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Tsunamometro: come “prevedere” gli Tsunami

3 Set

Alcuni lettori mi hanno contatto per chiedere il mio punto di vista su una notizia apparsa in questi giorni su alcuni giornali. La notizia in questione riguarda un sistema di allerta per gli Tsunami del mediterraneo che e’ stato sviluppato con la collaborazione di diverse universita’ e enti di ricerca italiani. Questo strumento, anche detto Tsunamometro, altro non e’ che un sistema di “early warning”, cioe’ una strumentazione in grado di identificare la formazione del maremoto e inviare un allarme a terra. Come sappiamo bene, in eventi di questo tipo, un avviso anche solo di qualche decina di minuti puo’ significare la differenza tra centinaia di morti oppure no.

Detto questo, vorrei aprire una piccola parentesi o, se volete, una critica ad alcuni giornali. Come abbiamo detto in diverse occasioni, in questo periodo estivo le notizie scarseggiano, la politica e’ ancora in ferie, il campionato sta ricominciando solo ora, ecc. Proprio questo e’ il periodo in cui i giornali per riempire le loro pagine tirano fuori notizie d’archivio o pseudo-assurde. Perche’ dico questo?

Questo e’ l’articolo, del 1 settembre 2013, che trovate su un noto giornale nazionale:

Tsunamometro, 1 settembre 2013

Bene, questo e’ un articolo dello stesso giornale sullo stesso argomento del 30 settembre 2009:

Tsunamometro, 30 settembre 2009

Stesso argomento, stessa intervista, stesse considerazioni solo che, nel 2009, il sistema era stato installato per la prima volta.

Animazione dello Tsunami in Indonesia del 2004

Animazione dello Tsunami in Indonesia del 2004

Non aggiungo altro, a voi le considerazioni sulla cosa.

Nonostante questo, credo sia interessante parlare dell’argomento in primis perche’ non lo abbiamo trattato sul blog ma soprattutto perche’ alcuni utenti mi hanno scritto facendo questo ragionamento: se e’ possibile inviare un segnale a terra studiando le onde, allora e’ possibile prevedere uno tsunami. Se lo tsunami e’ dovuto ad un terremoto, allora e’ in qualche modo possibile prevedere anche il sisma.

Come anticipato, questo ragionamento e’ sbagliato. Come detto, lo tsunamometro, noto come progetto Nearest, e’ costituito da una serie di strumenti che misurano parametri del mare. In caso di formazione anomala, il sistema invia l’allerta a terra. Dunque, non prevede lo tsunami ma lo identifica nelle prime fasi della sua formazione.

Come funziona Nearest?

Come potete immaginare, si tratta di un sistema di boe che misurano l’accelerazione e la pressione delle acque, le onde sismiche e le onde acustiche prodotte dallo tsunami in formazione. Oltre alla boa, c’e’ ovviamente un sistema sottomarino che serve a raccogliere i dati ed che viene posizionato in prossimita’ delle linee di faglia dove si potrebbe generare il sisma ed il conseguente maremoto.

Ad oggi, un sistema completo di monitoraggio e’ stato installato al largo di Cadice in Spagna. Come sappiamo, la zona del mediterraneo e’ stata in passato scenario di tsunami a causa sia dell’attivita’ sismica che di frane. Di questi eventi abbiamo parlato in dettaglio in questi post:

Ora anche gli Tsunami in Italia

I Marrobbi, piccoli Tsunami

Aggiornamento sulla Tsunami del Tirreno

Inoltre, come visto in questi articoli:

Due parole sull’Etna e sullo Stromboli

Marsili e terremoto siciliano

– Il vulcano Marsili

– Immagine ricostruita del Marsili

– Il risveglio del Marsili

la presenza di vulcani attivi nel Mediterraneo puo’ portare a sismi con conseguenti Tsunami.

Una delle boe del sistema Nearest

Una delle boe del sistema Nearest

Oltre all’importante funzione di “Early warning”, Nearest ha un compito scientifico di tutto rispetto. La ricerca e’ infatti considerata fondamentale per studiare a fondo la relazione tra evento sismico e maremoto. Come sapete, ci possono essere terremoti con epicentro in mare che non provocano fenomeni tsunamici. Questo e’ dovuto alla natura stessa del sisma, alla direzione di propagazione delle onde, alla profondita’, ecc. Avere un sistema di monitoraggio di questo tipo direttamente in mare consente di poter studiare queste relazioni ed avere un quadro piu’ chiaro. Al largo di Cadice, il sistema e’ posizionato ad una profondita’ di 3200 metri e invia segnali acustici alla boa.

