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L’esperimento di Ferlini e la barriera magnetica

4 Mag

Solo qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo specifico sul cosiddetto “effetto Hutchinson”:

Effetto Hutchinson: realta’ o bufala?

Come visto, i fenomeni descritti in questa esperienza, che spaziano dalla levitazione alla fusione di oggetti con rilascio di energia, sarebbero provocati dalla sovrapposizione di onde elettromagnetiche in zone precise dello spazio. Nel descrivere queste esperienze, abbiamo mostrato un notevole scetticismo dettato dalla particolarita’ dei fenomeni descritti ma, soprattutto, dal fatto che l’autore stesso di questi esperimenti abbia piu’ volte dichiarato di non essere piu’ in grado di ripetere tali effetti. Ci tengo a sottolineare che la mia posizione di scettico non e’ affatto per partito preso. Come sapete, e come detto molte volte, tutti dobbiamo essere aperti a fenomeni sconosciuti e anche apparentemente assurdi purche’, come la scienza insegna, questi possano essere ripetuti da chiunque, in qualsiasi parte sotto le condizioni descritte. Solo se questo avviene possiamo considerare il metodo scientifico soddisfatto e vedere a tali nuovi fenomeni con gli occhi della scienza.

Riprendo quanto detto in questo articolo, perche’ ora vorrei raccontarvi un altro presunto esperimento che solo qualche giorno fa e’ stato richiamato da alcuni siti complottisti, sempre con il solito scopo di denigrare la scienza ufficiale e tacciarla di non voler approfondire cio’ che e’ fuori dai suoi dettami. Parlaimo questa volta del cosiddetto esperimento di Ferlini sulla barriera magnetica.

Chi e’ costui? In cosa consiste l’esperimento?

Se provate ad informarvi in rete, troverete solo una moltitudine di articoli che riprendono pari pari quanto descritto da Ferlini in un libro da lui stesso pubblicato e intitolato appunto “La barriera Magnetica”. In questo libro Ferlini descrive una serie di esperimenti che avrebbe condotto, dapprima in solitudine e poi con un gruppo di collaboratori, studiando i campi magnetici.

Prima di raccontarvi gli esperimenti, e’ importante, come vedremo dopo, dire che Ferlini inizio’ la sua carriera studiando l’antico Egitto e la costruzione delle Piramidi. In particolare, cio’ che interessava Ferlini era la possibilita’ che strani fenomeni fisici potessero accadere dentro o in prossimita’ delle piramidi a causa di soluzioni appositamente inserite durante la costruzione di questi imponenti monumenti.

Premesso questo, Ferlini racconta che un giorno giocherellando con due calamite si accorse che avvicinando i poli opposti, poco prima che questi entrassero in contatto, la zona di spazio appariva leggermente offuscata come se qualcosa di particolare accadesse al volume d’aria tra i poli stessi. Incuriosito da questo fenomeno che non riusciva a spiegare, Ferlini decise di costruire un esperimento piu’ in grande in modo da accentuare l’effetto. L’esperienza da lui realizzata, e sempre raccontata nel suo libro, prevedeva la disposizione di 4 grandi magneti di diverse tonnellate disposti con i poli opposti vicini. Ecco uno schema dell’apparato:

Disposizione dei 4 magneti nell'esperimento di Ferlini

Disposizione dei 4 magneti nell’esperimento di Ferlini

Come vedete ci sono 4 magneti a ferro di cavallo disposti con i poli Nord-Sud alternati tra loro. Dalle prime osservazioni con i piccoli magneti, Ferlini racconta di aver osservato questa deformazione dello spazio solo poco prima che i poli entrassero in contatto a causa dell’attrazione magnetica. Per poter osservare questo effetto nell’esperimento piu’ grande, Ferlini monto’ le calamite su appositi sostegni che permettevano un movimento a passi molto sottili. In questo modo era possibile avvicinare molto lentamente i poli grazie a dei fermi studiati per opporsi all’attrazione.

Bene, cosa accadde con questo esperimento?

Leggendo sempre dal libro di Ferlini, quando i magneti arrivarono nel punto preciso in cui si innescava il fenomeno, accadde qualcosa di incredibile. Nella stanza si diffuse una nebbiolina azzurra con un odore acre. Da queste proprieta’ organolettiche, i presenti capirono che si trattava di ozono. Ma non accade solo questo, la zona di spazio compresa tra i magneti, che questa volta al contrario del primo caso era molto estesa, venne deformata da questo effetto sconosciuto mai osservato prima. Ferlini, che indossava una maschera antigas per non respirare l’ozono, incuriosito da questo fenomeno, si avvicino’ al contrario dei suoi collaboratori che rimasero a distanza di sicurezza. Quando si trovo’ in prossimita’ del punto, i collaboratori videro Ferlini scomparire dalla stanza. La nebbiolina presente inizio’ lentamente a diradarsi assumendo diversi colori e solo dopo che scomparve le persone presenti videro Ferlini riapparire sprovvisto della maschera che portava prima di avvicinarsi.

Dove era finito Ferlini?

