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L’anomalia del Mar Baltico

23 Feb

Piu’ o meno durante l’estate del 2011, gli appassionati di UFO e di misteri hanno avuto un bel da fare con la cosiddetta scoperta dell’anomalia del Baltico. Cerchiamo di andare con ordine per spiegare di cosa si tratta anche a chi non ne ha mai sentito parlare.

Durante una ricognizione, una nave specializzata nella ricerca di tesori sommersi, ha individuato una strana formazione a circa 90 metri di profondita’. L’osservazione e’ stata possibile mediante il sonar e per questo motivo le prime foto circolanti sul web avevano una scarsa risoluzione. Perche’ si parla di “strana formazione”? La scoperta e’ stata fatta da un team di svedesi esperti appunto nella ricerca di tesori sommersi e chiamati “Ocean X Team”. Proprio secondo gli scopritori di questa anomalia, la formazione sarebbe simile ad un disco volante probabilmente precipitato nel Mar Baltico. Prima di discutere di queste ipotesi, vi mostro una foto del ritrovamento sottomarino:

Il misterioso oggetto sul fondo del Mar Baltico

Il misterioso oggetto sul fondo del Mar Baltico

Come vedete, e come si legge in tantissimi articoli, la struttura, larga 20 metri, presenterebbe caratteristiche molto strane: una struttura molto regolare, strani corridoi che la attraversano, fori perfettamente circolari sui due lati. Inoltre, il presunto disco volante sarebbe adagiato su una piattaforma, anche questa dalla forma stranamente circolare, larga 180 metri. A complicare maggiormente il mistero, nella parte posteriore del disco sarebbe stata individuata una lunga striscia morfologicamente diversa dal fondale vicino, come a rappresentare la scia lasciata dall’UFO durante la caduta.

La presunta scia dietro l'anomalia

La presunta scia dietro l’anomalia

Per completezza, vi dico anche che quella del disco volante, non e’ l’unica ipotesi fatta circolare negli ultimi tempi. In alcuni casi, si parla di una misteriosa arma nazista risalente alla seconda guerra mondiale. Questa ipotesi sarebbe avvalorata dal fatto che l’oggetto si troverebbe in mezzo alla principali rotte commerciali e che la Germania Nazista ha per lungo tempo difeso quel corridio di mare per l’importanza strategica che rappresentava.

Un’ultima ipotesi vorrebbe invece la struttura di origine umana e lasciata in tempi remoti da una misteriosa civilta’. In questi casi, il mistero sarebbe offerto dall’identificazione della civilta’ stessa. Tornando indietro attraverso le ere geologiche, dobbiamo arrivare piu’ o meno a 20000 anni fa per avere la zona non ricoperta di acqua. In questo periodo pero’, gli esseri umani non potevano certo disporre degli attrezzi per realizzare una simile costruzione e proprio per questo si arriva a parlare di incontri con esseri alieni e di Atlantide.

Insomma, tante ipotesi diverse ma tutte che conducono a qualcosa di misterioso e non compreso.

Cerchiamo a questo punto di capire meglio di cosa si tratta e se, a distanza di quasi due anni, ancora si parla di mistero irrisolto.

Prima di tutto, vi mostro il luogo del ritrovamento:

Il luogo del ritrovamento nel Mar Baltico

Il luogo del ritrovamento nel Mar Baltico

Non pensate che il punto del ritrovamento sia una cosa scontata. Per diverso tempo infatti i membri del Ocean X hanno tenuto nascosto il punto esatto in cui era stato individuato l’oggetto. Si potrebbe pensare che il segreto fosse mantenuto per evitare folle di curiosi intorno al ritrovamento, ma a 90 metri di profondita’ non e’ proprio semplice fare turismo o meglio per poterlo fare sono necessarie attrezzature che normalmente non si dispongono. In realta’, come vedremo nel seguito, il luogo e’ stato mantenuto segreto per tanto tempo per evitare che altri ricercatori potessero analizzare il ritrovamento o comunque trarre conclusioni diverse da quelle del Ocean X Team.

