Diversi utenti mi hanno contattato per avere un approfondimento sulle stampanti 3D. Oggi come oggi, questo tipo di tecnologia e’ entrato pesantemente nella nostra vita e tutti noi, almeno una volta, abbiamo sentito parlare di questa tecnologia anche se, a volte, si ignora completamente il processo realizzativo alla base di questi nuovi strumenti.
Se provate a cercare in rete, trovate una definizione della stampa 3D molto semplice: si tratta dell’evoluzione naturale della classica stampa in 2D, utilizzata pero’ per realizzare oggetti reali in materiali diversi.
Personalmente, trovo questa definizione molto semplicistica e assolutamente riduttiva. Perche’? Semplice, non possiamo confrontare una stampa 2D con una 3D proprio perche’ relativa ad una concezione di realizzazione estremamente diversa. Detto molto semplicemente, sarebbe come voler paragonare la pittura con la scultura, parlando di quest’ultima come la naturale evoluzione della prima.
Cerchiamo di andare con ordine e capire meglio le basi di questo processo. Se nella stampa 2D possiamo riprodurre su un foglio di carta una qualsiasi immagine, in quella 3D il prodotto finale ara’ un oggetto solido, reale e tridimensionale. Un esempio? Disegnate al pc una tazza. Se stampate il vostro disegno con una normale stampante avrete la riproduzione di quell’immagine appiattita su una superficie. Utilizzando invece una stampante 3D il vostro risultato sara’ una vera e propria tazza che potete vedere, toccare e, perche’ no, anche utilizzare.
Solo fino a qualche anno fa, un processo del genere sarebbe stato considerato fantascientifico e, se ci avviciniamo ai giorni nostri, retaggio di costosi macchinari riservati alle aziende piu’ grandi. Oggi invece la tecnologia della stampa 3D e’ divenuta “quasi” di uso comune grazie alla notevole contrazione dei prezzi di queste stampanti, risultato di massicci investimenti fatti da numerose compagnie pubbliche e private.
Pensate stia scherzando? Facendo una ricerca su internet, cominciate a trovare stampanti in grado di riprodurre oggetti fino a decine di centimetri per lato, ad un prezzo inferiore ai 1000 euro. Pensate sia ancora tanto? Nel giro di pochissimi anni, i prezzi di questi dispositivi si sono ridotti in media di un fattore dieci. Come anticipato, questo e’ stato possibile grazie ai notevoli investimenti fatti nel settore ricerca sia pubblico che privato. Per darvi una stima, il prezzo delle azioni delle maggiori case costrttrici di questi dispositivi e’ cresciuto fino a cinque volte facendo riconoscere queste aziende tra le migliori nei listini di borsa.
Visto il sicuro interesse in questi dispositivi, cerchiamo ora di capire meglio come avviene il processo realizzativo di un oggetto a tre dimensioni.
Come potete facilmente immaginare, le tecniche realizzative utilizzate sono diverse ma per comprendere il meccanismo in modo semplice, concentriamoci su quello maggiormente utilizzato e piu’ intuitivo. Come nelle stampanti tradizionali, ci sono delle cartucce contenenti il materiale con cui sara’ realizzato il nostro oggetto. Nella versione piu’ comune, questo materiale sara’ ABS o PLA, due polimeri che per semplicita’ possiamo immaginare come delle plastiche. Normalmente le cartucce contengono questi materiali in forma di polvere o di fili.
Bene, abbiamo il materiale nelle cartucce, poi? Vi ricordate le vecchie stampanti che imprimevano una riga alla volta sul foglio che via via veniva portato avanti? Il processo e’ molto simile a questo. Nella stampa 3D l’oggetto viene realizzato per strati paralleli che poi crescono verso l’alto per realizzare i particolari del corpo che vogliamo stampare. L’esempio classico che viene fatto in questi casi e’ quello dei mattoncini dei LEGO. Strato per strato costruite qualcosa “attaccando” tra loro i vari pezzi. Nella stampa 3D ogni strato viene depositato sull’altro con un processo a caldo o di incollaggio a volte mediante l’ausilio di un materiale di supporto.