Come raccontato nel suo libro, Ferlini si ritrovo’ in Egitto, ma non nel momento dell’esperimento bensi’ al tempo in cui le piramidi erano in costruzione. Vide gli schiavi che alzavano i grandi blocchi e le piramidi cosi’ come erano quando vennero realizzate. Perche’ proprio in quel preciso punto ed in quell’epoca? Ferlini penso’ che questo strano effetto, da subito ribattezzato “barriera magnetica”, fosse un portale creato dalla forza magnetica in grado di interagire con le onde cerebrali. Come anticipato, la carriera di Ferlini inizio’ con lo studio delle piramidi e quindi la barriera magnetica era in grado di interagire con gli impulsi creati dal cervello umano realizzando viaggi nel tempo in zone ed epoche dove il soggetto voleva, anche solo inconsciamente, viaggiare.

Bene, questo e’ l’esperimento di Ferlini e questa sarebbe la barriera magnetica che lui descrive nel suo libro.

Ora posso dire la mia? Premetto, come anticipato all’inizio dell’articolo, che non voglio essere scettico di principio ma analizzando quanto viene raccontato capite bene come una verifica di queste affermazioni sarebbe, ed e’, facilmente attuabille ma, soprattutto, facilmente smentibile. Ovviamente, sui soliti siti complottisti trovate scritto che mai nessuno ha mai voluto realizzare l’esperimento di Ferlini o anche che in realta’ e’ utilizzato normalmente in alcuni grandi centri di ricerca anche se alle persone comuni non ne viene data notizia.

Prima di tutto, vi ricordo che non stiamo parlando di esperimenti impossibili da realizzare ne che richiedono strumentazione particolare. Come detto, nella prima esperienza, Ferlini si sarebbe accorto di questo fenomeno semplicmente osservando due calamite che si attraevano. Avete mai visto due calamite? Ci avete mai giocherellato? Avete mai notato una distorsione dello spazio prima che queste si attacchino a causa della forza di attrazione? Ovviamente credo che la risposta a queste domande sia quanto meno scontata.

Vi faccio notare anche un altro particolare. Prendiamo un sito qualsiasi:

Sito vendita magneti

15 euro al pezzo, ne servono 4, quattro viti senza fine per realizzare un movimento a piccoli passi, qualche bullone di supporto, con meno di 100 euro avete realizzato l’esperimento di Ferlini. Non avrete magneti da tonnellate per poter fare un viaggio nel tempo, ma sicuramente dovreste essere in grado di osservare una bella distorsione dello spazio e, se siete fortunati, anche una bella nebbiolina di ozono nella stanza. Cercando informazioni sulla rete, ho trovato diversi forum in cui gruppi di persone, anche se sconsigliate da altre, si sono dichiarate pronte a mettere in piedi l’esperimento per dimostrarne la corretteza. La cosa simpatica e’ che dopo una lunga discussione “lo faccio”, “non lo fare perdi tempo”, “no lo faccio, chi mi aiuta?”, ecc., nessuno, e dico nessuno, ha il coraggio di tornare e dire che il suo esperimento e’ stato un flop. Nonostante questo, di tanto in tanto, qualche simpatico sito ritira fuori questa storia come se fosse una novita’ assoluta. Che ci volete fare, in tempo di magra di catastrofi e complotti, ogni cosa e’ buona per cercare di accaparrarsi qualche visita sul sito.

Giusto per concludere, e per togliere ogni dubbio, il magnetismo e’ noto da tantissimo tempo. Gia’ ai tempi del greco Talete, che descrive il fenomeno, era noto che un materiale, la magnetite, era in grado di attirare limatura di ferro. Oggi, possiamo disporre di campi magnetici molto elevati per applicazioni di ricerca. Per farvi qualche esempio, il campo magnetico all’interno dell’esperimento ATLAS del CERN, si proprio quello della scoperta dell’Higgs insieme a CMS, e che viene utilizzato per curvare le particelle cariche, ha un’intensita’ di 2 Tesla, cioe’ circa 100000 volte il campo magnetico terrestre. Pensate sia tanto? Ci sono laboratori al mondo che si occupano proprio di studiare i campi magnetici cercando, per ricerca e applicazioni, di trovare materiali nuovi da poter essere utilizzati per creare campi magnetici sempre piu’ intensi. Un esempio? Nel “High Field Magnet Laboratory” in Olanda, si e’ raggiunto il valore di 38 Tesla con un sistema “economico” da soli 1.5 milioni di dollari. Questo pero’ non e’ ancora il record assoluto, anche se il laboratorio detiene il record come rapporto intensita’/prezzo, dal momento che il guiness dei primati per il campo magnetico piu’ intenso e’ del Magnet Lab della California:

Magnet Lab

dove si e’ raggiunto il valore di 45 Tesla con un sistema molto complesso da ben 15 milioni di dollari.

Ora, ragioniamo insieme, secondo voi se esistesse questo effetto “barriera magnetica” dovuto all’attrazione dei poli, nessun altro se ne sarebbe accorto, magari con un sistema in grado di generare un campo ben piu’ intenso rispetto a quello di una semplice calamita a ferro di cavallo?

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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EQL: le luci prima del sisma

4 Gen

Nella sezione appositamente creata:

Hai domande o dubbi?

un nostro carissimo lettore ci ha segnalato un articolo comparso sui giornali a diffusione nazionale riguardante i terremoti ed, in particolare, alcuni segnali che potrebbero essere identificati come precursori di un sisma.

