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Una nave aliena di 5000 Km????

1 Apr

Per mesi abbiamo cercato di mostrare l’assurdita’ degli articoli pubblicati sui siti complottisti e catastrofisti. Ogni volta, abbiamo cercato di analizzare le notizie in modo capillare, mostrando punto per punto l’origine delle bufale e, soprattutto, la pomposita’ con la quale le distorsioni scientifiche venivano mostrate ai poveri utenti che incappavano in questi siti. Lavoro dispendioso ma, altrimenti non lo porterei avanti, secondo me molto utile per, come dicono anche i catastrofisti, “far aprire gli occhi alla gente”. Il problema non e’ aprire gli occhi sulla scienza marcia o che nasconde verita’, e’ capire come molte persone siano manipolate da questi esseri che raccontano panzane solo per incrementare le visite ai loro spazi web o per guadagnare qualche spicciolo con le pubblicita’.

Poi che succede? Succede che leggo le notizie in rete e mi compare una nuova bufala pubblicizzata da molti di questi siti di “informazione”. Spero mi vogliate personare se prima di iniziare a scrivere ho dovuto aspettare un’oretta, tempo necessario per asciugarmi le lacrime scese a furia di ridere.

Di cosa parlo?

Tutto nasce da questa foto:

Anomalia sulla Terra

Anomalia sulla Terra

inserita in un articolo che, piu’ o meno modificato dai diversi siti ma con lo stesso significato, recita: “Fotografata dalla Stazione Spaziale Internazionale un’enorme anomalia del diametro di 5000 Km”.

5000 Km di diametro? Sulla Terra? E non ce ne siamo accorti? La notizia si fa tremendamente interessante per me che sono cosi’ suscettibile a questi temi.

Vi riporto alcuni estratti:

Il ricercatore inglese Stephen Hannard di ADG (Alien Disclosure Group) ha presentato questa immagine che è stata rilasciata dal Brasilia Planetarium di recente e che mostra un oggetto o comunque una anomalia di enormi proporzioni, a forma di disco, che si presenta sopra l’atmosfera della Terra. 

E’ stato stimato che il disco possiede un diametro di circa 3000 miglia (quasi 5 mila km) , ed è stato fotografato dagli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale.

Non ho idea di che cosa questo oggetto è, posso solo fare delle ipotesi, a questo punto. Ho contattato il Planetario per ulteriori chiarimenti in merito alla presentazione, e pubblicherò un aggiornamento quando ricevo una risposta dettagliata.”

Ovviamente osservando queste immagini,  ci poniamo delle domande:  questa anomalia può essere frutto di esperimentio HAARP? Oppure si tratta di un anomalia magnetica del pianeta? Attendiamo risposte dall’osservatorio e dal ricercatore Stephen Hannard.

Vi rendete conto di cosa cavolo affermano questi psicolabili? Scusate lo sfogo, ma qui veramente stiamo rasentando la pazzia piu’ pura. Frutto dell’esperimento HAARP? Anomalia magnetica? E perche’ no, magari una scia chimica che si e’ allargata troppo!

Primo, questa cosa e’ folle. Secondo, e’ folle pensare che questa notizia e’ stata copiata su molti gruppi di facebook e c’e’ pure gente che ne discute interrogandosi su cosa potrebbe essere questo disco.

Va bene, cerchiamo di interrompere il flusso di emozioni che vanno dal riso isterico alla follia omicida e passiamo in rassegna questa notizia.

Questo fantomatico “ricercatore” citato, tale Stephen Hannard, al solito, non e’ un ricercatore ma quello che i nostri amici complottisti definiscono “ricercatore indipendente”. Come visto in altri articoli, sono persone che passano el giornate su internet cercando di costruire bufale senza lavorare per nessun ente di ricerca accreditato e senza mai produrre qualcosa che possa anche lontanamente assomigliare da un articolo scientifico. Tra l’altro, questo fenomeno e’ molto conosciuto in rete per la grande quantita’ di bufale che ha tirato fuori negli ultimi mesi, principalmente riguardanti sassi, lampioni e piccioni scambiati per ufo.

Cosa dire invece sulla foto in questione?

Molto semplice, come detto, si tratta veramente di un’immagine rilasciata dal planetario di Brasilia ma e’ una ricostruzione non reale. Ripeto, ma secondo voi un qualcosa grande 5000 Km passerebbe innosservato?

