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Un nuovo segnale WOW!

18 Mar

Spulciando, come mia abitudine, la rete in cerca di novita’, tendenze e, purtroppo in molti casi, nuove bufale, mi sono imbattuto in un articolo che ha suscitato il mio interesse. Come forse avrete letto, sembrerebbe che in questi giorni il SETI abbia annunciato la visione di quello che molti, senza mezzi termini, definiscono il segnale WOW! del XXI secolo.

Prima di affrontare la notizia, facciamo un po’ di ripasso dal momento che questi sono argomenti che abbiamo gia’ visto su questo blog. Per prima cosa, il SETI e’ il programma per la ricerca dei segnali alieni provenienti dallo spazio. Anche se su questo si potrebbe discutere a lungo, si tratta di un programma scientifico reale per la ricerca di segnali non convenzionali, cioe’ non prodotti naturalmente, che arrivano sulla Terra da qualche zona dell’universo. Come sapete, l’aggettivo “scientifico” in questo caso non e’ sempre accettato, non per l’assurdita’ della ricerca in se, ma semplicemente perche’ una ricerca del genere e’ soggetta a forti limitazioni, prima tra tutte le possibile non ripetibilita’ di un segnale captato dallo spazio. Nonostante questo, nel bene o nel male, il programma SETI va avanti da decenni cercando, anno dopo anno, di migliorarsi raffinando i criteri di ricerca ed includendo sempre piu’ punti di ascolto mediante radiotelescopi.

Cosa ha trovato fino ad oggi il programma SETI?

Come visto in questo articolo:

Il segnale WOW!

nel 1977 e’ stato captato un segnale molto particolare e che e’ stato appunto chiamato WOW! per via della nota lasciata a fianco al listato proprio ad indicare la stranezza di quanto osservato. Questo segnale fu intercettato dal telescopio Big Ear, come gia’ raccontato nell’articolo, ed aveva tutte le caratteristiche di un segnale proveniente dallo spazio e non prodotto da qualcosa di naturale. Ancora oggi, non si e’ trovata una spiegazione “naturale” al segnale.

Personalmente, come scritto anche in precedenza, trovo assurdo che molti preferiscano parlare di ipotetici avvistamenti senza una minima validita’ oggettiva mentre la storia del segnale WOW! e’ molto spesso dimenticata e non ricordata a sufficienza.

Detto questo, come anticipato, in questi giorni stano uscendo diversi articoli in rete che parlano di una nuova evidenza di segnale compatibile con intelligenza aliena. Per prima cosa, se provata a fare una ricerca in rete, potrete rimanere davvero molto delusi. Le informazioni che potete reperire sono frammentarie e solo frutto di un selvaggio copia/incolla da una singola fonte. Cosa significa questo? Semplice, come al solito, l’effetto gregge e’ stato dominante. Qualcuno scrive qualcosa in rete, giusto o sbagliato poco importa, e tutti dietro a copiare a pappardella senza una minima considerazione o, ancora peggio, senza verificare che quanto scritto corrisponda veramente a realta’.

Per non cadere nello stesso errore, cerchiamo di analizzare la notizia sotto un altro punto di vista, facendo riferimento soprattutto alla nota emanata proprio dal SETI in cui ci sarebbe l’evidenza di questo nuovo segnale.

Per prima cosa, trovate l’articolo in questione a questo link:

Articolo SETI, 2014

A pag. 12 c’e’ questo fantomatico nuovo segnale WOW!, che vi riporto per completezza:

Segnale captato dal SETI nel 2010

Segnale captato dal SETI nel 2010

Bene, anche per uno che di segnali non capisce nulla, si vede chiaramente un picco altissimo che si alza su un fondo piu’ o meno piatto. Questo segnale sarebbe quello di cui stiamo parlando e dovrebbe provenire da qualche parte in prossimita’ dalla stella TYC 1220-91-1 che si trova a circa 100 anni luce dalla Terra. 

Fin qui tutto chiaro. Ora, prima di andare avanti, leggiamo le informazioni che tanti hanno scopiazzato e pubblicato in rete. Come ricordato varie volte, il segnale proviene da una stella potenzialmente abitabile e questo particolare sarebbe ripetuto piu’ volte nell’articolo del SETI. Inoltre, questo segnale e’ stato captato nel 2010 ma reso noto soltanto oggi perche’ per molto tempo hanno provato a nasconderlo o hanno cercato una soluzione razionale per giustificarlo. Non avendo trovato nulla, hanno deciso di rendere nota questa evidenza. Sempre nell’articolo della rete, trovate scritto che in diversi punti il SETI parli di intelligenza aliena senza pero’ mai menzionare direttamente l’esistenza degli extraterrestri. Questa e’ solo una chiara evidenza della scoperta che pero’ deve essere somministrata un poco alla volta alla popolazione ancora non pronta a notizie del genere.

Ma siamo sicuri di questo?

Capisco che l’articolo del SETI, linkato in precedenza, e’ lungo piu’ di 30 pagine, pero’ forse si dovrebbe leggere meglio prima di fare affermazioni di questo tipo.

Prima cosa, il titolo e’ “A new Class of SETI Beacons that contain information”, cioe’ una nuova classe di radiofari che contengono informazioni. Perche’ questo titolo? Semplice, l’articolo in questione, ripeto scritto da astronomi facenti parte del programma SETI, vuole evidenziare come la ricerca condotta fino ad oggi possa contenere molti falsi segnali ed in particolare come la non ripetibilita’ di alcune evidenze possa influenzare notevolmente la comprensione dei dati. Nell’articolo in questione, gli autori spiegano come potrebbe essere possibile inserire molte informazioni in un segnale proveniente dallo spazio ed inviato per lo stesso motivo per cui noi abbiamo il SETI, mettersi in contatto con altre civilta’ dell’universo.

In questo articolo, in cui compare molta matematica e ovviamente teoremi fondamentali utilizzati per lo studio dei segnali, si cerca di mostrare prima di tutto la criticita’ della ricerca tradizionale e poi quante risorse, soprattutto computazionali, sarebbero necessarie per effetturare una ricerca piu’ mirata su segnali come quelli indicati nell’articolo stesso.

In questo contesto, quanto riportato a pag.12 dell’articolo assume tutto un altro significato. Come potete vedere, siamo nella sezione 2.5 che si chiama “persistenza”. Qui, come potete verificare, si discute proprio la mancanza di persistenza che un segnale potrebbe avere e che, a causa di questo problema, non potrebbe essere identificato con precisione, se non molto intenso o molto vicino alla Terra. Come anticipato, nelle varie sezioni del paragrafo 2 che stiamo analizzando, si discutono proprio le molteplici criticita’ della ricerca classica del SETI per poi arrivare nei paragrafi successivi a confrontarle con la nuova ricerca proposta.

Bene, mancanza di persistenza significa difficolta’ di identificazione della provenienza di un segnale. Andando avanti leggete poi:

Interesting signals without persistence are observed thousands of times each day at the SETI Institute

Capito? Segnali provenienti dallo spazio senza persistenza sono osservati migliaia di volte dal SETI. Subito dopo questa importante frase, non dopo pagine o righe, ma subito dopo, c’e’ scritto:

Figure 4 for example shows a result obtained in a narrowband SETI search near the PiHI frequency (the number π times the HI observing line of 1420.4 MHz).

La figura 4, come potete indovinare e verificare, e’ propria quella del segnale. Dunque? Questo segnale viene preso come un esempio, tra migliaia, di quei segnali senza persistenza di cui non possiamo essere certi e, come riportato nella frase precedente, non possiamo determinare con esattezza la provenienza. Infatti, proprio poche righe sotto, dopo una discussione sulla frequenza del segnale che comunque e’ interessante e tra quelle in cui sia pensa potrebbero arrivare segnali extraterrestri, trovate scritto:

This pulse has interesting features: It is observed at a magic frequency in the direction of a nearby and potentially habitable star. Yet we cannot be sure this signal was created intentionally or unintentionally by some transmitter on Earth.

Dunque, il segnale potrebbe provenire dalla direzione in cui si trova una stella che potrebbe avere un sistema stellare con pianeti in zona abitabile, OK. Subito dopo pero’, “non possiamo essere sicuri che questo segnale sia state creato intenzionalmente o meno da qualche trasmettitore sulla Terra”.

Trovate assurda questa frase? Assolutamente no. Si tratta di una considerazione appositamente fatta per mostrare la criticita’ della ricerca condotta con i metodi classici. Tra l’altro, e giusto per inciso, questa pagina e’ l’unica in cui viene discusso questo segnale e la frase riportata e’ l’unica in cui si parla di stella abitabile come probabile direzione. Non e’ assolutamente vero che in questo articolo si voglia assolutamente dire e non dire, ma far capire, che si tratta di un segnale con molta probabilita’ proveniente da civilta’ extraterrestri.

Concludendo, niente di interessante e assolutamente non un nuovo segnale WOW! sul quale arrovellarci per trovare una spiegazione.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

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Se la ISON non e’ una cometa, allora e’…

1 Set

A grande richiesta, torniamo a parlare della cometa ISON. Di questo corpo celeste abbiamo gia’ abbondantemente discusso in questi post:

2013 o ancora piu’ oltre?

E se ci salvassimo?

Che la ISON abbia pieta’ di noi!

