faceva andare la macchina-uomo.

In questa concezione, possiamo vedere la morte come un istante, cioe’ quel preciso attimo in cui il cuore smette di battere. Prima di concludere, riflettiamo ancora su quanto detto. Noi non siamo solo il cuore. In termini automobilistici, questa e’ la pompa che manda in circolo la benzina, ma il motore qual e’? Tra tutti gli organi, sicuramente il cervello ha un ruolo molto importante e dunque concentriamoci su questo. Le cellule cerebrali, nel momento in cui il cuore si ferma, non ricevono piu’ sangue. Visto in questo modo, nell’istante in cui il cuore si ferma, inizia la morte delle cellule del nostro corpo che inizieranno un processo di decomposizione. Ovviamente, le cellule non muoiono nel preciso istante in cui il sangue smette di fluire, ma saranno ancora “vive” per un periodo piu’ o meno lungo.

Se utilizziamo questa chiave di lettura, la morte non e’ piu’ un singolo istante, bensi’ un processo che parte quando il cuore smette di battere e si conclude con la decomposizione cellulare.

Se ora, fossimo in grado di intervenire in questo lasso di tempo per risolere la causa che ha portato all’arresto cardiaco, potremmo pensare di tornare indietro dallo stato di morte.

Questo ragionamento e’ proprio quello alla base del pensiero del Dr. Sam Parnia, medico statunitense, capo del reparto di terapia intensiva dello Stony Brook University Hospital di New York. Sfidando il pensiero medico piu’ comune, Parnia ha condotto importanti studi sul processo di morte, cercando proprio di far tornare indietro i pazienti normalmente considerati deceduti.

Ora attenzione, su questi studi si possono leggere moltissime cose inesatte in rete, accompagnate dalla solita e immancabile speculazione. In particolare, non manca chi punta il dito contro la scienza e la medicina, sostenendo che gli esseri umani si vorrebbero sostituire a Dio nel decidere quando e come morire. Questo e’ completamente falso.

Ragioniamo un attimo su questi concetti. Nei reparti di terapia intensiva di tutto il mondo, si ricorre a particolari tecniche che consentono di mantenere in vita un paziente mediante circolazione extracorporea o respirazione indotta da macchinari. Anche in questi casi, quello che si fa e’ bloccare lo stato di morte, aiutando il paziente con l’ausilio di macchinari esterni al corpo.

Il dottor Parnia si e’ proprio specializzato in queste tecniche. Per farvi qualche esempio, molto usata in questi casi e’ la cosiddetta “rianimazione cardiopolmonare”, o CPR. Questa tecnica prevede l’ausilio di un macchinario per ossigenare il sangue del corpo e salvaguardare le cellule cerebrali in attesa che il problema del pazienta venga risolto e che possa riprendere la normale respirazione autonoma. Analoga funzione e’ quella dell’ECMO, cioe’ l’ossigenazione extracorporea mediante membrana, oltre ovviamente a tecniche criogeniche utilizzate per raffreddare il corpo e mantenere vitali le cellule.

Alla luce di quanto detto, queste tecniche sono del tutto normali. L’importante contributo del Dr. Parnia non e’ nella scoperta di queste tecniche, ripeto gia’ utilizzate in medicina, bensi’ in uno studio attento e specifico di come questi macchinari possano essere utilizzati al meglio per interrompere il processo di morte.

Forse parlare di interrompere il processo di morte, potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma, nell’ottica di un meccanismo che porta alla morte del paziente, quello che facciamo e’ limitarci ad intervenire nel momento giusto.

Detto questo, qual e’ questo momento giusto?

Dagli studi condotti negli USA, si e’ evidenziato come le cellule cerebrali possano restare in vita anche fino ad 8 ore dopo che il cuore ha smesso di battere. In questo senso, abbiamo un discreto lasso di tempo per intervenire sul paziente e cercare di ripristinare le normali funzioni vitali. Queste tecniche non devono assolutamente sconvolgere. Perche’, se ci facciamo un taglio profondo, andiamo in ospedale a mettere i punti piuttosto che morire dissanguati? Anche se un po’ azzardato, il discorso e’ lo stesso. In questo caso, il funzionamento del cuore e’ visto come un qualcosa di ripristinabile e su cui si puo’ agire per un discreto intervallo di tempo.