Prima di tutto, ad alimentare il mistero sull’oggetto sul fondo del mare ha contribuito anche la storia stessa del ritrovamento, raccontata in diverse occasioni da Peter Lindberg fondatore dell’Ocean X. Stando alle sue dichiarazioni, molte apparecchiature elettroniche presenti sulla nave sarebbero andate in tilt passando sul punto del ritrovamento. Queste anomalie sarebbero poi scomparse allontanandosi di soli 200 metri dal punto, per poi ripresentarsi non appena si tornava indietro. Proprio queste stranezze avrebbero spinto Lindberg ed i suoi collaboratori a credere all’ipotesi aliena. Ora, capite bene che dichiarando il punto esatto del ritrovamento, chiunque sarebbe potuto andare in zona e verificare di persona la presenza di queste anomalie magnetiche. Forse stiamo ragionando in modo prevenuto, ma prima di pensare questo leggete il seguito della storia.

La storia delle anomalie magnetiche e’ stata richiamata per diversi mesi dell’Ocean X per giustificare la mancanza di foto e riprese ad alta definizione. Molti ricercatori infatti hanno piu’ volte chiesto immagini 3D ad alta risoluzione appunto per verificare le storie raccontate da Lindberg. Queste immagini hanno tardato molto ad arrivare, giustificate dal fatto che la strumentazione impazziva arrivati sul punto.

Ora, come si potrebbe facilmente pensare, basterebbe fare un’immersione, prelevare un campione di questo strano oggetto ed analizzarlo in laboratorio per verificare la sua origine. In realta’, anche per questo si e’ dovuto aspettare moltissimo tempo. L’Ocean X ha infatti atteso piu’ di un anno per prelevare un campione di materiale e farlo analizzare. Nel frattempo pero’ ha realizzato un documentario sul ritrovamento venduto a diverse emittenti private, i membri del gruppo hanno rilasciato interviste ovunque e partecipato a tantissime tramissioni, insomma, da perfetti sconosciuti, Lindberg ed i suoi collaboratori sono diventati delle star.

Una delle tante immagini create per mostrare la somiglianza con la Millenium Falcon

Una delle tante immagini create per mostrare la somiglianza con la Millenium Falcon

Le poche foto fatte circolare sul web, presentavano, a detta di molti esperti che le hanno analizzate, una bassisima risoluzione e diverse modificazioni fatte in origine dall’Ocean X. Questi particolari rendevano l’analisi delle prove fotografiche estremamente complessa e ovviamente non risolutiva. Inoltre, come dichiarato da diverse fonti, molte immagini erano chiaramente false e create appositamente per far assomigliare ancora di piu’ l’anomalia all’astronave “Millenium Falcon” di Guerre Stellari e dunque avvalorare l’origine aliena del ritrovamento. Affermazioni di questo tipo, oltre che dalla rete, sono state fatte da Dan Fornari, un geologo del Woods Hole Oceanographic Institution in Massachusetts e da Jonathan Hill, un ricercatore del Mars Space Flight dell’Arizona State University.

Detto questo, parliamo quindi delle analisi di laboratorio sul campione di materiale. Queste analisi sono state condotte da Volker Brüchert, un professore associato di geologia presso l’Universita’ di Stoccolma, a cui Lindberg ha portato diverse rocce prelevate dall’anomalia del Baltico. Proprio Lindberg, avrebbe affermato in varie interviste che Brüchert era completamente sorpreso dei risultati delle analisi. I materiali estratti non erano di origine vulcanica e probabilmente neanche di origine terrestre. In questo caso era dunque lecito parlare di disco volante, o, in alternativa, di meteorite precipitato nel Baltico.

A seguito di queste affermazioni, lo stesso Brüchert rilascio’ delle interviste ai media svedesi per smentire pero’ quanto affermato da Lindberg. Secondo il ricercatore le rocce, perche’ di questo si tratta, sono in realta’ arenarie, basalti e gneiss. La presenza di queste rocce e’ perfettamente spiegabile se consideriamo che il mar Baltico e’ una vasta valle glaciale in cui si sono formati e sciolti ghiacci durante diversi periodi. Proprio il movimento dei ghiacci sarebbe in grado di trasportare rocce di origine diversa, tra cui anche materiali vulcanici. Inoltre, il vasto basamento di roccie ritrovato in prossimita’ dell’anomalia, e che spesso viene mostrato insieme a questa per la sua strana forma, e’ in realta’ un cuscino di basalto come ce ne sono diversi in quella zona di mare.