Concludendo, quella dello tsunamometro e’ una notizia abbastanza vecchia. Nonostante questa riproposizione estiva, e’ interessante vedere come funziona questo sistema per analizzare quali sono gli attuali sistemi di prevenzione che si stanno studiando per far fronte a problemi di questo tipo. Come sappiamo bene, le onde di tsunami hanno periodi molto lunghi, non possono essere arginate mediante barriere se non in parte, ma, sapere con anticipo quando l’onda colpira’ la costa potrebbe essere sicuramente un ottimo salvavita.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Esopianeti che non dovrebbero esserci

17 Giu

Nell’ambito della ricerca della vita fuori dal sistema solare, diverse volte abbiamo parlato di esopianeti:

A caccia di vita sugli Esopianeti

Nuovi esopianeti. Questa volta ci siamo?

Come visto, questi corpi, orbitanti intorno ad una stella centrale, cosi’ come avviene nel nostro Sistema Solare, sono molto studiati perche’ consentono di aprire una finestra nell’universo a noi vicino. Lo studio di questi corpi e la loro posizione, consente dunque di determinare quali e quanti pianeti potrebbero esserci in grado di ospitare la vita. Come sottolineato diverse volte, dire che un pianeta e’ in grado di ospitare la vita, non significa assolutamente affermare che questa si sia veramente formata. In questi casi, parliamo di “fascia di abitabilita’”, appunto per indicare la presenza di pianeti ad una distanza tale dalla loro stella, adatta a creare le condzioni minime per lo sviluppo della vita. Molto lavoro e’ in corso su questi esopianeti, prima di tutto per studiare la tipologia dei corpi, ma soprattutto perche’ questi sistemi planetari offrono un laboratorio eccezionale per capire l’origine del nostro stesso sistema Solare.

Immagine pittorica del sistema Hydrae

Immagine pittorica del sistema Hydrae

In tal senso, il sistema TW Hydrae, e’ uno dei principali, trovandosi ad appena 180 anni luce da noi ma soprattutto perche’ e’ un sistema molto giovane. Il sistema planetario e’ costituito da una nana rossa centrale, con una massa solo di poco inferiore a quella del nostro sole (circa il 70%). Come detto, si tratta di un sistema molto giovane che si e’ formato “appena” 8 milioni di anni fa e proprio per questo motivo, i processi di formazione e aggregazione di materia sono ancora in corso.

Solo pochi giorni fa, e’ stato pubblicato un importante articolo che riguarda l’osservazione di un piccolo pianeta nel sistema TW Hydrae con una massa compresa tra le 6 e le 28 masse terrestri. Cosa ha di tanto speciale questo pianeta? La particolarita’ e’ che questo pianeta orbita ad una distanza di circa 12 milioni di kilometri dalla stella centrale, cioe’ in una zona dove, secondo gli attuali modelli, questo pianeta non dovrebbe esistere.

Da dove nasce questa affermazione?

Prima di tutto, come discusso in altri articoli, i pianeti vengono formati per aggregazione di materia dal disco orbitante intorno alla stella centrale. Per circa 3 milioni di kilometri prima del piccolo pianeta, non c’e’ materiale utile per l’accrescimento del corpo. Inoltre, dai modelli conosciuti, un corpo del genere avrebbe impiegato un tempo lunghissimo, molto piu’ lungo dell’intera vita del sistema planetario, per formarsi.

Per fare un esempio, Giove si e’ formato in un tempo di circa 10 milioni di anni. Il piccolo pianeta avrebbe richiesto un periodo circa 200 volte piu’ lungo per aggregare il materiale, contro una stima dell’eta’ del sistema planetario di soli 8 milioni di anni.

Capite dunque l’importanza di questa osservazione. Ovviamente, il tutto dovra’ poi essere verificato con ulteriori misurazioni. Ad oggi, l’osservazione in questione e’ stata possibile grazie all’uso della camera sensibile al vicino infrarosso e allo spettrometro presenti sul telescopio Hubble.