Cosa rappresenta in realta’ l’immagine? Si tratta di una simulazione estratta da un filmato dimostrativo proiettato nel planetario per mostrare cosa accadrebbe se un meteorite di grandi dimensioni arrivasse sulla Terra. Quel disco che vedete e’ appunto il risultato della collissione che si propagherebbe per migliaia di kilometri dal punto di impatto. Di questa opportunita’ ne abbiamo parlato in diversi articoli.

Ovviamente, il fatto che l’immagine sia presa dalla stazione spaziale e’ falso. Vi dimostro anche il perche’. Vedete quell’ombra nera che si vede nell’immagine? Quella e’ l’ombra del proiettore utilizzato per proiettare le immagini sulla volta del planetario. Tra l’altro, il planetario di Brasilia e’ equipaggiato con un proiettore di ultima generazione prodotto dalla tedesca Zeiss e specifico per applicazioni di questo tipo. Se volete maggior info, il sistema e’ chiamato Powerdome VIII, come verificabile a questa fonte:

Brasilia Planetarium

Se vedete l’immagine del proiettore:

Powerdome della ZEISS al Planetario di Brasilia

Powerdome della ZEISS al Planetario di Brasilia

Potete anche vedere come l’ombra della prima foto sia propria relativa a questo strumento.

Non credo che sia necessario aggiungere altro. Se le notizie “sensazionaliste” degli ultimi tempi sono queste, sarebbe meglio chiudere alcuni siti!

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Cosa posso vedere con il mio telescopio?

10 Feb

Diverse volte sono stato contattato da persone che vorrebbero affacciarsi al mondo dell’astronomia. Molti hanno una passione del genere e un desiderio innato di poter osservare il cielo ingrandendo via via dettagli sempre piu’ piccoli. Inutile dire quanti di noi restano a bocca aperta guardando una foto spaziale scattata in giro per il cosmo e desiderano a loro volta osservare con i loro occhi la bellezza della natura.

Ora pero’, queste passioni spesso si scontrano un po’ con il problema economico ma, soprattutto, con la grande confusione che la scelta di un telescopio “domestico” puo’ portare. Siete mai entrati in un negozio dove si vendono telescopi? Avete visto quante tipologie di strumenti ci sono? Molto spesso, le persone restano spaventate da una tale scelta e non sanno cosa prendere.

Per superare questo blocco, dovete prima di tutto capire “cosa volete guardare”!

Ovviamente, si potrebbe fare il pensiero facile e dire quello che costa di piu’ e’ il piu’ “potente” o quello piu’ grande e’ sicuramente migliore. Purtroppo, non sempre e’ cosi’.

Visto che molte persone mi hanno contattato per chiedermi cosa distingue un telescopio da un altro, ho deciso di scrivere un breve articolo per spiegare non le diverse tipologie di telescopio, bensi’ la cosiddetta “risoluzione angolare” di questi strumenti.

Immaginiamo di avere un telescopio con lenti circolari. Quello che vogliamo capire e’ “qual e’ la minima distanza che posso osservare?”. Per rispondere dobbiamo introdurre la cosiddetta “risoluzione angolare”, cioe’ la minima distanza angolare tra due oggetti che possono essere distinti con il vostro telescopio:

R=1,22 L/D

Quando siete di fronte a sistemi ottici, quella che comanda e’ la diffrazione che, senza entrare in troppi tecnicismi, fa si che sotto un certo valore, due oggetti vengano confusi come uno solo perche’ assolutamnete indistinguibili tra loro. Nella formula della risoluzione angolare, compare ovviamente il diametro della lente, D, e la lunghezza d’onda, L, che dobbiamo osservare.

Detto tra noi, questa formula e’ poco manegevole per cui possiamo prima di tutto dimenticarci della dipendenza dalla lunghezza d’onda e prendere un valore medio per lo spettro visibile che, in fondo, e’ quello che vogliamo osservare. Inoltre, la risoluzione angolare che abbiamo introdotto e’ misurata in radianti, unita’ abbastanza scomoda in questo contesto. Per semplicita’, possiamo utilizzare una misura in arcosecondi dove 3600 arcsec equivalgono ad un grado. Facendo queste considerazioni, possiamo riscrivere la formula come:

R = 11.6 / D

Supponiamo dunque di acquistare un bel telescopio con lente da 30 cm, la nostra risoluzione angolare sara’:

R = 11.6/30 = 0,39 arcsec

Se ora con questo oggetto volessi guardare la luna, quale sarebbe la minima distanza che riuscirei a distinguere?