Perche’ dunque Lindberg non ammette l’errore e continua imperterrito a rilasciare interviste in giro per il mondo? Purtroppo la risposta e’ molto semplice e simile a tante altre viste in questo blog. Come anticipato prima, la storia dell’anomalia del Baltico ha reso famoso in tutto il mondo l’Ocean X Team. Le interviste, il documentario e le trasmissioni TV hanno fruttato molti soldi a Lindberg e collaboratori. Inoltre, si stanno organizzando delle costose spedizioni a bordo di un sottomarino per visitare l’anomalia sul fondo del Baltico. Capite bene che il giro d’affari intorno a questo pezzo di roccia e’ veramente enorme.

Concludendo, l’anomalia del Baltico, di cui molto si e’ parlato durante l’estate del 2011, si e’ invece rivelata una bufala. Non esiste nessuna connessione con civilta’ aliene, misteriose armi naziste o meteoriti caduti sulla Terra. Quella che ha alimentato per molto tempo il mistero su questo oggetto e’ stata in realta’ la scarsita’ di informazioni date dagli scopritori dell’anomalia. Come visto, questa poca informazione e’ in realta’ un strumento utilizzzato per tenere alta l’attenzione e per massimizzare i profitti economici dell’Ocean X Team. Al solito, mistero o no, l’importante e’ guadagnarci bene!

 

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Asteroidi: sappiamo difenderci?

10 Gen

Nei nostri articoli, molte volte ci siamo trovati a discutere di asteroidi che qualcuno voleva in rotta di collisione con la Terra. In particolare, abbiamo parlato di Toutatis, di 2012 DA14, dell’asteroide Nibiru, di Apophis:

Tutto liscio fino al 21/12?

2012 DA14: c.v.d.

E alla fine Nibiru e’ un asteroide!

Attenzione, tra poche ore passa Apophis!

Fino ad oggi, le presunte voci su un impatto con la Terra, si sono fortunatamente rivelate infondate.

Ma se un giorno o l’altro dovesse accadere questo?

Illustrazione di un impatto con un asteroide di grandi dimensioni

Illustrazione di un impatto con un asteroide di grandi dimensioni

In diversi articoli, ho gia’ espresso le mie considerazioni a riguardo. La nostra Terra e’ un solo una pallina nell’immenso universo in cui sfrecciano un numero enorme di “sassi” piu’ o meno grandi. E’ inutile nascondersi dietro un dito, esiste la probabilita’ che prima o poi uno di questi corpi ci colpisca in pieno. Per essere ancora piu’ realisti, il nostro pianeta e’ ricco di crateri lasciati dall’impatto con asteroidi piu’ o meno grandi. Un esempio molto famoso di queste “testimonianze” e’, ad esempio, il cratere Barringer in Arizona:

Il cratere Barringer in Arizona

Il cratere Barringer in Arizona

Per non passare per il catastrofista di turno, come piu’ volte detto, esistono diversi programmi di controllo creati per identificare e monitorare gli oggetti vicini alla Terra e potenzialmente pericolosi. Anche in questo blog, in piu’ occasioni abbiamo citato il programma NEO della NASA:

NASA NEO program

Solo per darvi qualche numero, da una stima della NASA, si pensa che ci siano circa 20000 asteroidi di diametro compreso tra 100 metri ed 1 Km, orbitanti intorno alla Terra. A questi dobbiamo poi sommare quelli di dimensioni superiori al Km, e dunque potenzialmente molto pericolosi, il cui numero sarebbe intorno al migliaio.

Ci tengo a ribadire il fatto che, come piu’ volte dichiarato e fatto vedere dai database, non esiste ad oggi la probabilita’ certa che uno degli oggetti conosciuti possa impattare il nostro pianeta nei prossimi anni.

Di cosa comporterebbe un impatto con un oggetto di grandi dimensioni, ne abbiamo parlato in dettaglio in questo post:

Effetti di un impatto con Nibiru

Come visto, il potenziale danno alla Terra, e agli esseri umani, e’ determinato di molti fattori tra i quali: la massa del proiettile, l’angolo di urto, la superficie su cui avverra’ la collisione, ecc. Nonostante questo, per potenziali asteroidi molto grandi, oltre il Km di raggio, un impatto sarebbe comunque catastrofico.

Ora, sappiamo che nonostante le tante voci catastrofiste, non ci sono asteroidi in rotta di collisione con la Terra. Abbiamo pero’ detto che non escludiamo che questo possa avvenire prima o poi. Dunque? Se un giorno venisse scoperto un proiettile di grandi dimensioni in rotta di collisione con la Terra, cosa potremmo fare? Metterci seduti e aspettare che arrivi o abbiamo delle idee per cercare di evitare lo scontro?