Per farvi capire l’importanza delle successive misurazioni, ad oggi, gli strumenti utilizzati non consentono, ad esempio, di visualizzare il disco di materiale intorno alla stella centrale. Il motivo di questo e’ di facile comprensione, le emissioni da parte dell’idrogeno vengono automatiamente riassorbite all’interno del disco non apparendo visibili all’esterno.

Esistono ovviamente teorie alternative gia’ formulate e che potrebbero in qualche modo spiegare la presenza del pianeta in quella posizione. Una delle piu’ discusse e’ quella che vorrebbe la possibilita’ che il disco di accrescimento diventi instabile in alcuni casi, portando dunque materiale in zone piu’ lontane dalla stella centrale e consentendo la formazione di pianeti molto periferici.

Concludendo, la presenza di questo piccolo esopianeta orbitante a distanza cosi’ elevata dalla stella centrale, non sarebbe spiegabile con i modelli attualmente accettati. Questa scoperta implica dunque una ridiscussione di alcuni meccanismi di formazione, appunto per capire come sia possibile formare oggetti massivi a distanza cosi’ elevata dal corpo centrale. Ovviamente, questo non significa assolutamente che i precedenti modelli siano da buttare. Cosi’ come avviene nelle scienze, l’osservazione di un fenomeno non aspettato, spinge ad una ridefinizione di alcuni modelli, dal momento che si potrebbero essere raggiunti i limiti di validita’ di quelli attualmente utilizzati. Sicuramente, per la sua piccola distanza e la giovane eta’, il sistema TW Hydrae ci offre un laboratorio senza eguali per comprendere e studiare i meccanismi di formazione dei pianeti del nostro universo, e, duqnue, anche del nostro sistema solare. Come vedete, il bello della scienza e’ anche questo; trovare qualcosa che non ci si aspettava e spingersi oltre per aumentare la conoscenza e la comprensione della natura.

 

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Il battito naturale … della Terra

16 Apr

Come sappiamo bene, le speculazioni lanciate in vsita del 21 dicembre 2012, in parte continuano anche oggi per cercare di mantenere attivo l’interesse delle persone a questo genere di eventi.

Tra le tante ipotesi fatte (e ovviamente smentite da quello che NON e’ successo il 21/12) ne abbiamo una che spesso richiama molta attenzione a su cui molti lettori mi hanno chiesto di esprimere il mio parere.

Mi sto riferendo alla cosiddetta “Risonanza di Schumann”, anche detta il battito naturale della Terra.

Cosa sarebbe questa risonanza?

Formalmente, la risonanza di Schumann e’ composta da un gruppo di picchi di risonanza del campo elettromagnetico terrestre con frequenze basse di tipo ELF.

In parole povere?

Meccanismo di formazione della risonanza di Schumann

Meccanismo di formazione della risonanza di Schumann

Riferendoci alla figura a lato, come vedete la nostra Terra e’ circondata da un particolare strato detto ionosfera. Per chi e’ pratico, lo spazio tra il nostro pianeta e appunto la ionosfera agisce come una gigantesca guida d’onda in grado di propagare segnali. Detto in altri termini, i due strati si comportano un po’ come le piastre di un enorme condensatore sferico, la terra caricata negativamente e la ionosfera con carica positiva.

Questa guida d’onda viene eccitata dalle scariche dei fulmini che avvengono in atmosfera e per la sua struttura puo’ essere posta in risonanza per alcune frequenze particolari. Esistono dunque dei valori di frequenza che si propagano con intensita’ maggiore e proprio a questi ci riferiamo parlando di Risonanza di Schumann.

Da quanto detto, appare evidente che ci dovrebbero essere piu’ valori di risonanza ed infatti i valori misurati sono 7.8, 14.3, 20.8, 27.3, 33.8 Hz e altre di intensita’ minore. La frequenza fondamentale, quella a cui ci si riferisce quando si parla di battito naturale della Terra, e’ quella piu’ bassa, pari a 7.8Hz.

Bene, fin qui abbiamo capito cosa sarebbe la risonanza di Schumann e da dove trae origine questo gruppo di frequenze.

Ora, quali sono le ipotesi mosse sulla risonanza di Schumann e che dovrebbero farci capire che ci stiamo avvicinando alla fine del mondo?