Compreso il processo alla base, la prima domanda da porci e’ relativa alla risoluzione di queste stampanti. In altre parole, quanto sono precisi i pezzi che posso realizzare? A differenza della stampa 2D, in questo caso dobbiamo valutare anche la precisione di costruzione verticale. Per quanto riguarda il piano orizzontale, la risoluzione della stampa dipende dalla “particella” di materiale che viene depositata. In verticale invece, come facilmente immaginabile, la precisione del pezzo dipendera’ dallo spessore dello strato che andate a depositare. Piu’ lo strato e’ sottile, maggiore sara’ la risoluzione della vostra stampa. Normalmente, per darvi qualche numero, parliamo di risoluzioni verticali dell’ordine del decimo di millimetro.
A questo punto, abbiamo capito piu’ o meno come funzionano queste stampanti, abbiamo visto che i prezzi sono in forte calo ma la domanda principale resta sempre la stessa: cosa ci facciamo con queste stampanti? In realta’, la risposta a questa domanda potrebbe essere semplicemente “tantissimo”. Cerco di spiegarmi meglio. Le stampanti 3D sono gia’ utilizzate e sotto attento studio di ricerca per il loro utilizzo nei piu’ svariati settori.
Qualche esempio?
Prima di tutto per le aziende che si occupano della realizzazione dei protitipi o di produzione su grande scala di oggetti di forma piu’ o meno complessa. In questo caso vi riporto direttamente la mia esperienza in questo settore. Ai Laboratori Nazionali di Frascati disponiamo di una stampante 3D con una buona risoluzione per la stampa di oggetti in ABS. Cosa ci facciamo? Moltissime parti dei rivelatori di particelle possono essere stampati direttamente in 3D saltando tutta la difficile fase della realizzazione con macchine utensili. Inoltre, ricorrere alla stampa 3D, anche solo in fase prototipale, consente di poter valutare al meglio la correttezza dell’oggetto pensato e la sua funzionalita’ nei diversi settori.
Oltre a queste applicazioni, le stampanti 3D possono essere utilizzate in medicina forense per la ricostruzione di prove danneggiate, in oreficeria, nel settore medico per la ricostruzione ossea, in paleontologia per la preparazione di modelli in scala di parti rinvenute e cosi’ via per moltissimi settori in cui la stampa 3D puo’ velocizzare notevolmente il processo realizzativo ma soprattutto con costi molto contenuti rispetto alla lavorazione classica.
Oggi come oggi, la ricerca in questo settore e’ fortemente orientata allo studio dell’utilizzo di materiali piu’ disparati. Per darvi qualche idea si va dal tessuto osseo alle plastiche, dalla roccia all’argilla e cosi’ via. Come potete capire immediatamente, piu’ materiali si riescono ad utilizzare, maggiori sono i settori interessati in questi prodotti.
Anche se poco noto al grande pubblico, in rete ci sono gia’ moltissimi siti e forum che si occupano di scambio open source di modelli 3D da stampare o anche solo di stampa su commissione conto terzi. Se ripensiamo al paragone con le stampanti classiche, se in questo caso bastava una qualsiasi immagine, per utilizzare una stampante 3D e’ necessario realizzare un modello tridiemnsionale da dare in pasto alla stampante. Per poter far questo ci sono ovviamente potenti software CAD ma anche tanti programmi gratuiti piu’ semplici gia’ scaricabili dalla rete.
Alla luce di quanto discusso, sicuramente il discorso sulle stampanti 3D e’ destinato ancora a crescere. In un futuro non troppo lontano, potremmo avere a disposizione strumenti domestici per realizzare l’oggetto che desideriamo. Inutile nascondere che questo qualche sospetto potrebbe destarlo. Solo pochi mesi fa si e’ molto discusso del progetto di una pistola in plastica perfettamente funzionante ed in grado di uccidere realizzabile con una stampante 3D ed i cui progetti erano finiti in rete. A parte questo “particolare”, quello delle stampanti 3D e’ sicuramente un mercato destinato a crescere e su cui moltissime aziende stanno fortemente puntando.
E ancora con la povera Luna!