Come sappiamo bene, si tratta di una cometa che passera’ al perielio intorno alla fine dell’anno, novembre 2013, e che, se mantenesse le premesse ottenute dagli studi sull’orbita, potrebbe riservarci uno spettacolo senza precedenti, al punto che la ISON e’ gia’ stata ribattezzata la cometa del secolo. Perche’ questo? Come detto tante volte, il motivo e’ molto semplice, la cometa passera’ ad una distanza relativamente breve dalla superficie del Sole e, sempre se tutto verra’ confermato dopo il passaggio al perielio, potrebbe apparire estremamente luminosa in cielo, al punto da essere visibile anche in pieno giorno ad occhio nudo.

Detto questo, la cometa ISON ha richiamato l’attenzione non solo di tanti osservatori sparsi nel mondo, interessati a seguire in dettaglio questo passaggio per comprendere caratteristiche ancora poco note delle comete, ma soprattutto di tanti appassionati astrofili che aspettano questo passaggio per poter immortalare questo spettacolo.

Ovviamente, tra i tanti “appassionati” che aspettano il passaggio della ISON non potevano certo mancare i tanti catastrofisti che gia’ stanno costruendo un bel circo mediatico su questa cometa. Solo pcohi giorni fa avevamo parlato della nuova ipotetica data per la fine del mondo, attesa per il 16 Dicembre 2013:

Ci risiamo: 16 dicembre 2013 …

In questo caso, la data viene fuori da interpretazioni diverse rispetto al 2012 per la fine del lungo computo Maya, ma il tutto viene poi rinforzato aggiungendo anche il passaggio della cometa ISON.

Detto questo, come anticipato, la speculazione sulla ISON comincia a crescere a dismisura. Nelle settimane precedenti, sono arrivate foto davvero molto belle della cometa, ripresa da telescopi in orbita, tra cui il sempre presente Hubble. Proprio da queste foto, si e’ alzato il polverone che vorrei raccontarvi.

Vi mostro prima di tutto una foto della ISON ripresa da Hubble, quando questa si trovava al di fuori dell’orbita di Marte:

La Ison ripresa da Hubble

La Ison ripresa da Hubble

In questi ultimi giorni, molto sta facendo discutere un’altra foto catturata sempre da Hubble. Prima di dire qualsiasi cosa, vi voglio mostrare proprio questa immagine:

Foto della ISON ottenuta scurendo l'immagine

Foto della ISON ottenuta scurendo l’immagine

Secondo le fonti, l’immagine di sinistra sarebbe quella originale, mentre la foto a destra e’ ottenuta scurendo la prima. Come vedete, in quella rielaborata si distinguono chiaramente 3 oggetti. Se consideriamo che quello al centro potrebbe essere il nucleo della cometa, cosa sono gli altri due? Su questa domanda, ovviamente, la rete si e’ scatenata. Per prima cosa, sentite parlare di cometa con tre nuclei, cosa scientificamente assurda. Altri poi parlano di nucleo centrale e di oggetti diversi che gli orbitano intorno.

Secondo voi, cosa sarebbero questi oggetti che gli ruotano intorno?

La risposta e’ molto semplice, si tratta di due navi aliene sigariformi che stanno guidando la cometa verso il sistema centrale interno. Vi sembra assurda come affermazione? Non vi preoccupate c’e di peggio. Qualcuno ha addirittura spiegato cosa ci fanno quelle navicelle aliene intorno alla cometa. Non si tratterebbe di due navi qualsiasi ma di due astronavi di contatto della federazione galattica. Le navi sarebbero state inviate per prendere un primo contatto con gli abitanti della Terra. Secondo altri invece, le navi seguirebbero la cometa per impedire che questa colpisca la Terra.

E pensare che molti psicologici dicono che la fantasia negli adulti viene messa da parte. Se Freud fosse vissuto ai giorni nostri, avrebbe scritto decine di saggi solo sul catastrofismo dilagante degli ultimi tempi.

Senza dar ancora seguito a queste ipotesi fantastiche, chiariamo cosa sarebbero questi segmenti che si vedono nell’immagine. Per chi non lo sapesse, Hubble ruota molto velocemente intorno alla Terra cosi’ come la ISON si sposta molto velocemente lungo la sua orbita. Al fine di avere immagini meglio risolte e piu’ precise, diversi scatti, anche prolungati nel tempo, vengono sovrapposti tra loro anche se presi in momenti differenti. Bene, quello strano disegno che abbiamo visto nell’immagine della ISON altro non e’ che l’effetto di questa sovrapposizione.

Non ci credete? Allora vi mostro le immagini originali:

Le tre foto di Hubble che sovrapposte danno l'effetto visto

Le tre foto di Hubble che sovrapposte danno l’effetto visto

L’immagine risultante altro non e’ che la sovrapposizione di queste tre esposizioni. I segmenti vengono soltanto dal movimento relativo tra telescopio e cometa, mentre nell’immagine in cui il corpo sembra puntiforme e’ perche’ il movimento e’ in verso opposto (come se fosse entrante o uscente dal nostro schermo).

Cosa c’e’ di strano in tutto questo? A mio avviso assolutamente nulla. Pensate che in rete c’e’ addirittura chi ha visto in questa foto un antico simbolo sumero. Detto fatto, la ISON allora e’ una formazione di antichi astronauti che tornano sulla Terra, no e’ Nibiru con intorno un sistema planetario, no e’ Nibiru con un astronave e dei pianeti. Insomma, tanta fantasia e tanto tempo da perdere in ipotesi completamente assurde.

Se non bastasse poi, su altri siti si parla invece di alcune foto scattate da satelliti cinesi per telecomunicazioni e che mostrerebbero forme anomale per il nucleo della ISON. Avete capito bene, satelliti per telecomunicazioni che in realta’ sarebbe stati messi in orbita per monitorare Ison/Nibiru.

Altra ipotesi assurda trovata in rete e’ quella che vorrebbe il nucleo della cometa grande migliaia di kilometri. Premesso che questo e’ assurdo per le normali teorie scientifiche che conosciamo e che abbiamo piu’ volte confermato, l’origine di questa ipotesi viene solo da osservazioni della cometa che includono ovviamente nucleo, chioma e coda. A queste distanze, complice anche la notevole emissione di gas, e’ impossibile vedere singolarmente il nucleo della cometa. In casi di questo tipo, come visto in questo articolo:

Cos’e’ una cometa

parliamo di un nucleo dell’ordine di qualche decina di kilometri.

Concludendo, ancora non sappiamo se la ISON offrira’ lo spettacolo astronomico che stiamo aspettando e che ha promesso. Al momento pero’, una promessa l’ha gia’ mantenuta, tutte le ipotesi catastrofiste, antiscientifiche e assurde che pensavamo potessero arrivare, stanno arrivando nei tempi e nei modi stabiliti. Da oggi a dicembre, chissa’ quante altre storie racconteranno i tanti siti internet che vivono di queste assurdita’. A noi, non resta che sperare nello spettacolo astronomico.

 

 

Aggiornamento sulla ISON dopo il passaggio al perielio del 28 Novembre:

Ce la fa o non ce la fa?

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Facciamoci trovare dagli alieni

14 Giu

Ogni tanto si leggono delle notizie scientifiche quanto mai curiose. Su questo blog, diverse volte abbiamo parlato di extraterrestri, ma non analizzando i tantissimi video di presunti avvistamenti che ogni giorno compaiono in rete, bensi’ cercando di affrontare il discorso in modo prettamente scientifico. Anche se a molti potrebbe apparire strano, la scienza da sempre si e’ interrogata circa la possibile esistenza di forme di vita aliene, valutando, o almeno cercando di farlo, la reale probabilita’, non solo che una forma di vita intelligente possa esistere, ma anche che questa possa entrare in contatto con noi.

Come visto in questi post:

Messaggio alieno nelle Aurore

Il segnale WOW!

poter valutare questa probabilita’ e’ molto difficile e richiede una stima di parametri anche non direttamente legati tra loro. L’equazione di Drake, cerca appunto di considerare ogni singolo aspetto che potrebbe consentire questo incontro, fornendo come risultato una stima di probabilita’. Se ci pensiamo, per prima cosa dovremmo avere un pianeta in grado di ospitare la vita, poi questa vita si dovrebbe essere sviluppata nel tempo creando appunto una societa’ evoluta. Che significa evoluta? Con un grado di tecnologia che gli permetta di inviare e ricevere segnali dallo spazio o, al limite, di poter esplorare lo spazio.

Ogni qual volta si parla di alieni, scatta automaticamente la molla secondo la quale queste forme di vita sarebbero infinitamente piu’ sviluppate di noi e con mezzi incredibili. Perche’ avviene questo? Proviamo a fare un ragionamento al contrario: se fossimo noi gli alieni dello stereotipo collettivo? Magari, una forma di vita aliena esiste, ma e’ ancora troppo poco sviluppata. Immaginate la nostra societa’ anche solo 200 anni fa. Eravamo in grado di esplorare l’universo? Assolutamente no. Se una societa’ con uno sviluppo tecnologico pari al nostro di 200 anni fa avesse pensato a forme di vita aliene, magari avrebbe pensato al nostro attuale sviluppo.

Sempre pensando alle probabilita’ di incontro, proviamo a fare un passo aggiuntivo. Supponiamo che la societa’ aliena esista e che si sia sviluppata ad un livello paragonabile al nostro. Bene, tutto risolto? Assolutamente no. L’universo e’ molto grande, se gli alieni sono distanti migliaia di anni luce da noi, con buona probabilita’ non riusciremo mai ad incontrarci. Se state pensando ai viaggi con la velocita’ del pensiero o cose di questo tipo, torniamo al discorso precedente sullo sviluppo tecnologico. Noi con migliaia di anni di sviluppo siamo arrivati ad oggi. Se volessimo considerare alieni fantascientifici, dovremmo valutare anche la probabilita’ che questo sviluppo sia avvenuto.

