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Acqua su Giove?

26 Apr

Come sapete, ogni tanto e’ interessante dare uno sguardo al nostro sistema solare, anche per presentare gli ultimi lavori scientifici pubblicati che, di volta in volta, ci permettono di capire meglio alcune caratteristiche dello spazio in cui viviamo.

Questa volta, la mia attenzione e’ stata attrata da un articolo pubblicato proprio in questi giorni, in cui viene presentata la scoperta fatta dagli scienziati dell’ESA che sono riusciti finalmente a dimostrare l’origine dell’acqua osservata nell’atmosfera di Giove. Come ipotizzato gia’ diversi anni fa, questa acqua non appartiene a Giove ma e’ stata portata sul pianeta dall’impatto con la cometa Shoemaker-Levy nel 1994.

Forse, piu’ di qualcuno ricordera’ l’attenzione mediatica su questa cometa quasi 20 anni fa. La Shoemaker-Levy venne scoperta nel 1993 e attiro’ subito l’attenzione degli astronomi perche’ per la prima volta venne osservato un corpo di questo tipo orbitare intorno ad un pianeta invece che al Sole. La cometa infatti, durante un passaggio all’interno del Sistema Solare, venne catturata dall’interazione gravitazionale di Giove e quindi inizio’ ad orbitare intorno al pianeta. La stretta orbita seguita dalla Shoemaker-Levy face subito capire che a distanza di poco tempo, la cometa avrebbe finito per impattare contro il pianeta. Dalle simulazioni del tempo, fu possibile infatti determinare con precisione il periodo dell’impatto, ipotizzato tra il 10 e il 20 luglio 1994.

Alla notizia dell’impatto, non solo molte sonde in orbita, ma anche molti telescopi a terra, di cui un numero enorme di stazioni amatoriali, vennero puntate verso Giove per osservare in diretta l’evento. L’impatto avvenne esattamente il 16 Luglio 1994, ma purtroppo nel lato non visibile a Terra di Giove. L’evento venne comunque registrato in diretta dalla sonda Galileo che pote’ osservare dal vivo l’ingresso in atmosfera dei 27 frammenti principali del nucleo cometario, che si era frantumato a causa di un precedente passaggio intorno al pianeta. La rapida velocita’ di rotazione di Giove, permise dopo pochi minuti di osservare i residui dell’impatto anche da Terra. Nell’atmosfera di Giove erano presenti delle vaste macchie nere causate appunto dall’ingresso ad alta velocita’ dei frammenti della Shoemaker-Levy.

Impatto della Schoemaker-Levy su Giove

Impatto della Schoemaker-Levy su Giove

Oltre alla spettacolarita’ dell’evento, la collisione della cometa, permise di ottenere notevoli informazioni astronomiche. Prima di tutto, fu possibile studiare gli strati piu’ profondi dell’atmosfera del pianeta, non raggiungibili con gli strumenti dell’epoca, inoltre, l’impatto apri’ nuovi scenari scientifici sugli studi del nostro sistema solare.

Successivamente, analizzando le macchie nere ancora oggi presenti su Giove, si capi’ che queste erano dovute ad una concentrazione anomala di acqua nell’atmosfera del pianeta. L’origine di questa acqua, rimase un mistero fino ai giorni nostri.

Come anticipato, il nuovo studio dell’ESA pubblicato in questi giorni, ha evidenziato come le tracce d’acqua presenti nell’atmosfera di Giove siano proprio dovute all’impatto con la Shoemaker-Levy. Detto in altri termini, l’acqua non appartiene a Giove, ma e’ stata proprio portata dalla cometa. Questo risultato e’ stato possibile sfruttando le osservazione nell’infrarosso del satellite Herschel. Questa sonda e’ stata in realta’ lanciata per studiare le proprieta’ degli Esopianeti, di cui abbiamo parlato in questi post:

Nuovi esopianeti. Questa volta ci siamo?

A caccia di vita sugli Esopianeti

ma si e’ rivelata una strumento molto preciso anche per analizzare i corpi del nostro sistema solare.