Lo scopo di questo articolo, e’ proprio quello di cercare di dare una risposta a domande di questo tipo. Ripeto, non voglio fare il catastrofista, ma siamo realisti e consapevoli che un potenziale pericolo potrebbe arrivare dallo spazio.

In realta’, non siamo solo noi a parlare di potenziale pericolo, ma molti governi, istituti di ricerca, agenzie e singoli ricercatori, condividendo queste considerazioni, hanno sviluppato diversi programmi di salvaguardia spaziale da utilizzare in caso di pericolo.

Cerchiamo di vedere quali sono queste potenziali idee, ma soprattutto l’applicabilita’ delle stesse.

Tutti voi ricorderete il famoso film Armageddon, in cui per poter distruggere un asteroide in rotta di collisione con la Terra, un team di esperti trivellatori petroliferi viene inviato sul luogo per trivellare e piazzare testate nucleari. Non pensate che questa idea sia del tutto strampalata, anche perche’ non e’ la scienza che ha copiato il cinema, bensi’ il contrario. A partire dagli anni ’80, si e’ cominciato a ragionare su questo problema e quella delle armi nucleari e’ stata una delle prime idee buttate giu’. In questo caso, l’idea e’ molto semplice, si lancia una testa di grandi dimensioni, o una serie di testate minori, che andrebbero ad esplodere sulla superficie dell’asteroide, al fine di vaporizzarlo. I punti deboli di questa tecnica sono in realta’ molti. Prima di tutto, per poter lanciare testate da Terra, il corpo deve gia’ essere molto vicino, secondo, un lancio di testate da Terra, presenterebbe “forse” qualche problema di sicurezza in caso di incidente nelle fasi di partenza del vettore. Il vantaggio maggiore di questo metodo e’ ovviamente quello di avere un riscontro diretto sullo scampato o meno pericolo. Detto in altri termini, se fate centro e distruggete l’asteroide sapete subito di essere salvi.

Idea alternativa a quella delle testate nucleari, e’ ovviamente quella di utilizzare missili non nucleari. In questo caso, si risolverebbero diversi problemi di sicurezza, ma non quello della piccola distanza di aggancio del bersaglio, che spaventerebbe molto in caso di fallimento della missione. Tenete anche conto del fatto che il potere distruttivo di una testata nucleare e’ quasi sicuramente piu’ grande di quello di un missile normale.

Questi metodi, come detto tra i primi ad essere pensati, sono detti ad “energia cinetica”, dal momento che sfruttano un trasferimento diretto di energia da un’esplosione all’asteroide.

Sulla falsa riga di questi metodi, vi e’ poi il progetto “Don Quijote” dell’ESA. In questo caso, l’idea di base e’ essenzialmente la stessa, ma cambiano le modalita’ di trasferimento dell’energia. In parole povere, in questa formulazione, un primo velivolo spaziale, chiamato “Sancho”, verrebbe inviato in direzione del corpo e messo in rotazione rispetto ad esso. Compito di Sancho sarebbe quello di monitorare per diversi mesi i parametri fisici e orbitali dell’asteroide al fine di avere un quadro molto preciso della dinamica del moto. Successivamente, un secondo velivolo, chiamato Hidalgo, verrebbe lanciato nello spazio in rotta di collisione con l’asteroide. Grazie ai parametri raccolti per mesi, l’urto dell’impattatore Hidalgo verrebbe calibrato per ottimizzare l’effetto dell’urto e riuscendo in questo modo a deviare l’oggetto fuori dalla linea di collisione con la Terra.

Pro e contro del progetto “Don Quijote”? Prima di tutto, servirebbero mesi per studiare l’asteroide e determinare i parametri dell’urto da utilizzare. Inoltre, il costo sia del progetto che di un eventuale lancio dei vettori, sarebbe enorme. Attualmente infatti, proprio per mancanza di fondi, gli unici studi di fattibilita’ del progetto sono su carta. Per chi volesse approfondire o verificare, vi riporto anche il link dell’ESA su Don Quijote:

ESA Don Quijote Project

Mettendo da parte la violenza di un urto, esistono anche molti altri metodi “soft” pensati per deviare un ipotetico asteroide in rotta di collisione.