Detto in parole molto semplici, secondo alcuni catastrofisti, la frequenza fondamentale sarebbe in costante e continuo aumento. In particolare, quando la frequenza fondamentale raggiungera’ il valore di 13Hz, allora potranno avvenire fenomeni catastrofici a livello mondiale.

Quali eventi dobbiamo attenderci arrivati a 13Hz?

Senza entrare troppo nello specifico, si parla chiaramente di interruzione della rotazione terrestre, seguita poi da una ripresa in verso contrario, annullamento del campo magnetico terrestre e risonanza con la nostra ghiandola pineale in grado di annullare cerebralmente tutti gli esseri umani.

Per prima cosa, non vi e’ assolutamente nessuna misura che mostri un rallentamento della rotazione terrestre con i limiti dichiarati in questi articoli. Inoltre, e’ impensabile che dall’oggi al domani la Terra possa smettere di ruotare per poi riprendere in verso contrario come niente fosse.

Riguado alla diminuzione del campo magnetico terrestre, ne abbiamo parlato in questo post:

Inversione dei poli terrestri

Come visto, il polo nord magnetico e’ in lento e costante movimento. Questo pero’ non significa assolutamente che il valore del campo stia diminuendo anzi, come visto sempre nei post riportati, essendo il campo magnetico un vettore, sommando tutte le componenti si vede come il modulo, se vogliamo il valore complessivo, non stia assolutamente diminuendo nel tempo.

Animazione del cervello con la pineale in rosso

Animazione del cervello con la pineale in rosso

Per quanto riguarda invece la ghiandola pineale, questa e’ una particolare struttura del nostro cervello che regola il rilascio di melatonina. Come sapete, questo ormone regola i meccanismi sonno/veglia e, come vedremo tra poco, proprio questo punto e’ stato sfruttato per convincere di alcune teorie che definire esotiche e’ troppo. Solo per curiosita’, la ghiandola pineale ha da sempre riscosso interesse, anche tra le popolazioni piu’ antiche, perche’ e’ l’unica struttura non replicata nel cervello, essendo posta esattamente al centro.

Chi avrebbe proposto la teoria dell’aumento della frequenza?

Il primo che parlo’ di queste modificazioni della frequenza di Schumann fu Gregg Braden. Braden si definisce un ricercatore del ponte tra scienza e spiritualita’ e basa le sue informazioni su antichi testi e documenti che sarebbero stati consultati nel corso dei suoi viaggi nel centro America. Come e’ facilmente immaginabile, nessuno ha mai visto questi testi ne’ tantomeno Braden ha mai dichiarato dove fossero custodite le sue fonti.

Cosa sostiene dunque Braden?

Secondo questo “ricercatore”, la frequenza di Schumann, come anticipato, sarebbe in rapido aumento e arrivati a 13Hz la popolazione mondiale dovrebbe cadere in un sonno profondo prima di risvegliarsi al cosiddetto “punto zero”. Se ripensate a quanto detto riguardo alla ghiandola pineale e alla melatonina, capite subito come viene creata questa connessione. Inoltre, nel momento in cui si giungera’ ai fatidici 13Hz, la rotazione della terra cessera’, il campo magnetico sparira’, ecc, ecc.

Premesso che non ci sono le fonti per dichiarare una cosa del genere, cerchiamo di capire se effettivamente la frequenza di Schumann sia in aumento come sostenuto. Ovviamente, delle ipotetiche conseguenze abbiamo gia’ parlato, e “disinnescato” la loro pericolosita’. Nonostante questo, cerchiamo  di capire se effettivamente ci sono evidenze dell’aumento della frequenza fondamentale.

Come accade per molti parametri della Terra, anche la frequenza di Schumann viene continuamente monitorata da diversi istituti e enti in giro per il mondo. Perche’ lo fanno? Ovviamente non perche’ preoccupati da quanto dice Braden, ma solo per ambiti di ricerca. La frequenza di Schumann rappresenta un importante parametro in relazione, ad esempio, ai fenomeni dell’inquinamento, al numero di fulmini che avvengono nel mondo, ma anche come monitoraggio del riscaldamento globale. Detto questo, appare evidente il perche’ questa frequenza sia monitorata con tanto interesse.