Di cosa stiamo parlando?

Come potete leggere nel commento iniziale, l’articolo in questione si riferisce alle cosiddette EQL, acronimo che sta per Earthquake Lights, cioe’ “luci del terremoto”. Con questo termine is intendono particolari fenomeni luminosi che possono avvenire in concomitanza, o anche diverso tempo prima, un sisma di elevata inensita’. Dal momento che un’immagine vale sicuramente piu’ di tante parole, gli EQL sono fenomeni di questo tipo:

Earthquake Light

Earthquake Light

Come vedete, si tratta di un effetto luminoso che compare come un flash di luce che puo’ durare anche diversi minuti, con colorazioni bianche o che possono comprendere anche piu’ colori dello spettro. La loro posizione non e’ sempre definita ma puo’ andare da altezze elevate fino a pochi centimetri da terra.

L’articolo segnalato afferma che finalmente i ricercatori hanno trovato la reale spiegazione di questi fenomeni sulla cui origine c’era molta confusione e diverse teorie citate. Purtroppo, l’articolo non si limita a dire questo, ma si lancia in supposizioni che lasciano un attimo interdetti. Qualora non lo aveste ancora fatto, vi invito a leggere l’articolo in questione:

Articolo EQL

Non solo si parla di EQL e di questa spiegazione finalmente arrivata, ma si afferma che questi sono senza dubbio dei segnali precursori dei sismi e, soprattutto, conclude con una affermazione alquanto discutibile su un prossimo terremoto catastrofico che avverra’ in Cina in una regione compresa in una striscia di soli 60 Km.

Purtroppo, come sappiamo bene, molto spesso alcuni giornalisti, e non mi riferisco solo al firmatario di quello segnalato visto che le stesse informazioni, piu’ o meno romanzate, le trovate anche su altri giornali, si lasciano prendere un po’ troppo la mano, non rendendosi conto di quello che affermano e soprattutto del panico che articoli di questo tipo possono portare nella popolazione.

Cerchiamo di andare con ordine, capendo prima di tutto cosa si e’ scoperto riguardo alle EQL. Senza dover inventare nulla, possiamo dare il link all’abstract e al riassunto del famoso articolo citato dai giornali:

Abstract

Supplemento all’articolo

Purtroppo, non possiamo dare link all’articolo completo dal momento che e’ pubblicato su una rivista a pagamento.

Prima di tutto, come potete leggere autonomamente, nell’articolo viene fatto uno studio approfondito su alcuni terremoti specifici che si sono avuti nel corso degli anni e su cui ci sono testimonianze di EQL osservate in concomitanza con il sisma principale. Cosa si ottiene da questa analisi? Il fenomeno delle luci sismiche non avviene assolutamente per tutti i sismi, ma solo per alcuni casi specifici in cui si ha un terremoto originato da faglie subverticali con angoli intorno ai 30-35 gradi. Come sappiamo bene, i terremoti sono dovuti al movimento della faglia, movimento che non e’ sempre identico a se stesso ma puo’ avvenire lungo piani ed in direzioni diverse. Bene, per alcuni casi specifici, come quelli descritti, si sono registrati, ma solo in alcuni casi, i fenomeni delle EQL.

Ragionate su questo punto. Il fenomeno e’ stato osservato solo per alcuni terremoti che avvengono con dinamiche particolari. Bene, cosa vi fa capire questo? Semplice, le EQL, allo stato attuale, non possono essere considerate un precursore sismico per ovvi motivi. Prima di tutto, non avvengono per qualsiasi terremoto, non avvengono sempre per un determinato terremoto e, inoltre, ci sono casi in cui sono state osservate anche senza un terremoto di grande intensita’.

Di cosa stiamo parlando? Ovviamente di un fenomeno fisico molto interessante che merita e deve essere studiato. Parlare pero’ di precursore sismico in questo caso e’ fare puramente terrorismo psicologico nelle persone.

A questo punto, cerchiamo anche di rispondere alla domanda iniziale fatta sull’articolo: perche’ avvengono questi fenomeni? L’ipotesi fatta nell’articolo e’ che durante il terremoto, il movimento del terreno negli strati intorno all’epicentro liberi elettroni o altri portatori di carica. Ora, queste cariche possono venire accelerate dalle onde sismiche, che sono ovviamente onde meccaniche, e, sfruttando anche aperture, arrivare in movimento verso la superficie. Nell’articolo si parla infatti di correnti, cioe’ di cariche elettriche in movimento. Arrivate in superficie, queste correnti possono in alcuni casi ionizzare le molecole d’aria che a loro volta si diseccitano emettendo fotoni nel visibile. Lunghezze d’onda diverse per la diseccitazione danno luogo a colorazioni diverse delle EQL. Se si hanno strati separati energeticamente, si possono avere fenomeni con colori simili a quelli dell’arcobaleno. Al contrario, se le eccitazioni, o meglio le conseguenti diseccitazioni, avvengono casualmente, si possono avere EQL biancastre in cui si ha una sovrapposizione di colori.

Questa e’ la spiegazione univoca del fenomeno?

