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Elettrodomestici e bolletta

11 Giu

In un commento apparso nella sezione:

Hai domande o dubbi?

e’ stato chiesto di analizzare i consumi medi dei nostri elettrodomestici. Come giustamente detto nel commento stesso, questo genere di tematiche non sono semplici, vista in primis la vastita’ degli argomenti, ma soprattutto le fluttuazioni di questi valori che possono modificare sensibilmente stime grossolane di consumi elettrici.

Nonostante questo, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questi argomenti, visto che, molto spesso, tanti ignorano come vengono calcolati i consumi elettrici della propria abitazione o anche ignorano quali elettrodomestici incidono maggiormente sulla nostra bolletta.

A tal senso, qualche tempo fa, avevamo gia’ parlato di consumi elettrici analizzando il discorso dello stand-by, cioe’ di quella lucina rossa che molto spesso teniamo accesa e indica che il nostro apparecchio e’ pronto a funzionare:

Il led rosso dello stadby …

Come potete immaginare, questi argomenti sono molto importanti dal punto di vista ambientale, ma soprattutto dal punto di vista della nostra economia domestica che, in momenti di crisi come questo, non e’ assolutamente un discorso trascurabile.

Prima di tutto, quando compriamo un elettrodomestico, troviamo sempre indicata la potenza richiesta al massimo da questo oggetto. Come sapete, si tratta di un valore espresso in Watt, unita’ di misura indicante appunto la potenza.

Ora pero’, quando arriva la bolletta a casa, vediamo che il pagamento avviene conteggiando non i Watt, bensi’ i Wattora, Wh. Che significa? Mentre il Watt rappresenta una potenza in termini fisici, il Wh e’ un unita’ di misura dell’energia. Come e’ intuibile, il Wattora e’ semplicemente ottenuto moltiplicando la potenza richiesta da un oggetto per il tempo in cui questo e’ acceso.

Per capire meglio questo importante concetto, facciamo un esempio pratico. Immaginate di avere un sistema che richieda una potenza di 1000W per funzionare. Se ora tenete acceso questo oggetto per 1 ora, il consumo energetico sara’ di:

1000W x 1ora = 1000Wh = 1KWh

cioe’ esattamente 1 KiloWattora. Pensandoci bene, questo e’ del tutto normale. La potenza richiesta dall’elettrodomestico interessa solo marginalmente, quello che conta per conteggiare il consumo e’ l’effettivo tempo in cui questo sistema e’ acceso e dunque richiede energia per funzionare.

Bene, a questo punto abbiamo capito come vengono conteggiati i consumi in bolletta. Ora, cerchiamo di capire quanto cosumano i nostri elettrodomestici. Per fare esempi pratici, prendiamo una casa tipo in cui si sara’ un frigorifero, una lavatrice, un asciugacapelli e un forno elettrico. Ovviamente, il calcolo fatto potra’ essere applicato direttamente a qualsiasi elettrodomestico avete in casa, semplicemente modificando i valori.

Prima di avventurarci nel calcolo, dobbiamo pero’ stimare il costo dell’energia dal nostro fornitore. Come saprete molto bene, anche questo valore puo’ presentare fluttuazioni molto elevate, grazie a speciali sconti che vengono offerti in bolletta, ad esempio, sfruttando specifiche fasce orarie o cambiando gestore. Per non fare un torto a nessuno, prendiamo un valore medio pari a 0,20 euro per KWh. Questo valore non dovrebbe discostarsi molto dal prezzo che paghiamo in bolletta in media.

