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Aerei: come fanno a volare e sicurezza

13 Nov

Attraverso i commenti del  blog, un nostro caro lettore ci ha fatto una domanda, a suo dire, apparentemente molto semplice ma che, come potete verificare molto facilmente, genera tantissima confusione. In sintesi la domanda e’ questa: perche’ si dice che volare in aereo e’ cosi sicuro?

Per poter rispondere a questa domanda, si devono ovviamente scartabellare i numeri ufficiali degli incidenti aerei. Questo ci consente di poter verificare la probabilita’ di un incidente aereo rapportato, ad esempio, a quelli ben piu’ noti automobilistici. Partendo da questa domanda, mi sono pero’ chiesto qualcosa in piu’: sappiamo veramente perche’ gli aerei riescono a volare? Anche questa potrebbe sembrare una domanda molto semplice. Si tratta di una tecnologia conosciuta da diversi decenni eppure, incredibile ma vero, non tutti sanno perche’ questi enormi oggetti riescono a stare in aria. Facendo un giro su internet, ho scoperto come anche molti siti di divulgazione della scienza fanno delle omissioni o dicono cose formalmente sbagliate.

Detto questo, credo sia interessante affrontare un discorso piu’ ampio prima di poter arrivare a rispondere alla domanda sugli incidenti aerei.

Partiamo dalle basi, come sapete ruolo fondamentale nel volo aereo e’ quello delle ali. Mentre il motore spinge in avanti l’apparecchio, le ali hanno la funzione di far volare l’aereo. Ora, per poter restare in quota, o meglio per salire, senza dover parlare di fisica avanzata, c’e’ bisogno di una forza che spinga l’aereo verso l’alto e che sia maggiore, o al limite uguale per rimanere alle stessa altezza, del peso dell’aereo stesso.

Come fanno le ali ad offrire questa spinta verso l’alto?

Forze agenti sull'ala durante il volo

Forze agenti sull’ala durante il volo

Tutto il gioco sta nel considerare l’aria che scorre intorno all’ala. Vediamo la figura a lato per capire meglio. L’aria arriva con una certa velocita’ sull’ala, attenzione questo non significa che c’e’ vento con questa velocita’ ma, pensando al moto relativo dell’aereo rispetto al suolo, questa e’ in prima approssimazione la velocita’ stessa con cui si sta spostando l’aereo. Abbiamo poi il peso dell’aereo che ovviamente e’ rappresentato da una forza che spinge verso il basso. D e’ invece la resistenza offerta dall’ala. Vettorialmente, si stabilisce una forza L, detta “portanza”, che spinge l’aereo verso l’alto.

Perche’ si ha questa forza?

Come anticipato, il segreto e’ nell’ala, per la precisione nel profilo che viene adottato per questa parte dell’aereo. Se provate a leggere la maggiorparte dei siti divulgativi, troverete scritto che la forza di portanza e’ dovuta al teorema di Bernoulli e alla differenza di velocita’ tra l’aria che scorre sopra e sotto l’ala. Che significa? Semplicemente, l’ala ha una forma diversa nella parte superiore, convessa, e inferiore, quasi piatta. Mentre l’aereo si sposta taglia, come si suole dire, l’aria che verra’ spinta sopra e sotto. La differenza di forma fa si che l’aria scorra piu’ velocemente sopra che sotto. Questo implica una pressione maggiore nella parte inferiore e dunque una spinta verso l’alto. Per farvi capire meglio, vi mostro questa immagine:

Percorso dell'aria lungo il profilo alare

Percorso dell’aria lungo il profilo alare

Come trovate scritto in molti siti, l’aria si divide a causa del passaggio dell’aereo in due parti. Vista la differenza di percorso tra sopra e sotto, affinche’ l’aria possa ricongiungersi alla fine dell’ala, il fluido che scorre nella parte superiore avra’ una velocita’ maggiore. Questo crea, per il teorema di Bernoulli, la differenza di pressione e quindi la forza verso l’alto che fa salire l’aereo.