Ovviamente, avere diverse stazioni di monitoraggio nel mondo, ci consente di verificare immediatamente quanto sostenuto da Braden. Vi riporto un grafico estrapolato dal database del NCEDC della California e che mostra proprio i valori misurati per questo parametro:

Valori della frequenza di Schumann misurati nel corso del tempo

Valori della frequenza di Schumann misurati nel corso del tempo

Tra sinistra e destra trovate solo lo stesso parametro posto su due scale temporali differenti, ma sostanzialmente quello che conta e’ l’andamento. Bene, secondo Braden, la frequenza avrebbe gia’ raggiunto i 10Hz e sarebbe ancora in rapida crescita. Voi vedete i 10Hz, ma soprattutto la rapida crescita negli anni? Ovviamente, la risposta e’ no!

Le oscillazioni visibili nel grafico, dell’ordine dei 0,3Hz, sono delle normali oscillazioni stagionali, da sempre studiate, e ben comprese a livello scientifico.

Portando come prova dati scientifici veri, non chiacchiere da bar, possiamo dunque smentire immediatamente quanto sostenuto da Braden. Non vi e’ assolutamente nessun aumento in corso della frequenza fondamentale di Schumann e, come visto, anche le ipotesi sulle conseguenze del punto zero, possono essere facilmente smentite sempre portando dati scientifici inconfutabili.

Nell’ultimo periodo poi, sono stati fatti egli studi per cercare di mettere in relazione la frequenza di Schumann con dei meccanismi cerebrali particolari. Al contrario di quanto vorrebbero farvi credere su alcuni siti, si tratta di normalissimi studi scientifici che tendono a trovare le relazioni tra il nostro cervello, in particolare il comportamento di alcune ghiandole, e questa risonanza in cui siamo costantemente immersi. Senza dover citare dati e prove, la frequenza di Schumann viene creata dalla struttura stessa della nostra Terra. C’e’ oggi, come c’era ieri e come c’era 1000 anni fa. Dimostrato il valore costante di questo parametro, non vedo proprio nessuna connessione tra questa frequenza e strani meccanismi cerebrali che dovrebbero insorgere oggi.

Concludendo, la risonanza di Schumann e’ un gruppo di frequenze caratteristiche che vengono create nella guida d’onda tra la Terra e la ionosfera. Si tratta di onde ELF da sempre presenti e, come visto dai dati, costanti nel tempo. Detto questo, sono completamente assurde le ipotesi portate circa il continuo aumento della frequenza fondamentale, cosi’ come le idee catastrofiste che dovrebbero realizzarsi quando la frequenza raggiungera’ i 13Hz.

 

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Haarp, la causa di tutti i mali!

28 Dic

Il titolo del post la dice molto lunga. Vorrei tornare nuovamente a parlare del sistema Haarp, dal momento che viene molto spesso citato su tantissimi siti catastrofisti, complottisti o denigratori della scienza in generale.

Di questo sistema abbiamo gia’ parlato in questo post:

Haarp e terremoti indotti?

mostrando il vero scopo scientifico di questa installazione, e mostrando in particolare il perche’ si fanno questi studi, perche’ proprio in Alaska e anche perche’ si usano queste tipologie di onde nella ionosfera. In soldoni, abbiamo gia’ parlato di Haarp sotto il profilo ufficiale e scientifico. Restano pero’ da discutere molte ipotesi, alcune veramente fantasiose, che vedrebbe in Haarp una potente arma pronta a fare fuoco sugli esseri umani.

Array di antenne nell'istallazione Haarp

Array di antenne nell’istallazione Haarp

Oltre al gia’ citato articolo, piu’ volte abbiamo chiamato in causa questa installazione per rispondere a tutte quelle fonti che vorrebbero Haarp colpevole di terremoti in varie parti del mondo, della formazione di strane nuvole in cielo o anche solo un contributo per aumentare la distruzione apportata dalle scie chimiche.

Nel prossimo articolo, vi parlero’ sempre di Haarp, ma per rispondere agli ultimi articoli apparsi in rete che lo vedrebbero come una sorgente del “raggio della morte” di Tesla. Prima di poter rispondere a queste fonti e’ necessario aprire una parentesi sull’installazione e sulle basi “scientifiche” mosse dalle tante accuse.

