Se ci fermiamo un attimo a riflettere, ci rendiamo conto che nella nostra vita tantissime volte, e per i motivi piu’ disparati, abbiamo sentito parlare di fine del mondo. Tutti noi ricordiamo almeno 2 date in particolare, che forse hanno avuto piu’ risalto: il 1 gennaio 2000 e il 21 dicembre 2012.
Il Capodanno del nuovo millennio e’ passato alla storia soprattutto per il Millenium Bug, il problema informatico che avrebbe dovuto mandare in crash tutti i sistemi informatici del tempo, causando danni irreparabili. Come sappiamo bene, a parte qualche sporadico caso, il tutto si e’ risolto con un nulla di fatto. Da dove nasceva questa convinzione? Semplice, dalla nostra civilta’ che diveniva sempre piu’ legata ai computer, in grado di gestire e controllare aspetti vitali e di sicurezza.
Poi abbiamo avuto il 21 Dicembre 2012. La fine del mondo annunciata, anche se piu’ volte abbiamo discusso anche questo, dai Maya e’ stata un fenomeno globale mai visto prima. Vi siete mai chiesti il perche’ di tutta queta eco? Personalmente, mi sono convinto che la cosa possa essere compresa, anche in questo caso, in chiave digitale. Come detto all’inizio, anche se molte volte abbiamo sentito parlare di fine del mondo annunciata da qualcuno, quella dei Maya e’ avvenuta in un periodo storico molto particolare. Siamo infatti, e sempre di piu’, nell’era della comunicazione globale. Le notizie viaggiano velocemente e siamo praticamente connessi con tutto il mondo. Non penso di dire assurdita’ se parliamo di “era dei social network”. Gli ultimissimi anni sono stati infatti quelli che hanno visto il boom delle reti sociali: facebook, twitter, Google+, ecc. Siti, o servizi se volete, che hanno visto un incremento esponenziale di iscritti divenendo un fenomeno di massa.
Cosa c’entra questo con la fine del mondo? Semplice, come spesso dico, siamo entrati nell’era delle “chiacchiere 2.0”. Le vecchie voci di paese che facevano si che una notizia, anche riservata, divenisse di dominio pubblico in breve tempo, ora vanno considerate a livello globale. Detto in altri termini, abbiamo un concetto nuovo di Mondo-Paese. Questo aprirebbe riflessioni ben piu’ profonde da trattare separatamente. Quando scrivete qualcosa sulla rete, pensate sempre che, potenzialmente, quel qualcosa puo’ raggiungere chiunque in ogni parte del globo. Questo deve fungere da monito anche ai tanti siti truffa che pubblicano assurdita’, abbiamo tutti una responsabilita’ enorme e che troppe volte facciamo finta di non vedere.
Perche’ faccio questo discorso?
Semplice, la mia riflessione odierna e’ la seguente: cosa e’ cambiato dopo il 21 Dicembre 2012? Bene, se prendo spunto da questo stesso blog, trovo delle considerazioni molto interessanti. Quando ho iniziato a scrivere articoli nel 2012, il mio tema principale era appunto tutto cio’ che ruotava intorno alla profezia Maya. Ovviamente, e non l’ho mai nascosto, ho anche io approfittato di questa data per sfruttare la paura. Nel mio caso pero’, lo sfruttamento era per attirare l’attenzione verso i risvolti scientifici della fine del mondo, approfittando dello stato di maggior interesse per divulgare la scienza.
Detto questo, mi piace pensare di essere stato uno sfruttatore a fin di bene. Al contrario, ci sono tantissimi siti che hanno utilizzato la paura della fine del mondo per arricchirsi o per avere introiti, anche notevoli, derivati dallo stato di maggior sensibilita’ emotiva delle persone. Non e’ il caso che ritorni a parlare di questo, visto che moltissime volte lo abbiamo fatto nei precedenti articoli, cercando proprio di far aprire gli occhi sulla messinscena che blog, siti, giornali e forum hanno creato per incrementare vendite e traffico sui propri domini.
Ora, in realta’, il 21 dicembre 2012 ha segnato un momento di svolta e l’inizio di una nuova epoca digitale. Il grandissimo ricavato che molti hanno avuto dai Maya, non puo’ certo essere lasciato da parte. Si fa molto presto ad abituarsi ad avere qualcosa e difficilmente ce ne vogliamo privare senza prima esserci attaccati con denti e unghie al nostro affare.
Proprio sulla base di questo, ho fatto una semplice ricerca su internet andando a vedere, nel corso del tempo, quanti siti internet parlassero della fine del mondo.