Spiegazione elegante, semplice, comprensibile ma, purtroppo, fortemente incompleta.

Perche’ dico questo?

Proviamo a ragionare. Tutti sappiamo come vola un aereo. Ora, anche se gli aerei di linea non lo fanno per ovvi motivi, esistono apparecchi acrobatici che possono volare a testa in giu’. Se fosse vero il discorso fatto, il profilo dell’ala in questo caso fornirebbe una spinta verso il basso e sarebbe impossibile rimanere in aria.

Cosa c’e’ di sbagliato?

In realta’ non e’ giusto parlare di spiegazione sbagliata ma piuttosto bisogna dire che quella data e’ fortemente semplificata e presenta, molto banalmente come visto, controesempi in cui non e’ applicabile.

Ripensiamo a quanto detto: l’aria scorre sopra e sotto a velocita’ diversa e crea la differenza di pressione. Chi ci dice pero’ che l’aria passi cosi’ linearmente lungo l’ala? Ma, soprattutto, perche’ l’aria dovrebbe rimanere incollata all’ala lungo tutto il percorso?

La risposta a queste domande ci porta alla reale spiegazione del volo aereo.

L'effetto Coanda sperimentato con un cucchiaino

L’effetto Coanda sperimentato con un cucchiaino

Prima di tutto, per capire perche’ l’aria rimane attaccata si deve considerare il profilo aerodinamico e il cosiddetto effetto Coanda. Senza entrare troppo nella fisica, questo effetto puo’ semplicemente essere visualizzato mettendo un cucchiaino sotto un lieve flusso d’acqua. Come sappiamo bene, si verifica quello che e’ riportato in figura. L’acqua, che cosi’ come l’aria e’ un fluido, scorre fino ad un certo punto lungo il profilo del metallo per poi uscirne. Questo e’ l’effetto Coanda ed e’ quello che fa si che l’aria scorra lungo il profilo alare. Questo pero’ non e’ ancora sufficiente.

Nella spiegazione del volo utilizzando il teorema di Bernoulli, si suppone che il moto dell’aria lungo l’ala sia laminare, cioe’, detto in modo improprio, “lineare” lungo l’ala. In realta’ questo non e’ vero, anzi, un moto turbolento, soprattutto nella parte superiore, consente all’aria di rimanere maggiormente attaccata evitando cosi’ lo stallo, cioe’ il distaccamento e la successiva diminuzione della spinta di portanza verso l’alto.

In realta’, quello che avviene e’ che il moto dell’aria lungo il profilo compie una traiettoria estremamente complicata e che puo’ essere descritta attraverso le cosiddette equazioni di Navier-Stokes. Bene, allora scriviamo queste equazioni, risolviamole e capiamo come si determina la portanza. Semplice a dire, quasi impossibile da fare in molti sistemi.

Cosa significa?

Le equazioni di Navier-Stokes, che determinano il moto dei fluidi, sono estremamente complicate e nella maggior parte dei casi non risolvibili esattamente. Aspettate un attimo, abbiamo appena affermato che un aereo vola grazie a delle equazioni che non sappiamo risolvere? Allora ha ragione il lettore nel chiedere se e’ veramente sicuro viaggiare in aereo, praticamente stiamo dicendo che vola ma non sappiamo il perche’!

Ovviamente le cose non stanno cosi’, se non in parte. Dal punto di vista matematico e’ impossibile risolvere “esattamente” le equazioni di Navier-Stokes ma possiamo fare delle semplificazioni aiutandoci con la pratica. Per poter risolvere anche in modo approssimato queste equazioni e’ necessario disporre di computer molto potenti in grado di implementare approssimazioni successive. Un grande aiuto viene dalla sperimentazione che ci consente di determinare parametri e semplificare cosi’ la trattazione matematica. Proprio in virtu’ di questo, diviene fondamentale la galleria del vento in cui vengono provati i diversi profili alari. Senza queste prove sperimentali, sarebbe impossibile determinare matematicamente il moto dell’aria intorno al profilo scelto.

