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Scie Chimiche con la scusa dei vaccini!

17 Gen

Dopo tutta una serie di articoli spesi su questo tema:

Alcune considerazione sulle scie chimiche

Scie Chimiche: il prelievo in quota

Scie chimiche e cloud seeding

Come difendersi dalle scie chimiche

Il Dibromoetano e le scie chimiche

A-380 modificato per spargere scie chimiche

Scie chimiche, ora abbiamo la prova

L’accordo Italia-USA per spargere scie chimiche

Scie chimiche, la prova storica!

torniamo di nuovo a parlare di scie chimiche. C’e’ da dire che negli ultimi giorni i nostri amici complottisti si stanno dando un bel da fare per mostrare al pubblico non solo le tante scie in cielo, ma finalmente le prove dello spargimento di questi veleni da parte di governi, scienziati, case farmaceutiche, insomma, un bel complotto mondiale operato da tantissime persone, di cui pero’ tantissimi non sanno nulla.

Di cosa si tratta questa volta?

Semplice, se fate un giro sui soliti siti internet, troverete decine di articoli che parlano di questa nuova sconvolgente prova. Il governo australiano avrebbe acconsentito ad una sperimentazione proposta dalla PaxVax, una multinazionale farmaceutica, per spargere scia chimiche praticamente in 3/4 del suo territorio. Cosa conterrebbero queste scie? Addirittura uno dei batteri piu’ pericolosi conosciuti dall’uomo, il colera. Possibile? Sembrerebbe proprio di si. Si tratterebbe di una versione geneticamente modificata del colera che verrebbe somministrata alla popolazione con la scusa di vaccinarli.

Perche’ questo?

Ci sarebbero stati alcuni casi di colera in Australia e il governo, insieme alla casa farmaceutica, con la scusa di vaccinare la popolazione avrebbe acconsentito a questa sperimentazione di massa. Per poter distribuire il “vaccino”, la sperimentazione prevederebbe l’utilizzo di aerei cisterna appositametne attrezzati per spargere sul terreno il pericoloso virus. Sulle varie fonti, trovate anche l’astuto sistema pensato da queste menti diaboliche: piccole bustine di plastica che arrivate ad una certa altezza si aprirebbero lasciando uscire il loro pericoloso contenuto. Il governo cerca pero’ di tranquillizzzare la popolazione dicendo che si tratta di una vaccinazione necessaria e che comunque il terreno verrebbe ripulito nel giro di poche ore per evitare la permanenza del virus sulla flora e sulla fauna.

Veramente un piano diabolico frutto di menti spietate.

Leggendo questa notizia, inizialmente vi confesso di aver riso. La mia reazione e’ stata pero’ smorzata, come sempre, leggendo i tanti commenti ricevuti da articoli di questo tipo da parte di gente pronta a credere a queste informazioni e, come sempre, pronta a denigrare la scienza corrotta con i governi o le sperimentazioni fatte a danno della popolazione.

Prima di tutto, ho fatto una breve ricerca. Ho preso alcuni di questi siti che riportavano la notizia e ho cercato di capire la loro fonte. Come spesso accade, e non mi stanchero’ mai di ripetere di prestare attenzione a questi “dettagli”, molti di questi non riportavano fonti. Quelli che invece lo facevano, mi portavano attraverso i loro link ad altri siti complottisti, in una infinita serie di notizie, in italiano e in ingelse, che altro non erano che il copia/incolla l’uno dell’altro.

Capisco che la fantasia di certi soggetti non ha limite, ma possibile che si siano inventati tutta questa storia da zero?

Per fugare ogni dubbio, sono andato direttamente sul sito del “Office of the Gene Technology Regulator”, cioe’ l’apposito ente statale australiano che si occupa di malattie infettive. Trovate l’ente a questa pagina web:

OGTR

Bene, esiste veramente un piano simile a quello raccontato, ma ovviamente profondamente differente da quello che vorrebbero farvi credere. Prima considerazione: perche’ si dovrebbe utilizzare una versione geneticamente modificata di un virus come il colera? Semplice, per vaccinare dal colera. Scientificamente si creano agenti modificati che servono per far sviluppare gli anticorpi e dunque rendere immuni le persone. Perche’, oggi come oggi, ci si dovrebbe vaccinare dal colera in un paese come l’Australia? Ovviamente non perche’ ci sia un’epidemia di colera, ma solo come vaccinazione prima di viaggi a rischio. Se oggi decidete di andare in un paese diverso dal vostro, dovete sempre vedere se sono richiesta vaccinazioni obbligatorie. Bene, come e’ noto, al mondo ci sono ancora tanti paesi in cui il colera e’ un pericolo. Lo scopo di questa sperimetazione e’ proprio quello di testare, in accordo con la casa farmaceutica citata, un nuovo tipo di vaccino.