Attenzione, proprio da questo punto, vorrei partire con una nuova considerazione. Gli alieni esistono, sono evoluti, hanno la possibilita’ di incontrarci, vuoi perche’ sono vicini o perche’ hanno lo sviluppo tale per farlo, non resta che prendere appuntamento. Sicuri? No, manca un’altra valutazione. Tutte queste belle probabilita’ devono essere vere “adesso”. Immaginate una societa’ aliena che si sia sviluppata e abbia soddisfatto tutti i criteri visti, ma questo sia avvenuto, ad esempio, 1 miliardo di anni fa. Magari sono stati in grado di visitare l’universo ma noi ancora non c’eravamo. Dunque, tutte queste condizioni devono essere vere allo stesso tempo, altrimenti l’incontro non e’ possibile. Bene, proprio queste considerazioni chiamano in causa un discorso diverso da quello prettamente scientifico. Per poter valutare queste proprieta’ si devono considerare sviluppi antropologici, societari, evoluzionistici, ecc. Immaginate una bella societa’ aliena che si e’ sviluppata, ha raggiunto un’immensa tecnologia ma che si e’ autodistrutta. Il discorso e’ assurdo? Non credo proprio, basta guardare la nostra societa’.

Capite dunque che valutare la probabilita’ di un incontro con forme di vita aliene, implica un ragionamento molto vasto. Nonostante questo, l’equazione di Drake ha portato importanti risultati in questo senso, non escludendo assolutamente questa possibilita’. Ovviamente, non resta che aspettare e vedere quello che succede.

Perche’ ho fatto questo lungo preambolo? Prima di tutto per poter riprendere concetti molto importanti visti in passato ma che possono essere considerati degli evergreen. Inoltre, vorrei parlarvi di un’iniziativa curiosa che sta spopolando sulla rete in questi ultimi giorni; si tratta del progetto “Lone Signal”.

In cosa consiste?

Il progetto consiste nell’inviare nello spazio un messaggio e sperare che qualche societa’ aliena possa riceverlo. Scopo? Far capire che ci siamo e dove si trova la terra. Il messaggio conterra’ infatti informazioni circa la posizione della Terra e sul nostro attuale sviluppo: come e’ fatto l’atomo di idrogeno, gli elementi della tavola periodica, ecc. Oltre a queste informazioni, anche gli utenti della rete potranno contribuire ed inviare il loro messaggio agli alieni, semplicemente collegandosi con il sito internet del progetto:

Lone Signal

Se volete partecipare a questa iniziativa, dovete sbrigarvi, il primo invio e’ infatti atteso per il 18 Giugno.

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Il messaggio verra’ poi inviato sotto forma di onda elettromagnetica verso Gliese 526 utilizzando la Jamesburg Earth Station della California. Gliese 526 e’ una nana rossa con un piccolo sistema planetario orbitante a 17,6 anni luce da noi. Alcuni di questi pianeti sono considerati adatti ad ospitare forme di vita. Di questo e soprattutto della cosiddetta fascia di abitabilita’, abbiamo parlato diverse volte affrontando il discorso esopianeti:

A caccia di vita sugli Esopianeti

Nuovi esopianeti. Questa volta ci siamo?

Cosa ne penso? Se devo essere sincero, iniziative come questa lasciano veramente il tempo che trovano. Su molti siti si parla di iniziativa simile al programma SETI, di cui sicuramente avete sentito parlare. Su questo non sono assolutamente d’accordo. Nel caso di SETI, si cercava di “ascoltare” segnali provenienti dallo spazio esplorando zone considerate piu’ probabili per la vita. Anche per questo programma sono state mosse critiche per la non ripetibilita’ di un eventuale segnale, vedi proprio il WOW!, ma anche per la casualita’ della zona da esplorare.

Nel caso del Lone Signal, si andra’ a sparare un segnale verso qualcosa molto distante da noi. E’ la prima volta? Assolutamente no, sempre nell’articolo sul WOW! abbiamo parlato del messaggio di Arecibo. In quel caso, il messaggio era stato inviato verso Ercole e l’iniziativa piu’ che un programma scientifico, era stata vista come uno spot pubblicitario successivo all’ammodernamento del radiotelescopio.

Gia’ cercare forme di vita aliene e’ concettualmente difficile, immaginate di voler urlare in una direzione e sperare che qualche vi ascolti. Inoltre, tutto questo discorso implica che le forme di vita siano sufficientemente evolute e che siano in grado di ricevere onde elettromagnetiche, cosa tutt’altro che scontata.

 

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Se si rompe la sonda?

17 Mag

Solo poche settimane fa, avevamo parlato della scoperta di molti esopianeti al di fuori del nostro sistema solare:

A caccia di vita sugli Esopianeti

Nuovi esopianeti. Questa volta ci siamo?

Come visto, la ricerca di questi corpi e’ di fondamentale importanza, in primis, dal punto di vista scientifico per lo studio e la comprensione dell’origine del nostro universo, ma anche per la ricerca di pianeti nella cosiddetta “fascia di abitabiita’”. Con questo si intendono quei pianeti che, ruotando intorno ad una stella centrale, occupano una distanza tale da poter sviluppare la vita.

Di pianeti di questo tipo, ne sono stati individuati diversi, come visto nei precedenti post. Oltre ai tanti sostenitori dell’esistenza aliena, l’individuazione di questi corpi ha acceso la fantasia anche di molti astronomi e di persone interessate al cosmo. Quando parliamo di “possibilita’ di vita”, non intendiamo certo che ci sia la certezza di questo, ma solo che a quelle distanze potrebbe eeserci acqua in forma liquida, una delle condizioni piu’ facili per l’inizio della vita sul pianeta.

Immagine artistica del telescopio Kepler

Immagine artistica del telescopio Kepler

Parlando di questi concetti, abbiamo presentato anche la sonda Kepler della NASA, un potente telescopio in orbita, autore proprio delle ultime scoperte. Questo strumento, grazie alla sua notevole precisione, ha consentito l’individuazione di diversi esopianeti dando una notevole spinta alla ricerca in questo settore.

In particolare, parlando proprio egli ultimi esopianeti trovati in fascia abitabile, Kepler-62e e Kepler-62f, ci eravamo lasciati fantasticando sul futuro della missione e sul numero elevato di esopianeti che la sonda avrebbe potuto individuare con le prossime osservazioni.

Invece?

Notizia proprio delle ultime ore, sembrerebbe che il telescopio Kepler abbia un serio problema, tale da compromettere la continuazione della missione.

Di cosa si tratta?

Come evidenziato dai tecnici della NASA, sembrerebbe che il giroscopio della missione abbia smesso di funzionare. Questo sistema e’ di fondamentale importanza per il puntamento di precisione del telescopio verso lo spazio esterno. Come visto negli articoli precedenti, l’individuazione degli esopianti viene fatta sfruttando il metodo dei transiti. Osservando per lungo tempo stelle lontane, Kepler e’ in grado di misurare le minime variazioni di luminosita’ dovute al passaggio di pianeti di fronte alla stella.

Come potete facilmente capire, affinche’ questo metodo sia applicabile, e’ necessario puntare in una direzione ben precisa per diverso tempo, aspettando appunto il transito dell’esopianeta. Oltre a questo, come vuole il metodo scientifico, la misura deve essere ripetibile anche a distanza di tempo. Per questo, il corretto puntamento, sia assoluto in una direzione che relativo rispetto ad un’altra, deve essere estremamente preciso.

Compito dei giroscopi e’ proprio quello di garantire il corretto puntamento.

Bene, anzi male, nelle ultime ore, una delle ruote dei giroscopi di Kepler non sta rispondendo ai comandi e sembra girare in modo continuo. Per un corretto funzionamento del sistema, sono necessari 3 giroscopi. Se uno di questi non risponde, il sistema di puntamento non sara’ assolutamente ne’ corretto ne’ stabile.

Possibile che non abbia un giroscopio di riserva?

Qualsiasi missione spaziale ha sempre dei sistemi di recupero da utilizzare in caso di guasto. In questa ottica, Kepler era dotato di tre rotelle per i giroscopi, piu’ una di riserva. Perche’ non utilizziamo quella di scorta? Semplice, era gia’ stata utilizzata per sostituire uno dei giroscopi che si era danneggiato a luglio del 2012.

Sfortuna? Legge di Murphy? Chiamatela come volete, ma la situazione attuale non e’ assolutamente rosea. Attualmente, dei 4 sistemi inseriti nel telescopio, 2 sono danneggiati e 2 sono funzionanti. Peccato che, per un corretto puntamento, siano richieste 3 rotelle di puntamento.

Trovandosi la missione a circa 65 milioni di kilometri da noi, capite bene che organizzare una spedizione di riparazione e’ assolutamente non fattibile.

Dunque? Cosa fare?

Per il momento, i tecnici della NASA hanno messo Kepler in modalita’ “safe”, cioe’ per il massimo risparmio di carburante. Ovviamente, in queste ore si sta cercando di valutare quanto sia possibile recuperare il sistema o comunque continuare ad utilizzare Kepler. Come detto, con un sistema di puntamento non affidabile e non ripetibile, e’ assolutamente impensabile continuare ad utilizzare Kepler per la ricerca di esopianeti fuori dal nostro sistema solare.