In soldoni, e senza entrare nella trattazione formale, quello che avviene e’ il cosiddetto “downwash” dell’aria. Quando il fluido passa sotto l’ala, viene spinto verso il basso determinando una forza verso l’alto dell’aereo. Se volete, questo e’ esattamente lo stesso effetto che consente agli elicotteri di volare. In quest’ultimo caso pero’, il downwash e’ determinato direttamente dal moto dell’elica.

Detto questo, abbiamo capito come un aereo riesce a volare. Come visto, il profilo dell’ala e’ un parametro molto importante e, ovviamente, non viene scelto in base ai gusti personali, ma in base ai parametri fisici del velivolo e del tipo di volo da effettuare. In particolare, per poter mordere meglio l’aria, piccoli velivoli lenti hanno ali perfettamente ortogonali alla fusoliera. Aerei di linea piu’ grandi hanno ali con angoli maggiori. Al contrario, come sappiamo bene, esistono caccia militari pensati per il volo supersonico che possono variare l’angolo dell’ala. Il motivo di questo e’ semplice, durante il decollo, l’atterraggio o a velocita’ minori, un’ala ortogonale offre meno resitenza. Al contrario, in prossimita’ della velocita’ del suono, avere ali piu’ angolate consente di ridurre al minimo l’attrito viscoso del fluido.

Ultimo appunto, i flap e le altre variazioni di superficie dell’ala servono proprio ad aumentare, diminuire o modificare intensita’ e direzione della portanza dell’aereo. Come sappiamo, e come e’ facile immaginare alla luce della spiegazione data, molto importante e’ il ruolo di questi dispositivi nelle fasi di decollo, atterraggio o cambio quota di un aereo.

In soldoni dunque, e senza entrare in inutili quanto disarmanti dettagli matematici, queste sono le basi del volo.

Detto questo, cerchiamo di capire quanto e’ sicuro volare. Sicuramente, e come anticipato all’inizio dell’articolo, avrete gia’ sentito molte volte dire: l’aereo e’ piu’ sicuro della macchina. Questo e’ ovviamente vero, se consideriamo il numero di incidenti aerei all’anno questo e’ infinitamente minore di quello degli incidenti automobilistici. Ovviamente, nel secondo caso mi sto riferendo solo ai casi mortali.

Cerchiamo di dare qualche numero. In questo caso ci viene in aiuto wikipedia con una pagina dedicata proprio alle statistiche degli incidenti aerei:

Wiki, incidenti aerei

Come potete leggere, in media negli ultimi anni ci sono stati circa 25 incidenti aerei all’anno, che corrispondono approssimativamente ad un migliaio di vittime. Questo numero puo’ oscillare anche del 50%, come nel caso del 2005 in cui ci sono state 1454 vittime o nel 2001 in cui gli attentati delle torri gemelle hanno fatto salire il numero. La maggiorparte degli incidenti aerei sono avvenuti in condizioni di meteo molto particolari o in fase di atterraggio. Nel 75% degli incidenti avvenuti in questa fase, gli aerei coinvolti non erano dotati di un sistema GPWS, cioe’ di un sistema di controllo elettronico di prossimita’ al suolo. Cosa significa? Un normale GPS fornisce la posizione in funzione di latitudine e longitudine. Poiche’ siamo nello spazio, manca dunque una coordinata, cioe’ la quota a cui l’oggetto monitorato si trova. Il compito del GPWS e’ proprio quello di fornire un sistema di allarme se la distanza dal suolo scende sotto un certo valore. La statistica del 75% e’ relativa agli incidenti avvenuti tra il 1988 e il 1994. Oggi, la maggior parte degli aerei civili e’ dotato di questo sistema.