Come anticipato, l’ipotesi che l’acqua fosse stata portata dalla cometa era stata formulata gia’ nel 1994, proprio da un gruppo di astronomi italiani del nostro istituto di astrofisica. In questo caso, sfruttando la particolare emissione delle molecole d’acqua, si era ipotizzata l’origine di quanto osservato. Solo per completezza, vi dico anche che questa innovativa tecnica per l’epoca, e’ esattamente la stessa utilizzata oggi per cercare eventuale acqua sui pianeti al di fuori del sistema solare.

Immagine di Giove dopo l'impatto

Immagine di Giove dopo l’impatto

L’osservazione della Shoemaker-Levy e’ stato, come detto, il primo caso di cometa caduta su un pianeta del sistema solare. Come visto in questo post:

Adesso e’ il turno di Marte

sappiamo che anche nel 2014 un’altra cometa, la Siding Spring, cadra’ invece su Marte ed anche in questo caso, l’evento consentira’ sicuramente di raccogliere nuove ed importanti informazioni sul nostro sistema solare.

Concludendo, l’osservazione condotta dall’ESA ha consentito, a distanza di 20 anni, di determinare con certezza che l’acqua osservata nell’atmosfera di Giove e’ stata portata dall’impatto con la cometa Shoemaker-Levy. Questo genere di eventi sono sempre possibili all’interno del nostro sistema solare ed infatti nel 2014 un evento di questo tipo e’ atteso per Marte. La storia della Shoemaker-Levy ci consente anche di ricordare il ruolo di Giove come scudo per i pianeti del sistema solare interno. La sua grande massa infatti attira molti oggetti provenienti dallo spazio profondo di fatto proteggiando anche il nostro pianeta.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

 

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Aggiornamento sullo Tsunami del Tirreno

21 Lug

Come molti di voi gia’ sanno, il 12 Luglio 2012 e’ avvenuto un fenomeno simile ad uno tsunami (tsunami like) nel Tirreno. Questo fenomeno e’ stato osservato con intensita’ diversa dalla Liguria alla Sicilia. Il picco massimo, con onde alte fino ad 1 metro, e’ stato registrato sulle spiagge davanti a Gaeta (provincia di Latina).

Tra le 9 e le 12, il mare si e’ ritirato, anche fino a 20 metri, per poi tornare a riva con onde alte fino ad un metro. Il fenomeno si e’ ripetuto nell’arco temporale detto con frequenza di circa 5 minuti tra un’onda e la successiva.

Abbiamo parlato in dettaglio di questo fenomeno in questi post:

Ora anche gli Tsunami in Italia

I Marrobbi, piccoli Tsunami

Come visto, per quanto raro, questo fenomeno e’ possibile in mari come il Mediterraneo e prende il nome di meteotsunami. A differenza degli Tsunami veri e propri, questo fenomeno e’ generato da cause atmosferiche e dal particolare bacino interessato. In condizioni particolari, si possono creare fenomeni di risonanza con trasferimento di energia al moto ondoso e con la conseguente formazione di onde anomale.

A dimostrazione della normalita’ di questi fenomeni, anche se in genere di intensita’ minore, abbiamo parlato dei Marrobbi sulle coste siciliane. Eventi straordinari, dal punto di vista dell’intensita’, possono avvenire non di frequente, come nel caso del meteotsunami del 1978 in Croazia.

Stiamo tornando su questo argomento perche’ ho ricevuto diversi contatti da persone che chiedono la situazione attuale. Su web si sta speculando molto su questo fenomeno, dichiarando che ancora oggi il mare si sta ritirando di diverse decine di metri in varie regioni tirreniche.

Questo e’ assolutamente falso. Il meteotsunami e’ avvenuto il 12 Luglio, e alle 12 circa e’ tutto rientrato. Ad oggi non sono in corso fenomeni di questo tipo e ovviamente non sono attesi altri eventi. Inoltre, come visto in questo articolo:

Il vulcano Marsili

il meteotsunami non e’ stato dovuto a frane su qualche isola, ne tantomeno ad un risveglio del vulcano Marsili.

Per completezza di informazione, girano su web anche diverse foto false perche’ non relative all’evento in questione.