Personalmente, trovo gli studi di Parnia molto interessanti e degni di nota, soprattutto dal punto di vista scientifico. Ripeto nuovamente, quello che viene fatto e’ solo uno studio attento di tecniche di principio gia’ utilizzate. Lo scopo delle ricerche e’ migliorare queste procedure, ma soprattutto studiare tempi e soluzioni dei diversi casi.

Gli studi di Parnia stanno dando risultati? Assolutamente si. Per farvi un’idea, la media di pazienti rianimanti negli ospedali degli Stati Uniti e’ intorno al 16%. Allo Stony Brook University Hospital, si arriva a sfiorare il 33%.

Da quanto detto, non si deve assolutamente considerare Parnia uno stregone, ma solo uno scienziato impegnato in un campo di confine tra la vita e la morte.

Ovviamente, queste tecniche non sono sempre utilizzabili. Come detto fino a questo punto, affiche’ ci sia qualche possibilita’, si deve avere una morte improvvisa, in cui le cellule del nostro corpo da un istante all’altro si ritrovano senza sangue perche’ il cuore ha smesso di battere. Questo non e’, ad esempio, il caso delle malattie degenerative in cui il corpo muore gia’ lentamente quanto il cuore del soggetto e’ ancora in vita.

Concludendo, nell’ottica di vedere la morte come un processo che parte con l’arresto cardiaco e si conclude con il daneggiamento irreversibile delle cellule dell’organismo, il Dr. Parnia e’ impegnato nello studio delle tecniche per intervenire in questo lasso di tempo. In molti casi e’ infatti possibile rallentare la decomposizione cellulare ed intervenire per risolvere la causa scatenante dell’arresto cardiaco. Sicuramente si tratta di studi degni di nota e che speriamo portino altri risultati in un futuro piu’ o meno prossimo.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Ecco la scoperta di Curiosity

4 Dic

Come forse ricorderete, e come abbiamo visto in questo post:

Curiosity: scoperta sensazionale?

La NASA, nella persona di John Grotzinger, aveva annunciato, tramite l’emittente radiofonica americana NPR , di avere per le mani una scoperta sensazionale fatta da Curiosity su Marte. Per essere precisi, si parlava di una scoperta tale da riscrivere i libri di storia.

Come abbiamo visto nel post precedente, la scoperta era stata fatta utilizzando il rivelatore SAM, un analizzatore di campioni per il terreno marziano composto da uno spettrometro e da un gascromatografo.

Ovviamente questo annuncio ha fatto subito il giro del mondo, dal momento che il rivelatore SAM, tra le altre cose, e’ in grado di rivelare molecole organiche.

Ora proprio su questo punto si e’ creata la grandissima confusione a cui abbiamo assistito in rete.

Cosa avra’ mai scoperto Curiosity di cosi’ sensazionale?

Ovviamente sul web non sono mancate le voci piu’ fantasiose: marziani, fossili di una precedente vita, citta’ abbandonate. Queste sono solo alcune delle numerose ipotesi di cui abbiamo parlato.

Come detto nel precedente post, si era creata troppa attesa su questo annuncio della NASA. Come dichiarato, era completamente assurdo pensare a scoperte di questo tipo, ma era sicuramente necessario ridimensionare le aspettative sull’anuncio.

Come sappiamo ormai bene, l’annuncio era atteso per il 3 Dicembre, durante la conferenza annuale di geofisica degli Stati Uniti.

Qualche giorno prima, lo stesso portavoce della NASA aveva cercato di calmare le acque, rilasciando un’intervista in cui dichiarava quello che anche noi avevamo detto fin dall’inizio: quella che potrebbe essere una scoperta sensazionale per la scienza, non e’ detto che abbia la stessa risonanza nei non addetti ai lavori.