Di questa tipologia, il piu’ studiato e’ certamente il metodo del “Trattore Gravitazionale”. Il nome e’ esattamente quello di un nostro precedente articolo:

Nibiru: la prova del trattore gravitazionale

in cui abbiamo analizzato l’ipotizzato aumento di asteroidi verso la Terra spinti gravitazionalmente da Nibiru all’interno del nostro Sistema Solare.

Come in questo caso, il principio di funzionamento e’ appunto basato sull’attrazione gravitazionale che si esercita tra due masse secondo la legge di Newton. Cosa significa? In questo metodo, un vettore spaziale di grandi dimensioni viene inviato nello spazio e posizionato in prossimita’ dell’asteroide. L’attrazione gravitazionale esercitata dalla sonda spinge verso di essa il corpo facendolo uscire dalla linea di collisione con la Terra.

Le obiezioni principali principali al trattore gravitazionale, arrivano ovviamente dai lunghissimi tempi necessari per ottenere una variazione significativa, dovuti alla piccola intensita’ della forza gravitazionale con le masse in gioco. Inoltre, come negli altri casi, il costo della missione sarebbe molto elevato e difficilmente sostenibile da una sola nazione.

Effetto simile a quello del trattore, ma in tempi piu’ rapidi, si potrebbe ottenere posizionando un vettore spaziale sulla superficie dell’asteroide e spingendolo utilizzando motori. Anche in questo caso il progetto avrebbe notevoli difficolta’ legate allo sbarco sulla superficie del corpo. Inoltre, il metodo non sarebbe applicabile qualora l’asteroide ruotasse su se stesso molto velocemente.

Il sistema della vela spaziale per deviare l'esteroide

Il sistema della vela spaziale per deviare l’esteroide

Un’ultima variazione possibile del trattore gravitazionale e’ stata invece proposta da due fisici spagnoli, che ipotizzano l’utilizzo di un fascio di ioni sparato da un vettore spaziale verso l’asteroide per deviarne la corsa. In questo caso, l’impulso del fascio agirebbe come una spinta continua e ridurrebbe molto il peso del vettore ipotizzato nella soluzione vista prima. Oltre al costo della missione, in questo caso ci si dovrebbe preoccupare anche di poter disporre di un fascio di ioni operante in continuo per lunghi periodi.

Una possibile soluzione diversa per vaporizzare l’asteroide e’ stata invece proposta dalla NASA pensando ad una vela spaziale da posizionare vicino al corpo. In questo caso, la vela servirebbe per convogliare la radiazione solare e collimarla sulla superficie dell’asteroide, causando la vaporizzazione totale o parziale del materiale che lo compone. Su questa ipotesi, esistono diversi studi a riguardo, fatti anche considerando le possibili variazioni dell’orbita apportate dall’emissione di protoni da parte dell’asteroide quando soggetto all’azione della radiazione solare.

Oltre a questi visti, esistono tantissimi altri potenziali metodi studiati per deviare un asteroide in rotta di collisione con la Terra: verniciatura dell’asteroide per aumentare l’effetto della radiazione solare, incartamento con fogli di alluminio, deviazione di un secondo asteroide piu’ piccolo da lanciare contro il primo, ecc.

Come abbiamo visto, non possiamo certo dire che le idee manchino su questo argomento o che la scienza non si stia preoccupando della cosa. Ognuna di queste ipotesi presenta pro e contro diversi legati al principio fisico da sfruttare. Sperimentalmente, fino ad oggi e’ stato impossibile fare test sul campo su piccoli asteroidi, visto anche il costo proibitivo di missioni di questo tipo. Piu’ volte, abbiamo richiamato anche l’aspetto economico dietro programmi di ricerca di questo tipo. Stiamo pur certi pero’ che, in caso di asteroide in rotta di collisione con la Terra, non sara’ certo il problema economico a fermare una possibile missione di salvezza.

Molti dei programmi visti, sono ancora in fase di studio e la ricerca continua a ritmi molto alti. Questo proprio perche’, come detto in precedenza, dobbiamo convivere con il fatto che esiste la probabilita’ che un oggetto piu’ o meno esteso, prima o poi, possa puntare dritto verso la Terra. L’importante e’ ovviamente non farsi trovare senza idee.

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

 

 

 

 

Il 2012 e la profezia Hopi

16 Dic

Prima di discutere l’argomento di questo post, vorrei fare una riflessione sul 2012 insieme a voi.