In realta’, al solito basta utilizzare la rete internet in modo giusto per avere tutte le informazioni che si cercano. Stranamente, ovviamente sono ironico, se cercate Haarp sui motori di ricerca, trovate la homepage dell’esperimento con tutte le notizie tecniche a riguardo:

Sito ufficiale Haarp

Ora, molti di voi staranno pensando: “certo, sul sito internet mica mettono la verita’, scrivono solo quello che fa piu’ comodo!”. Diciamo che in linea di principio anche questo potrebbe essere un punto di vista accettabile. Per rispondere a questa affermazione, andiamo allora a vedere, tra i sostenitori del complotto, quali sono le basi scientifiche chiamate in causa.

Prima di tutto, fatemi fare un piccolo appunto. Sul sito ufficiale di Haarp, trovate anche una pagina di FAQ con incluse le risposte alle accuse piu’ comuni mosse in rete:

Haarp, FAQ

Detto questo, sfogliando i vari siti complottisti e catastrofisti, trovate che il principale accusatore di questa installazione e’ un certo prof. Fran de Aquino.

Chi e’ costui?

Basandoci su quello che troviamo in rete, scopriamo che Fran de Aquino e’ un grande fisico, docente all’universita’ di Maranhao in Brasile, autore di moltissime pubblicazioni su riviste internazionali, scopritore della quantizzazione della gravita’ e profondo conoscitore delle onde radio e dei meccanismi di interazione delle onde ELF con la ionosfera.

Un curriculum niente male. Sicuramente non conoscevo un collega cosi’ illustre per mia ignoranza. Perdonatemi …

Possibile che un genio di questa levatura sia cosi’ passato in sordina?

Andiamo con ordine e passiamo attraverso il curriculum di Fran de Aquino. Cercando in rete, trovate che de Aquino e’ realmente un docente di questa universita’ brasiliana e ha addirittura un suo blog personale:

Blog Fran de Aquino

Leggendo il riquadro a lato, vedete che vengono confermate le cose dette sopra sulla sua attivita’ e che trovate anche in rete, stranamente pero’ solo su determinati tipi di siti.

Andiamo con ordine dunque e cerchiamo di capire meglio.

Su alcuni siti viene addirittura messo il collegamento al sito di arXiv con le numerose, cosi’ viene detto, pubblicazioni di questo ricercatore:

arXiv de Aquino

Solo 14 pubblicazioni? Un po’ poche per un genio di questa levatura. Facciamo un piccolo esperimento. Non per mettermi al centro dell’attenzione, ma solo per avere un metro di giudizio su cui basarmi, ho cercato invece il mio nome sempre su arXiv. Questo e’ il risultato:

arXiv Martini KLOE

ho selezionato solo uno degli esperimenti a cui partecipo e ho trovto 24 risultati, quasi il doppio di de Aquino. Non commento oltre su questo punto.

Andiamo pero’ avanti nel suo CV.

Su internet e sul suo blog trovate: “scopritore della quantizzazione della gravita’”. Ora, questa e’ la cosa piu’ assurda in assoluto. Vi spiego brevemente. Nella teoria quantistica, scopo ultimo e’ quello di unire tra loro le quattro forze fondamentali: forte, dobole, elettromagnetica e gravitazionale. Mentre per le prime 3 il meccanismo teorico e’ abbastanza chiaro, a livello scientifico, la forza di gravita’ risulta molto diversa dalle altre. Per poter unire questa ultima forza alle altre, e’ necessario ricorrere a teorie di nuova fisica, ovvero diversa da quella quantistica relativistica, ricorrendo ad esempio alla teoria delle stringhe, delle brane, della supergravita’, ecc. Tutte teorie molto affascinanti e attualmente sotto studio da parte dei teorici. Come sapete bene, ad oggi non si ha certezza di quale di queste ipotesi potrebbe essere quella corretta, sempre se una di queste lo sia.

Dunque? Fran de Aquino ha quantizzato la gravita’? Capite bene l’assurdita’ scientifica di questa affermazione, fatta ovviamente su un blog pubblico frequentato da non addetti ai lavori, che forse potrebbero essere portati fuori strada sparando termini pomposi ma senza senso.

Fin qui abbiamo visto tanto fumo, ma assolutamente niente arrosto. Cerchiamo di capire quando, come e dove Fran de Aquino avrebbe parlato di Haarp.

Ovviamente i siti complottisti sono molto attenti alla bibliografia e vi indicano il link dove vedere l’articolo scientifico in questione:

Fran de Aquino, Haarp

La prima cosa che mi e’ saltata agli occhi e’ la mancanza di qualsiasi dicitura che rimandasse ad una rivista scientifica o a qualche istituzione internazionale.

