Scoperto in Guatemala il piu’ antico calendario Maya

12 Mag

Proprio in questi giorni e’ stata annunciata la scoperta del ritrovamento del piu’ antico calendario Maya. La scoperta, effettuata da un team di archeologi capitanati da William Saturno della Boston University, riguarda il ritrovamento, nel sito archeologico di Xultun in Guatemala, di un tempio che con molta probabilita’ e’ stato identificato come l’ufficio dello scriba della comunita’.

All’interno dell’abitazione sono stati ritrovati tantissimi affreschi dell’epoca, la maggior parte dei quali perfettamente conservati. Nelle antiche comunita’ Maya, il compito dello scriba cittadino era proprio quello di annotare, mediante geroglifici, tutti gli avvenimenti rilevanti che riguardavo la comunita’ stessa.

Come sappiamo bene, i Maya erano un popolo dedito all’osservazione stellare e avevano raggiunto elevati gradi di accuratezza nello studio dei movimenti delle stelle e degli altri pianeti del nostro sistema solare. Tra i vari glifi rinvenuti in Guatemala, vi sono innumerevoli iscrizione che riguardano proprio osservazioni stellari: eclissi, moti dei pianeti, periodi di osservazione di altri pianeti, ecc.

Tra le mura dell’insedimento di Xultun, e’ stato ritrovato anche un sistema di conteggio dei giorni, che visto il periodo degli affreschi, rappresenta con molta probabilita’ il piu’ antico esempio di calendario Maya arrivato fino ai giorni nostri.

Un affresco del calendario ritrovato a Xultun in Guatemala

L’importantissima scoperta fatta dagli archeologi in Guatemala, ha avuto moltissima eco in questi giorni, proprio mettendo in relazione questo antico calendario rinvenuto ora con le profezie per il 21 Dicembre 2012. Dalla traduzione delle iscrizioni di Xultun, non si evidenzia assolutamente una fine dei giorni come siamo abituati a pensare. Infatti, in questo sistema, il conteggio dei giorni prosegue ben oltre la fine del lungo computo rinvenuta nel codice Dresda, conteggiando circa altri 7000 anni da oggi.

Ragionando su questa cosa, appare evidente come i Maya pensassero al lungo computo come un sistema di numerazione ciclica. Alla fine di un conteggio, il sistema ripartiva da zero senza prevedere scoinvolgimenti. Questa interpretazione sarebbe in accordo anche con la filosofia di questo antico popolo che si accorse, proprio dallo studio degli astri, di come il movimento dei pianeti e degli altri corpi fosse ciclico.

Basta questo per concludere il discorso sul 21 Dicembre 2012? Assolutamente NO!

I piu’ fervidi e accaniti fautori di una prossima fine del mondo, non vedono assolutamente questa scoperta come un’evidenza contraria. Il fatto che questo rinvenuto sia un calendario antecedente a quello del codice Dresda indica soltanto che il sistema non era aggiornato. Secondo alcuni, al tempo delle iscrizioni di Xultun i Maya non avevano ancora compreso il problema della fine del lungo computo e quindi ancora consideravano il sistema di conteggio come ciclico. Successivamente, questo popolo deve aver compreso i messaggi della Natura o essere entrato a conoscenza di nuove evidenze, che hanno spinto gli scriba ed i sacerdoti a modificare il conteggio del lungo computo. Secondo i fautori di queste ipotesi, successivamente in un qualche punto della storia, i Maya si sono accorti di aver commesso un errore e hanno modificato il sistema di conteggio degli anni non proseguendo oltre la fine del lungo computo.

Ma siamo davvero certi che nel codice Dresda sia prevista una fine del lungo computo? Se anche questo fosse possibile, la fine dei giorni coincide veramente con il 21 Dicembre 2012? Se cercate una risposta “scientifica” a queste domande, leggete Psicosi 2012. Le risposte della scienza.

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