Possibile che questa prova venga fatta su tutta la popolazione con tecniche di aerosol?

Ma neanche per idea! Vi riporto subito il link di questa sperimentazione, nota come DIR 126, che trovate sul sito del OGTR:

OGTR, DIR 126

La sperimentazione sara’ condotta su un campione di non piu’ di 1000 persone scelte tra “volontari”. Il virus verra’ somministrato sotto forma di liquido da bere, dunque neanche con l’ausilio di punture.

Cosa c’entrano le scie chimiche?

Assolutamente niente!

Lo stesso governo australiano di fronte al proliferare di queste idiozie, ha dovuto indicare chiaramente quali saranno le tecniche di somministrazione. In piu’, sempre nella pagina che vi ho riportato, trovate scritto:

The vaccine would be administered by qualified health professionals in clinical facilities. Clinical trial participants would be given the vaccine as a drink. The vaccine will not be injected to participants and it will not be sprayed into the air.

Dunque, verra’ somministrato in strutture cliniche e assolutamente senza doverlo spruzzare in aria.

Concludendo, la foga di voler mostrare le prove di un qualcosa non dimostrato sta portando i complottisti a tirare fuori delle perle davvero ragguardevoli. Ad oggi, non esiste la benche’ minima prova dell’esistenza delle scie chimiche. Come spesso diciamo, non siamo noi a dover dimostrare che non esistano, ma, al contrario, coloro che le pubblicizzano dovrebbero portare prove inconfutabili delle loro tesi. Certo, diffondere notizie di questo tipo dovrebbe far capire a chi ha ancora un sospetto quale sia la speculazione in corso proprio nei confronti di chi ha dubbi.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Viaggio al centro della Terra

10 Ott

Come sapete bene, molto spesso la stessa natura del nostro pianeta riesce a sorprenderci con scoperte che hanno quasi dell’incredibile. Solo pochi giorni fa, sono state pubblicate per la prima volta le foto scattate all’interno della grotta di Er Wang Dong.

Molto probabilmente, avrete letto questa notizia su qualche giornale, dal momento che in tanti si sono dilungati nel commentare e mostrare queste incredibili immagini.

La grotta in questione si trova in Cina e il nome significa letteralmente “Seconda Caverna Reale”. Cosa ha di speciale questa grotta? Per prima cosa, le dimensioni che lasciano davvero senza fiato, parliamo di una superficie di piu’ di 50000 metri quadrati. Anche la cubatura e’ impressionante, in alcuni punti la volta della grotta raggiunge i 250 metri.

Perche’ le foto sono state publicate solo ora?

In realta’, gia’ da diverso tempo si conosceva l’esistenza di questo sistema di grotte, ma non erano mai state esplorate prima. Decenni fa, la parte iniziale della grotta era utilizzata come miniera di nitrati dagli abitanti della provincia. Nessuno pero’, prima di oggi, si era spinto all’interno per esplorare gli spazi piu’ nascosti.

Come detto, solo in questi giorni un gruppo di 15 speleologi ha esplorato per la prima volta questi spazi, soggiornando un mese intero all’interno e potendo documentare accuratamente quello che hanno visto.

Come detto, la superficie e’ davvero impressionante, ma questa e’ solo una delle caratteristiche. Pensate che la grotta e’ talmente vasta e profonda, da apparire quasi come un mondo inesplorato completamente separato da quello in superficie. Praticamente, possiamo dire che all’interno si e’ stabilito un microclima specifico della grotta, indipendente da quello esterno.

Eccovi alcune foto davvero molto belle:

pict

Piccola critica ai tanti giornali che al solito si lanciano in discorsi che non riscono ad afferrare in pieno. Come forse avrete letto, molti parlano di uno spazio talmente grande che all’interno vige addirittura un clima specifico, con precipitazioni, pioggia, ecc.