Purtroppo, quando si progettano sistemi di questo tipo, si cerca sempre, nei limiti degli ingombri e del funzionamento, di prevedere diverse soluzioni alternative in caso di guasto. Per quanto puo’ essere minimizzata, la probabilita’ di guasto non e’ assolutamente nulla.

Concludendo, il guasto registrato in queste ore su Kepler, lo rende probabilmente del tutto inutilizzabile per la ricerca di esopianeti al di fuori del nostro sistema solare. Purtroppo, questo comporterebbe uno stop ad una missione che stava portando ottimi risultati e che lasciava intravedere un futuro molto importante dal punto di vista della ricerca.

L’eventuale messa fuori servizio di Kepler, lascerebbe una lacuna in questo settore della ricerca. Lato NASA e’ infatti previsto per il 2017 il lancio di una nuova missione migliorata rispetto a Kepler, cosi’ come l’ESA pensa di poter lanciare nel giro di qualche anno una sua missione per la ricerca di esopianeti abitabili.

Concludendo, dopo le fantastiche prime osservazioni, Kepler era stato in grado di individuare diversi esopianeti, aluni dei quali anche nella fascia abitabile della propria stella. Purtroppo, a causa di un guasto, difficilmente sara’ possibile continuare ad utilizzare questa missione. Ovviamente, i tecnici sono al lavoro e speriamo possano riuscire a risolvere il problema prolungando ancora per diversi anni questa missione.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

A caccia di vita sugli esopianeti

1 Mar

Di ufo e di esistenza degli alieni, ne abbiamo parlato abbondantemente in queste pagine. Come sappiamo, e come dichiarato anche nel libro Psicosi 2012, dal punto di vista scientifico quello che piu’ interessa non e’ tanto la discussione sui presunti avvistamenti di dischi volanti, quanto la probabilita’ che forme di vita aliene possano esistere da qualche parte nel nostro universo e ovviamente se possano entrare in contatto con noi.

Di questi argomenti, abbiamo, ad esempio, discusso abbondantemente parlando del paradosso di Fermi e dell’equazione di Drake:

Messaggio alieno nelle aurore?

Come visto, se si vuole stimare scientificamente la probabilita’ che forme di vita intelligente esistano da qualche parte, si devono fare considerazioni molto complesse dal punto di vista scientifico, antropologico, biologico, ecc.

Ovviamente, condizione necessaria affinche’ si possa formare la vita, e’ che da qualche parte ci sia un pianeta in grado di ospitarla, cioe’, come nel caso della Terra, con presenza di acqua, temperatura non troppo alta ne troppo bassa, atmosfera respirabile, ecc. Se ci pensate bene, il caso piu’ semplice che possiamo considerare e’ un pianeta da qualche parte del tutto simile alla nostra Terra. Se qui si e’ formata la vita, si potrebbe essere formata anche su un pianeta gemello al nostro da qualche parte nell’universo. Ovviamente si potrebbe obiettare dicendo che possono esistere forme di vita basate su cicli diversi dal nostro, ma cercare qualcosa di simile a noi e’ senza dubbio il caso piu’ semplice che possiamo concepire.

Ora, il punto fondamentale e conclusivo di questo preambolo e’ abbastanza scontato: dove trovare un pianeta gemello alla Terra?

Come sappiamo, i pianeti del nostro Sistema Solare non sono affatto simili alla Terra e, almeno nelle condizioni attuali, difficilmente potrebbero ospitare la vita. Il secondo passo e’ dunque uscire dal nostro Sistema Solare e dare uno sguardo alla nostra Galassia. In questo caso, ci sono potenzialmente tantissimi pianeti da osservare, molti dei quali pero’ troppo lontani da noi. Della posizione della Terra all’interno della Via Lattea abbiamo parlato in questo post:

Nuova sconvolgente teoria?

Ovviamente, non stiamo pensando di andare a cercare la vita dall’altra parte della Via Lattea, dove i nostro occhi (strumentali si intende) non possono arrivare, ma in un intorno del Sistema Solare, cioe’ subito al di fuori di questo.

A tal proposito, a partire dagli anni ’90, si e’ iniziato a parlare di esopianeti, cioe’ di pianeti che non ruotano intorno al nostro Sole bensi’ intorno ad un’altra stella. Detto in altri termini, immaginate la Galassia come un insieme di tanti sistemi solari, cioe’ di tanti sistemi di pianeti che ruotano intorno ad un corpo massivo centrale. Anche il nostro Sistema Solare rientra in questo insieme di oggetti.

Perche’ si parla di esopianeti a partire dagli anni ’90? Dal punto di vista storico, il primo che formulo’ l’ipotesi dell’esistenza degli esopianeti fu Newton nel 1713, ma solo negli anni ’90 venne individuato per la prima volta un esopianeta esterno al nostro sistema solare.

Grande slancio nell’individuazione degli esopianeti venne dato dalla messa in orbita della sonda Keplero della NASA nel 2009. Questo telescopio e’ stato lanciato proprio per studiare ed individuare sistemi planetari esterni al nostro.

Come viene fatta questa ricerca?

Numero di esopianeti scoperti anno per anno a partire dal 1989

Numero di esopianeti scoperti anno per anno a partire dal 1989

Detto in parole molto semplici, Keplero monitora e segue la luminosita’ di circa 150000 stelle nella nostra Galassia cercando piccolissime variazioni di luminosita’. Questo e’ noto come “metodo dei transiti”. Dalla definizione data, gli esopianeti ruotano intorno ad una stella centrale. Durante il loro passaggio, si ha una piccolissima variazione di luminosita’ della stella che viene appunto rivelata dall’esposimetro di Keplero. In questo modo, e’ possibile non solo identificare un esopianeta, ma anche determinare la massa e il periodo di rivoluzione intorno al corpo centrale.

Funziona questo metodo?

Assolutamente si. Nel grafico riportato vedete il numero di esopianeti scoperti a partire dagli anni ’90. Tra l’altro il grafico e’ aggiornato solo fino alla meta’ del 2012. Ad oggi, circa 700 pianeti extrasolari sono stati scoperti nella nostra Galassia.

Perche’ stiamo parlando di esopianeti?

Negli ultimi giorni si e’ tornati pesantemente a parlare di esopianeti dal momento che e’ stato fatto l’annuncio della scoperta del piu’ piccolo pianeta extrasolare mai osservato, Kepler 37B. Questo pianetino e’ molto piu’ piccolo anche di Mercurio avendo delle dimensioni paragonabili a quelle della nostra Luna.

In questo disegno vengono appunto paragonate le dimensioni di Kepler 37B con quelle di altri corpi noti del Sistema Solare o esterni:

Le dimensioni di Kepler 37b confrontate con i pianeti del Sistema Solare

Le dimensioni di Kepler 37b confrontate con i pianeti del Sistema Solare

Kepler 37B ruota intorno ad una stella chiamata Kepler, distante circa 220 anni luce da noi. Insieme a Kepler 37B, altri due esopianeti ruotano intorno a Kepler, Kepler 37C e Kepler 37D. Ammetto che la fantasia nel dare nomi non e’ proprio il punto di forza di questa ricerca.

Per darvi un’idea, Kepler 37B e’ molto vicino alla sua stella centrale che presenta caratteristiche simili al nostro Sole. La relativa vicinanza implica un periodo orbitale di soli 13 giorni.

Kepler 37B potrebbe essere l’esopianeta gemello della nostra Terra?

Purtroppo no. Come visto, la piccola distanza da Kepler implica una temperatura molto elevata sull’esopianeta, molto probabilmente privo di acqua ma anche di un’atmosfera. Fate attenzione, in rete si parla molto di questa scoperta anche in termini pseudo-scientifici. Molti siti vorrebbero infatti far credere che questa scoperta implichi l’esistenza di forme di vita aliene. Come visto dalle considerazioni scientifiche fatte, questo e’ assolutamente falso.

Ad oggi, o meglio per il momento, non e’ stato ancora possibile trovare un esopianeta gemello della nostra Terra. Come visto pero’, il ritmo di scoperta di questi sistemi e il continuo miglioramento delle tecniche di ricerca, ci fanno ben sperare che si tratti solo di una questione di tempo. Certo, da qui a parlare di pianeta gemello popolato da forme di vita ce ne passa, ma sicuramente questa ricerca potrebbe, il condizionale e’ d’obbligo, portare, prima o poi, a qualche scoperta sensazionale.

Solo per concludere, questa e’ scienza vera. Voler esplorare cosa c’e’ oltre non solo del nostro pianeta, ma addirittura del Sistema Solare non puo’ che alimentare la continua voglia di scoperte scientifiche. Ricerche di questo tipo non sappiamo dove possono portare, ma sicuramente ci consentono di migliorare la nostra conoscenza di quello che abbiamo intorno. Da qui a parlare di alieni c’e’ differenza, ma sicuramente il discorso e’ meno fantasioso di tanti video di avvistamenti che si trovano su youtube.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Il video dell’alieno catturato vivo

10 Feb

Negli ultimi giorni, molti siti catastrofisti e sostenitori dell’esistenza aliena, stanno pubblicando articoli circa la cattura di un presunto alieno vivo.

Prima di discutere la cosa, per chi non lo avesse ancora visto, pubblico il video in questione. Fate attenzione, il video non e’ molto adatto a persone facilmente impressionabili:

Su molti siti potete leggere di questo ritrovamento e del fatto che in molti si stanno interrogando di cosa potrebbe essere quello strano essere che vedete ritratto. In particolare, trovate scritto che non si sa la provenienza del video ne dove siano state fatte le analisi su questo strano corpo. Stando a quanto si legge in rete, le ipotesi fatte sono ovviamente di un essere alieno o in alternativa di un esperimento genetico. Su questa ultima ipotesi, non potevano certo mancare le ipotesi fantasiose che vorrebbero la nascita di questo strano essere legata alle scie chimiche e agli agenti patogeni irrorati mediate gli aerosol.