Etichetta di classe energetica per gli elettrodomestici

Etichetta di classe energetica per gli elettrodomestici

Partiamo dunque dal frigorifero. Questo elettrodomestico ha una potenza diversa in base al volume interno, alla presenza o meno del vano congelatore ma anche alla tipologia stessa di elettrodomestico. In particolare, quest’ultimo punto ci permette di parlare di un altro aspetto molto importante e che spesso ci viene mostrato quando andiamo a comprare un nuovo elettrodomestico: la classe energetica. Nell’ottica di un risparmio e di una maggiore salvaguardia dell’ambiente, sono state definite delle classi energetiche in base al consumo di un determinato elettrodomestico. Inizialmente, le classi dovevano essere 7, e chiamate con lettere da A a G. Successivamente, grazie anche al risparmio apportato da nuove soluzioni, la classe piu’ energeticamente vantaggiosa, cioe’ la  A, e’ stata a sua volta divisa da A+ ad A+++, dove un numero crescente di segni “+” indica un maggior risparmio energetico.

Detto questo, quanto consuma un frigorifero? Seguendo la legislazione sulle classi energetiche di questo elettrodomestico, troviamo:

Classe Consumo annuo
A+++ <188 kWh
A++ 188 – 263 kWh
A+ 263 – 344 kWh
Classe Consumo annuo
A < 300 kWh
B 300 – 400 kWh
C 400 – 560 kWh
D 563 – 625 kWh
E 625 – 688 kWh
F 688 – 781 kWh
G > 781 kWh

Dove questi valori sono calcolati prendendo un sistema con potenza compresa tra 100 e 300W, operante in continuo ma non sempre a potenza massima e, naturalmente, sono stimati in condizioni standard di laboratorio con un frigorifero tenuto sempre a porte chiuse.

Dal valore riportato prima di 0,20 Euro/KWh, vediamo come un frigo di classe A da 300KWh/anno ci costera’ in bolletta 60 euro. Al contrario di quanto si pensa, il frigorfero non e’  l’elettrodomestico piu’ impegnativo che abbiamo.

Passiamo ora al discorso lavatrice. Anche qui, sono state definite delle classi energetiche, i cui valori sono:

A < 247 kWh
B 247 – 299 kWh
C 299 – 351 kWh
D 351 – 403 kWh
E 403 – 455 kWh
F 455 – 507 kWh
G > 507 kWh

Come sono stimati questi consumi? A livello legislativo, si e’ supposto di utilizzare la lavatrice per 2 lavaggi settimanali con programmi da 45 minuti a 60 gradi.  Se volete calcolare il vostro caso specifico, basta utilizzare le considerazioni viste prima. Supponendo di avere una lavatrice da 3000W, che teniamo accesa per 4 lavaggi a settimana da 60 minuti, cioe’ 4 ore a settimana, la quantita’ di energia richiesta sara’:

3000W x 4ore x 52sett/anno = 624KWh/anno

Vedete come cambiando leggermente i dati, in fondo chi fa solo 2 lavatrici a settimana, il valore cambia profondamente rispetto alla tabella dichiarata. Fate attenzione, questo non significa che i valori dati per legge siano sbagliati, semplicemente che sono applicati a condizioni tipo che possono essere molto diverse dalla realta’ di ciascuno di noi. Queste tabelle sono molto utili per fare un raffronto tra le diverse classi. In tal senso, e’ sempre possibile dire la classe X consuma P% in meno della classe Y, ma non e’ detto che i valori assoluti siano confrontabili con i nostri. Nel caso del calcolo visto, con 624KWh, il costo dell’energia richiesto sarebbe di 125 euro/anno.

Discorso analogo vale per il forno elettrico. Prendendo un forno standard da 50 litri, le classi energetiche vengono cosi’ definite:

Classe Consumo annuo
A < 80 kWh
B 80 – 100 kWh
C 100 – 120 kWh
D 120 – 140 kWh
E 140 – 160 kWh
F 160 – 180 kWh
G > 180 kWh

Come nel caso della lavatrice, volendo fare un calcolo specifico dei nostri consumi, questi valori lasciano un po’ il tempo che trovano. Se prendiamo un forno da 2000W utilizzato per 100 cicli di cottura da 30 minuti in un anno, l’energia richiesta sara’ di:

2000W x 100cicli x 0.5ore = 100KWh/anno

cioe’ 20 euro/anno che se ne vanno in bolletta.