Solo per concludere, sempre in termini statistici, e’ interessante ragionare, in caso di incidente, quali siano i posti lungo la fusoliera piu’ sicuri. Attenzione, prendete ovviamente questi numeri con le pinze. Se pensiamo ad un aereo che esplode in volo o che precipita da alta quota, e’ quasi assurdo pensare a posti “piu’ sicuri”. Detto questo, le statistiche sugli incidenti offrono anche una distribuzione delle probabilita’ di sopravvivenza per i vari posti dell’aereo.

Guardiamo questa immagine:

Statistiche della probabilita' di sopravvivenza in caso di incidente aereo

Statistiche della probabilita’ di sopravvivenza in caso di incidente aereo

Come vedete, i posti piu’ sicuri sono quelli a prua, cioe’ quelli piu’ vicini alla cabina di pilotaggio ma esiste anche una distribuzione con picco di sicurezza nelle file centrali vicino alle uscite di emergenza. Dal momento che, ovviamente in modo grottesco, i posti a prua sono quelli della prima classe, il fatto di avere posti sicuri anche dietro consente di offrire una minima ancora di salvataggio anche ad i passeggeri della classe economica.

Concudendo, abbiamo visto come un aereo riesce a volare. Parlare solo ed esclusivamente di Bernoulli e’ molto riduttivo anche se consente di capire intuitivamente il principio del volo. Questa assunzione pero’, presenta dei casi molto comuni in cui non e’ applicabile. Per quanto riguarda le statistiche degli incidenti, l’aereo resta uno dei mezzi piu’ sicuri soprattutto se viene confrontato con l’automobile. Come visto, ci sono poi dei posti che, per via della struttura ingegneristica dell’aereo, risultano statisticamente piu’ sicuri con una maggiore probabilita’ di sopravvivena in caso di incidente.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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L’apparizione della monaca di Palermo

28 Mar

Da qualche giorno a questa parte, sulla rete si sta parlando sempre piu’ insistentemente di una nuova apparizione avvenuta a Palermo. Questa volta, non si tratta di un’apparizione della Madonna, bensi’ di una monaca.

Andiamo con ordine. Qualche giorno fa, osservando il campanile della chiesa della Madonna della Mercede nel quartiere del Capo, un gruppo di persone si sono fermate sbalordite ad osservare il campanile. Ad un certo punto, qualcuno ha iniziato a gridare sempre piu’ forte puntando il dito verso il campanile e parlando dell’apparizione della Madonna. A questo punto, dal piccolo gruppetto iniziale si e’ arrivati a decine di persone con il naso all’insu’. Chi vedeva l’apparizione della Madonna della Mercede, chi parlava di Santa Rita. Alla fine, tutti sono si sono accordati sul fatto che la sagoma apparsa sul campanile era di una monaca.

Vi ho incuriosito? Ecco una foto scattata da un testimone:

La foto circolante su web

La foto circolante su web

Come potete vedere, sul campanile di destra e’ presente veramente una sagoma che sembrerebbe una monaca. Dopo questa prima ossservazione, ogni sera centinaia di persone si radunano sotto il campanile per attendere l’apparizione della, gia’ chiamata, “Monaca di Palermo”. La cosa incredile e’ che, da questa prima apparizione, tutte le sere, in particolare durante le prime ore della sera, la Monaca appare sul campanile in questa posizione di preghiera. Secondo alcuni, l’apparizione sarebbe un messaggio divino forse collegato all’inizio del pontificato di papa Francesco. Come ovviamente potete immaginare, non manca chi mette in relazione l’apparizione della monaca con un messaggio nefasto o come un avvertimento di qualcosa di misterioso e pericoloso che sarebbe in procinto di accadere.

Ora, indipendentemente dall’essere credenti o meno, dal vedere o no una monaca sul campanile, proviamo un secondo a riflettere su questa apparizione per cercare di capire se c’e’ qualcosa di reale.