Di notizie come queste, ne abbiamo viste a bizzeffe anche su questo blog. Come sapete, tutti i giorni vengono caricati in rete decine di video di strane creature presumibilmente aliene o anche di avvistamenti ufo in varie parti del mondo.

Cosa rende diverso questo video dagli altri? Semplicemente che questa volta si e’ veramente toccato il fondo del barile.

Volete sapere di cosa si tratta?

Bimbo deforme

Quella “strana creatura” che vedete nel video e’ in realta’ un bambino nato con una grave malformazione detta “anencefalia”. Questa grave malformazione, visibile gia’ dal primo mese di gravidanza, comporta un nascituro privo in parte o totalmente della volta cranica. Inoltre, molto spesso vengono a mancare anche gli altri tessuti facenti parte del cranio del bambino, come encefalo, cuoio capelluto ed emisferi cerebrali. Tutti fattori che, nella maggior parte dei casi, comportano la morte del nascituro poche ore dopo il parto. Per completezze di informazioni, vi dico che si tratta di una malformazione molto rara, che generalmente colpisce meno di un nascituro su qualche migliaio.

Compreso dunque cosa sarebbe la strana creatura del video, capite bene la bassezza di informazioni di questo tipo. Trovo veramente vergognoso che siti internet possano farsi pubblicita’ ed ingannare le persone utilizzando immagini di un bambino nato con gravi malformazioni genetiche. Siti di questo tipo dovrebbero solo vergognarsi!

Diverse volte, abbiamo discusso di informazioni false che circolano in rete, sottolineando l’importanza di verificare le fonti da cui vengono prese le notizie:

Controllare le fonti!

A questo punto pero’, non credo piu’ alla buona fede di certi soggetti. Credo sia evidente ormai come, pur di fare notizia ed incrementare il traffico sul proprio sito, certi soggetti tendano a mistificare le realta’ e passare sopra a tutto e tutti. Mai avrei pensato che si arrivasse ad un livello cosi’ basso di moralita’.

Solo per completezza, vi dico che le immagini da cui siamo partiti sono relative ad un bambino nato alla fine del 2011 in Repubblica Dominicana. Il nascituro e’ ovviamente nato con la anencefalia ed e’ morto pochi minuti dopo quelle riprese a causa delle gravi malformazioni che avete visto.

Concludendo, quello che viene presentato come il video di un essere extraterrestre catturato vivo e’ semplicemente un bambino nato con una grave malformazione genetica. Questa notizia pone pero’ dei seri interrogativi morali. Pur di fare notizia, si pubblicano immagini relative ad un bambino morto pochi minuti dopo le riprese fatte. Non credo piu’ alla buona fede di certi siti e credo che tutti dovrebbero essere sconvolti da un tale comportamento. Questa notizia e’ solo una riprova della qualita’ delle informazioni che circolano in rete e che ogni giorno cercano di propinarvi.

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Il segnale WOW!

25 Gen

In un precedente articolo, parlando di onde elettromagnetiche, ci siamo soffermati a discutere dei presunti segnali extraterrestri captati sia da Tesla che da Marconi. Come visto, in realta’, questi segnali, per quanto reali perche’ realmente osservati, con molta probabilita’ non erano affatto provenienti dal cosmo, ma bensi’ dalla Terra stessa:

Marconi, Tesla e l’evidenza aliena

Ora, rimanendo in tema, vorrei continuare a parlare di presunte evidenze di vita fuori dalla Terra mediante l’utilizzo di segnali elettromagnetici. In particolare, e’ molto interessante analizzare a fondo un episodio molto dibattutto e su cui molto si e’ speculato, il cosiddetto segnale WOW!.

Andiamo con ordine, capendo prima di cosa stiamo parlando.

Molti di voi gia’ conosceranno il progetto SETI, cioe’ l’attivita’ volta alla ricerca di eventuali segnali provenienti dallo spazio e che potrebbero indicare la presenza di forme di vita intelligenti aliene.

Bene, nel 1977, precisamente il 15 agosto, il radiotelescopio “Big Ear” (Grande Orecchio) dell’Universita’ dell’Ohio, ha captato proprio uno di questi segnali. Mentre era in ascolto dei segnali di fondo provenienti dallo spazio, il Prof. Ehman, ha osservato sul tabulato di Big Ear, qualcosa di diverso, un forte segnale, ben distaccato dal fondo.

Pensando subito ad un segnale di origine extraterrestre, il Prof. Ehman ha cerchiato il segnale sul tabulato, scrivendo a fianco una tipica espressione di sorpresa, appunto WOW!.

Questa riportata e’ una foto del tabulato con la nota a margine di cui stiamo parlando:

Il segnale del 1977 con la nota di Ehman

Il segnale del 1977 con la nota di Ehman

Proprio da questa espressione, a questo evento e’ stato dato il nome di “Segnale WOW!”.

Apriamo una piccola parentesi. La storia riportata ci fa capire subito il perche’ del nome di questo segnale. Spesso sulla rete si legge che gli alieni avrebbero inviato un segnale, in morse, in onde radio, o in altre ipotesi fantasiose, con scritto WOW!. Capite ovviamente che queste sono informazioni del tutto non veritiere ed altamente fantasiose.

Premesso questo, analizziamo questa storia. Le domande piu’ ovvie che possono venirci in mente sono: “da dove viene il segnale?”, “da chi e’ stato mandato?”, “come facciamo ad essere sicuri che non si tratti di un rumore di fondo, di un evento terrestre o di un problema del radiotelescopio?”. Tutte domande lecite e spontanee. Cerchiamo appunto di analizzare i fatti, ragionando su tutte le possibili risposte a queste domande.

La prima cosa da fare e’ capire come funziona Big Ear.

A differenza dei moderni radiotelescopi, a forma di parabola e orientabili nella direzione che vogliamo, Big Ear assomigliava piu’ ad un campo da football con due grandi antenne ai lati:

Il radiotelescopio Big Ear

Il radiotelescopio Big Ear

Come capite anche dalla foto, questo radiotelescopio non era orientabile, ma fisso sulla superficie terrestre. Proprio la rotazione del nostro pianeta, consentiva a Big Ear di spazzare diverse zone del cielo.

Bene, questo e’ un primo punto molto importante. Dal momento che la Terra si muove con un movimento continuo, Big Ear poteva “ascoltare” ciascuna porzione di cielo per un intervallo ben definito. Piu’ precisamente, l’apertura angolare, cioe’ la porzione di cielo visibile ad un preciso istante, fa si che ciascun punto poteva essere ossservato per un periodo di 72 secondi. Facciamo un esempio molto semplice, immaginate di essere in piedi e di ruotare lentamente su voi stessi. I vostri occhi sono il telescopio, voi siete la Terra che gira. ruotando a velocita’ costante, potete vedere ciascun oggetto intorno a voi per un tempi limitato, sempre tenendo la testa ferma. Bene, il funzionamento del radiotelescopio e’ esattamente questo. Dunque, un qualsiasi segnale proveniente dallo spazio sarebbe stato ascoltato per soli 72 secondi, se fosse durato di piu’ o di meno, avrebbe indicato una provenienza terrestre.

Fin qui dovrebbe essere tutto chiaro.

Grafico dell'intensita' del segnale in funzione del tempo

Grafico dell’intensita’ del segnale in funzione del tempo

Nell’immagine precedente, abbiamo visto il tabulato di Big Ear, ma cosa significano quei numeri e lettere? Senza spiegare per filo e per segno la corrispondenza esatta, il segnale WOW! aveva una durata di 72 secondi e una frequenza di 1420,356 MHz. Nella figura a lato viene riportato il segnale su un grafico intensita’ verso tempo, mostrando proprio la durata di 72 secondi.

E allora ci siamo, 72 secondi era proprio l’intervallo che stavamo cercando. Abbiamo la conferma?

Assolutamente no. Come detto, se il segnale fosse stato minore o maggiore di 72 secondi, sarebbe stata la condizione sufficiente a farci dire che l’origine non era extraterrestre. Avere un segnale esattamente di 72 secondi, e’ una condizione necessaria per affermare l’origine non terrestre, ma assolutamente non sufficiente. In parole povere, potrebbe essere ma non siamo ancora sicuri.

Facciamo dunque altre considerazioni.

Dall’immagine del segnale, vediamo un impulso che cresce, arriva ad un massimo e poi ridiminuisce seguendo quella che si chiama curva a campana. Anche questo spinge sull’origine extraterrestre, capiamo il perche’. Ripensando all’esempio della persona che gira su se stessa, un qualsiasi oggetto, durante la rotazione, entra nel campo visivo, poi si sposta esattamente di fonte a noi, e poi pian piano ne esce. Dal momento che Big Ear ruota insieme alla Terra, un segnale captato avrebbe proprio una forma a campana, dal momento che avrebbe un massimo in un solo istante, e intensita’ minore prima e dopo.

Ci sono stati altri segnali di questo tipo ricevuti da Big Ear? Assolutamente no. WOW! fu l’evento di intesita’ maggiore mai captato, circa 30 volte maggiore del rumore di fondo normalmente osservato. Questo ovviamente smentisce ulteriormente l’ipotesi terrestre. Se il segnale fosse prodotto in qualche modo sul nostro pianeta, magari sarebbe capitato altre volte.