Anche qui, l’articolo fa un passo un po’ troppo lungo. Questa fatta e’ ancora un’ipotesi per la spiegazione delle EQL. Ipotesi ovviamente non campata in aria ma frutto dello studio dei sismi fatto nell’articolo. Analogamente, esistono teorie parallele per spiegare le luci simiche. In particolare, un’altra ipotesi prende origine considerando la piezoelettricita’ dovuta alla rottura di rocce contenenti quarzo. In soldoni, si tratta sicuramente di un fenomeno di natura elettrica. Come queste correnti, ripeto cariche in movimento, vengono create non e’ ancora del tutto chiaro.

Concludendo, cercando di fare luce nella confusione creata, le EQL sono fenomeni osservati e costantemente studiati dai sismologi. L’ultimo lavoro pubblicato fa uno studio di terremoti passati osservando come questo fenomeno sia maggiormente possibile in determinati sismi. Ad oggi, non esiste ancora una spiegazione univoca sull’origine delle correnti di ionizzazione, ma diverse ipotesi tutte ugualmente possibili. Sicuramente, studiare fenomeni di questo tipo consente di avere un quadro molto piu’ chiaro sull’origine dei sismi e puo’ aiutare a capire se esiste un set di fenomeni che, magari correlati tra loro, possono portare a formulare algoritmi predittivi certi in grado di poterci permettere in futuro di predirre terremoti.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Un arcobaleno di notte?

22 Giu

Da sempre, gli arcobaleni rappresentano uno dei principali spettacoli naturali che di sovente appaiono nei nostri cieli. Ognuno di noi, rimane sempre incantato ad ammirare questo fenomeno. Come sappiamo, la spiegazione scientifica degli arcobaleni e’ semplicemente data dal fenomeno della dispersione cromatica, cioe’ dalla luce che, attraversando le gocce d’acqua rimaste nel cielo a seguito di un temporale, viene separata nelle sue componenti, cioe’ nei diversi colori.

Oltre al classico arcobaleno, in alcuni casi piu’ rari, possono essere visibili anche eventi doppi o tripli. Quello che pero’ molti ignorano e’ che un arcobaleno puo’ in casi ancora piu’ rari, essere visibile di notte. Proprio per questo motivo, credo sia interessante parlare di questi fenomeni poco noti ma sicuramente affacinanti.

Senza inutili giri di parole, vi mostro una foto del fenomeno di cui vogliamo parlare:

Esempio di moonbow, un arcobaleno notturno

Esempio di moonbow, un arcobaleno notturno

Come vedete dalla foto, si tratta proprio di un arcobaleno fotografato durante le ore notturne. Spesso, questi fenomeni appaiono come dei poco brillanti archi bianchi.

Come e’ possibile un fenomeno del genere?

Come forse starete pensando, la causa degli arcobaleni notturni e’ senza dubbio la nostra luna. Proprio per questo motivo, in ingelse, mentre un arcobaleno e’ detto “rainbow”, l’arcobaleno notturno e’ anche chiamata “Moonbow”.

Come avviene il fenomeno?

La spiegazione ottica e’ esattamente la stessa del classico arcobaleno, con l’unica variante della sorgente di luce che crea il fenomeno. Come sappiamo bene, durante la notte la Luna appare brillante a causa della luce riflessa dal nostro satellite proveniente dal Sole.

Se il meccanismo e’ lo stesso, perche’ spesso questi archi appaiono bianchi?

Anche la risposta a questa domanda e’ facilmente comprensibile. Dal momento che l’intensita’ di luce riflessa dalla luna e’ sicuramente inferiore a quella diretta del Sole, i moonbow appaiono molto meno intensi. In questo caso, la debole luce non e’ sufficiente ad attivare le cellule cono del colore degli occhi umani.

Data la lieve intensita’ del fenomeno, l’arcobaleno notturno e’ visibile solo in condizioni molto particolari. Prima di tutto, l’arco e’ visibile in direzione opposta a quella della Luna. Inoltre, la Luna deve essere piu’ bassa di 42 gradi all’orizzonte per offrire la massima luminosita’, oltre, ovviamente, ad essere piena o quasi. Nonostante queste condizioni, non e’ assolutamente certo poter osservare un moonbow perche’, come anticipato, l’intensita’ e’ talmente debole da rendere il fenomeno molto raro.

Fate attenzione, spesso il moonbow viene confuso con il fenomeno dell’alone, cioe’ con quel cerchio colorato che con piu’ frequenza si forma intorno alla Luna. Come visto in questo articolo riguardante il Sole:

E adesso abbiamo i “cani solari”

questo fenomeno e’ semplicemente dovuto ai piccoli cristalli di ghiaccio residuo di un cirro che possono offrire una superficie di dispersione per la luce riflessa dal nostro satellite.

Con molta piu’ frequenza e’ invece possibile osservare uno “Spray Moonbow”. In questo caso, le gocce d’acqua per la dispersione della luce, non sono quelle residuo di un temporale, bensi’ quelle di una cascata. Come e’ noto, in prossimita’ di una cascata, l’aria intorno e’ completamente riempita di minuscole goccioline d’acqua. Queste possono, nelle condizioni viste sopra, permettere la dispersione cromatica della luce e formare un moonbow. Ecco una foto di uno spray moonbow:

Spray Moonbow formato dall'acqua di una cascata

Spray Moonbow formato dall’acqua di una cascata

Fenomeni del genre sono, ad esempio, abbastanza visibili nei parchi naturali dove si trovano cascate, grazie anche al minore inquinamento luminoso dato dalle luci artificiali.