Un’immagine vera, scattata a Gaeta in cui si vede il mare che si ritira e’ questa:

Una foto del meteotsunami a Gaeta

Su diversi siti c’e’ scritto che la foto e’ stata scattata in Liguria, in Toscana o in Sicilia, solo per far vedere, barando, che il fenomeno e’ stato intenso su tutta la costa tirrenica.

Altre foto invece, non sono proprio relative a questo evento. Un esempio e’ il seguente:

Tsunami in Giappone del Marzo 2011

La foto viene messa solo per far vedere quanto e’ stato intenso il fenomeno in Italia. In realta’ si tratta di un falso, dal momento che la foto e’ relativa allo Tsunami (reale) avvenuto in Giappone nel Marzo 2011.

Al solito, per fare notizia si falsifica qualche informazione cambiando dettagli importanti o foto dell’evento. Spesso pero’, il prezzo di avere una notizia piu’ accattivante e’ quello di incrementare voci false o peggio ancora la paura delle persone. Non credete a tutto quello che vi viene detto, cercate sempre di analizzare le notizie per far chiarezza nel mare di informazioni (reali e non) che soprattutto la rete ci offre. Per conoscere la posizione della scienza su diverse tematiche, prendendo come spunto le profezie sul 2012, non perdete in libreria Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

 

I Marrobbi, piccoli Tsunami

17 Lug

In questo post, abbiamo parlato dello Tsunami avvenuto qualche giorno fa sulle coste del basso Tirreno, ed in particolare a Gaeta:

Ora anche gli Tsunami in Italia

Come abbiamo visto, l’origine di questi fenomeni non e’ da ricercarsi in terremoti, maremoti o frane su isole del Tirreno, bensi’ a fenomeni atmosferici e alla conformazione del bacino in questione. In meterologia, ci si riferisce a questi fenomeni con il termine di meteotsunami.

Le condizioni necessarie per la formazione di un meteotsunami sono una rapida variazione della pressione, un bacino allungato e il vento che soffia nella direzione di allungamento del bacino. In questi casi, si possono avere fenomeni di risonanza con trasferimento di energia dal vento al mare e quindi alla costa.

A riprova di questa tesi, nell’articolo precedente abbiamo parlato del meteotsunami avvenuto nel 1978 sulle coste della Croazia. In questo caso si raggiunsero onde di 3 metri con picchi in alcune zone fino a 6 metri.

In questi giorni, su diversi siti, si leggono informazioni false su questo evento. In Croazia lo tsunami non ha fatto vittime, ma solo alcuni danni materiali. Come abbiamo gia’ visto, ci furono due diversi fenomeni distanti tra loro quasi un’ora. La prima onda, di intensita’ minore, mise in allarme gli abitanti del posto, per cui la seconda onda non provoco’ assolutamente vittime. Ovviamente, fenomeni di questo tipo portano allagamenti nelle zone in prossimita’ della costa con conseguenti danni soprattutto ai primi piani o ai livelli interrati.

A questo punto, vorrei riflettere su una cosa. Se questi fenomeni sono noti e se il nostro bacino mediterraneo ha la struttura adatta per la formazione dei meteotsunami, e’ possibile che tra il 1978 e il 2012 non ci sia stato nessun evento di questo tipo?

La costa siciliana tra Mazzara e Pozzalo in cui si formano i Marrobbi.

Ovviamente ci sono stati meteotsunami, ma non ne abbiamo sentito parlare perche’ in genere la loro intensita’ e’ talmente bassa da rendere non osservabili gli effetti. In condizioni particolari, e ovviamente non convenzionali, si puo’ arrivare ad intensita’ maggiori, come nel caso della Croazia e delle coste Tirreniche.

In Sicilia, e precisamente tra Mazzara del Vallo e Pozzallo, cioe’ sulla costa sud-ovest della nostra isola, i pescatori convivono con un fenomeno chiamato in dialetto “Marrobbi”. Questi altro non sono che meteotsunami di bassa intensita’. A causa della struttura del bacino, anche qui molto allungata, si innescano le condizioni ottimali per la formazione di questi eventi. I Marrobbi consistono in una ritirata del mare e una successiva onda che arriva sulla costa. In genere, questi fenomeni sono cosi’ poco intensi da passare del tutto inosservati da chi, come i pescatori, non convivono tutti i giorni con il mare. Vista la scarsa forza dei marrobbi, molto spessi questi possono essere confusi con il moto stesso delle maree.