Prima abbiamo in realta’ dato un’informazione molto importante che non deve essere lasciata da parte: dalla prima apparizione, tutte le sere, in particolare poche ore dopo il tramonto, appare la monaca sul campanile.

Perche’ questo dettaglio e’ cosi’ importante?

La prima spiegazione razionale che puo’ venire in mente guardando le foto e’ che ovviamente si tratti di un effetto ottico. Di episodi di questo tipo ne abbiamo, ad esempio, parlato in questi post:

Messaggio alieno nelle aurore

La Madonna appare sugli alberi

Ora pero’, per poter sostenere questa tesi, e’ necessario trovare delle prove. Come detto, in questi giorni si sta assistendo ad una vera e propria mania della Monaca con centinaia di persone che tutti i giorni stazionano sotto il campanile per attendere l’apparizione, per pregare o anche solo per curiosita’. Questo particolare rende il web ricchissimo di foto delle apparizioni, alcune migliori altre peggiori, ma soprattutto alcune con maggior risoluzione rispetto a quella da cui siamo partiti.

Prendiamo dunque una foto a maggior risoluzione:

Immagine del campanile a maggior risoluzione

Immagine del campanile a maggior risoluzione

Vista piu’ da vicino, la presunta monaca appare meno definita, anche se e’ ancora ben visibile la sagoma di cui stiamo parlando. Sfruttando la maggior risoluzione della foto, facciamo un ingrandimento della monaca per vedere cosa si vede.

Ecco un ingrandimento del campanile di destra:

Ingrandimento del campanile

Ingrandimento del campanile

Ecco svelato il mistero della monaca. Come vedere, la parte della testa e delle mani della monaca sono soltanto degli scrostamenti del muro sul lato opposto. Il vestito e’ invece dato dal tubo di sostegno della campana e dalla campana dall’altro lato, appena visibile da questa angolazione. Alla luce di queste osservazioni, la figura della monaca di cui stiamo parlando e’ soltanto un effetto dovuto alla sovrapposizione di elementi diversi, tutti ben spiegabili in quel punto.

Facciamo anche un’altra considerazione importante. Ovviamente, vista la composizione degli elementi, ci saranno angolazioni privilegiate per poter osservare la monaca. Questo in realta’ nel caso di Palermo e’ facilmente realizzabile dal momento che le foto sono tutte scattate dalla piazzetta antistante la chiesa. Alla distanza a cui ci troviamo, le persone sotto il campanile godono tutte di una stessa visuale angolare per cui tutti possono vedere la monaca.

Inoltre, come detto, il fatto che le apparizioni avvengano sempre alla stessa ora e’ facilmente spiegabile dal gioco di luce che permette di vedere meglio o peggio la sagoma della monaca. Ad aiutare questo effetto ottico, un importante contributo e’ dato dal faro posizionato lateralmente al campanile e che dunque offre una luce ottimale per favorire questa sovrapposizione mistica.

Concludendo, per quanto suggestiva e affascinante, l’apparizione della Monaca di Palermo e’ in realta’ un falso dovuto alla perfetta sovrapposizione di oggetti e scrostamenti del muro che, dal punto in cui vengono osservati, possono apparire come la sagoma di una monaca.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Se fosse stato il meteorite di Roma ….

28 Feb

Negli ultimi articoli, molto spesso abbiamo parlato del meteorite caduto in Russia, mostrando in particolar modo le speculazioni che non accennano assolutamente a finire:

Pioggia di meteore in Russia

Meteorite anche a Cuba e Dark Rift

Alla luce di quanto accaduto, avevamo in qualche modo predetto quanto sarebbe avvenuto sui siti catastrofisti, che ovviamente non potevano certo farsi sfuggire un’occasione cosi’ ghiotta caduta dal cielo:

Lezione n.1: come cavalcare l’onda

Ora, premesso che, come sapete, questo evento ha causato il ferimento di circa 1200 persone e danni stimati per circa 22 milioni di euro, mi sembra alquanto meschino speculare sulle fobie create da questo meteorite. Ma, come ormai sappiamo, la speculazione non si ferma certamente di fronte ai feriti, ai morti o ai danni.