Concludendo, il fenomeno dei Moonbow avviene esattamente come negli arcobaleni, l’unica variante e’ che la sorgente di luce e’ offerta dai raggi riflessi dalla Luna. Data la debole intensita’, il fenomeno e’ molto raro e spesso appare come un arco bianco non colorato. Anche in questo caso, possiamo dire che la natura e’ in grado di offrirci spettacoli davvero senza eguali.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Lens Flare e avvistamenti UFO

29 Set

Su questo blog, molto spesso abbiamo parlato di UFO e di avvistamenti. Vi ricordo che su “Psicosi 2012. Le risposte della scienza” viene affrontato, anche in questo caso scientificamente, l’argomento alieni ragionando proprio sulla probabilita’ che queste forme di vita possano esistere ed, eventualmente, entrare in contatto con noi.

Riguardo agli avvistamenti, molti di questi, anche documentati con prove video o fotografiche, possono essere smascherati facilmente riconducendoli a lanterne cinesi, bolidi e fulmini globulari:

4 Agosto? Avete capito male!

Palla di fuoco nei cieli del Sud Italia

Misteriose sfere di luce

Analogamente a questi gia’ visti, vi sono poi tutta una serie di avvistamenti che possono essere ricondotti al fenomeno dei “Lens Flare” di cui vorremmo parlare adesso.

I Lens flare sono molto noti a tutti quelli che sono appassionati di fotografie, ma ognuno di noi, almeno qualche volta, li ha osservati. Questo effetto altro non e’ che un disturbo dell’immagine dovuto a fenomeni di rifrazione e diffrazione della luce causati da fonti luminose anche esterne al campo visivo.

Apparentemente puo’ sembrare un fenomeno difficile dal punto di vista tecnico, ma per comprenderlo basta ricorrere ad alcuni esempi semplici.

Prima di tutto, vediamo una foto affetta da questo fenomeno:

Immagine affetta da lens flare

Come vedete nella parte in basso dell’immagine e’ presente una riga composta da esagoni e altre figure geometriche. Ovviamente nella realta’ questa riga non esiste, ma e’ dovuta proprio ad un difetto di costruzione dell’immagine.

Molto spesso i lens flare appaiono quando si tenta di scattare una foto osservando direttamente il Sole o una forte sorgente luminosa. L’origine puo’ essere ricondotta a due casi particolari:

– Lente sporca

– Forte sorgente luminosa.

Per quanto riguarda la sporcizia della lente, in questo caso si osserva una diffrazione della luce sulla lente che scompone lo spettro luminoso. In questo caso, troverete sull’immagine delle zone in cui compaiono i colori dell’iride come nell’arcobaleno. Nella diffrazione infatti, lo spettro luminoso, composto da diverse lunghezze d’onda, viene scomposto nei diversi colori. In questo caso, il problema puo’ ovviamente essere risolto pulendo gli elementi ottici della fotocamera.

Nel caso invece di flare dovuti a sorgenti di luce intense o esterne al campo, la comparsa del fenomeno dipende solo dalla bravura del fotografo. In alcuni casi, questi fenomeni possono dare degli effetti anche molto belli.

Sorgente luminosa esterna al campo

Tecnicamente, nel caso di luce intensa, l’immagine viene elaborata in modo sbagliato dal sensore della fotocamera, mentre nel caso di sorgenti luminose esterne al campo visivo, si creano delle componenti angolate nel sensore che provocano i flare.

Come si vede dallo schema riportato, la luce esterna al campo entra nell’obiettivo e viene rifratta con un angolo diverso rispetto a quella dell’immagine che stiamo riprendendo.

In questo caso, come detto in precedenza, evitare i lens flare dipende solo dall’esperienza e dalla bravura di chi scatta la foto. Per come avvengono, i flare sono piu’ probabili utilizzando elementi ottici come zoom e grandangoli. Questo a causa dal numero maggiore di elementi ottici e del cammino maggiore prima di raggiungere la CCD, cioe’ il sensore, della fotocamera.

Abbiamo parlato di questo fenomeno perche’, come anticipato, molti degli avvistamenti UFO che trovate documentati in rete, possono essere ricondotti alla formazione di lens flare. Lo stesso fenomeno e’ anche la spiegazione alle molte foto con presenze misteriose attribuite a fantasmi o manifestazioni inspiegabili. Un esempio di questo e’ visibile in questa foto scattata nella chiesa del Sacro Sepolcro di Gerusalemme:

Lens Flare nel Sacro Sepolcro di Gerusalemme. Fonte:Wikipedia

Tornando agli avvistamenti UFO, analizziamo direttamente un’immagine che testimonia un avvistamento:

Foto di un presunto avvistamento UFO

Come vedete, in cielo ci sono una serie di puntini luminosi che possono far pensare ad una flottiglia extraterrestre in volo sulla citta’.