Come vedete, ci sono conferme in Italia della formazione dei meteotsunami. Il meccanismo alla base, di quanto accaduto nei giorni scorsi, e’ del tutto noto. La particolarita’ dell’evento e’ nell’altezza delle onde che si sono formate. Attenzione, parliamo di particolarita’ per indicare che non e’ la forza usuale degli eventi registrati. Sappiamo pero’ che e’ possibile avere un trasferimento massimo di energia e condizioni particolari dal punto di vista atmosferico, che possono creare onde anche di qualche metro.

Impariamo a ragionare con la nostra testa e cerchiamo sempre conferme scientifiche e con dati certi alle teorie che vogliono farci credere. Troppo spesso, cercano di inculcarci ipotesi strane che, con poco allenamento, possiamo smascherare. Per approfondire questi argomenti, non perdete in libreria Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

 

 

 

Ora anche gli Tsunami in Italia?

14 Lug

Sulla scia di questo post:

Terrorismo psicologico

in questi giorni e’ quasi divertente leggere i giornali. Non fraintendete, non mi sto assolutamente riferendo ad eventi gravi che hanno causato vittime e danni, ma ai continui titoloni dei giornali volti solo ad aumentare la paura delle persone.

In questo blog abbiamo parlato a lungo di terremoti, spaziando tra cause astronomiche, falsi proclami o eventi fuori dal comune in zone non sismiche che hanno raggiunto addirittura una magnitudo 3, per fortuna senza causare danni (e’ un miracolo che un evento di magitudo 3 non abbia causato danni …). Ovviamente sto facendo della facile ironia sulle notizie di questi ultimi giorni. Per riprendere i post su questi argomenti basta leggere:

Riassunto sui terremoti

Ancora terremoti in Emilia?

Emilia 13-16 luglio: un po’ di statistica

Abbiamo fatto questa introduzione perche’ dopo la serie di terremoti pubblicizzati, ora arrivano anche le notizie sugli Tsunami.

Anche questa e’ una notizia con una forte eco. Non siamo abituati a parlare di tsunami in Italia, anche solo pensare ad un evento del genere, avendo ancora negli occhi le scene ad esempio dell’onda giapponese, crea non poca paura in molte persone.

La mattina del 13 Luglio 2012, si e’ verificato un piccolo tsunami sulle coste del basso Tirreno, durato dalle 10 alle 12. Il fenomeno era molto esteso ed e’ stato osservato con intensita’ e frequenza diversa tra La Spezia e Palermo. A Gaeta, ad esempio, il fenomeno e’ durato 3 ore. Il mare si ritirava di 20-30 metri e tornava con onde alte circa 1 metro e con una frequenza di circa 3 minuti.

La notizia e’ ovviamente vera. Data la frequenza delle onde, ma l’altezza non troppo grande, ci si riferisce a questi eventi come “Tsunami like”, per ditinguerli dagli Tsunami con onde maggiori, o dalle tempeste marine con frequenza molto piu’ alta (in caso di tempesta le onde arrivano una di seguito all’altra).

Su molti siti il fenomeno e’ catalogato come estremamente raro e inspiegabile. Questo ovviamente aumenta ancora di piu’ il timore. In Italia non siamo abituati a parlare di Tsunami e inoltre non sappiamo neanche perche’ questo e’ avvenuto. Alcuni hanno messo in relazione l’ultimo terremoto di Ischia con lo Tsunami:

–  “Terremoto” anche ad Ischia

ma la bassa intensita’ del sisma non spiega le onde. Altri hanno pensato ad una perturbazione ad alta quota, ma l’aeronautica militare ha smentito la presenza di vere e proprio tempeste. Qual’e’ dunque la causa dello Tsunami?

Cerchiamo al solito di fare un po’ di chiarezza anche su questo argomento.