Vi ricordo che a seguito di questo annuncio, alcune voci su web avevano addirittura avanzato l’ipotesi che Curiosity non fosse neanche su Marte, ma in realta’ in un qualche deserto sulla Terra. Ovviamente si trattava di voci infondate e di chiaro stampo complottista, come visto in questo post:

Ecco perche’ Curiosity non trova gli alieni!

Ora, dopo un’attesa durata piu’ di una settimana, e’ finalmente arrivato l’annuncio della NASA.

Cosa avra’ mai trovato Curiosity?

Prima di tutto, e’ d’obbligo dire che “non e’ stata trovata la vita”. Nonostante questo, le scoperte fatte dal rover sono state molteplici e molto rilevanti sul piano scientifico.

Campione di sabbia raccolto da Curiosity

Campione di sabbia raccolto da Curiosity

Dall’analisi di campioni di sabbia marziana, Curiosity ha trovato un chimica abbastanza complessa, contenente acqua, zolfo, cloro e Carbonio.

Cerchiamo di andare con ordine.

Dall’analisi di campioni di sabbia, Curiosity ha trovato molecole organiche. Questo non significa qualcosa di “vivo”, bensi’ molecole contenenti carbonio.

Come detto e ripetuto su questo blog, la nostra idea era proprio che il rover avesse trovato il carbonio, cioe’ quei mattoni fondamentali per la vita.

Il carbonio e’ stato trovato riscaldando il perclorato, una molecola gia’ evidenziata anche da altre missioni su Marte. Dal riscaldamento del perclorato sono stati evidenziati atomi di cloro, idrogeno e carbonio.

Perche’ nonostante l’evidenza di carbonio, la NASA ancora preferisce non parlare di molecole organiche? Semplicemente perche’ non si e’ ancora sicuri che il carbonio sia veramente di origine marziana.

Cerchiamo di capire meglio.

Ovviamente la costruzione del rover e’ avvenuta con tutti gli accorgimenti del caso. In particolare, si e’ prestata la massima attenzione a decontaminare il rover da materiale e molecole terrestri, prima di inviarlo su Marte. Nonostante questo, e’ possibile che i campioni siano ancora “inquinati” da molecole di origine terrestre. In questo caso, non ci sorprenderebbe l’evidenza del carbonio, dal momento che sarebbe proveniente dalla Terra stessa.

Come risolvere questo rebus?

Semplicemente sono necessarie nuove analisi su diversi campioni. Il lavoro di analisi di Curiosity e’ solo all’inizio. Obiettivo delle prossime settimane e’ continuare a spostare il rover all’interno del cratere Gale per raccogliere nuovi materiali da analizzare.

Solo una statistica maggiore di analisi potra’ dare una risposta definitiva all’evidenza o meno di carbonio sul suolo marziano.

Tutto qui?

Assolutamente no, ma neanche il seguito non sara’ tale da far saltare un non addetto ai lavori sulla sedia.

Tra le altre cose, Curiosity ha evidenziato la presenza di vetro nel suolo marziano, cioe’ di silicati. Questo evidenzia un’origine vulcanica del suolo Marziano dal momento che la composizione osservata nella sabbia e’ del tutto simile a quella che troviamo sulla Terra nei terreni di origine vulcanica.

Altra importante scoperta di Curiosity viene dall’analisi delle molecole d’acqua trovate nei campioni. Il rover ha evidenziato infatti che la concentrazione delle molecole di acqua pesante e’ maggiore di quella di acqua leggera. Cosa significa questo? Chimicamente possiamo scrivere l’acqua come H2O, cioe’ come una molecola formata da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno. Ora, l’idrogeno in natura presenta 3 isotopi diversi, detti Idrogeno, Deuterio e Trizio. La differenza e’ solo nel numero di neutroni che troviamo nel nucleo. Mentre l’idrogeno ha un solo protone nel nucleo, il deuterio ha un protone ed un neutrone ed il trizio ha un protone e due neutroni.