In realta’, questo e’ un chiaro esempio di Lens Flare dovuto alle sorgenti luminose presenti nel campo visivo. Inoltre, dal momento che le sorgenti di disturbo sono tutte nell’area dell’immagine, possiamo proprio identificare ciascun UFO con la propria sorgente:

Lens Flare all’origine dell’avvistamento

Quello riportato e’ un chiaro esempio di falso avvistamento UFO riconducibile al fenomeno dei Lens Flare.

Come visto qui e in altri articoli, molte delle foto o delle testimonianze di avvistamenti che trovate, soprattutto in rete, possono essere spiegati facilmente riconducendoli a fenomeni noti.

Purtroppo, la nostra distrazione nell’osservare qualsiasi fenomeno puo’ spingerci a credere a teorie poco scientifiche o ad origini non note di tali eventi. Ragionare sulla documentazione, confrontare fonti e fare ricerche autonome e’ l’unico modo per trovare la vera spiegazione di fenomeni apparentemente inspiegabili. Per sapere il punto di vista della scienza sull’esistenza di forme di vita extraterrestri e per affrontare definitivamente le profezie fatte sul 2012, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.

 

 

Nuvole Sismiche

29 Lug

In diversi post abbiamo parlato della possibilita’ o meno di prevedere per tempo i terremoti:

Emilia 13-16 Luglio: un po’ di statistica

Riassunto sui Terremoti

Innalzamento dei pozzi in Emilia prima del sisma

Purtroppo, come detto, alla stato attuale non esiste un metodo scientificamente provato per prevedere intensita’ ed epicentro di un terremoto. Gli unici studi che ci possono dare un’indicazione del rischio sismico sono basati su metodi statistici, fatti prendendo in considerazione studi geologici dei terreni e storia sismica della zona.

Vogliamo tornare su questo argomento, per parlare dei cosidetti “precursori sismici”. Con questo termine si indicano tutti quegli eventi che, in teoria, potrebbero accadere “prima” del terremoto e dare in questo modo un’indicazione precisa dell’imminente scossa. In questo blog abbiamo gia’ visto alcuni eventi considerati da alcuni come precursori dei terremoti: vulcanelli, innalzamento del livello di falda, ecc. Come spiegato pero’, questi non sono dei precursori del sisma, bensi’ delle conseguenze dello stesso.

A livello scientifico, c’e’ invece una discussione in corso su alcuni fenomeni di natura elettromagnetica e meteorologica che potrebbero indicare l’imminenza di un forte terremoto. Cercando sulla rete, potete trovare decine di siti che parlano di: lampi globulari, colonne di fuoco che vengono sprogionate dalla Terra, globi di luce orbitanti a bassa quota, ecc. Al solito, su queste discussioni, verita’ scientifiche e leggende si mescolano insieme creando un “effetto confusione” in cui e’ difficile distinguere cosa c’e’ di giusto dalle bufale.

Prima di parlare di precursori sismici, permettiamoci una riflessione. Individuare un evento caratteristico antecedente al terremoto non e’ facile. La maggior parte di questi fenomeni avvengono in tempi brevissimi e in zone estremamente limitate. Per questo motivo, spesso ci si deve affidare alle testimonianze dirette delle persone piuttosto che a dati scientifici. Come potete ben immaginare, distinguere testimonianze veritiere da racconti non e’ sempre facile. Inoltre, prima di annunciare un sisma di forte intensita’, bisogna averne la certezza assoluta. Immaginate uno scenario del genere: viene fatto l’annuncio che nel giro di 15 minuti ci sara’ un forte terremoto in una grande citta’ come Roma, Napoli o Milano. Provate ad immaginare il caos creato da questa affermazione. Si rischia di avere piu’ morti nell’evacuazione di emergenza che a causa del terremoto. E se poi la notizia si rivelasse infondata? E se invece avessimo sbagliato l’epicentro e questo fosse, ad esempio, a 50 Km di distanza dove non abbiamo fatto evacuare?

Ovviamente non sto nascondendo nessuna informazione vitale alla popolazione. Questo ragionamento ci fa solo capire che prima di poter annunciare un evento del genere si deve avere la certezza assoluta di quello che stiamo facendo.

Tornando ai precursori sismici, come detto in precedenza, gli studi principali sono legati ai cambiamenti elettromagnetici del terreno e a fenomeni ad essi legati. Come sappiamo i terremoti sono causati dai movimenti della crosta terrestre. Il lento movimento delle placche crea un accumulo di energia nelle linee di faglia, energia che ad un certo punto viene rilasciata generando i sismi. La compressione di alcune rocce, come ad esempio il quarzo, puo’ provocare fenomeni di piezoelettricita’, come avviene negli accendini per fare la scintilla. Inoltre, lo spostamento di rocce puo’ modificare o creare alcuni segnali elettromagnetici del terreno, provocando disturbi nelle telecomunicazioni o localmente al campo magnetico.

Questi fenomeni sono attualmente sotto studio da parte della comunita’ scientifica. Dal punto di vista tecnico, la difficolta’ principale di queste ricerche sta proprio nella non ripetibilita’ degli eventi. Inoltre, stiamo parlando di fenomeni non facilmente visualizzabili a meno di avere sotto mano una strumentazione per rivelarli.

