In diversi articoli, abbiamo parlato di ipotetiche date per la fine del mondo analizzando in dettaglio le innumerevoli e sempre diverse ipotesi fatte e che dovrebbero portare prima o poi all’Apocalisse. Per fortuna, ad oggi, nessuna di queste ipotesi catastrofiste puo’ essere considerata reale.
Questa volta pero’, proviamo a fare un ragionamento per assurdo, come si dice in matematica. Supponiamo che arrivi veramente la fine del mondo, un evento globale in grado di distruggere tutta la nostra tecnologia e che faccia tornare indietro di decenni i pochi sopravvissuti all’evento catastrofico.
Cosa dovrebbe fare questa nuova comunita’?
Sicuramente, essendo noi abituati ad una serie di confort, difficilmente riusciremmo ad adattarci ad un ambiente ostile. Nessuno di noi rinuncerebbe ad una casa in mattoni per proteggersi dal freddo o ad un pezzo di pane fresco.
Dunque? Come potremmo fare?
La risposta a questa domanda e’ stata data da un ex studente di Fisica, Marcin Jakubowski, che ha appunto creato una societa’ che vende soluzioni utilizzabili anche dopo una qualsiasi apocalisse.
Per prima cosa, dobbiamo raccontare la storia di Jakubowski. Come anticipato, si tratta di un ex studente della facolta’ di Fisica che stanco del mondo accademico ha deciso nel 2008 di ritirarsi a vita agreste nel Missouri. Per fare questo passo, ha investito tutti i suoi risparmi in un’appezzamento di terreno ed un vecchissimo trattore. Data appunto l’eta’ del mezzo agricolo, le spese per la manutenzione e la riparazione erano troppo eccessive, ma il costo di un nuovo mezzo, come dichiarato da Jakubowski, era intorno ai 35000 dollari. Dunque? Mollare tutto e rinunciare alla vita agricola? Assolutamente no. Sfruttando le sue capacita’ tecniche, Mark ha progettato nel giro di 6 giorni un nuovo trattore personalizzato ed e’ anche riuscito a realizzarlo. In questo modo, spendendo soltanto 6000 dollari, si e’ ritrovato con un trattore nuovo di zecca.
Questa esperienza ha fornito l’idea e pubblicando online il progetto del trattore, chiamato Life Trac, si e’ formata una piccola comunita’ di persone mosse proprio dall’intento di creare soluzioni economiche, a basso impatto e facilmente realizzabili. Nel giro di pochi mesi, Jakubowski ha dunque fondato la sua societa’ chiamata Open Source Ecology:
Open Source sta proprio ad indicare che i progetti sviluppati non sono coperti da nessun brevetto e che chiunque puo’ prenderli, migliorarli e modificarli per creare la propria soluzione personalizzata.
Cosa c’entra in tutto questo l’Apocalisse?
Il progetto principale della Open Source Ecology e’ il cosiddetto Global Village Construction Set. Questo progetto prevede la realizzazione di un set di macchinari utilizzabili in uno scenario post fine del mondo e che servono proprio per creare e produrre materiali e soluzioni utilizzabili. Mi spiego meglio. Invece di vendere pane per la fine del mondo, nel set e’ presente un forno per prepararlo. Invece di vendere case, il set prevede un macchinario per la produzione di mattoni ottenuti pressando terra. Insomma, tutto un insieme di strumenti che servirebbero proprio per ricreare una piccola comunita’ indipendente e quasi moderna.
L’elemento principale in vendita nel set e’ il cosiddetto Power Cube, cioe’ un motore idraulico definito “versatile”. Questo motore puo’ infatti essere utilizzato per alimentare tutti i macchinari prodotti dalla societa’, ma anche singolarmente per chi volesse disporre di una sorgente di energia dopo la fine del mondo.
Pensate stia scherzando?
Assolutamente no. Il set della Open Source Ecology prevede 50 macchinari che vanno dalle frese a controllo numerico ai forni passando per presse, pale eoliche, macchinari agricoli, seghe circolari, tagli laser, insomma, tutto cio’ che servirebbe per produrre quello che volete. Ecco il link al catalogo dei macchinari:
– Global Village Construction Set
Oggi, la societa’ e’ gia’ un realta’ negli Stati Uniti e si e’ formata una vasta comunita’ di persone che lavorano indipendentemente per creare nuovi macchinari utili e proporre i loro progetti alla Open Source Ecology. Delle 50 macchine pensate, 12 sono gia’ state realizzate e la societa’ prevede di completare il catalogo per la fine del 2015.
Sicuramente, la moda dell’apocalisse iniziata nel 2012 e che continua a crescere, crea un momento estremamente propizio per attivita’ di questo tipo. Permettetemi pero’ di dire che, al contrario di tanti pronti a speculare e guadagnare sulla paura delle persone, questa societa’ sviluppa tutti i suoi progetti in forma Open Source e quindi chiunque puo’ modificare i macchinari senza dover violare alcun brevetto. Inoltre, le soluzioni sviluppate nell’ambito del progetto, oltre ad essere funzionali, sono sicuramente piu’ economiche di quelle normalmente disponibili sul mercato.
Caro Matteo,
Questa tecnologia mi é totalmente sconosciuta, in ogni caso essendo “open source” é una svolta epocale e ìnteressantissima. Mi riservo di informarmi prima di esprimere un parere, ma una domanda mi sembra d”obbligo… Quale sarebbe la fonte energetica? In un mondo post-apocalittico non credo nella disponibilità di generatori e benzina, Mad Max era un bel film ma poco realistico.
Grazie per gli spunti sempre attuali.
Renato
Caro Renato,
sono completamente d’accordo con te. Come hai giustamente detto, si tratta di una tecnologia nuova e ancora da sperimentare. Sicuramente il fatto che sia open source assicura uno sviluppo rapido senza dover combattere o scontrarsi con i bevetti.
Per quanto riguarda il Power Cube, questo e’ un motore modulare connesso con un pompa idraulica. Stando a quanto dichiarato, la produzione di energia avverrebbe sfruttando un flusso ad alta pressione di fluido in grado di mettere in moto il motore. In linea di principio, il discorso funziona, sono un po’ scettico sulla reale potenza prodotta poi dal motore. Di che tipo di flusso ha bisogno? Che potenza possiamo tirare fuori? Per farti un esempio, come visto nell’articolo, nel catalogo sono presenti anche macchinari CNC o Bulldozer … per far funzionare questi oggetti, non serve certo una batteria stilo. E’ vero che i motori sono dichiarato modulari, ma non vorrei che fossero necessari 1000 motori per far accendere uno di questi macchinari. Ovviamente, come al solito, sicuramente ulteriori sviluppi futuri potranno fare luce sulla questione e, grazie anche all’open source, aprire degli scenari molto liberi in cui diverse persone potrebbero dare il loro contributo.
Per compeltezza, non solo per te ma anche per tutti quelli che sono incuriositi dal Global Village Construction Set, ti riporto la pagina wiki con le caratteristiche del motore:
http://opensourceecology.org/wiki/Power_Cube
Mentre qui si trovano le wiki di tutti gli strumenti presenti in catalogo e gia’ sviluppati:
http://opensourceecology.org/wiki/Global_Village_Construction_Set
Grazie mille, non solo per il commento, ma soprattutto per i continui spunti di riflessione che ogni volta apporti.
Un caro saluto,
Matteo