Per rispondere a questa domanda, e’ necessario introdurre un’ulteriore formula. Come potete immaginare, in questo caso dobbiamo convertire, in base alla distanza, l’apertura angolare con una distanza in metri. Tralasciando dipendenze di questa formula da parametri di poco interesse per il nostro caso, possiamo scrivere la distanza distinguibile come:

Dm = (R/206265) x Dl

Dove Dm e’ ovviamente la distanza minima osservabile e Dl e’, nel nostro caso, la distanza Terra-Luna. Supponendo una distanza media di 400000 Km, da portare in metri per inserirla nella formula, abbiamo, riprendendo la risoluzione del telescopio da 30 cm dell’esempio:

Dm = (0.39/206265) x 400000000 = 750 metri

Cioe’ la minima distanza che possiamo percepire e’ di 750 metri. Detto in altre parole, riuscite a distinguere dettagli separati tra loro da una distanza di almeno 750 metri. Anche se questo numero puo’ sembrare enorme vi permette di poter osservare dettagli impressonanti della Luna. Vi ricordo che un telescopio da 30 cm, e’ un bellissimo strumento che necessita di attenzioni particolari. Non abbiamo preso uno strumento completamente amatoriale o entry level per questo calcolo esemplificativo.

Altro aspetto interessante che spesso viene citato dai complottisti: se siamo veramente stati sulla Luna, perche’, ad esempio, il telescopio Hubble non e’ in grado di osservare il punto di atterraggio con tutta le cose lasciate dall’equipaggio? La domanda e’ di principio ben posta, pensate che addirittura il modulo di discesa e’ rimasto sul punto perche’ impossibile da riportare indietro.

Cerchiamo di analizzare, sulla base dei calcoli gia’ fatti, se fosse possibile osservare questo modulo sfruttando la lente di Hubble. In questo caso, abbiamo una lente di 2.4 metri che vuole osservare la superficie lunare. Quale sarebbe la minima distanza che potrebbe essere osservata?

Ripetendo il calcolo trovate una minima distanza di circa 100 metri. Considerando che il modulo di discesa ha un diametro intorno ai 10 metri, capite bene come sia impossibile distinguere dall’orbita di Hubble questo reperto storico sulla superifcie della Luna. Spero che questo ragionamento, a prescindere dalle altre dimostrazioni di cui abbiamo gia’ parlato, sia sufficiente a capire, per chi ancora oggi crede che non siamo stati sulla Luna, come sia impossibile osservare dalla Terra il punto di atterraggio.

Concludendo, per comprendere il potere risolutivo di uno strumento ottico, e questo ragionamento vale sia per un telescopio che per un microscopio, e’ sufficiente conoscere un po’ di ottica e calcolare agevolmente la minima distanza osservabile Come visto, la grandezza della lente e’ uno dei parametri piu’ importanti da considerare. Tenete a mente questi risultati qualora decideste di acquistare un telescopio per dilettarvi in osservazioni spaziali. Ovviamente, come detto, prima di decidere la tipologia di telescopio, pensate sempre prima a cosa volete andare ad osservare e, dunque, a che distanza vi state approcciando.

 

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Lenti a contatto smart!

20 Gen

Diversi giornali in questi ultimi giorni hanno pubblicato una notizia veramente interessante e che merita di essere analizzata meglio. Come forse avrete letto, Google ha reso noto uno dei suoi progetti per il futuro. Si tratta di una lente a contatto intelligente dotata di sensori per la rivelazione del glucosio.

A cosa serve?

Misurazioni di questo tipo divengono dei veri e propri salva-vita per le persone affette di diabete. Questa e’ ormai una patologia diffusissima a livello mondiale, con un numero di persone diabetiche che sfiora i 20 milioni. Come saprete, nei casi piu’ gravi e’ richiesto un continuo monitoraggio degli zuccheri nel sangue necessari per impedire conseguenze che possono essere anche molto gravi.