Inoltre, il radiotelescopio usato, come e’ visibile dalla foto riportata, aveva due antenne distinte. Grazie a questa configurazione, un normale segnale terrestre, dunque continuo, appariva con uno sfasamento fisso per le due antenne indipendenti. WOW! venne percepito da una sola antenna, dunque possiamo escludere un ronzio fisso a discapito di un singolo segnale che viaggiava nello spazio.

Da dove proveniva il segnale WOW!?

Data la rotazione terrestre, il segnale proveniva, sempre che fosse prodotto nello spazio, da una regione a sud-est del Sagittario.

E se invece fosse di altra origine? Su questa domanda, del tutto lecita, sono state fatte molte ipotesi, cerchiamo di valutarle insieme:

Pianeti del sistema solare: questa ipotesi e’ da escludere. I pianeti emettono onde radio a causa del loro calore. Emissione non termiche sono state osservate da alcune lune di giove a causa di particelle che si muovono nel campo magnetico. La struttura di questi segnali e’ pero’ diversa da WOW! e in piu’ nel giorno e nella data del segnale, non erano presenti pianeti del sistema solare nella direzione esplorata.

Asteroidi: anche in questo caso, non c’erano asteroidi in zona. Inoltre, la ridotta dimensione di questi corpi non consente emissione di segnali di questo tipo.

Sono anche da scartare altre ipotesi cosmiche come la scintillazione interstellare o la lente gravitazionale, a causa della forma del segnale WOW! non compatibie con questi fenomeni.

E se invece il segnale fosse prodotto sulla Terra?

Per rispondere meglio a questa domanda, dobbiamo tornare a caratterizzare il segnale WOW!. Fino a questo punto, abbiamo parlato della sua intensita’ e della sua forma, e abbiamo detto che aveva una frequenza di 1420,356 MHz, per essere precisi era un segnale molto stretto tra 1420,356 e 1420,456 MHz.

Bene, questa frequenza e’ molto simile alla cosiddetta riga spettrale a 21 cm dell’idrogeno. Di cosa si tratta? L’atomo di idrogeno, composto da un protone e da un elettrone, puo’ emettere una radiazione dovuta alla variazione di alcuni parametri di queste particelle, ad una frequenza di 1420, 405 MHz, dunque molto simile a quella del segnale WOW!. Cosa significa questo? Dal momento che l’idrogeno e’ l’elemento piu’ leggero e piu’ abbondante dell’universo osservabile, e’ lecito pensare che la sua frequenza possa essere utilizzata da una civilta’ aliena intelligente per mettersi in contatto con altre forme di vita. Per darvi un’idea, in astronomia, proprio studiando questa riga di emissione, si e’ riusciti a determinare la forma a spirale della Via Lattea e la sua curva di rotazione. Questa particolare frequenza e’ importante anche per altri due motivi non trascurabili. Prima di tutto, un segnale con queste caratteristiche riesce a passare attraverso le nubi di polvere interstellare percorrendo lunghi tragitti senza essere assorbito, ma anche perche’ questa frequenza e’ vietata per i segnali trasmessi da Terra.

Cosa comporta quest’ultimo particolare, cioe’ che i trasmettitori a terra non possono utilizzare la frequenza in questione?

Questa considerazione ci consente di eliminare molte ipotesi sull’origine terrestre del segnale. Premesso che un trasmettitore a terra non avrebbe rilasciato, come detto in precedenza, un segnale di 72 secondi, questa ipotesi esclude anche che WOW! provenisse da un aereo, da un satellite artificiale o da qualche altro velivolo spaziale dal momento che la frequenza e’ vietata. Inoltre, nel momento in cui il segnale e’ stato ricevuto, nessun velivolo si trovava nell’area spazzata da Big Ear.

Attenzione pero’, apriamo una parentesi anche qui. Siamo nel 1977, anche in questo caso dobbiamo tornare a pensare alla guerra fredda. Come detto in altri post, in quegli anni, sia USA che URSS, avevano molti programmi segreti in via di sviluppo, ma anche tanti aerei top secret che giravano per i nostri cieli. Anche pensare che qualcuno di questi velivoli abbia violato le leggi utilizzando frequenze vietate, magari per sperimentazione, non e’ inverosimile. In questo caso pero’, difficilmente se ne potrebbe venire a capo a meno di dichiarazioni a distanza di 35 anni da parte dei soggetti interessati. Dichiarazione quantomeno improbabili dal momento che molti dei progetti dell’epoca sono ancora classificati come top secret.

A questo punto, la domanda e’, cosa e’ successo dopo il messaggio WOW!? Ovviamente molti astronomi hanno utilizzato Big Ear per riprovare ad ascoltare messaggi da quella zona lontana dell’universo, ma purtroppo invano. Non ci sono stati piu’ ulteriori messaggi. Negli anni successivi, in diverse occasioni e con altri radiotelescopi, si e’ tentata la stessa ricerca, ma WOW! e’ stato l’unico caso della storia di questo tipo.

Perche’ non ci sono stati altri messaggi? Se il segnale fosse stato prodotto da una civilita’ aliena, possibile che ne abbiano mandato soltanto uno?

Su queste domande, diverse ipotesi sono state fatte. La piu’ importante, a mio avviso, e’ quella data dallo stesso Frank Drake, uno dei fondatori del progetto SETI. Per poter mandare un segnale nel cosmo, cercando di raggiungere zone molto lontane, e’ necessario inviare segnali molto stretti, cioe’ in zone molto limitate dello spazio in modo da poter concentrare la maggior parte dell’energia in un punto evitando dispersioni. In questa ipotesi, ogni volta lanciate un segnale in direzioni diverse, e non e’ assolutamente detto che altri casi incrocino proprio la nostra Terra.

Il messaggio di Arecibo del 1974

Il messaggio di Arecibo del 1974

Questa ipotesi e’ verosimile. Anche gli essere umani hanno fatto una cosa simile, inviando in realta’ un solo segnale nello spazio. E’ il caso del famoso messaggio di Arecibo, inviato nel 1974 verso la galassia di Ercole distante da noi 25000 anni luce.

Secondo alcuni, il segnale WOW! potrebbe essere la risposta di civilta’ aliene a questo messaggio. Questa teoria e’ del tutto impossibile. Vi spiego il perche’. Prima di tutto, come detto, la galassia di Ercole si trova a 25000 anni luce, cioe’ il nostro segnale impiegherebbe 25000 anni per arrivare e altrettanti per farci arrivare la risposta. Anche l’ipotesi che il messaggio di Arecibo sia stato intercettato da qualche parte prima della galassia di Ercole e’ da scartare. Lungo quella direzione, e considerando l’ampiezza angolare del segnale, non ci sono corpi celesti su cui eventuali civilita’ aliene potrebbero vivere e da cui avrebbero ascoltato il nostro messaggio.

Dunque? Da cosa o da chi e’ stato prodotto il segnale WOW!?

Come visto nell’articolo, ci sono alcuni punti aperti, ma molte altre ipotesi conosciute sono state valutate e scartate. Ad oggi, il segnale WOW! rimane ancora un mistero senza spiegazione.

Cosa possiamo dunque concludere?Prima di tutto, questo e’ un chiaro esempio di mistero sia dal punto di vista antropologico che scientifico. Come vedete, in questo caso abbiamo presentato i fatti, li abbiamo analizzati e non ne siamo venuti a capo.

Il segnale WOW! e’ la chiara dimostrazione che esistono ancora dei fatti senza un’interpretazione scientifica, ma soprattutto che blog come questo non fanno disinformazione, come qualcuno pensa, ma semplicemente si limitano ad analizzare i fatti cercando di trarre conclusioni.

Proprio come ultimo punto, vorrei aprire una nuova ulteriore parentesi. Molte volte ci troviamo a discutere di improbabili video che girano in rete di avvistamenti di dischi volanti, di alieni ripresi in qualche foresta o su qualche letto per autopsie. Il 99% di questi video puo’ essere smascherato con semplici considerazioni. Perche’ spendere tanto tempo a creare prove improbabili, invece di ragionare su eventi come il segnale WOW!?

La ricerca scientifica puo’ aiutarci a trovare una risposta sull’origine del segnale. Magari non e’ stato prodotto da una civilita’ aliena ma solo da un aereo di qualche nazione che volava di nascosto usando frequenze vietate oppure da un fenomeno che ancora non conosciamo nel nostro universo e che produce segnali elettromagnetici di questo tipo. Ad oggi non abbiamo una risposta.

Solo per farvi capire meglio. Oggi Big Ear non esiste piu’. Al suo posto sono state costruite case, strade e supermercati, installazioni considerate migliori dal punto di vista economico. Ovviamente ci sono altri radiotelescopi in giro per il mondo, ma la ricerca scientifica in questa direzione deve assolutamente continuare. Forse quello che abbiamo captato era veramente un tentativo di contatto inviato da una civilita’ extraterrestre, non dobbiamo certamente ignorarlo per concentrare i nostri sforzi nella creazione di video fasulli da caricare su youtube.

 

 

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.

Curiosity: scoperta sensazionale?

22 Nov

Dopo qualche settimana di silenzio, torniamo finalmente a parlare di Curiosity, il Rover che sta esplorando la superficie di Marte e invia in continuo i suoi dati verso la Terra.

Nei post precedenti, molte ipotesi di avvistamenti alieni erano state fatte sulle foto scattate:

Curiosity e gli UFO

Curiosity e gli UFO: dopo le foto, il video. 

ma la notizia che sta circolando proprio in queste ultime ore, e’ completamente diversa.