Di date previste per la fine del mondo, tutti noi ne abbiamo sentite tantissime. Anche i piu’ giovani, ricorderanno ad esempio quella del 1 gennaio 2000 e del “Millenium Bug”. Di esempi di questo tipo, ce ne sono quanti vogliamo. Wikipedia riporta un riassunto delle principali in questa pagina:

Wikipedia, date fine del mondo

Ora, in tutte queste occasioni, un singolo evento o un singolo profeta, parlava di fine del mondo per un qualche motivo.

Cosa cambia rispetto al 2012? Perche’ la data del 21/12 riscuote tanto successo?

Come detto tante volte anche in queste pagine, il 2012 appare diverso perche’ rappresenta la prima data per la fine del mondo nell’era del web 2.0. Rispetto al 2000, la rete internet e’ cresciuta esponenzialmente. Ormai, quasi chiunque dispone di una connessione veloce e utilizza internet come principale mezzo di informazione.

Cosa comporta questo? Semplicemente che le informazioni, vere o false che siano, viaggiano ad una velocita’ elevatissima rimbalzando da una parte all’altra del globo.

Quando scriviamo qualcosa in rete, dobbiamo essere consapevoli del fatto che da ogni parte del mondo quanto scritto puo’ essere letto. Su questo punto in particolare dovrebbero riflettere i tanti siti catastrofisti di cui parliamo tutti i giorni.

Tornando sul 2012, molti siti e forum fanno valere il principio della “confusione”.

Perche’ dunque il 2012 e’ diverso dalle altre date?

Semplicemente perche’ non c’e’ una singola profezia o un singolo evento atteso per il 21/12. Come abbiamo visto, ci sono decine di eventi attesi sugli argomenti piu’ disparati. La profezia principale e’ ovviamente quella della fine del lungo computo Maya, come visto in questi post:

2012? No, volevamo dire 2116 …

Scoperto in Guatemala il piu’ antico calendario Maya

Nuova conferma Maya al 2012

Nuovo ritrovamento conferma il 21 Dicembre

Perche’ il mondo dovrebbe finire?

ma, come si legge in rete, l’antico popolo sud Americano non sarebbe il solo ad aver parlato di 21 Dicembre 2012.

Di fronte a tutte queste profezie e a tutti questi eventi attesi, anche i piu’ scettici fanno una considerazione: “possibile che tutte le profezie siano false? Possibile che nessuno degli eventi profetizzati possa accadere?”

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Come abbiamo visto negli articoli pubblicati, nessuno di questi eventi accadra’ il 21 Dicembre. O meglio, nessun evento accadra’ perche’ e’ il 21 Dicembre. Come sappiamo bene, la scienza non e’ in grado di prevedere terremoti. Se il 21 Dicembre, speriamo di no, ma ci dovesse essere un terremoto in una qualche parte del mondo, non ci sara’ assolutamente perche’ e’ il 21 Dicembre 2012.

Fatta questa doverosa premessa, vorrei parlarvi ora di un’altra profezia sul 2012. Oltre ai Maya, come potete leggere in rete, sembra che anche gli indiani Hopi abbiamo previsto la fine del mondo per il 21 Dicembre. In particolare, quest’altra conferma alla famosa data, viene molto pubblicizzata in rete in questi ultimi giorni.

Gli Hopi sono una tribu’ di nativi americani dell’Arizona, antichi abitanti delle grandi pianure della costa orientale degli Stati Uniti. Stando a quanto riportato in rete, anche i documenti di questo popolo confermerebbero la data del 21 Dicembre, non come fine del mondo, bensi’ come momento di transizione al V mondo. Questo passaggio sarebbe caratterizzato da grandi sconvolgimenti a livello mondiale, che sarebbero pero’ la premessa per un lungo periodo di pace e di armonia con la nostra Terra.

Gli Hopi parlano di una serie di eventi che anticiperebbero il passaggio al V mondo. In particolare, si parla di una speciale canzone che verrebbe ascoltata durante la cerimonia del Wuwuchim, cioe’ durante le celebrazioni fatte per l’inizio del nuovo anno Hopi. Stando a quanto riportato dai racconti indiani, questa canzone sarebbe stata ascoltata prima dell’inizio sia della prima che della seconda guerra mondiale. Dal momento che siamo qui a scrivere, non credo sia necessario dimostrare che la fine del mondo non e’ arrivata.