Premesso questo, in questo post vorrei invece mostrarvi le ultime considerazioni scientifiche fatte sul meteorite russo, a distanza di giorni, e dopo aver raccolto i dati catturati dai molti satelliti in orbita intorno alla Terra e che hanno potuto osservare l’avvicinarsi del corpo nell’atmosfera terrestre.

Prima di tutto, c’e’ un importante studio condotto dal Prof. Longo dell’universita’ di Bologna, da sempre interessato allo studio dei meteoriti ed, in particolare, dei loro effetti sgli ecosistemi naturali. Longo e’ ancora autore di diversi studi condotti per cercare di ricostruire quanto accaduto a Tunguska nel 1908, evento di cui abbiamo parlato in questo post:

Il raggio della morte

Per prima cosa, in questo studio e’ stata ricostruita la traiettoria di avvicinamento del meteorite a Chelyabinsk, che vi mostro in questa immagine:

L'orbita seguita dal meteorite russo

L’orbita seguita dal meteorite russo

Osservate una cosa, nella mappa il meteorite arriva da sinistra, passa sopra Roma e poi prosegue fino alla parte centrale della Russia dove sappiamo che fine ha fatto.

Il meteorite passa sopra Roma?

Ebbene si. ricostruendo la traiettoria percorsa dal meteorite, e’ stato evidenziato come questo corpo sia passato praticamente sopra la citta’ di Roma. Cosa significa questo? Se il corpo avesse avuto una traiettoria di avvicinamento leggermente diversa dal punto di vista angolare, in particolare piu’ inclinato rispetto alla linea di terra, quello che e’ successo in russia sarebbe potuto accadere in Italia, ed in particolare nella zona romana. Analogamente, mentre il meteorite passava, la Terra stava ovviamente ruotando su se stessa. Se ci fosse stata un differenza temporale anche solo di un paio d’ore, nel punto in cui e’ avvenuto l’impatto poteva esserci l’Italia o comunque l’Europa al posto di Chelyabinsk.

Il mio non e’ ovviamente un discorso del tipo “mors tua vita mea”, ma semplicemente una considerazione oggettiva su quanto accaduto. Come visto anche nei post precedenti, il meteorite e’ caduto in una regione della Russia popolata, ma non densamente come potrebbe essere Roma o una qualsiasi altra zona dell’Europa. Questo solo per dire che le conseguenze dell’impatto potevano essere molto piu’ dannosse di quelle che in realta’ sono state.

Con il senno di poi, possiamo certamente dire che nella sfortuna di avere un meteorite impattante sulla Terra, siamo stati molto fortunati. I danni, ma soprattutto i feriti, potevano essere molti di piu’.

Detto questo, ci tengo a sottolineare un altro punto di cui abbiamo gia’ parlato. Il caso russo e’ completamente scorrelato dal passaggio di 2012 DA14 di cui abbiamo parlato in passato. Come anticipato, questo meteorite aveva un orbita e tempi di passaggio completamente differenti rispetto al meteorite russo. Anche se questi concetti dovrebbero gia’ essere chiari a tutti, in rete ancora oggi si trovano ipotesi assurde che vorrebbero far credere che quanto accaduto in Russia e’ stato causato da un pezzo di 2012 DA14, o ancora peggio che gli scienziati avessero calcolato male la traiettoria di 2012 DA14 che in realta’ e’ caduto su Chelyabinsk. Queste considerazioni assurde lasciano ovviamente il tempo che trovano. Come detto tante volte, anche solo dal punto di vista del diametro, il meteorite russo era un sassolino rispetto a 2012 DA14. Se quest’ultimo avesse impattato la Terra, le conseguenze non sarebbero certo state qualche vetro frantumato o 1200 feriti da schegge.