Come capite bene, questo e’ vero solo in parte. Per quanto grande e isolata, e’ formalmente sbagliato parlare di clima indipendente. L’affermazione deriva da quelllo che hanno riportato gli esploratori, ma interpretato in modo autonomo. Mi spiego meglio. All’interno della caverna si possono formare banchi di nebbia talmente densi, come se fossero nubi. Perche’ avviene questo? L’evaporazione dell’acqua dalla parte bassa fa si che il vapore acqueo salga verso l’alto e, in particolari condizioni, soprattutto negli spazi piu’ ampi, incontri aria piu’ fredda dovuta alle infiltrazioni dell’ingresso verso l’esterno. In questo caso, il mescolamento delle due correnti a temperatura diversa puo’ creare una nebbia cosi’ densa da apparire come una nuvola. L’umidita’ puo’ anche ricadere verso il basso formando una sorta di precipitazioni interne.

Questo e’ il motivo per cui si dice che le grotte di Er Wang Dong hanno un “clima” tutto loro.

All’interno delle grotte, oltre a stalattiti e stalagmiti di dimensioni impressionanti, si trovano anche specchi d’acqua dolce e fiumi sotterranei. Nelle foto riportate prima, si vede infatti un piccolo laghetto dalle acque trasparenti con uno speleologo all’interno. Non pensate che l’esploratore stia facendo un bagno per rilassarsi. Diverse sale del sistema sotterraneo sono raggiungibili soo immergendosi e passando attraverso stretti cunicoli sotto l’acqua.

Analogamente, ci sono diversi punti che invece sono raggiungibili solo dopo una difficile arrampicata su pareti liscie e molto alte.

Personalmente, trovo questa scoperta molto affascinante e interessante. Come giustamente detto da uno degli esploratori delle grotte, chissa’ quanti altri posti di questo tipo sono celati nelle viscere del nostro pianeta, e aspettano solo di essere esplorati. Se ci pensate, questo e’ lecito e molto curioso. Ad oggi, possiamo dire di aver visto gran parte, se non la totalita’, del nostro pianeta e ci siamo mossi molto in avanti anche al di fuori della Terra, nello spazio. Pensate a tal proposito alla sonda Voyager, di cui abbiamo parlato, che e’ uscita fuori dal nostro Sistema Solare.

Al contrario, ci potrebbero essere ancora tanti luoghi sotterranei da esplorare e che magari possono offrirci microclimi completamente isolati dal resto del pianeta. Analogamente, la stessa cosa avviene per le profondita’ degli oceani, di cui conosciamo ancora poco a livello di flora e di fauna. Pensate solo a tutte quelle volte che vengono fatte immersioni in profondita’ e, ogni volta, vengono mostrate specie marine non conosciute fino ad allora.

Questo ragionamento ci fa capire quanto ancora c’e’ da esplorare e quanto ancora poco possiamo dire di coscere il nostro pianeta.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

L’ipotesi Gaia

25 Giu

In questi giorni, su molti giornali e’ apparso un articolo che ha suscitato il mio interesse. Secondo alcuni ricercatori, esisterebbe l’ipotesi secondo la quale la vita si autoregola. In tal senso, l’equilibrio creato sulla terra dai numerosi esseri viventi potrebbe arrivare, principalmente a causa dell’uomo, ad un punto di non ritorno. In queste condizioni, la vita sarebbe in grado di spostare il suo punto di equilibrio, trovando nuove condizioni di stabilita’. Questo sarebbe possibile magari modificando i parametri atmosferici o ambientali. Ora, sempre secondo questo studio, non e’ assolutamente certo che le nuove condizioni create siano adatte per ospitare la vita umana sulla Terra.

Questo e’ quello che dice l’articolo pubblicato su una rivista scientifica. In realta’, molti giornali hanno romanzato su questa ricerca, mettendo titoli del tipo “la vita si autoregola e prima o poi si sbarazzera’ di noi”. Tra le altre cose, non mancano i riferimenti ad una tempesta perfetta in grado di spazzare via la vita umana e dunque di far ripartire la Terra senza la nostra, diciamo anche scomoda, presenza.

Come detto, si tratta di un articolo reale basato, in verita’, su studi di simulazione computazionale. In questo senso, diversi parametri sono stati simulati e riprodotti in un algoritmo informatico in modo da studiare l’evoluzione temporale del comportamento di questi parametri. Studi di questo tipo sono molto importanti ed interessanti perche’ consentono di capire meglio lo stato attuale di alcuni aspetti ambientali e, se vogliamo dirlo in altri termini, lo stato di salute del nostro pianeta.