Diverso e’ il caso delle cosidette “nubi sismiche”, cioe’ la formazione di particolari nuvole che indicherebbero l’insorgere di un forte terremoto. La teoria alla base di questi fenomeni e’ molto semplice: il vapore acqueo sotterraneo, sottoposto alle alte pressioni dovute alle placche in collisione, riesce ad arrivare in superificie in diversi punti. Fuoriuscito dal terreno, il vapore sale verso l’alto fino ad incontrare masse d’aria piu’ fredda che lo fanno condensare creando formazioni nuvolose. Secondo queste teorie, non solo la creazione di queste nubi indicherebbe il prossimo sisma, ma la struttura e la grandezza della nuvola darebbe indicazioni sull’epicentro e sull’intensita’ dell’imminente scossa.

Come visto, il meccanismo alla base e’ relativamente semplice ma, come sempre, cercando su web trovate indicazioni completamente diverse e fantasiose sulle nuvole che si formerebbero, si parla indistintamente di nuvole irridescenti, cirri trafilati, nubi bucate, ecc. Anche in questo caso siamo in presenza di ipotesi fantasiose.

Rivediamo il meccanismo di formazione che abbiamo presentato. Se la nuvola e’ creata dalla condensazione del vapore acqueo proveniente dal sottosuolo, ci saranno molecole d’acqua in sospensione nella struttura. Questo ci fa pensare ad eventuali fenomeni luminescenti come nel caso degli arcobaleni.

Un fenomeno del genere e’ stato ad esempio osservato in Cina prima del terremoto che ha colpito la regione di Sichuan. Alcuni testimoni hanno fotografato delle strane nuvole comparse qualche minuto prima del sisma:

La nuvola osservata a Sichuan in Cina prima del sisma

Da quanto detto, il meccanismo proposto e’ verosimile. L’effetto e’ la formazione di nubi con fenomeni di luminescenza. Come potete pero’ immaginare, questi fenomeni durano pochissimo tempo e non sono facilmente misurabili mediante strumenti. Inoltre, la loro osservazione dipende dalla posizione dell’osservatore e da quella dei raggi luminosi che devono essere scomposti per creare l’effetto arcobaleno.

In questo blog, abbiamo gia’ parlato di strane formazioni nuvolose apparse in diverse parti del mondo:

Una nuvola che fa pensare alla fine del mondo

Altra strana nube, questa volta in Giappone

Altra strana nube a Tulsa

ma in nessuno di questi casi si sono avuti fenomeni sismici. Come abbiamo visto, formazioni di questo tipo sono descritte e conosciute in meteorologia e la loro creazione non presenta nessuna unicita’ particolare.

Qualcuno potrebbe pero’ osservare che queste formazioni sono diverse da quelle di Sichuan e facilmente distinguibili. Questo e’ vero, ma, come forse ricorderete, in un altro post abbiamo descritto una nuvola simile a quella cinese:

Strano arcobaleno a Conca della Campania

In questo caso abbiamo visto come il fenomeno fosse riconducibile alle note “Nubi arcobaleno”, la cui formazione e’ studiata e capita in meteorologia. Nel caso campano, la nuvola e’ davvero simile a quella cinese, ma non e’ avvenuto nessun terremoto dopo la sua formazione. Questo significa che non esiste una correlazione esclusiva tra la formazione di nuvole arcobaleno e i terremoti.

Prima di concludere, vorrei ragionare anche su un ultimo punto. Per come avviene, la fuoriuscita di vapore ad alta pressione, non e’ sempre possibile. Come sappiamo l’epicentro dei terremoti puo’ essere supericiale ma anche a diversi kilometri di profondita’. In questi ultimi casi, non ‘e detto che il vapore possa arrivare fino in superificie. E se l’epicentro fosse in mare? In questo caso non avremmo assolutamente formazione di nuvole.

Queste considerazioni, ci mostrano la complessita’ di queste ricerche. Ovviamente sono in corso diversi programmi per lo studio dei precursori sismici. Ad oggi, non siamo ancora in grado di isolare e identificare un chiaro evento che possa allarmarci dell’imminente terremoto. E’ anche sbagliato considerare queste come “ricerche di frontiera”, come vengono descritte su alcuni siti. Il termine  di per se non e’ corretto. Tutte le ricerche scientifiche sono di frontiera, se si sapesse gia’ il risultato a cui si deve arrivare, non si tratterebbe di una ricerca scientifica.

Concludendo, ad oggi non conosciamo con certezza dei precursori sismici per la previsione di questi eventi. Tantissime ricerche sono in corso e forse un giorno potrebbero arrivare a dei risultati in gado di salvare tantissime vite umane. Tutte le strade sono aperte e vengono percorse senza nessun preconcetto e senza tener nascosto nessun risultato.