Leggendo anche solo l’abstract, cioe’ il riassunto dell’articolo, trovate scritto di come Haarp sarebbe in grado di generare terremoti, di modificare il clima mondiale, di variare addirittura la struttura del tempo tutto questo mediante l’emissione di onde ELF con una potenza di 3.6GW.

Attenzione a questo punto.

Vi ho gia’ riportato sia il post in cui abbiamo parlato di Haarp, sia il sito ufficiale dell’installazione. La potenza di emissione di onde da parte di Haarp e’ di 3.6MW, cioe’ milioni di Watt, non GW, cioe’ “miliardi” di Watt. Forse il professor de Aquino non ha ripassato i multipli delle unita’ di misura comunemente usate in fisica!

Vi farei notare un altro particolare molto importante. Il link che vi ho dato per scaricare l’articolo in questione, punta ad un sito che si chiama “viXra.org”. Prima, ad esempio, per vedere il numero di articoli pubblicati da un ricercatore, facevamo riferimento ad un sito che si chiama arXiv.org. Molto curioso, un nome e’ l’anagramma dell’altro.

Per spiegare questo punto, devo illustrarvi molto brevemente come funziona il processo di pubblicazione di un articolo scientifico.

Immaginate di voler pubblicare un articolo di fisica. La prima cosa che fate e’ inviare il vostro lavoro al sito arXiv.org che e’ un database ufficiale di articoli scientifici gestito dalla Cornell University. Questo sito valuta inizialmente il vostro articolo e lo mette sotto forma di pre-print. Questa dicitura indica gli articoli scientifici non ancora pubblicati su riviste ufficiali. Successivamente, mandate il vostro articolo ad una rivista. Qui inizia quello che si chiama, in gergo, processo di referaggio. La rivista nomina un referee, esperto internazionale nel campo della vostra pubblicazione, che deve valutare il lavoro. Il referee giudica il tutto e puo’ decidere di chiedere spiegazioni o approfondimenti su una parte del lavoro, accettare il lavoro o anche rigettarlo. Dopo questo processo, se tutto va nel verso giusto e il vostro lavoro e’ meritevole, l’articolo viene pubblicato su quella rivista. Come potete immaginare, le riviste non sono tutte uguali tra loro, ma vengono classificate in base all’importanza scientifica. Maggiore e’ l’impatto scientifico della rivista, piu’ difficile sara’ il processo di referaggio.

Premesso questo, che differenza c’e’ tra arXiv e viXra? Abbiamo detto che arXiv e’ il database ufficiale. ViXra in realta’ e’ un database privato creato per accogliere tutti i lavori che sono stati rigettati anche nella fase di pre-print. Per conferma, vi riporto anche la pagina di wikipedia che parla di questo servizio:

Wikipedia, viXra

Dunque, il lavoro di de Aquino su Haarp non e’ stato pubblicato su nessuna rivista scientifica ed e’ stato rigettato anche dal database ufficiale della Cornell University. Perche’ questo? Semplicente perche’ e’ stato valutato scientificamente sbagliato!

Quindi? Di cosa stiamo parlando?

Le basi scientifiche su cui si baserebbero le teorie complottiste su Haarp sono proprio queste. Vi invito a cercare su internet il nome di Fran de Aquino e verificare da voi stessi come viene indicato questo ricercatore sui tanti siti complottisti. Siamo di fronte a teorie completamente campate in aria, prive di qualsiasi fondamento scientifico e rifiutate da qualsiasi rivista di settore.

Ovviamente, capite bene il giochino. Leggendo su qualche sito di un ricercatore universitario, autore di tantissime ricerche, scopritore di questo e quest’altro che parla di Haarp mostrando, attraverso un articolo, le conseguenze dell’utilizzo delle ELF nella ionosfera, chiunque potrebbe credere a queste teorie e credere dunque al grande complotto.

Fate sempre attenzione a tutto quello che vi viene detto, soprattutto su internet. E’ molto facile fornire informazioni sbagliate e spingere il pensiero comune in una direzione precisa. Cercate sempre di informarvi autonomamente. Solo in questo modo potrete avere un metro di giudizio insindacabile e non influenzato da terze parti.

 

 

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