Il fatto che la concentrazione di acqua pesante sia maggiore, significa semplicemente che, rispetto alla Terra, sono piu’ abbondanti le molecole di D2O, cioe’ con atomi di deuterio al posto di quelli di idrogeno.

Siete rimasti delusi dalle scoperte di Curiosity?

Probabilmente si. In realta’ si tratta di scoperte molto importanti dal punto di vista scientifico, se consideriamo che Curiosity e’ sul pianeta rosso solo da poche settimane.

Nei precedenti post, avevamo gia’ annunciato che molto probabilmente la scoperta sensazionale sarebbe stata l’evidenza, o almeno presunta tale, di carbonio nel terreno marziano.

Come anticipato nei giorni scorsi, erano del tutto infondate le voci che ipotizzavano scoperte o evidenze di forme di vita su Marte.

Per un’analisi completa e scientifica del 2012, ma che in realta’ ci consente di spaziare a 360 gradi in diversi campi della scienza, non perdete in libreria  “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.

Curiosity: scoperta sensazionale?

22 Nov

Dopo qualche settimana di silenzio, torniamo finalmente a parlare di Curiosity, il Rover che sta esplorando la superficie di Marte e invia in continuo i suoi dati verso la Terra.

Nei post precedenti, molte ipotesi di avvistamenti alieni erano state fatte sulle foto scattate:

Curiosity e gli UFO

Curiosity e gli UFO: dopo le foto, il video. 

ma la notizia che sta circolando proprio in queste ultime ore, e’ completamente diversa.

Andiamo con ordine.

Ieri, in un’intervista rilasciata da John Grotzinger alla radio pubblica america NPR, si e’ annunciata una straordinaria scoperta, letteralmente una scoperta tale da cambiare i libri di storia, fatta da Curiosity e attualmente al vaglio degli esperti. Nell’intervista non si fa nessun riferimento al tipo di scoperta, in attesa della verifica dei risultati.

Disegno del rover Curiosity

Che significa? Chi e’ John Grotzinger? Di che scoperta si tratta?

Queste sono le domande che vengono in mente leggendo questa notizia, e a cui cercheremo di dare una risposta.

Ma prima di addentrarci nel discorso, dobbiamo chiederci: la notizia e’ reale o si tratta di una montatura?

A questo punto, molti di voi si aspetterebbero che dicessi che si tratta di una montatura, in realta’ la notizia sembra proprio reale. Inoltre, il giornale italiano focus scrive nelle sue pagine di aver verificato anche in maniera indipendente la notizia, da una fonte NASA tenuta anonima, e di poter confermare quanto riportato da NPR.

Premesso questo importante particolare, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

John Grotzinger e’ professore di geologia presso il California Institute of Technology, esperto nell’interazione chimica e fisica dell’ambiente sulla formazione della vita. Grotzinger e’ attualmente impegnato nelle missioni di esplorazione marziana da parte della NASA, appunto per la ricerca di forme di vita sul pianeta rosso.

Bene, la notizia sembra reale e la presunta fonte e’ altrettanto reale e autorevole.

Stando a quanto riportato da NPR, la sensazionale scoperta fatta da Curiosity sarebbe il risultato di un’analisi condotta attraverso il rivelatore SAM. Questo acronimo sta per Sample Analysis at Mars, cioe’ analisi dei campioni su Marte. Il SAM, realizzato dal Goddard Spece Flight Center della NASA, e’ composto da uno Gascromatografo-spettrometro di massa e da uno spettrometro laser. Compito del SAM e’ quello di analizzare i composti organici eventualmente presenti nei campioni atmosferici e di suolo.

Attenzione, la scoperta e’ fatta con il SAM e il ruolo del SAM e’ quello di analizzare campioni organici?

Come potete facilmente immaginare, mettendo insieme questi due pezzi, sul web si e’ scatenata la corsa alle ipotesi piu’ fantasiose per la scoperta fatta da Curiosity.

Come nostra abitudine, prima di sbilanciarci in una direzione, cerchiamo di capire meglio.