Oltre a questo, gli Hopi parlano di altri eventi importanti che anticiperebbero l’ingresso al V mondo. La fine arrivera’ “quando la gente volera’ nei cieli cercando di raggiungere le stelle, quando il Sole verra’ oscurato e gli Hopi entreranno nella casa di Mica”. Cosa significa questo? Sempre secondo gli indiani, questi tre eventi si sarebbero gia’ manifestati. La gente che vola verso le stelle e’ vista come la conquista dello spazio, mentre l’oscuramento del Sole e l’ingresso nella casa di Mica sarebbero accaduti quando negli anni ’70 una delegazione di Hopi ha parlato al palazzo di vetro della Nazioni Unite riguardo all’avvelenamento del cielo per opera degli scarichi industriali.

Raffigurazione Hopi di Kachina Massau

Raffigurazione Hopi di Kachina Massau

Dunque, tutti questi eventi sarebbero accaduti, ma ne mancherebbe un altro ben piu’ importante: l’apparizione in cielo della stella “Blu Kachina”.

Secondo la legenda, quando in cielo apparira’ la stella blu, rappresentante Kachina Massau uno dei grandi maestri secondo gli Hopi, allora iniziera’ la transizione verso il quinto mondo.

Questa e’ la vera profezia degli Hopi. Vi dico questo perche’ in rete circolano diverse versioni che parlando di comparsa di animali deformi, bufali bianchi, ecc. Si tratta di interpretazioni distorte non facenti parte della cultura Hopi.

Ora, cosa possiamo dire su questa Blu Kachina?

Anche su questa apparizione ci sono diverse versioni. Per creare la connessione con il 2012, in rete si parla di questo corpo nuovamente come Nibiru. Secondo altri, la Blu Kachina sarebbe invece un asteroide di grandi dimensioni in rotta di collisione con la Terra. Di questi argomenti, abbiamo parlato diverse volte su questo blog, mostrando la totale infondatezza di ipotesi di questo tipo, soprattutto per il 2012.

Gia’ questo dovrebbe far capire che in realta’, la connessione tra la profezia Hopi e quella Maya e’ stata costruita mediaticamente e nulla ha a che fare con la storiografia di questi popoli.

Inoltre, gia’ in passato si sono proposte teorie sulla fine del mondo, parlando di Blu Kachina e della profezia Hopi.

Secondo alcuni, l’apparizione di questo corpo era rappresentato dal passaggio della cometa di Halley nel 1986 o di Hale-Bopp nel 1997. In particolare, su questo ultimo punto, vi riporto un articolo del tempo con la connessione alla profezia Hopi:

1997, Hale-Bopp e Blu Kachina

Come vedete, si tratta di teorie vecchie, gia’ piu’ volte annunciate e poi smentite. La cosa piu’ importante da capire e’ la totale estraneita’ tra la profezia Maya e quella Hopi.

Ora, dal momento che di Nibiru non si hanno tracce e che nessuna fine del mondo e’ arrivata dopo il passaggio di Halley e Hale-Bopp, pensate sia finita cosi’?

Assolutamente no. C’e’ gia’ chi parla di future evidenze per la Blu Kachina, ipotizzando nuove date per la fine del mondo. Secondo alcuni, la profezia Hopi verra’ realizzata nel Dicembre 2013 al passaggio della cometa Ison. Di questo corpo abbiamo parlato in questo post:

E se ci salvassimo?

Secondo altri invece Kachina sarebbe invece rappresentato dalla cometa Elenin, di cui abbiamo parlato qui:

Nibiru e’ monitorato dall’osservatorio di Arecibo?

In particolare, sulla Elenin, suggerirei ai tanti siti che ne parlano, di informarsi un po’ meglio. La Elenin e’ gia’ passata nel Settembre 2011 e si e’ schiantata sul Sole. Va bene essere catastrofisti, ma almeno informatevi!

Riassumendo, non c’e’ nessuna connessione tra la profezia Hopi e quella Maya. Come abbiamo visto, anche per quanto riguarda Blu Kachina, piu’ volte se ne e’ parlato in passato e gia’ se ne parla per il futuro. Preparatevi dunque per il 2013 al passaggio della Ison. Purtroppo ci sara’ sempre una profezia o una fine del mondo attesa per una qualsiasi data.

Per un’analisi scientifica delle profezie sul 2012, ma soprattutto per imparare a distinguere tra le tante notizie false che troviamo in rete, non perdete in libreria ”Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.