Sempre nell’ambito degli elettrodomestici utilizzati non in continuo, stesso discorso puo’ essere fatto per l’asciugacapelli. Qui non sono state definite classi energetiche perche’ il consumo e’ strettamente personale e diverso da caso a caso. Se prendiamo un phon da 1000W che utilizziamo per 15 minuti al giorno, 0,25ore, tutti i giorni, allora il consumo energetico sara’:

1000W x 0,25ore x 365giorni = 91KWh/anno

cioe’ altri 18 euro da sommare in bolletta.

Ora, qual e’ lo scopo di questo post? Prima di tutto, spiegare come e’ possibile calcolare su carta i consumi energetici di ciascun apparecchio elettrico che abbiamo in casa. In tal senso, potete ripetere l’esercizio con tutto quello che volete, dal pc alla singola lampadina, passando per sistemi piu’ complessi come condizionatori, lavastoviglie, ecc. Il discorso classi energetiche e’ molto importante perche’, come mostrato, ci fa vedere molto bene quanto sarebbe il risparmio energetico passando da un apparecchio ormai datato ad un uno piu’ recente. Spesso, l’investimento iniziale per il passaggio viene ripagato dopo poco tempo dall’utilizzo dell’elettrodomestico. I valori specifici che pero’ troviamo sulle tabelle, non corrispondono esattamente al reale consumo che poi avremo in casa. Come detto, questi valori devono intendersi come relativi ad una classe rispetto ad un’altra. Per poter determinare il nostro consumo specifico, conviene ricorrere ad esercizi di calcolo come quelli fatti nell’articolo. Meglio ancora sarebbe quello di ricorrere a dei misuratori di consumi che, inseriti in serie tra la presa e l’elettrodomestico, misurano l’effettivo consumo richiesto dall’apparecchio. Inoltre, i nuovi contatori gia’ presenti in molte case, permettono di leggere dati importanti anche sul consumo medio ed istantaneo che e’ stato registrato.

Dal punto di vista ambientale, un risparmio energetico corrisponde ad una maggiore salvaguardia dell’ambiente visto che, ancora oggi, molta dell’energia che consumiamo dalla rete viene prodotta da combustibili fossili e fonti non rinnovabili. Inoltre, e assolutamente meno importante, risparmiare energia significa risparmiare tanti bei soldini che spesso regaliamo al nostro gestore e che potrebbero diminuire applicando un consumo piu’ accorto delle risorse.

Ovviamente, quando poi andate a leggere la vostra bolletta di fornitura elettrica, non dimenticate di inserire le tantissime tasse e spese fisse che vengono applicate e che, molto spesso, incidono piu’ dello stesso consumo elettrico.

 

”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Come cucinare con il Sole

1 Giu

Nell’articolo sui detersivi ecologici:

Detersivi ecologici

abbiamo mostrato come l’inquinamento delle acque prodotto da ognuno di noi e’ tutt’altro che irrilevante. Come visto, esistono pero’ delle soluzioni facilmente percorribili e che possono dare un contributo non trascurabile alla salute dell’ambiente. Tra queste, sicuramente la produzione domestica di detersivi, di qualita’ e a basso costo, e’ senza dubbio la migliore.

Sempre rimanendo in questo filone ambientale-ecosostenibile, vorrei raccontarvi anche un’altra notizia che ha attirato la mia curiosita’. Come sappiamo bene, la vita sulla Terra e’ possibile grazie al Sole che, mediante i suoi raggi, crea un ambiente favorevole. Se ci pensiamo bene, la potenza termica trasmessa dalla nostra stella e che giunge fino a terra, viene sfruttata gia’ in molti modi, primo tra tutti i panelli solari, di cui abbiamo parlato qui:

Pannelli, pannelli e pannelli

Ora pero’, perche’ non utilizzare questa grande fonte di calore anche, ad esempio, per cucinare? In fondo, quando cuociamo i nostri cibi, molte volte, non facciamo altro che tenerli ad alta temperatura per un certo lasso di tempo.