Nonostante questo, lo studio richiama un po’ l’ipotesi Gaia fatta nel 1979 dal chimico inglese Lovelock. Come forse saprete, secondo questo approccio, la Terra stessa e’ vista come una sorta di organismo vivente. Questo e’ in realta’ improprio perche’ nell’ipotesi Gaia, il comportamento adattivo del pianeta e’ dato dalla complessita’ della biosfera, cioe’ nelle relazioni che si possono creare tra gli organismi viventi e con l’ambiente stesso. In particolare, tanto piu’ e’ complesso il sistema, cioe’ maggiori sono le interrelazioni tra i componenti, tanto maggiori saranno le capacita’ adattive del pianeta.

Al tempo, l’ipotesi Gaia e’ stata fortemente criticata da molti esperti, perche’ sembrerebbe assurdo pensare ad un pianeta Terra in grado di prendere decisioni. Personalmente, trovo in realta’ l’ipotesi molto affascinante. Dal punto di vista informatico, ad esempio, sistemi del genere sono fatti per studiare l’eveoluzione su larga scala di modelli complessi. Esempio forse noto a tutti e’ il cosiddetto “Game of Life”. In questi algoritmi, si definiscono delle regole semplici valide per un piccolo insieme, dopo di che si parte da un insieme grande la cui evoluzione, anche se governata da semplici regole locali, non e’ assolutamente certa. Questo avviene perche’ su larga scala l’enorme quantita’ di variabili rendono il sistema fortemente instabile al punto da assumere quasi un comportamento intelligente e non scontato.

Per capire meglio l’ipotesi Gaia, cerchiamo di fare qualche esempio. Al tempo della sua formulazione, Lovelock era impiegato per la NASA per lo studio della possibilita’ di vita sugli altri pianeti in base alla composizione dell’atmosfera. Lovelock trovo’, ironia della sorte, risultati molto interessanti anche applicando i suoi modelli al pianeta Terra. Nel nostro caso, infatti, avere metano e ossigeno simultaneamente, dovrebbe portare, sotto l’azione della radiazione solare, alla rapida formazione di anidride carbonica e vapore acqueo. Se questo meccanismo fosse l’unico, in rapido tempo le condizioni stesse per la vita verrebbero a mancare. Cio’ che rende il sistema stabile, cioe’ con una quantita’ pressocche’ costante di componenti, e’ principalmente il continuo apporto di ossigeno da parte della vegetazione.

Sempre parlando di atmosfera, ci sono molte specie sia acquatiche che terrestri che, ad esempio, contribuiscono a mantenere costante la temperatura media della Terra. Come vedete, ci sono tantissimi fattori, molto spesso collegati tra loro, che consentono di regolare e mantenere le condizioni adatte alla vita. Nell’ipotesi Gaia, sono proprio queste interrelazioni che rendono il sistema quasi pensante ed in grado di adattarsi, cioe’ di trovare nuovi punti di equilibrio quando fortemente sollecitato.

Secondo alcune ipotesi, a seguito, ad esempio, del riscaldamento globale, l’ecosistema Gaia, che, come detto, rappresenta la totalita’ delle relazioni tra specie animali e vegetali, potrebbe rispondere con un abbassamento della temperatura fino a portare ad una nuova era glaciale. Proprio riguardo a questa ipotesi, prima, ad esempio, del Maunder minimum, cioe’ della piccola era glaciale, si erano registrati significativi aumenti della temperatura media in Europa.

Come potete capire, lo studio pubblicato in questi giorni, riprende proprio questi concetti. Se, per qualsiasi motivo, il sistema fosse messo sotto pressione nel modificare alcuni parametri, la Terra potrebbe rispondere spostando e creando un nuovo punto di equilibrio. Ora, non possiamo affermare a priori che questo nuovo equilibrio sia adatto per la vita umana.

Personalmente, trovo lo studio di questi aspetti molto affascinante, ma ovviamente non banale. Da quanto detto, non voglio certo creare io ipotesi catastrofiste, lo scopo di questo articolo e’ solo quello di mostrare il fitto intreccio di relazioni che ci sono non solo tra esseri viventi, ma anche tra specie animali e vegetali o anche con i parametri ambientali. Modificare pesantemente i punti di equilibrio potrebbe portare a rapide modificazioni dell’ecosistema naturale. Detto in altre parole, Gaia non e’ sempre in grado di aggiustare i parametri e fare fronte a tutte le pesanti modifiche che noi gli imponiamo. In questa chiave, non dobbiamo certamente, come forse stiamo facendo, calcare troppo la mano. Prima o poi, potremmo avere conseguenze notevoli sul nostro ecosistema.