Prima osservazione, chi ha sviluppato questa speciale lente? Come avrete letto, il progetto viene direttamente dai laboratori chiamati Google-X. Si tratta di una divisione ricerca di Google strettamente top secret e di cui non si conosce neanche l’esatta ubicazione. I progetti curati da questo laboratorio, molti sulla robotica, sono gestiti direttamente dai fondtori di Google. Nei nostri precedenti articoli, abbiamo gia’ parlato di alcune invenzioni provenienti da questi laboratori. Esempio noto a tutti sono i Google Glass:

Realta’ aumentata. Quella virtuale e’ gia’ preistoria!

cosi’ come il progetto per portare la connessione internet nei luoghi piu’ isolati del pianeta mediante palloni sonda:

Internet dalla stratosfera

Cosa possiamo dire invece per queste lenti?

Prima di tutto, vi segnalo la pagina ufficiale di Google in cui viene anunciata l’invenzione:

Google, smart lens

Come vedete, si tratta di una speciale lente composta da un doppio strato. All’interno di questo sandwich viene alloggiato uno speciale circuito dotato di sensori per la misura del glucosio nella pellicola lacrimale. Nello strato interno viene infatti previsto uno speciale forellino per permettere il passaggio del liquido all’interno dove viene analizzato. Sempre nel circuito sono presenti sensori wireless per il collegamento ad un dispositivo remoto di lettura e dei led che possono essere utilizzati per inviare un segnale di allarme direttamente nell’occhio del paziente. Quest’ultimo sistema non e’ affatto non rilevante. Molto spesso infatti le persone possono dimenticarsi di controllare il livello di glucosio rischiando di avere conseguenze. Avere un led di pericolo sicuramente visibile non puo’ che aumentare la sicurezza del monitoraggio.

Ecco il circuito contenuto all’interno delle speciali lenti:

Le lenti a contatto realizzate da Google per la misura del glucosio

Le lenti a contatto realizzate da Google per la misura del glucosio

Per quanto riguarda i vantaggi di questa invenzione, non credo che sia necessario spendere molte parole poiche’ sono evidenti a tutti, in special modo a coloro che soffrono di diabete. Inoltre, tenete conto che oggi, i dispositivi di controllo maggiormente utilizzati prevedono un’analisi del sangue compiuta con continui e fastidiosissimi buchetti ai polpastrelli.

Come dichiarato anche da Google pero’, questo dispositivo e’ ancora in fase molto prototipale. Per prima cosa c’e’ da dire che non e’ assolutamente certo che la misurazione del glucosio mediante lo strato lacrimale sia affidabile e precisa. Ovviamente, le lecrime hanno un notevole contenuto di zucchero. Quello che ancora deve essere valutato, soprattutto perche’ dal punto di vista medico ci sono risultati in contrapposizione, e’ la correlazione tra le percentuali nelle lacrime e quelli nel sangue. Inoltre, deve essere studiata molto bene l’efficacia della misura sullo strato lacrimale. Sistemi alternativi prevedono un incremento della lacrimazione in modo artificiale, ma questo comporterebbe a sua volta una diluizione delle concentrazioni ricercate.

Concludendo, quello delle lenti intelligenti per diabetici e’ un progetto molto interessante ma ancora in fase prototipale. La stessa Google cerca collaborazioni con soggetti esperti del campo per verificare la bonta’ di questa intuizione. Dal punto di vista medico, la societa’ lavora anche a stretto contatto con la FDA americana e, gia’ oggi, e’ partita una sperimentazione su un uomo per valutare alcuni di questi punti oscuri ancora prsenti nel progetto. A questo punto, non resta che attendere gli sviluppianche perche’ Google prevede di poter mettere sul mercato questo prodotto entro 5 anni.

 

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Ancora Nibiru, ancora un’altra smentita

5 Dic

Penso che, complice anche il 21 dicembre 2012, l’argomento principe che ci ha fornito piu’ spunti per ragionare e parlare di scienza sia stato senza ombra di dubbio Nibiru.

Di questo misterioso quanto fantasioso pianeta abbiamo parlato veramente decine di volte. Solo per farvi qualche esempio, vi riporto esclusivamente gli ultimi articoli:

Il Vaticano a caccia di Nibiru

Nibiru, il pianeta degli innamorati

Nibiru e’ vicino, la prova delle orbite

Nibiru e la deviazione delle Pioneer

Nibiru: la prova del trattore gravitazionale

Asteroide Nibiru: considerazioni scientifiche

Storia astronomica di Nibiru

La NASA torna a parlare di Nibiru

2012, la NASA non smentisce?