Andiamo con ordine.

Ieri, in un’intervista rilasciata da John Grotzinger alla radio pubblica america NPR, si e’ annunciata una straordinaria scoperta, letteralmente una scoperta tale da cambiare i libri di storia, fatta da Curiosity e attualmente al vaglio degli esperti. Nell’intervista non si fa nessun riferimento al tipo di scoperta, in attesa della verifica dei risultati.

Disegno del rover Curiosity

Che significa? Chi e’ John Grotzinger? Di che scoperta si tratta?

Queste sono le domande che vengono in mente leggendo questa notizia, e a cui cercheremo di dare una risposta.

Ma prima di addentrarci nel discorso, dobbiamo chiederci: la notizia e’ reale o si tratta di una montatura?

A questo punto, molti di voi si aspetterebbero che dicessi che si tratta di una montatura, in realta’ la notizia sembra proprio reale. Inoltre, il giornale italiano focus scrive nelle sue pagine di aver verificato anche in maniera indipendente la notizia, da una fonte NASA tenuta anonima, e di poter confermare quanto riportato da NPR.

Premesso questo importante particolare, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

John Grotzinger e’ professore di geologia presso il California Institute of Technology, esperto nell’interazione chimica e fisica dell’ambiente sulla formazione della vita. Grotzinger e’ attualmente impegnato nelle missioni di esplorazione marziana da parte della NASA, appunto per la ricerca di forme di vita sul pianeta rosso.

Bene, la notizia sembra reale e la presunta fonte e’ altrettanto reale e autorevole.

Stando a quanto riportato da NPR, la sensazionale scoperta fatta da Curiosity sarebbe il risultato di un’analisi condotta attraverso il rivelatore SAM. Questo acronimo sta per Sample Analysis at Mars, cioe’ analisi dei campioni su Marte. Il SAM, realizzato dal Goddard Spece Flight Center della NASA, e’ composto da uno Gascromatografo-spettrometro di massa e da uno spettrometro laser. Compito del SAM e’ quello di analizzare i composti organici eventualmente presenti nei campioni atmosferici e di suolo.

Attenzione, la scoperta e’ fatta con il SAM e il ruolo del SAM e’ quello di analizzare campioni organici?

Come potete facilmente immaginare, mettendo insieme questi due pezzi, sul web si e’ scatenata la corsa alle ipotesi piu’ fantasiose per la scoperta fatta da Curiosity.

Come nostra abitudine, prima di sbilanciarci in una direzione, cerchiamo di capire meglio.

Per prima cosa: come funziona il SAM?

Per rispondere alla domanda, dobbiamo capire cosa si nasconde dietro quei due strumenti dal nome impronunciabile di cui abbiamo parlato prima.

Un Gascromatografo-spettrometro di massa, anche detto GC-MS, e’ uno strumento basato sull’accoppiamento dei due pezzi che compongono il nome. Il Gascromatografo serve per separare la miscela da analizzare in una fase stazionaria ed una fase mobile. Le due fasi vengono poi fatte uscire separatamente pronte per essere analizzate con lo spettrometro di massa. Questo componente permette di determinare la composizione di una miscela, misurando, in modo indiretto, la massa degli ioni che la compongono. In questo modo si possono identificare le molecole presenti nel campione.

Curiosity puo’ utilizzare in accoppiamento con il SAM anche il ChemCam, cioe’ un piccolo raggio laser in grado di vaporizzare una quantita’ di roccia mediante impulsi molto energetici. Questo bombardamento puo’ vaporizzare rocce fino a 7 metri, permettendo un’analisi molto precisa mediante gli Spettrometri di massa.

Se rileggiamo attentamente il funzionamento degli strumenti, ci rendiamo conto di una cosa, gli spettrometri possono misurare la presenza di particolari ioni, come potrebbero essere l’ossigeno, il carbonio, l’azoto. Tutte  molecole che, in un modo o in un altro, possono essere messe in relazione con la vita.

Quanto detto dovrebbe essere sufficiente a smorzare le speculazioni che potete leggere in rete su questa notizia. Come potete facilmente immaginare, su molti siti non si fa altro che parlare di forme di vita extraterrestri, alieni e complotti per tenere tutto nascosto. Questo e’ assolutamente falso.

Facciamo una riflessione insieme.

Si parla di una scoperta rivoluzionaria per la scienza. Ora, non vorrei fare il bastian contrario, ma a volte quella che e’ una scoperta sensazionale per la scienza, passa del tutto inosservata nei non addetti ai lavori. Commentando la notizia, possiamo ipotizzare che Curiosity abbia trovato, ad esempio, tracce di carbonio. Questa sarebbe una scoperta sensazionale perche’ significherebbe che su Marte ci sono i mattoni per formare, o per aver ospitato, la vita. Non lasciatevi trasportare dalle tante ipotesi-bufala che girano in rete, la scoperta sensazionale non sara’ mai una foto di Curiosity a fianco di un omino verde!

Detto questo, sembrerebbe che la NASA voglia annunciare questa scoperta durante l’incontro annuale dell’unione geofisici americani, che si terra’ tra il 3 e il 7 Dicembre a San Francisco.

Il fatto che ci sia tutta questa prudenza nel divulgare i dati non deve sorprendervi. E’ del tutto normale che si voglia verificare la scoperta senza lasciare il minimo dubbio negli addetti ai lavori. In passato la NASA ha gia’ fatto proclami che ha dovuto rimangiarsi. Nel 2010, ad esempio, si annuncio’ la scoperta di forme di vita extraterrestri in grado di sfruttare una biochimica basata sull’arsenico invece che sul carbonio. Tutti pensarono agli alieni, ma si trattava soltanto di batteri. Tra l’altro poi, questo annuncio si rivelo’ sbagliato solo pochi giorni dopo.

L’esempio appena fatto, ci fa riflettere nuovamente su due aspetti. Il primo e’ che i dati vanno sempre verificati con cura prima di annunciarli. Detto tra noi, mi meraviglia che John Grotzinger si sia lasciato sfuggire questa notizia. L’altro aspetto importante e’ di non caricare di attese questo annuncio. Come nel caso precedente, quella che per la scienza e’ una grandissima scoperta, potrebbe smentire le attese dei non addetti ai lavori.

Concludendo, non ci resta che aspettare qualche giorno prima di sapere qual’e’, e se veramente e’ stata fatta, questa importantissima scoperta di Curiosity.

Per analizzare in dettaglio le profezie sul 2012, imparando prima di tutto a ragionare sulle notizie senza lasciarsi trasportare, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.

Quello che i nostri occhi vedono

5 Nov

Rimanendo sempre ancorati alle profezie del 2012, vorrei questa volta condividere con voi una riflessione. In particolare, mi piacerebbe ragionare sui tanti ritrovamenti antichi in cui molti vedono evidenti segni extraterrestri.

Il discorso e’ ovviamente molto ampio, come sapete esistono una miriade di tavolette, iscrizioni, sculture, ecc in cui, ad un primo sguardo, molti di noi ci vedono una raffigurazione di un disco volante, di un alieno, di una sala di controllo e via dicendo.

Ho deciso di parlare di questo argomento, vedendo su diversi social network e siti internet un’immagine particolare che racchiude alcuni di questi ritrovamenti.

Questa e’ la foto in questione:

Ritrovamenti egizi in cui si vedono disegni rappresentanti forme di vita aliene

Come potete vedere nell’immagine, in queste raffigurazioni appaiono dei disegni molto particolari che, senza ombra di dubbio, ci fanno pensare ad esseri extraterrestri o a dischi volanti. Molto spesso, questo tipo di disegni vengono mostrati per dimostrare i contatti avvenuti nel passato, ad esempio, tra la civilta’ egizia e gli extraterrestri. A questo c’e’ ovviamente da aggiungere il capolavoro edilizio di costruzione delle piramidi che fa da cassa di risonanza a questo tipo di teorie.

Ora il mio pensiero e’ proprio questo: i disegni che vediamo sono veramente quello che sembrano?

Rispondere a questa domanda non e’ affatto banale e per rispondere vorrei chiamare in causa un altro famoso ritrovamento antico, questa volta Maya: il coperchio del saracofago di re Pakal.

Di questo reperto ne abbiamo parlato in dettaglio, raccontando la sua storia e il suo significato, nel libro “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”. Vorrei chiamarlo in causa perche’, come molti di voi gia’ sapranno, da questo ritrovamento nasce la teoria che vorrebbe un contatto nel passato tra la civilta’ Maya e forme di vita aliena.

In particolare, nel libro “Psicosi 2012. Le risposte della scienza” si e’ spiegato in dettaglio il nesso tra Maya terrestri e Maya galattici, e, come potete vedere nell’indice del libro:

Ecco l’indice del libro

questi argomenti sono stati poi utilizzati per introdurre il punto di vista della scienza sull’esistenza o meno di forme di vita aliena. Molti, purtroppo, ignorano che la scienza ufficiale si e’ posta, e continua a porsi, questo tipo di domande. Non ci riferiamo a presunti avvistamenti UFO, ma proprio ad un discorso scientifico sulla possibilita’ o meno che altre forme di vita intelligente possano vivere nel nostro universo.

Tornando all’argomento del post, ecco una foto del sarcofago di re Pakal:

L’atronauta di Palenque, ovvero il coperchio del sarcofago di re Pakal

Guardando il disegno la prima cosa che ci appare e’ appunto re Pakal intento a manovrare quella che sembra una navicella spaziale. Nella parte destra sembrerebbe esserci anche una sorta di fiamma, indicante appunto i motori dell’astronave. Guardando l’immagine capite immediatamente perche’ questo reperto e’ anche detto “l’astronauta di Palenque”.