 

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Troppi danni, i grandi alberi stanno morendo

6 Giu

In questi giorni, ho letto una notizia che mi ha fatto riflettere abbastanza. Come sapete bene, diverse volte su queste pagine ci siamo trovati a parlare di inquinamento e di antropizzazione dell’ambiente. In particolare, abbiamo affrontato molte volte il discorso “cause” analizzando in dettaglio le emissioni nell’ambiente, le tecniche per ridurle o eliminarle, gli sprechi della nostra attuale societa’, ecc.

Ora pero’, la notizia che vorrei raccontarvi, riguarda se volete gli “effetti” che le attivita’ stanno apportando sul nostro ecosistema, molto complesso e regolato da tantissimi parametri, molto spesso correlati tra loro. In genere, siamo abituati a vedere il pianeta come una spugna in grado di adattarsi molto bene alle nostre attivita’ e dunque in grado di resistere alle continue emissioni resistendo abbastanza bene alle nostre scellerate attivita’. Questa notizia purtroppo ci fara’ ricredere.

Da uno studio pubblicato sulla rivista “Science”, un team di ricercatori ha evidenziato come, a tutte le latitudini ed in ogni parte del globo, i grandi alberi secolari, con eta’ compresa tra 100 e 300 anni, stanno morendo ad un ritmo molto piu’ veloce rispetto a quello naturale che si era registrato in passato.

Perche’ sono importanti gli alberi secolari?

Cosi’ come avviene per i grandi mammiferi minacciati dall’estinzione, i grandi alberi secolari rappresentano gli organismi vegetali piu’ imponenti sulla Terra. Dal punto di vista ambientale, questi esemplari hanno importanti funzioni nella regolazione dei cicli del carbonio, assorbendo grandi quantita’ di anidride carbonica e soprattutto dando contributi fondamentali nei processi che avvengono nel terreno. Oltre a questo, gli alberi secolari fungono da habitat per moltissime specie sia animali che vegetali, contribuendo in questo modo alla creazione di miniecosistemi isolati e regolati da leggi di natura.

Come evidenziato dallo studio, di cui potete leggere l’abstract a questa pagina:

Science, scomparsa alberi secolari

il ritmo di scomparsa di questi alberi e’ notevolmente aumentato negli ultimi anni, minacciando notevolmente alcuni importanti parametri del globo. Come detto in precedenza, questo fenomeno sta avvenendo in diverse parti del mondo, indipendentemente dalla tipologia di albero.

Le cause che hanno portato a questo risultato sono in realta’ molteplici, ma tutte dovute all’attivita’ dell’uomo.

La prima causa e’ la richiesta di maggiori spazi per l’agricoltura. In questo senso, ampie zone di vegetazione vengono abbattute per creare campi o spazi aperti. Nelle zone rurali, questo e’ dovuto per la richiesta di nuovi spazi verdi, mentre, soprattutto nelle citta’, questa attvita’ viene utilizzata per creare nuovi spazi edificabili e rispondere alla sempre crescente domanda di nuclei abitativi.

La seconda causa e’ invece di tipo industriale. Come sappiamo bene, la deforestazione e’ una tecnica molto praticata e che viene utilizzata soprattutto per reperire materie prime, ma anche, riallacciandosi alla prima causa, per lasciare spazio libero al posto delle foreste e dei boschi.

L’ultimo motivo e’ invece direttamente connesso con l’inquinamento. Come sappiamo bene, al contrario di quanto sostenuto da alcuni catastrofisti, il riscaldamento globale sta determinando un incremento delle temperature medie sul pianeta. Ora, possiamo discutere, come fatto in pasato, su quale contributo sia dovuto alle emissioni umane e quanto invece sia determinato da naturali variazioni climatiche che avvengono sulla Terra. In questo contesto, questo discorso non e’ importante. Quello che conta e’ che, il riscaldamento globale, determina una minore disponibilita’ di acqua per le piante, provocando siccita’. Il minor apporto di acqua e’ una delle cause principali della scomparsa degli alberi secolari.