WISE scopre e ritiriamo fuori Nibiru

Ogni volta una teoria diversa per cercare di dimostrare l’esistenza di questo pianeta e ogni volta una smentita piu’ o meno rapida che e’ stata data.

Perche’ torno sull’argomento?

Qualche giorno fa, abbiamo avuto una discussione molto interessante insieme ad un nostro lettore nella sezione:

Hai domande o dubbi?

Come ricorderete, si parlava di un’immagine catturata dalla missione STEREO che attraverso lo strumento SECCHI e’ impegnata nell’osservazione del Sole per lo studio dei parametri fisici della nostra stella. In particolare, durante la discussione avevamo analizzato un video in cui compare apparentemente un corpo estraneo nel sistema solare di dimensioni molto notevoli.

Ora, torno su questo argomento perche’, al solito, i nostri amici catastrofisti approfittano sempre di queste notizie per creare delle bufale gigantesche. Molto spesso pero’, la disinformazione che fanno e’ talmene evidente da farli apparire anche grotteschi.

Mi spiego meglio. Su molti siti in questi giorni si parla di questa notizia. In che modo? Ovviamente, non mostrando tutte le informazioni, ma solo quelle che fanno comodo a loro per cercare di convincere le persone.

Il cuore della notizia e’ rappresentato da questa immagine:

STEREO A, SECCHI. Immagine di Nibiru?

STEREO A, SECCHI. Immagine di Nibiru?

Come vedete, si distinguono molto bene le sue emissioni solari verso l’esterno e altri corpi. I due puntini che vedete sono rispettivamente la Terra e Mercurio. Subito a sinistra pero’, si osserva qualcosa di circolare e molto grande se paragonato con gli altri due pianeti che appaiono come puntini.

Di cosa si tratta?

Ma che domande, di Nibiru. Ora, prima osservazione. Se quel cerchio fosse reale, vi rendete conto di cosa stiamo parlando? Praticamente, questo pianeta avrebbe una dimensione paragonabile a quella del Sole. Altro che 4 volte Giove come anunciato diverse volte sempre dai catastrofisti. Pratiamente avremmo un secondo Sole nel Sistema Solare e nessuno se ne e’ accorto. In questo caso, non vi potreste nemmeno interpellare alla NASA che nasconde prove, un corpo di queste dimensioni lo vedreste ad occhio nudo da soli!

Dov’e’ il trucco? Semplice, questa foto che viene mostrata e’ solo un fermo immagine di un video della durata di qualche secondo.

Ecco il link dove potete vedere il filmato compelto:

Filmato, STERO A

Come vedete, il misterioso pianeta appare e scompare nel giro di pochi frame catturati dalla sonda.

Prima osservazione: un pianeta, una nana bruna o qualsiasi cosa vogliate, non gioca a nascondino comparendo e scomparendo a suo piacimento.

Molto probabilmente, l’oggetto ripreso dalla sonda non e’ reale ed e’ solo un lens flare. Di questa anomalia delle immagini, a cui sono dovuti anche molti avvistamenti di UFO sulla Terra, abbiamo parlato in un post specifico:

Lens Flare e avvistamenti UFO

Come visto, questo fenomeno puo’ avvenire tra le altre cause per una forte illuminazione da parte della sorgente, per sporcizia sulla lente o per una concausa tra le due dovuta ad angoli particolari di esposizione. Non credo sia il caso di dover dimostrare che il Sole puo’ essere considerato una forte sorgente luminosa.

Detto questo, l’oggetto di cui tanto si sta parlando in questi giorni sui siti catastrofisti e’ assolutamente non reale. Le prove di questo sono prima di tutto il suo enorme diametro che lo renderebbe assolutamente non occultabile ma anche il fatto, come evidenziato dal video, che appare e scompare in poco tempo dal nulla. Mettere solo un fermo immagine e’ ovviamente una distorsione della realta’ che serve per cercare di convincere le persone. Allo stess modo, e voglio dare un suggerimento ai catastrofisti, si potrebbe far credere che da Mercurio e’ stato sparato un potente raggio luminoso verso lo spazio. Se infatti vedete l’immagine riportata prima, si nota un’anomalia dell’immagine come se un fascio luminoso fuoriuscisse dai poli dei pianeti osservati. Purtroppo, la fantasia e’ sempre tanta e di volta in volta ci tocca smentire l’esistenza di Nibiru. Chissa’ se prima o poi si stancheranno di provarci.

 

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