Prima di tutto dobbiamo dire che le nostre coste sono state negli anni teatro di diversi eventi di questo tipo. Parliamo sempre di eventi di bassa intensita’, ma comunque che sono accaduti in diverse zone del Mediterraneo. Per farvi degli esempi (basta cercare su web per avere conferma) si sono registrati Tsunami in Calabria nei primi anni del 1900 (1905-1908), nelle Eolie nel 1916 e nel 1919, e cosi’ via a Palermo, Ancona, Alassio e anche sulle coste Croate sempre affacciate sull’Adriatico.

Le cause di questi Tsunami storici in realta’ non sono le stesse. Passiamo da terremoti con epicentro in mare a frane in determinate zone che possono provocare movimenti ondulatori. Come abbiamo gia’ detto pero’, l’evento di qualche giorno fa non e’ spiegabile in questi termini.

Per capire l’origine dell’ultimo Tsunami tirrenico, possiamo riferirci ad un altro evento del genere registrato nel 1978. In quest’anno si registro’ uno Tsunami tra Giulianova e Bari anche se gli effetti maggiori si ebbero sulle coste dell’allora Jugoslavia. Alle 5.15 del 21 giugno 1978, la popolazione viene svegliata da onde di Tsunami alte fino a 2.5 metri che arrivano sulla costa. A seguito di questo, il mare si ritira nuovamente e, alle ore 8 circa, arriva una seconda ondata con onde alte fino a 6 metri. Le onde non provocano vittime ma i danni al porto e alle abitazioni sono ingenti.

Questo evento, anche piu’ violento di quello di ieri, e’ rimasto inspiegabile per anni portando anche accese discussioni nella comunita’ scientifica.

La spiegazione definitiva dello tsunami del ’78 e’ arrivata dopo 30 anni, nel 2008, classificando questo evento come “meteotsunami”.

I meteotsunami sono fenomeni rari generati in particolari condizioni meteorologiche e del bacino in cui si sviluppano. Grazie all’introduzione di questa categoria e’ stato possibile spiegare le cause di diversi eventi registrati nel mondo anche in Australia, Nuove Zelanda e Giappone.

Per la formazione di un meteotsunami e’ necessario un bacino di dimensioni ridotte e allungato (come un porto o una baia) e rapide variazioni della pressione atmosferica dovute, ad esempio, ad una tempesta o ad una rapida variazione del vento. Se la direzione del vento e’ simile alla direzione di massimo sviluppo del bacino si possono avere fenomeni di risonanza con trasmissione di energia dal vento al mare e da quest’ultimo alla costa. Ovviamente, piu’ la direzione del vento e’ vicina, al limite coincidente, con lo sviluppo dello specchio d’acqua, maggiore e’ il trasferimento di energia.

Da quanto detto, i diversi mari che compongono il Mediterraneo hanno le caratteristiche morfologiche adatte. Si pensi ad esempio alla forma allungata dell’Adriatico teatro dell’evento del 1978. Il meteotsunami e’ dovuto dunque a cause atmosferiche e morfologiche e questo lo distingue dagli Tsunami nel senso stretto del termine, anche se l’effetto e’ comparabile ma di dimensioni minori.

Alla luce di questa classificazione possiamo spiegare anche lo Tsunami del 13 Luglio. Ieri infatti, si sono registrati abbassamenti di temperatura sull’Italia, dopo giorni di caldo afoso, con i primi temporali sul basso Tirreno. A causa dell’alta temperatura delle acque, le variazioni meteo hanno portato forti correnti ascensionali con incremento del gradiente termico verticale. Queste condizioni, che potete verificare guardando un qualsiasi bollettino meteo di ieri, hanno causato l’instabilita’ necessaria per la formazione del meteotsunami. Le condizioni morfologiche sono invece naturalmente offerte dai nostri mari.

Al solito, si tirano fuori titoli sensazionali con un velo di mistero solo ed esclusivamente per far credere che qualcosa di strano sta accadendo. Non lasciatevi trasportare o convincere subito. Ragionate e cercate di informarvi autonomamente, e’ l’unico modo per non cadere nelle continue trappole che vengono messe da fonti poco affidabili. Se volete continuare ad analizzare eventi legati al 2012, ma non solo legati alla profezia Maya bensi’ fenomeni sempre attuali, non perdete in libreria Psicosi 2012. Le risposte della scienza.