Molto spesso, non viene fatto nulla per arginare il fenomeno della moria dei grandi alberi. Come detto all’inizio, cosi’ come avviene per gli animali a rischio estinzione, queste specie vegetali ricoprono un’importanza strategica e funzionale per il nostro pianeta. Detto questo, si dovrebbe cercare di preservare gli esemplari piu’ antichi, oltre ovviamente a diminuire i fenomeni di deforestazione massiccia che stanno interessando tutto il mondo.

Concludendo, come evidenziato dall’articolo di Science, in tutte le parti del mondo c’e’ un aumento della moria di alberi secolari ad un ritmo molto piu’ elevato degli anni precedenti. Le cause di questo sono da ricercarsi nelle attivita’ dell’essere umano ma anche nel riscaldamento globale che determina maggiori periodi di siccita’ per le piante. Dal punto di vista ambientale, eliminando il discorso sentimentale, queste piante ricorprono un ruolo molto importante nell’ecosistema con un compito fondamentale nei diversi cicli delle sostanze chimiche, oltre ad offrire habitat specifici per diverse specie animali e vegetali.

 

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Australia, trovate lumache rosa!

5 Giu

Come spesso accade, la natura riesce ancora a sorprenderci con scoperte o fenomeni in grado di lasciarci a bocca aperta. In questo filone, solo pochi giorni fa avevamo parlato dei “cani Solari”:

E adesso abbiamo i “Cani Solari”

Ora, vorrei parlarvi di un’altra notizia degna di nota e che e’ apparsa in diversi giornali e siti internet. In australia, e precisamente sul monte Kaputar, sono state avvistate delle lumache molto diverse da quelle che siamo abituati a vedere. Senza anticiparvi nulla, vi mostro subito una foto di questi animali:

Lumaca gigante rosa che vive sul monte Kaputar in Australia

Lumaca gigante rosa che vive sul monte Kaputar in Australia

Come vedete si tratta di lumache con una colorazione davvero incredibile, praticamente rosa shocking e che possono raggiungere anche i 20 cm di lunghezza. In natura siamo abituati a vedere colorazioni meno appariscenti, utili per mimetizzarsi nell’ambiente e sfuggire ai predatori. Questo pero’ e’ vero in parte, dal momento che molte specie assumono colori anche appariscenti soprattutto per i rituali dell’accoppiamento o dettati da ambienti particolari in cui vivono.

Detto questo, cerchiamo di dare qualche dettaglio in piu’ su questi animali.

Al solito, su molti giornali e siti, sempre in cerca di notizie sensazionali, vengono date informazioni non precise o volutamente amplificate per trasformare questo gia’ splendido e inusuale animale in uno spettacolo.

Come detto, l’avvistamento sarebbe avvenuto sul monte Kaputar in Australia. Questo e’ in realta’ un parco naturale ricco di una flora e di una fauna esclusivi e determinati dalla storia del luogo stesso. Si tratta di un ambiente molto isolato su una montagna che praticamente si erge per i suoi 1500 metri su una distesa piatta. In precedenza, questo monte era un vulcano e l’ultima eruzione sarebbe avvenuta circa 17 milioni di anni fa, lasciando un ambiente molto arido ma in cui hanno trovato vita specie molto particolari e che, in alcuni casi, vivono solo sulle pendici del monte.

Per quanto riguarda la lumaca rosa, come dichiarato dai ranger che si occupano di controllare e preservare l’ambiente del parco, questi animali sono da sempre visibili durante le prime ore del mattino dal momento che di notte escono per cercare cibo, mentre passano le giornate nascoste e non visibili. Questo solo per dire che le lumache non hanno certo fatto la loro apparizione da un momento all’altro, ma in realta’ sono una specie nota nel parco e gia’ conosciuta.

Scientificamente, le lumache rosa sono una sottospecie della Triboniophorus Graeffei, comunemente dette “lumache dal triangolo rosso”. Il motivo del nome popolare di questi animali e’ facilmente comprensibile osservando la foto:

Lumache dal triangolo rosso

Lumache dal triangolo rosso

Mentre le lumache dal triangolo rosso vivono praticamente su tutta la zona costiera ad est dell’Australia, le lumache rosa si pensa vivano esclusivamente sul monte Kaputar, grazie alle particolari condizioni ambientali create nei trascorsi geologici.

 

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