Per prima cosa: come funziona il SAM?

Per rispondere alla domanda, dobbiamo capire cosa si nasconde dietro quei due strumenti dal nome impronunciabile di cui abbiamo parlato prima.

Un Gascromatografo-spettrometro di massa, anche detto GC-MS, e’ uno strumento basato sull’accoppiamento dei due pezzi che compongono il nome. Il Gascromatografo serve per separare la miscela da analizzare in una fase stazionaria ed una fase mobile. Le due fasi vengono poi fatte uscire separatamente pronte per essere analizzate con lo spettrometro di massa. Questo componente permette di determinare la composizione di una miscela, misurando, in modo indiretto, la massa degli ioni che la compongono. In questo modo si possono identificare le molecole presenti nel campione.

Curiosity puo’ utilizzare in accoppiamento con il SAM anche il ChemCam, cioe’ un piccolo raggio laser in grado di vaporizzare una quantita’ di roccia mediante impulsi molto energetici. Questo bombardamento puo’ vaporizzare rocce fino a 7 metri, permettendo un’analisi molto precisa mediante gli Spettrometri di massa.

Se rileggiamo attentamente il funzionamento degli strumenti, ci rendiamo conto di una cosa, gli spettrometri possono misurare la presenza di particolari ioni, come potrebbero essere l’ossigeno, il carbonio, l’azoto. Tutte  molecole che, in un modo o in un altro, possono essere messe in relazione con la vita.

Quanto detto dovrebbe essere sufficiente a smorzare le speculazioni che potete leggere in rete su questa notizia. Come potete facilmente immaginare, su molti siti non si fa altro che parlare di forme di vita extraterrestri, alieni e complotti per tenere tutto nascosto. Questo e’ assolutamente falso.

Facciamo una riflessione insieme.

Si parla di una scoperta rivoluzionaria per la scienza. Ora, non vorrei fare il bastian contrario, ma a volte quella che e’ una scoperta sensazionale per la scienza, passa del tutto inosservata nei non addetti ai lavori. Commentando la notizia, possiamo ipotizzare che Curiosity abbia trovato, ad esempio, tracce di carbonio. Questa sarebbe una scoperta sensazionale perche’ significherebbe che su Marte ci sono i mattoni per formare, o per aver ospitato, la vita. Non lasciatevi trasportare dalle tante ipotesi-bufala che girano in rete, la scoperta sensazionale non sara’ mai una foto di Curiosity a fianco di un omino verde!

Detto questo, sembrerebbe che la NASA voglia annunciare questa scoperta durante l’incontro annuale dell’unione geofisici americani, che si terra’ tra il 3 e il 7 Dicembre a San Francisco.

Il fatto che ci sia tutta questa prudenza nel divulgare i dati non deve sorprendervi. E’ del tutto normale che si voglia verificare la scoperta senza lasciare il minimo dubbio negli addetti ai lavori. In passato la NASA ha gia’ fatto proclami che ha dovuto rimangiarsi. Nel 2010, ad esempio, si annuncio’ la scoperta di forme di vita extraterrestri in grado di sfruttare una biochimica basata sull’arsenico invece che sul carbonio. Tutti pensarono agli alieni, ma si trattava soltanto di batteri. Tra l’altro poi, questo annuncio si rivelo’ sbagliato solo pochi giorni dopo.

L’esempio appena fatto, ci fa riflettere nuovamente su due aspetti. Il primo e’ che i dati vanno sempre verificati con cura prima di annunciarli. Detto tra noi, mi meraviglia che John Grotzinger si sia lasciato sfuggire questa notizia. L’altro aspetto importante e’ di non caricare di attese questo annuncio. Come nel caso precedente, quella che per la scienza e’ una grandissima scoperta, potrebbe smentire le attese dei non addetti ai lavori.

Concludendo, non ci resta che aspettare qualche giorno prima di sapere qual’e’, e se veramente e’ stata fatta, questa importantissima scoperta di Curiosity.

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