In realta’, quello che vi ho mostrato non e’ solo un pensiero, ma una realta’ gia’ consolidata per molte persone.

Come e’ possibile cuocere con il Sole?

La potenza termica che arriva dalla nostra stella e’ abbastanza elevata e composta non solo dalla radiazione visibile ma con uno spettro ampio. Ora pero’, per poter cuocere i cibi e’ necessario andare ad una temperatura abbastanza alta e il sole da solo non basta. Se cosi’ non fosse, nessuno di noi potrebbe mai esporsi ai raggi solari perche’ verrebbe “cotto”.

Qual e’ la soluzione?

Cosi’ come avviene con i pannelli a concentrazione, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente, e’ sufficiente convogliare i raggi solari in un punto per integrare una potenza maggiore. Questo e’ esattamente quello che fanno i “forni solari”. Questi dispositivi altro non sono che una parabola di materiale riflettente, spesso costituita da fogli di alluminio, che spingono i raggi in un’area molto ristretta in cui viene posizionato il cibo da cuocere.

Ecco la foto di uno di questi forni:

Forno solare per convogliare i raggi solari e cuocere il cibo

Forno solare per convogliare i raggi solari e cuocere il cibo

In alternativa a queste forme, potete realizzare con estrema facilita’ un Kyoto Box, realizzata partendo sempliceente da una scatola di cartone o di legno. In questo caso, il cibo viene posizionato all’interno della scatola in cui i raggi solari vengono concentrati sempre mediante materiale riflettente:

Forni solari del tipo Kyoto Box. Fonte: architetturasostenibile

Forni solari del tipo Kyoto Box. Fonte: architetturasostenibile

Mentre nel primo caso, il cibo viene cotto direttamente dall’aumento di temperatura, nelle Kyoto Box, come vedete dall’immagine, il cibo e’ chiuso all’interno della scatola e viene cotto sfruttando l’effetto serra generato dai raggi solari.

Scelto un modello o l’altro, come vedete questi forni possono essere facilmente realizzabili da chiunque. Il mio consiglio e’ di utilizzare strutture, ad esempio, in legno, foderate da fogli di alluminio per alimenti. Per controllare il potere focheggiante del forno, basta vedere quanto e’ esteso il raggio luminoso sul fondo del forno. Ovviamente, piu’ e’ stretto il raggio, maggiore sara’ la temperatura raggiunta dal forno perche’ maggiore e’ la concentrazione solare.

Piu’ che di temperatura e’ interessante parlare di cosa si puo’ cuocere com questi forni e quanto tempo ci vuole.

In linea di principio sono poche le cose che non e’ possibile cuocere con questi forni. Nel caso favorevole di una giornata soleggiata, i tempi di cottura con questi sistemi sono paragonabili a quelli di un forno tradizionale. Proprio pensando al confronto, questi sistemi solari possono raggiungere senza problemi temperature anche di 220 gradi, ideali per cuocere praticamente tutto.

Sulla rete, come non potrebbe essere cosi’, anche per la cottura solare e’ nata una vera e propria comunita’ di appassionati. Proprio perche’ si parla di cucina, sono gia’ stati designati i cosiddetti chef solari, esperti di questa tipologia di cottura. Oltre ai tempi e ai consigli per preparare il cibo meglio compatibile con questa cottura, sulla rete trovate anche molte informazioni per costruire il vostro forno solare con una spesa irrisoria e con un’efficienza molto interessante.

Lasciatemi concludere con una riflessione. Prima abbiamo parlato di detersivi fatti in casa, ora di cuocere il cibo sfruttando il Sole. Forse la crisi economica sta facendo rinascere uno spirito di iniziativa che, per troppo tempo, era rimasto sopito. Visti i vantaggi che ne derivano, sia economici che sociali, dal momento che le persone scambiano idee e ricette, forse non tutti i mali vengono per nuocere. Intanto l’ambiente ringrazia!

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.