Per fugare ogni dubbio, vi mostro un’immagine molto interessante in cui si vedono sia la traiettoria di avvicinamento del meteorite russo, sia quella del passaggio di 2012 DA14:

Il meteorite russo confrontato con 2012 DA14

Il meteorite russo confrontato con 2012 DA14

Come potete vedere, i due corpi prima di tutto arrivano da parti opposte rispetto alla Terra. Inoltre, se vi soffermate sugli orari indicati nel disegno, vedete bene che quando e’ accaduto il fatto russo, DA14 era ancora troppo lontano dalla Terra.

Facciamo anche un’altra considerazione aggiuntiva su questo disegno. Come vedere, il meteorite russo si e’ avvicinato alla Terra dala direzione del Sole. Questo rende il corpo meno visibile e giustifica in parte la non osservazione preventiva dalla Terra. Dico “in parte” perche’ ovviamente le dimensioni di questo meteorite erano troppo piccole rispetto a quelle generalmente cercate dal programma NEO della NASA. Stiamo infatti parlando di un corpo di soli, si fa per dire, 10-15 metri di diametro. Come sappiamo, gli oggetti orbitanti e catalogati come potenzialmente pericolosi per la Terra, hanno diametro sensibilmente maggiore. Di questi aspetti abbiamo parlato in dettaglio in questo post:

Asteroidi: sappiamo difenderci?

Solo per completezza, visto che in questi giorni mi e’ stato chiesto in diverse occasioni, vi riporto anche una foto molto interessante di un frammento rcuperato in Russia:

Composizione chimica di un frammento trovato in Russia

Composizione chimica di un frammento trovato in Russia

Questa immagine e’ importante per due aspetti. Prima di tutto, dimostra che sono stati trovati frammenti nella zona. Non ci crederete, ma in rete c’e’ anche chi cerca di convincere che non esistono frammenti del meteorite perche’ in realta’ non si e’ trattato di un evento di questo tipo, bensi’ della caduta di un astronave aliena. Sembra assurdo, ma purtroppo c’e’ anche chi, anche sulla TV pubblica, cerca di convincere adducendo motivazioni di questo tipo.

L’altro aspetto, questa volta scientifico, che rende la foto molto interessnate e’ invece la percentuale di elementi trovati dall’analisi del frammento. Dai valori riportati si evince che il corpo fosse una condrite ordinaria, cioe’ una roccia dotata delle stessa composizione dei corpi freddi che si sono formati nelle prime fasi del sistema solare primordiale.

Le condriti sono dunque molto antiche, ma anche molto frequenti nel sistema solare. Si stima che circa l’85% dei corpi che cadono sulla Terra siano delle condriti ordinarie.

Se ci limitiamo al punto di vista economico, il fatto di avere frammenti cosi’ ordinari fa anche diminuire il valore commerciale di questi ritrovamenti. Come infatti abbiamo visto in questo post:

Primi segnali della fine del mondo?

Esiste addirittura un mercato online di compra-vendita di frammenti di metoriti. In alcuni casi, i prezzi possono raggiungere cifre davvero esorbitanti.

Questo ultimo punto risponde ache alla curiosita’ di molti lettori che mi hanno chiesto di cosa fosse composto il meteorite russo.

Concludendo, lo studio visto mostra come le conseguenze della caduta del meteorite potevano essere molto piu’ dannose di quanto in realta’ sono state. In condizioni solo di poco diverse, il corpo avrebbe potuto impattare, invece che in una regione degli Urali, in Europa o peggio ancora sulla citta’ di Roma. In questo caso, i danni provocati sarebbero stati senza dubbio molto piu’ gravi.

 

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