15 AgoIn queste pagine, diverse volte abbiamo dedicato articoli alla nostra amata Luna. Il perchè di questo è semplice, come detto in questo articolo:
. La bufala dell’Apollo 20, un evergreen!
data la sua vicinanza, la possibilità di osservarla ad occhio nudo e, purtroppo come in questo caso, la tecnologia sempre più presente nelle nostre vite, la Luna stuzzica da sempre le fantasie più complottiste e possibiliste sull’esistenza degli alieni.
Perchè parlo di tecnologia anche in questo caso?
Tutti conoscono ovviamente il servizio Google Earth, che consente di osservare immagini digitali ad altissima definizione della nostra Terra. Non tutti sanno però che c’è la possibilità di estendere questo servizio anche alla Luna e a Marte, sfruttando le immagini rilasciate dalla NASA e messe a disposizione del grande pubblico.
Come potete facilmente immaginare, questo “servizio” ha un rovescio della medaglia. Non manca infatti chi passa il proprio tempo a osservare queste immagini in cerca di un qualsiasi segnale che possa far presagire la presenza di alieni. Così, ogni minima ombra, sasso e effetto ottico diviene un alieno, una base extraterrestre, un meeting di grigi che tramano contro la Terra, ecc.. Dimenticavo, come sempre il tutto coperto dagli scienziati in camice bianco che sono pagati dal governo per nascondere la verità.
Perchè torno su questo argomento? Molto semplice, nelle ultime ore, un simpatico utente di youtube ha pubblicato un video costruito utilizzando le immagini della Luna e che, nell’arco di pochissimo tempo, è, come si dice oggi, divenuto virale ottenendo qualcosa come quattro milioni di visualizzazioni.
Cosa avrebbe di tanto speciale questo video? Senza troppi giri di parole, ecco a voi il video:
Come avete visto, in queste immagini si vede al centro una figura che, senza il minimo dubbio, rappresenta un soggetto umanoide. Poichè, come noto, ad oggi non ci sono missioni in corso sulla Luna, quello deve essere un alieno lunare. Notate infatti la sua ombra che non lascia proprio spazio ad altre ipotesi.
Non ditemi che sono monotono, ma anche in questo caso giornali nazionali hanno riportato la notizia mostrando le immagini in questione e parlando di forme umanoidi sul nostro satellite! Sapete qual è la cosa più bella? Che questi stessi giornali si chiedono perchè la NASA non abbia ancora smentito la notizia!
Ragioniamo insieme. Ricordate questo articolo:
– 2012, la NASA non smentisce?
Come scritto qui, non possiamo pensare che la NASA possa passsare le giornate facendo rispondere i suoi dipendenti ad ogni video, foto, sito, ecc., che ogni giorno viene pubblicato sulla rete con prove assolutamnete ridicole!
Secondo voi, c’è bisogno di smentire? Proviamoci insieme.
Per prima cosa, come giustamente criticato da molti altri siti, se fosse reale, data la sua ombra, l’alieno sarebbe alto circa 160 metri. Forse ,un pò troppo cresciuto. Inoltre, come visibile in questa foto:
Foto di un altro punto della Luna in cui si vede la stessa forma.
la stessa identica forma si trova anche in un altro punto della Luna, sempre visualizzato da Google Moon (coordinate: 26°47’13.20″N 3°10’8.65″E). Vi comincia a venire qualche dubbio? Che gli alieni lunari, ripeto alti 160 metri, vadano in giro per la Luna e abbiano tutti la stessa identica forma?
Anche in questo caso, con buona probabilità, quello che si vede nelle immagini potrebbe essere una deformazione nella digitizazzione della foto o, in alternativa, un qualcosa depositato sulla camera al momento dello scatto. La forma umanoide è, come al solito, facilmente spiegabile parlando di pareidolie. Non è l’oggetto ad avere una forma umanoide, siamo noi, o meglio il nostro cervello, a voler vedere una forma che conosciamo. In altri termini: gli occhi vedono quello che il cervello vuol vedere!
Esempi di pareidolie sono comuni anche sulla Terra, dove non è difficile imbattersi in rocce che sembrano animali, campi di grano che ricordano visi umani, ecc., ecc., con tanti altri esempi noti a tutti.
Detto questo, nulla da aggiungere sul filmato in questione. Speriamo solo che questo utente di youtube decida di fare qualche giorno di vacanza piuttosto che stare chiuso in casa a scartabellare foto lunari!
”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.
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