Perche’ ho chiamato in causa questa immagine? Sostanzialmente siamo di fronte ad un reperto simile a quelli che abbiamo visto precedentemente. Abbiamo delle raffigurazioni che sembrano indicare un chiaro contatto tra civilta’ antiche e forme di vita aliene.

In realta’, come dimostrato anche nel libro “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, il sarcofago di re Pakal e’ del tutto compreso dal punto di vista archeologico, e non rappresenta affatto un astronauta.

Per dimostrare queste affermazioni, vi riporto nuovamente l’immagine del sarcofago, ma questa volta evidenziando con dei colori alcuni particolari importanti:

L’astronauta di Palenque con alcuni dettagli colorati

Ho preso questa immagine colorata appunto per far risaltare agli occhi alcune parti distinte che formano la figura nel suo complesso.

La fitta trama che compone il disegno complessivo, e’ in realta’ formata da diversi disegni sovrapposti tra loro. Oltre alla figura centrale, che ovviamente raffigura re Pakal, trovate 5 glifi distinti e che vi riporto isolati nell’immagine seguente:

I 5 glifi che compongono l’astronauta di Palenque

Perche’ e’ importante scorporare il disegno complessivo? Questi 5 glifi che compaiono sul sarcofago di re Pakal, sono tutti simboli molto utilizzati nella cultura Maya e che ritroviamo singolarmente in diverse iscrizioni Maya. Come potete leggere nella figura stessa, i glifi sono tutti legati a divinita’ o a simbolismi indicanti il passaggio tra la vita e la morte. Ora, trovare simboli di questo tipo, rappresentati sul coperchio di un sarcofago, ci stupisce? Assolutamente no. Il fatto che troviamo cosi’ tanti simboli insieme, finemente sovrapposti uno all’altro, e’ facilmente comprensibile se pensiamo che stiamo analizzando il sarcofago di un re.

Cosa ci insegna questo esempio? Quando osserviamo qualcosa, i nostri occhi a volte vedono quello che la nostra testa ci impone di vedere. Ripensate all’astronauta di Palenque. Nessun Maya avrebbe visto nel sarcofago la rappresentazione di re Pakal intento a guidare un’astronave. Siamo noi, abituati a ragionare e vedere cose diverse, a volerci vedere un’astronave. In tutto questo poi, dobbiamo aggiungere il convincimento di chi ci mostra l’immagine. Se chi ci mostra l’immagine ci suggerisce anche cosa dobbiamo vedere, allora il gioco e’ fatto.

Ritornando all’immagine egizia iniziale, quei simboli che abbiamo visto e che a chiunque potrebbero sembrare dischi volanti o alieni, molto probabilmente avevano un significato completamente diverso per gli egizi che li disegnavano. Cosi’ come avviene per l’astronauta di Palenque, siamo noi a volerci vedere entita’ aliene, perche’ questo e’ quello che vogliamo vedere.

Quello che a prima vista puo’ sembrarci evidente, magari ad un’analisi piu’ attenta non lo e’ piu’.  Prima di credere a qualsivoglia ipotesi, ragionate sempre con la vostra testa e cercate di documentarvi in maniera indipendente. Solo in questo modo potrete risalire alla verita’.

Per un discorso piu’ approfondito sull’astronauta di Palenque o per capire finalmente il vero punto di vista della scienza circa l’esistenza di forme di vita extraterrestri, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.

 

 

La previsione informatica sul 2012

24 Set

Oggi, praticamente tutta la nostra vita e’ in qualche modo regolata o messa in relazione con il computer. I sistemi informatici consentono di controllare quasi tutti gli aspetti legati alla sicurezza, ai trasporti e alla nostra vita. Come ci insegnano molti film fantascientifici, il massimo desiderio (per qualcuno) potrebbe essere un computer in grado anche di prevedere il futuro.

Sembra strano, ma qualcosa del genere e’ stato gia’ pensato e realizzato, ovviamente nei limiti del possibile. Stiamo parlando del programma chiamato WebBot. Questo software, sviluppato negli anni ’90, e’ stato pensato per prevedere a breve distanza il comportamento dei mercati azionari. In altre parole, il programma doveva prevedere, con una certa incertezza, il comportamento a breve termine dei titoli, dei mercati, delle valute, ecc.

Come funziona il WebBot? L’idea di base del programma e’ abbastanza semplice. Dando delle parole chiave in ingresso, il software fa una scansione del web alla ricerca di frasi che contengano queste parole. Questo algoritmo e’ del tutto equivalente a quello che utilizzano i motori di ricerca, ma la differenza e’ nell’utilizzo dei risultati trovati. Il WebBot assegna un punteggio a ciascuna parola trovata insieme a quelle cercate, prendendo in considerazione le frasi, i siti e le date trovate. Alla fine della ricerca, il programma fornisce delle parole in uscita che, con una certa probabilita’, possono essere associate a quelle cercate.

Vi faccio un esempio per capire meglio. Se mettessimo in ingresso il nome di una societa’ quotata in borsa e il programma fornisse in uscita le parole: crisi, licenziamenti, chiusura e stabilimenti, ovviamente non comprereste le azioni di quella societa’. Come detto in precedenza, i risultati sono sempre forniti con una probabilita’, piu’ e’ alta, maggiore sara’ la percentuale di successo del programma.

Come potete facilmente immaginare, il WebBot esegue una scansione non sono sulle pagine in chiaro. Nell’esempio precedente, se sul sito della societa’ in esame ci fosse scritto: domani chiudiamo gli stabilimenti e dichiariamo il fallimento … non servirebbe un programma di questo tipo.

Su web si parla anche di predizioni senza parole chiave in ingresso. Questo e’ possibile, ma il programma fa iniziare la ricerca utilizzando le parole piu’ cercate su web nell’ultimo periodo. Proprio per questo a volte il software viene definito come una “coscienza intrinseca”. Come potete facilmente immaginare, se volete una previsione su qualcosa di specifico, conviene utilizzare le parole chiave.

Logo del WebBot project

Cosa c’entra il WebBot con il 2012? Ci stiamo arrivando.

Agli inizi del 2000, si penso’ di provare ad utilizzare il software anche per scopi diversi da quelli di borsa. Secondo quest’idea, inserendo parole chiave diverse, si potrebbe utilizzare il programma come una sorta di oracolo informatico.

Sulla rete trovate che la prima grande profezia del programma venne formulata ad Giugno del 2001. In questo caso WebBot previde un grande sconvolgimento mondiale nei successivi 60-90 giorni. Solo successivamente si mise in relazione questa profezia con quello che accadde l’11 Settembre 2001.

Questo e’ molto affascinante, ma con buona probabilita’ e’ falso. In rete tutte le informazioni su questa profezia sono successive al Settembre 2001. Come potete capire, e’ sempre facile fare profezie dopo che gli avvenimenti sono accaduti.

Questa storia e’ molto simile a quella che abbiamo gia’ discusso sulla profezia di Malachia o sul codice segreto della Bibbia che trovate in questi post:

2012 e la profezia di Malachia

Il codice segreto della Bibbia

Tra le altre profezie false attribuite a WebBot c’e’ anche la previsone di una conferenza che sarebbe stata indetta da Obama, nel Settembre 2009, per annunciare l’esistenza di forme di vita extraterrestre. Mi sembra evidente che questo non sia avvenuto.

Arrivando invece al 2012, in questi ultimi tempi si sta diffondendo in rete la voce che questo programma sarebbe in grado di prevedere i terremoti e di fare profezie sul 2012.

Riguardo ai terremoti, la smentita puo’ essere fatta con un semplice ragionamento. Se il programma sfrutta i risultati web, con un algoritmo preciso, per trovare informazioni probabili, come potrebbe trovare notizie future sui terremoti? Stiamo parlando di fenomeni non deterministici, non prevedibili e di cui anche una coscienza misteriosa del web non potrebbe avere informazioni prima dell’avvenimento stesso. Alla luce di questo, e per completezza, capite subito che tutte le previsioni di terremoti passati attribuite a WebBot sono in realta’ delle bufale.

Sul 2012 invece, si trovano due informazioni distinte. Nel primo caso, il programma non sarebbe in grado di fare previsioni tra Dicembre 2012 e Maggio 2013, nel secondo invece avrebbe trovato parole chiave del tipo: “grande cambiamento”, “molte vittime”, “ufo” e simili.

Per quanto riguarda il buco tra Dicembre e Maggio, questo sarebbe giustificato dai filo catastrofisti come il periodo di grandi cambiamenti successivi al 21 Dicembre e prima della nuova era. Avendo gia’ spiegato come funziona il programma, capite da subito come anche in questo caso siamo in presenza di un falso creato appositamente per incrementare le voci sul 2012. Analogo discorso vale per le parole attribuite a WebBot.

Come detto in altri post, le tante voci che ogni giorno vengono fatte circolare sul web servono soltanto ad aumentare la confusione sul 2012 ed insinuare l’idea che qualcosa sta per accadere. Ripetiamo di nuovo, non credete a voci infondate non basate su dati o su verita’ inconfutabili. Il ragionamento e il senso critico sono le uniche armi per fare luce su queste profezie. Per analizzare scientificamente le profezie sul 2012 e comprendere aspetti a volte ostici della scienza ufficiale, non perdete in libreria “Psicosi 2012. Le risposte della scienza”.