Distinguere tra verita’ e fantasia in discorsi di questo tipo non e’ mai semplice. Tante voci vengono mescolate con l’unico scopo di aumentare la confusione o creare psicosi colletive sulla fine del mondo. Per fare chiarezza su questi concetti, sempre attuali ed interessanti, non perdete in libreria Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

 

 

Strano arcobaleno a Conca della Campania

13 Lug

Qualche tempo fa, abbiamo parlato di una particolare nube che si era formata sui cieli del Giappone:

Altra strana nube, questa volta in Giappone

La strana forma, che assomiglia molto ad un disco volante, aveva suscitato la curiosita’ di molte persone, mentre altri ne avevano subito approfittato per parlare di presagio della fine del mondo. Come abbiamo visto nel post riportato, in questo caso eravamo di fronte ad un fenomeno conosciuto in meterologia, e noto come “nuvole lenticolari”.

Andando ancora indietro nel tempo, un altro fenomeno particolare era avvenuto in Malesia:

Una nuvola che fa pensare alla fine del mondo

Anche in questo caso, si trattava di un fenomeno raro, ma conosciuto, e molto spettacolare, quello delle “nuvole ad arco”.

Abbiamo riportato questi due post perche’ negli ultimi giorni si e’ parlato molto di un nuovo fenomeno, osservato in questo caso in Italia, e precisamente a Conca della Campania il 4 Luglio 2012.

Prima di tutto, riportiamo la foto dell’evento:

La foto del fenomeno osservato a Conca della Campania

In questo caso siamo in presenza di un fenomeno diverso da quelli gia’ trattati, e anche questa volta molto ad effetto.

Come vedete dalla foto, nel cieli del casertano e’ stato possibile osservare una sorta di arcobaleno, ma di forma estremamente diversa da quella a cui siamo abituati.

Sappiamo che gli arcobaleni vengono formati dalla diffrazione e rifrazione della luce solare attraverso le gocce d’acqua in sospensione. Queste possono essere presenti subito dopo un temporale o anche, ad esempio, in prossimita’ di una fontana. A causa della rifrazione della luce, gli arcobaleni hanno la caratteristica forma ad arco, con colori che vanno dal rosso (vicino infrarosso) al viola (vicino ultravioletto). I diversi colori corrispondono dunque alle diverse lunghezze d’onda della luce che compone lo spettro solare.

Come abbiamo visto dalla foto, l’arcobaleno casertano ha una forma del tutto particolare. Secondo alcuni, questo fenomeno potrebbe essere stato creato da presenza di inquinanti nell’atmosfera, a variazioni del campo magnetico terrestre, alla presenza di dischi volanti nei cieli oppure potrebbe essere un chiaro segnale dell’imminente fine del mondo.

Come siamo ormai abituati, in presenza di fenomeni non convenzionali, si fa molto presto a sparare le cause piu’ disparate, senza mai chiedersi se la scienza abbia gia’ una risposta.

In questo caso, la chiave di lettura della foto e’ proprio la nuvola che vedete alla sinistra dell’arcobaleno, non il fronte esteso, bensi’ quella che si intravede proprio in prossimita’ della luce.

In questo caso siamo in presenza delle cosidette “nuvole arcobaleno”. Questo fenomeno, per quanto raro, e’ conosciuto e documentato. Le nuvole arcobaleno si formano quando le gocce d’acqua che compongono la nuvola sono tutte di dimensioni comparabili tra loro. In questo caso, la luce incidente dal sole viene riflessa all’interno della nuvola e puo’ creare una diffrazione cromatica, cioe’ una separazione visibile dei colori che compongono la luce, appunto un arcobaleno. I colori che si vedono, possono avere luminosita’ e larghezze diverse tra loro, a causa della differenza di spessore della nube lungo la sua superficie.

Per come avviene il fenomeno, capiamo subito che la posizione stessa del Sole rispetto alla nube gioca un ruolo fondamentale. Il fenomeno e’ appunto molto raro, in primis per il fatto di avere gocce di dimensione simile tra loro (altrimenti la diffrazione non sarebbe ordinata e i colori si rimescolerebbero), e poi perche’ il fenomeno puo’ formarsi e scomparire velocemente a causa del moto della nube che cambia la sua posizione rispetto al Sole.

Come sempre, a riprova di quanto affermato, vi riportiamo un ulteriore foto di un fenomeno simile:

Una nuvola arcobaleno formata in Colorando nel 2007.

Questa nuvola arcobaleno si e’ formata in Colorado nel 2007. Come vedete la struttura e’ molto simile, e in questo ultimo caso l’effetto e’ ancora piu’ spettacolare di quello di Conca della Campania.

Come dimostrato, per quanto spettacolare e raro, questo fenomeno e’ del tutto compreso e conosciuto in meterologia. Nessun strano segno divino si nasconde dunque dietro l’arcobaleno osservato nel casertano.

Come spesso abbiamo visto in questo blog, la mancanza di conoscenza di fenomeni specifici, ci spinge a credere a chi vuole inflazionare un fenomeno facendoci credere cose non vere. L’unico modo per districarsi in questo dedalo di informazioni, e’ quello di studiare e comprendere i fenomeni. La scienza gioca un ruolo fondamentale in tutto questo. Non pensate che la scienza parli solo attraverso formule o teoremi, dobbiamo solo avvicinarci e comprendere le cose con parole semplici ed intuitive. Per tutti coloro che volessero affrontare con questo spirito tutti i diversi argomenti trattati sul 2012, non perdete in libreria Psicosi 2012. Le risposte della scienza.