Se prendiamo il 2012 e lo dividiamo, per semplicita’, in bimestri a partire dal 1 gennaio, possiamo fare una ricerca su google utilizzando come chiave di ricerca “end of world” sui siti mondiali. Vi mostro un interessante grafico che riporta, proprio in funzione del tempo, il numero di risultati che si ottengono in questo modo:
Come vedete, man mano che ci avviciniamo al 21 dicembre, il numero di risultati sale linearmente con valori veramente ragguardevoli. Questo e’ del tutto comprensibile, approcciandosi alla fatidica data, sempre piu’ siti internet hanno cominciato a parlare di Maya e fine del mondo.
Ora, se volete, questo e’ un risultato del tutto atteso e che potevamo aspettarci senza bisogno di fare questa ricerca.
Csoa e’ successo invece nel 2013?
Come detto in precedenza, la profezia Maya non e’ stata un fenomeno passeggero ma ha dato il via ad una vera e propria epoca di ricerca della fine del mondo. Pensateci un attimo, se nel 2012 parlavamo solo di lungo computo, con tutte le sfumature e ipotetiche cause di morte, nel 2013 abbiamo visto: ctaclismi climatici, clima impazzito, comete, asteroidi, collisioni tra pianeti, buchi neri che avrebbero dovuto emettere radiazioni mortali, terremoti, ecc. Detto in altri termini, c’e’ stato un boom di nuove ipotetiche cause che avrebbero dovuto innescare la fine del mondo.
Come si riflette questo sui siti mondiali?
Semplice, proviamo ora ad estendere la ricerca precedente all’anno in corso e vediamo cosa esce fuori:
L’incremento e’ spaventoso e tenete presente che l’ultimo punto non e’ relativo ad un bimestre, ma solo al mese di novembre, tra l’altro neanche terminato.
Tutto questo fa riflettere. In questo ultimo anno siamo stati bombardati da tutte le parti da siti che proponevano nuove ipotesi sulla fine del mondo spaziando pero’, come visto, su tantissimi argomenti anche profondamente diversi tra loro. Per una persona emotivamente fragile diventa difficile potersi difendere da questi attacchi che comprendono argomentazioni profondamente diverse.
Qual e’ la conclusione di questo ragionamento? Semplice, se mi limito ad un discorso personale, questo blog avra’ ancora tanto da dire in termini di ispirazione per divulgare la scienza partendo da argomentazioni catastrofiste. Dal punto di vista sociale, quanto sta avvenendo non e’ assolutamente piacevole. Purtroppo, chi ha fiutato l’affare del catastrofismo non vuole assolutamente mollare l’osso. Rimanete sempre vigili e non fatevi prendere in giro da questi soggetti.
A tutti i catastrofisti mi viene da dire….in napoletano naturalmente…Maya..tevenne!!!! Mi sembra che l’individuo sia tecnologicamente più potente, ma emotivamente più fragile. Quello della fine del mondo è da sempre un argomento “goloso”, anche al passaggio dello scorso millennio ha avuto molti cultori. Speriamo solo che prima di una nuova era positiva per la civiltà umana non debbano passare cinquecento anni come nel Medioevo!!!! Ciao a tutti.
Caro Matteo,
Il problema di cui parli é reale e gravissimo. Purtoppo l’abbondanza di informazione in questo caso rema contro al buonsenso.
Nel forum ho aggiunto un topic che per pura coincidenza parla proprio di scienza “travisata” da parte dei catastrofisti.
In realtà la.capacità di queste persone di pescare dati a caso dalla rete per creare ipotesi pseuoscentifiche é allarmante.
Premesso che sono un convinto sostenitore della libertà di parola e di pensiero, penso che in alcuni casi sarebbe il caso di fermare certe persone.
Il procurato allarme e l’istigazione a delinquere sono due reati che hanno un peso molto rilevante, nei casi limite andrebbero applicati.
Ciao.
Renato.
Cavoli, sono stupito dell’ultimo grafico, molte di più del dicembre 2012 in se…
Con te ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo 😉
Caro Sidus,
ti confesso che anche io quando ho visto i risultati non credevo ai miei occhi. Ho ripetuto la ricerca 3 volte per verificare.
Purtroppo, i numeri parlano da soli. Siamo ormai di fronte ad una deriva catastrofista da cui ci vorra’ tempo per uscire. Renato ha ragione, la cosa e’ grave.
Dobbiamo fare tutti un piccolo sforzo per cercare di far capire ai tanti “marpioni” del web che non si puo’ sfruttare la paura per avere piu’ banner o aumentare le visite al proprio sito!
Grazie,
Matteo